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Autore: Francyzago77    31/05/2020    6 recensioni
Georgie è partita per l'Australia con il suo bambino ma cosa succede a Londra? Nuove storie, nuove trame e soprattutto nuovi sentimenti. Un racconto introspettivo, insolito e inaspettato.
Questi personaggi non mi appartengono, sono proprietà di Mann Izawa, questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella piccola sala da pranzo, semplice ma ordinata e pulita, la balia stava apparecchiando la tavola mentre Maria era fuori a sistemare il giardino. La donna  prendeva i bicchieri e le posate dalla credenza e intanto osservava la ragazza che curava con amore le rose bianche. Dalla finestra della stanza poteva vederla che si occupava di quei fiori con passione, erano le rose che piacevano tanto alla sua mamma e la balia si commosse nel pensare a come l’aveva accudita nell’ultimo periodo della sua vita. Era preoccupata per quella giovane rimasta sola, senza una famiglia e soprattutto senza un futuro. Non ce l’aveva fatta a lasciarla, le era rimasta accanto, in fondo le voleva bene come una figlia e se ne sarebbe andata via soltanto quando Maria avrebbe trovato una sistemazione. La balia sperava in un buon matrimonio ma nessuno, a Londra, avrebbe mai sposato una Dangering. Maria, al contrario, non pensava a trovarsi un marito, era ancora troppo scossa dalle vicende familiari e voleva lavorare per mantenersi. Non avrebbe mai sopportato dover convolare a nozze senza amore, solo per sopravvivere. La notizia che Arthur era vivo e stava bene in Australia, appresa qualche giorno fa, l’aveva scossa. Ne era felice ma nella sua mente erano riaffiorati mille pensieri. Aveva sofferto tanto per quella situazione, per lui, per Abel, per Georgie. E per Irwin. Sì, anche per lui. Era suo fratello e gli aveva sempre voluto bene. Non aveva mai capito nulla lei, era un’ingenua e non se lo perdonava ancora. Se solo avesse compreso prima. Si sentiva in colpa Maria, in colpa per non aver capito. Arthur era stato un grande amore per lei, ma a senso unico. Quella ragazzina sognatrice, un po’ frivola non c’era più. Era una giovane donna ora, matura e provata dagli eventi. Curava quelle rose e preferiva non pensare né al passato né al futuro, solo al presente. E tutto era incerto e sospeso.
-Signorina – la chiamò la balia dalla finestra – ci sono notizie importanti! 
Maria posò gli attrezzi da giardinaggio e immediatamente rientrò in casa. Era arrivato un messaggero direttamente dal palazzo reale e aveva lasciato una lettera per lei. La balia l’aveva posata sul tavolino e attendeva con impazienza che Maria l’aprisse. Prese in mano quella busta come fosse un oggetto di cristallo, era la risposta che tanto aspettava ma aveva timore a leggere. Con il tagliacarte aprì lentamente l’involucro e, tirato fuori il foglio, lesse silenziosamente. La balia fremeva davanti a lei, appoggiata alla spalliera di una sedia. La ragazza ebbe un sussulto, poi rise ma di commozione ed esclamò:
-Possiamo rimanere, la Regina mi ha lasciato questa casa!
-Sia lodato il Signore! – gridò la balia abbracciandola.
-E mi dona anche una piccola somma di denaro per mantenermi – continuò Maria – almeno fino a quando non avrò trovato una sistemazione lavorativa definitiva.
-Dice altro? – chiese la donna con curiosità asciugandosi le lacrime con il grembiule.
-Sì – affermò Maria con stupore – è stato il conte Gerald ad intercedere per me e a convincere Sua Maestà a non farmi togliere la casa.
-L’ho sempre detto io che è un’ottima persona! – disse la balia cercando di leggere qualche riga con la coda dell’occhio.
-Devo ringraziarlo – ammise subito Maria andando verso lo scrittoio.
-Mangiamo prima qualcosa – propose l’altra ancora incredula prendendo la pentola sul fuoco.
Fu un pranzo gioioso quello, era da tanto che in casa non si rideva così e le pietanze sembravano ancora più gustose e buone. Nel pomeriggio Maria iniziò a scrivere la lettera di ringraziamento per il conte Gerald ma, pur avendo trovato delle belle parole, aveva l’impressione non fosse abbastanza esaustivo come messaggio. Avrebbe voluto fargli un regalo per sdebitarsi ma non sapeva cosa, mentre pensava guardava fuori alla finestra e, ad un certo punto, ebbe un’idea.
Seduto nel suo studio Fritz consultava gli orari delle partenze per l’Australia, doveva decidere quando imbarcarsi e di conseguenza preparare tutto ciò che implicava un viaggio così lungo. E senza ritorno. Fece una pausa leggendo il giornale poi prese la posta che gli avevano consegnato e, tra le solite missive, vide una lettera che lo incuriosì. Non c’era il mittente ma solo il suo indirizzo scritto da una calligrafia chiara ed elegante. La aprì e nel tirar fuori il foglio caddero dalla busta dei petali bianchi. Gerald li raccolse, li sfregò con le dita:
-Rose bianche – pensò – belle!
Cominciò a leggere.
 
 
 
 
 
 
   
 
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