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Autore: Tony 73    02/06/2020    0 recensioni
Delusa dal finale della Stagione 5 e dalla cancellazione delle serie tv Covert Affairs, ho deciso di scrivere una mia personale versione di un'ipotetica Stagione 6.
Il racconto riprende a circa un anno di distanza dall'incontro tra Auggie e Annie a casa di lei. In questo periodo Auggie e Natasha hanno girato il mondo, Annie ha accettato di lavorare per Joan ed è in procinto di sposarsi, Arthur ha scelto di continuare a lavorare con McQuaid.
Cosa accadrà ve lo lascio scoprire...
Vi ringrazio in anticipo per le critiche costruttive ed i suggerimenti che vorrete darmi.
Buona lettura!
Genere: Drammatico, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 1
Era una serena notte di settembre a Dublino.
Auggie e Natasha stavano trascorrendo la serata in un affollato pub del centro, pieno di vita e di musica.  
Natasha aveva bevuto molto il che la rendeva estremamente vivace al contrario di Auggie che invece era piuttosto taciturno e si limitava a sorseggiare la sua birra.
Natasha ogni tanto lo stuzzicava per smuoverlo, ma lui era totalmente assente. L’esuberanza e la bellezza di lei non passavano certo inosservate agli occhi degli altri avventori.
“Che ti prende? qualcosa ti preoccupa? Sei strano da qualche giorno..” chiese Natasha cercando di essere seria.
“Non ho nulla Tash...perché non ce ne andiamo?” rispose Auggie
Natasha protestò “ma è presto! Dai restiamo ancora un pò..”
Auggie insistette “è tardi...sono stanco”. 
Natasha si rassegnò, pagarono e uscirono dal pub.
Avevano da poco lasciato il locale, s’incamminarono non accorgendosi di essere seguiti da due tizi ubriachi
che da un pò tenevano sott’occhio Natasha.
Uno dei due, particolarmente su di giri, iniziò a molestare Natasha. 
“Ehi bellezza, che ci fai con quel cieco...vieni qui che so bene come farti divertire per davvero..”disse l’uomo avvicinandosi a loro...
Natasha si voltò di scatto e vedendoli inizio ad indietreggiare lentamente, trascinando con sé Auggie che era attaccato al suo braccio.
Improvvisamente l’uomo si avventò su di loro e Auggie cercò di frapporsi tra lui e Natasha .
Nello scontro Auggie finì a terra sull’uomo e cominciò a prenderlo a pugni.
Intervenne allora l’altro ubriaco rompendo una bottiglia in testa Auggie che stramazzò al suolo.
Nonostante fosse svenuto, l’uomo iniziò a  prenderlo a pugni in faccia.
Natasha tentò di intervenire, ma venne bloccata dall’altro tizio...Disperata cominciò ad urlare a squarciagola “bastardo....fermo...basta...aiuto...aiutooo”
Richiamati dalle urla, gli avventori di un locale lì accanto si precipitarono in strada...
I balordi si diedero alla fuga, lasciando a terra Auggie privo di conoscenza e con la testa sanguinante.
Uno dei  soccorritori chiamò subito l’ambulanza, mentre Natasha urlava disperata “Auggie...ti prego..rispondi....Auggie....Auggie”.
L’ambulanza arrivò di lì a poco e Auggie e Natasha vennero portati  in ospedale.
Auggie venne sottoposto immediatamente ad un intervento chirurgico per bloccare un’emorragia cerebrale.
Natasha, sola e disperata, attendeva notizie in sala d’aspetto...Non sapeva cosa fare..chi chiamare.
Cercò nelle tasche della giacca di Auggie e trovò il suo cellulare. 
Natasha sapeva che se fosse accaduto qualcosa ad Auggie, c’era una sola persona che potesse davvero essere in grado di aiutarli...e tremante cercò il suo numero di telefono e fece partire la chiamata.

CAPITOLO 2
Joan era nella cameretta del piccolo Mckenzie per farlo addormentare.
Seduto sul divano in sala Arthur stava sorseggiando il suo whisky.  Il cellulare di Joan iniziò a vibrare.
Sul display comparve Auggie Anderson.
Sorpreso e felice Arthur rispose allegramente “sapevo che non avresti  resistito a lungo....”
All’altro capo del telefono, Natasha sconvolta e singhiozzante lo interruppe.
“Sono Natasha, la ragazza di Auggie, siamo a Dublino..Auggie è stato ferito...è grave...lo stanno operando. Aiutateci vi prego”
Arthur ebbe appena il tempo di realizzare cosa stesse accadendo che Joan entrò nella stanza.
“Chi è al telefono Arthur?” chiese
Arthur rispose “è Natasha Petrovna...Auggie è stato aggredito...è ferito gravemente”
Joan sgranò gli occhi e disse immediatamente “passamela..”
Cercando di mantenere la calma disse “Natasha, cosa è successo?”.
Natasha raccontò l’accaduto..Joan era sconvolta ...non vedeva Auggie da più di un anno, da quando lui aveva deciso di lasciare la CIA. Nonostante lei gli avesse proposto un incarico importante nella nuova task force che le era appena stata assegnata, lui aveva scelto di andare via, provando a vivere una vita normale con Natasha, viaggiando liberi per il mondo.
Joan aveva compreso il suo desiderio , ma in molti avevano risentito della sua assenza, Eric Barber, il suo staff tecnico, Joan stessa, ma soprattutto Annie.
“Natasha, come sta Auggie ora?” chiese Joan
“non so nulla, è in sala operatoria da più di tre ore...io non sapevo cosa fare...chi chiamare..” rispose lei agitatissima.
Natasha era fuori di sé. L’autocontrollo non era mai stato il suo forte e la disperazione aveva ormai preso il sopravvento.
“lo stanno operando...aiutateci....aiutatelo...vi prego” ripeteva continuamente singhiozzando.
Joan cercò di tranquillizzarla “ora devi mantenere la calma...spiegami dove vi trovate...cercherò di fare tutto il possibile”
Natasha le diede tutte le informazioni che le servivano.  Conclusa la telefonata, tornò a sedersi in attesa di notizie dai medici. 
Natasha non era felice di essere stata costretta a rivolgersi di nuovo alla CIA, agli stessi che avevano sempre impedito a lei e Auggie di stare assieme. Non aveva avuto altra scelta, ma sapeva che Auggie sarebbe stato d’accordo...in fin dei conti, nonostante tutto, quella gente era come una seconda famiglia per lui.
Dopo aver riagganciato, Joan fissò Arthur.
Lui comprese cosa stava pensando sua moglie e prima che lei potesse dire qualcosa lui  disse “Vai! Ti capisco...non preoccuparti...penso io a Mc”. Poi aggiunse “non dovresti andarci da sola, però..”
Joan sospirò e rispose “già...so che non è il momento più opportuno, ma devo dirglielo...non sarà facile”
Arthur rispose “troverai le parole giuste...”

CAPITOLO 3
Annie aveva appena terminato un bagno rilassante...finalmente l’attendevano un paio di giorni di relax..
Era appena tornata dalla Colombia dove era riuscita a procurarsi importanti informazioni sulla ricostruzione della cellula terroristica di cui faceva parte Teo Braga. 
Lavorare per Joan poteva avere dei ritmi sfiancanti...ma la faceva sentire viva ed era certa che quell’incarico la stesse rendendo un’agente migliore, nonostante i problemi al cuore...
A momenti però la pervadeva la sensazione che le mancasse qualcosa...
Le mancava il suo supervisore...le  mancava il suo amico...aveva sempre saputo che sarebbe stato difficile, ma un anno senza vederlo si era rivelato più complicato di quanto si aspettasse..
Nonostante ciò, quelle rare volte in cui  era riuscita a mettersi in contatto con lui , Annie non gli aveva mai fatto pesare la sua scelta...voleva che fosse felice e che potesse avere la possibilità che la CIA gli aveva sempre negato di poter vivere normalmente.
Ryan la raggiunse in camera con due bicchieri di champagne per brindare al suo ritorno.
Ryan aveva inizialmente sperato che lei scegliesse di lavorare con lui, ma Annie voleva essere una vera agente operativa e soprattutto non voleva che il suo compagno fosse anche il suo capo...e Joan le aveva finalmente consentito quella autonomia di movimento che Annie aveva sempre desiderato.
Ryan comprendeva  l’appagamento che Annie traeva da quell'incarico..ricordava quel giorno anni prima in cui lei gli disse felice “ama quello che fai e non lavorerai un giorno”
A volte però, percepiva un velo di malinconia nel suo sguardo...sapeva che le mancava Auggie...erano l’uno la spalla forte dell’altro...lo aveva percepito chiaramente quando aveva visto la disperazione di Annie a Grozny quando Belenko aveva tentato di ucciderlo...
Però poi, successivamente,  lei gli aveva detto di amarlo e i dubbi sui suoi sentimenti  si erano dissipati.
Nonostante Auggie fosse partito con Natasha, Ryan aveva impiegato un bel pò di tempo ed energie per convincere Annie a sposarlo e  alla fine ce l’aveva fatta...aveva superato le perplessità di lei e tra un mese finalmente sarebbero stati marito e moglie.
“Champagne tesoro?” disse lei  avvicinandosi a Ryan “dovrei stare lontana più spesso, se questa è l’accoglienza” e lo baciò.
Lui sorrise e l’abbracciò stretta...”tra un mese sarai mia moglie...spero che almeno per la luna di miele Joan ci lasci tranquilli...”
Annie sorrise...sapeva che le missioni potevano essere imprevedibili....rispose “vedremo...”
Baciò di nuovo Ryan, ma in quel momento squillò il suo telefono.
Era Joan...Annie guardò Ryan...lui alzò gli occhi al cielo, si staccò da lei e poi rassegnato disse “rispondi pure...può essere importante”
“Faccio in un momento...”disse Annie.
Prese il cellulare ed uscì dalla stanza.
“Si Joan” rispose al telefono.
“Annie...scusami per l’ora...so che sei tornata oggi...ma è davvero importante” disse Joan
Il tono di voce di Joan era davvero cupo...Annie lo percepì immediatamente “Joan è successo qualcosa di grave?”
E Joan con un filo di voce disse “si tratta di Auggie...”

Annie ascoltò in silenzio il racconto della telefonata che Joan aveva ricevuto da Natasha con uno sguardo incredulo..
Quando Joan ebbe terminato il racconto, prima ancora che lei potesse chiederglielo, Annie le disse “Devo andare...devo riportarlo a casa” 
Joan rispose “sapevo lo avresti detto...andremo insieme...ma come farai? Le nozze sono tra un mese..”
Annie disse senza un filo di incertezza “Ryan capirà...”
Joan “va bene Annie...passo a prenderti tra un’ora”
Annie “sarò pronta”. Chiuse la comunicazione. Si lasciò cadere sul divano.Era sconvolta..si sentiva priva di energie.
Aprì gli occhi e vide Ryan di fronte a sé che la fissava...
“E‘ per Auggie ” chiese Annie 
“Cosa è successo?“chiese.
“Sono a Dublino. Sono stati aggrediti. Joan mi ha chiesto di andare con lei”
“aggrediti? Da chi?” chiese lui. 
“Gentaglia pare...” Annie rispondeva ma lo sguardo era totalmente assente.
“joan passa a prendermi...devo andare...lo capisci, vero?” chiese lei fissandolo negli occhi.
Ryan si avvicinò, l’abbracciò e le sussurrò all’orecchio “certo...vuoi che venga con voi?”
Annie abbozzò un sorriso, lo guardò e gli disse “non è necessario...ci sono ancora molte cose da fare per il matrimonio..torno presto non preoccuparti”
E se ne andò in camera a preparare i bagagli.


CAPITOLO 4
Joan era stata di parola...Dopo un’ora e mezzo erano già in volo per Dublino.
Entrambe erano silenziose..Joan ogni tanto guardava Annie per cogliere il suo stato d’animo.
Annie ripensava a quel giorno nel suo appartamento quando Auggie le disse che avrebbe lasciato l’agenzia, che sarebbe partito con Natasha...che choc fu per lei...si mostrò felice per lui...in fin dei conti lei aveva Ryan...era giusto che anche Auggie trovasse la propria strada. 
Persa nei suoi pensieri e complice la stanchezza arretrata si addormentò dopo poco...
Fu un sonno agitato...sogni misti a ricordi...L’aveva salvato da Belenko...non poteva perderlo...non poteva...
non avevano mai chiarito le loro posizioni...lui era arrabbiato con lei..”sei cambiata...non sei più la stessa” le aveva detto ...poi lui se ne era andato e non avevano mai parlato davvero...avrebbe dovuto spiegarglielo che era confusa  dopo il ritorno a Langley...la vita nell’ombra, il suo tradimento con Helen, l’uccisione di Henry e infine la miocardite...troppe cose tutte insieme...si era allontanata da tutti per proteggersi e per proteggerlo dai suoi segreti...
poi era arrivato Ryan...la capiva e l’accettava...non conosceva la vecchia Annie...era tutto più semplice con lui..sempre presente e che faceva di tutto per lei. 
Ryan le aveva già chiesto di sposarlo in Argentina, ma lei non lo aveva detto a Auggie..perchè? gli aveva solo detto quel giorno prima che lui se ne andasse che doveva prendere decisioni importanti, ma non aveva avuto il coraggio di dirgli quali fossero.
Poi, solo pochi giorni prima,  aveva trovato il coraggio di chiamarlo per dirgli delle nozze. Ricordava bene quella telefonata... "Walker! " disse lui allegramente. "Ehi Auggie... Come stai? In che parte del mondo ti trovi? " chiese Annie. "Siamo in Irlanda da qualche giorno.  A cosa devo questa telefonata?" Chiese Auggie. 
"Ci deve essere per forza un motivo? " Disse lei. "Walker... Ti conosco meglio di chiunque altro... Spara! "  Rispose lui deciso. Annie fece un respiro profondo e disse "tra poco più di un mese mi sposo".
Il silenzio cadde sulla conversazione. Auggie fu il primo a rompere il ghiaccio " Tempi stretti. Cos'è? McQuaid ha paura che cambi idea?" Disse tra il serio e il faceto. 
Annie rispose cercando di mascherare il suo disagio"veramente lo abbiamo stabilito alcuni mesi fa...mi dispiace di avertelo detto solo ora"
Auggie rispose asciutto "bene...Sono felice per te." Annie disse "scusami.. Io non sapevo... " Ma non ebbe il tempo di finire la frase che Auggie la interruppe "devo andare. Abbi cura di te". E chiuse la telefonata. 
Era arrabbiato, era chiaro.. Ma Annie non comprendeva se lo fosse per l'evento in sé o per il fatto che lei non glielo avesse detto prima. 
" Aspetterò qualche giorno che si calmi e poi proverò a richiamarlo” aveva pensato lei.

“Annie...Annie sveglia” Joan la chiamava
“Joan...siamo arrivate? Scusa non ho dormito molto in Colombia” disse Annie
“Non preoccuparti..eri distrutta..si vedeva” rispose Joan con tono affabile
“Novità da Natasha?” chiese Annie speranzosa
“Si...pochi istanti fa”confermò Joan 
“Allora?” chiese ansiosamente Annie
“I medici dicono che l’intervento è riuscito...ora però bisogna aspettare per valutare eventuali danni dell'emorragia” rispose Joan con un'espressione del viso più distesa. 
Annie tirò un sospiro di sollievo...la strada era ancora lunga, ma lui era vivo e per Annie questo era già un piccolo miracolo.

CAPITOLO 5
Un auto attendeva Joan e Annie fuori dall'aeroporto per condurle in ospedale. Joan si era attivata mediante i suoi  contatti per avere un colloquio con il direttore dell'ospedale dove Auggie era ricoverato. 
Durante il tragitto Joan ruppe il silenzio e chiese a Annie "come va?". Annie la fissò e rispose " Staremo entrambe meglio dopo che lo avremo visto ".
Joan annuì " Già"... E per il resto del percorso non si dissero altro. 
Arrivate in ospedale, raggiunsero subito Natasha in sala d'attesa.  Era disfatta, lo sguardo perso.
Quando si voltò vide subito Joan e tirò un sospiro di sollievo.. Subito dietro di lei vide Annie. Non fu molto stupita dal fatto che anche lei fosse lì.Sebbene il loro rapporto non fosse mai stato molto amichevole, sapeva che lei e Auggie erano molto uniti...
Joan esordì "ciao Natasha. Novità?"
"Nulla di più del messaggio che le ho mandato mentre eravate in viaggio" Disse lei. 
"Va bene... Ho chiesto un colloquio col direttore. Vado a parlargli. Voi aspettate qui. "
Annie annuì. Natasha non mascherò la delusione di non poter essere presente. Voleva sapere, capire
cosa sarebbe accaduto, se Auggie si sarebbe ripreso. Joan intuì il suo stato e le disse che poteva accompagnarla. 
Le due donne si allontanarono ed Annie ne approfittò per chiamare Ryan per tranquillizzarlo.
Conclusa la telefonata rientrò e si sedette in sala d’attesa .
Dopo mezzora vide tornare Joan e Natasha. 
Joan spiegò che il dottore era molto soddisfatto dell’intervento e del decorso post operatorio. Auggie era giovane e di tempra robusta. Aveva riscontrato la presenza di un edema preesistente e Joan gli aveva spiegato che era stato vittima di una bomba durante una missione e che da allora era rimasto cieco.
Il dottore parve pensieroso, ma non spiegò altro. Si limitò a dire che se il drenaggio e le funzioni vitali avessero continuato a migliorare, presto lo avrebbe tolto dalla terapia intensiva..
Finalmente sul volto delle tre comparve un cenno di rilassamento...ma proprio in quel momento, Natasha si accasciò a terra. Venne soccorsa da un medico che passava in quel momento…si era trattato di un semplice calo di pressione. Le portarono un pò di acqua e zucchero e lei si riprese...
“Devi riposare...sei stremata”disse Joan a Natasha che si stava riprendendo.
“no...io non posso...se Auggie si svegliasse..no..no” rispose lei incerta
Joan insistette “Auggie vorrebbe che tu andassi a riposare...dopo ti sentirai meglio. Andiamo ti accompagno io. Qui resta Annie e ci avvisa se ci sono notizie, vero Annie?”
“si Natasha..Joan ha ragione...per ora dobbiamo solo aspettare, quindi vai a riposare...tornerai più fresca”
Sopraffatta dalla stanchezza Natasha non si oppose e si avviò verso l’uscita con Joan.
Il giorno successivo, come il medico aveva previsto, Auggie mostrò dei grossi segni di miglioramento così venne spostato in reparto. 
Veniva tenuto in coma farmacologico perché avesse modo di recuperare il più velocemente possibile. 
Joan chiamò in disparte Annie "purtroppo devo rientrare a Washington. Da lì organizzerò il rientro di Auggie non appena sarà in grado di essere trasferito. Il vantaggio di questo incarico e che ho ampio margine di autonomia... " Disse molto soddisfatta di sè. "Voglio che Auggie torni a casa. Pensi che Natasha avrà da obiettare? "
"Davvero non saprei... Non ci conosciamo molto... Ma ti ha chiesto aiuto lei, non è una stupida e credo che sapesse in fondo cosa sarebbe accaduto. Posso provare a sondare il terreno, se vuoi.. " Propose Annie
"Ottimo. Procedi pure. Ci sono problemi per te a restare qui per seguire la cosa? "Chiese Joan
" Nessun problema "rispose Annie. 
Joan salutò Natasha e si avviò verso l'aeroporto. 
Annie chiamò Ryan per aggiornarlo sulla situazione. Lui come sempre si era dimostrato comprensivo e le aveva offerto aiuto in caso servisse. Lei rispose che non era necessario e che Joan aveva tutto sotto controllo. Chiuse la chiamata e raggiunse Natasha in sala d'aspetto.

CAPITOLO 6
 Annie prese accordi con Natasha per darsi il cambio in ospedale. Era una buona soluzione per garantire un pò di riposo ad entrambe e nel contempo evitare alle due donne di stare assieme più del dovuto. Non c'era feeling, questo era ormai appurato. 
Da quando Auggie era stato trasferito in reparto, veniva consentito loro di restare nella stanza nel caso si svegliasse.  
Annie preferì stare con lui di notte, senza la presenza di altre persone.. Poteva stargli accanto senza dover mascherare i propri sentimenti. Era da tanto che non poteva più farlo ed ora capiva quanto questo le fosse mancato. 
Una notte, alcuni giorni dopo la partenza di Joan, Annie era di turno in ospedale. 
" Auggie... Cosa darei perché tu ti svegliassi.mi dispiace tantissimo per come ho agito. Dovevo parlarti sinceramente ed invece non ho fatto altro che mentirti. Pensavo di poter tornare indietro ed invece ho solo incasinato di più le cose "  disse Annie tremendamente affranta. "Tutto questo  mi ha aperto gli occhi, mi ha fatto capire come tu hai vissuto le scelte che ti ho imposto e nonostante questo sei sempre stato lì per me.  Ricordò quella la notte in cui  confessai i miei problemi al cuore, ti mi dicesti che "le decisioni più difficili della vita fondamentali spesso sono gli altri a prenderle, sta a noi scegliere come convivere con esse". Poi Parigi... Eri furioso con me dopo il furto della chiavetta "ho sempre scelto te, sopra la missione...se rinunci ai sentimenti non sarai un agente migliore ma allontanerai chiunque sia legato a te". Quelle parole assumono un nuovo significato, ora che sono libera di svolgere il lavoro che amo... Ma che senso ha tutto questo se tu non sei lì con me a condividerlo? "
Lei lo fissò... diede un bacio alla sua mano e disse piano "ti amo Auggie... Non ho mai smesso... Volevo solo che tu lo sapessi"
Ed in quel momento la mano di Auggie ebbe un sussulto. 

Il giorno dopo Natasha diede il cambio ad Annie all'alba. Era circa mezzogiorno quando Auggie si svegliò. Natasha chiamò immediatamente Annie per comunicarle la grande notizia. 
Annie la ringraziò e contattò immediatamente Joan che era ancora a casa. 
Joan rispose che avrebbe parlato al telefono col medico per capire quando Auggie sarebbe stato in grado di spostarsi. 
Restava il problema Natasha. Joan chiese ad Annie "hai avuto modo di sondare il terreno con Natasha in merito al trasferimento? "
"Francamente no... Ci davamo il cambio in ospedale e ho pensato di aspettare che Auggie stesse meglio. Le parlerò non appena il medico ti avrà dato le tempistiche per il trasferimento, ok? "
Joan rispose "Ok. Ti aggiorno appena ho informazioni"
Annie si fece una veloce doccia rigenerante.. Non aveva dormito un granché...Aveva capito così tanto di sé la notte precedente ed ora doveva fare i conti con la realtà.. Auggie stava con Natasha, lei stava per sposare Ryan... Era un gran caos, ma almeno era riuscita a fare chiarezza dentro di sé...
Avrebbe cercato la propria strada un passo alla volta.. Intanto, voleva solo correre in ospedale da Auggie. 

CAPITOLO 7
Quando Annie entrò nella stanza vide Natasha che accarezzava Auggie e gli raccontava dell'accaduto. Si sforzò di essere naturale e disse scherzando "Cosa non faresti pur di attirare l'attenzione.. "
Lui ebbe un sussulto... "Walker....che ci fai qui?"
Natasha non aveva ancora detto ad Auggie di aver chiamato Joan... Non sapeva come avrebbe reagito. 
"Ho chiamato Joan..non sapevo cos’altro fare…avevamo bisogno di aiuto” spiegò Natasha.
“Hai fatto bene Tash..” disse sorridendole e accarezzandole la mano. 
“Joan è dovuta rientrare a Washington...”disse Annie...Auggie sembrava non curarsi molto della sua presenza e questo la faceva sentire molto a disagio...
“Natasha posso parlarti?” chiese Annie per togliersi da quella situazione scomoda. 
Auggie rispose per lei “ se mi riguarda preferirei parlassi in mia presenza” disse freddamente
Annie colpita dal tono distaccato di Auggie rispose ”Come vuoi...Joan vorrebbe che tu tornassi a Washington. Langley si occuperebbe del tuo recupero.”
Auggie disse stupito “ma ho lasciato l’agenzia...”.Annie con altrettanto distacco spiegò “Questo non è un problema per Joan. Pensaci e fammi sapere. Ti lascio riposare. Passerò più tardi per sapere come stai. Mi fa piacere che tu stia meglio” e detto questo lasciò la stanza.
Era stata dura per lei...lui era stato di ghiaccio...possibile fosse ancora arrabbiato con lei per quella telefonata?
Natasha fissò Auggie e chiese “ma che succede tra voi? Credevo foste amici...”
Auggie rispose seccato “nulla di cui ti debba preoccupare Tash..” 
Ma Natasha insistette “non voglio stancarti, ma eri strano anche prima di tutto questo...cosa c’è? Forse vuoi tornare alla Cia?  E’ questo? Dimmelo...”
Auggie non aveva risposte, ma solo una rabbia profonda che lo logorava. Voleva solo essere lasciato solo e disse “Scusa Tash..non è il momento...sono molto stanco..ho bisogno di riposare. Ne riparliamo più tardi, ok?”
Tash capì ed usci lasciandolo da solo a riposare.
Auggie era combattuto...era stato bello girare il mondo con Natasha, ma superata l’euforia iniziale cominciava a mancargli l’azione, anche solo come semplice supervisore. Sapeva che Annie lavorava per Joan, se fosse tornato avrebbe potuto riprendere a lavorare con lei...già...ma non sarebbe più stato come prima...e quel matrimonio da lì a un mese? Starle lontano l’aveva aiutato a non pensare a lei, come sarebbe stato condividere le giornate con lei sposata a McQuaid?
Questa volta davvero non sapeva cosa fare...ed in quel momento squillò il suo cellulare.
“chiamata in arrivo Joan”
Auggie allungò una mano e prese il cellulare...”Joan...”
“Auggieee? come stai? Pensavo rispondesse Natasha” disse Joan sorpresa
“lo ha lasciato qui nel caso avessi bisogno...sono debole, ma i medici sono molto soddisfatti. Natasha mi ha detto tutto...Non so davvero come ringraziarti” disse Auggie con gratitudine
“Non c’è nulla che non faremo per te Auggie...Anche Annie ha lasciato tutto per venire da te.” Disse Joan
“si è passata poco fa..mi ha detto che vuoi che torni a Washington” disse Auggie ignorando l’argomento Annie.
“solo se lo vuoi anche tu...la porta è sempre aperta per te lo sai...ma ora riposa, avremo tempo di riparlarne con calma, ok?”
“ok Joan. A presto e ancora grazie!”
“ a presto”.
E chiusa la telefonata cercò di riposare.

CAPITOLO 8
Quella notte Annie non chiuse occhio.. la freddezza di Auggie l’aveva profondamente ferita, soprattutto alla luce di quanto aveva capito su se stessa e sul loro rapporto.
Sperò che lui decidesse di tornare...ma al contempo temeva cosa questo avrebbe significato.
L’indomani Annie tornò in ospedale...questa volta Auggie era solo. Natasha era uscita per bere un caffè.
“Buongiorno Auggie, come ti senti oggi?” chiese lei cercando di ignorare i toni del giorno prima
“Buongiorno Walker...meglio grazie.”rispose lui con distacco “Natasha mi ha detto che le hai dato un grosso aiuto mentre ero in coma. Ti ringrazio molto” disse Auggie sforzandosi di essere gentile.
“Una volta lo hai fatto anche tu per me, ricordi? Gli amici servono a questo” disse Annie.
“Già...”rispose lui.
“Tu e Natasha avete deciso qualcosa per il rientro a Washington?”chiese lei 
“Ho parlato con Joan...e con Natasha...torniamo a Washington.” Disse lui sbrigativo.
“Bene. Prenderò accordi con Joan per organizzare il tutto quando il medico darà l’ok. Ora ti lascio riposare”
Concluse lei.
“Ottimo. Grazie” si limitò a dire Auggie.

Uscendo dalla stanza Annie incrociò Natasha che rientrava. “Ciao Annie..hai già parlato con Auggie?” chiese.
Annie rispose “si. Più tardi chiamo Joan per prendere accordi.”
Natasha disse “che succede tra te e Auggie? Non vi ho mai visti così distanti”chiese fissandola.
Annie rispose “Nulla. E’ tutto ok. Se vuoi scusarmi ho molte cose di cui occuparmi”
Detto questo Annie se ne andò.

Tre giorni dopo il jet privato di Langley atterrò a Washington. Ad attendere Annie, Auggie e Natasha c’erano Joan, Arthur, Ryan ed un’ambulanza.
Auggie era ancora debole e Joan voleva che lui fosse seguito adeguatamente e che venissero rifatti tutti i controlli necessari. Joan aveva inoltre contattato il dott. Kessle che aveva già avuto in cura Auggie in passato perchè verificasse i referti post operatori irlandesi.
“Riguardati Auggie” disse Annie salutandolo.
“lo farò...”disse lui e poi aggiunse “Annie...grazie”. Questa volta il tono della sua voce era meno duro, ma Annie si limitò a sorridere e raggiunse Ryan.
Lui l’abbracciò stretta “mi sei mancata tanto...” disse. “Anche tu” rispose lei distrattamente mentre guardava Auggie che veniva aiutato a salire in ambulanza.


Da quando era tornata Annie si era buttata a capofitto nel lavoro...Aveva chiesto a Joan di essere mandata subito in missione. Joan aveva percepito qualcosa di insolito, ma non voleva immischiarsi nei suoi problemi.
Così si limitò ad accontentarla, inviandola per 4 giorni in Serbia per uno scambio di informazioni con una risorsa locale.
Al suo rientro, Joan la convocò. Annie bussò alla porta ed entrò “Joan mi hai fatto chiamare?” chiese
“Si Annie. Siediti” disse conciliante. “ottimo lavoro in Serbia. La tua risorsa si è rivelata estremamente preziosa. Una nostra squadra ha fatto un blizt nel posto che ci hai segnalato ed abbiamo preso l’intero gruppo di trafficanti d’armi ed alcuni committenti durante una transazione”.
“Ottimo” rispose Annie soddisfatta. “Posso andare?”chiese lei. 
“Non ancora...C’è un’altra cosa di cui ti vorrei parlare.  Da quando sei tornata dall’Irlanda, sembri irrequieta..” iniziò Joan
“Forse...ma non mi pare che incida negativamente sul mio operato” precisò Annie
“Non ho detto questo..ma tu sai bene che oltre ad essere una mia ottima agente, ti considero una persona cara. Ne abbiamo passate tante e vorrei che ti sentissi libera di confidarti con me” continuò Joan
“Ti ringrazio...ma non vedo su cosa dovrei confidarmi” rispose Annie.
“Che succede...davvero...sembra che tu non voglia stare qui...non voglio insistere ma ho bisogno di dirti una cosa” Joan fece una pausa. Annie attendeva che continuasse...
Joan spiegò “volevo dirlo a te prima che agli altri...Auggie ha accettato di entrare nel nostro team come capo del servizio del settore tecnico” Annie non credeva alle proprie orecchie."Pensavo che Auggie l’avesse fatta finita con questa vita" e istintivamente chiese “e Natasha?”
“Le abbiamo offerto di entrare nella squadra tecnica ma ha rifiutato” disse Joan.
“non mi stupisce...sai come vede l’agenzia” aggiunse Annie.
“vero..ma Auggie ha fatto la sua scelta. Questo rappresenta un problema per te?” chiese Joan
“Perchè dovrebbe” Annie cercò di essere evasiva per mascherare la forte agitazione che la pervadeva.
“Non lo so...sensazioni..ma se dici che va bene, allora è tutto ok. Prenditi il resto della giornata libero.Ci vediamo lunedì. Stiamo organizzando una festa di benvenuto per Auggie.”
“A lunedì allora” Si accomiatò e si diresse verso casa.

Mancavano poco più di due settimane alle nozze e Annie era ancora indietro con i preparativi.
Ryan non era riuscito ad occuparsene mentre lei era stata via, così ora lei si trovava in forte difficoltà.
Quel sabato sera, era molto tardi ed Annie stava verificando la lista degli invitati e le cadde l’occhio su “Anderson A.+1”
Si bloccò...lei e Auggie non ne avevano più parlato..non c’era stato modo...forse lunedì a lavoro avrebbe potuto chiederglielo.Si sentiva frustrata ed era così persa nei suoi pensieri che non sentì Ryan arrivarle alle spalle. Lui cercò di abbracciarla, ma lei istintivamente si divincolò...poi lo guardò e disse subito “scusami...io…mi hai preso alla sprovvista...ero soprapensiero”.
Lui la fissò e le chiese “cosa c’è Annie? Sei strana da quando sei tornata dall’Irlanda....c’è qualcosa...”
Ryan non fece in tempo a finire la frase che Annie sbottò “basta! pure tu! Non ho assolutamente niente! Non capisco cosa vogliate tutti da me!”. Le lacrime le uscirono spontaneamente senza che lei potesse fermarle.
“Calmati tesoro...sei cambiata...sei sempre a lavoro o in missione...e anche quando sei a casa sei assente” cercò di spiegarle 
“è il mio lavoro...te l’ho sempre detto...non siamo neanche sposati che già vuoi controllarmi?” era fuori di sè...Ryan non l’aveva mai vista così prima d’ora “Annie...non ho mai voluto controllarti...il tuo spirito indomito è una delle cose che amo di te, ma penso che sia ora che tu risponda a questa domanda: vuoi davvero sposarmi?” lui fu perentorio...lei si sentì con le spalle al muro...
“non voglio farti del male...”iniziò lei. 
“lo so” rispose lui “ma tu stai male e anche se ti amo tantissimo non voglio passare il resto della mia vita a chiedermi se davvero vuoi stare con me. Dunque, rispondimi”
Lei lo guardò...il suo istinto cosa le diceva? Chiuse gli occhi e respirò profondamente...come Auggie le aveva insegnato…
Lì riaprì e automaticamente dalla sua bocca uscì “NO”.
Fu una liberazione...lei teneva tantissimo a lui, ma dopo quanto aveva capito a Dublino non poteva condannare se stessa e Ryan ad una vita di infelicità.
Quella sera Annie preparò le sue cose e ritornò a casa sua.

CAPITOLO 9
Suonò la sveglia. Erano le 6.30 del mattino. 
"nooo... Ma che ore sono accidenti! " disse una voce femminile. 
"Scusa.. " Auggie la spense in fretta e furia.
Natasha era visibilmente infastidita...non era abituata a regole ed orari . 
"Ah già" Disse lei in dormi veglia "oggi torni a fare il servo del governo"
Aggiunse con tono sarcastico. 
Auggie si limitò a rispondere "ne abbiamo già parlato... " E si avviò verso la cucina. 
"Si si certo.... Buon lavoro" Si girò dall'altro lato e riprese a dormire. 

Auggie si preparò in fretta ed uscì a far colazione fuori. Non voleva che Natasha si svegliasse e ricominciasse a stressarlo. Era un giorno importante per lui.. Era emozionato all'idea di tornare a Langley e per di più  con un nuovo prestigioso incarico. Gli era mancata quella adrenalina, i colleghi con Barber in testa al gruppo. 
Joan aveva grandi aspettative su di lui e poi c'era lei... Già lei.. Unica incognita che non riusciva a definire in quel vortice di emozioni. 
Alzò le spalle e si avviò. 
Arrivato al 6° piano si aprirono le porte automatiche e fece appena un passo nella sala che sentì la voce di Joan che disse ad alta voce "bentornato a casa Auggie"
A seguire, un frastuono di gente e di tappi di bottiglia... Un fiume di persone si affollarono attorno a lui... Era un coro di "Bentornato" , "era ora", " Basta vacanze ".
Una voce forte che Auggie conosceva bene disse " Se avessi saputo che era necessaria una botta in testa per farti tornare, ci avrei pensato io mesi fa... "
"Calder Michaels" Disse Auggie sorridendo. 
"In carne e ossa" Rispose lui abbracciandolo "Bentornato Anderson"
"Grazie"... Era incerto se chiedere delle condizioni di Stéphanie ma alla fine lo fece " Come sta Stéphanie?". Calder rispose tranquillamente"Sta facendo grossi progressi con la riabilitazione.. È una lunga strada ma i medici sono ottimisti"
"Mi fa molto piacere sapere che sta meglio" Concluse Auggie. 

A seguire, altri si avvicinarono per salutarlo. Quelle voci tutte così familiari per lui... Era davvero a casa. Le riconosceva tutte ed era certo che ne mancasse una.. 
Nell'angolo della stanza, infatti, Annie era rimasta in disparte osservando la scena da lontano. 
Quando la maggior parte delle persone si furono allontanate per andare al buffet, lei si avvicinò a lui. 
Auggie riconobbe il suo profumo. "Walker". Disse lui. "Bentornato Auggie. Ci sei mancato" disse lei. 
Lui sorrise e le rispose "grazie Walker".Annie notò che era più affabile dei giorni a Dublino. Sorrise e gli porse il braccio come un tempo. Lui si attaccò ad esso ed insieme si avviarono al buffet. 

Da lontano Joan stava osservando con attenzione la scena quando le si avvicinò Arthur arrivato in quel momento per i festeggiamenti per Auggie. 
"È proprio come ai vecchi tempi"  disse Arthur a bassa voce
"Mi piacerebbe.." Replicò Joan nostalgica
" Le cose potrebbero cambiare prima di quanto pensi" Ribatté lui. "Andiamo nel tuo ufficio a parlarne".
Una volta entrati Joan chiuse la porta e chiese " Che sta succedendo Arthur? "
"Vengo ora da casa di MC Quaid... Era in uno stato pietoso... "
"Non mi dire che.... " Joan si fermò. 
Arthur continuò la frase "Proprio così. Lui era a pezzi... Era completamente ubriaco . Mi aveva chiamato stamattina per rimandare un incontro importante fissato per oggi.  Mi era parso molto strano.. Era un potenziale grosso cliente. Così sono andato a casa sua"
"Magari avranno solo litigato... Annie è molto agitata in questo periodo" Suppose Joan
"Peggio.. Se n'è andata!" Esclamò Arthur. 
"Cosa?? Ma tra due settimane c'è il matrimonio! " Joan era incredula. "Avevo sottovalutato i suoi sentimenti...pensi lo abbia fatto per Auggie? " Continuò Joan. 
"McQuaid pensa di si... Sapeva che il loro legame era molto forte ed Auggie non aveva mai manifestato una gran simpatia verso di lui. " Spiegò Arthur
"Ed ora? "Chiese Joan. 
" Ora aspettiamo il decorso degli eventi " Concluse Arthur. 
“Terrò gli occhi ben aperti” aggiunse Joan.

CAPITOLO 10
Era passata già una settimana dal rientro di Auggie. Annie non aveva detto a nessuno della rottura con Ryan.
Sapeva che presto qualcuno le avrebbe chiesto delle nozze. La data era imminente,  ma lei non sapeva neanche cosa rispondere…
Ryan l’aveva cercata al telefono, ma lei non gli aveva mai risposto…non voleva ferirlo ma voleva che capisse che lei ormai aveva preso la sua decisione.
Auggie, intanto, stava prendendo confidenza col suo nuovo ufficio e col nuovo incarico e spesso restava a lavoro fino a tardi con Barber per aggiornarsi sulle situazioni in corso.
Inevitabilmente, i continui ritardi erano diventati fonte di attrito tra lui e Natasha. 
Quella sera, dopo il lavoro, Auggie, Barber e Calder erano andati da Allen’s per una birra… Era bello per Auggie rilassarsi con i suoi amici e non si rese conto di quanto si fosse fatto tardi.
Quando tornò a casa, Natasha era furiosa e lo aggredì verbalmente “ti sembra giusto? Sono sempre qui da sola e tu in giro con i tuoi amici!”
Auggie si difese “Tash…è la prima sera che li vedo fuori dall’agenzia…ne avrò anche diritto no?”
Ma lei lo incalzava “mi avevi promesso che saremmo stati insieme, che avremmo girato il mondo…”
Ma lui sentiva la rabbia che montava dentro e rispose infuriato “ho mantenuto la promessa…un anno…non mi pare poco…cosa pensavi? Che facessimo quella vita per sempre? Vivendo di cosa, poi? Il problema è che ti annoi…Joan ti ha offerto un posto..ma tu? Tu noo…ti senti migliore di loro…beh ti do una notizia…andare contro tutto e tutti non ti rende migliore. Lavorare per cambiarle in meglio è l'unico modo. Sei ottusa! Vedi solo le tue ragioni… Tornare a Langley è stato importante per me…ora come non mai…lo sai cosa mi ha detto il dottor Kessle…sai cosa può significare, mi ha restituito la speranza e non la butterò via per i tuoi capricci da ragazzina annoiata! Chiaro??”
Auggie era fuori di sé…prese la giacca ed usci di nuovo.
Voleva chiamare Annie…parlarle…dirle cosa stava succedendo, ma lei avrebbe potuto essere con Ryan e questo l’avrebbe demoralizzato ancora di più…
Aveva perso la cognizione del tempo…ormai era notte fonda..decise di tornare a casa sperando che Natasha fosse andata a dormire.




CAPITOLO 11
Quella notte Auggie dormì sul divano. L’indomani mattina si preparò ed usci prestissimo per non avere ulteriori scontri con Natasha…stava per uscire di casa quando lei lo chiamò ”Auggie…aspetta…”disse con tono pacato.
“Non ricominciamo, ti prego” la supplicò lui.
“Non voglio litigare, ma dobbiamo parlare…” disse lei.
“Bene..Ti ascolto” rispose Auggie sedendosi sul divano.
Natasha iniziò “tu lo sai che ti amo…ne abbiamo passate tante per stare assieme, ma la verità è che siamo persone completamente differenti. Forse se un tempo la Cia non ti avesse costretto a lasciarmi lo avremmo capito prima…quest’anno in giro per il mondo è stato fantastico..ma negli ultimi tempi eri stanco..ogni tanto mi sembravi assente, eri totalmente cambiato… Non so cosa o chi ti mancasse, ma so che quella che vivi ora è la tua vita…ma non di certo la mia. Non voglio fare la guerra…voglio solo che siamo felici…anche se per esserlo dovremo prendere ognuno la propria strada.”
Auggie fu spiazzato da quel discorso…era esattamente ciò che lui pensava…l’abbracciò e disse “è così..spero che tu sia felice Tash”
Natasha lo guardò con le lacrime agli occhi e disse sorridendo“trova la tua felicità…e parla con il tuo cane guida…ho la sensazione che abbiate molto di cui discutere…”.

Arrivato a Langley, Auggie andò direttamente nell’ufficio di Joan per parlarle.
Bussò alla porta ed entrò “Joan, posso parlarti ?”chiese
“Certo…arrivi giusto tempo..qui c’è Annie e parlavamo della vostra prossima missione” disse Joan.
“Buongiorno Auggie” disse Annie
“Buongiorno Walker” rispose lui 
“Cosa volevi dirmi?” chiese Joan
 “nulla di urgente” rispose Auggie.
“ok…allora veniamo a noi. Abbiamo un problema con la risorsa di Annie che in Serbia ci ha permesso di catturare un gruppo di trafficanti d’armi” spiegò Joan.
“Che tipo di problema?” chiese Auggie.
“E’ sparito…”rispose Annie. “'l'ho contattato come da protocollo due giorni fa, ma non risponde.”
“L’ipotesi è che qualcuno abbia scoperto che ci ha aiutati in quel raid e che lo abbiano fatto sparire”aggiunse Joan.
“Cosa vuoi che facciamo?” chiese Auggie. 
“L’ultimo contatto è stato localizzato al confine tra Croazia ed Italia. Pensiamo che fosse in fuga. Voglio che Annie vada a Trieste e che tu sia il suo supervisore "disse Joan. 
Annie guardò Auggie per capirne la reazione. 
Joan aggiunse " So che è passato molto tempo, ma sono certa che insieme siete ancora un'ottima squadra "
Lui rispose "io ci sto". Rincuorata dalla risposta di Auggie, Annie disse " Certo. Anche io"
Joan soddisfatta disse "ok.. Mettiamoci a lavoro allora. Annie voglio che tu parta il prima possibile"
"Organizzo tutto immediatamente" rispose Auggie. 
Entrambi lasciarono l'ufficio di Joan e si diressero in quello di Auggie per definire i dettagli della missione. 
"Perché proprio Trieste? " Chiese Auggie. 
"Perché Goran ha una sorella, Athina, che vive lì. Potrebbe essersi rifugiato da lei oppure averle anche solo parlato" Spiegò Annie. 
"Ottima mossa. Come l'avvicinerai? "Domandò.
" Lavora in un ristorante del centro... Andrò come cliente e farò finta di voler indicazioni per visitare la città" Disse Annie
"Cerca di non dare nell'occhio perché se danno la caccia a Goran probabilmente non saremo gli unici a tenerla sotto controllo" Disse Auggie. 
"Certo..vado a preparare i bagagli" Concluse Annie. 
"Il tuo volo parte tra 2 ore. Un 'auto verrà a prenderti. La mando a casa tua o da McQuaid?" Chiese Auggie cercando di essere professionale. 
" A casa mia... È l'unica che mi è rimasta"disse Annie e se ne andò prima che Auggie avesse il tempo di chiederle altro. 
Annie uscì dalla stanza sorridente... Non sapeva come dirgli che era finita con Ryan e quella occasione le era stata servita su un piatto d'argento.. Vi sarebbe stato modo di parlarne meglio, ma voleva che lui lo sapesse e questo la fece partire a cuor leggero. 

Auggie era nel proprio ufficio ad esaminare le informazioni che Goran aveva dato ad Annie, quando Joan si affacciò sull’uscio dalla porta. 
"Auggie..prima volevi parlarmi... " disse con una vena di  curiosità.
"Esatto... Siamo soli? " chiese 
"Adesso si" Rispose Joan chiudendo la porta dell'ufficio. 
"Sarò diretto.. Annie e McQuaid si sono lasciati, lo sapevi? " chiese
"Si.. Me lo ha detto stamattina prima che tu entrassi nel mio ufficio. Ma tu come lo hai saputo? Te lo ha detto lei? " Chiese Joan stupita.
"Non direttamente. Le avevo chiesto dove mandare l’auto per prelevarla e ha risposto che casa sua era l'unico posto rimastole" rispose Auggie ancora incredulo su quanto stava accadendo.
"Ha trovato il modo allora.. " Commentò Joan con un sorriso
"Che vuoi dire? "Auggie era sempre più perplesso
" Che stamattina mi ha detto che non sapeva come affrontare l‘argomento con te... "
Auggie a quel punto scoppiò a ridere... 
Joan lo guardò interdetta. Di tutte le reazioni possibili era quella che meno si sarebbe aspettata.
"Posso sapere cos'è che ti fa ridere? " Domandò Joan incuriosita. 
"La sorte... Quando stamattina sono venuto nel tuo ufficio,era per dirti che tra me e Natasha era finita... " Spiegò lui sorridente.
"Cosa? Questa poi... " Joan era sbigottita ma si riprese subito e chiese "ma Annie lo sa? "
"No.. Non me ne ha dato il tempo… e comunque stava per partire per la missione e volevo fosse concentrata su quella. Ci sarà tempo.. Ci sono molte cose che non sa.. " Disse Auggie pensieroso.
"Ti riferisci alla terapia con le cellule staminali a cui il dott. Kessle ti sta sottoponendo? Come sta andando? " Domandò Joan
'Il dott. è cautamente ottimista.. Dice che i tessuti stanno reagendo meglio di quanto si aspettasse.Tra poco potranno essere reimpiantati e allora valuterà l'efficacia del trattamento"
"È fantastico Auggie! Te lo auguro davvero"disse Joan entusiasta dei suoi progressi. E poi cambiando espressione aggiunse "Mi dispiace per te e Natasha, ma onestamente non ho mai creduto fosse la donna giusta per te.. " Confessò Joan
"Già.. Ma dovevamo provarci per capirlo. Ti prego non dire nulla ad Annie né di me e Natasha né sulla terapia... Ti prego" Chiese Auggie
"Ma certo... Tutto a suo tempo quando entrambi sarete pronti lo farai tu stesso". Ed uscì dall'ufficio. 

CAPITOLO 12
Annie atterrò all'aeroporto di Venezia e da lì prese un auto a noleggio per raggiungere Trieste. 
Chiamò Auggie per informarlo del suo arrivo, ma dato che non rispondeva, si limitò a lasciare un messaggio in segreteria " Auggie, sono io. Viaggio tutto ok. Ora mi dirigo verso Trieste. Per stasera osserverò la situazione e domani tenterò un approccio. Ti aggiorno se ci sono novità. "
Lasciò i bagagli in albergo e si diresse immediatamente verso il ristorante dove lavorava Athina, la sorella minore di Goran. 
Si guardò attorno e notò un bar proprio dal lato opposto della strada e si sedette lì. 
Aveva portato una guida della città con sé per non destare sospetti. Così passò così la serata, ordinando ogni tanto qualcosa da bere. 
Mentre era lì, squillò il cellulare... Era ancora Ryan.. Annie pensò che non era davvero il momento opportuno per una discussione con l’ex e rifiutò la chiamata. 
Più tardi, il suo telefono squillo nuovamente.. Questa volta era Auggie. Annie ebbe un sussulto e rispose subito "Auggie... "
"Ehi Annie.. Ho ascoltato ora il messaggio. Ero incastrato in una riunione. Dove sei? " chiese
"Sono in un bar davanti al ristorante dove lavora Athina. Sto controllando eventuali movimenti. A breve il ristorante chiuderà. Pensavo di seguirla senza contattarla. Se non ottengo nulla stasera, domani procedo col piano stabilito." Spiegò lei. 
"Uhm.. Ok.. Meglio non perdere tempo. Non sappiamo quanto vantaggio abbiamo. Fai attenzione però. Non conosciamo chi c'è dietro la sparizione di Goran. " Disse Auggie
"Certo. Eccola... Sta uscendo.. Ti aggiorno se trovo qualcosa" Così chiuse la telefonata. 

Il ristorante stava chiudendo. Annie vide Athina uscire ed andarsene. Annie pagò il conto e iniziò il pedinamento. 
Era stata molto attenta nel controllare che non vi fosse nessun’altro che le seguisse. 
Il percorso a piedi fu breve. Athina entrò in un piccolo supermercato.
Annie fu tentata di seguirla all'interno, ma dato che il posto era piccolo preferì aspettarla fuori.
Dopo pochi minuti vide entrare nel supermercato due uomini dall’aspetto poco rassicurante.
Di lì a breve quegli stessi uscirono tenendo per un braccio Athina..e si avviarono a piedi verso un vicolo poco illuminato.
Annie li seguì a piedi…li vide svoltare l’angolo…si avvicinò cautamente e sentì che loro la minacciavano
“dicci dov’è? Lo sappiamo che è qui da qualche parte. Portaci da lui ora!” 
Lei piangeva“che volete…io non lo so dov’è…sono mesi che non lo sento”
“bugiarda! Parla subito altrimenti la pagherai!” le urlavano i due prendendola a schiaffi.
Annie voleva intervenire ma si sarebbe bruciata…la pistola era nella sua tasca pronta all’uso se fosse stato necessario.
“ok…ok…ve lo dirò…ma vi prego basta”supplicava lei
Annie pensò che se Athina avesse parlato quelli poi l’avrebbero certamente ammazzata…
Improvvisamente calò il silenzio e quando Annie si sporse per controllare cosa fosse accaduto, si trovò Athina davanti a lei con in mano un grosso pugnale insanguinato…
“Andiamocene” disse ad Annie “qui tra poco ci sarà la polizia” e guardando alle spalle di lei vide i due tizi a terra in un mare di sangue.
“Muoviti” la minacciò col coltello…e le due si  avviarono attraverso dei vicoli interni…

A Washington, intanto, Joan era finalmente ritornata a casa. Arthur era in sala con Mc, “scusami tesoro…ho fatto tardi…oggi è stata davvero una giornata molto strana!” disse Joan togliendo le scarpe e prendendo in braccio il piccolo Mc.
“Puoi parlarmene?” disse Arthur..
“Si certo…riguarda Auggie e Annie…” disse sorridendo
“Cioè? “ chiese Arthur curioso.
E Joan iniziò a raccontare l’accaduto…
“Buffo come quei due continuino a rincorrersi…”disse Arthur e poi continuò “Oggi ho parlato con McQuaid…dice che Annie non risponde alle sue chiamate. Mi ha fatto pena.” 
“Già…mi dispiace, ma onestamente credo che Auggie e Annie ne abbiano passate troppe…ed è forse arrivato il momento in cui possano finalmente essere felici insieme…non credi Arthur?” disse Joan
“Si, direi proprio di si…McQuaid se ne farà una ragione” concordò Arthur.

Auggie era ritornato a casa…non aveva avuto altre notizie da parte di Annie e dopo la difficile nottata precedente era davvero a pezzi. 
La casa era vuota…Natasha se n’era andata…era dispiaciuto per come erano andate le cose fra loro, ma non riusciva a smettere di pensare ad Annie, al fatto che non avrebbe sposato Ryan…era sollevato, non poteva negarlo. Ma cosa fosse davvero successo tra quei due ancora non lo sapeva.
Andò in doccia e poi si stese sul divano a pensare agli eventi della giornata..il dott.Kessle si era molto raccomandato che riposasse, ma Annie poteva aver bisogno del suo supporto. 
“Cosa non darei per poter finalmente vedere il tuo volto Annie…” e con questo pensiero si appisolò.

Annie e Athina avevano raggiunto a piedi una casa in periferia…Entrarono in un appartamento al primo piano. Athina bussò. Annie sentì una voce maschile che chiese in serbo “Chi è?”
Athina rispose “sono io, stai tranquillo”. La porta si aprì e lei ed Athina entrarono…era buio…
La porta venne subito richiusa a chiave alle loro spalle. 
“Chi c’è con te?” disse l’uomo. “una ficcanaso” rispose Athina.
“E perché diavolo l’hai portata qui?” disse arrabbiato l’uomo 
“perché ne avevo già fatti fuori due, ma visto che non era con loro ho pensato che potesse essere la tua amica della CIA ” spiegò Athina.
“Cosa? Sono arrivati a te? Chi ti dice che qualcuno non l‘abbia seguita?”proseguì lui.
“Perché ti assicuro che sono qui da sola e soprattutto sono qui per salvarti Goran” disse Annie. 
“Annie Walker?” esclamò Goran
"Ci hai messo in bel casino! "disse Athina arrabbiata
“Sono l’unica che ora può tirarvi fuori dai guai! Sono qui per conto dell’agenzia. Chi ti sta dando la caccia?” chiese  a Goran
“Si tratta di Golubev…quel bastardo non era presente il giorno del raid..ed ora me la vuole far pagare”
Rispose Goran.
“Golubev? Cosa c’entrava con quelli presenti al raid? Lui traffica in armi batteriologiche… Ridammi il cellulare Athina…devo chiamare immediatamente Langley e stabilire un protocollo di esfiltrazione per voi due” disse Annie
“si, certo..e poi che vita faremo dove andremo?” disse Athina 
“Vivrete! Ti pare poco? “ disse Annie.
Goran ci pensò e rispose “Ok ci sto. Sorella non c‘è scelta. Vedrai che in America avremo una vita migliore”.
Athina si lasciò persuadere dal fratello e riconsegnò a Annie il suo telefono.

Auggie era addormentato sul divano quando arrivò la chiamata di Annie. 
Lui si svegliò di soprassalto e rispose "Annie..tutto ok? Novità? "
"ho trovato Goran... Un trafficante di nome Golubev sta dando la caccia a lui e Athina.. Devi organizzare un'esfiltrazione per noi due e Athina" Disse Annie
"Dove ti trovi? È un posto sicuro o vuoi che ti mandi in una delle nostre case? "
Chiese Auggie. 
"Restiamo qui.. Siamo state attente..Non penso siamo state seguite.. Anche perché Athina si è sbarazzata dei due che l’avevano pedinata. Ti mando la mia posizione. Attendo tue istruzioni” disse Annie
"Avverto Joan e organizzo subito l'esfiltrazione. Ci aggiorniamo" E chiuse la comunicazione. 

Joan aveva da poco finito di cenare quando ricevette la chiamata di Auggie che le spiegò la situazione.
"Una esfiltrazione a Trieste..."disse pensierosa Joan
'l'aeroporto è vicino, ma anche scontato e non sappiamo se Goran e Athina hanno con loro i documenti" esordì Auggie 
“Golubev? che diamine c’entra con il traffico d’armi d’assalto… Qualcosa non mi convince”disse Joan
Riflettè un momento  e poi disse “Auggie…avvisa Annie…dille di fare una foto a Goran ma senza che lui o la sorella se ne accorgano..e dille di stare attenta. ”
“Pensi che quei due siano degli impostori? Faccio un match tra le foto che mi invierà e l’archivio CIA?”chiese Auggie.
“Non solo con l’archivio CIA ma quello dell’NSA. Ho paura che l’uomo con Annie non sia  proprio Golubev…Manda una squadra d‘intervento… intanto avverto il direttore dei servizi italiani per supporto”disse preoccupata Joan.
“La chiamo immediatamente…“ disse Auggie e riagganciò.

Il cellulare di Annie squillò  e lei rispose “Ehi…novità sull’esfiltrazione?” chiese
“Annie, fai finta che ci stiamo accordando sul protocollo e ascoltami….”disse Auggie e le diede le direttive impartite da Joan. 
Annie annuiva senza lasciar trapelare nulla di quanto Auggie le stesse dicendo.
“Ok. Temo che lei abbia ragione."poi continuò "Allora dovremmo spostarci verso nord? disse per confondere Goran e Athina.
“Annie ci servono le foto per identificarli…”disse Auggie
“Certo verifico subito” rispose ad alta voce in modo da farsi sentire “hanno bisogno del passaporto altrimenti non escono dall’europa..Goran avete i vostri passaporti con voi vero?” chiese Annie 
“Purtroppo no” rispose Goran “e adesso?”
“Nessun problema… l’agenzia ce li procura falsi, ma servono le vostre foto. Ce li faranno consegnare prima di partire”disse prontamente Annie con un sorriso rassicurante.
Goran e Athina erano riluttanti…ma Annie insistette “volete salvarvi? Volete venire in America…non c’è altro modo altrimenti vi lascio qui alla mercè degli uomini di Golubev..Non perdo il sonno per una risorsa..non sei l’unico…”
Auggie dall’altro capo del telefono ascoltava tutto.
Goran e Athina si guardarono e dissero “ok…accendiamo la luce qui e scatta queste maledette foto”.
“ti mando le foto tra poco” disse Annie ad Auggie.
Subito dopo scattò le foto e gliele inviò.
Dopo pochi istanti Auggie la richiamò “l’abbiamo identificato..è Golubev…sta arrivando una squadra…saranno lì tra 3 minuti esatti…mi raccomando…continua a parlare con me in modo da non farli insospettire...sei stata grandiosa prima...”
Annie seguì le istruzioni fingendo di essere infastidita dalle lungagini burocratiche di Langley
Auggie le disse “mi sei mancata Annie…ci sono tante cose di cui dobbiamo parlare”.
Annie rispose “certo. Lo faremo presto…” 
Ed in quel momento fece incursione la squadra mandata da Joan.

CAPITOLO 13
Le porte automatiche si aprirono ed Annie entrò con tre caffè fumanti. Si diresse nell’ufficio di Joan dove lei e Auggie la stavano aspettando.
“Buongiorno a tutti”disse allegramente consegnando loro i caffè.
“Buongiorno Annie”rispose Joan.
“Buongiorno Walker ” rispose Auggie con un sorriso “e grazie" aggiunse indicando il bicchiere di caffè.
“Stavamo giusto parlando di te e del brillante esito della missione” iniziò Joan
“Senza la tua intuizione ed il supporto di Auggie non sarei qui Joan” rispose Annie
“Non potevi saperlo…non avevamo foto recenti di Goran…era una nostra vecchia risorsa e la stanza era al buio..La sorella era una spia doppiogiochista del FSB che aveva un relazione con Golubev…ecco perché Goran sapeva dell’incontro tra trafficanti. Quando Golubev si salvò dal nostro raid, capì che era stato Goran a dare l’informazione e avvisò Athina. Lei  si sentì tradita e trovò Goran.Prima di ucciderlo lo torturò per farsi dire a chi aveva venduto le informazioni.” raccontò Joan 
“Ecco come sapeva il mio nome…c'era qualcosa nella sua voce che non mi convinceva. Quando Auggie mi ha detto i vostri sospetti ho capito che i miei dubbi  erano fondati” aggiunse Annie.
“Esatto” continuò Joan “sapevano che prima o poi qualcuno dell’agenzia avrebbe cercato Goran.Quando ha visto che la seguivi ha pensato che fossi il contatto CIA di Goran”
“e i due che ha fatto fuori?” chiese Annie 
“Due a cui Golubev doveva dei soldi per una partita di armi batteriologiche” spiegò Auggie
“Quindi voleva sfruttare me per dileguarsi con Athina” concluse Annie
“Non è tutto” disse Joan “con quelle armi batteriologiche non pagate stava preparando un attacco negli USA. Abbiamo trovato tutto nel suo appartamento a Trieste. Temo che dovrai ricevere un altro premio mia cara. Siamo molto fieri di te”disse Joan
“Ma stavolta non credo di meritarlo…è stato un gioco di squadra…” disse perplessa Annie
“Ed infatti lo prenderà anche Auggie. Squadra vincente non si cambia” disse Joan soddisfatta.
“Vero” disse Auggie sorridente.
“Stasera bisognerà festeggiare!” esclamò Annie entusiata
“Io ci sto” disse immediatamente Auggie altrettanto entusiasta.
Prima che avessero il tempo di chiederglielo,  Joan rispose prontamente “Purtroppo gli uomini di casa mi reclamano…bevete una birra anche per me!”
Detto questo, Annie e Auggie tornarono alle loro scrivanie per compilare il rapporto sulla missione.

Joan aveva organizzato per quella sera la  cerimonia di consegna dei premi a Auggie e Annie.
Entrambi erano andati a casa a cambiarsi d’abito per l’occasione.
Annie era molto emozionata…più per la serata che avrebbe trascorso con Auggie che per la consegna dei premi. 
Era dubbiosa sulla reazione che avrebbe avuto Natasha, ma Auggie aveva accettato… quindi forse non avrebbe dovuto porsi troppe domande e godersi la serata con lui.

Alla festa, Joan iniziò il discorso “Oggi onoriamo il coraggio di due agenti che per l’agenzia e la nazione hanno sacrificato molto, mettendo spesso a repentaglio le loro vite. In questa occasione, la missione ha salvato centinaia di potenziali vittime da un attacco terroristico. Facciamo quindi un brindisi alla nostra coraggiosa agente Annie Walker ed al nostro insostituibile capo del settore tecnico, da poco rientrato in agenzia, Auggie Anderson.”
Un fiume di caldi e sentiti applausi avvolse Annie e Auggie.
Auggie si avvicinò all’orecchio di Annie e disse “penso che ora sia il momento di andare”.
Restituirono come di consueto a Joan le medaglie, la ringraziarono e uscirono da Langley.

“Dove andiamo? Siamo un po’ troppo eleganti per Allen’s, non credi?” chiese Annie a Auggie mentre salivano in auto.
“Infatti non andremo da Allen’s” rispose Auggie con un sorrisetto furbo.
“Ah si…e dove mi dirigo allora sig.Anderson?” chiese Annie curiosa di scoprire la destinazione.
“Vai allo Smithsonian e parcheggia lì vicino”ribattè Auggie
Annie obbedì…avrebbe voluto indagare di più, ma quel gioco le piaceva e non voleva fare la guasta feste..
Durante il tragitto, a momenti non riusciva a non pensare a Natasha e a come avesse preso l’idea della loro uscita da soli.. "Magari non glielo ha neanche detto…"ipotizzò tra sé.
Arrivati allo Smithsonian parcheggiò, come aveva detto Auggie.
Lasciarono l’auto e s’incamminarono a piedi..questa volta però Auggie la prese per mano… lei era confusa ma felice.
Nessuno dei due parlava per paura di rovinare il momento.
Passarono davanti ad un noto ristorante italiano ed Auggie disse “siamo davanti a Fiona, giusto? Sento un profumo di cucina italiana”
“Esatto” rispose Annie sempre più confusa da quanto stava avvenendo.
“Perché non entriamo?” disse Auggie
“Ma senza prenotazione dubito che…” Annie s’interruppe e lo fissò  “non dirmi che hai prenotato qui?" Chiese stupita.
“Perchè no?. Dovevamo festeggiare una missione in Italia…quale modo migliore per farlo...”disse Auggie allegramente.
Annie non capiva più cosa stesse accadendo. E così fermò Auggie
“Auggie…aspetta…“ disse “Che sta succedendo? Per carità è tutto perfetto, ma non capisco. Non sai quanto ho desiderato un momento così per noi…ma tu stai con Natasha e non voglio che…”ma non riuscì a finire la frase perché Auggie le sfiorò il braccio e salì fino ad accarezzarle la guancia, avvicinò il viso al suo e le disse piano “Io e Natasha ci siamo lasciati”
E subito dopo la baciò.

L’indomani mattina Annie si svegliò molto presto…aprì gli occhi e vide che non era a casa sua…
“oh mio Dio…non l’ho sognato” si voltò di scatto e vide Auggie che dormiva accanto a lei. 
Sorrise e chiuse gli occhi, rivivendo i ricordi della notte appena trascorsa. 
Una cena meravigliosa, lui pieno di dolcezza che le diceva "non ho mai smesso di amarti, ho solo rispettato le tue scelte."e poi il ritorno a casa di Auggie...quel posto che lei aveva sempre considerato una seconda casa.
Lui che la baciava pieno di passione e lei che si sentiva completamente travolta da quel sentimento. Fecero l'amore dopo tanto tempo con una intensità che neanche loro di sarebbero aspettati.. Era stata la notte più romantica della loro vita, ben aldilà di quanto lei avesse mai sognato sin da quella notte in ospedale a Dublino.
Aveva mille domande, ma avrebbero avuto tempo...ora voleva solo godere di quella insperata felicità. Si strinse forte lui e si addormentò nuovamente. 

Auggie aveva disattivato la sveglia. All'insaputa di Annie, la sera prima aveva mandato un messaggio a Joan per avvisare che il giorno dopo lui ed Annie non sarebbero andati a lavoro.
Lei avrebbe certamente capito.
Così quando Auggie si svegliò, potè godere di quel momento magico che sognava da due anni…
Iniziò a baciarle dolcemente la testa e lei si svegliò.
 “Buongiorno Walker” disse lui continuando a baciarla.
“Questo si che è un buongiorno…” disse Annie baciandogli il petto.
“Ma….che ore sono? Faremo tardi a lavoro…” disse lei improvvisamente preoccupata.
“Ho un dejavù Walker…”disse ridendo
“si, in effetti si…ma stavolta non parlerò di null'altro…ti dico solo che ti amo Auggie”rispose lei
“ti amo anche io Annie…e mi amerai ancora di più quando saprai che ieri ho scritto a Joan per avvisarla che oggi entrambi non saremmo andati a lavoro..”disse lui fiero di se stesso.
“ah sì…eri molto sicuro di te allora..e come pensi di impiegare questo tempo?” disse lei maliziosamente 
“un paio di idee ce l’ho…”disse Auggie baciandola appassionatamente.

Rimasero a letto tutta la mattina. Il ritrovarsi dopo tutto quel tempo era stato un regalo prezioso ed insperato di cui entrambi erano ormai consapevoli.
Era quasi mezzogiorno quando Annie chiese "Che ne dici di un caffè?"
"Ottima idea.. vado a prepararlo" rispose Auggie.
"Come sei carino con me...potrei anche abituarmici" disse lei sorridendo
"Sono certo che troverai un modo per sdebitarti" disse Auggie dandole un bacio e alzandosi dal letto.
Mentre si trovavano in cucina, Auggie disse "ti devo parlare di una cosa..."
Annie lo guardò interrogativa e rispose "che succede?"
"L'intervento che ho subito a Dublino ha avuto degli effetti...non te ne avevo mai parlato, ma un paio di anni fa, mentre eri a Stoccolma con tua sorella, avevo chiesto un nuovo consulto al medico di Langley che mi aveva seguito dopo l'incidente a Tikrit. Avevo letto di una nuova terapia con le cellule staminali per poter riacquistare la vista. All'epoca gli esami però dimostrarono che ancora non ero idoneo alla sperimentazione, ma il dottore disse che col tempo la situazione sarebbe  potuta cambiare" raccontò Auggie.
"Ed è così? L'intervento di Dublino ha cambiato qualcosa?" Chiese ansiosa Annie.
"Pare di sì. Dalla tac era emersa una riduzione del gonfiore cranico ed allora è stato deciso di tentare. Dopo il mio ritorno mi hanno prelevato alcuni tessuti ed hanno iniziato la sperimentazione, il dottore è fiducioso e tra un paio di settimane potranno impiantarmi i tessuti modificati" concluse Auggie
"Ma è incredibile...è meraviglioso..."disse Annie abbracciandolo ancora incredula.
Lui la strinse forte a sé e disse "si...ed ora che sei qui con me sento che andrà tutto bene" disse lui con le lacrime agli occhi e la baciò con trasporto.
Passarono il resto della giornata a parlare di loro, di dove avevano sbagliato, di cosa li aveva condotti a lasciare i rispettivi partner. 
Finalmente erano liberi... dai conflitti, dalle recriminazioni ma soprattutto dalle bugie. Si scambiarono la solenne promessa che qualsiasi cosa fosse accaduto si sarebbero sempre detti tutto..

CAPITOLO 14
Il giorno successivo Auggie ed Annie entrarono a Langley sorridenti mano nella mano.
La cosa non sfuggì allo sguardo dei colleghi. Barber per primo aveva un sorriso che gli illuminava il volto.
Annie bussò alla porta di Joan. "Hai tempo Joan?" chiese."io e Auggie dovremmo parlarti".
"Certo. Entrate pure..vi aspettavo."rispose Joan con un sorrisino furbo
"Sospetto che tu sappia di cosa vogliamo parlarti"esordì Auggie sorridendo.
"Immagino riguardi la giornata di permesso di ieri...vi vedo molto rilassati."disse lei trattenendosi a stento dal ridere.
Annie guardò Auggie e sorrise imbarazzata.
"Credo che i due moduli che sono sulla mia scrivania facciano al caso vostro..."aggiunse Joan
Annie si avvicinò e li guardò.
"Ho pensato di agevolarvi il compito" disse Joan
"Grazie mille Joan.... Auggie, sono i nostri moduli di relazione intima e duratura già approvati"disse Annie
"Grazie davvero Joan, tu si che sai leggere nel pensiero..." Disse Auggie ridendo.
"Ve lo siete meritato...dopo tutto quello che avete passato è il minimo che l'agenzia possa fare per voi due. Quindi, questa sera vi aspetto a cena a casa mia per festeggiare, ok?".
"Certamente, grazie "disse Annie con gratitudine
"Grazie mille per tutto...e naturalmente il vino lo porto io..i tuoi gusti li conosco"disse Auggie a Joan.
"Ok...ora a lavoro..." Chiuse la conversazione Joan visibilmente emozionata.
Annie e Auggie uscirono dall'ufficio di Joan sollevati.
Si sentirono osservati dagli altri, ma non importava loro...sapevano che prima o poi tutto sarebbe rientrato nella routine.
Barber si avvicinò a Auggie e non curante del fatto che Annie fosse lì ad ascoltarlo gli disse orgoglioso"sei un grande, capo! Hai fatto jackpot!"
Auggie scoppiò a ridere e rispose "sono assolutamente d'accordo con te" stringendo forte la mano di Annie.

Era ormai ora di cena. Annie parcheggiò l'auto davanti casa di Joan e Arthur.
Lei e Auggie s'incamminarono per il vialetto chiacchierando allegramente, quando la porta di casa si aprì ed Annie vide Arthur sulla soglia con Ryan.
Istintivamente lei si bloccò. Non lo aveva più visto né sentito dalla sera in cui di erano lasciati.
"Che succede?" Chiese Auggie.
Annie non ebbe il tempo di rispondere che una voce disse "Buona sera".
Auggie esclamò "MC Quaid?".
Arthur sull'uscio di casa osservava preoccupato la scena pronto ad intervenire.
"Non preoccupatevi.. ero qui per caso. Non ho intenzione di fare scenate. Vorrei solo parlare due minuti con Annie e poi me ne andrò". chiarì subito Ryan.
"Annie?" Chiese Auggie. "Va bene Auggie. Vai avanti, arrivo subito." Rispose Annie.
Auggie proseguì e lui ed Arthur entrarono in casa. Arthur chiuse la porta e si affrettò a dire "mi dispiace Auggie. È capitato qui per caso per una questione di lavoro." Si giustificò Arthur.
"Nessun problema Arthur. Mi fido di Annie. Doveva accadere prima o poi. Stavano per sposarsi. Immagino che per McQuaid sia stato duro. L'ho persa anche io due anni fa e non ho dimenticato il dolore che provai. Sono certo che chiarirsi con lui le farà bene." disse pacatamente Auggie.

Nel vialetto intanto Ryan ed Annie parlavano con calma. 
"Ti trovo bene...alla fine sei riuscita ad avere quello che volevi"disse Ryan amaramente con lo sguardo rivolto verso Auggie.
"Non ho mai voluto farti del male...ti devo molto, lo so...se l'ho salvato a Grozny è anche grazie a te. Ma ignorare i miei sentimenti mi stava distruggendo, lo capisci?" Disse Annie con fervore
'lo capisco...in realtà l'ho sempre saputo che i tuoi sentimenti per lui erano una ferita aperta per te e per lui. Nonostante cercassi di essergli amico, percepivo la sua ostilità. Ho sperato che andando via lui ti riuscissi ad amarmi completamente, ma ormai me ne sono fatto una ragione. Sto andando avanti con la mia vita. È una persona speciale e spero davvero che troviate la vostra felicità" concluse lui e se ne andò prima che Annie potesse aggiungere altro.
Annie si sentì sollevata, si asciugò le lacrime ed entrò in casa.

"Eccola"disse Joan.
Annie si avvicinò ad Auggie abbracciandolo da dietro le spalle.
"Stai bene?" Chiese lui. 
"Mai stata meglio..Ti amo. "sussurrò all'orecchio di Auggie.
"Ti amo anch'io" rispose lui, le diede un bacio e raggiunsero gli altri a tavola.

Nonostante le premesse, il resto della cena fu estremamente piacevole. 
Annie e Auggie erano completamente rilassati. 
Si fece tardi, Annie e Auggie ringraziarono per la serata e tornarono a casa di Auggie.

Una volta arrivati, si sedettero abbracciati sul divano “che meravigliosa sensazione stare insieme sereni, poterci amare senza compromessi e godere di serate come questa” disse Annie
“se penso che è proprio su questo divano che ci siamo lasciati…e da quel momento nulla è stato più lo stesso nella nostra vita. Se solo potessi tornare indietro...”
I ricordi la rattristarono…Auggie lo percepì dalla voce, l’abbracciò stretta e disse “siamo fortunati…abbiamo potuto imparare dai nostri errori. Ora siamo qui insieme e ci amiamo ancora di più di allora…non ti lascerò andare mai più…promesso” 
Si baciarono e poi Auggie concluse sorridendo “ma se vuoi cambiamo il divano…”
Annie allora iniziò a spogliarlo dicendo “non è necessario…basta costruirci su dei nuovi ricordi, che ne pensi?” 
"Ottima idea..." Rispose lui baciandola.



CAPITOLO 15
Erano trascorsi alcuni giorni da quella sera.
Tra Annie e Auggie tutto scorreva a gonfie vele. A lavoro avevano ritrovato la sintonia di un tempo e fuori da Langley le serate erano piene d'amore, di svago e di passione.
Joan era talmente soddisfatta del loro operato nel suo team, che decise di mandarli in missione assieme a Las Vegas. 
Avrebbero stabilito un contatto con una probabile risorsa di origine rumena specializzata in hackeraggio di sistemi missilistici.
Il luogo d'incontro era il CES, la più grande fiera al mondo di tecnologia al consumo...il luogo ideale dove passare inosservati in mezzo a migliaia di persone.
Inoltre, Auggie era interessato ad alcune nuove tecnologie riguardanti le comunicazioni e avrebbe potuto creare nuovi e utili contatti per l'agenzia.
In realtà, Joan ne approfittò per dar loro un paio di giorni di svago prima dell'intervento agli occhi di Auggie fissato per la settimana successiva.

Annie ad Auggie erano su un volo di linea per Las Vegas.
"E così mi porti di nuovo nel tuo mondo nerd" disse scherzando Annie
"È il lato oscuro della forza"rispose lui sorridendo.
"Beh...nel caso mi annoiassi potrei sempre fare una puntatina al casinò" rispose Annie . 
"farò in modo che tu non ti annoi" ribatté maliziosamente Auggie 
"Faccio affidamento su questo" concluse Annie soddisfatta.

Arrivarono in albergo che era già sera e ne approfittarono per fare un giro per la Strip e cenare.
Le luci e la notte di Las Vegas erano inebrianti. Fiumi di persone si riversavano per le strade. Auggie c'era già stato anni prima, quando ancora poteva vedere e non l'aveva mai dimenticata.
Decisero di non attardarsi nel giro turistico perché la giornata successiva sarebbe stata densa di incontri e preferirono rientrare in albergo e dedicarsi l’uno all’altra…
L'indomani mattina, si alzarono presto e subito dopo colazione si diressero verso il convention center per evitare la ressa del pomeriggio.
Appena arrivati videro in lontananza il loro contatto rumeno che discuteva animatamente con un altro uomo. Decisero di aspettare che l'altro se ne andasse per avvicinarsi.
La fiera era immensa..."Non mi aspettavo nulla del genere.."disse Annie
"È una delle più importanti al mondo per la tecnologia di consumo...ma se conosci i soggetti giusti trovi anche articoli ben più interessanti "disse Auggie perfettamente a suo agio in quell'ambiente.
"Piccolo nerd..."lo prese in giro Annie
E lui scoppiò a ridere e disse "beh...non sempre mi pare"
"Ok..ok....ora concentriamoci sul lavoro" disse Annie evitando discorsi che l’avrebbero deconcentrata.
Il rumeno era finalmente solo e dava l'impressione di essere molto agitato. Annie e Auggie si avvicinarono a lui.
"Ardelean?" Disse Annie
"Chi siete?" Chiese lui inquieto."E’ tutto molto blu qui' " disse Annie come da protocollo.
"Si, ma preferisco il giallo." Rispose lui come previsto.
"Ok...direi che è meglio scegliere un posto più appartato" disse Auggie.
E si diressero verso i bagni. Dopo essersi assicurati di essere soli, Auggie chiese “Bene, cosa hai per noi?“
Ardelean rispose “avete quello che vi ho chiesto?”. “Come da accordi”rispose Annie mostrando un passaporto e una gonfia busta chiusa.
“Ecco qui” disse il rumeno estraendo una piccola scheda sd dalla tasca.
Auggie percepì una presenza alle loro spalle e disse “Annie.. qualcuno a ore 6!”
In quel momento sentirono il sibilo  di colpo di pistola con silenziatore che colpì il rumeno in piena fronte..Annie si voltò di scatto estraendo la pistola, ma in quel momento dal bagno uscì una ragazza che vedendo un uomo morto a terra cominciò ad urlare.
Il killer fuggì via mescolandosi tra gli avventori della fiera...mentre Annie raccolse da terra la SD e disse ad Auggie "andiamo via subito!"
Prese Auggie e scapparono via dalla porta d'emergenza di fronte a loro.
Una volta raggiunto il parcheggio, Annie si guardò attorno. Sembrava tutto tranquillo.
“Che diamine è successo, là dentro!” esclamo Auggie.” Hai visto in faccia il killer? “ chiese
“Si.  E prima che tu lo chieda, non era lo stesso uomo…anzi, era una donna!” disse Annie “Sono riuscita a prendere la sd, ma non credo sia saggio tornare in albergo” aggiunse Annie.
“Sono d’accordo. Chiamiamo Joan e stabiliamo un protocollo per un’esfiltrazione. Abbiamo la sd, la esaminerò  a Langley con i ragazzi” Disse Auggie.
Annie si mise subito in contatto con Joan e raccontò l’accaduto. Joan disse “Mando qualcuno a prelevarvi. Chiunque fosse il killer era a conoscenza dell’incontro. Non siete al sicuro. Mandami le coordinate per la geo localizzazione. Restate in un posto affollato fino a quando non vi darò indicazioni per il recupero.” Ordinò Joan.
Chiusa la telefonata Annie guardò Auggie. Era pensieroso. 
“Tutto ok Auggie?” chiese. “Si..stavo riflettendo sul motivo di ammazzare Ardelean. Non ha molto senso non trovi?” Rispose Auggie.
“Già…per fortuna mi hai avvisato. Quando mi sono voltata quella donna mi ha guardato…ho avuto l’impressione che abbia esitato… è stata solo una frazione di secondo, ma è bastata perché uscisse quella ragazza dal bagno e gridasse aiuto” disse Annie consapevole del pericolo scampato.
“Pensi ti conoscesse? Tu non l’hai riconosciuta, vero?”chiese Auggie.
“Non proprio…aveva qualcosa di familiare, ma non riesco a mettere a fuoco il suo ricordo” rispose Annie confusa.
In quel momento ricevettero la telefonata di Joan “Restate lì. 5 minuti al prelievo con mezzi blindati” disse
“Ok Auggie, si torna a casa” disse Annie dopo aver chiuso la telefonata con Joan.
CAPITOLO 16
Arrivati a Washington, Auggie e Annie si diressero immediatamente a Langley per far rapporto a Joan.
“Quindi pensate che quella donna abbia identificato Annie?” chiese Joan.
“Non esattamente… sembrava mi avesse riconosciuta, ma al tempo stesso era stupita…potrebbe essere qualcuno del mio passato prima della CIA” spiegò Annie.
“Potrebbe essere qualche compagna dell’università…” ipotizzò Auggie.“In quel periodo s’incontrano tante persone…non dimenticare che Moonlight in quegli anni potrebbe aver reclutato vari studenti dotati per entrare nella CIA…e magari qualcuno potrebbe aver poi cambiato sponda…” Continuò Auggie
“Giusto Auggie…ipotesi plausibile. Che ne pensi Annie?” chiese Joan
Ma Annie non l’ascoltava…mentre Auggie parlava ebbe un flash…un ricordo che improvvisamente le balenò in mente…
“Annie? Tutto bene?” chiese Auggie.
“si..eh…come..”Annie rispose a monosillabi…
“Che succede? Ti è venuto in mente qualcosa?” Chiese Joan.
“So chi è …non è una mia compagna di corso…era una compagna di scuola di Danielle”disse Annie.“Non l’avevo riconosciuta..sono passati tantissimi anni..Si chiamava Nathalie, ma non ricordo il cognome…”
“Potremmo cercare negli annuari scolastici di Danielle” disse Auggie
“Non vedo alternative…non posso di certo chiederglielo….”dissa Annie amaramente.
Per Annie quella era un ferita aperta. Sua sorella Danielle la credeva morta da oltre due anni, cioè da quando era stata costretta ad andare nell’ombra per colpa di Henry Wilcox.
Quando tornò tornata in agenzia, però decise di lasciare che Danielle e la sua famiglia continuassero a crederla morta..non avrebbe saputo e potuto spiegarle il perché di quella finzione, che le era costato tutto, compresa la storia con Auggie.
“Capisco cosa provi” disse Auggie “ma se il killer fosse davvero Nathalie penso che Danielle potrebbe essere in pericolo.Noi abbiamo la sd di Ardelean…lei potrebbe cercare qualsiasi modo per recuperarla” 
“Non è un’ipotesi da scartare…”disse Joan.
“Cosa vi aspettate che faccia? Che dopo due anni bussi alla porta di mia sorella dicendole “ciao sorellona. Sono viva, sei contenta?” esplose Annie fuori di sé ed uscì dall‘ufficio di Joan come una furia.
“Non ha tutti i torti…” disse Auggie “vado da lei…ti aggiorno non appena riusciamo a decriptare le informazioni sulla sd” ed anche Auggie lasciò la stanza.

Annie era arrivata a casa sua…ormai era sempre da Auggie,ma sentiva il bisogno di star da sola e chiarirsi le idee…
Dopo mezzora sentì bussare alla porta “Walker sei a casa?” Era Auggie…Annie lo fece entrare.
“Come ti senti?” Chiese Auggie.
“Non lo so…sai quanto mi è costato dover rinunciare alla mia famiglia…ormai ci avevo messo una pietra sopra, ma da quando siamo di nuovo assieme continuo a pensare a Danielle.Avrei voluto dirle che avevo finalmente trovato la felicità con te. Tu le piacevi molto sai? A Stoccolma mi disse che anche a lei sarebbe piaciuto avere un Auggie…” disse con le lacrime agli occhi.”pensavo che il credermi morta l’avrebbe protetta ed ora scopro che è stato tutto inutile, che ciò che faccio continua ad essere una minaccia per coloro che amo…”continuò Annie con le lacrime aglio occhi.
“Lei aveva ormai accettato che tu fossi una spia…”disse Auggie per calmarla “ed il nostro amore è sopravvissuto…tu devi percorrere la tua strada esattamente come lei ha percorso la sua. Non sappiamo se Nathalie rappresenti un pericolo, ma è un’ipotesi che non possiamo scartare. Resta qui e rilassati. Io torno a Langley per capire a che punto sono i ragazzi nell’esaminare la sd. Vediamo che tipo di informazioni abbiamo e forse capiremo perché per lei sono così importanti, ok?” disse Auggie 
“Ok..” rispose Annie un po’ più calma “Ci vediamo nel mio appartamento più tardi?” chiese Auggie
“Certo”rispose lei. Gli si avvicinò e lo baciò dicendogli “grazie..”
“Per te farei qualunque cosa…”rispose Auggie stringendola a sé e poi se ne andò.

Annie passò il resto del pomeriggio a scavare nei ricordi per trovare quante più informazioni possibili su Nathalie.
Cercò sui profili social, ma nulla…Allora le venne in mente di cercare nelle amicizie in rete di sua sorella… 
“vediamo se c’è una Nathalie tra i contatti di Danielle…”pensava Annie “no..niente…proviamo Nath…no nulla”.
Era lì e non resistette all’idea di dare un’occhiata alle foto postate da Danielle…“Come sei bella sorellona…e vedi le ragazze! come cambiano in fretta a quell’età!” pensò Annie.
Quanta nostalgia, quanti momenti persi che non sarebbero più tornati…avevano continuato la loro vita, com’era giusto che fosse.
Poi trovò quel post di due anni prima…una foto di lei ed Annie ed una frase “con te è morta una parte di me. Buon viaggio sorellina”.
Le lacrime rigavano il viso di Annie…”non mi perdonerebbe mai…”
Ma mentre asciugava le lacrime, le cadde l’occhio sui commenti a quella foto, in particolare su uno...“Ricorderò sempre i momenti spensierati insieme a voi due…mi dispiace tantissimo. Trudy”
“Trudy! Ma certo era il suo soprannome. Devo andare da Auggie. Lui può scoprire chi c’è dietro quell’account”. 
Chiamò Auggie. Era ancora a lavoro. “Aspettami…sto arrivando”disse Annie.
Prese la borsa e uscì.

Arrivò velocemente a Langley. Entrò nell’ufficio di Auggie che si era già attivato nella ricerca dei dati personali dell’account social.
Era appena arrivata quando nell’ufficio entrò anche Joan.
“Ciao Joan. Mi dispiace per prima…La mia famiglia è un tasto dolente per me” Si giustificò Annie
“Ti capisco… entrare nell’ombra ti ha scolvolto l’esistenza e non ho dimenticato che senza il tuo sacrificio io e Arthur saremmo probabilmente morti..Dunque aggiornatemi sugli sviluppi” disse Joan.
Annie spiegò quanto aveva scoperto a casa. Auggie in quel momento disse “ce l’ho…Nathalie Jane Kingsman”
Joan esclamò “Accidenti!” 
Auggie contemporaneamente iniziò a leggere il profilo FBI appena trovato “Nathalie Jane Kingsman, nome in codice “lince”, agente CIA pluripremiato fino a 7 anni fa. Era un supervisore…”
“Ah cavolo!” Auggie esclamò e smise di leggere.
“Ma che succede Joan? Auggie? Che ha fatto?” chiese impaziente Annie.
“Il suo operativo è morto in un attentato…per salvarle la vita”Disse Joan
“E poi che ha fatto? Ha lasciato la Cia per questo?”incalzava Annie.
“Non era solo il suo operativo…era anche la sua compagna. “disse Auggie.
“Già…lei andò fuori di testa…disse che era colpa dell’agenzia.All'epoca indagavano su un uomo d'affari coreano sospettato di trafficare in armi sofisticate e armamenti supertecnologici. Lince sosteneva che qualcuno le aveva tradite.voleva vendetta, ma il trafficante era protetto dal suo governo e la politica si intromise nelle indagini."raccontò Joan.
 "E decise di andarsene."concluse Annie. "Posso capirla..se Henry avesse ucciso Auggie non avrei avuto pace fino a che non lo avessi scovato".
Auggie sorrise amabilmente.
"A che punto siamo con la decriptazione della SD?" Chiese Joan.
"Finita. Si tratta di un sofisticato virus per by-pass i più complessi firewall sui sistemi di puntamento missilistico americano."spiegò Auggie .
"Perché lince avrebbe dovuto volerlo?"si chiese Joan
"Il trafficante coreano è ancora in circolazione?" Chiese Annie a Auggie
"È vivo e non abbiamo motivo di credere che non continui a trafficare indisturbato"rispose Auggie.
"Ho capito... pensi che lei volesse arrivare a lui con questo virus, sicuramente appetibile." Aggiunse Auggie.
"Vuole la sua vendetta e non si fermerà davanti a nulla. Annie, tua sorella è per lei l'unica occasione per arrivare a te" disse Joan allarmata.
"Vero, ma la Trudy che conoscevo non le avrebbe mai fatto del male. Erano come sorelle.Danielle l'aveva sempre difesa dalle malelingue a scuola perché sapeva che Trudy era gay."disse Annie
"Valutiamo la situazione dal suo punto di vista"analizzò Auggie "lince sapeva che eri morta perché ha ancora contatti social con tua sorella. Ti ha visto lì con Ardelean. Le possibilità sono due: sa o ipotizza che tu sia una spia oppure pensa che tu fossi lì per affari".
Joan s'inserì nel discorso "conoscendo bene Annie e i protocolli CIA propendo che lei avrebbe scelto la prima ipotesi.Non sappiamo poi se i rapporti con tua sorella si limitino ai social. Danielle potrebbe averke detto che eri una spia . Dato che eri morta per lei non aveva più valore mantenere il segreto, o almeno non con una persona cara quanto una sorella" 
"Giusto. Ma ora che facciamo? Danielle andrebbe comunque avvisata. Ma dubito che sappia che Trudy sia un agente della CIA." Riflettè Auggie.
"Oh mio Dio. Accadrebbe di nuovo. Ancora menzogne. Non fu facile per lei accettare che io lo fossi per non parlare della mia morte a causa di questo.. Sarebbe un incubo per lei...ma soprattutto se Trudy le dicesse che sono ancora viva" Annie era davvero incerta sul da farsi.
"Si è fatto tardi. Per voi due poi è stata una lunga giornata" disse Joan. "Dormiamoci sopra. Ne riparliamo domani a mente fresca" e se ne andò.
"Andiamo a casa mia...o forse preferisci rimanere da sola…"chiese dubbioso Auggie.
Ma Annie rispose sicura "no... Va bene…vengo a casa tua" 
Auggie sorrise, si attaccò al suo braccio e uscirono dall'ufficio.

CAPITOLO 17
Annie passò una notte travagliata sognando Danielle che le inveiva contro ...poi Trudy che minacciava le nipoti...Finché non si svegliò di soprassalto.
Auggie l'abbracciò per rassicurarla... Lui era ormai l'unico punto fermo della sua vita e sapeva che insieme avrebbero trovato una soluzione.
"Ho un'idea" disse Auggie ormai sveglio. "Andrò a Los Angeles. Chiamerò Danielle dicendole che sono in città per un addio al celibato e che volevo incontrarla per un caffè e parlare di te. Così potrò sondare il terreno e portare il discorso di Nathalie per capire se sono in contatto."ipotizzò Auggie.
'Non puoi andare da solo... Nathalie ti ha visto con me a Las Vegas saresti in pericolo... è fuori discussione!" Reagì Annie
"Ma non sarò solo...ci sarà qualcuno con me.." rispose Auggie
"E chi?"chiese Annie curiosa.
"Calder.." rispose Auggie. 
"L'ho già contattato... aspetta solo che gli dia l'ok" disse Auggie trionfante
"Non finisci mai di sorprendermi..."disse Annie abbracciandolo.

La mattina andarono da Joan ad illustrare il piano di Auggie. Lei rimase inizialmente perplessa, ma si rese conto che lui era l’unico che avrebbe potuto avvicinare Danielle senza insospettirla.
Così disse “Ok…ti do 48 ore di tempo..ma voglio che Annie venga con te. Starà a distanza, ma voglio che ci sia a guardarti le spalle…tra 4 giorni c’è l’intervento e non voglio che tu corra rischi inutili”. Concluse Joan con tono perentorio.
“ok…tanto so già che Annie avrebbe fatto il diavolo a 4 pur di esserci!” disse Auggie ridendo.
Annie annuì soddisfatta.
Auggie avvisò Calder. 
Annie e Auggie tornarono a casa.Prepararono in fretta i bagagli e meno di due ore dopo erano già in volo per L.A.
Durante il viaggio i tre concordarono la versione da dare a Danielle ed eventuali contromisure.
Una volta atterrati si diressero in hotel. Dopo mezz'ora si trovarono nella stanza di Auggie ed Annie.
"Ok...ci siamo. La chiamo"disse Auggie.
"Pronto?" Rispose Danielle.
"Hey Danielle. Ciao sono Auggie come state? È tanto che non ci sentiamo."disse Auggie.
"Auggie? È passato un secolo... bene..si..."Danielle era spiazzata.
"Sai, sono in città per l'addio al celibato di un vecchio compagno di università..un po' una rimpatriata in realtà così ho pensato di chiederti se volevi bere un caffè. Mi manca tanto Annie e non ci sono altre persone che possono capire come mi sento..." spiegò Auggie fingendosi triste.
"Già...non passa giorno che non pensi a lei e che non ne senta la mancanza" rispose lei con tono affranto. "Hai il mio indirizzo? Ti aspetto a casa così possiamo parlare tranquillamente." Concluse lei.
"Si certo. A tra poco allora" disse Auggie chiudendo la telefonata.
"Primo passo andato. Prenderò un taxi in modo che lei non si insospettisca" spiegò Auggie.
"Ok. Noi aspetteremo in auto. Ci terremo ad opportuna distanza."disse Calder.
"Bene. Microfono a posto.Tutto ok Annie?" Chiese Auggie.
Annie sospirò e rispose "ok".

Auggie arrivò in taxi davanti casa di Danielle che gli andò incontro per accompagnarlo dentro.
Arrivati in casa lo fece accomodare dicendogli "sei fortunato. Stamattina ho preparato i Cup cake".
"Proprio il mio giorno fortunato" disse scherzando Auggie.
"Come stai? Davvero..ho pensato tante volte di chiamarti, ma immaginavo che avresti avuto molte domande a cui non avrei potuto rispondere."esordì Auggie.
"Non lo so... sono passati due anni ma non riesco ancora a farmene una ragione.Ogni tanto prendo istintivamente il telefono per chiamarla e poi penso che non c'è più.Immagino che per te sia lo stesso o anche peggio perché condividevate la quotidianità e finalmente vi eravate messi insieme..." Danielle sorrise.
"Vero... è stata dura...ed ancora lo è. Quando sono a terra parlo di lei con gli amici che la conoscevano bene. Aiuta... Tu lo fai mai?" Chiese Auggie per sondare il terreno.
"Veramente no...a casa evito di parlarne..e le mie vecchie conoscenze sono tutte a Georgetown.C'è solo una mia vecchia amica dei tempi di scuola con cui ho mantenuto i contatti e con la quale ne ho parlato. Sai, in un momento di sconforto dopo il funerale pubblicai un post su Annie e lei lo commentò. Da allora abbiamo ripreso i contatti... eravamo come sorelle io e Trudy.." rise "è solo un nomignolo... comunque anche lei aveva perso pochi anni prima la sua compagna ed il dolore ci ha riavvicinate." Raccontò Danielle.
In auto, Calder e Annie ascoltavano. "Auggie ha fatto bingo" disse Calder soddisfatto. Ma Annie era straziata dai sensi di colpa per tutto il dolore che la sua scelta aveva provocato nelle persone che amava.
La conversazione tra Auggie e Danielle prosegui per un'altra mezz'ora, ma non riuscì ad avere altre informazioni su Nathalie, così disse che si era fatto tardi e che doveva andarsene.
Chiese a Danielle di chiamargli un taxi e mentre lo aspettavano gli venne un'idea.
"Sono felice di averti rivisto e che tu abbia trovato qualcuno con cui sfogarti" disse Auggie "peccato però che sia una vicinanza solo virtuale se ho ben capito" alluse come ultimo tentativo.
"No..no... è iniziata come virtuale, ma l’anno scorso lei si è trasferita qui a Los Angeles e la vedo di frequente...anzi ora che mi ci fai pensare domani mattina abbiamo appuntamento per un caffè. Accidenti che testa che ho! Grazie a te me lo sono ricordata" disse Danielle sorridendo con gratitudine.
Il taxi arrivò e Auggie se ne andò via.
Fece solo un paio di isolati e chiese al tassista di farlo scendere.
Una volta sceso lo raggiunse l’auto con Calder e Annie.
"Serve un passaggio?"domandò ridendo Calder ed Auggie salì a bordo.
"Bel lavoro. Un colpo da maestro quell'ultima frase' disse Calder
"Già...mi dispiace molto averle mentito ma è per la sua sicurezza" disse Auggie
"Come l'hai trovata?" Chiese Annie con tono incerto
"Non ti crucciare...non hai avuto scelta..." Rispose Auggie consapevole della tribolazione interiore di Annie

Quella sera a cena Calder, Annie e Auggie misero a punto il piano per il giorno successivo.Calder era l’unico che Nathalie non aveva mai visto, quindi stabilirono che lui sarebbe entrato nel bar dove si sarebbero incontrate Danielle e Natalie, mentre Annie e Auggie sarebbero rimasti nei paraggi.
Per smorzare la tensione di Annie, Calder cominciò a scherzare “certo che voi piccioncini non andavate così d’accordo dai tempi di Medellín..”
“Già…all’epoca non immaginavamo in che vespaio stavamo infilando la mano..cosa darei per tornare ad allora”disse Annie con rammarico.
“Fidati dello sceriffo Annie… quel bastardo di Henry Wilcox avrebbe portato avanti il suo piano comunque…e forse i morti sarebbero stati ben di più” rispose Calder risoluto.
"È vero Annie…in fondo sai anche tu che è così”si aggiunse Auggie.
Dopo cena tutti si ritirarono in camera. 
A letto, Auggie strinse Annie e le chiese “va meglio?”
“sei stato bravissimo con Danielle..Andrà meglio quando la saprò al sicuro. Ho un’idea…conosciamo la storia di Nathalie e per nostra esperienza non ritengo che abbia fatto nulla che né io né tu non avremmo fatto al suo posto” disse Annie."
“Vero” ammise Auggie “cosa hai in mente?” chiese.
“Voglio parlarle ed offrirle il nostro aiuto per incastrare il trafficante a cui lei da la caccia. Che ne pensi?” disse Annie tutto d’un fiato
Auggie rimase in silenzio…”E Calder e Joan?” chiese.
“Ci siamo passati tutti da quella situazione…Calder con Stephanie…Joan con Arthur…penso che saranno d’accordo. Sono cambiata sai…feci un patto con Joan quando entrai nella sua squadra. Fiducia per fiducia…ampio margine di manovra, ma totale chiarezza con lei” spiegò Annie.
“va bene…domani mattina gliene parleremo prima di andare a pedinare Danielle” concordò Auggie“ però adesso voglio il mio premio per oggi…e poi è vero che sento la tua mancanza…”le disse lui sfilandole di dosso la maglietta…

CAPITOLO 18
L'indomani mattina, Auggie si mise subito in contatto con Joan, le spiegò il piano per avvicinare Nathalie e la proposta che Annie voleva farle.
Joan rimase in silenzio un momento. "Mi fido dell'intuito di Annie ma vorrei anche il tuo parere".chiese ad Auggie
"Sono d'accordo con lei...ma non sono certo che Nathalie si fidi ancora dell'agenzia."disse Auggie
"Se c'è qualcuno che può convincerla quella è Annie. Nathalie era un agente estremamente capace..se sistemassimo questa faccenda con lei forse potremmo anche riaverla con noi. Ci sarebbe molto utile. Ok procedete. Di a Calder che vi dia pieno sostegno" concluse Joan
Auggie chiuse la chiamata.
"Ok Annie... abbiamo carta bianca. Procediamo" disse Auggie.

Calder si era appostato molto presto davanti casa di Danielle. Attese che lei uscisse per accompagnare le figlie a scuola e la seguì.
Da lì Danielle proseguì verso un centro commerciale. 
Calder la seguì all'interno del centro e la vide dirigersi verso un bar dove ad attenderla c'era una donna. 
"Ci siamo. La nostra amica è mora, fisico atletico, altezza sopra il 1,70mt" disse Calder via auricolare.
"È lei"rispose Annie.
"Ok entro nel bar anche io e cerco di ascoltare cosa si dicono" rispose Calder andando a sedersi in un tavolo vicino.
"Che bello vederti...sei stata fuori città" stava dicendole Danielle.
"Si...un viaggio di lavoro..."rispose Nathalie pensierosa
"Sai mi fai ripensare ad Annie...anche lei era sempre in giro per lavoro..." Disse Danielle pensando a tutte le volte in cui partiva e poi tornava a casa un po' ammaccata.
"Lavorava allo Smithsonian, vero?" Chiese Nathalie 
"Già. Ieri sono stata felice di ricevere la visita di Auggie il suo fidanzato. Un ragazzo fantastico si amavano molto. Poverino...è cieco" disse sorridente Danielle
Ma il volto di Nathalie cambiò improvvisamente espressione...
"Ma dai....che tipo è...sai non saprei definire il tipo di Annie" chiese mascherando la tensione...
"Alto, moro un gran bel ragazzo non c'è che dire...poi l'adorava...e" Nathalie la interruppe e disse
"Accidenti... avevo dimenticato di avere un impegno di lavoro tra poco. Mi dispiace, devo proprio scappare" inventò Nathalie
Danielle rimase interdetta e disse "ah...ok...va bene..."
"Scusami tanto ci sentiamo presto, ok?" Abbracciò Danielle e s'incamminò velocemente verso il parcheggio.
Dietro di lei Calder che avvisò Annie e Auggie di raggiungerlo all'uscita sud.
Appena fuori, Calder non la vide più. Iniziò a guardarsi attorno quando alle sue spalle sentì una voce di donna che gli chiese "tu chi diavolo sei?" 
"Un amico"rispose freddamente lui 
"Non ho amici... voltati...piano" gli ordinò lei. Nathalie gli puntava contro una pistola.
Calder si girò. "parla ..chi ti ha mandato?" Disse lei
"È un mio amico" disse Annie sopraggiunta in quel momento con Auggie.
"Ero certa fossi tu. Ti trovo bene considerato che sei morta" disse sarcastica Nathalie.
"Sei della CIA, vero?" Disse lei 
"Si"rispose Annie
"E Danielle sapeva che eri una spia?" Chiese lei 
"Si...ma ora mi crede morta"rispose Annie.
"Come hai potuto farle questo..." Disse Nathalie arrabbiata
"L'ho fatto per proteggerla" si giustificò Annie."Ascoltami... conosciamo la tua storia e possiamo aiutarti..."iniziò Annie
" Si certo... come no...ho visto come ha agito la CIA...dopo anni di servizio ci hanno voltato le spalle...e Kim è morta!" era furiosa
"Lo so...ti capisco... tutti noi abbiamo avuto esperienze analoghe alle tue, abbiamo perso persone care... anche io ho lasciato l'agenzia perché mi avevano voltato le spalle nonostante tutto quello che avevo fatto per loro...ma ora le cose stanno cambiando. Facciamo parte di una task force speciale diretta da Joan Campbell... Possiamo aiutarti...vuoi quel bastardo che ha ammazzato Kim? Lo avrai!" Disse Annie
"E perché dovreste aiutarmi?" Disse lei
"Perché la squadra è nata per missioni di questo tipo... togliere di mezzo la feccia senza intromissioni da parte della politica" concluse Annie.
Nathalie la guardò titubante. Annie era diretta e si percepiva la sua sincerità.
"Ok" disse Nathalie mettendo via la pistola "andiamo"
In quel momento da una delle uscite del centro commerciale apparve Danielle di corsa che vedendo Nathalie le urlò "Trudyyy...hai dimenticato gli occh....."
Ma proprio in quell’istante vide anche Annie...
 "Annie??? Ma che...." Non riuscì a finire la frase che per lo shock svenne per terra.

"Si sta riprendendo... Danielle... Danielle mi senti?" Voci che sembravano provenire da lontano
Danielle aprì gli occhi... tutto era confuso nella sua mente"che succede? Dove mi trovo?" Chiese ancora stordita.
"Sei nell'infermeria del centro commerciale..."rispose Nathalie.
" Che ci faccio qui? Ricordo che ti ho inseguita per ridarti gli occhiali da sole che avevi dimenticato e poi..." Danielle si bloccò.
Ora i ricordi divennero vividi nella sua mente 
"Annie...ho visto Annie...era con te...sto impazzendo o cosa?" Disse lei agitandosi nuovamente.
"No...non stai impazzendo" rispose un'altra voce di donna proveniente da dietro le spalle di Nathalie. Una voce cara e familiare che Danielle amava.
Annie fece alcuni passi in avanti e guardò Danielle incredula.
"Ma...ma com'è possibile...il funerale...la bandiera...la bara.." già la bara pensò Danielle "Non mi hanno consentito di vederti ..che idiota che sono...ma come hai potuto fare questo a me, alle ragazze!" Iniziò ad inveire contro sua sorella e quando vide Auggie lì accanto ad Annie la situazione peggiorò ulteriormente. 
"E tu? Tutte quelle stronzate ieri pomeriggio ..che ti mancava... perché? Voglio sapere il perché? Perché ora dopo più di due anni" Urlava fuori di sé.
"Calmati ..ti spiegherò tutto ti prego ma ora calmati...ti scongiuro" la implorava Annie con le lacrime che le scendevano copiosamente.
" O lo credo bene che lo farai o quanto è vero Iddio tu non sarai più mia sorella!" Disse Danielle categorica.
“Va bene…ma non qui…usciamo…andiamo in un posto più tranquillo”disse Annie.
Annie e Nathalie sostennero Danielle ancora frastornata, mentre Auggie e Calder  si avviarono a passo spedito verso il parcheggio.
Danielle continuava a guardare Annie…era così arrabbiata, ma al contempo era felice come non mai che sua sorella fosse ancora viva…

Arrivati in auto Danielle disse “dirigetevi verso la spiaggia…c’è un luogo che conosco che di solito è molto tranquillo e potremo parlare”.
Calder seguì le indicazioni di Danielle e dopo 10 minuti erano già sul posto.
Calder e Auggie preferirono aspettare in auto mentre le ragazze entrarono nel locale.
“Ora cominiciate…e non tralasciate nulla” disse Danielle con tono perentorio da sorella maggiore.

Iniziò Annie…la storia era lunga e molti dettagli non poteva rivelarli, ma sapeva cosa davvero interessava  sua sorella. Parlò di Henry e del suo abominevole piano di vendetta contro coloro che riteneva responsabili della morte di Jay. Raccontò di quello che era stata costretta a fare. Tralasciò volutamente le questioni sentimentali e i problemi al cuore. Sarebbe stato troppo da dire tutto insieme.
“ok…il passato è chiaro…veniamo al presente…cosa c’entri tu Trudy con tutto questo?” chiese Danielle 
“perché sono un ex agente della CIA..anche Kim lo era…è morta per salvare me durante una missione…”Nathalie faceva fatica a trattenere le lacrime “mi dispiace tanto di averti mentito… non sapevo che Annie fosse viva fino a pochi giorni fa quando l’ho vista con il suo ragazzo a Las Vegas”
“Las  Vegas?? Che diavolo ci facevate a Las Vegas? Non dirmi che vi siete sposati perché potrei anche ucciderti davvero…”disse alterata Danielle.
“no…no…assolutamente noi! Eravamo in missione” per la prima volta Annie sorrise.
“E’ una lunga storia…e non c’entra con te…l’unica cosa che conta è che tu capisca che nessuna di noi ha avuto scelta..dovevamo proteggere te e la tua famiglia” disse Annie fissandola negli occhi
Danielle la guardò attentamente…era la sua sorellina ed era viva…e le si lanciò al collo per abbracciarla forte
Annie scoppiò in un pianto liberatorio e Nathalie si unì al loro abbraccio.
“Ti prego dimmi che tu e Auggie state ancora insieme….”disse Danielle che era tornata la solita sorella chioccia e ficcanaso
“Ora si…” disse radiosa Annie. improvvisamente Danielle si rese conto.
“Accidenti! Ma come lo dico alle ragazze e a Michael..”
“Troveremo un modo… tu intanto cerca di star tranquilla. Stasera noi e Nathalie torniamo a Washington. Ci sono tantissime cose di cui ti devo parlare, ma noi quattro dobbiamo tassativamente ritornare”disse Annie.
“se venissi con voi? Inventerò qualcosa con Michael e le ragazze…solo un paio di giorni…sento che c’è tanto altro di cui dobbiamo parlare..” disse Danielle sperando di ricevere un si come risposta
Annie ci pensò un attimo e poi rispose “va bene…vi riportiamo al centro commerciale così potrete riprendere le vostre auto. Te la senti di guidare? “chiese Annie
“si si certo” rispose Danielle 
“la seguirò con la mia auto fino a casa…dirai a Michael che vieni a Washington con me perché devo sbrigare delle faccende e non vuoi lasciarmi sola” propose Nathalie.
“ottima idea… ok. Ci vediamo in aeroporto tra un’ora” disse Annie.

Annie, Calder e Auggie accompagnarono le due donne nel parcheggio ed il resto del gruppo si avviò in hotel per prendere i propri bagagli.
Durante il tragitto per l’aeroporto Auggie chiamò Joan raccontando gli sviluppi inaspettati della faccenda.
“Ottimo lavoro. Danielle è sempre stata discreta…non credo avremo problemi.Il nostro jet vi sta aspettando pronto per partire. Ci vediamo a Langley non appena sarete atterrati” disse Joan soddisfatta.
“tutto ok” disse Auggie “stai bene Annie?”
“Adesso si” rispose lei raggiante.


CAPITOLO 19
In volo per Washington, Danielle si guardava attorno.Non era mai stata su un jet privato e quello di Langley non era certo il più economico.
"Vi tratta bene l'agenzia..."notò ad alta voce indicando l'aereo.
"Non sempre...dipende dalle situazioni. Questa volta ce lo siamo meritati, vero Walker?" Disse Auggie stringendo forte la mano di Annie seduta accanto a lui.
"Esatto Auggie" rispose lei sorridendo. 
"Ma quanto siete carini" disse subito Danielle tornata perfettamente in sé "Quando vi sposate?" Chiese subito dopo.
A Calder andò di traverso il caffé che stava bevendo. Scoppiò a ridere e disse "Finalmente ho trovato chi può mettere in riga Annie Walker!"
"Cioè?" Chiese Danielle
"Perché sua sorella è la donna più cocciuta e meno avvezza alle regole che abbia mai conosciuto!"Esclamò Calder.
"Ah beh. Non mi dice niente di nuovo... comunque non mi avete ancora risposto" incalzò Danielle decisa ad avere una risposta.
"Chi lo sa...ora le nostre priorità sono altre...in particolare una" rispose Annie
Auggie capì che si riferiva al suo intervento, ma che fosse incerta sul discuterne davanti agli altri.Così prese la parola e disse "si riferisce al mio intervento agli occhi di dopodomani".
"Intervento? Quale intervento?" Disse Calder stupito
"Lo sanno solo Joan e Arthur. È una lunga storia, ma sarò breve" rispose Auggie ed iniziò il racconto.

All'atterraggio trovarono due auto ad attenderli.
Una condusse Calder, Auggie e Nathalie a Langley, mentre l'altra portò Annie e Danielle in un hotel.
"Credevo sarei stata a casa tua" disse Danielle un po' delusa.
"Purtroppo abito in una casa sicura dell'agenzia e solo Auggie sa dove si trova"
Si giustificò Annie "ora ti accompagno e mentre ti sistemi e ti rilassi io vado a Langley. Poi ritorno qui e ti porto a cena fuori. Scegli tu!"concluse Annie
Danielle l'abbracciò forte e si salutarono.

Intanto, a Langley, Joan aveva iniziato l'incontro con Auggie e Nathalie.
"Raccontami tutta la storia dall'inizio...ho letto i rapporti sulla missione dell‘epoca, ma molti punti sono poco chiari. La gestione Wilcox purtroppo ha fatto scelte a volte discutibili." Disse Joan.
"Annie ha fatto un favore a tutti eliminando quel maledetto bastardo" disse Nathalie con fervore.
"Già...ma ha pagato un prezzo altissimo per questo."sussurrò Auggie .
In quel momento, bussarono alla porta. Ed Annie entrò nella stanza.
Joan le disse "ti vedo decisamente più rilassata." Annie sorrise e si sedette accanto ad Auggie.
Joan e Nathalie fecero il punto della situazione.
Annie ascoltò attentamente e poi chiese "perché uccidere Ardelean?".
"Perché era uno sporco doppiogiochista... era stato una mia risorsa..fu proprio lui a darmi le informazioni che mi portarono a Chung, salvo poi andarglielo a riferire.Se non lo avesse fatto Kim sarebbe ancora viva" spiegò Nathalie.
“ok…ma poi? Qual era il tuo piano?” chiese Joan.
“L’idea era di impossessarmi delle informazioni nella sd e servirmene per avvicinarmi abbastanza a Chung per ammazzarlo” spiegò Nathalie.
“non credi lui ti avrebbe riconosciuta? Sapeva chi eri..non appena ti avesse visto saresti stata una donna morta” disse Annie.
“lo avrei ammazzato prima che ne avesse il tempo..poi del resto non mi importava” concluse Nathalie.
“sbagli a ragionare così” disse Auggie “non ce l’avresti mai fatta”.
“Ok..allora voi cosa proporreste?”chiese lei indispettita.
“Intanto faremo calmare le acque. Ormai Chung avrà saputo che Ardelean  è stato ucciso”esordì Auggie.
“il tempo è nostro alleato…prepareremo una strategia di approccio…Annie aveva già un profilo come commerciante d’armi, potremmo sfruttare quello…ti chiedo solo di avere un po’ di pazienza. Sono il supervisore di Annie e voglio seguirla in questa missione altamente rischiosa. Avrò bisogno giusto del tempo tecnico per essere nuovamente operativo dopo l’intervento, qualunque sarà l’esito io sarò della partita…” si fermò un attimo pensando per la prima volta a come si sarebbe sentito se le cellule staminali non avessero fatto effetto. Poi proseguì “intanto fornirai ad Annie tutte le informazioni su Chung, i contatti ed eventuali falle nel suo modus operandi. Tanto più sarà preciso il suo profilo, tanto più facile sarà prevedere le sue mosse!” concluse Auggie.
Joan era ammirata dallo spirito di Auggie e dalla sua grande forza. Era certamente il momento più importante della sua vita e sperò di cuore che tutto andasse nel migliore dei modi.




CAPITOLO 20
Due giorni dopo , Annie era a casa di Auggie per aiutarlo a  preparare il necessario per un paio di giorni di degenza in ospedale.
L’intervento non sarebbe stato lungo, ma il dottore gli aveva preannunciato che sarebbe rimasto sotto osservazione per  almeno 48 ore per monitorare eventuali crisi di rigetto.
“Come ti senti?” chiese Annie accarezzandogli il braccio.
“Strano…non so definire questa sensazione..volere così tanto qualcosa e poi essere lì ad un passo dal raggiungerla ti rende…” Auggie si fermò per cercare le parole
“Confuso” rispose Annie “ti capisco…l’ho provato anche io quando Joan mi propose di entrare nella task force..dopo tutto ciò che avevo fatto per raggiungere quell’obiettivo”.
“Già..”rispose Auggie “lo voglio con tutto me stesso, per me e per noi” aggiunse Auggie abbracciandola forte.
“ti amo e sarò con te sempre…comunque vada avremo la felicità che ci siamo conquistati” disse Annie.
“accidenti! A pensarci bene tu non mi hai mai visto…potrei anche non piacerti!” scherzò Annie .
“E’ un rischio che dovrai correre tesoro!” rispose Auggie allegramente…poi si fece serio e disse “Che tu fossi splendida l’ho capito dal primo istante in cui ti ho conosciuta… ma quanto tu sia meravigliosa lo scopro ogni giorno di più” e la baciò appassionatamente.

Era tardo pomeriggio quando Annie accompagnò Auggie.  Sarebbe rimasto lì quella notte perché l’intervento era programmato per le prime ore del mattino successivo.
“ok sono a posto, vai ora” disse Auggie ad Annie.
“sicuro? Ti serve qualcosa?” chiese lei che non voleva lasciarlo.
“Sicuro. Sto bene. Vai…e non stare da sola. Danielle è rimasta in città per te…stai un po’ con lei. E’ un ordine Walker”disse lui perentorio.
“ok…sei tu il capo…Ti chiamo più tardi” disse Annie. Lo baciò e se ne andò.

Annie raggiunse Danielle in hotel. Andarono in pub lì vicino per mangiare qualcosa, anche se Annie aveva lo stomaco chiuso per la tensione.
“Come sta Auggie?” chiese Danielle.
“Bene…o così dice..” rispose Annie “non riesco neanche a pensarci a come cambierebbe la sua vita se tutto andasse bene…comunque ci vorrà del tempo perché si vedano i primi effetti”.
“già…”disse Danielle stringendo forte la mano di sua sorella per darle coraggio.
“Mi dispiace che non abbiamo passato tanto tempo insieme in questi giorni…”si scusò Annie.
“Non importa. Volevo starti accanto in questo momento. Non appena Auggie uscirà dall’ospedale tornerò a casa...ma cambiando argomento…mi hai detto che eri in procinto di sposare questo Ryan?  Voglio che mi racconti bene quella storia” disse Danielle per deviare il discorso da Auggie.
Così Annie le raccontò quello che accadde l’anno precedente.

Dopo cena non se la sentì di rimanere con Danielle e tornò a dormire a casa di Auggie.
Una volta a letto lo chiamò .
“ehi walker..come è andata la serata?”chiese lui sereno.
“Tranquilla…abbiamo mangiato qualcosa assieme e ora sono nel tuo letto.” disse Annie.
“perché? Non volevo stessi da sola…”disse lui.
“Non preoccuparti. Sto bene. Volevo stare in un posto che mi facesse sentire vicino a te”lo rincuorò lei.
“andrà tutto bene…”disse Auggie.
“si..sarà così” rispose lei.
E poi si diedero la buonanotte. 
Annie abbracciò il cuscino di Auggie. Sentire il suo odore la tranquillizzò e così si addormentò.

La sveglia suonò all’alba. Annie si alzò, si preparò velocemente ed uscì.
Danielle le aveva chiesto di passarla a prendere andando in ospedale. Così fece e le due sorelle arrivarono nella stanza di Auggie pochi istanti prima che lui venisse portato in sala operatoria.
In quel momento sopraggiunse anche Joan .
Auggie era felice di sapere che Annie non era sola.
“e’ bello sapere che ci sono molte donne ad aspettarmi” disse allegramente per smorzare la tensione.
“quindi vedi di non farci attendere troppo! Un gentiluomo non lo fa” rispose a tono Joan.
“Certo capo!” rispose Auggie.
Joan e Danielle uscirono dalla stanza ed andarono in sala d’aspetto.
Annie rimase un istante sola con Auggie e disse “ti dico solo che ti amo tanto” 
“ti amo anche io..andrà bene vedrai..” rispose lui.
Si diedero un bacio e pochi istanti dopo le infermiere lo portarono in sala operatoria.

Joan rimase pochi minuti in sala d’attesa e poi torno a Langley.
Danielle disse ad Annie “non serve star qui..ci vorranno almeno un paio d’ore. Andiamo giù a bere un caffè”.
Annie acconsentì. Era felice di avere sua sorella con sé. Parlarono a lungo di come lei ed Auggie si fossero ritrovati…
“eravate fatti l’uno per l’altra…ricordi quando te lo dissi a Stoccolma. “disse Danielle.
“Se penso che ho fatto un casino…ci siamo lasciati..sono andata nell’ombra e quando sono tornata gli ho detto che dovevamo tornare ad essere supervisore ed operativa…ma cosa pensavo…lo amavo..ho rischiato di perderlo a Grozny e poi l’ho lasciato partire con Natasha…”Annie non si dava pace.
“Ognuno ha il suo destino…qualunque scelta tu abbia fatto lo ha sempre protetto..lo amavi ma ne avevate passate troppe. Ci voleva del tempo per sanare le ferite. La riprova è che siete tornati l’uno dall’altra spontaneamente e senza interferenze. Questo è l’amore vero.”Disse dolcemente Danielle abbracciandola.
“Torniamo su, ok? Non manca tanto…magari l’intervento finisce prima.”disse Annie.
Si avviarono verso la sala d’attesa.

Dopo mezz’ora uscì il chirurgo assieme al dottore Kessle che aveva assistito all’intervento.
“Sig.na Walker?”chiese Kessle
“Si, sono Annie Walker. Com’è andata dottore?” chiese ansiosamente Annie
“L’intervento è andato bene. Ora lo trasferiamo in camera. Le prossime 48 ore saranno importanti per monitorare eventuali crisi di rigetto. Se le cellule faranno il loro compito, ci aspettiamo che entro due settimane ci siano dei miglioramenti. Non sappiamo esattamente quale sarà il decorso. Dipenderà dalla velocità di rigenerazione cellulare delle staminali ed il loro attecchimento. Sarà importante che Auggie comunichi qualunque sviluppo e che stia riguardato”. Illustrò il dottore.
“Certamente…grazie mille dottore.” ringraziò Annie con gli occhi lucidi.”Andiamo da lui…”disse a Danielle.

CAPITOLO 21
Erano passati circa una decina di giorni dall’intervento. Danielle era rientrata a Los Angeles con Nathalie.
Annie aveva chiesto un permesso di pochi giorni dopo il ritorno a casa di Auggie. Dietro sua insistenza,Annie aveva ripreso a lavorare, ma chiese a Joan di non mandarla in missione fuori città. 
Il recupero fisico di Auggie era avvenuto velocemente e l’assenza di rigetto gli dava fiducia.
A metà pomeriggio Annie tornò a casa e lo trovò ben vestito e rasato seduto sul divano ad ascoltare il suo amato Mingus.
“wow…stavi aspettando qualcuno?” disse scherzando
Lui si alzò e le andò incontro. “che ne dici di uscire stasera?” chiese lui
“Se te la senti perché no?  Una birra da Allen’s” chiese lei
“Si…mi va proprio.”rispose entusiasta lui.
“Vado a cambiarmi…non ci metto tanto”disse lei e si avviò.
La serata da Allen’s fu speciale. Auggie fu felice di quell’uscita, ma sentiva qualcosa di strano.
Non disse nulla ad Annie, ma mentre lei gli parlava lui cominciò a vedere delle luci in mezzo al buio.
Girandosi attorno, le luci cambiavano posizione.
“Sai che mi sono sempre chiesto come diventato questo posto? Chissà se è ancora lo stesso di quando vedevo” chiese lui in maniera evasiva per non insospettire Annie.
“Strano…non me lo hai mai chiesto…comunque è il classico pub..forse tutte queste lucine accese sul soffitto fanno un po’ effetto natalizio, ma al contempo lo rendono caldo” spiegò Annie.
“lucine appese” pensò Auggie. “ecco cosa erano”.
“Andiamo a casa?” disse Auggie.
“Certo” rispose Annie.
E si avviarono alla macchina.
Sulla strada di ritorno Auggie era insolitamente taciturno.
“Stai bene? Non ti sarai stancato troppo vero? Chiese Annie preoccupata
“No..no..assolutamente” rispose lui, che in realtà era concentrato su tutte le luci delle auto che incrociavano.
Le luci dei fari stavano diventando sempre più nitide..”non ci credo, sta succedendo davvero” pensò.
Arrivati a casa, lui l’abbracciò e cominciò a baciarla sul collo.
“Sei certo che sia una buona idea?” disse lei preoccupata che si stancasse.
“E’ sempre una buona idea!” disse lui baciandola appassionatamente.

L’indomani mattina Auggie si svegliò all’alba. Quando aprì gli occhi vide la luce che filtrava dalla finestra e gli oggetti che venivano  direttamente illuminati. Guardò verso Annie e vide la luce riflessa sui suoi capelli biondi..Gli sembrava impossibile ma stava funzionando.

Quando Annie uscì per andare a lavoro Auggie chiamò il dott.Kessle e raccontò l’accaduto, pregando di non dire nulla ad Annie.
“Certo. Ottimo Auggie. Le staminali stanno facendo il loro dovere. Se la progressione è questa mi aspetto ulteriori miglioramenti nei prossimi sette giorni. Tienimi informato” disse Kessle.

I giorni passavano ed Auggie era ormai in grado di vedere le sagome degli oggetti…la mattina si svegliava presto per guardare Annie mentre dormiva. Il suo viso diventava sempre meno sfocato e lui intravedeva gli splendidi lineamenti del suo corpo... Aveva sempre saputo che era bellissima ed adesso era in grado di vedere personalmente quanto lo fosse.
Ogni tanto Annie gli chiedeva se ci fossero novità, ma lui rispondeva che bisognava aver pazienza e che il dott.Kessle era molto fiducioso.
Dopo una settimana la definizione delle immagini aveva fatto dei progressi incredibili.  Così decise di comunicarlo ad Annie… ed escogitò uno stratagemma d’accordo con Joan.
“Certo che ti aiuterò Auggie” rispose lei quando lui glielo disse.

Due giorni dopo, a Langley, Joan fece chiamare Annie.
“Mi volevi?” disse lei che si era precipitata in ufficio.
“Si siediti. Stiamo organizzando una serata a casa mia per domani sera. Una festicciola per pochi intimi.Vorrei che ci foste anche tu e Auggie” disse Joan.
“Certo, non credo che ci saranno problemi per Auggie.” disse subito Annie.

Arrivata a casa, Annie raccontò ad Auggie dell’invito. 
“Se si tratta di una festa immagino bisognerà vestirsi eleganti” disse Auggie.
“immagino di si” rispose Annie.
“Perché non indossi quel famoso abito che indossasti per la Traviata?” le chiese lui.
“Hai sempre detto che volevi un occasione opportuna”.
“Già domani passo a prenderlo a casa…come fai a ricordarlo?” si stupì lei.
“le mie mani non dimenticano…” rispose lui maliziosamente.

La sera successiva tutto era pronto a casa di Joan  e Arthur. 
Gli altri ospiti arrivarono prima dell’orario dato ad Annie.
Alle 20 in punto Annie nel suo bellissimo abito nero scese dall’auto insieme ad Auggie elegantissimo per l’occasione.
Arthur aprì la porta e disse “eccolì qui” rivolto agli altri ospiti.
Annie rimase scioccata…c’erano tutte le persone a lei care, Calder con Stephanie, Eric Barber con la sua ragazza, Nathalie e poi li vide…Danielle con Micheal e le nipotine.
“mah mah..che succede??” esclamò di gioia. Il cuore le stava esplodendo.
“zia, zia….”le ragazze le corsero incontro e l’abbracciarono forte.
Annie piangeva senza riuscire a smettere…”Danielle che sta succedendo? MA quando glielo hai detto? Joan grazie davvero ma perché tutto questo?”disse Annie completamente stravolta.
“Chiedilo a lui!” rispose Joan indicando Auggie.
Annie si voltò. Guardò Auggie. Ci mise un attimo a mettere a fuoco la situazione. Non aveva il bastone e camminava verso di lei fissandola negli occhi.
“Ci vedi…oh mio Dio..tu vedi?” urlò lei di gioia e fece per corrergli incontro per abbracciarlo quando lui serio le intimò“no…fermati lì”.
Lei si bloccò sempre più frastornata.
Lui le si avvicinò ed estrasse dalla tasca uno scatolino. Le s’inginocchiò davanti, aprì lo scatolino e disse” Annie Walker, sei una donna meravigliosa…una volta ti dissi che volevo stare con te dal primo istante che sei entrata nella mia vita…ora ho finalmente l’occasione di realizzare quel desiderio e vedere l’espressione del tuo viso mentre ti chiedo “vuoi sposarmi?” “.
Annie era paralizzata…in un istante tutto il loro percorso insieme le scorse davanti agli occhi…ora capiva che era tutto scritto, che il destino li aveva portati lì per vie impervie, ma regalando di nuovo la vista ad Auggie.
“Assolutamente si” rispose lei con un sorriso.
Auggie si alzò, le infilò l’anello al dito e disse “ora sei mia…siete tutti testimoni!” e la baciò con trasporto.
“viva gli sposi” gridò Arthur e tutti iniziarono ad applaudire e a congratularsi.

Dopo la cena, Annie andò da Joan e l’abbracciò “grazie davvero…per tutto…” 
“Ho sempre sperato in un lieto fine..siete perfetti insieme…quel giorno ho fatto la miglior scelta possibile”disse Joan “per la scelta dell’anello l’ho accompagnato…ma ha fatto tutto da solo..era felice come un bimbo in un negozio di caramelle”.
“ehi…non stavate certo sparlando su di me…ora vi vedo!” disse Auggie scherzando
“in effetti si” disse Annie.
“vi lascio” disse Joan tornando dagli ospiti “grazie…io non ho parole..mi sembra tutto un sogno. Non so davvero cosa dire” disse Annie grata.
“Ti amo più di me stesso…tu mi rendi libero…fai di me un uomo migliore…non ringrazierò mai abbastanza Joan per averti assegnata a me quel giorno” disse Auggie stringendola forte.
“Ehi Anderson avrai il resto della vita per abbracciarla…ora venite qui a far festa con noi” disse Calder.
“Arriviamo!” disse Auggie prendendo per mano Annie.
E si avviarono verso la loro nuova vita insieme.


   
 
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