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Autore: Gilled    02/06/2020    0 recensioni
[Hinds]
Carlotta Cosials è la frontwoman del gruppo indie rock spagnolo delle Hinds. Mentre sta andando a provare con le sue compagne di gruppo, per volere del caso conosce la rockstar Yuri Zdorenko, e tra i due nasce presto una relazione. Come andrà a finire?
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: OOC, Traduzione | Avvertimenti: Triangolo
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Diego arrivò con un mazzo di fiori. Carlotta si stupì:
"Che bei fiori! Sono per me?"
"Certamente", rispose il suo fidanzato.
"Grazie!" disse Carlotta e lo bacio. "Ma non ce n'era bisogno. Non sono adirata".
"Va bene", disse lui. "È solo che ho visto questi fiori e..."
"Ti ringrazio comunque. Dove posso metterli per ora?"
"Ci penserò io", disse Diego, "non voglio che ti senta a disagio".
"Grazie, sei molto gentile". (In realtà a Carlotta non sarebbe costato nulla salire e mettere lei i fiori nel vaso, ma non aveva alcuna voglia andare in casa e poi tornare.)
Diego prese i fiori, li mise al loro posto e poi tornò da Carlotta, andò a prendere la macchina e invitò la propria findanzata a salire.
Durante il viaggio, si raccontavano storie recentemente sperimentate. A un certo punto a Carlotta venne sete e lei domandò:
"Scusa, hai forse dell'acqua?"
"No, amore, mi spiace, ma non ne è rimasta".
"Non ti preoccupare".
"Te la posso prendere se trovo un negozio".
"Grazie, sei molto gentile".
Ma dopo venti minuti le passò la sete.
"Scusami", disse.
"Non ti preoccupare".
Alla fine, arrivarono alla stazione. Lui la fece scendere dall'auto e insieme andarono ad aspettare il treno.
"Arriverà tra venti minuti", disse Carlotta, dopo aver letto gli orari.
"Abbiamo tempo. Vuoi mangiare qualcosa?"
"No, grazie. Ma un caffè lo berrò volenteri".
"Allora andiamo".
Entrarono nel bar e Diego ordinò un caffè per sé e un caffè per la fidanzata. Prese anche un pasticcino e pagò.
Quando si erano già seduti, Carlotta osservò:
"Che buona atmosfera, non trovi?"
"Sì, è un luogo molto tranquillo".
Nel sottofondo si poteva sentire la canzone British Mind. Carlotta disse, sforzandosi di non piangere:
"Come vorrei poter ritornare qui".
"Anch'io", disse Diego.
E continuarono a parlarsi. Quando finirono, Carlotta guardò l'orologio da polso e disse:
"Bene, devo andare. Sta arrivando il mio treno".
"Credo che anch'io me ne andrò. Ci vediamo un'altra volta. Stammi bene".
"Grazie, anche tu".
Si congedarono e Carlotta salì sul treno.
Sembra che nessuno si accorse di lei, o semplicemente nessuno voleva disturbarla.v A un certo punto arrivò un uomo abbastanza alto, probabilmente di mezza età, e cominciò a chiedere i biglietti ai passeggeri. Lo chiese anche a Carlotta. Lei gli diede il biglietto e lui, assicuratosi che era in regola, la guardò e domandò:
"Carlotta Cosials? Ma come?"
"Proprio io", sorrise, sistemandosi i capelli. "Sto andando a fare le prove".
"Molto interessante!" disse l'uomo. "Lo sa che al mio figlio più grande piace molto la sua musica?"
"Bene! Sono molto contenta".
"È solo che per me è la prima volta".
"Va bene, continui, non oso trattenerLa".
"Grazie".
In quel momento le suonò il telefono. Era Anna.
"Carlotta, ti chiamo per dirti che siamo già pronte, stiamo solo aspettando te. Quando arrivi?"
"Non lo so, sto sul treno. Scusami per non averti chiamato come avevo promesso".
"Non fa niente, ormai non fa niente. Ci vediamo dunque".
Alla fine Carlotta scese dal treno e si diresse alla volta della sala prove, dove le altre tre ragazze la stavano già aspettando. A un certo, un uomo con un maglione ricamato, che stava probabilmente andando altrove, non si accorse di qualcosa e scivolò proprio su Carlotta.
Lei gridò:
"Signore, per favore, stia attento a quel che fa! Mi ha rovinato il vestito".
"Mi dispiace, mi dispiace", disse lui.
"Non sono arrabbiata, ma vorrei stesse più attento la prossima volta".
"Mi spiace", ripeté lui.
Lei si calmò e disse ridendo:
"Sa, penso di aver avuto fortuna".
"Lo penso anch'io. Mi scusi, è che sono arrivato in Spagna solo oggi".
"Non fa niente", disse la ragazza e, dopo qualche secondo di silenzio, aggiunse: "Allora non è di queste parti? Da dove viene?"
"Dall'Ucraina", disse l'uomo.
"Interessante!" rispose Carlotta, stupida. "È in vacanza qua?"
"Sì, in vacanza".
"Bene! A proposito, non Le ho ancora detto il mio nome. Carlotta".
"Yuri", rispose l'uomo, stringendole la mano.
"Piacere di conoscerLa".
"Piacere mio".
"Bene, non oso trattenerLa. È appena arrivato, immagino voglia il mio Paese, farsi una passeggiata".
"Sì, lo vorrei molto. Ma spero che ci rivedremo", disse Yuri. La ragazza stava iniziando a piacergli.
"Lo spero anch'io", disse questa ridendo.
Lui aprì il portafogli, estrasse qualche banconota e la diede a Carlotta.
"Grazie, ma non ce n'era bisogno", disse Carlotta, eppure le prese.
"Sono per il vestito. Non volevo fare questo".
"Non fa niente. Io capisco".
"Allora ci vediamo".
Yuri andò per conto proprio, mentre Carlotta si diresse verso la sala prove, dove la stavano aspettando le tre ragazze con la A come iniziale del loro nome.
   
 
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