Una nottata piatta

Una nottata piatta, piena di voglia di non fare, seduta su un letto davanti allo schermo di un portatile che illumina il mio visto pallido. La pagina di Word aperta, butto giù qualcosa.

“Tanto bello quanto monotono.
Sottotono.”

Premo il tasto backspace cancellando quelle scritte insignificanti.

Riesco a tramutare la tristezza in creatività, ma con la noia che ci faccio? Mi crea solo frustrazione e insicurezza, sto provando ad ucciderla con le parole ma non sta funzionando.

Ritento.

“Ultimamente ho ripreso a disegnare e questa cosa mi rende parecchio felice, ho addirittura qualcuno che crede che io possa fare strada.”

Pfft ma quale strada, il massimo che riuscirò a fare sarà qualche spiccio elemosinato da quei tre, quattro borghesi che avranno un briciolo di pietà nei miei confronti. Ho già l’aspetto di una vagabonda sono a metà strada.

"Non sono né un’artista né una scrittrice, eppure mi cimento a fare entrambe le cose, diciamo che gioco ad essere quello che non sarò mai."

Continuo a scrivere.

“Non mi reputo una persona speciale, se lo fossi probabilmente avrei già almeno tentato di creare qualcosa di speciale, ergo sono solo una mentecatta povera illusa e dovrei mettere i piedi per terra.”

Oppure potrei aprire quella bella bottiglia di Spumante che i miei hanno segregato in vetrina e scolarmela tutta d’un fiato. Ravviverei in qualche modo questa nottata fiacca e solitaria.

Faccio pena, lo so.

Mani sulla tastiera.

“Eppure nonostante tutto, questo ragazzo vede qualcosa di particolare in me. Sarà tutto il thc che ha nel corpo a non farlo ragionare lucidamente, oppure nel più improbabile dei casi ho effettivamente qualcosa di peculiare.”

Vogliamo davvero definire speciale una persona che non fa niente di produttivo con lo scorrere del tempo, preferendo addormentare la propria coscienza tra alcool e droghe?

Ma dai su’ scherzo, ogni tanto per cambiare vado a qualche concerto. Raddoppiando il dosaggio dei due ‘amichetti’ sopracitati.
Ahaha. Triste.

“È una domanda che mi faccio da tempo, cosa spinge la gente a legarsi a me?”

Non voglio essere ripetitiva ma sarà che le persone provino un qualche tipo di compassione nei miei confronti? Perché non vedo altra spiegazione, perfino adesso che dovrei dare libero sfogo alle mie fantasie preferisco lamentarmi di me stessa. Dai, quanto può essere  patetico?

“Curarmi.”

È l’unica cosa che mi viene in mente insieme, giustamente, a “Curami” dei CCCP.