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Autore: Angel Of Fire    03/06/2020    3 recensioni
Le sarebbe piaciuto immensamente pilotare un X-wing, un giorno. Lasciare quel pianeta discarica e sfrecciare libera nello spazio, esplorare nuovi mondi, assaporare la galassia. Avrebbe tanto desiderato essere importante per qualcuno, salvare vite, fare del bene. Ma, al momento, era solo una ragazzina di tredici anni, insignificante e sola, affamata e senza un credito.
* * *
Qual è il tuo nome?
La voce di Snoke gli sussurrò compiaciuta nella testa.
Kylo impugnava la sua nuova spada laser dall'instabile lama cremisi, soddisfatto del risultato ottenuto.
Cedere al Lato Oscuro non era stata una sua scelta, ci era stato costretto. Ma in quel momento si sentiva libero di appartenere a qualcosa che non gli avrebbe imposto nessun limite.
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Missing moment, #reylo
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Rey
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Freedom's Dawn


Challenge: “Una pagina a caso” del sito Javapedia
Prompt:
Freedom's Dawn
Dispensatrice: MorganaRoisinDubh81
One Shot (più di 500 parole)
Parole: 1130
Rating: giallo
Coppia het
Genere: azione, avventura, sentimentale
Personaggi: Kylo ren, Rey


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Freedom’s Dawn


Rey si fermò per bagnarsi la bocca con poche gocce d’acqua. Era solo l'alba e le sue labbra erano già arse dal sole. Ma nel deserto infuocato di Jakku, dissetarsi completamente e avidamente, era un lusso concesso a pochi.
Ripose la borraccia nello zaino e proseguì il suo cammino con la sua fedele asta a tracolla. Aveva avuto un colpo di fortuna e doveva sfruttarlo a suo vantaggio, prima che qualche Tido si mettesse sulle sue tracce.
La sua audacia e il suo spirito indomito, l'avevano spinta a inoltrarsi fino alla zona inesplorata oltre il cimitero delle astronavi, e il suo coraggio era stato premiato. Davanti a lei riposava, coricata su un fianco e mezza seppellita nella sabbia, la carcassa di una delle poche astronavi ribelli precipitate su Jakku.
La strada per arrivarci era pericolosa ed impervia, circondata da insidiose sabbie mobili, ma lei aveva trovato una scorciatoia segreta più sicura e avrebbe sfruttato quella benedizione, finché avrebbe potuto.
Esplorando il relitto dell'incrociatore, aveva scoperto ed imparato moltissime nozioni sull’Alleanza Ribelle. La Freedom’s Dawn, “L’alba della libertà”, non era solo una fonte inesauribile di pezzi di ricambio che le avrebbero garantito pasti decorosi per almeno un anno, era anche un'incredibile miniera di informazioni.
Era in uno dei suoi tanti hangar che aveva recuperato il casco del pilota Dosmit Raeh, e la stoffa con cui si era costruita un pupazzo che ricordava vagamente un pilota di X-wing.
Le sarebbe piaciuto immensamente pilotarne uno, un giorno. Lasciare quel pianeta discarica e sfrecciare libera nello spazio, esplorare nuovi mondi, assaporare la galassia. Avrebbe tanto desiderato essere importante per qualcuno, salvare vite, fare del bene. Ma, al momento, era solo una ragazzina di tredici anni, insignificante e sola, affamata e senza un credito. E le avventure che si divertiva a vivere col pilota Dosmit Raeh, esistevano solo nella sua mente.
E poi, lei non poteva andare da nessuna parte finché la sua famiglia non fosse tornata a riprenderla. I suoi genitori glielo avevano promesso, anche se erano già passati sette anni da quando l'avevano lasciata.
La Freedom’s Dawn era una nave immensa, lunga più di un chilometro. Aveva iniziato ad esplorare la parte centrale, da cui si accedeva attraverso lo squarcio provocato da una devastante esplosione.
Alzò lo sguardo verso quel cielo incolore, e si ritrovò ad immaginare la battaglia che aveva reso famoso Jakku. Vedeva immense astronavi solcare l’atmosfera intorno al pianeta, stormi di caccia stellari saettare veloci in ogni direzione. Sentiva i colpi dei cannoni, il sibilare dei laser dei Tie, i boati dei missili che, infrangendosi sui Destroyers, provocavano immense esplosioni.
In quel momento, invece, tutto era immobile. C’erano solo silenzio e morte. E un vento rovente che le bruciava i polmoni ad ogni respiro.
Si addentrò nel relitto e lanciò il rampino per scalare un’alta parete che l’avrebbe portata in uno dei luoghi più ricchi di apparecchiature da smontare. Un posto rischioso ma redditizio. Era finito il tempo di fantasticare, doveva pensare a procurarsi da mangiare.

*

Quando si appese alla corda aveva lo zaino pieno di convertitori. Plutt glieli avrebbe pagati almeno tre quarti di porzione.
Bastava poco per renderla felice. Si sarebbe goduta la serata con la pancia piena e non avrebbe passato la notte in balia dei suoi incubi ricorrenti.
Scese con cautela, scivolando lenta sulla fune. Lo zaino pesava e tendeva a sbilanciarla all'indietro. Era arrivata ormai a meno di quattro metri dal suolo, quando, una violenta sensazione di gelo la pervase, costringendola a bloccarsi. Non era la prima volta che accadeva, le era già successo, in presenza di Unkar Plutt, ma non le aveva dato troppo peso. Non ebbe modo di riflettere ancora: la corda cedette con uno scatto e si ritrovò a precipitare nel vuoto.
Quando riaprì gli occhi si accorse di essere sdraiata. Lo zaino, sotto di lei, aveva attutito il colpo e le aveva salvato la colonna vertebrale. Ma un dolore lancinante al fianco sinistro era il chiaro segno che aveva qualche costola fratturata.
Sentì un leggero formicolio sulla guancia e si sfiorò per grattarsi. Quando si accorse che le sue dita erano sporche di sangue, il terrore si impossessò dei suoi sensi.
Dolore. Gelo. Sangue.
Perché aveva la terribile sensazione che le tre cose fossero strettamente interconnesse? Poco prima di precipitare nel vuoto le era sembrato di udire un rumore simile ad un grido, provenire da molto lontano. Come se, da qualche parte, qualcosa “o qualcuno” stesse soffrendo e si fosse spezzato. La sensazione di gelo che aveva provato era stata così reale e potente da paralizzarle le membra.
Sospirò e deglutì a vuoto. Forse era stata solo una sua stupida autosuggestione. Doveva smetterla di fantasticare sui ribelli, sulla Resistenza e su tutto ciò che di oscuro si nascondeva dietro al Primo Ordine. Ne andava della sua sopravvivenza.
Si rialzò a fatica tenendosi il fianco dolorante e raccattò tutte le cianfrusaglie sparse sul pavimento. Quello stupido incidente imprevisto le sarebbe costato caro. Avrebbe dovuto rinunciare ad almeno mezza porzione per farsi curare. Trascinò la sacca fino al suo speeder e tornò all'Avamposto di Niima.


* * *


Qual è il tuo nome?

La voce di Snoke gli sussurrò compiaciuta nella testa.
Kylo impugnava la sua nuova spada laser dall'instabile lama cremisi, soddisfatto del risultato ottenuto.
Cedere al Lato Oscuro non era stata una sua scelta, ci era stato costretto. Ma in quel momento si sentiva libero di appartenere a qualcosa che non gli avrebbe imposto nessun limite.
Per questo aveva fatto sanguinare il suo stesso cristallo. Avrebbe abbattuto tutto ciò che rappresentava un legame con la famiglia che lo aveva tradito e rinnegato.
E quello era stato solo il primo passo.
Usare il potere del Lato Oscuro per convertire il kyber gli era piaciuto, lo aveva trovato appagante. Quella piccola gemma pulsante di vita si era ribellata, aveva resistito, aveva gridato. Alla fine aveva ceduto e si era incrinata.
Era stato difficile e crudele uccidere Ben Solo. Ma ci era riuscito.
Mentre stringeva nel palmo il cristallo diventato cremisi, aveva provato dolore, un'intensa sensazione di gelo, e le sue labbra avevano assaporato il gusto del sangue.
Dolore. Gelo. Sangue.
Aveva avuto la sensazione che le tre cose fossero strettamente interconnesse.
Un paio di piccoli occhi ambrati e terrorizzati, gli si erano spalancati davanti e lo avevano fatto vacillare. Erano giunti a lui attraversando il tempo e lo spazio, e quello era stato l'unico istante in cui aveva esitato.
Ricordava quegli occhi. Gli erano già apparsi nel momento in cui aveva ucciso il maestro dei Cavalieri di Ren. Ma adesso aveva visto a chi appartenevano, ed era l'unica debolezza che gli impediva di sentirsi totalmente onnipotente: una minuta ed insignificante ragazzina vestita di stracci.

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Angolino dell'autrice:

I miei piccoli deliri Reylo proseguono.
Dosmit Raeh è un personaggio canonico.
Per questa ficcina mi sono ispirata al fumetto The rise of Kylo Ren. Può essere considerato un missing moment dell'ultima parte.
Alla prossima!

  
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