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Autore: sallythecountess    04/06/2020    0 recensioni
Superata la soglia dei famosi quaranta, un gruppo di amici storici si ritrova e finisce col confessarsi le paure, gli sbagli e i desideri. C'è chi ha deciso di crescere e mettere la testa a posto, chi invece è tornato ragazzino, chi aspetta un figlio da un uomo sconosciuto e poi ci sono loro: lo chef Dubois e la sua storica amata, che dopo un doloroso divorzio continuano ad amarsi ai lati opposti del globo, senza avere il coraggio di provare a recuperare il loro rapporto, fino ad un'estate speciale...
Ricordo a tutti che questa storia è il capitolo conclusivo della serie "La ragazza di Tokyo" e potete leggerla da sola, oppure iniziare a leggere qui la serie https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3886156&i=1
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
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Capitolo 7: magia e medicina.
“…e poi la mamma scoprì che in realtà quel rito magico ci aveva legato veramente, ma la scema aveva paura di dirmelo, perché credeva che a me non avrebbe fatto piacere.”
Sussurrava Lor ai suoi piccoli, steso su un’amaca insieme alla sua Ai. Quelle due piccole scimmiette la trattavano come un grande peluches, e mentre uno la teneva stretta con tantissima forza, l’altro si era seduto sulla sua pancia. Alice era troppo emotivamente coinvolta da quella storia per arrabbiarsi, così rimase ad accarezzarli distrattamente, con occhi vergognosamente languidi. Aveva dimenticato quanto potesse essere bello coccolarsi insieme a lui con i bambini, e per un istante si era detta che quei momenti erano persino più belli di quelli dell’inizio della loro relazione. Lor si stava dedicando a lei e ai piccoli con tutta l’anima e Alice non smetteva di sorridergli, con occhi lucidi e pieni di speranza, ma non notò quello che i suoi figli stavano combinando. Il problema nacque quando il suo ex marito provò ad accarezzarla, perché quei due demonietti erano possessivi, e gridarono “E’ nostra la mamma, non si tocca.”
Alice rise a crepapelle, ma Lor provò un brivido fortissimo, perché l’idea che i suoi figli la preferissero a lui lo feriva terribilmente, ma l’unica cosa che poteva fare era dedicargli più tempo. Perciò ribattè seccato “hey ragazzini, lei è mia da molto prima che voi nasceste. Non diciamo sciocchezze”e questo fece rabbrividire Alice, che moriva dalla voglia di baciarlo e gli appoggiò due dita sulle labbra. Fred e George, però, avevano qualcosa da ridire; si fissarono confusi, poi Fred (il genietto seduto in posizione yoga sulla pancia della mamma) si decise: mise una mano sulla guancia di lei, e di lui e quando ebbe finalmente la loro attenzione ribattè “non è vero. La mamma è soprattutto mia e di George, ma anche un po’ degli altri e…beh un pezzettino piccolissimo è di Toshio. Tu che c’entri?”
Ovviamente Lor odiò con tutte le sue forze quella frase, e probabilmente dovette reprimere con forza  la voglia di urlare una serie di improperi notevole, ma proprio mentre stava cercando di calmarsi, lei sussurrò con voce dolce “non dite sciocchezze!” E i due gemelli la fissarono confusi.
 Con una dolcezza immensa, che lasciò Lor totalmente disarmato, chiese ad entrambi di appoggiarsi sul suo petto e fissandoli negli occhi sussurrò “papà è mio ed io sono sua, da sempre. Questa cosa non cambierà, non può cambiare per nessun motivo al mondo. E voi siete nostri, esattamente nello stesso modo. Abbiamo le stesse cellule, lo stesso sangue, gli stessi capelli, gli stessi nei, gli stessi denti, lo stesso pancreas, lo stesso cuore eccetera eccetera. Voi siete frutto di una meravigliosa magia, che ha fuso insieme le cose migliori mie e di papà per creare altri piccoli esserini come noi. Ora, quindi, ditemi: se voi che siete un perfetto miscuglio di me e di lui, se portate me dentro voi stessi e siete di papà, io di chi sono?”
“Che discorso contorto Ali!”
Sussurrò Lor dolcemente, ma realmente senza fiato per tutto quell’amore che lei dimostrava, anche a lui. Ancora una volta aveva dovuto reprimere la voglia di baciarla e lei gli sorrise soltanto, fissandolo profondamente negli occhi. Entrambi pensarono che quella famiglia era troppo bella e meritava di essere salvata, ma sorrisero soltanto.
 I gemelli, però, erano rimasti concretamente impressionati dal discorso della madre, perciò presero il braccio del padre e lo tirarono sul loro corpo, unendo tutti e quattro in un unico abbraccio, ma solo per pochi istanti, perché George aveva un dubbio, così alzando la testa sussurrò “…ma quindi noi siamo anche di Toshio?”.
Lor ebbe una crisi in quel momento, e gli venne una voglia terribile di urlare come un pazzo, perché non sopportava che i suoi figli credessero di avere un altro padre, ma Alice rispose ridacchiando “…nessuno è di Toshio. Né voi, né io.”
“E neanche papà?”
Chiese Fred, che non aveva ben chiara tutta la questione, ma lui ridendo ribattè “Assolutamente no. Noi siamo nostri e basta. E chiunque venga dopo, non cambierà quella bellissima magia di cui parlava la mamma…”
Rimasero così, testa contro testa a chiacchierare, uniti in un unico grande abbraccio. I gemelli, però, non avevano sonno e ben presto urlarono “vogliamo sapere di più di questa magia. Come si fa?” lasciando Lor e Ai concretamente perplessi.
“Ah beh…la mamma lo sa.”
Farfugliò lui imbarazzato, provando a girare la palla ad Alice, e sapete cosa? Di sicuro aveva letto troppe storie fantasy, ma lei davvero riuscì a imbastire qualcosa. Sì, certo era una creatrice di fumetti, ma beh quello che tirò fuori dal cilindro lasciò Lor concretamente sorpreso.
“Allora quando due persone si amano tantissimo e…sentono che è arrivato il momento di cambiare la loro vita incasinandola, decidono di avere un figlio, che è la somma di tutte le cose migliori che le due persone hanno e anche di qualche difetto.”
“Génial.”
Commentò Lor accarezzandola, ma i gemelli non erano completamente convinti, perciò ribatterono “sì, ma come si fa questa magia? Vogliamo sapere i dettagli.”
“…si mettono in un calderone speciale piccoli elementi dei genitori, si mescola tutto e poi si aspetta. Nove mesi dopo, o anche un po’ prima nel vostro caso, puf, appare la progenie.”
I gemelli fecero migliaia di domande a quel punto (“Cos’è la progenie? Cosa si mette esattamente nel calderone? Chi fa la magia? Perché nove mesi? E se poi i genitori cambiano idea?”) ma Lor si era stufato, perciò gridò “una stella cadente! Sapete cosa si fa con le stelle cadenti?” e  riuscì a cambiare discorso.
Continuarono a parlare per ore, fino a quando i gemelli crollarono e rimasero svegli solo loro.
“Ci vediamo dopo Alis, devo fare una cosa con Dug…”
Le sussurrò con uno sguardo incredibilmente sensuale una volta messi a letto i due matti, e lei per un attimo annegò nella tristezza, ma non disse nulla. Aveva avuto anche troppo tempo di Lor, ed era prevedibile che lui tornasse a lavoro, anche se quella cosa la feriva terribilmente. Rimase a chiacchierare con Mat, Cristina e le due bambine, mentre Lor trascinava di peso Dug nello studio.
Non aveva nessuna intenzione di lavorare, ovviamente, ma era furioso con il suo migliore amico.
“Mi devi dire perché non me lo hai mai detto, sacrè. Sei mio fratello, come hai potuto non dirmi che mia moglie era malata?”
Dug alzò gli occhi al cielo e sbuffò tantissimo, perché non aveva nessuna voglia di immischiarsi nella storia di quei due ancora una volta, e aveva pensieri più importanti, ma Lor non sembrava voler sentire ragioni. Nervoso ribattè “Alice mi ha proibito di farlo. Mi ha detto che se non te ne sei accorto avendola accanto tutte le notti, probabilmente non ti sarebbe importato.”
“E tu le hai creduto? Hai davvero pensato che io non volessi sapere che mia moglie ha una malattia?”
“Adesso non essere melodrammatico…” ringhiò Dug particolarmente scocciato.
“E’ malata Dug. Ok, non è una cosa così grave ma…dovevo saperlo, dovevi dirmelo.”
“Beh…avresti potuto accorgertene, e non lo hai fatto.”
Disse, con un tono estremamente rigido e Lor capì: Dug non gli aveva mai parlato del suo divorzio, non gli aveva chiesto nulla, ma evidentemente pensava che fosse avvenuto solo per colpa sua.
“Ma tu sai in che periodo ero, sacrè. Sai che tornavo a casa due ore al giorno, quando potevo tornare, e non dormivo più, non mangiavo e mi tormentavo per la paura…e se, merde, non mi sono accorto che lei stesse male, avresti dovuto dirmelo, da amico. Da socio, e da persona che stava passando lo stesso schifo che passavo io.”
“Lo so, ho passato la stessa cosa, ma…lasciamo perdere.”
“Cosa? Quoi? Eh?”
 Gridò mio Lor furioso, e Dug rispose solo “Lor, ho giurato sui miei figli di non parlare. Non posso farlo.”
“Ma neanche tu tornavi mai a casa, eravamo sempre insieme. Io, tu e Matias. Come hai potuto non dirmi nulla? Come hai potuto guardare in silenzio mentre ci allontanavamo? Ho perso ogni cosa…” disse, francamente deluso.
Vedete, avevano finalmente iniziato a tirare fuori un po’ di cose che avrebbero voluto dirsi per molto tempo, ma che non avevano mai avuto il coraggio di dire.
“Te la sei giocata male Lor, questo è il problema. Avresti dovuto…” iniziò a dire Dug con tono estremamente acido, ma Lor lo interruppe urlando “ Dovevi dirmelo prima, cosa avrei dovuto, non a cose fatte. Così si comporta un amico” e Dug gli voltò le spalle scuotendo la testa.
Lor ci pensò un attimo, perché era davvero complicato dover assimilare il tradimento di Dug, ma poi si disse che come aveva mollato la moglie, aveva mentito a lui. Doveva essere fuori di testa.
Lei era in veranda a coccolare Bibi e Sophie, chiacchierando con Cristina di nomi per il suo bambino, quando lui finì e la trovò completamente gelida.

Nota:
Ciao a tutti, scusate se sto caricando questa storia a rilento. Allora che ne pensate di questa situazione? Alice sbaglia a rimanerci male se lui la lascia per lavorare? Sono carini i gemelli? E soprattutto: che sta succedendo tra Lor e Dug? Siete curiosi? Fatemi sapere se vi è piaciuto questo capitoletto, vi aspetto.
   
 
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