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Autore: Manocoll    06/06/2020    0 recensioni
Jury Devlin, provetto subacqueo, è entusiasta dell'offerta di lavoro ricevuta. E' stato infatti contattato da Henrick Notron, famoso biologo marino, per un delicato incarico nel Mediterraneo. L'unico scoglio che deve superare è covincere la moglie Ann, abile fotograva che da tempo desidera un bambino, a seguirlo nell'impresa. Quando finalmente ci riesce, pensa di avere risolto ogni problema, ma i guai sono in agguato. Prima di partire per il mar Egeo, dove dovrano immergersi, Jury riceve una telefonata minatoria, e lcuni incidenti che accadono loro una volta giunti a destinazione li convincono che devono esserci in gioco grossi interessi. Cosa c'è di così prezioso in quei fondali e chi è tanto malvagio da non esitare a uccudere purché il segreto resti inviolato?
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9


 
 
Durante la cena la conversazione fu forzata e tutti si sentirono sollevati quando poterono trasferirsi sulla terrazza per bere il caffè sotto la cappa stellata del cielo.

Ann si perse nella contemplazione dell’incantevole spettacolo naturale e sussultò quando sentì la voce di suo marito.

«Che cosa hai detto Jury?» chiese, riscuotendosi dal proprio abbandono.

«Che me ne vado un momento… ci vediamo più tardi.»

«D’accordo!» sorrise lei, quindi lo vide seguire da Riley Nilved, che stava rientrando in casa.

Quando raggiunse Riley nel corridoio che portava alla cucina, Jury lo sfidò scherzosamente.

«Che cosa c’è Riley? Hai un appuntamento segreto? Se c’è di mezzo una donna, mi ritiro subito. Ma se si tratta di qualcos’altro, sono impaziente di conoscerlo.

Riley lo guardò negli occhi, rifletté un momento e prese una decisione.

«Va bene, ti dirò tutto. Ma non ho molto tempo.»

Jury ascoltò attentamentee alla fine espresse la sua opinione su quanto aveva saputo.

«Hai ragione, vale la pena di dare un’occhiata», convenne. «Non mi va l’idea che quei rapitori possano farla franca. Bisognerà fare qualcosa. Se posso aiutarti…»

«Grazie, Jury, il tuo aiuto potrà farmi comodo. Ma per quanto tempo ti fermerai a Xanthos?»

«Fin quando aveai bisogno di me», rispose Jury senza esitare.

Si strinsero vigorosomanete la mano e si lasciaromo. Riley corse al suo appuntamento con Xena, mentre Jury tornava sulla terrazza con Ann e Tommy.
Ben presto ridiscesero il villino in riva al mare.

 
Mentre Xander e Henrick prendevano il tè prima do cosricarsi, squillò il telefono. Era una chiamata dalla Scozia e Henrick fu felice di sentire Frank Eliott.

«Sì, Xander è ancora qui», lo informò vivacemente. Ringraziando il cielo di non avere parlato del rapimento ai genitori del ragazzo, disse che Xander stava bene ed era felice, quindi si affrettò a chiamarlo al telefono.

Stupito per quella chiamata inattesa, Xander parlò  un momento con il suo patrigno. Finalmente Frank venne al dunque.

«Ascolta, caro, un mio amico ha appena finito un lavoro a Rodi. Viaggia con il suo aereo privato. «Xander ascoltò perplesso ma fremette d’irritazione quando Frank gli disse che quell’uomo era stato incaricato di riportarlo a casa.

«Ovvimente non può atterrare a Xanthos, ma è disposto a prelevaerti al più vicino campo di aviazione.»


«Stai scherzando!» protestò lui. «Così questo tizio dovrebbe prelevarmi come un pacco postale… senza tenere conto della mia opinione?»

«Oh, andiamo, Xander. Viaggerai molto più comodamete. Credevo di farti piacere…»

Elliot porse il ricevitore a sua moglie che, essendo vicina al microfono, aveva sentito ogni parola del ragazzo.

«Lo facciamo solo per il tuo bene», asserì Margot Elliot. «E anche per aiutare il povero signor Notron. Si starà certamente chiedendo quando lascerai Xanthos…»

Xander sbatté il ricevitore sulla forcella con tanta forza che per poco non lo spaccò in due. Menre si accingeva a lasciare la stanza, Henrick lo prese per un braccio.

«Calmati, Xander, troveremo una soluzione, vedrai», gli assicurò in tono gentile.
Nessuno di loro sentì un rumore di passi sulla terrazza, un rumore che cessò non appena Xander ebbe aperto bocca.

«Non capisci, Henrick», protestò lui con veemenza. «Vogliono mandare qualcuno a prendermi come se fossi un pacco o una valigia!» A un tratto scoppiò a piangere. «Non vuoi sbarazzarti di me, vero?»

«Oh, Xander, dovresti sapere che…»

Henrick s’interruppe bruscamente, avendo sentito un rumore sulla terrazza. Si girò di scatto e vide Tommy.

«C’è Tommy», disse con sollievo, lasciando la terrazza. «Con il vostro permesso, vi saluto e me ne vado subito a letto.»

«Ciao, Xander!» disse Tommy quando Henrick si fu allontanato. «Su con la vita, c’è una soluzione per tutto.»

Xander si rassenerò all’istante, ricordando che ai vecchi tempi era sempre andato d’accordo con Tommy. Sapeva di potersi confidare con lui e gli spiegò la situazione senza esitare.

«Hai certamente ragione e farò il possibile per aiutarti», disse Tommy alla fine.

«Non vedo perché ti debba lasciar portare via da questo rompiscatole volante. Conta pure su di me.»


Xander non fu molto consolato dalle sue parole. Era venuto a Xanthos soprattutto per vedere Tommy, ma lui gli aveva fatto capire subito che i suoi sentimenti erano cambiati. Questo non significava che ora avesse mentito, naturalmente, ma significava che Xander aveva bisogno di tempo per riflettere.
«Scusami, Tommy, sono molto stanco», mormorò. «Grazie per il tuo aiuto, sei un vero amico. Se non ti rincresce, vorrei andarmene a letto.»

In quel momento Tommy non voleva essere esattamente un “amico”…  perché, da quel ragazzo attraente che era stato un tempo, Xander si era trasfornato in un giovane ragazzo di straordinaria bellezza. Come mai non se n’era accorto prima?

 
Mentre si girava per andarsene, Xander fu folgorato ad un pensiero.

«Perché, perché sei tornato?» Chiese a Tommy. «C’è qualcosa che…»

«Oh,  volevo soltanto che dere a Henrick di prestarmi una delle sue carte nautiche. Ma dato che è andato a letto… A proposito Riley Nilved non c’è?

«No è uscito.»

«Oh, capisco. Be’, sogni d’oro!»

«Grazie, Tommy», mormorò Xander con un sorriso stanco.

In quel momento Tommy soffrì per lui, pur avendo l’impressione che drammatizzasse per nulla. E soffrì anche al pensiero del loro amore… Morto ancora prima di nascere.

Mentre tornava in paese, pensò al motivo della sua visita e rifletté sulla leggenda di Romingua, una storia che aveva acceso la sua immaginazione. Quando giunse al villino, sentì Jury e Ann discutere sommessamente. Poiché s’interruppero di colpo, dedusse  che stavano parlando di questioni private.

«Oh, eccoti qui, Tommy!» esclamò Ann. «Giusto in tempo per darci la buonanotte… stavamo per andare a letto.»

Sembrava che al suo arrivo tutti venissero improvvisamente assaliti dal sonno, pensò lui con amara ironia.

«Dove sei stato?» gli domando Jury. «Credevamo che avessi appuntamento con un ragazzo.

«Sei fuori strada!» rispose Tommy. «Sono tornato alla villa per chidere a Henrick se potevo dare un’altra occhiata a una delle sue carte nautiche.

Alzò le spalle e aggiunse che era arrivato troppo tardi, perché anche Henrick stava per corivarsi.

«Quale carta? Chiese Jury incuriosito.

«Quella del luogo dove sono stato aggredito e ho perso la macchina fotografica.

«Ma perché volevi vederla, Tommy?» volle sapere Jury.

«Perché credo che gli uomini di Strickland si stessero immergendo in quella zona. Ecco perché non volevano che scattassi fotografie. E se cercavano il tesoro di Rominga, come ritiene Riley Nilved, evidentemente il tesoro si trova da quelle parti.» Guardò suo fratello con aria interrogativa. «Non dirmi che non ci hai già pensato! Comunque avevo intensione di controllare il punto in cui è avvenuto l’agguato.»

Jury non poté trattenere un sorriso. C’era da aspettarsi che un ragazzo intelligente come Tommy avrebbe subodorato la verita! Meritava di conoscere tutta la storia. In fin dei conti non c’era motivo di tenerla segreta.

«Sì, Tommy sono sicuro che Ann e io abbiamo lavorato per a Strickland in quello stesso luogo», disse. «Ma Riley ha elaborato una storia molto intertessante su quel tesoro. Secondo questa teoria, le reliquie sono state salvate dai superstiti del naufragio e portate sulla terra  più vicina… Xanthos.

«Come hai detto?» chiese Tommy, fissandolo sbigottito.

 
Era una serata calma e soltanto gli sporadici richiami degli uccelli notturni rompevano il silenzio nella parte settentrionale dell’isola di Xanthos, una landa selvaggia dove gli abitanti dell’isola non si avventuravano mai.

Ma quella sera due persone risalivano il pendio boscoso… una donna agile e snella seguita da un uomo atletico e vigoroso. I due camminavano lentamente e osservavano il terreno come se stessero cercando qualcosa.

A un tratto Xena si fermò e si voltò a guardare Riley con il quale aveva ormai instaurato un rapporto confidenziale e a cui si rivolgeva dandogli del “tu”.

«Il sentiero finisce qui, Riley», disse. «Una volta mi sono spinta più oltre, senza esito.

Giunsero alla sommità della collina passando fra i cespugli e macigni, quindi guardarono l’impenetrabile boscaglia che si stendeva ai loro piedi. La discesa fu assai difficile, perché dovevano aggirare enormi macigni e passare fra rovi che artigliavano i loro vestiti.

Finalmente Xena si fermò in una piccola radura.

«Sono sicura che mio padre e io ci siamo fermati qui. Ha detto che il luogo era qui vicino… ne era sicuro. Poi ha cominciato ad ansimare e siamo dovuti tornare indietro.

Come aveva già detto a Riley, suo padre avrebbe voluto tornare sul luogo per continuare la ricerca, ma le condizioni del suo cuore non gliel’avevano permesso.

Riley provò un senso di delusione, perché in quel luogo non c’era nulla che assomigliasse lontanamente a un tempio, ma Xena non sembrava per nulla scoraggiata.

«Proviamo a scendere ancora un poco», insistette.

«Avrei dovuto portare un machete», scherzò lui mentre procedevano nella boscaglia scostando i rami che li sferzavano in viso. Scesero finché il terreno divenne pianeggiante e a un tratto Xena lanciò un grido eccitato.

«Garda Riley! Guarda laggiù!»

Davanti a loro si ergevano due colonne di pietra quasi nascoste dalla vegetazione.

«Be’, ho visto dei templi migliori,» osservò Riley un po’ deluso. «Vediamo se nei dintorni c’è qualche altra rovina.»

Scostarono i rovi intorno alle colonne, ma non trovarono nulla d’interessante.
Finalmente interruppero la ricerca, vinti dalla stanchezza.


«Oh, Riley, doveva essere un tempietto da nulla», osservò Xena. «Non… non è imponente come me l’aspettavo.»

Riley si girò a guardarla e vide l’espressione mortificata del suo viso. Un ricciolo le cadeva sulla fronte e le sue guance erano striate di polvere. Le prese la mano per consolarla… e la scintillà scoccò di nuovo, come alcuni giorni prima, quando una semplice occhiata era bastata per farli sentire un solo essere.

Riley le sfiorò delicatamente le labbra con le proprie, ricevette una risposta incoraggiante e la baciò con passione. Rimasero abbracciati per un lungo momento, poi si separarono a malincuore. Ora lievi nubi veleggiavano nel cielo coprendo la luna con volute di madreperla e soffiava un a leggera brezza. Xena fu scossa da un brivido e Riley se ne accorse.

«Comincia a far freddo», mormorò con dolcezza. «Non credi dovremmo tornare?»

«No!» protestò lei. «Non ancora. Mio padre era così sicuro… Ricordi le parole della sua registrazione? «Hanno sepolto il loro tesoro ed eretto un tempio per proteggerlo”. Oh Riley, cerchiamo ancora un momento, ti prego.

Lui le sorrise e le diede un bacetto sulla punta del naso.

«Come potrei rispondere no a una preghiera così gentile? Diamo un’occhiata a quelle pietre.»

 
Mentre Riley si apriva un varco fra i rami, a un tratto la terra gli cedette sotto i piedi e lui si accoese di cadere. Precipitò in quello che gli parve un pozzo, urtò una lastra di pietra e cercò di aggrapparsi, ma questa si spezzò e gli cadde addosso. Fu trafitto da un dolore lancinante e perse i sensi per un attimo, ma si riprese subito. Sentì più in alto l’urlo terrorizzato di Xena e gridò con tutte le forze:

Sta indietro, c’è un buco sotto i cespugli! Non avvicinarti!

Lei si gettò per terra, sbirciò oltre il ciglio del buco e vide una scalinata in rovina, di cui mancavano vari gradini. Ignorando le proteste di Riley, si calò oltre il ciglio e scese da lui.

«Non posso nuovermi», ansimò Riley, accennando alla pesante lastra di pietra che lo opprimeva. «Mi dispiace, Xena, ma non riesco a liberarmi.»

Lei cercò freneticamnete di spostare la pietra, ma i suoi sforzi non servirono a nulla. Alla fine guardò Riley negli occhi, cercando d’infondergli coraggio e fiducia.

«Vado a cercare aiuto!» disse risolutamente. «Tornerò al più presto.»

«Xena…» mormorò lui a fatica.» Qualunque cosa succeda… vorrei dirti che ti amo. Te ne ricorderai, vero?»

«Oh Riley!» esclamò lei, commossa e felice, stentando a trattenere le lacrime. «Resisti! Tornerò prestissimo!»

Risalì fino al ciglio della buca e corse verso il paese.

 
Quella stessa notte Xander continuava a rigirarsi nel letto. Si vergognava del proprio sfogo contro i suoi genitori e si rendeva conto che avrebbe dovuto conservare la calma. In fin dei conti loro agivano soltanto per il suo bene.
Finalmente scivolò nel sonno, ma si svegliò quasi subito di soprassalto, Ch cos’era quel rumore sotto la finestra? Ecco, lo aveva sentito di nuovo! Per un momento giacque rigidamente in ascolto, poi si arrischiò a scendere dal letto e accostarsi alla finestra.

Vide una figura sul sentiero e provò una fitta di terrore, ma nello stesso tempo la figura si mosse e un raggio di luna le rischiarò il viso. Era Xena!

Xander lasciò la camera, si precipitò al pianterreno e aprì la porta posteriore per far entrare la ragazza, che si accasciò su una sedia ansimando.

«Oh, Xena… Xena! Che cos’è successo? Non stai bene?» Xander accese la luce e vide le gocce di sangue sul pavimento. «Sei ferita! Che cosa è successo?»

«No, no, sto benissimo! Non preoccuparti, mi sono solamente graffiata passando fra i rovi. Devo chiamare Jury, Riley è caduto in una buca e non riesce ad uscire. Non c’è un istante da perdere!»

«Tu resta qui!» le ingiunse Xander con fermezza. «Hai bisogno di riprendere fiato. Dimmi dov’è Riley, andremo subito a salvarlo! Non prerdere tempo, parla!»

Pur essendo sfinita, Xena si preoccupò del suo datore di lavoro.

«Non dirlo al signor Notron, ti prego, il suo cuore…»

«D’accordo, non gli dirò niente. Parla!»

Pochi minuti dopo Xander, ora in jeans e maglietta, scendeva la collina a rotta di collo. Il villino non gli era mai parso così lontano e, quando sboccò sulla strada costiera, vide all’improvviso un’altra figura solitaria.

Mentre passeggiava lungo il mare, volendo prendere una boccata d’aria prima di dormire, Ann vide a sul volta il ragazzo che gli correva incontro.

«Xander! Che cos’è successo?»

«Riley è caduto in una buca ed è immobilizzato da una pietra… non c’è tempo da perdere, Xena si è ferita alla gamba, sta aspettando alla villa.»

Xander proseguì la corsa e Ann lo guardò un attimo, poi si avviò risoluto verso la villa. Intendeva aiutare Xena in ogni modo possibile.

 

   
 
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