Goku ha deciso di fare un atto
estremo per amore dei suoi
figli, un ‘sacrificio’ molto diverso da quelli sul
campo di battaglia.
Scritta per il: #FridayPrompt.
Prompt:
Στοργή
(Storgé)
Greco, nome
1. Amore che esiste tra genitori e
figli
Song-fic su Ti Lascio Andare di
Alberto Urso; https://www.youtube.com/watch?v=a6MTCCuOAs8.
Io ti lascio andare
Goku infilò la tuta
arancione nella sacca, tenendo il capo
chino.
Chichi lo guardava appoggiata allo
stipite della porta, con
le mani tremanti,
“Non puoi fare sul
serio…” esalò.
Goku avvertì una fitta al
petto, infilò alcune cinture di
tela blu dello stesso colore, premendo per far entrare tutto.
“Pensa almeno ai nostri
figli” gemette Chichi.
Goku si arrestò,
incassando il capo tra le spalle. < Ho
cercato di ingoiare ogni mio lato saiyan, fingendomi un saiyan.
Così cosa ho
ottenuto? Sia Goten che Gohan hanno cancellato i loro veri caratteri.
Il mio primogenito sta
distruggendosi, immerso solo nello
studio. Ha smesso di vivere realmente >. Serrò le
labbra facendo una
smorfia. < Goten sta dilapidando il suo tempo. Corre dietro le
donne nella
speranza di trovare un amore che non ha conosciuto guardando ai suoi
genitori
>.
Rispose secco: “Ci sto
pensando”.
Chichi impallidì sentendo
l’astio nella voce di lui e si
passò le mani sulle braccia, nel tentativo di scaldarsi.
“Ho messo da parte me
stesso ogni giorno solo per restarti
accanto. Non metterò da parte anche i nostri
figli” disse secco Goku.
Chichi fece una smorfia.
“No, sei solo
un’egoista. Ho dovuto occuparmi io di quei
ragazzi, da sola. La storgé che
ci
lega è qualcosa che ‘tu’ non puoi
capire” disse secca.
Goku tornò ad infilare i
suoi vestiti nella sacca. “Quando
mai il povero idiota qui presente può capire
qualcosa?”.
Chichi gemette: “No, senti,
se ti fermi e ne parliamo…”.
“Ti ho regalato il mio
tempo per anni” ribatté secco Son. I
suoi occhi erano arrossati e vi erano delle lacrime agli angoli.
Spalanco le
altre ante dell’armadio e proseguì a svuotarlo
dalle proprie volte.
S’infilò un paio
migliore di stivaletti blu.
“Quante volte mi hai
gridato addosso? Ti ho perdonato ogni
volta che mi scacciavi… Non si può avere della
persona che dovresti amare”
gemette.
Chichi aprì e chiuse la
bocca un paio di volte.
< Avevi
‘reale’ paura di me? > si chiese.
“Devo insegnare una lezione
importante ai nostri figli”
disse Goku. Si guardò intorno, ingoiò un
singhiozzo guardando il loro letto.
< Non voglio lasciarti. Possibile che non lo capisci? Sono stato
l’Eroe
della Terra, ma non ho mai avuto il coraggio di fare questa scelta. Non
posso
più soltanto rincorrere quello che saremmo potuto essere e
non siamo mai stati
>. “La felicità non può far
male” esalò.
Chichi lo raggiunse e lo
abbracciò: “Vuol dire che per tutti
questi anni non mi hai amata?” gemette. Gli
affondò il capo nel petto,
piangendo forte.
Goku s’irrigidì.
“Certo che ti amavo e anche
adesso… ti voglio bene! Te ne
vorrò sempre, ma… Ho smesso
d’illudermi” esalò. La sua voce era
rauca, usciva a
fatica.
“Allora resta!”
gridò Chichi, rossa in volto.
Goku la scostò.
“Ho vissuto per anni
aspettando qualcosa che non ho mai
avuto. Aspettavo che tu fossi gentile con me, anche solo una
volta”. Chiuse la
borsa e la posò sulla spalla.
Chichi serrò le labbra
fino a farle sbiancare abbassò il
capo.
“Come osi farmi discorsi
del genere? Io ho dovuto aspettarti
così a lungo. Ogni tuo ritorno era solo in vista di una
nuova partenza.
Non rimanevi mai, questa era
l’unica cosa sicura” lo
rimproverò.
Goku annuì, facendo
ondeggiare i capelli a cespuglio.
“Non sono stato un buon
marito, ti ho reso infelice. Sì, hai
ragione. Avremmo dovuto affrontare i problemi ed invece ci comportavamo
come se
fosse normale. Avresti dovuto rifarti una vita mentre ero
morto” le rispose.
“Resta” lo
implorò la moglie.
“No, Chichi. Non lo faccio
solo per me, ma anche per te.
Sono stanco di vederci soffrire entrambi, di sentirmi soffocare. Non
voglio più
vederti piangere.
Sei invecchiata precocemente. Non
credere che non mi sia mai
accorto di essere la causa di quelle rughe, di quei capelli
bianchi” esalò Son.
Chichi chinò il capo.
“Non riuscirò a
convincerti, vero?” capitolò.
Son negò col capo.
“È
tempo di lasciarti andare” mormorò. Si
portò due dita
alla fronte e si teletrasportò.
“GOKU!”
gridò la donna, cadendo in ginocchio tra i
singhiozzi.