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Autore: Shaara_2    07/06/2020    7 recensioni
“Ben perché non sei tornato da me?” gli chiese, asciugando le lacrime.
Ma lui rimase immobile a guardarla, sorpreso e senza fiato.
“Rey? Sei tu?” le rispose, incredulo, aggrappandosi al cristallo kyber che lo teneva prigioniero. “Pensavo che non ti avrei più rivisto.”
***
Ciao a tutti. Ho deciso di scrivere questa breve storia REYLO (Ipotetica relazione sentimentale tra Rey e Ben Solo), per raccontare un possibile Epilogo “soddisfacente” dopo TROS. Come tutti i miei racconti, ci sarà il lieto fine. Questa storia è ispirata alla filosofia degli Je’Daii. Buona lettura
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Finn, Kylo Ren, Maz Kanata, Poe Dameron, Rey
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 22


⧫⧫⧫

Oh Porta, sii aperta per colui che cerca la Porta, affinché grazie a te le scorze possano giungere al nocciolo.
Sii aperta fino all’eternità, oh Porta della Misericordia, sala d’accesso a “Nessuno è simile a Lui”.

 D’altronde ogni respiro, ogni molecola è il luogo della visione di Dio,
ma finché non è aperta chi può dire “Là c’è una porta?”.
A meno che il Guardiano non apra la porta, quell’idea non nasce nel cuore dell’uomo.
Ma quando la porta è aperta, egli resta sbigottito; la speranza,
il desiderio gli fanno spuntare le ali, ed egli comincia a volare.

(Rumi)

⧫⧫⧫


“Ben, che cosa hai mente?”

 

Rey fissò il suo amato con le lacrime agli occhi, poi sospirò, ingoiando la propria disperazione. Milioni di lacrime caddero dal suo viso. Poi, cercando di trattenere i singhiozzi, provò a farsi forza per dare un po’ di conforto al suo amico. La sua pena le stritolava il cuore.

 

Finn era un uomo distrutto. Stava inerme, totalmente abbandonato tra le loro braccia, con il cuore affranto e il peso del sacrificio di Poe a gravare sulle spalle. I suoi occhi erano pieni di lacrime, il volto sudicio di polvere e sudore. E la bocca aperta per gridare il nome del suo amore perduto.

 

“Poe, che cosa hai fatto?!” ripeteva straziato.

 

Il suo lamento si ergeva alto e disperato tra esplosioni di lapilli e crolli improvvisi. Lampi e fulmini accendevano e spegnevano il cielo scuro, facendo scricchiolare i contorni della struttura. Almeno, quella dei pochi muri che ancora si reggevano in piedi.

 

Un colpo di vento, una scarica di saette, e Rey fu scossa da un brivido di paura.

 

“Che cosa è stato?”

 

Si piegò su se stessa, sentendo il fruscio del vento che si incuneava dentro a piccoli tornadi. Suoni di frane e tempeste che si univano agli ululati delle povere bestie abbandonate ad un atroce destino. Il caldo era diventato insopportabile e una fitta coltre di terra, cemento, briciole di fogliame infuocate e chissà cos’altro rendeva l’aria torbida e sempre meno respirabile.

 

Finn tossì, inciampando ad ogni singulto e Rey, quasi sul punto di lasciarsi andare alla disperazione, cercò gli occhi del suo uomo.

 

“Dobbiamo sbrigarci!” disse, asciugandosi una caldissima riga di pianto, ma il caldo torrido diventava sempre più soffocante. “Tra poco soffocheremo!”

 

Ben la guardò con gli occhi lucidi e l’aria stravolta. Si stirò i capelli fradici di sudore dietro le orecchie, poi accennò un sì con la testa.

 

“Andiamo.”

 

Rey lo seguì, accelerando il passo e cercando di spostare le proprie lacrime con il gomito. Se volevano salvarsi da quell’incubo dovevano fare presto. Non c’era più tempo, neanche per piangere. Dovevano essere veloci, più veloci della discesa di Bogan contro al suolo di Tython, più svelti della lava che gli andava incontro, più scattanti dei venti che infuriavano, strappando alberi e montagne. Più rapidi della morte che cercava di raggiungerli.

 

“Di qua” disse Ben, ma un pungente odore di terra e cenere precedette il crollo improvviso di un pilastro. Si fermarono per tossire quell’aria diventata fetida e granulosa e, in quel momento, il massetto del piano superiore si sgretolò sopra le loro teste, facendoli barcollare. Altra polvere si levò nell’ambiente e il caldo sembrò ancora più insopportabile.

 

“Ben, attento!”

 

Il ragazzo si mosse di lato, costringendo anche Rey e Finn a spostarsi in modo da non essere travolti, ma subito dopo una grossa trave di granito gli cadde ad un passo dai piedi, sollevando altra polvere scura e insidiosa, dal forte lezzo di marcio e stantio.

 

Tutti e tre cominciarono a tossire e a coprirsi il naso con il tessuto degli indumenti che indossavano.

 

“Vivi per miracolo…” sussurrò Rey, cercando di sollevare Finn che, caduto in ginocchio, non sembrava più voler collaborare per andarsene.

 

“Avanti, Finn! Non vorrai che ti prenda in braccio!” Ben sbuffò con aria spazientita, girando il viso per guardare l’esterno. Un tornado si avvicinava al faro con una violenza inaudita. Incredibili tremori del terreno facevano vibrare le pareti, e il caldo torrido era diventato soffocante.

 

“Avanti, Finn” gli sussurrò Rey, con tono implorante.

 

Il ragazzo spalancò gli occhi come se tutta quella distruzione lo stesse confondendo.

 

“È meglio non guardare.”

 

Ben fece un movimento obliquo con la testa e atteggiò la bocca in una smorfia di concentrazione.

 

Rey lo osservò mentre si guardava intorno, cercando un punto solido da cui scendere le scale. Poi alzò lo sguardo dritto verso di lei.

 

“Come siete arrivati fino a qui?”

 

“Abbiamo preso due Ala-X.”

 

“Sono molto distanti?” Ben spostò il naso, indicando la luna di Bogan sempre più prossima all’impatto con il suolo.

 

“No” tossì Rey, tentando disperatamente di spostare la polvere e il sudore che ormai si erano mischiati alle sue lacrime. “Stanno qua sotto… sempre se ci arriviamo vivi.”

 

Ben alzò le spalle in risposta.

 

Fece un passo, ma una parte delle scale di pietra crollò di lato, costringendoli ad attaccare la schiena contro alle pareti. Tutti e tre urlarono quando la pelle sfiorò le antiche mura.

 

“Kriff! La parete è rovente!”

 

“Se non ci sbrighiamo, tra poco il pianeta ci farà arrosto” rispose Rey, aiutando Finn a tenersi in piedi.

 

“Avanti!”

 

Fecero un salto verso l’esterno, nello stesso istante in cui un lampo squarciava il cielo. Un vulcano, in lontananza, eruttò con violenza e il terreno si aprì in centinaia di fratture che strapparono la vegetazione, facendola cadere verso l’abisso.

 

Altri tre passi e Rey individuò gli Ala-X ancora integri, nonostante il feroce dissesto intorno a loro.

 

“Eccoli!” disse guardando verso Ben, poi si girò a studiare l’aspetto di Finn, aggrottando le sopracciglia in un arco. “Pensi di riuscire a correre?”

 

“Penso di sì…”

 

Saltarono insieme, unendo le energie. Volarono nell’aria arroventata, lasciando che l’ombra di Bogan, in procinto di entrare nell’atmosfera di Tython, impressionasse le loro retine nello stesso identico e disperato istante.

 

“Kriff, saliamo sui caccia e sbrighiamoci!”

 

“Ben, sono monoposto, come facciamo?”

 

“Tu sei più piccola, prendi Finn e cercate di entrarci in qualche modo…”

 

Rey sentì il peso dello sguardo di Ben concentrato su di lei. Entrambi ansimavano per l’aria densa e calda, ormai diventata poco respirabile. Poi le tornò in mente il discorso di Poe e un brivido le fece temere che anche Ben potesse sacrificarsi per salvarli. L’aveva già fatto una volta.

 

“No, tu prenderai Finn!”


Ben la guardò quasi divertito.

 

“Io? Ma ti sei accorta della mia stazza?” Aprì le braccia, agitando le mani per discutere, ma gli sovvenne che quello era il gesto che faceva suo padre quando tentava di convincere sua madre a cambiare idea. Capì immediatamente che non avrebbe funzionato e caricò il povero Finn sulle spalle, esattamente come si prende un sacco di patate. “Ti sembra normale che debba pilotare un Ala-X con un traditore come scialle?”

 

Rey gli sorrise, accarezzandogli il viso, spostando fuliggine e polvere dalla sua guancia. “Lo farai per me.”


 

Dalla Star Destroyer Xyston, ormai lontani dall’orbita di Tython, Maz e Chewie guardavano impotenti l’imminente collisione dei pianeti.

 

“Oh, cielo!” esclamò C-3PO, abbassando la testa verso il basso, come se qualcuno avesse mollato i bulloni che la legavano al collo.

 

La luce azzurra, proveniente dal centro di Tython, si spense come un ologramma che si dissolve in piccolissime particelle luminose. Particelle che svanirono una ad una, come piccole lucciole all’approssimarsi del mattino. Un mattino che, in quel momento, sembrava incredibilmente lontano.

 

“Awwww roooorrr” grugnì il Wookiee in tono malinconico e Maz gli appoggiò una mano intorno al braccio.

 

“No, Chewie, non possiamo fare niente, tranne pregare la Forza…”

 

Voltarono lo sguardo dai monitor con le lacrime agli occhi e, con il cuore a pezzi, osservarono Bogan squarciare l’atmosfera di Thyton.

 

L’impatto era imminente.

 

Se Rey e Finn erano ancora vita, quella sarebbe stata l’ultima possibilità per scappare in tempo. Ma nessuna nave uscì dall’orbita, nessun segnale arrivò dal pianeta e nessuna via di comunicazione dava ancora segni di vita. Tutto era andato perduto. L’unica speranza era che Rey e Finn riuscissero a volare via prima della catastrofica caduta della seconda luna.

 

BOOOOM. Il fragore del boato di Bogan che si schiantava contro al suolo tolse loro ogni speranza.

 

Poi le lune cominciarono a collassare sul pianeta. Nuvole di gas si elevarono oltre l’atmosfera e un silenzio irreale avvolse tutta la nave.

 

Era finita.

 

 

Un boato impressionante squarciò il cielo di Thyton, causando un terribile clangore. La terra cominciò a tremare e voragini enormi si aprirono improvvisamente in tutte le direzioni, facendo scivolare uno dei due Ala-X verso il centro del pianeta.

 

“Kriff, e adesso?” gridò Rey, voltandosi verso di lui.

 

“Non ci voleva!” gli rispose, cercando di non mostrare il suo stato d’animo angosciato, poi si voltò per sincerarsi delle condizioni del ragazzo. “Diamine, Finn, cerca almeno di tenerti in piedi!” Non voleva sembrare senza cuore, sapeva benissimo che stava soffrendo, ma senza di lui c’era una grossa probabilità di fallire in quell’ultima possibilità che avevano per riequilibrare la Forza. Lo osservò scuotendo la testa, vedendolo totalmente accasciato sulle spalle di sua moglie.

 

“E adesso?” gli domandò ancora Rey, con voce disperata.

 

La lava era ormai prossima alla loro posizione e il caldo era diventato talmente torrido e soffocante da riuscire a respirare appena. L’odore della terra bruciata e della pietra incandescente aveva riempito le narici e la gola, rendendo tutto al limite della sopportazione umana. E lui non poteva farci niente. Ormai era chiaro a tutti che la vita sul pianeta fosse prossima alla fine.

 

“Se non facciamo qualcosa moriremo su questo pianeta.” Rey sospirò, lasciando cadere la testa e lui si allungò verso di lei, cercando di prendere Finn sotto braccio, in modo da sgravare sua moglie da quel peso.

 

“Lo prendo io, sei sfinita.”

 

La ragazza, stremata, lasciò che lui caricasse il suo amico sulle spalle, poi lo guardò con gli occhi lucidi e le labbra tremanti.

 

“Ben, che cosa possiamo fare?”

 

Quanto avrebbe voluto avere la soluzione. Ma neanche lui sapeva più che cosa fare. Aveva pensato che sarebbero riusciti a scappare dal pianeta, usando gli stessi velivoli con cui Rey e Finn erano atterrati. Ma ogni tentativo di fuga era diventato vano e, adesso, sembrava che non ci fosse più nessun modo di uscire da quella situazione. Come poteva salvare sua moglie e il suo giovane amico? Prese tempo per non abbandonarla alla disperazione.

 

“Ascolta: che cosa diceva la profezia?”

 

Rey lo fissò, contenendo a stento un sospiro tratteggiato da spasmi di paura.

 

“Rey, Solo…”

 

Ben si girò nella direzione della voce e vide Finn pulirsi gli occhi con le nocche, cercando di rimettersi in piedi. Il volto sembrava smarrito come se si stesse svegliando in quel momento da un brutto sogno.

 

“Scusatemi” disse il ragazzo, respirando appena. “Ora… ora sarò con voi. Non possiamo salvarci se non siamo uniti.”

 

Ben notò il sorriso di Rey aprirsi e di rimando le sorrise. Allungò un braccio per prendere le dita di sua moglie e, ignorando il profondo desiderio di abbracciarla, porse l’altra mano verso Finn.

 

“Va bene” disse sospirando, poi ripeté la domanda alla sua donna.

 

“Rey, la profezia, che cosa diceva?”

 

Lei alzò le sopracciglia e, dopo averlo guardato con attenzione, cominciò ad enunciarla sottovoce:

 

“Si aprano le acque, si sollevi il mare, infuri la tempesta, si spostino le lune, se ciò che ami vorrai salvare, i tre simboli dovrai far combaciare.

 

Ashla, Bogan e Tython, tutto tornerà al suo phanteon.

 

Giovane sposa, tu non tremare, segui la via dove porta il tuo cuore.

 

E quando la fine sarà l’inizio, nove maestri giudicheranno il tuo servizio.

 

Se amore, paura e sacrificio in pace porterai, in cambio un dono avrai. E quando le lune saranno nella stessa dimensione, l’amore sarà l’unica indeterminazione.”

 

Ben le sorrise, sentendosi addosso lo sguardo di Finn. Si voltò come per chiedergli se volesse dirgli qualcosa, ma il ragazzo spostò lo sguardo verso sua moglie.

 

“Rey” disse Finn, muovendo le labbra lentamente come se fosse attanagliato da indicibili dolori. Spostò all’indietro i capelli ricci e sudati, muovendo il naso per l’intenso odore di zolfo e polvere che si alzava dal pianeta in fiamme. Poi gli diede uno sguardo fulmineo, come se non fosse sicuro di quello che stesse per dire e, infine, formulò la domanda: “Rey, la profezia parla di te. Sei tu la sposa della profezia. Che cosa ti dice il tuo cuore?”

 

Rey distolse lo sguardo dagli occhi di Finn per posarli su di lui e Ben non seppe dire se provasse più un fremito per l’intensità degli occhi di sua moglie o per una paura improvvisa. Ma restò calmo con quel suo fare incomprensibile e dall’apparenza arrogante. Sapeva che quel suo modo di fare avrebbe celato le sue emozioni più vere. Del resto, se avesse mostrato la sua angoscia, era certo che non sarebbe più riuscito a far sentire sicura sua moglie. E, in quel momento, la calma e la concentrazione erano tutto ciò su cui potevano ancora contare. Finn aveva ragione: a questo punto, solo Rey poteva sciogliere la Profezia.

 

“Io, io…” disse Rey, balbettando tra mille colpi di tosse. “Forse la profezia si sbagliava, io non so cosa fare…” Abbassò la testa con aria mortificata e sconfitta, ma Ben le strinse più forte la mano che teneva tra le dita. Com’era piccola, si ritrovò a pensare, ma scosse la testa allontanando quei pensieri e subito si mostrò più attento:

 

“Uniamo le energie. Forse è solo questo che ci sta chiedendo la Forza.”

 

Rey lo fissò ancora volta, poi probabilmente decise che avesse ragione perché, data la mano libera a Finn, chiuse gli occhi concentrandosi in meditazione.

 

Ben notò Finn fargli un cenno con il capo, prima di chiudere anche lui gli occhi e unirsi alla meditazione di Forza con Rey.

 

I fulmini iniziarono a cadere in prossimità del faro. I vulcani ripresero ad eruttare e un fiume di lava li circondò, facendo liquefare la montagna che reggeva la costruzione. Il faro crollò nel liquido magmatico, sgretolandosi come un giocattolo di plastica nel fuoco di un camino. La terra tremò un’ultima volta e un nuovo squarcio nel terreno accolse il secondo Ala-X mentre le sue lamiere prendevano fuoco all’improvviso. 

 

Ben sgranò gli occhi e, con un movimento della mano, attirò il piccolo droide verso l’alto.

 

“Stai su” aggiunse a bassa voce, come se non volesse distogliere Rey e Finn dalla concentrazione.

 

BB-8 volò, emettendo luccichii intermittenti, e loro tre si strinsero in un abbraccio, sollevandosi nell’aria proprio un attimo prima di venire travolti da un’ondata di lava rovente. Ma nessuno si accorse del pericolo appena scampato, perché la Forza chiedeva loro tutta la concentrazione possibile.

 

Un forte vento alzò un pulviscolo scuro e scintillante tutto intorno al pianeta e, mentre i loro corpi levitavano, ondeggiando nell’aria, una grande massa di gas fuoriuscì dal nucleo del pianeta.

 

Rey e Finn cominciarono a tossire copiosamente, come se stessero per soffocare, e Ben aumentò la sua emissione di energia per tenerli a galla più in alto, nell’atmosfera ancora respirabile.

 

“Che cos’è quel gas che sta uscendo dal sottosuolo?” chiese Rey, inspirando a fatica.

 

“Non saprei” rispose Ben, accigliandosi in un’espressione angosciata. “Ma non promette niente di buono…”

 

Ashla, Bogan e Tython, tutto stava collassando contro al nucleo incandescente. La Forza di gravità prese il dominio dello spazio e del tempo, facendo collidere persino gli atomi di idrogeno che fuoriuscivano dal nucleo del pianeta e che, trovandosi in mezzo a quell’atmosfera satura e surriscaldata, aumentarono progressivamente la frequenza e l’intensità delle loro oscillazioni, diventando sempre più caldi, ben oltre il limite della sopportazione umana.

 

Fu a quel punto che, a furia di scontrarsi, gli atomi di idrogeno cominciarono a scaldarsi, ancora e ancora, fino a diventare luminosi. La superficie di Thyton si apprestava a trasformare il pianete in una stella.

 

“Ben!” gridò Rey, disperata. “Fa troppo caldo, e l’aria è irrespirabile…”

 

Il marito la guardò, mordendosi le labbra.

 

“Ben” lo chiamò ancora Rey. “Stiamo per morire”

 

“Non permetterò che tu muoia!”

 

Come se fosse stato morso da un felino affamato, si girò verso il basso, cercando un’idea per uscire da quella situazione. Ma nulla gli sovvenne. Così rimase fermo ad osservare i fiumi di lava incandescenti che diventavano una massa gelatinosa e argentea. Un mare liquido e brillante, denso come il mercurio.

 

Poi osservò le montagne disfarsi come polvere. Bianche e soffici come se fossero fatte di sale. Ma fu il forte odore di zolfo a colpirlo. Guardò in alto il cielo denso e teso, improvvisamente diventato rosso, e squarciato da lampi e tuoni assordanti. Se il caos primordiale fosse stato rappresentabile, l’avrebbe descritto esattamente in quel modo.

 

Eppure, fu proprio quella visione a ricordargli qualcosa. Il barlume di un’idea improvvisa e una frase che continuava ad echeggiare nella sua mente. “Tutto è energia…”

 

E qualcosa tornò alla memoria…

 

Quando stava in quella via di mezzo tra la vita e il sogno. Proprio quando aveva perso la speranza di ritrovare Rey e la sua vita non era altro che furia e tormento. Nel preciso istante in cui si stava lasciando andare alla disperazione, in quel momento esatto, aveva assistito ad un miracolo. Si trovava nella sua prigione di Kyber e lui aveva perso la speranza ma…

 

Una piccola botola(1) si era aperta.

 

Era stato solo per un istante, ma era certo che quella piccola porta si fosse aperta proprio sulla bocca dell’inferno. Ma, contro ogni previsione, quella piccola fessura era stata sufficiente a far passare una farfalla azzurra.

 

Da dove vieni?” le aveva chiesto, sopraffatto dall’evento ma, poi, non aveva più cercato una risposta e, forse, proprio ora che si trovava ad un passo dal baratro, tutta quella assurdità che stavano vivendo trovò un senso. Tutto, persino la sua morte su Exegol, e forse tutta la sua stupida vita.

 

Ridacchiò, facendosi prendere da uno strano senso di euforia, nonostante stesse per morire, nonostante fosse già morto su Exegol, nonostante tutto quello che aveva vissuto fino a quel momento. Ora tutto aveva un senso.

 

Guardò Rey, trovando i suoi occhi e le sorrise, cercando di farle capire quanto lei fosse importante.

 

“Se uniamo la Forza…” cominciò a dire verso sua moglie, ma la ragazza lo precedette, lasciandolo senza parole.

 

“Non voglio lasciarti…” gli disse ancora, guardandolo con gli occhi bagnati dal pianto. Nel suo viso poteva scorgere la luce del suo amore sincero e il velo di disperazione che attanagliava ogni suo pensiero. Non lo aveva ancora capito, ma lui sapeva che, da lì in avanti, avrebbe dovuto compiere gli ultimi passi da sola.

 

“Lo so…” le rispose con un soffio di voce, sperando che anche lei potesse percepire la profondità del suo sentimento. Ma fu Finn ad interrompere quel momento, come sempre…

 

“Stiamo per morire” aggiunse il giovane, girando la testa per guardarsi intorno. “È stato un onore conoscervi…  Spero almeno che il nostro sacrificio, unito a quello di Poe, riporti l’equilibrio nella Forza.”

 

Ben lo guardò sospirando, poi si girò come se stesse cercando qualcosa ai margini dell’orizzonte. L’odore di zolfo aumentò, rendendo l’aria ancora più densa fino a costringerli a tossire saliva e sangue.

 

“Che cosa cerchi, Ben?” gli domandò Rey, sul punto di lasciarsi andare, soffocando lentamente e senza più speranza.

 

E lui la guardò, sforzandosi di sorriderle. Doveva darle la Forza per fare quello che era necessario. Così allargò le labbra, chiuse gli occhi un momento, e poi lasciò che il suo amore si liberasse nella Forza. Ormai restava pochissimo tempo…

 

“Rey, che cosa ti aveva detto quella vecchia che ti parlò per prima della profezia?”

 

“Co… cosa?” cercò di biascicare Rey, tremando furiosamente e tossendo nella vana ricerca d’ossigeno. Un rivolo di sangue le calò dalla bocca.

 

“Che cosa ti disse quella vecchia?” insisté Ben. “Rey, niente è accaduto per caso, tutto è collegato, ma solo tu puoi salvarci. Solo tu…”

 

“Che cosa stai dicendo?” sussurrò la ragazza, rantolando con disperazione. Poi la vide sforzarsi per ricordare: “Mi disse: i sogni sono come porte, come pensi così accade.” Prese aria, con fare rassegnato. “Forse si era sbagliata.”

 

Una lacrima cadde dagli occhi di Rey e Ben la seguì nella sua traiettoria verso al nucleo incandescente del pianeta.

 

“Non si era sbagliata, Rey… il ciondolo che ti ha dato la Je’daii. Tu sai che cosa devi fare… la profezia è compiuta.”

 

“Cosa?” disse ancora la ragazza, guardandolo con un velo di sgomento.

 

Avrà capito? si domandò Ben, stringendo la bocca per nascondere le lacrime. infine si lasciò andare.

 

“Ti amo, Rey… ricordati che qualsiasi cosa accadrà, il mio sentimento per te è assoluto. Se, quando arriverà il momento, non saprai che cosa credere, pensa che ti amo da sempre e sempre ti amerò. Questa è l’unica certezza.”

 

“Anche io ti amo, Ben…” lo disse piangendo.

 

E, come dentro ad un incubo irreale, strappando uno squarcio nella dimensione tangibile, una piccola botola fatta di Kyber apparve davanti ai loro occhi.

 

“Che diavoleria è mai questa?” chiese Finn, spalancando la bocca.

 

“Il principio di indeterminazione.”

 

Ben chiuse gli occhi per un attimo, poi fissò Rey con aria seria e greve e guardò un’ultima volta sua moglie. Non aveva ancora capito. Ma l’avrebbe fatto presto. Le fece un cenno d’assenso con la testa e sospirò l’unica cosa che ancora le poteva dire.

 

“Ora, tutto dipende da te…”

 

E, tra luccichii e suoni stridenti, improvvisamente, la piccola porticina si aprì.


 

Angolo della scrittrice:

Ciao a tutti,

Sono incredibilmente lusingata, onorata e riconoscente verso tutti coloro che hanno letto, commentato, aggiunto questa storia in qualsiasi categoria o mi hanno scritto in privato. I commenti, visibili o privati, sono il motore che mi spinge a continuare a scrivere e, per questo, vi sono e sarò per sempre grata e riconoscente. 

Un ringraziamento speciale per IndianaJones25 che edita sempre con grande attenzione tutti i miei capitoli. Per favore, andate a mostrare il vostro amore anche per i suoi racconti che sono bellissimi. Se cliccate qui, potrete andare a leggere l’ultima storia che sta scrivendo. 

Ricordo a chi mi segue che continuerò a pubblicare un capitolo di questa storia ogni domenica. Destiny's Force, invece, riprenderà quando questa storia sarà finita. 


Carissimi questa fan fiction è quasi finita. Ogni volta che mi metto al PC penso che sto per scrivere l’ultimo capitolo ma, poi, tra dialoghi e descrizioni, finisco il numero di parole tollerabili per un capitolo e sono costretta a fermarmi. Però, ormai siamo agli sgoccioli e mi domando se avete capito come finirà questa storia. Vi avviso che, qualunque cosa stia per accadere, questa storia avrà il suo lieto fine, sia per Rey e Ben che per gli altri personaggi. Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate… 

Per chi non ha voglia di scrivere un commento può aggiungere questa storia tra quelle preferite, seguite o ricordate e io saprò che ci siete. Vi aspetto :)

Sono anche su Wattpad, venite a trovarmi 😉 my.w.tt/eNUA52GnA6

Un caro saluto a tutti e grazie per essere passati.

Shaara

 


Note:

(1) La botola è citata nel capitolo 7

Clicca sulle parole evidenziate in blu per leggere gli approfondimenti o per vedere l'immagine del personaggio.

Clicca sulle immagini per ascoltare la musica. Ti consiglio di aprire la musica in un’altra finestra per continuare a leggere con il sottofondo.

Per leggere ispirazioni, bibliografia e riferimenti vedi nei capitoli precedenti.

 


NB: Ogni personaggio descritto, tranne quelli inventati da me, sono di proprietà della STAR WARS - LUCASFILM, ora Disney. Ogni onore e gloria è di proprietà del suo creatore George Lucas e degli autori del nuovo Canon Disney. Questa Fan Fiction è stata creata a scopo ludico, senza fini di lucro ed è il mio personale e misero dono per questo meraviglioso Fandom. Che la Forza sia con voi :)
   
 
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