L’ULTIMO BACIO
Cerchi riparo, fraterno conforto, tendi le braccia
allo specchio.
"Apro gli occhi,
lentamente. Mi trovo disteso sul terreno umido, in una pozza del mio stesso
sangue. Nel petto sento una sensazione che non avevo mai provato prima. Vorrei
qualcuno che mi confortasse, e mi aiutasse a trovare sollievo da tutte queste
sensazioni sconosciute, che sento di non poter più sopportare, ma conosco una
sola persona capace di farlo. E ora lei non è qui."
Ti muovi a stento e con sguardo severo biascichi un
malinconico Modugno.
"Mi alzo, a fatica.
Accanto a me, i cadaveri di tutti quelli che ho ucciso in questa battaglia.
Sorrido. Almeno, morirò con la certezza di essermi portato all'Inferno qualche
nemico. Ma ora mi rendo conto di una cosa: non posso morire, non adesso, non in
questo modo. Non posso morire prima di averla vista un'ultima volta."
Di quei violini suonati dal vento, l'ultimo bacio
mia dolce bambina, brucia sul viso come gocce di limone, l'eroico coraggio di
un feroce addio.
"Mi accascio a terra,
senza forze. Penso…all'ultima volta che l'ho vista. Non ho idea di quanto tempo
sia passato. Mi ricordo che ero a casa sua. D'improvviso, ho spalancato gli
occhi e ho detto: "Devo andare!" Lei mi ha guardato. Sapevamo
entrambi che prima o poi sarebbe successo. Che questa guerra assurda ci avrebbe
portato alla rovina. Con le lacrime agli occhi, mi disse: "Ti prego,
torna. Non mi lasciare." Io la guardai e le dissi: "Tenterò, sta
tranquilla." Poi l'ho baciata, dolcemente. Sapevo, in cuor mio, che quella
sarebbe stata l'ultima volta."
Ma sono lacrime, mentre piove, piove. Mentre piove,
piove. Mentre piove…
"Ora, invece, mi
trovo a terra, quasi senza la forza di pensare. Non mi riconosco più. Mi
dispiace…Philia."
Dopo aver urlato quel nome
a squarciagola, il demone morì, mentre un'unica, amara lacrima, gli solcava il
volto.
Magica quiete, velata indulgenza, dopo l'ingrata
tempesta.
Quella notte la pioggia
continuava a cadere, sommessamente, trasmettendo una forte sensazione di
malinconia.
Riprendi fiato e con intenso trasporto celebri un
mite e insolito risveglio.
Nel suo letto, Philia si svegliò di soprassalto. "E' stato un
sogno?" Le sembrava di aver sentito Xelloss
chiamarla, ma sapeva che non era possibile, visto che in quel momento,
probabilmente il demone si trovava lontano mille miglia. "Xelloss! Dove sei?" Sentiva una sensazione di vuoto
profondo nel suo cuore, vuoto e nient'altro. Cominciò a piangere, e capì quello
che era successo.
Mille violini suonati dal vento, l'ultimo bacio mia
amata bambina, nel tenue ricordo di una pioggia d'argento, il senso spietato di
un non ritorno.
Pensò a quando l'aveva
incontrato la prima volta, e ai mille eventi che si erano succeduti dopo. Forse
non l'avrebbe mai ammesso apertamente, ma Xelloss con
il suo modo di fare l'aveva colpita. E ora…ora se n'era andato, per sempre. Salì
sulla terrazza di casa sua, e cadde in ginocchio sotto la pioggia battente,
mentre piangeva, non riuscendo più a trattenere le lacrime. "Non è vero,
non può essere vero…"
Le lacrime sul suo volto
si confondevano con la pioggia, mentre pensava che il suo unico, vero amore se
n'era andato…per sempre….
Di quei violini suonati dal vento, l'ultimo bacio
mia dolce bambina, brucia sul viso come gocce di limone, l'eroico coraggio di
un feroce addio.
Ma sono lacrime, mentre piove, piove. Mentre piove,
piove. Mentre piove…
FINE
N.d.A. La terza fanfic in assoluto della mia vita… quanti ricordi!! *_*