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Autore: K ANTHOS    08/06/2020    0 recensioni
Come poteva Sara essere a conoscenza addirittura di due omicidi?
Un fremito di terrore lo colse: ora sarebbe toccato a lui?
Rimase esangue al solo pensiero, era quasi in stato di choc, i suoni della campagna gli giungevano ora ovattati e lontani.
Perché non lo aveva ancora denunciato? Cosa la tratteneva?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
Capitoli:
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Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

 

Mentre Riccardo si dedicava ad alcuni passaggi a pallone con il nipote, Nicola e Sara ne approfittarono per osservarlo meglio.  

-Alto, muscolatura lunga ed elegante, carattere forte e volitivo… e quello sguardo glaciale e indecifrabile che è la ciliegina sulla torta… un potenziale sciupafemmine direi. E mi sembra anche molto intelligente e affidabile… che mix esplosivo! Da far paura…- Nicola lo valutava in modo dettagliato e Sara, che non poteva che concordare con le sue osservazioni, emise un profondo sospiro.

Le piaceva, e tanto. Non poteva fare a meno di guardarlo ma pensò che il problema riguardasse anche molte altre ragazze della spiaggia che appena potevano lo osservavano da dietro gli occhiali da sole.

Non avrebbe mai osato avvicinarlo per corteggiarlo, il suo senso di inadeguatezza la frenava e allontanava da qualsiasi proposito: i suoi incubi le impedivano di aprirsi ed avere un normale coinvolgimento sentimentale, la necessità di nascondersi era prepotente, irrinunciabile.

-E’ veramente un bel ragazzo, da tutti i punti di vista: come avrebbe detto mia nonna Lucia “è bello dentro e fuori”- ammise lei.

-Concordo pienamente con tua nonna…- le fece eco Nicola sorridendo.

-Sai Nico… ho come la assurda sensazione di piacergli ma si trattiene. Durante la cena a casa di Lisa l’ho beccato spesso a fissarmi… e dovevi vedere in che modo…- esordì Sara.

-Davvero? A dire la verità un po’ me ne sono accorto… non hai notato che appena può sembra cercarti con lo sguardo?-

-Quindi non mi sono sbagliata… però non riesco a capire cosa pensi veramente di me… secondo te gli piaccio o sono io che sto equivocando il suo modo di fare?-  

-Per chiarire meglio i suoi sentimenti facciamo allora la prova della coccola…- le suggerì Nicola.

-Dici?-

-Secondo me è l’unico modo per vedere se è interessato a te, fidati-

-Ma lo sa che siamo solo amici…-

-Sì, però la gelosia scatta comunque con il contatto fisico stretto, c’è una sorta di senso di proprietà che investe la mente dell’uomo innamorato… fino a prova contraria sono un uomo anch’ io voglio ricordarti…- la guardò ammiccando da sopra gli occhiali da sole.

-Ok… allora ci alziamo?- gli chiese Sara.

-Sì- fece lui con sguardo complice.

Si alzarono in piedi e Sara rivolse le spalle a Riccardo: Nicola cominciò ad abbracciarla e a stringerla a sé, baciandola prima sulla guancia e poi scendendo sul collo, forse anche con troppo trasporto.

-Ci sta guardando…- fece lui da dietro gli occhiali.

Riccardo li vide e si bloccò ad osservarli con una strana espressione in volto, fino a quando una pallonata non lo colpì alla testa.

-Zio concentrati, sei distratto…- fece Giorgio.

-Sì, scusami…- disse lui colto alla sprovvista.

Nicola cominciò a sorridere soddisfatto.

-Lo sapevo… non sbaglia mai la prova della coccola… Ti assicuro che è mooolto interessato a te… ma tu lo sei di lui?-

Si sciolsero dall’abbraccio e continuarono a parlare in piedi.

-E’ molto attraente… e ha quello sguardo, quello sguardo così sicuro di sé…- ammise lei confusa.

-Allora fai tu qualcosa per stuzzicarlo… Per quanto figo sia forse è timido e impacciato con i sentimenti, capita a molti… guarda te per esempio!- le suggerì Nicola.

-Già… io…- considerò affranta.

Sara si era sempre sentita imbranata in merito, amare significava aprirsi all’altro, essere sinceri e trasparenti con se stessi e con chi ami: un lusso che non aveva mai potuto permettersi, era una vita intera che mentiva, che si nascondeva dietro mille bugie.

-Ma se non ti butti e ti nascondi sempre non lo troverai mai l’uomo della tua vita!- osservò Nicola spazientito.

-Sì… un uomo che non rimanga terrorizzato se la notte mi sveglio urlando e piangendo…-

Sara divenne triste e assorta, la realtà veniva a scontrarsi con qualsiasi fantasia sentimentale: inconsapevolmente si richiuse a riccio, scossa dal ricordo dell’ultimo incubo.

-Non ci pensare…vivi la giornata per quello che ti può dare e cerca di stare serena…- le consigliò nuovamente Nicola.

-E’ proprio questo che non riesco a fare… stare serena. Io posso solo creare problemi Nico, vivere sola, senza legami sentimentali, mi fa sentire sicura… non devo dare spiegazioni di nulla a nessuno. Non lo incoraggerò a venirmi dietro, anzi. Sarà meglio fare finta che mia sia completamente indifferente… la settimana è quasi finita…- disse abbattuta.

-Secondo me se ti comporterai così perderai una grande occasione… che a occhio e croce pesa circa settanta chili ed è alta un metro e ottantacinque- valutò Nicola guardandolo da sopra gli occhiali da sole.

 

In tarda serata Nicola e Sara presero posto sulle sdraie in spiaggia per osservare il cielo a caccia di stelle cadenti.

Grazie al novilunio la volta celeste era così scura, tersa e profonda che le stelle risaltavano con una luce tale da dare la sensazione di poterle toccare semplicemente allungando una mano.

-Che serata splendida… la temperatura è perfetta… starei qui per sempre…- osservò Nicola mentre sorseggiava l’ennesima birra.

-E’ raro vedere la via lattea così luminosa e splendente in città… è una meraviglia…- aggiunse Sara.

-Eccola! Che spettacolo… era bellissima!-

-Veramente grande… e lunghissima poi!-

-Buonasera… posso unirmi a voi?- Ginevra li aveva visti posizionarsi in spiaggia e li aveva raggiunti.

-Ciao Ginevra… certo… ci sono altre sdraie- le rispose Nicola.

-Ciao…vieni a sederti qui accanto a me…- fece Sara.

-Ne avete viste molte?-

-Sì, e qualcuna era veramente spettacolare…-

Rimasero per un po’ in silenzio fino a quando un’altra stella tagliò in due il cielo e tutti proruppero in commenti entusiastici.

Passò poco distante da loro una coppia che si fermò sul lungomare per baciarsi appassionatamente.

-Wow… ma hanno fatto un corso per imparare a baciarsi così?- esordì Ginevra.

-Io bacio anche meglio modestamente…- le rispose Nicola osservandoli.

-Ah sì?- fece lei.

-Io adoro baciare… l’intesa e l’intimità che viene a crearsi con il bacio è fondamentale… decisamente più importante di quella che può scaturire dall’intimità sessuale secondo me- sentenziò lui.

-E’ una affermazione forte… sei il guru dei baci! Io sono un po’ impacciata in merito e tu Sara? Anche tu sei brava a baciare?- le chiese divertita Ginevra.

-Sara è bravissima a baciare… le ho insegnato io tutto quello che c’è da sapere…- l’anticipò Nicola.

-Nicola… ma cosa dici!- fece Sara in imbarazzo.

-Veramente? Le hai insegnato tu Nicola?-

-Sì- confermò lui continuando a sorseggiare la sua birra.

-Ma che razza di rapporto c’è tra voi due?- Ginevra era disorientata.

-Mi vergogno ad ammetterlo ma… il primo anno di liceo c’era un ragazzo che mi piaceva molto però mi sentivo molto inesperta in merito e Nicola si offrì di insegnarmi… una cosa stupida… che si commenta da sola…-

-Ma hai imparato a baciare benissimo però…- rispose piccato Nicola.

-Ma perché ti piace mettermi in imbarazzo? Non ti capisco… io non l’ho mai raccontata a nessuno questa cosa…- lo sgridò Sara.

-Non ti devi vergognare Sara… forse al tuo posto avrei approfittato anche io di un maestro così…- Ginevra emise un sospiro eloquente.

-Buonasera… posso unirmi a voi provetti astronomi?- esordì Riccardo.

-Ciao, sei il benvenuto- fece Nicola.

-Ciao… c’è una sdraia libera lì, accanto a Nicola- aggiunse Sara.

-Vi ho interrotto? Di cosa stavate parlando così animatamente?- chiese lui.

-Di baci…- gli rispose Nicola.

-Di baci? Non di stelle?-

-Delle stelle che si vedono mentre si bacia…- precisò Ginevra sorridendo.

-Tu baci bene Riccardo?- gli domandò Nicola.

La domanda gli sembrò fuori luogo ma rispose lo stesso:

-Nessuna si è mai lamentata…- fece Riccardo sorridendo.

-Già… mio fratello può vantare una esperienza di un certo spessore- disse Ginevra sarcastica.

-Sei fidanzato?- gli chiese ancora Nicola.

-Nicola! Non riesci proprio a farti gli affari tuoi eh?- lo sgridò nuovamente Sara.

-Non c’è problema… No, non sono fidanzato ma lo sono stato seriamente per due volte, il mio lavoro però è sempre venuto prima… forse mi amavano più di quanto le amassi io…- ammise pensoso.

-Nicola ha insegnato a Sara a baciare al liceo…- riassunse Ginevra al fratello.

-Ti prego Ginevra di non dargli spago o dirà altre cose imbarazzanti…- le fece Sara.

-Avete fatto anche sesso insieme?- chiese Riccardo a questo punto incuriosito.

-No, questo no…- rispose Sara arrossendo nel buio.

-I miei gusti in fatto di sesso erano già chiari alle medie…Voglio bene a Sara ma questo sarebbe stato veramente troppo per la nostra amicizia…- confermò il ragazzo.

-Credo sia il caso che tu smetta di bere quella birra Nico o verranno fuori dalla tua bocca altre stupidaggini…-

-In birra veritas…- esclamò lui un po’ su di giri.

-Appunto…- fece Sara irritata.

-Sai cosa penso Riccardo?- gli disse con occhio spento.

-Cosa?- fece lui.

-Che tu e Sara sareste una gran bella coppia… e se sapete pure baciare bene allora fareste scintille…-

Sara sgranò gli occhi nel sentir dire quella frase e arrabbiata lo costrinse ad alzarsi per portarlo a casa.

-Scusalo… non sa più cosa dice…-

Ginevra cercò di trattenersi dal ridere apertamente.

-Non ha detto nulla di male Sara…- la tranquillizzò Riccardo.

-Dammi quella birra!- fece lei.

-No… lasciamela…-

Dopo una breve colluttazione Sara riuscì a prenderla e a svuotarla rovesciandola sulla sabbia.

-Andiamo a nanna prima che tu dica qualcos’altro di imbarazzante…-

-Ma perché? Cosa ho detto di male? Solo perché ho detto che…-

Sara gli tappò la bocca con la mano e lo costrinse a dirigersi verso casa.

-Buonanotte e scusatelo di nuovo…- fece Sara.

-Buonanotte…- rispose Riccardo assorto guardandoli andare via.

Ginevra non riuscì più a trattenersi e si abbandonò ad una risata irrefrenabile.

 

L’indomani mattina di buon’ora Riccardo andò a correre in riva al mare poi decise di concludere l’allenamento con una lunga nuotata.

Una volta uscito dall’acqua recuperò le scarpe da ginnastica e si diresse al villino per asciugarsi.

Una donna, che da diversi giorni lo osservava, trovò il modo di attaccare bottone: Riccardo le passò accanto, era distesa al sole su uno dei lettini dello stabilimento.

-Hai da accendere per caso? Sembra che da queste parti non fumi più nessuno!- le disse la donna con un forte accento francese.

-Mi dispiace, neanche io fumo…- le rispose fermandosi di fronte a lei. La sua ombra si proiettò sul corpo della donna coprendola del tutto, il sorriso di lei tradì l’apprezzamento per quella sovrapposizione di figure.

Riccardo si soffermò a guardarla: era molto carina, bionda e con la pelle d’alabastro.

-Mi chiamo Nadine, sono qui in vacanza da amici e mi fermo per un altro paio di giorni…- disse lei allungandogli la mano.

-Riccardo… anche io sono ospite in un villino qui vicino…- e ricambiò la stretta.

-Hai la pelle chiarissima, fai attenzione o ti scotterai-

-Sei gentile a preoccuparti per me ma ho messo una protezione altissima… Potremmo bere qualcosa al bar se ti va…- la donna seguiva rapita le gocce d’acqua scivolare lentamente sul suo addome.

-Mi piacerebbe ma ora non posso. Di dove sei?-

-Di Bordeaux… sono un interior design e tu che fai nella vita Riccardo?-

-Lavoro in un negozio di abbigliamento-

Riccardo mantenne con lei la sua copertura: vedeva con la coda dell’occhio che Sara e Nicola erano intenti ad osservare quell’incontro.

-Sei così impegnato? Non possiamo nemmeno bere una birra insieme una di queste sere?- la donna glielo disse in modo molto eloquente. 

Riccardo si vide costretto ad essere un po’ più chiaro con lei.

-Veramente, mi dispiace. Sono qui unicamente per stare con la mia famiglia e soprattutto con mio nipote… sarà per un’altra volta-

-Peccato…- fece lei.

La salutò e andò a prendere un asciugamano.

-Peccato…- pensò Riccardo: il target era quello giusto.

Sara e Nicola avevano osservano con interesse la sua conquista e  avevano ascoltato rifiutare le avances di quella donna.

Erano stati testimoni dell’ascendente di Riccardo sul genere femminile e si chiedevano perché non ne avesse approfittato.

-Quell’uomo non riesce proprio a passare inosservato a quanto pare… perché non ti dai da fare con lui Sara? Stai perdendo un’occasione pazzesca… E’ un figo da paura!- le fece Nicola.

-Lo stai osservando troppo… il tuo picco ormonale lo dimostra Nico. Se Andrea venisse a saperlo cosa penserebbe di te?-

-Semplicemente che ho buon gusto!-

-Lasciamo stare… andiamo a fare il bagno?-

-Sei un caso senza speranza Sara!- fece lui alzandosi.

 

Mentre si asciugava Riccardo sentì squillare il telefono, lesse il nome e sorrise:

-Nadia… non abbiamo già festeggiato il tuo addio al nubilato?-

-Buongiorno mon amour. La risposta è sì ma mi manchi, ed essendo a Roma per lavoro pensavo di raggiungerti per stare un po’ insieme…-

-Non è una buona idea… Sono in vacanza ma sto anche lavorando, credo sia meglio lasciar perdere… A proposito, quando ti sposi?-

-Fra circa venti giorni… perché? Vuoi un invito?-

-No figurati, mi sentirei certamente fuori posto, era solo per curiosità. Lo sai che dopo le cose tra noi cambieranno…- le ricordò lui.

-Lo so… sei un commissario di polizia e non puoi permetterti di fare il rovinafamiglie…- Riccardo le sentì tirare un profondo sospiro.

-Beh… allora buon lavoro Riccardo…-

-Addio Nadia…-

-Addio commissario…-

 

Rientrati in casa Sara trovò sul cellulare una chiamata persa di Germano e lo richiamò subito.

-Ciao Germano, sono Sara… ho visto la tua chiamata…-

-Ciao Sara, scusami se ti disturbo, so che sei in vacanza…-

-Non disturbi mai, dimmi…-

-Volevo chiederti se saresti disponibile per un altro contratto di due mesi, ma solo per il mattino questa volta, dalle otto a mezzogiorno, un part-time insomma…-

-Veramente?- Sara sorrise.

-Certo, e questa volta dovresti sostituirmi in ufficio… non dovresti gironzolare per le campagne con il rischio di incappare in qualche malintenzionato!- rise Germano.

-Se è così tanto meglio…- gli rispose contenta.

-C’è un però…-

-Ovvero?-

-Dovresti venire da questo lunedì, lo so che ti sto dando poco preavviso ma è un’emergenza, sarò incasinato con molto movimento di merci e non potrò stare in ufficio come al solito…-

-Non ti preoccupare, va benissimo, anzi ti ringrazio per aver pensato a me per il posto, mi sono trovata bene in azienda-

-Di questo sono contento. Allora ci vediamo lunedì, ti faccio trovare il contratto pronto-

-Grazie Germano, grazie infinite-

-Grazie a te per la disponibilità, mi hai salvato, non è facile trovare qualcuno su due piedi ad agosto

-Ok allora, a lunedì-

-A lunedì, ciao-

Sara era molto soddisfatta, anche se solo per due mesi aveva ora un nuovo impiego.

 

Erano le cinque del pomeriggio e da diverso tempo Nicola e Sara stavano sdraiati all’ombra della siepe del giardino a chiacchierare.

-Sara, ti andrebbe di fare una partitina? Il campo sembra libero-  le chiese all’improvviso Nicola con una strana luce negli occhi.

-Sì… se ti va, perché no?- gli rispose Sara.

Lo vide alzarsi e sparire in direzione della spiaggia.

Senza anticiparle nulla, andò a cercare Ginevra e le chiese se volevano, lei e Riccardo, fare una partita a beach volley con loro.

-Certo Nicola, il sole è meno forte… credo si possa fare. Vado a cercare mio fratello- gli rispose la ragazza.

Riccardo era al computer in veranda, stava visionando alcuni dati quando Ginevra lo raggiunse.

-Sbirro, ti va di fare un’amichevole contro i nostri vicini?-

-I nostri vicini quali? Di ombrellone o di casa?- fece lui divertito.

-Di casa è ovvio… pensavi forse di scomodare quelle due signore anziane con le loro nipotine?- fece lei di rimando.

-Arrivo, metto via tutto e vengo- le rispose sorridendo.

 

Lei rimase a bocca aperta quando Nicola tornò e le rivelò dove era andato:

-Perché non me lo hai detto? Cos’è questo mistero?-

-Volevo vedere la tua faccia sorpresa… e ci sono riuscito!-

Lo guardò sconcertata poi comprese che aveva in mente qualcosa: aveva osservato quello sguardo ogni volta che gli era venuto bene di architettare uno scherzo nei confronti di qualcuno, lo sguardo di chi riesce a fartela sotto il naso a tua insaputa.

Dopo il loro scambio di opinioni su Riccardo Nicola non si era dato per vinto: aveva valutato che se Sara non era in grado di gestire i propri sentimenti ci avrebbe prontamente pensato il suo migliore amico come un novello Eros dei nostri giorni.

Sapeva di non avere molto tempo a disposizione ma ci avrebbe provato lo stesso.

Sara si sentì a disagio, sia per il comportamento sibillino di Nicola che per il pensiero di dover giocare contro Riccardo ed il suo sguardo indagatore.

Si convinse di non pensarci, era oramai troppo tardi, avrebbe trovato successivamente il momento giusto per fare una lavata di capo a Nicola.

Fece un profondo respiro e cominciò a prepararsi: legò i capelli in una alta coda e calzò la visiera.

Raggiunsero il campo e occuparono con gli asciugamani e l’acqua  due sedie poi, come erano soliti fare, si prepararono per spalmarsi a vicenda la crema solare. Era oramai tacitamente diventata per loro una consuetudine quasi scaramantica prima delle partite, importante quanto quella finalizzata ad evitare fastidiose scottature.

Il cellulare di Nicola suonò e si affrettò a rispondere quindi Sara decise di non perdere tempo e di cominciare a mettersi la crema da sola fin dove poteva.

Riccardo e Ginevra li raggiunsero.

-Ciao Sara, il solito rito della spalmata di crema solare

prima della partita?- Riccardo era un ottimo osservatore e la sfotteva amichevolmente.

-Sì… ma questa volta credo che Nicola voglia farmi scottare…- fece lei guardandolo al cellulare.

-Ciao Sara-

-Ciao Ginevra-

-Accidenti… ho dimenticato gli occhiali da sole, vado e torno in un attimo…- fece Ginevra.

-Ok… ti aspettiamo, fai con calma- le disse lei.

La telefonata si protraeva più del dovuto e Sara, spazientita, era rimasta ad aspettare Nicola con il tubetto di antisolare in mano.

-Se vuoi te la spalmo io…- si offrì Riccardo.

Sara gettò un’occhiata verso Nicola e dal suo sguardo divertito ebbe conferma dello scopo di quella lunga telefonata.

Cominciò a sentirsi irritata per i suoi giochetti, soprattutto dopo che gli aveva chiaramente detto di non volerlo incoraggiare.

In quel momento non le rimase che fare buon viso a cattivo gioco:

-Ok… ti ringrazio- fece lei tesa.

Gli passò la crema e gli diede controvoglia le spalle.

Riccardo procedette in silenzio, non disse nulla mentre distribuiva l’antisolare, era totalmente concentrato su quel contatto.

Seguì con scrupolo il profilo del collo e poi quello delle spalle assecondando l’insolita esigenza di memorizzare le sue curve.

Sentì sfuggirle un profondo sospiro ma quando raggiunse le fossette di Venere involontariamente fu lui a lasciarsi sfuggire il suo tipico ed involontario segno di approvazione inarcando un sopracciglio.

-Ho fatto…- disse rendendole il tubetto.

-Grazie…- Sara non riuscì a guardarlo negli occhi, sentiva le guance prendere fuoco.

Si era già spalmata l’antisolare sul viso ma non l’aveva distribuito in modo uniforme ed in alcuni punti erano visibili delle sottili strisce bianche.

-Aspetta un attimo… ti sistemo meglio anche questa- fece lui.

Si guardarono per un istante negli occhi e Riccardo si rese conto di provare non solo piacere ma quasi la necessità di toccarla: con il pollice sfiorò le sue labbra e sentì palpabile una stretta di desiderio allo stomaco.

Avendo gli occhi nascosti dalla visiera Sara approfittò invece della sua vicinanza per osservare meglio la forma della sua bocca e le sfuggì senza volerlo un altro sospiro: Riccardo intuì i suoi pensieri ed un sorriso appena accennato prese posto sul suo volto.

Ingenuamente aveva tradito l’attrazione che sentiva per lui e indietreggiò imbarazzata:

-Grazie, sei stato gentile… ho la pelle chiara e mi scotto facilmente…-

Ginevra nel frattempo era tornata e si era messa ad aspettare nella sua parte di campo: osservandoli aveva percepito tra di loro una forte attrazione e ne era rimasta meravigliata poiché fino a quel momento il sospetto che si potessero piacere non l’aveva minimamente scalfita.                  

Gettò quindi uno sguardo eloquente alla sorella poco lontana.

Finalmente la lunga telefonata strategica di Nicola terminò e tutto soddisfatto, dopo aver risposto con uno sguardo divertito all’occhiataccia di Sara, prese posto in campo.

La partita cominciò: fratello e sorella contro i due amici del cuore.

Il gioco evidenziò subito quale coppia fosse meglio assortita: i due fratelli erano sempre lì a punzecchiarsi e a criticare una ricevuta, una alzata o un tuffo venuto male mentre Nicola e Sara dimostravano una perfetta armonia concludendo praticamente sempre l’azione con un punto.

I battibecchi cominciarono ad essere più pungenti:

-Ginevra non sai proprio alzare la palla, sei un’imbranata… mica posso giocare da solo!-

-Sarò pure imbranata ma tu sei uno stronzo! Sono bravissima alla ricezione, ma non so controllare la palla come fai tu… e non sono alta due metri come te io…-

I fratelli vennero irrimediabilmente battuti e Riccardo propose di rimescolare le coppie per quieto vivere.

-Forse è meglio se ci scambiamo… è troppo faticoso giocare con lei… uomini contro donne sarebbe impari… che ne dici Nicola se prendi mia sorella con te?-

-Ma senti tu questo che dice…- sbottò Ginevra con i pugni piantati sui fianchi.

-Ok, scambiamoci e vediamo che succede…- prima di passare oltre la rete Nicola guardò esultante Sara.

-Ho visto che vi fate dei segni con le mani dietro la schiena… cosa vogliono dire Sara?- le chiese incuriosito Riccardo dopo essersi posizionato alla battuta.

-Ci diciamo da che parte alzare la palla per schiacciare...-

-Possiamo farlo anche noi?-

-Sì… se vuoi ti spiego, è semplice… Se ti indico uno mi alzi a destra, a sinistra con il due. Poi ci sono altri codici che non ti posso svelare…- ammise lei.

-Qualcosa ho intuito osservandovi in questi giorni…-

-Veramente? -

-Già… spesso date, diciamo, giudizi di valore, tipo schiappa a destra, impedito a sinistra- osservò divertito.

-Sono colpita, lo ammetto…- fece lei sorpresa.

-Ok, proviamo allora- fece Riccardo.

Iniziarono a giocare e Riccardo dimostrò da subito di rispondere bene alle strategie di gioco di Sara: non poteva che essere contento di osservare i suoi codici in corrispondenza delle fossette di Venere.

Acquistarono velocemente un notevole vantaggio sugli avversari, fino a quando una schiacciata di Nicola causò una distorsione ad un dito della mano di Sara.

-Ti ho fatto male?- chiese Nicola dispiaciuto.

-Stai giocando pesante eh…- fece lei indolenzita.

-Vieni qui… lasciami provare a fare una cosa…- Riccardo le prese la mano e cominciò a massaggiarla e a fare pressione in precisi punti.

-Grazie… va meglio…- si era un po’ irrigidita al suo contatto.

-Giochiamo o ci facciamo tutti un bel massaggio?- fece dal campo avversario Ginevra.  

Lisa assistette alla partita dall’ombrellone dello stabilimento insieme a Giorgio.

-Vai zio, sei il più bravo!- gridò Giorgio.

-Hai un fan sfegatato Riccardo…- gli fece notare Sara.

-Il mio numero uno…- confermò lui sorridendo.

La partita si concluse poco dopo con la loro vittoria.

-Voglio la rivincita…- fece Ginevra.

-L’avrai… e proveremo anche a fare maschi contro femmine la prossima volta Ginevra!- le rispose Sara.

-Hai ragione… domani proviamo… ok?-

-Ci sto-

-Allora domani nuova sfida…- fece Nicola gongolando in direzione di Sara ma facendo riferimento ovviamente a qualcos’altro.

-Caspita… giocare a beach volley sotto il sole è più faticoso che correre!- osservò Riccardo.

-Sì, è vero… sono tutta insabbiata…- fece Ginevra.

-Facciamo una pausa e andiamo a bere qualcosa?- suggerì Nicola.

-Sì, perché no- fece Riccardo.

-Allora andiamo in veranda a casa mia, c’è da bere per tutti-

Lisa e Giorgio si unirono al gruppetto e raggiunsero insieme il bel giardino fiorito di Nicola.

   
 
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