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Autore: Moriko_    09/06/2020    4 recensioni
"Casa era il posto in cui abitava il cuore, dove si sentiva bene con se stesso e con le persone che amava, al quale era sempre certo di poter tornare in qualsiasi momento della sua vita."
I vari significati di "casa", un luogo in cui nascono e si solidificano i molteplici legami della vita.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alan Croker/Yuzo Morisaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sommario: I vari significati di “casa”, un luogo in cui nascono e si solidificano i molteplici legami della vita.
[Un’altra, ennesima one shot su Yuzo Morisaki, scritta sulle note di "Casa" di Giordana Angi.]




Dedicata a noi, instancabili viaggiatori della vita,
che ci sentiamo a casa con tutti coloro che amiamo.



Casa.



Casa era il luogo degli affetti familiari.
Era la dimora nella quale Yuzo aveva conosciuto per la prima volta il significato dell’amore. Era il calore della mamma e del papà, cullato tra le loro braccia quando era solo un neonato. Era il loro affetto, che lo aveva sempre accompagnato ad ogni passo che aveva fatto, un solido scudo che gli garantiva protezione contro il marcio della vita, che in quegli occhi innocenti di bambino non riusciva ancora a vedere.
Casa era il conforto e la serenità di quella dimora costituita da due persone legate tra loro da un profondo sentimento indissolubile, che con l’amore lo accompagnavano silenziosamente in ogni luogo anche quando non erano fisicamente presenti accanto a lui.

Casa era per Yuzo il seguire i passi dei suoi fratelli maggiori, per camminare al loro fianco man mano che diventava grande. Era il non perderli mai di vista, nel tempo condiviso assieme che si accorciava sempre più quando avevano iniziato a frequentare la scuola.
Casa era quando si sentiva lui una dimora per la sorellina. Era l’essere considerato da lei un esempio da ammirare e da seguire: un solido punto di riferimento, il ramo sul quale appoggiarsi in cerca di riposo e di conforto.
Casa era il restare sempre al fianco dei fratelli e della sorella, soprattutto quando i genitori facevano fatica a comprendere le loro scelte man mano che diventavano grandi. Era il gioco della complicità, della condivisione delle esperienze quotidiane, delle cose non dette ma che giungevano al cuore attraverso la potenza di uno sguardo o di un abbraccio.
Casa era per tutti loro il poter esprimere liberamente le proprie fragilità, per trovare sostegno e conforto nei momenti più difficili della vita. Era il luogo in cui, crescendo, avevano imparato insieme a diventare delle piccole querce, compatti tra loro ma resistenti di fronte alla bufera della vita.

Casa era il ritrovarsi tutti riuniti attorno ad un tavolo, nonostante le accese discussioni che nascevano tra loro e il desiderio di indipendenza, sempre più crescente col passare degli anni.
Casa era il sentire quel profondo legame che li univa e che giorno dopo giorno si avviluppava, facendo crescere in ciascuno un sentimento di tristezza e smarrimento quando uno di loro lasciava quella dimora. Era quell’insieme di sommessi “buona fortuna” e “stammi bene” sull’uscio di casa, era il rinnovo della reciproca promessa che il loro legame non si sarebbe mai spezzato, accompagnato dal silenzioso pianto che sgorgava dal cuore dei loro genitori che non potevano impedire a tutti loro di lasciare quel luogo e di essere come le foglie che si staccavano dall’albero e iniziavano a volteggiare solitarie.
Perché, per ciascuno di loro, casa era lo scrigno di quell'amore primordiale, un microcosmo nel quale la tenerezza e il calore si trasmetteva attraverso gesti semplici ma carichi di forte intensità.
Era l’insieme di quelle radici, dalle quali si innalzava quel robusto albero di quercia in cui tutti loro erano i rami. Rami ricchi di fiori colmi di differente bellezza, dello stesso albero che ne aveva fatti nascere di diversi col passare del tempo.



Casa era per Yuzo il luogo delle prime amicizie, di quelle che nascono tra i banchi di scuola, dove bastava poco per legarsi a qualcuno: uno sguardo, un gesto, una parola detta al momento giusto, la voglia di condividere le passioni con la persona che si aveva di fronte.
Casa era il posto in cui, col passare del tempo, Yuzo aveva sempre trovato un gesto o una parola di conforto, un sostegno e una rassicurazione da parte di chi aveva deciso di restare al suo fianco, quando egli iniziava a sentirsi fragile di fronte alle difficoltà della vita.
Casa era quando stava insieme agli amici, per le strade della sua città o nel campetto di calcio della loro scuola. Era il trascorrere con loro del tempo condiviso - lo stesso che non poteva più condividere con i suoi fratelli - e dove poteva esprimere in totale libertà la sua personalità, sentendosi accettato dai suoi compagni.
Era lì che, per la prima volta, Yuzo aveva capito che casa non era solo il luogo dei suoi affetti familiari. Casa poteva essere anche altrove, lontano da loro, con persone che gli volevano bene ma che non condividevano alcun legame di sangue con lui. Casa era l’insieme delle amicizie, di quelle storiche o più recenti, dove lui si sentiva altrettanto amato e dove poter condividere qualsiasi cosa.
Ed era proprio in quella casa che, ben presto, aveva trovato la sua più cara dimora dopo la sua famiglia.

Casa era, infatti, il restare accanto a quella persona che lo aveva amato, che aveva incontrato quando entrambi erano ancora dei bambini. Crescendo, quel legame era diventato sempre più speciale e profondo e, ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, fin da subito Yuzo aveva capito che il rapporto con quella persona era speciale, distante da quello che stava condividendo con gli altri: molto simile a quello che legava i suoi genitori, così diverso da quello dei suoi amici e fratelli.
Casa era il groviglio di quelle sensazioni che Yuzo provava ogniqualvolta che era al suo fianco e che coinvolgeva tutti i suoi sensi: l’imbarazzo, la schiettezza, l’amare e l’essere amato, e la consapevolezza di sentirsi uniti come una persona sola, fisicamente e spiritualmente.
Casa era la presenza di quella persona, una spalla sulla quale poteva sempre contare e che era pronta a dargli tutto il supporto che poteva, insegnandogli che l’amore poteva avere forme diverse ma accomunate tra loro dalla stessa intensità.
Casa era il coraggio di restare accanto a quella persona, fregandosene dei pregiudizi e delle opinioni degli altri, della gelosia e dei chiacchiericci di chi non era mai stato loro amico e che viveva solo di egoismo e vanagloria.
Era il vitale sentimento che li univa, che più volte aveva rischiato di frammentarsi in mille pezzi senza più ricomporsi, ma che invece aveva resistito a qualsiasi ostacolo che si era frapposto nei loro rispettivi cammini di vita.

Con il passare degli anni, Yuzo aveva capito il vero significato di quella parola.
Casa era il posto in cui abitava il cuore, dove si sentiva bene con se stesso e con le persone che amava, al quale era sempre certo di poter tornare in qualsiasi momento della sua vita.

Ovunque, si sentiva a casa.




[Angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]
Prima di tutto, come da incipit, questa storia è dedicata un po’ a tutti noi che spesso siamo lontani dalle nostre “case fisiche”, e che in questi anni abbiamo scoperto tutte le sfaccettature di questo termine… che sembra così semplice, ma che in realtà non lo è! (Un po’ come quello dell’amore, in fondo ;P) In realtà, dato che oggi è il compleanno di una mia collega di scrittura - nonché una delle colonne portanti di questo fandom - ci tenevo a dedicarla soprattutto a lei, perché almeno quest’anno sono riuscita a scrivere qualcosa: tanti auguri, Melanto! :)
Dediche a parte, questa è una storia scritta completamente di getto, dopo aver ascoltato alla radio “Casa” di Giordana Angi. Per quanto io non segua così da vicino il mondo dei talent show, questa canzone mi ha catturata fin da subito proprio per il suo significato.
Dichiara l’autrice: «La casa non è un posto. Ha un significato più metaforico che fisico. Casa è ogni luogo o situazione dove mi trovo bene prima con me stessa e poi con la persona che amo, è il luogo dove sono felice. Mi sento a casa con il mio pubblico, mi sento a casa mentre scrivo, mi sento a casa quando canto. Nel particolare del mio singolo la casa era la rappresentazione di un amore, di una lei. Una storia vissuta che superava le distanze fisiche e quando pensavo a lei mi sentivo a casa, mi sentivo di amare e di essere amata.» (tratto da qui.)
Sono partita da questa canzone, per narrare di un tema che in parte era stato già l’argomento principale della mia "The empty chair"; ho scritto “in parte” perché in quell’occasione ho parlato solo della famiglia di Yuzo, mentre in questa storia non si parla solo di una famiglia ma di tante famiglie, quella in cui il protagonista si è sempre sentito amato e accettato.
La “casa” è, infatti, il luogo degli affetti, dove stai bene e che senti vicino anche quando sei lontano fisicamente dalle persone che ti amano. Qui ho raccontato di tante case: di quella della famiglia vera e propria, di quella degli amici e, infine, di quella della persona che ama (sulla quale ho voluto mantenere un’aura di totale neutralità e ammetto che è stato un po’ difficile… anche se, cara Mela: dato che è il tuo compleanno, puoi tranquillamente immaginare che sia il tuo caro Mamoru! Te lo concedo :3)
Quasi dimenticavo: la versione della famiglia di Yuzo che compare qui non è ispirata ad altre storie già pubblicate qui. Si tratta di una versione che avevo creato per una storia che è attualmente in cantiere ma sulla quale non so quando vedrà la luce; riflettendo sul kanji (三) del nome di Yuzo, ho ipotizzato che lui possa avere altri due fratelli maggiori, mentre sulla sorellina… beh, quella è una mia idea! Non chiedetemi perché, vedo molto bene Yuzo nel ruolo di fratello maggiore… non so, è una sensazione.
L’input del kanji mi è stato dato qualche mese fa (e prima dell’uscita del primo Memories del 2020), nel momento in cui avevo incrociato un post in giapponese su Genzo e la sua famiglia. Anche nel suo nome c’è il kanji (三): infatti lui è proprio il terzogenito dei Wakabayashi, perciò nella mia testa ho pensato di applicare una cosa del genere anche a Yuzo, in assenza di fonti ufficiali.
Ad ogni modo, ho (ri)utilizzato qui i miei personaggi per dare alla Mela una prima idea di come sono, dato che lei ha mostrato molto interesse verso di loro - anche se, giuro: le ho solo confidato che sto scrivendo una storia in cui comparirà la famiglia di Yuzo… perciò grazie per la fiducia! XD (Per Mela: man mano mi sto avvicinando alle tue (mille) versioni, un momento che arrivo! *Corre come Fantozzi che deve prendere l’autobus al volo* :3)
Ringrazio tutti coloro che sono giunti fino alla fine, alla prossima!
--- Moriko
   
 
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