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Autore: Manuel Lanhart    12/05/2005    0 recensioni
Ciò che ci distingue sono le nostre scelte e il modo in cui ci rialziamo dopo la caduta...
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arwen, Elrond
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parla Elrond Sei destinata a giorni immortali, figlia, e vedrai le ere scivolare sul tuo viso senza osare toccarti. Lentamente la tua vita si protenderà verso una non-fine, quando perderai il conto degli anni, e allora sarai pronta ad un nuovo inizio. Conterai ancora e ancora le gocce del tempo, finchè ogni secondo si dileguerà nel passato e nel successivo, e tu non smarrirai il retto sentiero delle età. Ma i tuoi ricordi, figlia mia, resteranno verdi al di là del Mare, lontano dal sussulto di un uomo mortale. La speranza è giunta oltre il confine più remoto, e a te non resterà che veleggiare via dal buio, quando l’ombra coprirà persino il volto di Earendil. Dove credi di aggirarti, sotto cieli che non ti appartengono? Dove credi di vivere su questa sponda, se dall’Orodruin sprizzerà un nuovo moto di violenza? Dove credi di adagiarti, in vallate solitarie che piangono la partenza dei tuoi, la partenza di noi? Sento la tua luce affievolirsi col freddo dell’inverno, ma devi solo desiderare la vita, perché questa torni a scorrere per sempre nelle tue vene. Per un Anello le esistenze del mondo vengono sconvolte, anche quelle delle creature più piccole, che al pari dei Grandi soccomberanno all’avanzata di Sauron. Quella che ti mostro, Arwen, non è viltà, ma il coraggio di ammettere la Fine. Dopo che i Tre avranno cessato di essere, avremo un unico porto di salvezza, laggiù da Cirdan, ma sai che gli Elfi non hanno mai voltato il capo all’onore e alla lealtà. Siamo sempre stati pronti a impugnare l’arco, e lo siamo tuttora, benché le speranze siano riposte nelle esili spalle di un Hobbit, troppo gravose. Sai che molto probabilmente la morte è al varco per Frodo, e lui vi si sta dirigendo in rappresentanza di una razza ignara del Male, fatta eccezione per pochi, in nome di una terra accomunata dal pericolo. Io stesso ho riposto la fiducia negli Uomini, che si sono indeboliti, essendo cresciuta la brama d’immortalità e ridotta la durata delle loro vite. Gli Uomini di Numenor rimasti, in esilio, senza palazzo né confine, seguiranno la sorte dei loro avi, e Aragorn appartiene a loro. Se rifiuta di seguire la strada che il destino gl’impone, striscerà nelle tenebre, prima che il pugno di Sauron lo scovi e lo colpisca. Credo però che saprà riconoscere i sentieri delle Terre Selvagge che lo condurranno sul trono di Gondor, per quanto il viaggio sia irto d’insidie. Non esiste limite all’Occidente, se Sauron verrà abbattuto, se non la morte. E anche quando questa remota eventualità si avveri, che posto avremo, noi Elfi? Non conosciamo tutta la verità riguardo i Tre, non sappiamo se continueranno a brillare dopo il crollo di Mordor, e nonostante ci sia un’esile speranza di vittoria, non ci riguarda. Ben presto la Terra di Mezzo ci sarà preclusa, e calcheremo la sabbia di spiagge lontane… Se resti qui per amore di un mortale, taglierai la sorte che ci unisce, e cosa lascerai nel cuore di tuo padre, eccetto dolore e nostalgia eterna? Hai tua madre, ad Eressea, scruta l’orizzonte, in attesa che Arwen Undomiel illumini di grazia i nostri Padri. Non vuoi riabbracciarla? Verso chi hai indirizzato il tuo amore? Se resterai qui, figlia mia, tu non sosterrai il peso degli anni a venire. Lui si ergerà sulla gloria degli antichi Re, e il suo nome verrà accostato a quello di Elendil, mentre tu vivrai di gioia e di attesa di un fato ineluttabile. Anche nei momenti più felici un’ombra oscurerà il tuo sorriso, perché penserai che la morte è ogni istante più vicina. Siederai sul trono degli Uomini e accanto a te, emblema di una razza rinata, Aragorn ti stringerà con vigore la mano, finchè non diventerà troppo debole. A testa alta affronterà i perigli mortali, e fieramente giacerà nella tomba. E tu, piangendo, gridando invano il suo nome, fisserai gli occhi chiusi di colui che hai amato, spererai di sentire un alito di vita che si è invece dissipato, e chiusa nel tuo dolore ti aggirerai nei boschi abbandonati. T’inginocchierai sulle foglie ingiallite e pregherai di raggiungerlo. I tuoi piedi si muoveranno in un’ultima danza su musiche non suonate, su versi silenziosi. E ti accorgerai che nemmeno gli uccelli ti stanno ammirando e ti sdraierai su un colle avvizzito, circondato dalle stelle della notte più cupa. Tu morirai, Arwen, in nome di un amore che ti avrà accompagnato per tutta la vita, ed io piangerò senza fine.
  
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