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Autore: Laviestar    10/06/2020    0 recensioni
«Alla fine, sei tu che mi fai stare bene» confidò il ragazzo spiazzando Marinette che sentì il cuore battere sino in gola.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma se dovessimo spiegare
In pochissime parole 
Il complesso meccanismo
Che governa l'armonia del nostro amore 
Basterebbe solamente dire 
Senza starci troppo a ragionare
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa 
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa

***

«Marinette» la richiamò, «Marinette, guardami» disse ancora.

A quella richiesta la ragazza aprì gli occhi, trovandosi davanti due iridi di un verde brillante guardarla dolcemente.
Cercò di non sciogliersi davanti allo sguardo di Adrien, e si chiese come faceva, in tutta quella situazione, ad essere sempre così dannatamente eccezionale.
In quel momento avrebbe dovuto essere lei quella forte tra i due, eppure... soffriva terribilmente per lui e per il suo silenzioso dolore.
L'unica cosa concreta che riusciva a fare era quella di starsene seduta ai piedi del suo letto con le ginocchia tirate al petto.
Si sentiva in quel modo perché amava Adrien incondizionatamente, in un modo assoluto e senza alcuna riserva;
scegliendo lui come persona, tacitamente, aveva scelto di condividerne gioie, soddisfazioni e dolori. 
L'amore, quello vero, dopotutto, era sempre una scelta. Un libero atto di volontà.

La resa dei conti era arrivata, e il prezzo da pagare era stato alto.
Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, e non c'era frase più giusta e azzeccata che potesse descrivere quella situazione.
Da quando era diventata la nuova guardiana della Miracle Box aveva spesso combattuto contro i suoi stessi sentimenti, non riuscendo a darsi delle spiegazioni accettabili più spesso di quanto avesse mai potuto pensare, ma nel suo essere imperfetta, Marinette, aveva fatto un lavoro grandioso sulla sua persona.
Amare se stessi era il primo passo per poter amare qualcun altro; 
Quel qualcuno che non era mai cambiato ma che allo stesso tempo era diverso da come lo aveva sempre immaginato.

La scoperta dell'identità di Papillon e la conseguente scoperta dell'identità di Chat Noir, l'avevano messa difronte ad una nuova realtà dei fatti.
Quella situazione non aveva fatto altro che amplificare tutto, portandola nella condizione di capire che tutti quei sentimenti che aveva disperatamente cercato negli ultimi anni, erano sempre stati dentro di lei.
Aveva cercato risposte a quei sentimenti in un modo così ossessivo da non accorgersi che la risposta era sempre stata davanti ai suoi occhi.
Ora, riusciva perfettamente a comprendere perché il Maestro Fu all'epoca le disse che era importante preservare il segreto sulle loro identità;
c'era un tempo per ogni cosa, e proprio col tempo ogni tassello aveva trovato il suo posto in un quadro che aveva lentamente preso forma.
In passato non avrebbero avuto la maturità giusta per affrontare una scoperta simile con le relative conseguenze, ma di una cosa era sicura: insieme ora potevano farcela.

«Ho perso nuovamente il Miraculous della farfalla, Adrien» sospirò.
Non riusciva a non farsene una colpa. 

«Abbiamo perso» la corresse lui sedendosi accanto a lei, «Ed è in parte colpa mia» aggiunse assumendosi le sue responsabilità in modo maturo, come era solito fare.

Nel momento in cui la trasformazione del nemico si era sciolta davanti ai loro occhi era rimasto pietrificato, Ladybug aveva approfittato di quell'attimo per riprendersi il Miraculous della farfalla, e quando la sua partner lo aveva richiamato, lui non aveva fatto nulla, assolutamente nulla. Era rimasto inerme e senza parole.
Improvvisamente reagì con l'unica cosa che non avrebbe dovuto fare: si mostrò come Adrien Agreste davanti agli occhi di Ladybug e di suo padre, come per liberarsi di un peso.

«Adrien!» Lo aveva richiamato senza successo.
Vedendolo in quello stato, gli andò incontro e lo abbracciò facendogli capire che non c'era niente da aggiungere e che non doveva preoccuparsi. 
Fu proprio in quel momento che perse di vista il Miraculous della farfalla.

Non era la prima volta che Ladybug sbagliava, e nonostante la delusione verso se stessa per la perdita della spilla, non provò alcun tipo di rimorso verso la scelta di mettere Chat Noir al primo posto, che fosse Adrien o Chat Noir non aveva più importanza, mai gli avrebbe permesso di affrontare quella situazione da solo.

Gabriel Agreste non aveva nulla a che fare con quella nuova sparizione.
Sarebbe stato quindi l'inizio di una nuova battaglia contro un nuovo Papillon?

«Dovresti chiedergli perché lo ha fatto» provò a suggerire Marinette vedendo l'espressione del ragazzo accanto a lei.

Adrien dal momento in cui aveva fatto quella scoperta non aveva più rivolto parola a suo padre, ma soprattutto, non lo aveva consegnato alla gogna mediatica come il nemico che per anni aveva terrorizzato Parigi.
Non sapeva quale fosse il motivo che aveva portato suo padre a dare inizio a quell'incubo, e Adrien se proprio doveva essere sincero, non aveva ancora avuto il coraggio di chiederglielo; 

Il ragazzo scosse la testa, «No».
Nel sentire quella risposta secca non insistette ulteriormente, e si limitò semplicemente ad appoggiare la testa sulla spalla di Adrien. 

Non era ancora pronto a farlo. E lei come poteva biasimarlo? 

Adrien aveva persino chiesto una mano a Nino pur di non dover vedere suo padre. Non voleva tornare a casa, non voleva affrontare nulla più di quanto avesse già affrontato. 

«Quando sarò pronto ad affrontarlo, ti prometto che sarai la prima persona a cui lo dirò Milady» confidò in un soffio «Ma ora non posso, non ci riesco».

Quel poco che sapeva, per ora gli bastava. Mentalmente si disse che doveva fare un passo alla volta, nonostante si sentisse disorientato, proprio come se fosse stato un bambino impaurito svegliato nel cuore della notte.

«Fino ad allora, sempre io e te contro il mondo, giusto?» Domandò Marinette intrecciando le dita con quelle di lui, cercando in qualche modo di incoraggiarlo.

«Io e te contro il mondo» rispose lui girando la mano in modo che si ritrovassero palmo contro palmo.

Il loro rapporto andava oltre ogni logica.
Avevano sempre avuto un'intesa fuori dal comune.
Erano sempre stati mente e corpo. Il giorno e la notte, o forse, più semplicemente erano come lo Yin e lo Yang: due energie opposte, ma necessarie, in grado di completarsi a vicenda, dove l'esistenza di uno dipendeva inevitabilmente dall'esistenza dell'altra. E viceversa.

«Alla fine, sei tu che mi fai stare bene» confidò il ragazzo spiazzando Marinette che sentì il cuore battere sino in gola.

Loro ne avevano passate tante insieme, alle volte non si erano capiti, altre volte invece erano stati complementari l'uno per l'altra, e in qualsiasi forma si fossero trovati, c'erano sempre stati, che fossero Marinette e Adrien o Ladybug e Chat Noir, erano sempre stati due ragazzi che si amavano in ogni più piccola sfumatura.

«E viceversa».

Tutto ciò che provava lui, sarebbe sempre stato lo stesso anche per lei.
Erano due persone che si amavano e che sarebbero sempre stati fonte di felicità l'uno per l'altra.
Non esisteva un manuale pronto a guidarli su come poter affrontare l'amore e tutto quello a cui sarebbero potuti andare incontro, eppure Marinette poteva davvero riassumere la loro relazione in un'unica parola: Viceversa.

***

 

Perdonatemi per questa cosa uscita così di slancio, ma ho avuto un momento di ispirazione lampo con questi due! 
E quindi niente.... spero che vi sia piaciuta! :)

Lavie

   
 
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