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Autore: crimsonthestral    12/06/2020    0 recensioni
Mi chiamo Janine Cooper. Distretto 4. Questo è il mio Hunger Game.
Dopo la Rivolta siamo tornati al punto zero, agli Snow, agli Hunger Games e all'oppressione nei distretti.
Sono una guerriera, o così dicono. Farò di tutto per tornare a casa.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci hanno dato tre giorni per riposarci e rimetterci in sesto. Sono stati giorni tranquilli in cui siamo stati seguiti dalle migliori equipe mediche e trattati come principi. Oggi è il giorno della Premiazione, sono molto in ansia perché mi troverò faccia a faccia con il Presidente Cassius Snow e il suo sguardo sprezzante.
Sento bussare e poco dopo entra nella stanza il mio stilista, Kaspar.
-Pronta?-
-Magari! Non riesco ancora a capacitarmene!-
-Dai, vieni che ti preparo, ho in serbo per te un vestito.-
Preme un pulsante e si apre un armadio nel muro mostrando il vestito. È delicato, ha una lunga gonna con strascico dalle morbide pieghe fatta di un materiale così leggero da essere quasi impalpabile. Il suo marchio per me è lo spacco sulla gamba sinistra. La gonna è di colore verde acqua marina con ricami argentati. Sorrido a quel dettaglio e Kaspar lo nota.
-Ho voluto richiamare il tuo vestito della Mietitura, era molto bello e credo tu ci fossi affezionata.-
Annuisco -Sì, il mio preferito.-
-Stai tranquilla, lo ritroverai tra le tue cose sul treno di ritorno.-
-Grazie Kaspar, e grazie per tutti i tuoi vestiti.-
Torno a guardare il vestito. Sopra alla gonna c’è un corsetto color indaco scuro con stecche, bottoni e i nastri intrecciati sulla schiena sempre di color argento. La scollatura è ampia e anche le spalle resteranno scoperte poi partono delle maniche lunghe e vaporose tipo ali dello stesso materiale, colore e motivi argentei della gonna.
Kaspar mi aiuta a vestirmi, lascia i miei capelli sciolti e naturali, poi sento qualcosa di freddo attorno al collo e d’istinto mi viene da toccarmi sorpresa. Mi guardo allo specchio e vedo una catena di perline d’argento con al centro una grossa goccia di acquamarina. Dietro di me Kaspar mi osserva raggiante.
-Questo è il mio ultimo regalo per te, almeno per ora.-
-Cosa intendi con “per ora”?-
-Sto già disegnando il vestito per il tuo matrimonio!-
-Matrimonio?- mi viene istintivo ripetergli di rimando.  
-Ma certo! Tu ed Eddie sarete la coppia più bella che Capitol City abbia mai visto negli ultimi anni!-
Mi viene un groppo alla gola e mando giù a fatica quella frase, il cuore mi balza nel petto. È vero amo Eddie ma non pensavo che tutto dovesse avvenire così in fretta dopo la vincita dei giochi. Dopotutto siamo ancora abbastanza estranei l’uno per l’altra, condividere l’esperienza dei giochi ci ha unito tantissimo però non so ancora tante cose di lui; il suo colore preferito, il suo cibo preferito, com’è la sua famiglia o il suo distretto, qual era la sua storia prima di incontrare me. Vorrei tanto avere più tempo per conoscerlo e imparare tutte queste cose, avere tempo per essere solo io e lui come una qualsiasi coppia e non avere tutti gli occhi di Capitol addosso, non avere l’obbligo di doverci sposare entro l’anno. Vorrei che io e lui fossimo una coppia normale, fidanzati, non marito e moglie da subito.
Devo aver cambiato espressione perché Kaspar mi sta guardando preoccupato.
-Tutto bene?-
-Sì,sì.- e decido di confidarmi con lui.- Solo non mi aspettavo che il matrimonio dovesse avvenire così in fretta.-
-Ti capisco, solo che non puoi fare nulla contro le regole di Capitol. Vedrai che andrà tutto bene.- dice poggiando una mano sulla mia spalla, ben sapendo che con me baciarmi non è adeguato.
-Adesso è ora, goditi il tuo momento.- e mi spinge fuori dalla porta.
Mi trovo di fronte Eddie ad aspettarmi. Indossa un completo verde scuro con ricami di foglie autunnali dorate, la camicia è color ocra attraversata da sottili linee dorate. Sembriamo complementari. Gli sorrido, lui è smagliante e sembrava non aspettare altro che la mia uscita dalla mia stanza. Sono sollevata ogni volta che vedo il suo viso di nuovo roseo, pulito e vivo. Non riesco a togliermi dalla testa gli ultimi momenti nell’Arena, il suo viso emaciato, smunto, provato dal caldo e annerito dal fumo che invadeva l’aria. Per quanto mi porterò avanti quelle immagini?
 
Scott Harris ovviamente presenta la serata, ci conduce al centro dl palco. Tutti sono in attesa. Di fianco a noi si solleva una pedana e fa ingresso il Presidente Cassius Snow. È così vicino, il cuore mi batte all’impazzata. È seduto su un trono nero, è elegante come sempre. Si alza in piedi e noi da protocollo pieghiamo il capo in segno di saluto.
-Panem oggi, Panem domani, Panem per sempre!- esordisce alzando un pugno e la folla risponde con un boato d’esultanza.
Ci fissa e poi ci fa segno di avvicinarci.
-Finalmente ci incontriamo.- esordisco.
-Pare di sì, guerriera tatuata.- mi risponde lui con uno sguardo gelido annuendo con un leggero movimento del capo.
-Molto piacere di conoscerla di persona.- dice molto più elegantemente Eddie facendo un piccolo inchino. Cassius Snow sembra più compiaciuto da quel saluto.
-Bene, giovani tributi. Vi incorono come Vincitori dei 25esimi Hunger Games. La fortuna è stata molto a vostro favore.- dice Snow, enfatizzando malignamente la parola molto. Poi prende delle coroncine d’argento da un cuscinetto di velluto nero sorretto da un bambino di Capitol. Incorona prima me e poi Eddie. Ci fa un sorriso un po’ affettato. 
-Popolo di Capitol City, miei amati cittadini lasciate che vi presenti le stelle di stasera: Janine Cooper dal Distretto 4, e Edmund Palmer dal Distretto 7. Uno strano amore li ha uniti, ora aspettiamo con ansia il matrimonio. Vogliamo congratularci tutti con loro. Applausi!-
Dopo la fine dello scroscio infinito di applausi, si inchina come saluto e se ne va lasciandoci alla visione del tradizionale video di commemorazione delle nostre gesta. Entra di nuovo in scena il presentatore Scott Harris che ci fa accomodare con lui su un grande divano di morbida pelle rossa. MI viene un groppo alla gola per la scelta di quel colore, sembra il sangue delle mie vittime.
Il video inizia ed è straziante per me, per noi sopravvissuti dei distretti mentre per i capitolini è puro divertimento rivedere tutte le scene migliori e più salienti dei nostri Hunger Games. Ho gli occhi lucidi ma non poso permettermi di piangere, rovinare il trucco e soprattutto far vedere che in fondo sono debole anche io. Se fossi sola, senza avere tutte le telecamere puntate sul mio volto a studiare ogni mia reazione, se non ci fosse davanti a me tutto quel pubblico di migliaia di capitolini, beh se non ci fosse tutto questo piangerei a dirotto, tantissime lacrime amare a rigarmi le guance. Lacrime di rabbia, lacrime di dispiacere per quelle morti, lacrime di dolore, lacrime di rimprovero verso me stessa. Però solo ora, rivedendo tutte quelle immagini terribili, oltre al dolore affiora veramente per la prima volta la consapevolezza di essere io la vincitrice, io con Eddie. Ce l’ho fatta fin qui, e mi sono portata lui con me. Questa è la cosa più importante e domani torneremo finalmente a casa.
Stringo per tutto il tempo del video la mano di Eddie e di tanto in tanto i nostri sguardi si incrociano.

 
   
 
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