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Autore: Megafan1    13/06/2020    0 recensioni
Regina Smith, la ragazza più intrigante del campus. Nessuno è mai riuscito a capirla davvero, neanche la sua amica, Cara Jensen. Regina viene da Savannah, Georgia, ma frequenta l’università del South Orange, New Jersey, per poter diventare una grande giornalista. Non è il successo quello che cerca, né la fama. Vuole solo raccontare, dare voce alle persone che non possono da sole.
Sarà un viaggio on the road con il ragazzo che gli capita per un importante lavoro. Ma non è il caso di citare il classico detto, due cuori e una capanna. Lei ha sofferto molto e si è chiusa. Lui ha sofferto allo stesso modo, ma si è aperto al mondo. Forse potranno aiutarmi a vicenda a superare le difficoltà del passato… Chissà.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Edifici. Edifici. E ancora edifici. Ecco ciò che vedo mentre sono nel taxi diretta all’università, la Seton Hall University nel New Jersey, che dista solo pochi minuti dal mio appartamento. Persone che escono da edifici per correre in altri. Tutto questo sembra così banale, abitudinario, invece ognuna di quelle persone ha una storia da raccontare e chissà forse sarò io a farlo.
 
In pochi attimi arrivo all’università e vado dritta verso la caffetteria dove mi sta aspettando Cara, la mia  migliore amica che ho conosciuto in questo posto. Condividiamo l’appartamento per essere più autonome e indipendenti, ma stamattina lei è uscita prima di me perché doveva ripassare per la lezione di oggi con la professoressa Michel. Per tutti è quella più temibile, per me è la migliore. La pensiamo quasi sempre nello stesso modo ed è davvero stimolante poter parlare con qualcuno che può controbattere di tanto in tanto.
-Ciao Cara- raggiungo la mia amica al suo tavolo e lascio cadere la mia borsa a terra
-Buongiorno- mi saluta passandomi un caffè che probabilmente ha ordinato per me poco prima
-Hai ripassato?- le chiedo cercando di non ridere
-Sì, perché non abbiamo tutti la fortuna che hai tu di non dover studiare per andare bene. Perché qualsiasi cosa che dici sembra sempre la risposta giusta-
-Non è colpa mia, lo sai. Mi diverto durante le lezioni della Michel. A proposito, ci conviene andare se vogliamo trovare posti- dico recuperando la borsa e alzandomi.
Ci dirigiamo insieme verso l’aula magna, quella dove si terrà la lezione a breve. Mi guardo intorno e vedo ragazzi che scherzano tra di loro, delle coppie che si coccolano, delle amiche che si salutano e vedo anche Cameron Steve, un ragazzo che frequenta i miei stessi corsi, fotografare tutte queste persone.
Una volta arrivò addirittura a fotografare me, per l’occhiata che gli lanciai che avrebbe potuto seriamente fulminarlo, mi assicurò che non sarei stata mai più il suo soggetto fotografico senza il mio permesso.
 
Io e Cara, seguite da lui e il suo gruppo di amici, entriamo e prendiamo posto, io e Cara vicine e i ragazzi qualche posto avanti a noi, mentre tutta l’aula si riempie in fretta e arriva anche la docente.
Proietta le foto di alcune persone che non ho mai visto prima sulla lavagna alle sue spalle.
-Sapete chi sono queste persone?- chiede dopo aver passato in rassegna ognuno di noi. Nessuno risponde così continua.
-Sono delle persone che hanno una storia da raccontare, ma non ne hanno la possibilità. Sapete perché?-
-Perché nessuno le ascolta- rispondo io guadagnandomi gli occhi di tutti puntati addosso
-E perché secondo te?-
-Perché sono persone povere che non hanno niente da offrire ai giornalisti corrotti della nostra società per far raccontare le loro storie. La maggior parte di queste persone sono di colore, altre sono donne considerate inferiori da alcuni uomini, ma ciò nonostante tutte queste persone sono importanti-
-Esatto- continua la prof
-Tutte queste persone sono importanti. Le loro vite contano-
-Così come quelle di tutti quanti- interviene Cameron
-Così come quelle di tutti quanti- ripete la signora Michel annuendo compiaciuta
-Ecco il vostro compito che varrà la metà del voto d’esame a fine semestre. Trovate delle storie. Trovate delle persone. E date loro la vostra voce per farsi sentire. Dovrete essere dei veri giornalisti in questo compito. Potrete fare un’intervista oppure scrivere un articolo, sta a voi decidere. La storia migliore verrà pubblicata dal “Newton New Jersey Herald”-
Si inizia ad alzare un brusio nell’aula per l’eccitazione e non posso negare che anch’io non vedo l’ora si svolgere questo compito.
-Dovrete formare delle coppie e dovrete comunicarmele a fine lezione-
-Stiamo insieme?- mi chiede Cara
-Certo- rispondo senza pensarci troppo sorridendole
-Regina, tu sei in coppia con Cameron- dice la prof smontando in un attimo il mio entusiasmo
-Perché?- chiedo mantenendo la calma e notando che il ragazzo in questione si è voltato verso di me con un sorrisetto che non riesco a decifrare
-Farete un ottimo lavoro insieme. Avete bisogno entrambi di stimoli maggiori e sono certa che li avrete anche tramite i vostri litigi-
-Non ci siamo mai nemmeno parlati, come fa a sapere che litigheremo- interviene il mio compagno di progetto
-Cosa ne pensate delle uccisioni, anche se per sbaglio, delle persone di colore specialmente. Questa domanda è per tutti non solo per loro due-
-Che non è per forza detto che se un ragazzo è nero allora debba spacciare o essere un assassino. Molti vengono arrestati o uccisi mentre in realtà sono innocenti. Bisognerebbe rispettare di più la legge- dice Cameron
-La legge? Mi stai prendendo in giro? La legge così come la giustizia non esiste. È solo un’illusione. Qualcosa a cui appellarsi se ci viene fatto un torto. Per te è giusto dare la pena capitale a un uomo che potrebbe o no aver commesso un omicidio? Perché quelli che lo giustiziano non devono essere chiamati assassini, ma devono essere apprezzati. Nessuno ha il diritto di scegliere chi vive e chi muore. E per quanto riguarda le persone di colore, certo è terribile quello che sopportano, ma bisogna anche dire che noi ci schieriamo a seconda della storia che sentiamo. Se un ragazzo nero viene ucciso da un poliziotto e la storia ci viene raccontata dalla famiglia del primo è logico che siamo dalla loro parte, sempre chi non è razzista. Ma io sono dell’opinione che bisogna mettersi sempre nei panni anche dell’altra persona. Perché se la storia ci viene raccontata dalla famiglia del poliziotto ci dispiace anche per lui. Perché poi dovrà affrontare un processo e si sentirà aggredire per strada o su internet. Dipende dai punti di vista- ribatto
-Ora sei convinto della mia decisione Cameron?-
-Pienamente convinto- risponde guardandomi con lo stesso sguardo di prima
-Gli altri hanno un’opinione oppure non sono esseri pensanti?-
La lezione continua per un altro po’ e il ragazzo avanti a me non fa che girarsi di tanto in tanto per guardarmi e sorridere. Un atteggiamento che mi infastidisce molto.
   
 
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