Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Duchessa712    14/06/2020    1 recensioni
La storia si colloca qualche mese dopo l'ottava stagione e si concentra principalmente su Sansa Regina del Nord.
Dovrebbe sentirsi in colpa. Quello che resta della ragazzina che era lo è. Grida tutta la sua rabbia e il suo disgusto. La donna che è diventata, la giocatrice, sa che è stata una mossa necessaria. Al Nord serve un erede. Lei non può permettersi di perdere la sua corona per darla ad un marito che, anche senza volerlo, usurperebbe la sua posizione.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Arya Stark, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Incest
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- Questa storia fa parte della serie 'Past and present and memory'
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Il corvo arriva all'alba e questa volta si può veramente dire che ali oscure portano oscure parole. Sansa legge il messaggio con attenzione e si gira verso la sua famiglia seduta a fare colazione. - Il Lord Comandante dei Guardiani delle Notte sta morendo-. Uno scambio di sguardi con Arya che è già in piedi e pronta a partire, ad andare a salutare per l'ultima volta quel fratello che l'ha delusa ma non ha mai smesso di amare.
Sansa aspetta prima di seguirla e tiene lo sguardo puntato su Irene che non ha ancora alzato gli occhi dal suo piatto. Poi li rialza e sono pieni di determinazione, le labbra sono piegate in un sorriso quasi di scuse. - Perdonatemi madre, zia, ma io non verrò. Non sarebbe giusto e nemmeno rispettoso e del tutto inutile. Gli sono grata per gli anni di servigi alla Barriera, per tutto ciò che ha potuto compiere di buono e di bello, ma non posso dimenticare che ha tradito il Nord, e ancora più grave ha tradito voi, che anche davanti alle ceneri di una città distrutta è stato necessario convincerlo a essere leale alla sua famiglia e che ha sfuggito, in un certo senso sfugge ancora, la punizione cui lo ha condannato mio zio, il Re dei Sei Regni, e che un Sovrano più autoritario, meno legato a lui lo avrebbe punito ancora più duramente. Non posso dimenticare che la mia stessa nascita è frutto della sua disobbedienza, della sua arroganza di essere nel giusto, di essere la vittima, che tutto gli debba essere dovuto-. Prende un respiro e continua, più calma. - Per questo, madre, sarebbe ipocrita da parte mia essere al capezzale di un uomo che non stimo, di uno sconosciuto di cui non ho mai sentito la mancanza. Sono la figlia di Sansa Stark e come tale ho dei doveri verso il mio Regno cui non posso sottrarmi-.
Sansa le carezza la guancia e non pensa di essere mai stata più fiera di lei.

Lo trovano sepolto dalle coperte, sudato, febbricitante, gli occhi grigi opachi e fissi sul vuoto, i riccioli neri striati di bianco. Posa lo sguardo sulle due ospiti con espressione sorpresa, quasi avesse paura si tratti di un'allucinazione, un crudele scherzo degli Dei che lo tormentano ancora.
Arya e Sansa si accomodano ai due lati del letto e gli prendono le mani e lui finge un sorriso mentre il cuore gli si spezza quando capisce che ci sono solo loro due.
La Regina lo guarda con espressione quasi di scuse e si dice che forse anche lei avrebbe fatto meglio a non venire, perché nel cuore ha ancora tanta di quella rabbia, sulla punta della lingua tanto di quel risentimento. Non può gridarlo a un moribondo, però. Cersei sì. Cersei l'avrebbe fatto, avrebbe rinfacciato a Jon ogni singolo errore, gli avrebbe urlato contro le parole di Irene, traendo un piacere quasi proibito dal dolore che si sarebbe riflesso nei suoi occhi persi. Lei però non lo fa, e non perché non è Cersei, ma perché non lo è abbastanza, perché ha imparato a temprare il fuoco con il ghiaccio, perché l' impulsività non è una dote degli Stark e come ha detto tempo fa ad Arya il sangue a volte è l'unica cosa che conta.
Così inventa una storia riguardante impegni improrogabili, l'impossibilità di lasciare Rickon da solo perché Catelyn è incinta e la gravidanza la riduce a letto la maggior parte del tempo, tanto che Sansa ha un bruttissimo presentimento riguardo il momento del parto. Jon annuisce ma non crede a una parola e, in effetti, cosa poteva aspettarsi? Che una donna che non ha mai visto corresse da lui, da un estraneo, solo perché morente?
-Avremmo potuto avere un futuro? -
-Jon... -
-Non in questa vita, Sansa. In un'altra-.
No perché lei sarebbe stata sempre troppo concentrata a giocare, perché lui sarebbe stato troppo miope, concentrato su un problema alla volta, avrebbe perso di vista lo schema generale. No perché ci sarebbe comunque stata Daenerys con il suo fuoco, i suoi draghi, la sua follia. No perché lei non la vuole un'altra vita, perché se chiude gli occhi vede solo Catelyn e Eddard che si rincorrono per le brughiere, Irene e Brandon che danzano al chiaro di luna come hanno fatto la sera del loro matrimonio. Vede Rickon venirla a svegliare all'alba perché secondo lui non c'è niente di più bello del sole che sorge e lei è l'unica ad ascoltarlo quando lo dice. Ha preso dalla madre anche la passione per la luce.
Vede se stessa e Arya a guardare tutto e assicurarsi che nulla sia sbagliato, Gendry accanto a loro a scuotere la testa borbottando qualcosa sul fatto che la guerra è finita da anni ma loro sono rimaste ferme ad allora.
-Forse. Ci saremmo sposati e avremmo avuto tanti bambini, con i miei occhi e i tuoi capelli e tu li avresti viziati oltre misura e sarebbe toccato a me essere severa-.
Sua figlia però è solo Irene e non la sostituirebbe con nessun altro. Jon annuisce e sorride, estasiato da quel sogno che in realtà è un'utopia.
"I sogni sono solo per gli sciocchi e quelli che non hanno nulla da perdere. È pericoloso fantasticare, porta a distrarsi e se una Regina si distrae perde qualunque cosa". È un'altra delle lezioni che la sua maestra le dispensa di notte dallo specchio in cui la vede rinchiusa. Sono anni che la sogna e da tempo ha iniziato a conversarvi. Se le risposte alle sue domande siano quelle che le darebbe la vera Cersei o solo quelle che lei dà a sé stessa non lo sa.
Nella stanza è calato il silenzio, Jon è morto e questa volta non ci sarà la magia a riportarlo in vita.
   
 
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