Croft Manor, ore 05.28
Le lenzuola di lino erano diventate una gabbia infernale. Faceva
davvero troppo caldo, tuttavia Lara Croft non aveva voluto accendere il
condizionatore. Era abituata a quel caldo umido che le ricordava gli ormai
innumerevoli viaggi nella giungla boliviana, o tra i templi della Cambogia.
Con un gesto ampio si scoprì e si sistemò meglio sul grande
materasso, facendo un respiro profondo. Da fuori filtrava la luce dell'alba, che
gettava riflessi dorati sul bianco candido del letto, e il canto dei pettirossi
giungeva lontano attraverso la finestra semiaperta. Lara riusciva appena a
sentirli, intontita com'era dal dormiveglia. Stava sognando di un piccolo
villaggio in Tibet che aveva visitato qualche tempo prima, solo che nel sogno
gli abitanti erano le persone più disparate – Alister, Anaya, Winston, persino
Ruthland e Von Croy – tutti vestiti da monaci buddisti.
Sorrise a quel dettaglio, girandosi a pancia in su. Una lieve
brezza aveva cominciato a spirare, facendo entrare un nastro d'aria fresca che
le lambiva il viso. Continuava a dormire tranquilla, cullata dallo stormire di
fronde degli alberi vicino alla finestra.
La porta della camera si aprì piano, senza il minimo rumore, e una
figura alta entrò nella stanza senza che Lara se ne accorgesse.
Stava ancora sognando il monastero tibetano quando sentì una
insolita pressione sulle labbra. Si svegliò di scatto e il suo sguardo cadde in
due grandi occhi profondamente blu, che la guardavano affettuosi.
Un piccolo tuffo al cuore.
– Buongiorno contessa – disse piano Kurtis Trent baciandola di
nuovo sulla fronte. – Il sole è appena sorto, ma Voi rischiate di sovrastarlo. –
Lara rise, un po’ a disagio. Sapeva che lo faceva per metterla in
imbarazzo, ma continuava a farlo apposta. Si alzò per mettersi seduta, mentre
Kurtis aveva continuato a sorriderle. Ora era così vicino che poteva sentire il
leggero sentore di profumo misto a tabacco. Il suo odore. Abbassò gli occhi per
un momento, poi tornò a guardarlo.
– Grazie Kurtis. –
Ogni volta riusciva a sorprenderla.
Si sporse in avanti, per poggiare la guancia contro la sua e dargli
un bacio lieve. Kurtis la abbracciò, incurante del fatto che fosse ancora
sudata, poi portò il vassoio della colazione sul letto.
– So che lo detesti – rise alla faccia di Lara.
– Attento, potrei anche abituarmi – scherzò lei. – Oggi ti porto
sul fiume. Preparati a faticare. –
– Ho attraversato mezzo mondo. Non mi spaventi mica sai? – ribatté
Kurtis con un gran sorriso.
Il sole si stava facendo alto, la luce stava lentamente invadendo
la stanza.
Un altro giorno stava iniziando nella tenuta del Buckingamshire.