Videogiochi > Final Fantasy Crossovers
Segui la storia  |       
Autore: Quebello    12/05/2005    2 recensioni
L'idea mi è venuta perchè a tutti è piaciuto che parlassi della guerra tra Wu Tai e la ShinRa EPC... ho pensato di "reinterpretarla" in modo del tutto diverso, coinvolgendo FFVII, FFVIII, FFIX e FFX / X-2.. Come al solito cerco anzitutto di restare fedele ai personaggi. Grazie in anticipo a tutti!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Uno, due, tre.

Uno, due, tre.

Uno, due, tre.

Ormai era diventato quasi meccanico nell'agitare il gunblade. Se al posto dell' aria ci fosse stato un qualsiasi avversario, sarebbe senza dubbio durato non più di due secondi... vista da fuori, la sua rapidità era diventata sovrumana.

Uno, due, tre.

Ma non c'erano nemici nè spettatori. Solo una svettante orgia di statue brune e scale ripide e bracieri multicolori, che si stagliava solitaria nel paesaggio desolato di Centra.

Più che un continente, Centra era stato un paese delle fiabe. Quando era bambino, la madre dell'orfanotrofio, Edea Kramer, gli aveva raccontato tutte le leggende di quel paese ora carbonizzato e deserto, che aveva ospitato grandi e gloriosi regni.

Gli aveva narrato della regina innamorata di un giovane e scanzonato ladro, e dell'amore con cui si erano inseguiti per anni...

Uno, due, tre.

Della città dove gli uomini costruivano navi che volavano in cielo...

Uno, due, tre.

Del popolo delle paludi, padroni di tutte le arti culinarie più raffinate...

Uno, due, tre.

Del regno dove ammaestravano i draghi, per metà sempre avvolto dalla pioggia e per metà sempre baciato dal sole...

Uno, due, tre.

Del monastero illuminato da migliaia e migliaia di candele, dove le anime volavano lontano dal mondo...

Uno, due, tre.

Di una città nel deserto, che era il relitto di una nave proveniente da un altro mondo...

Uno, due, tre.

Del villaggio da cui partirono gli sciamani, insegnando in giro per il mondo l'arte dell'invocazione che lui stesso padroneggiava...

Uno, due, tre.

E...

Era impossibile ricordarsi tutte le fiabe e le leggende raccontate dalla madre. Centra era la terra del mito. Prima che lui nascesse, molti venivano da ogni parte del mondo a contemplare gli antichi castelli di Alexandria e Lindblum, Burmesia ed Esto Gaza, Oilvert e Madain Sari, città mute e impassibili che ricordavano la leggenda.

Poi la strega Adele aveva preso il controllo di Eshtar, il paese più avanzato teconologicamente di tutto il continente centrale. Si diceva che avessero riesumato una specie di monolite immenso chiamato "Pandora" con la quale, come mera dimostrazione di forza, aveva fatto piovere i mostri della Luna su Centra, distruggendo pressochè tutto tranne il Palazzo di Odin, dove stava lui in quel momento.

Naturalmente Centra era gremita di turisti, come sempre. Le prime vittime della Prima Guerra della Strega.

Improvvisamente gli venne da chiedersi se i suoi genitori non fossero proprio tra quelle vittime: dopotutto, sapeva soltanto di essere rimasto orfano a causa della guerra. I suoi genitori... erano un pensiero che lo riempiva sempre di rabbia.

Uno, due, tre.

Uno, due, tre.

Uno, due, tre.

C'era qualcosa di gradevole nel dolore che gli dava l'acido lattico. Lui non aveva mai voluto seguire alcuna regola, perchè dunque seguire le regole della salute fisica? Certo, sarebbe potuto svenire da un momento all'altro e sarebbe rimasto sperduto, indifeso e solo nel Palazzo di Odin, magari alla mercè del primo mostro della Luna che capitava... ma anzi, non rendeva il tutto più eccitante? Era un posto ideale per addestrarsi: non solo potreva stare completamente in solitudine, ma l'addestramento poteva anche diventare pratica sul campo se qualche mostro sbucava dal nulla.

Non era stupido. Sapeva da tempo che tutto ciò che la guerra faceva era distruggere, e lo sapeva tanto di più stando in quel luogo, contemplando come la guerra avesse distrutto il suo paese delle fiabe. Non è giusto distruggere persino il paese delle fiabe, pensò.

Eppure, dalla guerra, anzi dall'idea di un combattimento, lui non riusciva a separarsi, pur realizzando tutto questo. La violenza faceva parte di lui.

Uno, due, tre.

Uno, due, tre.

Uno, due-

"Quando la smetterai di fare queste pazzie?"

Riconosciuta la voce, non sapeva se provare più fastidio o più commozione. Qualcuno aveva detto che lui era come era per farsi notare... forse era vero, perchè poi, quando lo venivano a cercare con aria di rimprovero, si sentiva confortato.

Si voltò per appurare che erano davvero loro. Come al solito, in una sgargiante uniforme blu scuro, nera e argento che testimoniava che erano del Corpo di Pace SeeD, diplomati all'accademia militare "Garden di Balamb". Lei bassina, con i capelli grigi a caschetto e degli occhiali con una lente nera a nascondere l'occhio che aveva perduto in missione, impettita e militaresca come al solito. Lui alto, impostato e abbronzato, con un enorme collanone di sfere di vetro verdi indossato sopra la divisa, a testimoniare la sua totale mancanza di contegno.

"E voi due quando siete spuntati?"

"Un secolo fa, che ti credi? Eravamo preoccupati a morte, imbecille!" disse Raijin salutandolo con un pugno su petto.

"SEI UN PERDIGIORNO!!!"

"Oh, dai Fujin, piantala! Che siete venuti a fare? Mi sto allenando!"

"Allenando? E per cosa? Senti, sei fortunato che il comandante ti abbia invitato a tornare già una volta..."

"E NON CREDERE CHE L'ABBIA FATTO A CUOR LEGGERO!!!" sottolineò Fujin.

"...appunto" proseguì Raijin che si interrompeva sempre quando parlava lei "una gran fortuna davvero..."

Lui nel frattempo riprese il suo cappotto bianco, che aveva lasciato appeso ad una statua, e lo indossò: smettere di accalorarsi gli aveva fatto notare che c'era freddo. Notò solo dopo che era madido e che il cappotto sarebbe stato irrimediabilmente bagnato anch'esso. La senzazione di appiccicaticcio non lo rendeva certo più amabile e disposto ad ascoltare.

"... a quanto pare, per la preside Trepe tu sei sempre stato un buon soldato; e pare che tu sia stato... 'gentile' con Selphie Tilmitt... Zell Dincht ha detto che lo picchiavi da piccolo ma alla fine si è convinto anche lui... Irvine Kinneas ha ricordato che siete cresciuti insieme..." proseguiva Raijin.

"...massì, massì, ho capito, tutte le persone vicine a lui hanno fatto una crociata a favore mio. L'avevo già intuito..."

"E TU TI SEI RIFIUTATO!!! IDIOTA! E SAI QUANTO L'UMORE DEL COMANDANTE ERA PEGGIORATO DOPO QUELLA COSA!"

"Già, quella cosa..." l'espressione spaccona e maliziosa sulla sua faccia sparì improvvisamente, lasciando spazio ad una specie di nostalgia "...avete saputo niente di lei?"

"NEGATIVO!!!"

"Se non riesce a trovarla il comandante, come vuoi che ci riusciamo noi? E' sparita, e basta. Ha lasciato quella specie di cane albino che aveva alla Tilmitt ed è scomparsa nel nulla.

"Massì, quel dannato cane!" aveva rimesso sù la sua espressione cattiva esattamente come una maschera, con la stessa velocità. "Non l'ho mai sopportato..."

"Senti, non siamo venuti qui per parlare del passato. Sai che il comandante sta sul groppo anche a noi, ma il suo è stato un gesto generoso... e il tuo rifiuto è stato uno scandalo. Da un anno non si parla d'altro, al Garden. Ne dicono di tutti i colori. Dicono che ti sei trasferito a-" ecco il lato comico di Raijin. Lui lo adorava. Stava facendo un discorso serio e d'improvviso si bloccava con la faccia di un bambino che non sa rispondere ad una interrogazione.

"Fujin, come si chiama quel villaggio sull'oceano, costruito attorno ad un grande specchio?"

"HORIZON!?!" fece Seifer incredulo capendo a cosa si riferiva.

"Esatto, quello! Dicono che non sei tornato perchè sei diventato uno di quei pescatori eremiti pacifisti..."

"Dicono davvero di tutto, allora!" rispose divertito.

"Altri hanno detto che sei andato a vivere nella capitale del Wu Tai- come si chiamava? Bevelle, per seguire una vita religiosa... hanno detto che hai fatto il buttafuori in un strip-bar della malavita a Midgard, hanno det-"

"No, aspetta. Questo è vero. L'ho fatto per tre mesi e mi hanno pagato fior di soldoni. Infatti vivo di rendita. Non è male, no?"

Raijin aveva fatto una faccia allegra, dal che si evinceva che era d'accordo con lui, ma non fece in tempo a dirlo perchè Fujin gli mollò un sonoro ceffone e Raijin intuì che era meglio non parlare. Quando lui si voltò per guardarla, con la guancia gonfia, aveva una espressione addolorata. Era una cosa rara. Ed era una cosa rara che parlasse a voce bassa.

"Guarda come... ti sei ridotto..." si voltò. "Dopo un anno che non ci vedevamo, speravo che fossi cambiato un pò."

Nè Fujin nè Raijin poterono vedere il brevissimo secondo in cui la maschera di spavalderia si incrinava.

"Son fatto come son fatto!" disse stringendo le spalle e sorridendo.

"Stiamo perdendo il nostro tempo" continuò lei "dagli la lettera e basta. Che si faccia vivo lui, quando vorrà."

"Ma Fujin..." il silenzio di lei zittì Raijin meglio di ogni altra cosa.

"Quale lettera? Non sarà un altro invito a tornare al Garden? Se è così-"

"No" interruppe Raijin "è qualcos'altro, nemmeno noi sappiamo cosa. E' una comunicazione segretissima firmata dal Comandante in Capo Leonheart e la Preside Trepe." gli pose un plico sbattendoglielo addosso, con la sua solita irruenza, anche se adesso era meno scherzoso.

Restarono in silenzio mentre lui scartava la lettera e la leggeva.

La sua faccia si fece stranita, poi decisamente sconvolta.

"E'... è uno scherzo?"

"Cos'è?" chiese Raijin.

"Come... come possono... loro non possono darmi ordini!"

"Sì che possono" spiegò Fujin "c'è un cavillo legale. Anche se non sei diplomato, risulti ancora registrato come cadetto del Garden. Quindi sia la Preside che il Comandante in Capo possono darti ordini e tu devi eseguirli per legge, oppure i tuoi rappresentanti legali devono risarcire il Garden."

"Rappresentanti legali... genitori? Io non ne ho! E poi sono maggiorenne..."

"Allora TU devi risarcire il Garden"

"Sembra... proprio opera di Quistis Trepe. Sempre brava a giocare con le regole."

"Insomma, cos'è??"

"Sono ordini per una missione" fece lui "nomi dei partecipanti... Seifer Almasy... e Squall Leonheart..."

"COSA?!?" dissero all'unisono Fujin e Raijin.

"Si tratta... si tratta di un omicidio... il bersaglio è sesso femminile... età sconosciuta... origini sconosciute... locazione: continente di Centra...?... cognome: Carol... nome: Eiko... convocazione entro due settimane."

D'improvviso, tutte le considerazioni su quanto la guerra fosse sbagliata e, parallelamente, su quanto lui non potesse farne a meno e per risultato su quanto era sbagliato lui si sciolsero come neve al Sole.

Vedere un plico con la parola "missione" e il suo nome, Seifer Almasy, dopo tanto tempo, lo emozionava.

E d'altra parte il nome del suo compagno, e il fatto che quella non era una missione di guerra, ma lo sporco assassinio di una donna sola...

Ci avrebbe messo un pò a rimettere la sua maschera.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy Crossovers / Vai alla pagina dell'autore: Quebello