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Autore: ok_keiladave    16/06/2020    0 recensioni
!ClarkeCentric!
AU: Clarke sta morendo e ripensa ai suoi ultimi desideri ma inevitabilmente le passa per la mente il giorno in cui ha assistito insieme ai 102 le stelle cadenti.
TRATTO DAL TESTO:
Ed ecco, due pianeti, tredici clan, innumerevoli guerre, due apocalissi o due Praimfaya, un'intelligenza artificiale e la razza umana è decimata, arriva a essere meno di 500 persone.
I 100 oggi sono i 4, lei, la Wanheda, Octavia o Bloodreina, Murphy lo Scarafaggio e Miller il Ladro; il resto? Tutti morti. Di 100 delinquenti il 3% superstiti. Non solo 100, 102. Il meccanico e il Re Ribelle.
Raven e Bellamy.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarke Griffin
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Can you wish on this kind of shooting star?
Si ricorda la stella, l'esatta stella che decollava da qualche punto nello spazio e si insinuava nel cassetto irrazionale della sua testa. L’aveva guardata dal basso per una volta e non dalla finestra, persa nel suo contemplarla; e, sorprendentemente quello spiraglio di luce, ha voluto ascoltare i suoi mormorii. Quella stessa stella corrente davanti ai suoi occhi si era incenerita alla fine del suo viaggio donandole voce al desiderio che Raven non fosse mai esistita o che almeno Finn non fosse mai comparso nella sua precaria vita, in un ricordo spiacevole tanto quanto imprevedibile che ha lasciato il tratto ben distinto e pronto a fare leva qualsiasi momento di pace che le fosse capitato dai lì in poi.
 
“Have you ever known peace, Clarke?”
Forse, qualche volta, per questo è sempre a rincorrerla. Perché l'ha conosciuta la pace ed è stato troppo breve il momento trascorso in sua compagnia, breve quanto effimero e probabilmente deludente. Nella calma, − ha imparato − si nasconde la tempesta, quindi momenti passati nell’ansia e la paura del domani in cui può crollare il mondo. O forse, può dire di non conoscerla abbastanza bene la pace giacché si sarebbe già uccisa nel tentativo di riprendersela. E non avrebbe supportato non possederla. Quindi, andando avanti con il pensiero che effettivamente non sa cosa sia, Clarke vuole conquistarsela.
 
“Tell me it was worth it.”
Sì, Clarke, i suoi amici sono la sua debolezza e secondo il rancore che si serve per darsi il coraggio di punirsi e sacrificarsi, sacrificarsi, sacrificarsi chissà se un giorno otterrà la redenzione, o magari il perdono.
 
“If you need forgiveness, I'll give it to you. You are forgiven. Please, come inside.”
Ne vale davvero la pena? Vale la pena di combattere, agire, per persone che come lei che dicono sempre mi dispiace e intanto una Raven non si aggiusta mai. Raven perde e non ottiene nulla.
È pentita delle sue azioni, ma vie di mezzo non esistono né sulla Terra, né a Sanctum. E se qualcuno le chiedesse, non ci penserebbe a rifarlo due volte se significa proteggere le persone che ama. Il punto è: qualcuno ama lei? Un mostro così? Qualcuno sarebbe disposto a cedere la propria umanità per lei? Qualcuno merita un amore malato come il suo? Ne vale davvero la pena?

“You’re not the person I thought you were. You killed more people than you saved. You’re the only murder here. Who the hell do you think you are? Jasper was right: you’re not God. People die when you’re in charge.”
Avviene tutto allo stesso modo, ed ecco di nuovo, Benvenuti a Mount Weather, dove derubiamo di midollo agli abitanti del cielo affinché possiamo respirare all'aria aperta e vincere le radiazioni.
Lei si domanda, se fosse stata al posto di Dante avrebbe fatto alla stessa maniera?
Ed ecco, due pianeti, tredici clan, innumerevoli guerre, due apocalissi o due Praimfaya, un'intelligenza artificiale e la razza umana è decimata, arriva a essere meno di 500 persone.
I 100 oggi sono i 4, lei, la Wanheda, Octavia o Bloodreina, Murphy lo Scarafaggio e Miller il Ladro; il resto? Tutti morti. Di 100 delinquenti il 3% superstiti. Non solo 100, 102. Il meccanico e il Re Ribelle.
 
Raven e Bellamy.
 
Se quei due non fossero scesi sulla Terra a quest'ora molte cose sarebbero diverse. Probabilmente nessuno sarebbe mai sopravvissuto. Ancora, Raven il genio, Raven le mani, Raven tutta l'intelligenza del mondo, Raven senza gamba, Raven piena di risorse. Così diverse, così reali da condividere lo stesso medico e da innamorarsi dello stesso uomo.
La Reyes ha mia madre, la Reyes ha Finn. La stella ha sperato che morisse sulla terra, una volta, che fosse uccisa dai Grounders, che la stella si schiantasse e andasse a fuoco. Ma è stato solo per un minimo istante, come la cometa che osservi correre e poi svanire.
E invece Clarke si trascina la ragazza meccanico come un fardello, come un altro incubo che la tiene sveglia di notte, come un cuore che non può più battere perché pugnalato da un sottile coltello nascosto nella manica della giacchetta.
Thanks, Princess.
 
Love is weakness.
Lo ha fatto. Cosa ha fatto. Ha ucciso, la regola universale della Terra è uccidere o essere uccisi, sangue chiama sangue e lei ha dovuto poiché era giusto così, perché lei è forte: i suoi amici non la rendono debole, grazie a questo gesto lei li ha salvati. No, lei vorrebbe poter dire di averli salvati grazie a questo. E ha provato tutto ciò che poteva. Non c'era altro modo, l'unica soluzione, il meglio che poteva ottenere.
 
“She always put her people first. You should come to the yours.”
Lexa l'ha tradita. Lexa le ha fatto prima accoltellare l'amore della sua vita per un accordo, un patto che la Comandante avrebbe comunque infranto.
“Avresti fatto la stessa cosa...” pensa e riflette, è stato il moto che l’ha spinta a perdonarla, la comprensione, una leadership in comune. Di nuovo, Benvenuti a Mount Weather, benvenuti nel mondo in cui Clarke Griffin e le sue scelte impossibili vengono biasimate dalla sua gente e in cui suoi sforzi valgono niente. Si sarebbe mai comportata come Dante, come Lexa?
Lei davvero ne sarebbe stata capace? Ma perché è rimasta? Sapeva la pasta di Lecsa kom trikru, chi ha tradito la prima volta non sia sorpreso di una seconda. E l'avevano avvisata, con il petto infranto, gli occhi lacrimanti, l'emozione fuorviante e riflessa negli atteggiamenti fisici con i segni di chi aveva messo sottosopra l'intera Terra per riportare lei a casa. Ma casa non poteva essere Arkadia.
Ha perso la sua casa quando ha ucciso Finn, quando ha premuto quella lama sul lato sinistro del petto, quando ha abbassato quella leva, per la seconda volta, quando è diventata Wanheda. Ha perso casa quando anche Lexa è andata. Quando quel peso che sembrava alleggerito è ritornato, più violentemente e doloroso di prima. Clarke da allora crede di possedere una sorta di maledizione per l’amore: muore proprio quando realizza di provarlo.
E si dice, dopotutto, lei è capace di essere un mostro, stava appena scegliendo fra la razza umana e Bellamy-
“Good people died because of you. Every time that you do something horrible you say you’re sorry.”
Il punto è che gli assassinii hanno superato i salvataggi e lei non merita una Raven Reyes nemmeno come fardello da mantenere. Il punto è che se avesse scelta, ritornerebbe indietro a quella stella a chiedere di scendere e regalarle la possibilità di un altro desiderio.
I wouldn't even know what to wish for.
Ed è sì, adesso è lei quella indecisa, adesso è lei che ha invertito la testa con il cuore, perché se Raven Reyes non fosse esistita non si sarebbe mai avvicinata a Bellamy Blake, non avrebbe scoperto un cristallo grezzo, non si sarebbe fidata così ciecamente di una persona senza neanche pensarci, non gli avrebbe affidato la sua stessa vita, le responsabilità da cui talvolta voleva fuggire, probabilmente non sarebbe l’ultima persona che vorrebbe salutare prima che esali il suo ultimo respiro.
D’un tratto Clarke lo comprende e non ha dubbi d’improvviso, sa cosa desidera: che Raven Reyes non muoia.
Lo spera dall’alto del paradiso.
   
 
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