Regalino per la 1, che la mia mancanza di ispirazione sta facendo penare tanto... è una Moco, 1, ma non so quanto potrà risultarti gradevole, perché ho fatto una cosa che.... beh, leggi e vedrai!!!
E commenta, soprattutto, ti supplico! Altrimenti vado anche io in sciopero commenti e poi sono affari tuoi, eh!
Michael e Rachel (Rain) Allen e Coco Lemoin non mi appartengono, sono personaggi creati dalle menti (un po’bacate) di Minako_86 e Ice_Bubble e questa storia non è scritta a fini di lucro.
Ah... nemmeno Joe Jonas è di mia proprietà!
Temperance
La
vita è l’infanzia
Della
nostra immortalità
-Johann
Wolfgang von Goethe-
“Spostati
un po’più a destra.” Ordinò Michael alla sorella e Rain eseguì, mentre lui si
perdeva nuovamente del ricordo delle stesse parole, pronunciate in direzione di
un’altra persona.
Di un’altra
donna, non troppo tempo prima.
“Dai, Coco, solo un po’più a
destra e sei perfetta!”
“Non lo so, Mike... dobbiamo
proprio farla, questa cosa?” Domandò lei, cercando di coprirsi con una mano il
seno nudo.
“Così
va bene?”
Il
giovane fotografo scosse il capo e Rain sbuffò sonoramente, spostandosi ancora
un poco ed avvolgendosi meglio il lenzuolo candido intorno alla vita.
“Almeno questo fammelo tenere,
però!” Esclamò Gabrielle, stringendo forte il lenzuolo del suo letto tra le
piccole mani e coprendosi con esso in modo quasi febbrile, quasi ne fosse
andato della sua stessa vita.
La sua vita, già... racchiusa
sotto gli occhi di tutti in una semplice fotografia.
“Andiamo, Coco, come se non ti
avessi mai vista nuda...”
Mike
fece un paio di scatti e Rain subito balzò in piedi per vederli, scordandosi
come sempre che il fratello usava una reflex a rullino e non una macchina
digitale.
“Rachel,
dannazione, hai rovinato tutto! Hai di nuovo rovinato tutto!” Esclamò lui,
battendo forte una mano sulla testata del letto e voltandosi poi dall’altra
parte, i pugni stretti al limite del dolore.
Perché
tutto doveva ripetersi a quel modo, perché?
Mike si voltò un istante per
cambiare il rullino nella macchina e, nemmeno un secondo dopo, sentì le sottili
braccia di lei stringersi intorno alla sua vita.
Si prese il tempo necessario per
riprendere a respirare, dopo quell’inattesa e piacevolissima sorpresa, e poi
tornò a guardare verso di lei, sul viso il miglior broncio che gli riuscisse di
mostrare.
“Coco! Guarda che hai fatto! Mi
hai rovinato il set!”
E lei aveva assunto un’aria talmente
colpevole che gli era risultato impossibile non spingerla dolcemente all’indietro
sul letto e non chinarsi su di lei per baciarla.
Rain
si irrigidì, riducendo gli occhi a due fessure.
“Non sono
lei, Mike.”
“Come?”
“Non
sono Coco, accidenti! Piantala di cercare di ricreare quello che vivevi con
lei!”
“Io
non stavo...” Tentò di difendersi lui, ma lei non gliene diede il tempo.
“È morta,
Mike! Morta, morta, morta, accettalo! Lo abbiamo fatto tutti... non tornerà
solo perché riesci a fare a me la fotografia che non hai mai scattato a lei!”
Mike
rimase immobile per qualche istante, mentre Rain si rivestiva e la porta si
apriva per lasciar entrare un Joe preoccupato ed attirato dalle urla della sua
fidanzata.
Non
poteva, sua sorella... non poteva fargli questo.
Non
poteva ricordarglielo, non quel momento...
“Parlo con il signor Allen?”
La voce all’apparecchio quella
di una poliziotta... fredda, professionale.
E non portava nulla di buono,
se lo sentiva nelle ossa.
La lasciò parlare e per un poco
di tempo non fu in grado di dire nulla.
Così come non riusciva a
piangere, né ad arrabbiarsi né a fare qualsiasi altra cosa.
Per qualche minuto semplicemente
Mike Allen si spense.
“Signor Allen?”
“Ha... in coma, ha detto?”
Quando
Mike tornò alla realtà e trovò la forza di guardare di nuovo verso il punto in
cui fino a poco prima si era trovata la sorella, non vi incontrò altro che gli
occhi scuri e tristi di Joe.
Scuri...
tristi... distrutti...
“Dov’è? Dov’è lei?” Domandò
Mike, entrando di corsa all’ospedale e quasi scontrandosi con Joe Jonas.
Normalmente si sarebbe messo ad
inveire contro di lui, gridandogli di lasciarlo passare, ma in quel momento no.
Si limitò ad aggrapparsi alle
sue spalle come se queste costituissero il suo unico appiglio in un momento in
cui la sua razionalità sembrava essere andata completamente perduta.
“Joe, dov’è lei?”
E Joe alzò il viso.
Solo dolore fu ciò che vide.
“Lei non c’è più, Mike...”
“Rain è
uscita un momento.” Lo informò Joe, inclinando appena il capo. “Sei riuscito a
farle quella foto?”
Mike
abbozzò un sorriso, posando la macchina fotografica sul comodino.
“Sì,
sì.... credo sia venuta bene.”
“La
esporrai alla mostra? Voglio dire... al posto di quella che non sei riuscito a
fare a Gabrielle?”
Il
fotografo si strinse nelle spalle, abbassando lo sguardo sul pavimento.
“No,
non credo...”
E Joe
annuì, circondandogli le spalle con un braccio, mentre il corpo di Mike
sembrava perdere lentamente ogni consistenza, appoggiandosi a quello di lui in
un disperato tentativo di non crollare e i suoi occhi grigi si scioglievano in
lacrime.
“È la
scelta giusta.”
La
mostra era stata un successo.
Joe e
Rain attraversarono, mano nella mano, la folla di astanti interessati ad
acquistare gli scatti di Michael e vagarono per un po’tra volti noti e
sconosciuti, riconoscendo qua e là il sorriso malizioso di Adrianne, gli occhi
spaiati e bellissimi di Bee, più vivi che mai, unico punto di colore in una
foto in bianco e nero, la risata gioiosa di Lulù che stringeva forte tra le
braccia il suo fratellino appena nato.
E poi
riconobbero loro stessi, fotografati di schiena, abbracciati in uno dei loro
pochi momenti di quiete.
Continuarono
così, guardando le fotografie e salutando quelle due o tre persone di loro
conoscenza che incontrarono... fino a quando Rain non si fermò di colpo,
spalancando gli occhi e boccheggiando, la piccola mano stretta forte alla
stoffa della camicia di Joe.
“Mio Dio,
Joe... guarda...” Esalò, indicando un grosso scatto che occupava in altezza più
di metà della parete candida. “É... è...”
Joe
annuì piano, abbracciandola stretta.
Per lui
non era una sorpresa, quella fotografia color seppia, dove Coco era ritratta
addormentata tra le lenzuola aggrovigliate, i capelli sciolti sul cuscino, un
braccio abbandonato lateralmente, in cerca di qualcuno che, evidentemente, non
era più sdraiato accanto a lei.
Un titolo
semplice ed inequivocabile: Après l’amour. Dopo l’amore.
“Non la metterai nella mostra,
vero?” Domandò Coco, sdraiata sul letto a pancia sotto, il mento appoggiato ai
palmi delle mani aperte e i gomiti sprofondati nel materasso.
Mike, sornione, si strinse
nelle spalle e le fece una linguaccia.
“E chi lo sa...”
“Ma Mike, non ho niente addosso
in quella foto! E poi hai detto anche che è venuta male, io non...”
“E infatti non si tratta di
quella foto. Il servizio di ieri è stato un disastro, ma stanotte...”
“Stanotte cosa? Dai, dimmi che
fotografia è! Ti prego!”
Mike scosse il capo, riponendo
i negativi nella loro scatola, in attesa di essere sviluppati.
“La vedrai alla mostra.”
Decretò.
Mike,
dalla porta del bagno del grande salone, si soffermò per un poco ad osservare
Joe e Rain che, ancora abbracciati, guardavano l’unico scatto che aveva deciso
di non vendere.
Quello
per cui, paradossalmente, aveva ricevuto più offerte.
La sua
Coco, che alla mostra non era riuscita a partecipare se non come un’immagine
impressa attraverso la luce su di un sottile film fotografico.
La sua
Coco, che la sua foto non aveva potuto vederla mai.
La sua
Coco che gli mancava in ogni momento.
Asciugandosi
l’ennesima lacrima ribelle sfuggita ai suoi occhi in quei giorni di dolore,
Mike Allen si avviò verso l’uscita, estraendo dal taschino della camicia un
pacchetto di sigarette.
Lei
non avrebbe approvato e lui proprio per questo lo faceva.
Per sentire
ancora una volta la sua voce sussurrargli all’orecchio con quel tono di
disapprovazione che sempre gli faceva tremare le gambe.
Per averla
con lui.
Perché
non si trasformasse soltanto in una fotografia.