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Autore: Angel Of Fire    18/06/2020    6 recensioni
Tornare su uno degli scenari più drammatici dei massacri del Primo Ordine, non sarebbe stato affatto facile per lui. Ogni volta che era costretto a confrontarsi con le atrocità di cui era stato partecipe, o complice, era un'immane sofferenza. Ma quei ruderi custodivano qualcosa che gli apparteneva, qualcosa di prezioso che riguardava il suo passato, e doveva rientrarne in possesso, in qualche modo.
Prese un lungo respiro e cercò di farsi forza, consapevole che quello che si apprestava a compiere, era un altro importante passo verso il difficile ritorno di Ben Solo.
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Post Exegol, #reylo
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Rey
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Prompt:
Takodana
Dispensatrice: MorganaRoisinDubh81
One Shot (più di 500 parole)
Parole: 3459
Rating: giallo
Coppia het
Genere: azione, avventura, sentimentale

Personaggi: Kylo ren, Rey, sorpresa

* * *


Takodana



Rivedere le rovine dell'ex abbeveratoio di Maz Kanata gli fece molto male.
I resti diroccati di quello che un tempo era stato un antico castello maestoso, erano già stati aggrediti in modo impietoso dalla vegetazione lussureggiante del luogo.
Sapeva che, tornare su uno degli scenari più drammatici dei massacri del Primo Ordine, non sarebbe stato affatto facile per lui. Ogni volta che era costretto a confrontarsi con le atrocità di cui era stato partecipe, o complice, era un'immane sofferenza. Ma quei ruderi custodivano qualcosa che gli apparteneva, qualcosa di prezioso che riguardava il suo passato, e doveva rientrarne in possesso, in qualche modo.
Prese un lungo respiro e cercò di farsi forza, consapevole che quello che si apprestava a compiere, era un altro importante passo verso il difficile ritorno di Ben Solo.
«Sei sicuro di volerlo fare?»
Si voltò verso Rey ed annuì deciso. Lei gli riservò un sorriso accondiscendente ed insieme si avviarono attraverso il sentiero sconnesso che portava alle rovine.
Erano passate solo poche settimane dalla battaglia di Exegol e si sentiva ancora fisicamente un morto vivente. Rey aveva guarito le sue ferite superficiali, il bacino rotto, le costole fratturate, ma per le lacerazioni della sua anima non aveva potuto fare molto, e non si sarebbero sanate tanto facilmente.
Dopo averla riportata in vita era sprofondato in una specie di coma, dal quale si era risvegliato a fatica. Nonostante il suo corpo fosse ancora debole e fragile, le sue percezioni si erano amplificate. Ogni nuovo giorno per lui era un dono, lo stava vivendo come una benedizione, ed era grato al destino per avergli concesso una seconda possibilità. Di sicuro non l'avrebbe sprecata.
In passato erano sempre state la rabbia, la frustrazione e la vendetta a scandire lo scorrere del tempo, la sua ricerca forsennata di qualcosa di irraggiungibile, che gli avrebbe procurato soltanto una soddisfazione effimera.
In quel momento aveva trovato una sorta di mistica tranquillità. Non poteva definirsi serenità, perché non sarebbe mai riuscito a liberarsi definitivamente dei fantasmi del passato. Ma lentamente stava imparando a conviverci. Il dolore gli aveva impresso nell'animo delle cicatrici profonde e incancellabili, ma adesso aveva uno scopo.
Rey era la luce vivida e pura che illuminava il cammino difficile e sconosciuto che aveva intrapreso, in un territorio del tutto inesplorato. Il futuro lo spaventava enormemente. Il timore di precipitare nel baratro era sempre presente e scandiva ogni istante della sua esistenza, ma adesso non era più solo. Sapeva che, fino a quando sarebbe stato accanto a Rey, sarebbe rimasto sulla strada giusta.
Su questo fronte la jedi si era dimostrata determinata e caparbia: riportare alla vita Ben Solo era diventata la sua principale missione.
Quando giunsero a quel poco che era rimasto dell'ingresso principale, si fermò, scosso da una strana sensazione. Quel luogo non era morto del tutto e quella percezione non proveniva dalla flora e dalla fauna brulicante del pianeta. Sentiva chiaramente nella Forza una vibrazione vagamente familiare, ma che non riusciva a identificare chiaramente. Era debole e l'immagine che gli restituiva era sbiadita, confusa.
«L'hai sentito anche tu?» le chiese, corrugando la fronte e mettendo istintivamente una mano sul blaster.
«Credi che sia sopravvissuto qualcuno?»
«È improbabile, ma è meglio non fidarsi. Sbrighiamoci» le fece cenno di seguirlo.
Entrarono nella hall principale, della quale erano rimaste in piedi solo le pareti diroccate, e la attraversarono cauti e guardinghi.
«Dove pensi che sia?» Rey glielo chiese mentre rompeva con una mano un'enorme ragnatela che formava un sottile diaframma attraverso un angusto passaggio.
«Non ne ho idea. Ma potresti suggerirmelo tu, visto che hai avuto l'onore di essere ospite di Maz» la provocò sarcastico, ricordando il fatidico giorno in cui l'aveva rapita.
Rey si girò verso di lui e gli riservò un'occhiata sconcertata. «Se mi illuminassi su quello che stiamo cercando, magari ti potrei essere utile».
Rinfoderò il blaster e le sorrise, sembrava non esserci nessun pericolo imminente. «Un piccolo baule di legno Wroshyr» le rivelò, mostrandole le dimensioni con le mani.
«Un baule?» ripeté lei alzando un sopracciglio. «Potevi anche dirlo subito. Sei sempre il solito misterioso. E odioso» lo accusò scuotendo la testa. «Vieni, per di qua» lo invitò a seguirla con decisione.
Orientarsi tra le rovine non era semplice, ma Rey pareva sapere esattamente dove andare. Era evidente che conoscesse quel luogo molto meglio di lui che ci era stato non più di un paio di volte, quando era molto piccolo e in compagnia di suo padre. L'abbeveratoio di Maz Kanata non era certo un luogo tranquillo, innocuo, e adatto a un bambino. Se all'epoca sua madre lo avesse saputo, Han Solo avrebbe passato dei brutti momenti.
Scesero attraverso una ripida scalinata di pietra, che sprofondava nelle segrete del castello. Poi imboccarono un lungo corridoio scuro, illuminato leggermente da delle torce a fluorescenza.
Quando giunsero davanti ad un imponente ingresso metallico si accorsero che era rimasto bloccato ma socchiuso e, a malapena, poteva passarci una persona.
Varcarono la soglia uno alla volta e si ritrovarono all'interno di un ampio ambiente ricolmo di vecchie cianfrusaglie malridotte e polverose.
Non ci mise molto ad individuare il baule in quell'immane casino. Appariva in bella vista, sopra un mucchio di ciarpame e pareva volesse chiamarlo.
Si avvicinò titubante e si chinò su di esso agitato.
«Era questo che intendevi?» gli chiese la jedi, tesa e curiosa almeno quanto lui.
«Sì, proprio lui» la rassicurò, facendo scorrere la mano sul legno consumato e odoroso di antico.
«Maz ci custodiva la spada di Luke. È qui che l'ho trovata. Anzi, è da qui che mi ha chiamata» gli rivelò, con la mente persa nei ricordi.
«Beh, ora sappiamo perché lo ha fatto».
«Che vuoi dire?» gli chiese confusa.
«In questo baule c'è tutto ciò che possedevo quando ero un allievo. Dopo la distruzione del tempio, Luke l'ha raccolto tra i resti del mio alloggio, l'ha messo in questo contenitore e l'ha consegnato a mia madre, poco prima di sparire. E lei l'ha affidato a Maz, affinché lo custodisse, sperando in un mio ritorno».
Gli occhi di Rey si illuminarono di genuino stupore. «Come fai a sapere tutte queste cose? Voglio dire, dopo la tua fuga dal tempio, non hai più avuto contatti con la tua famiglia... O forse sì» si dimostrò interessata.
Scosse la testa e le sorrise sornione. «Me lo ha confidato mia madre» le spiegò, facendole capire che gli era apparsa sotto forma di Fantasma di Forza. «La tua esimia maestra consegnò a Maz anche la spada di mio nonno, appena riuscì a rientrarne in possesso. Essendo l'ultimo Skywalker, la sua eredità spettava a me».
«Alla fine tutto torna» ammise sollevata. «Aprila, sono curiosa» manifestò tutto il suo interesse e la sua eccitazione.
Sollevò la chiusura metallica e, con entrambe le mani, alzò il coperchio rivelando quello che vi era contenuto all'interno. Le prime cose che gli balzarono agli occhi, furono il fusioncutter, una Cella di Potenza Diatium ed un sestante dell'iperspazio, tutte cose che gli sarebbero state molto utili nei viaggi che aveva in programma. Rivedere le sue vecchie cose era un po' come recuperare una piccola parte di sé. Scostò gli oggetti in superficie e ritrovò il suo prezioso set calligrafico, un po' malandato, ma accuratamente avvolto nella sua custodia originale. Rovistò ancora più in profondità ma, a parte la scatolina dell'inchiostro e delle vecchie pergamene jedi, non c'era nient'altro.
«No, non è possibile...» protestò, corrugando la fronte. «Manca proprio la cosa più importante. Avrei dovuto immaginarlo che se la sarebbe ripresa».
«Non mi dirai che abbiamo affrontato questo viaggio per niente?» chiese la jedi agitata.
Infilò tutti gli oggetti nella sua sacca nervosamente, evitando di risponderle seccato.
«Ben...» Rey mise la mano sulla sua, stringendogliela e bloccando i suoi movimenti impulsivi. «Cosa speravi di trovare?» gli domandò in tono dolce e cauto.
Sospirò frustrato e posò la sacca a terra. «Una bussola. Apparteneva a Luke. Ed era un suo regalo. Ma non posso biasimarlo se abbia sentito la necessità di riprendersela» ammise amaro.
La jedi si fermò a riflettere qualche istante. «È per caso un contenitore di metallo circolare, con all'interno una piccola sfera azzurrina luminescente?»
Sollevò la testa nella sua direzione e la fissò negli occhi speranzoso. «Dove l'hai visto?»
Gli occhi di Rey si illuminarono. «Su Ahch-To, fra le reliquie che Luke custodiva nel suo rifugio».
«Gli serviva per raggiungere l'isola. Che stupido sono stato».
«Perché è così importante per te?» Lo sguardo dolce e teneramente infantile di Rey riuscì a colpirlo nel profondo.
«Non è una bussola qualsiasi. Serve ad individuare dei luoghi particolarmente potenti nella Forza. Ahch-To ne è uno. Ma ne esistono molti altri. Ed io avrei tanto voluto trovarli ed esplorarli con te...»
Rey rimase piacevolmente stupita dal suo desiderio, che nascondeva anche una velata richiesta. «Allora non ci resta che tornare su Ahch-To» gli propose, avvicinando il viso e posando la fronte sulla sua.
Il contatto con la pelle tiepida di Rey gli provocò un formicolio che subito si estese in tutto il corpo. Ogni volta che entravano in contatto si sentiva rigenerato.
La mano di lei si mosse sicura tra i suoi capelli, attirandolo a pochi centimetri dalle sue labbra. Gli occhi ambrati erano puntati nei suoi, lo imprigionavano, facendogli perdere il senso dell'orientamento e del tempo. Spinta dal desiderio appoggiò i palmi sul suo petto per poi farli scivolare sulle spalle, per arrivare ad accarezzargli la nuca con i pollici. A quel punto assaggiò le sue labbra con un bacio leggero, e lui non poté fare a meno di sciogliersi a quel contatto, tanto agognato quanto temuto.
Chiuse gli occhi e si lasciò andare, immergendosi in una piacevole realtà che cullava dolcemente i suoi sensi, in cui esistevano solo loro due e niente altro.


Un debole suono, simile quasi ad un lamento li fece sussultare e staccare in modo brusco.
Si voltarono entrambi, nella direzione da cui proveniva, e fecero una curiosa scoperta. In cima ad una pila di oggetti accatastati malamente, brillavano due occhi gialli che appartenevano ad un grosso gatto rosso. Chissà da quanto tempo il felino li stava osservando nell'ombra.
Rey si fece subito avanti. «Ehi, piccolo... e tu da dove sei sbucato?»
Il gatto le rispose miagolando più sonoramente, scese saltellando da quella specie di trono, su cui era appollaiato, e raggiunse la mano che gli aveva teso. Poi si fece accarezzare dalle sue dita affusolate e affettuose.
Lui però non riusciva ad essere altrettanto sorpreso ed entusiasta di quell'incontro, la strana sensazione che lo aveva pervaso all'ingresso tornò a farsi viva, ma stavolta in modo più intenso. Qualcosa in lui si attivò, facendo scattare i suoi ricettori del pericolo.
Quel gatto aveva qualcosa di fortemente familiare, ma non fece in tempo a ragionarci a dovere, che qualcuno interruppe il flusso veloce dei suoi pensieri.
«Ma tu guarda che colpo di fortuna». La voce che aveva pronunciato quella frase, con tono vagamente minaccioso, la conosceva fin troppo bene. Come gli era familiare il rumore del blaster che veniva sfoderato e puntato addosso a loro.
Si voltò con cautela ed ebbe l'impressione di vedere uno spettro. Rey prese in braccio il gatto e fece lo stesso, sussultando turbata. Il generale Hux, o almeno quello che era rimasto di lui, li fissava furente, con quei suoi occhi glaciali. L'eccessiva magrezza, le guance emaciate e la barba incolta non avevano cancellato la sua espressione maligna e strafottente. Indossava ancora la divisa del primo ordine, anche se consunta e impolverata. Il suo corpo magrissimo era coperto da un mantello, che celava anche in parte la sua capigliatura rossa e lievemente allungata e scompigliata.
Della sua rinomata eleganza e fierezza era rimasta solo una vaga parvenza.
«Ren e la scava rottami... se questo è un incubo, non potrei essere più felice di viverlo» li minacciò entrambi con quel suo solito tono tagliente ed affilato come la lama di un rasoio.
«Che diavolo ci fai qui?» ebbe la sfrontatezza di chiedergli, ancora incredulo. Era quasi sicuro che fosse morto con gli altri.
«Quello che ci fate voi, suppongo. Mi nascondo. Sopravvivo» reagì con enfasi, buttando un occhio al felino, che si dimenava tra le braccia di Rey. «E tu, lascia andare la mia Millicent» la riprese, facendole cenno di sbrigarsi, con la punta del blaster.
Per tutta risposta, la jedi strinse la gatta ancora di più, accarezzandole la testa arruffata, cercando di calmarla. «Solo se abbasserai quell'arma».
In quel momento benedisse i riflessi pronti e il cervello svelto di Rey. Conosceva bene Millicent, e sapeva che per Hux rappresentava l'unico essere vivente per cui si sarebbe fatto immolare. «Ti conviene fare come dice la scava rottami. Se tieni alla gatta e a quel misero alito di vita che ancora ti è rimasto».
Hux assottigliò lo sguardo, strinse le labbra e il suo corpo fu attraversato visibilmente da un fremito di rabbia. «Mettila giù» insistette caparbio.
«Prima abbassa quel blaster». Rey si dimostrò più ferma e inflessibile di lui.
«Lascia perdere, Hux. Siamo due contro uno, e sai bene che un blaster non ti salverà».
L'ex Generale sorrise sottilmente. «Intanto ti farò un buco in fronte. Poi potrò anche morire in pace» lo minacciò, puntando l'arma esclusivamente nella sua direzione.
«Hux, la guerra è finita. L'Ordine Finale è stato sconfitto. C'è un galassia intera là fuori per poter ricominciare. Non fare idiozie. Posa quell'arma e ne potremo parlare». Gli argomenti della jedi erano sempre molto convincenti, non poteva obiettare, ma non ricordava che si fosse dimostrata così solerte anche con lui. Anzi, lo aveva sempre rincorso con la spada sguainata.
«Taci, stupida. Non mi interessa chi abbia vinto. Credevo che quel maledetto fosse stato cancellato dalla galassia, invece è sopravvissuto. Ed ora è qui. Giusto in tempo per pagare per tutti gli anni di soprusi che ho dovuto subire».
«È per questo che hai fatto da spia alla Resistenza?» lo provocò, facendogli capire che sapeva benissimo dei suoi intrallazzi con i ribelli. «Per danneggiare me? Sei davvero un povero pazzo illuso, Generale». Lo sguardo furente che Rey gli riservò, lo fece indietreggiare. Forse aveva un tantino esagerato. Ma gli prudevano le mani dalla voglia di strozzarlo e si stava trattenendo. Poteva anche dimostrare di apprezzare il suo impegno.
Hux non accennava a dare segni di resa, ma sudava abbondantemente, evidenziando il disagio e la tensione a cui era sottoposto.
Rey tornò all'attacco. «Quello che hai davanti non è più Kylo Ren. Quel mostro è morto tempo fa, sulla luna di Endor. Colui che hai di fronte adesso è Ben Solo, il figlio della principessa Leia Organa di Alderaan e del generale della ribellione Han Solo. Non hai motivo di ucciderlo, in qualche modo hai già avuto la tua vendetta. Ti rinnovo la mia offerta a trovare un accordo in modo pacifico».
Per tutta risposta Hux si preparò a fare fuoco, stringendo ancora più forte il blaster con la mano tremante. Una goccia di sudore gli scivolò sulla guancia, ma poteva anche essere una lacrima di rabbia. Sollevò un mano e fece appena in tempo a richiamare la Forza a sé deviando la direzione del suo braccio. Il colpo partì e colpì la pietra umida del soffitto, rimbalzò più volte, sfiorando Rey che protesse la testa della gatta nel suo abbraccio, altrimenti sarebbe stata colpita in pieno.
A quel punto Hux, che era stato sbilanciato dalla sua scarica di energia, volò a terra in maniera rovinosa, lasciando cadere il blaster e toccandosi la coscia, attorno alla quale era aggrovigliata una fasciatura sudicia. Le sue urla risuonarono strazianti nella stanza.
Dopo aver recuperato l'arma, si rivolse a Rey per vedere se stesse bene. La ferita al braccio era superficiale e non era preoccupante. Lei gli regalò un'espressione sollevata e fiduciosa. Le sfiorò il viso con una carezza e le sorrise.
Rey lasciò andare Millicent che subito si precipitò dal suo padrone, avvicinando la testolina pelosa alla gamba che Hux si teneva, e strusciandosi in modo affettuoso, come se volesse in qualche modo consolarlo e alleviargli il dolore.
La jedi lo guardò confusa corrugando la fronte, sembrava che stesse soffrendo in modo atroce. Annuì, avallando il suo desiderio di avvicinarsi a lui.
Rey si chinò titubante, scostando gentilmente la gatta che non ne voleva sapere di allontanarsi dal suo padrone sofferente. Spostò con cautela le mani di Hux, che la fissava stranito e sconvolto, e scoprì con orrore che nascondeva una brutta ferita alla gamba. La lesione era fasciata alla meno peggio con una garza ormai sporca e puzzolente. Senza nemmeno rifletterci, e attendere un suo cenno di approvazione, gli mise una mano sopra la coscia, chiuse gli occhi e usò una parte della sua energia vitale per guarirla.
Nel momento in cui la lesione profonda e infetta venne risanata, Hux sciolse la tensione dei suoi muscoli e si lasciò andare completamente a terra esausto, chiudendo gli occhi per il sollievo.
«Sei uno stregone anche tu, come lui?» Aveva il tono di una domanda, ma appariva più una costatazione.
Ben sbuffò, scuotendo la testa, avrebbe dovuto dargli il colpo di grazia solo per tutte le volte che lo aveva definito in quel modo.
«Perché lo hai fatto?» Hux insistette turbato. «Non te l'ho chiesto» protestò, cercando di conservare un minimo di dignità.
Rey si sollevò e gli porse una mano per agevolarlo a rialzarsi. L'ex Generale la osservò per un istante indeciso, poi accettò di buon grado il suo aiuto, e l'afferrò saldamente.
Nel momento in cui furono tutti e tre in piedi, continuarono a studiarsi guardinghi, ma Millicent contribuì a smorzare la tensione. Saltò in braccio ad Hux, che la strinse e iniziò a coccolarla amorevolmente. «Grazie per averla salvata» fu costretto ad ammettere, «ma se lui non mi avesse...»
«Hux, basta così!» lo interruppe bruscamente, stufo della sua arroganza e presunzione. «Si può sapere come hai fatto a finire in questo buco?» gli chiese, estremamente curioso.
Testa di serpe ci mise un po' per soddisfare la sua curiosità. «Il Generale Allegiante, ha scoperto che ero una spia della Resistenza e che avevo fatto fuggire i ribelli che si erano infiltrati sul Destroyer. Sapevo che se mi avessero smascherato sarei stato giustiziato all'istante. Ma mi sono premunito. Un corpetto di duracciaio, impenetrabile ai laser mi ha salvato la vita. Mi sono finto morto giusto il tempo di permettere alle guardie di allontanarsi. La battaglia imminente mi ha fornito la giusta confusione per potermela svignare senza dare nell'occhio. Ho recuperato Millicent e sono finito quaggiù. Era l'unico posto abbastanza sicuro e vicino su cui potevo atterrare. Al contrario di te Ren, non sono un eccellente pilota».
«Se vuoi che ti lasci la tua miserabile vita, devi dimenticarti quel nome» lo minacciò, nemmeno troppo velatamente.
«Ce l'hai un modo per lasciare il pianeta? O hai bisogno di un passaggio?» Se la jedi non imparava a tenere la bocca chiusa, invece di parlare a sproposito, l'avrebbe zittita lui una volta per tutte. Mai e poi mai avrebbe permesso a quella vipera di mettere piede sul Falcon. Sarebbe stata perfettamente capace di farli secchi entrambi nel sonno.
Hux annuì. «Il Tie con cui sono atterrato è ben nascosto in una radura nel bosco. È un po' malandato ma è ancora in grado di volare».
«Bene. Mi auguro che tu possa trovare la forza di ricominciare, come sta facendo Ben». Il buonismo di Rey era quasi commovente, oltre che irritante, ma questa volta non poteva darle torto. Se l'aveva meritata lui una seconda occasione, perché avrebbe dovuto negarla a quel povero disgraziato?
«Io invece mi auguro che questo sia un addio definitivo... Armitage» la prevaricò, impedendole di sparare altre idiozie.
Hux assottigliò lo sguardo, sollevando un angolo della bocca, riservandogli un'occhiata velenosa. «Lo stesso vale per me» lo rassicurò, continuando ad accarezzare la testa di Millicent che pareva non averne mai abbastanza delle sue coccole.
Mentre si dirigevano verso l'uscita, l'ex Generale lo chiamò un'ultima volta. «Ehi, Solo. Almeno lasciami il blaster. Là fuori è pieno di feccia ribelle» ironizzò speranzoso.
Evitò di voltarsi e scosse la testa divertito. «Sono sicuro che sarai abbastanza scaltro da riuscire a procurartene un altro».


*

Quando fuoriuscirono dai ruderi del castello, sospirò di sollievo e si guardò intorno, scrutando il confine tra il cielo infuocato e il suolo lussureggiante. Era quasi il tramonto. L'aria umida e fresca odorava di muschio e di terra bagnata.
Rivolse uno sguardo fiducioso alla jedi, e poi i suoi occhi cercarono l'imponente sagoma della vecchia ferraglia che aveva fatto atterrare abilmente su un'ampia radura, poco lontano.
«Rotta per il Sistema di Ahch-To?» gli propose lei, con tono eccitato ed impaziente.
Annuì e sorrise soddisfatto, con la mente già proiettata verso nuovi orizzonti.
«Ahch-To».


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Angolino dell'autrice

Sorpresa! Il mio caro Hux testa di serpe, non è schiattato come un idiota (come tutti i cattivi di TROS d'altronde) ma è vivo e vegeto... Chissà, magari farò un seguito in cui ritroverà Ben e avrà messo su una mezza flotterella per il trasporto di Ratter, unendosi al clan dei Kanjiklub ^^' e magari si scambieranno due chiacchiere in una puzzolente taverna di qualche spazioporto ai confini della galassia.

O magari si sarà unito alla feccia ribelle e avrà incontrato la sua anima gemella... una brunetta, bassina, con la faccina simpatica... avete presente sì? XD #teamgingerose forevaH!

I nostri due piccioncini invece stanno per partire per Ahch-To e magari nel viaggio ci scapperà qualche altra cosina... mi censuro.

A presto!


  
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