Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: kamy    19/06/2020    0 recensioni
“Questa storia partecipa a Shock Me Challenge indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp”.
Fa riferimento all’opera teatrale omonima.
Link: https://www.youtube.com/watch?v=yMoyljaLXwk.
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Incest
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SCENA PRIMA

 

La luce rosata dell’alba si rifletteva sulla superficie del mare. I bagliori che si venivano a creare si riflettevano sulla battigia.

Due figure erano intente ad allenarsi sulla sabbia della spiaggia.

“Tira sul braccio o continuerai a scoccare la freccia storta” disse Usumi, indicando un bersaglio disegnato su un manichino di paglia, assiso ad un palo di legno.

“Subito” rispose Gabriel. Alle sue spalle, si ergeva il castello e, in lontananza, si vedevano le alte cime degli alberi della foresta sulla collina.

Gabriel sbagliò e colpì più in alto del bersaglio, facendo conficcare la freccia nella spalla del manichino.

“Ancora ad allenarvi voi due? Sapete che gli schiavi non dovrebbero poterlo fare?” li interrogò G.

“Voglio eccellere in ogni arte del combattimento come te, fratello. Così da proteggere il mio amato Giotto dalle false versioni di lui” spiegò Gabriel.

“Dai, Asari ha detto che andava bene. In fondo se lo fa lo stalliere e non un vero allenatore, nessuno se ne lamenta. Eheh” lo rassicurò Usumi.

“Tu e Asari non potete sempre approfittare del legame che mi unisce a tuo fratello” si lamentò G.

< Mai capito perché mio fratello sta con Asari quando la sua mente va verso ben altri pensieri. Forse perché teme l’ira di Usumi se ne rifiutasse il fratellino? > rifletté Gabriel.

“Poi oggi nessuno noterebbe niente. La principessa compie sedici anni, iniziano i preparativi del suo matrimonio con l’erede al trono” borbottò.

“Principessa?” chiese Usumi, curioso.

< Giusto, lui è arrivato da poco in Italia dal Giappone. Non è neanche stato in Francia > pensò G, guardandosi intorno. Annuì e, alzando il braccio, indicò una figura femminile affacciata ad uno dei balconi del castello, intenta a guardare il mare. Aveva dei lunghi boccoli color dell’oro e uno stupendo abito blu scuro, riccamente decorato da gioielli.

“Puoi ammirare Sebastiana, la bella verginella, pari ad una stella” recitò G.

“Non ho mai visto una simile beltà in una donna. Sembra un angelo proveniente dal paradiso” esalò Usumi, con un filo di voce.

“Frena le tue passioni, manico del baseball. A possedere quel cuore è l’altero e santo Primo Vongola” spiegò Gabriel.

< Tutte quelle false versioni che si spacciano per il ‘mio’ Giotto e che sopporto soltanto perché così nessuno può impedirgli di seguire il suo sogno di fare il Vigilantes.

Al contrario, lo rinchiuderebbero a palazzo per diventare re, rendendolo un infelice. Lui non è fatto per le gabbie dorate, ma per volare libero nel Cielo che rappresenta > si disse.

“All’erta! All’erta!” gridavano le sentinelle sui bastioni del castello. Si udì risuonare il suono di una tromba.

Giotto, all’interno della sua stanza, sbadigliò, passandosi la mano sul viso. Le sue pesanti tende vennero scostate e la luce lo investì, svegliandolo.

“I veri uomini e guerrieri, quando squilla la tromba, si destano. Estremo!” tuonò la voce di Knukle nella sua stanza.

Giotto mugolò, passandosi la mano sul viso, i capelli color dell’oro gli ricadevano disordinati sul viso. Fece uno sbadiglio simile a un miagolio e strofinò il viso sul cuscino.

“Tu quando diamine ti svegli?” biascicò.

“Io alle quattro, per le orazioni del mattino. Il sacerdote della casata reale ha simili compiti se un giorno vuole diventare cardinale” rispose Knukle.

Giotto si nascose il viso sotto il cuscino.

“L’arme mi attenderà” brontolò.

“Tuo padre alla vittoria t’aspetta. Sul campo di battaglia, sfavillando d’ira, il suo ferro già come lampo si muove. I nostri nemici cadranno in cenere. Anche Giappone e Cina cadranno e l’impero risorgerà” disse Knukle. Raggiunse il suo letto e gli allontanò il lenzuolo.

Giotto sbuffò e si alzò seduto, dimenando i piedi nudi oltre il bordo del letto.

“A cosa serve essere principe se ti devi comunque svegliare presto come un qualunque contadino?” brontolò.

Knukle si affacciò alla finestra, prendendo il pesante crocefisso in mano ed iniziò a pregare.

“Preghiamo coi mattutini cantici, sacri al favore divino, che i guerrieri dei Borbone possano avere la loro vittoria” salmodiò.

Giotto lo guardò allontanarsi dalla finestra, indossò il suo ampio mantello nero sopra la camicia da notte candida, e si affacciò. Udì un forte nitrito e guardò in basso, sorrise riconoscendo il Giotto cavaliere a cavallo del suo destriero dorato a sei zampe. L’osservò vestito con l’armatura e ridacchiò.

“Sia lode alla luna, al sole e alle stelle, ed al fulgore delle tenebre. Sarà lui a scendere in battaglia” disse.

< Così posso andare con i miei amici alla taverna per stabilire quale sarà la nostra prossima missione come vigilantes. Non vedo l’ora, poi, di poter abbracciare e baciare Gabriel senza essere giudicato > pensò.

Intravide due guardie che facevano la ronda su uno dei bastioni. Una delle due sbadigliò, appoggiandosi contro il muro di pietra con una spalla, mentre l’altra continuava a camminare avanti e indietro.

“Hai udito le voci?” domandò quella che si era fermata. L’altra teneva alzata la sua alabarda.

“Udii” rispose.

“Ed ora senti? L’inno della regina al re in guerra è iniziato” disse la prima guardia.

La seconda annuì, indossava un ampio elmo. “Fammi ascoltare, che la sua pura voce riesca a superare il suono del vento” ribatté.

  
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