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Autore: Nikita Danaan    20/06/2020    0 recensioni
"La storia di due giovani che cambieranno le tradizioni di una tribù".
Una frase all'apparenza semplice ma che racchiude il succo della trama. Entrate a dare un'occhiata se ne siete incuriositi!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dopo aver salutato Aayan, che si era offerto di accompagnarla fino alla sua tenda, Samira tirò un sospiro portandosi una mano al petto. Il cuore batteva forte. Quella confessione l'aveva fatta sentire più vicina a lui e le aveva mostrato una parte di Aayan che non conosceva. 

In quel momento realizzò che voleva conoscere di più quel ragazzo che stava piano piano entrando nella sua vita. 

***

Qualche sera dopo ci sarebbe stata un'esibizione del gruppo di ballerine e anche Samira avrebbe dovuto parteciparvi. Lei però ricordava fin troppo bene com'era andata a finire l'ultima serata, quella in cui si era dichiarato Aayan, perciò era preoccupata. Fortunatamente si ricordò che ci sarebbe stata con lei Martha che, da dietro la tenda dove le ragazze si preparavano, l'avrebbe supportata. Così decise di indossare i vestiti che usava per ballare e di correre fuori dalla sua tenda e dirigersi subito verso il centro del villaggio.

Appena arrivata, constatò che era ormai l'ora del crepuscolo. Samira vide solo degli uomini che trasportavano della legna per accendere il fuoco e altri che montavano la tenda. Cercò con lo sguardo Martha, ma non la vide. Probabilmente la Majà doveva ancora arrivare. Decise così di fare una passeggiata per cercare di tranquillizzarsi e si diresse perciò verso la stradina che conduceva alla radura dove si esercitava sempre e dove si era incontrata con Aayan, quando cercava il suo cavallo. Realizzò che Aayan era un punto fisso della sua vita ormai. 

Non riuscì a terminare quel pensiero che sentì una voce femminile dirle "Devo parlarti".

La ragazza, perplessa, si girò e vide che dietro di lei c'era Zafira. La favorita degli Yokuja stava a braccia conserte e osservava Samira con sguardo apparentemente indifferente, tuttavia il suo battere il piede destro a terra evidenziava un evidente nervosismo. Quella sera portava i capelli biondi legati in una coda alta ed era già vestita con gli abiti tradizionali. Samira si sentì improvvisamente minacciata da quello sguardo inquisitorio, che le ricordava molto quello che le rivolgeva la Majà quando era piccola. 

"Dimmi" le rispose. 

Samira pensò che non doveva farsi vedere agitata. Poteva farcela. 

"Yokuda" disse semplicemente il giglio flessuoso. 

Tutto poteva immaginare, ma non quello. Non una dichiarazione di sfida nella danza degli Yokuja. Di solito la sfida veniva lanciata ad una persona che era stata promessa da chi non era d'accordo con quell'unione. A quanto pare era vero che Zafira fosse interessata a Aayan.

In quel momento sopraggiunsero tutte le persone della comunità che si erano incuriosite vedendo la favorita e la sfavorita del villaggio parlare. Quando invece sentirono la richiesta di sfida, iniziarono a discutere tra di loro, senza neanche preoccuparsi di abbassare le voci. Perciò Samira sentì chiaramente che tutti la proclamassero già come perdente e che Zafira sarebbe stata perfetta al fianco del giovane più valente della comunità. 

Arrivò anche la Majà, che era stata chiamata dal gruppetto delle ballerine, e a cui fu portata la sua sedia di vimini in modo che potesse sedersi e giudicare proprio sul luogo dove era stata lanciata la sfida. Si credeva infatti che se gli sfidanti si fossero allontanati dal luogo designato avrebbe arrecato sfortuna ad entrambi. Poco dopo arrivò anche il Pajà, accompagnato dal suo fedele servitore, che portò la sua sedia in vimini e la posizionò affianco a quella della sua consorte.

Samira sapeva che non aveva altra scelta. Era già scappata alla dichiarazione di Aayan; farlo anche per sfuggire dal Yokuda sarebbe stato per lei il colpo di grazia. Inoltre quella sarebbe stata l'ulteriore conferma che lei declinava la proposta di Aayan. Poche volte capitava che si rifiutasse una proposta di matrimonio, perché era considerato sconveniente, ma per la concezione Yokuja in realtà una donna prima si sposava meglio era e per quanto Samira fosse sempre stata contro a questa idea in quell'ultimo periodo era confusa. Non capiva se le piacesse o meno Aayan, ma nell'ipotesi che le piacesse avrebbe potuto sposarlo. Però non per imposizione della tribù, ma semplicemente perché l'avrebbe amato. 

Zafira le si avvicinò e le sussurrò all'orecchio "Sai bene cosa comporterà il fatto che tu danzi".

Ovvio che lo sapeva. Sarebbe stata ufficialmente la futura sposa di Aayan.

"Tuttavia, se vuoi salvarti dall'imbarazzo, c'è un modo molto semplice" continuò la ragazza assicurandosi che solo Samira la potesse sentire "basta dire Yonin".

Raramente qualcuno diceva Yonin. Era una parola che indicava l'arrendersi, il ritirarsi da qualsiasi sfida, non per forza solo il Yokuda. Tuttavia chi si ritirava era considerato un codardo agli occhi di tutta la comunità e la sua famiglia, comprese le future generazioni, veniva coperta di disonore.

Paradossalmente Samira era già guardata come una disonorata. Bastava notare come la folla la squadrasse. Persino la Majà, seduta sul suo trono semplice, la giudicava senza fare alcun gesto o dire alcunché. Bastava guardarla negli occhi per capirlo. Gli stessi che l'avevano sempre giudicata diversa e per questo inadeguata.

A Samira non sarebbe cambiato niente se si fosse dichiarata Yonin. Anzi forse era meglio così. Dopotutto non sarebbe più stata un impiccio per Aayan.

Tuttavia, sentì qualcosa smuoversi dentro di lei. Un forte sentimento che da tempo tratteneva nel profondo del suo cuore. Conosceva bene quella sensazione. Era la rabbia verso quel popolo che non era mai stato il suo, che l'aveva emarginata e sottostimata.

D'un tratto sentì che voleva cambiare le cose. Non era giusto che persone come lei, ma sopratutto degli schiavi come Martha e Hassan, vivessero in quella maniera miserabile e che lei fosse vittima dei giudizi ipocriti e denigratori da parte di quelle persone che in teoria sarebbero dovute essere la sua famiglia allargata. Ma nemmeno i suoi genitori, in mezzo alla folla, davano il minimo segno di interessarsi a lei.

La tribù andava cambiata. Serviva una rivoluzione. Samira avrebbe cambiato il popolo Yokuja. 

In quel momento sapeva cosa fare.

Danzare. E Samira danzò. 

Angolo dell'autrice 

Yokuda: parola usata per sfidare il/la "rivale in amore". Lo sfidante dice solo questa parola mentre lo sfidante danza se accetta la condizione della sfida.Più raramente non danza per rifiutare la sfida (termine di mia invenzione).

Yonin: dichiarare resa, arrendersi nella lingua degli Yokuja (termine di mia invenzione).

 

 

   
 
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