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Autore: Angelo Azzurro    23/06/2020    1 recensioni
Il Cell game è finito, Goku si è sacrificato per coloro che ama e per la Terra e adesso Vegeta si ritrova senza più uno scopo per andare avanti e senza le sue certezze che l'avevano sostenuto fino a quel momento. Riuscirà ad uscire da questo profondo stato di crisi esistenziale?
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una volta che se ne fu andato la donna scoppiò in lacrime, aveva percepito tutto il dolore di Vegeta in una volta, come un pugno nello stomaco e sapeva che non poteva fare nulla per aiutarlo purtroppo, doveva fare tutto da solo anche in quella occasione, sperava soltanto che riuscisse ad uscirne e che tornasse da lei libero dal senso di colpa che lo stava distruggendo, ma comunque il senso d’impotenza di fronte a quella situazione era davvero doloroso. Non era certo colpa sua se Trunks era morto, però poteva ben comprendere la sua frustrazione e ora capiva perfettamente il motivo per cui aveva evitato quello del futuro mentre era ancora nel loro tempo e pure loro figlio, sicuramente non si sentiva all’altezza di essere il padre di Trunks dopo quello che era successo, ma lei non credeva assolutamente che a lui non importasse del figlio e appunto gliel’aveva appena dimostrato. Doveva solo sperare che il tempo lo guarisse e se nemmeno quello avesse funzionato si sarebbe fatta venire in mente un’altra soluzione.

Vegeta era uscito sbattendo la porta e poi si era alzato in volo senza avere la minima idea di dove andare, era uscito con gli abiti da allenamento addosso, abiti terrestri tra l’altro, che quindi non sarebbero nemmeno stati adatti a resistere alla vita nei boschi e poi quanto sarebbe resistito comunque nei boschi? Ormai non era più abituato a quel tipo di vita, che comunque aveva sempre condotto per brevissimi periodi in realtà, poiché alla base aliena c’era sempre stati tutti i comfort. Comunque quei terrestri e soprattutto Bulma, avevano anche la colpa di averlo fatto rammollire, pensò digrignando i denti.

Senza nemmeno accorgersene aveva virato e invece che rifugiarsi nei boschi come era sua intenzione, si diresse verso il centro di Città dell’Ovest senza ancora avere un piano preciso.

Atterrò in una zona che doveva essere piuttosto malfamata, ormai era sera e in giro c’erano pochi terrestri e con facce per nulla raccomandabili, ma nemmeno la sua la era d’altra parte; notò che c’era un bar con una tristissima scritta luminosa rossa che lampeggiava; improvvisamente gli venne una strana voglia di bere, se quel posto all’interno era triste come la sua insegna, faceva davvero al caso suo.

Mentre entrava si ricordò che non aveva né denaro e nemmeno la carta di credito, ma non sarebbe stato un problema, avrebbe consumato e se ne sarebbe andato, nessuno sarebbe stato in grado di fermarlo. E anche se poi avessero recapitato il conto a Bulma, come era successo in altre occasioni, lei non avrebbe avuto nessun problema a pagare.

Dentro era piuttosto buio a parte le luci al neon blu, tant’è che gli altri avventori si vedevano a malapena, nessuno quindi fece commenti sul suo abbigliamento sportivo, poco adatto per un bar di quel tipo, anzi nessuno l’aveva notato fino a quel momento.

Si sedette su uno sgabello alto vicino al bancone e osservò con calma le bottiglie di alcolici dietro al bancone, a dire la verità gli alcolici non gli erano mai piaciuti, non gli piaceva il gusto e soprattutto detestava perdere il controllo dovuto al suo abuso, salvo alcune occasioni da ragazzino non aveva mai bevuto molto, anzi se poteva evitava del tutto. Ma in quel momento desiderava davvero non pensare e quei liquidi dal sapore disgustoso sicuramente facevano al caso suo, ordinò quindi al barista qualcosa di molto forte, non gli importava cosa fosse specificò, il barista non fu assolutamente sorpreso dalla richiesta, prese alcune bottiglie e le mischiò insieme in un bicchiere che poi gli passò senza nemmeno guardarlo in faccia.

Vegeta assaggiò l’intruglio e lo trovò pessimo, ma perfetto per il suo scopo, tant’è che lo finì in pochissimo tempo e ne ordinò un altro e poi altri due, stava per ordinare il quinto, ma a quel punto il barista alzò lo sguardo e gli chiese se era sicuro di quello che faceva perché quella roba era davvero pesante e forse ne aveva avuto abbastanza.

“Ehi dammi da bere e fai silenzio, non sopporto di essere fissato!” rispose Vegeta senza notare che la sua voce era impastata. Il barista decise di non discutere con quel tizio che gl’incuteva abbastanza timore, era decisamente meglio accontentarlo e sperare che lasciasse presto il locale.

Ormai le voci che aveva in testa si erano spente, sentiva solo le voci soffuse degli altri clienti e pensò che presto se ne sarebbe anche potuto andare, forse poteva tornare a casa a dormire, Bulma almeno per la notte l’avrebbe lasciato in pace, poteva sempre andarsene il mattino seguente.

“Ehi tu, offrimi da bere, direi che è il minimo che puoi fare visto che sei seduto al mio posto!” esordì un tizio alle sue spalle.

“Lasciami in pace e vattene!” rispose Vegeta senza nemmeno guardarlo, ma percepì che il tipo in questione stava per caricare un pugno e quindi lo scansò con relativa facilità nonostante avesse bevuto.

In pochi istanti il tipo tornò alla carica e quindi scattò la rissa, ovviamente il livello combattivo di quel terrestre era irrisorio e quindi riuscì a metterlo a tappeto con facilità, peccato che poi gli furono addosso altri della banda di quel tizio, dovette metterci più impegno per difendersi, qualcuno riuscì addirittura a colpirlo e questo lo fece infuriare, come osavano quei luridi terrestri colpire il principe dei sayan: all’istante decise che oltre a metterli tutti a tappeto, facendoli soffrire il più possibile, avrebbe anche distrutto quel penoso locale. E così fece e più colpiva e distruggeva e più si sentiva se stesso finalmente dopo tanto tempo, era come aver rindossato i suoi vecchi abiti da spietato mercenario. Sentiva le grida di protesta e di paura attorno a lui, ma lo caricavano, nella sua testa erano solo incitamenti a continuare e così avrebbe fatto anche per tutta la notte, se non si fosse accorto all’ultimo secondo, che qualcuno era riuscito a scivolare alle sue spalle e gli aveva dato una bella botta in testa; gli scese immediatamente l’adrenalina e cadde di faccia a terra percependo distintamente i sospiri di sollievo dei presenti.

Crili aveva iniziato da un paio di giorni il suo lavoro da poliziotto a Città dell’Ovest e quindi visto che era il nuovo arrivato a lui toccavano i turni peggiori, tra cui quella sera, i colleghi gli avevano detto che di solito le sere erano abbastanza tranquille, al massimo gli sarebbe capitato di dover sedare una rissa o due, ma non succedeva di frequente.

E quindi quando fu chiamato dal barista del Tahiti caffè perché un pazzo ubriaco con i capelli a fiamma gli stava distruggendo il locale e la clientela si era precipitato là in moto sperando di essere all’altezza della situazione, che avrebbe dovuto risolvere da solo per la prima volta.

Una volta entrato nel locale, però, a Crili venne un colpo, il pazzo che stava mettendo a ferro e fuoco il bar altri non era che Vegeta, a terra ai suoi piedi c’erano diversi tizi visibilmente feriti e privi di sensi, mentre altri stavano scappando o si stavano nascondendo dalla sua furia, sembrava quasi essere tornato il principe dei sayan dei vecchi tempi, anche se notò che il suo sguardo più che crudele era annebbiato e i suoi movimenti erano piuttosto goffi.

“Ha bevuto per tutta la sera, poi un tizio l’ha provocato e lui non ci ha visto più, ha fatto scoppiare una rissa, come non ne vedevo da anni, ma lo fermi la prego, ormai mi ha distrutto quasi tutto il locale!” spiegò il barista a Crili, visibilmente sollevato dal suo arrivo.

“Sì, certo, tranquillo, lasci fare a me!” rispose Crili fingendosi padrone della situazione, ma cosa avrebbe dovuto fare? Chiamare Bulma forse? Provare a parlare con lui? Se Goku fosse stato ancora in vita l’avrebbe chiamato e sicuramente lui sarebbe riuscito a fermarlo, ma era inutile pensarci, Goku era morto e non poteva certo risolvere ne quello ne i problemi futuri, doveva farsi venire in mente un’idea alla svelta. Ormai il locale era ridotto in pessime condizioni e Vegeta non accennava a smettere, gridava come se fosse un oozaru, anche se non era trasformato ovviamente.

Doveva prendere una decisione alla svelta, decise, quindi, che la cosa migliore era metterlo fuori combattimento e portarlo via da quel posto, azzerò quindi l’aura e in qualche modo riuscì a scivolargli alle spalle senza che il principe dei sayan se ne accorgesse e gli diede un fortissimo colpo in testa, sperando che bastasse per metterlo fuori gioco. Fortunatamente fu sufficiente, in un'altra situazione avrebbe esultato per aver sconfitto il principe dei sayan con così tanta facilità, ma non era quello il momento, il barista si aspettava sicuramente che lo arrestasse, ma come poteva arrestare il marito di Bulma e soprattutto Vegeta? Appena si fosse ripreso avrebbe distrutto la prigione e l’avrebbe messo nei guai con i colleghi. Crili si dannò per l’assurdità della situazione in cui si era appena andato ad invischiare, pensava che un tranquillo lavoro come vigilante lo tenesse lontano dai guai e invece era tutto il contrario, decise che era il caso di provare a venire a patti col barista per evitare l’arresto di Vegeta.

“Le potrà sembrare strano da parte mia, ma vorrei chiederle di non sporgere denuncia, sa io conosco quest’uomo, è il marito di Bulma Brief e purtroppo sta passando un brutto momento, ma sua moglie sarà più che lieta di risarcirla e anche di darle qualcosa in più per i danni morali; oltre alla promessa che questo signore non metterà più piede qui dentro!” spiegò Crili al barista che lo fissava con espressione incredula.

“Ecco, non mi aspettavo davvero un discorso simile da un poliziotto, però se lui è davvero il marito di Bulma Brief credo che potremmo metterci d’accordo per non sporgere denuncia. Farò recapitare il conto alla Capsule Corporation e se verrà pagato dimenticherò tutto quello che è successo stasera; però ora per favore lo porti via da qui prima che si risvegli!” rispose il barista pesando già a quanto avrebbe potuto scucire dalle tasche dei Brief.

Crili si affrettò a trascinare fuori Vegeta, peccato che era venuto in fretta e furia in moto e quindi sarebbe stato pericoloso caricarci sopra il principe dei sayan privo di sensi, avrebbe potuto telefonare a Bulma perché se lo riportasse a casa, ma qualcosa gli diceva che era una pessima idea: Vegeta e Bulma avevano avuto diversi litigi nel corso degli anni, ma erano sempre stati perfettamente in grado di gestirli tra di loro senza coinvolgere altre persone o distruggere pubbliche proprietà, quindi questa volta doveva essere successo qualcosa di diverso e quindi non era il caso di riportarlo a casa ubriaco e privo di sensi.

Al principe dei sayan non sarebbe piaciuto affatto, e probabilmente anche qualcun altro non avrebbe gradito, ma non aveva altra soluzione e quindi chiamò qualcuno che fosse disponibile per portarlo subito a casa sua.

Nel giro di una decina di minuti C18 e C17 arrivarono davanti al bar con l’auto di Crili e caricarono sul sedile posteriore il corpo svenuto di Vegeta, non senza fare battute sul fatto che il famoso principe dei sayan veniva tratto in salvo proprio dai cyborg che aveva tanta voglia di distruggere.

I due cyborg al momento si erano trasferiti a casa di Crili non avendo nessun posto dove andare, anche perché era iniziata una relazione tra C18 e Crili, anche se al momento non era ancora di pubblico dominio.

“E così il famoso e temibile principe dei sayan è ubriaco e privo di sensi in macchina con noi, se fossimo ancora nemici sarebbe molto facile e divertente farlo fuori, vero sorellina?” le chiese C17 parlando a voce volutamente alta.

“Oh beh a dire il vero io non ho avuto problemi a metterlo a tappeto anche nel pieno delle sue forze, non è poi questo gran guerriero. Comunque ora non facciamo più queste cose e quindi lo porteremo a casa e ci prenderemo cura di lui e sarà pure costretto a ringraziarci e questo sì che sarà uno spasso!” rispose con voce perfida C18.

Il principe dei sayan non si svegliò nemmeno quando lo trascinarono giù dall’auto e nemmeno durante il viaggio su per le scale in spalla a C17, il quale si lamentò per tutto il tempo dell’odore di alcool che emanava sua altezza.

Venne sistemato bruscamente sul letto e fu a quel punto che aprì leggermente gli occhi e vide di rimando degli occhi azzurri che lo scrutavano, doveva essere Bulma, in qualche modo doveva averlo trovato e riportato a casa, sarebbe sempre stato meglio che dormire sul pavimento sudicio di quel bar pensò mentre sprofondava di nuovo nelle tenebre.

Doveva essere mattino da un pezzo e lo capì perché il sole entrava dalle tende illuminando a giorno la stanza, ancora disteso a letto si mise poi a fare la conta dei danni: aveva la testa che gli stava per esplodere e aveva pure un vistoso cerotto sulla fronte, ma soprattutto la cosa peggiore era che dopo il colpo in testa non ricordava proprio nulla e ora che era riuscito a riaprire gli occhi aveva notato che si trovava in una stanza che non conosceva affatto. Era una stanza molto anonima, piccola, con un solo letto e un piccolo armadio, si chiese a chi potesse mai appartenere. Dal momento che non si trovava a casa sua di chi diavolo appartenevano gli occhi azzurri che l’avevano scrutato, di quelli si ricordava assolutamente.

Provò a mettersi a sedere, ma la testa gli faceva ancora più male ed era pure iniziata una nausea tremenda, si sentiva avvelenato, non avrebbe mai più toccato gli alcolici terresti si ripromise.

“Ben svegliato Vegeta, ti ho preparato la colazione, ti ho fatto le uova strapazzate, spero che ti piacciano e poi ti ho anche preparato la spremuta d’arancia e qui c’è pure un’aspirina se ti può essere utile e…” spiegò C18 che però fu bruscamente interrotta da Vegeta.

“Forse ho preso una botta in testa più forte del previsto, mi vuoi spiegare cosa diavolo ci fai qui? Sei stata tu a colpirmi nel bar?” chiese il principe dei sayan prendendo il vassoio della colazione, detestava dover accettare qualcosa da quella cyborg, ma era affamato e soprattutto desiderava l’aspirina per mettere a tacere quel mal di testa che lo stava facendo impazzire.

“Oh no, non sono stata io, anche se ammetto che mi sarebbe piaciuto moltissimo, ma è stato Crili, sai dovresti davvero ringraziarlo, se fosse venuto qualcun altro ti avrebbero arrestato!” rispose C18 osservandolo soddisfatta mentre divorava la colazione che aveva preparato.

“Sai che me ne importa…” commentò Vegeta che forse a causa dei fumi dell’alcol non riusciva a cogliere il collegamento tra l’androide e Crili.

“Ti avevo detto che ci pensavo io a portargli la colazione” esordì Crili entrando nella stanza trafelato.

“Oh su stavi dormendo, hai fatto il turno di notte, e poi come vedi stiamo solo scambiando due chiacchiere! Dopo questa fantastica colazione che ho preparato apposta per lui, non mi porta più nessun rancore per avergli rotto un braccio, vero Vegeta?” lo stuzzicò C18.

“Prima o poi me la pagherai cyborg, ma devo ammettere che ai fornelli ci sai fare. E quindi ora tu vivi qui insieme a lui? A quanto pare il tuo migliore amico è morto, ma tu non hai perso tempo a farti per ragazza una dei nemici i miei complimenti” ribattè Vegeta, chiedendosi silenziosamente come una donna graziosa come C18 avesse scelto proprio Crili.

“Mi sembra che Bulma abbia fatto la stessa cosa con te…o almeno così mi ha raccontato Crili!” rispose C18 che detestava che si attaccasse Crili.

“Su forza C18 lasciaci soli, devo parlare con Vegeta da solo!” esclamò Crili spingendo la ragazza verso la porta, gli animi si stavano scaldando e non ci teneva affatto che Vegeta gli distruggesse la casa visto che era in affitto tra l’altro.

“E va bene vi lascio soli. Ah sulla sedia troverai degli abiti puliti, sono di mio fratello, forse i pantaloni ti saranno un po’ lunghi, ma immagino tu ci sia abituato!” infierì allegramente C18 mentre usciva.

“Lasciala perdere, Vegeta, sai ieri sera per fortuna ero in servizio io e sono riuscito a non farti denunciare, ma bisognerà ripagare i danni, mi dispiace, ma di più non sono riuscito ad ottenere!” spiegò Crili cercando di distrarre il principe dei sayan prima che cogliesse l’ennesima provocazione di C18.

Mh ok, tanto Bulma provvederà a pagare i danni” commentò Vegeta mentre si rialzava faticosamente dal letto, improvvisamente quella casa gli sembrava stretta, doveva andarsene.

“Sì, ma posso chiederti cosa è successo? Io non sapevo se potevo riportarti a casa tua, quindi ti ho portato qui da me e se ti vuoi fermare qui per un po’, ecco credo che …” tentò di dire Crili, ma interrotto da Vegeta che stava indossando gli abiti forniti da C18, avrebbe voluto farsi una doccia, ma non voleva davvero trattenersi in quella casa più del dovuto.

“Non ho affatto bisogno della tua ospitalità o della tua amicizia o di qualsiasi altra cosa. Spreca pure il tuo tempo con quella cyborg e lasciami in pace! Sono certo che Karoth dall’alto dei cieli ti avrà dato la sua benedizione!” esclamò Vegeta per poi aprire la finestra e volare via.

Crili guardò Vegeta volare via, era sempre il solito orgoglioso, ma si notava lontano un metro che non era più il solito, stava soffrendo, anche se non era sicuro del motivo; trovò C18 fuori dalla porta con un sorrisetto cattivo:” immagino che Vegeta non si fermerà per pranzo!”.

“Sì credo di no, però potevi evitare di provocarlo così apertamente!” la rimproverò Crili.

Eddai non è successo niente, quel Vegeta è davvero permaloso oltre che un ingrato!” rispose lei ridendo, era decisamente una battaglia persa, quindi Crili decise di telefonare a Bulma per avvertirla, anche perché probabilmente era preoccupata per il marito.

Crili spiegò a Bulma tutto quello che era successo e sentì la donna sospirare e quindi le chiese cosa diavolo fosse successo tra loro. A quel punto fu la volta di Bulma di spiegare che Vegeta dopo il combattimento con Cell stava passando un momento di crisi dovuta alla morte di Trunks.

“Credo che non sia solo per quello, con me ha nominato Goku, mi ha accusato di aver dimenticato Goku con C18...sì insomma ha poco senso, ma ho avuto questa impressione!” le spiegò Crili, il quale fu poi costretto a mettere al corrente della sua relazione anche l’amica, la quale però non gli mosse nessun rimprovero o disapprovazione.

“E’ plausibile invece che nella sua crisi c’entri pure Goku, probabilmente non sopporta di essere stato salvato da lui, si sente ferito nell’orgoglio, è sempre il solito zuccone. Purtroppo per sua altezza non posso fare nulla, dobbiamo aspettare che riesca a venire a patti con se stesso” rispose Bulma, sperando che Vegeta ne fosse davvero in grado.

“Speriamo che nel frattempo non distrugga altri bar, non so se potrò fare ancora finta di niente. Ma anche volendo come potrei arrestare Vegeta, non si farebbe certo arrestare!” esclamò Crili preoccupato per il suo nuovo posto di lavoro.

“Se dovesse combinarne una delle sue ripagherò i danni, ma vedrai che per un po’ si terrà alla larga dalla gente, lo conosco!” lo rassicurò Bulma prima di riagganciare.

Sì lei conosceva Vegeta, o almeno ne era abbastanza sicura, anche l’aver distrutto un bar non l’aveva lasciata poi molto stupita, anzi si era aspettata qualcosa di peggiore, ed era abbastanza sicura che per un po’ si sarebbe isolato da tutto, doveva leccarsi le ferite e poi avrebbe pagato molto di più per vedere la faccia di Crili quando aveva trovato Vegeta in quel bar. Sperava soltanto che questo momento di crisi passasse alla svelta, Trunks aveva bisogno di suo padre e lei aveva bisogno del suo compagno, voleva credere che col tempo tutto sarebbe andato a posto, doveva essere così. E poi ora Crili aveva confermato il suo sospetto, in quella crisi c’entrava davvero anche il sacrificio di Goku, oltre alla colpa di avergli salvato la vita, ora era morto e con lui moriva l’unico essere con cui avrebbe potuto confrontarsi: lo scopo dei suoi allenamenti e dei suoi sacrifici di anni, ora era tutto chiaro, ma purtroppo lei poteva fare poco per aiutarlo.

  
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