Una volta che se ne fu andato la donna scoppiò in
lacrime, aveva percepito tutto il dolore di Vegeta in una volta, come un pugno
nello stomaco e sapeva che non poteva fare nulla per aiutarlo purtroppo, doveva
fare tutto da solo anche in quella occasione, sperava soltanto che riuscisse ad
uscirne e che tornasse da lei libero dal senso di colpa che lo stava
distruggendo, ma comunque il senso d’impotenza di fronte a quella situazione
era davvero doloroso. Non era certo colpa sua se Trunks
era morto, però poteva ben comprendere la sua frustrazione e ora capiva
perfettamente il motivo per cui aveva evitato quello del futuro mentre era
ancora nel loro tempo e pure loro figlio, sicuramente non si sentiva
all’altezza di essere il padre di Trunks dopo quello
che era successo, ma lei non credeva assolutamente che a lui non importasse del
figlio e appunto gliel’aveva appena dimostrato. Doveva solo sperare che il
tempo lo guarisse e se nemmeno quello avesse funzionato si sarebbe fatta venire
in mente un’altra soluzione.
Vegeta era uscito sbattendo la porta e poi si era
alzato in volo senza avere la minima idea di dove andare, era uscito con gli
abiti da allenamento addosso, abiti terrestri tra l’altro, che quindi non
sarebbero nemmeno stati adatti a resistere alla vita nei boschi e poi quanto
sarebbe resistito comunque nei boschi? Ormai non era più abituato a quel tipo
di vita, che comunque aveva sempre condotto per brevissimi periodi in realtà,
poiché alla base aliena c’era sempre stati tutti i comfort. Comunque quei
terrestri e soprattutto Bulma, avevano anche la colpa
di averlo fatto rammollire, pensò digrignando i denti.
Senza nemmeno accorgersene aveva virato e invece che
rifugiarsi nei boschi come era sua intenzione, si diresse verso il centro di
Città dell’Ovest senza ancora avere un piano preciso.
Atterrò in una zona che doveva essere piuttosto
malfamata, ormai era sera e in giro c’erano pochi terrestri e con facce per
nulla raccomandabili, ma nemmeno la sua la era
d’altra parte; notò che c’era un bar con una tristissima scritta luminosa rossa
che lampeggiava; improvvisamente gli venne una strana voglia di bere, se quel
posto all’interno era triste come la sua insegna, faceva davvero al caso suo.
Mentre entrava si ricordò che non aveva né denaro e
nemmeno la carta di credito, ma non sarebbe stato un problema, avrebbe
consumato e se ne sarebbe andato, nessuno sarebbe stato in grado di fermarlo. E
anche se poi avessero recapitato il conto a Bulma,
come era successo in altre occasioni, lei non avrebbe avuto nessun problema a
pagare.
Dentro era piuttosto buio a parte le luci al neon
blu, tant’è che gli altri avventori si vedevano a malapena, nessuno quindi fece
commenti sul suo abbigliamento sportivo, poco adatto per un bar di quel tipo,
anzi nessuno l’aveva notato fino a quel momento.
Si sedette su uno sgabello alto vicino al bancone e
osservò con calma le bottiglie di alcolici dietro al bancone, a dire la verità
gli alcolici non gli erano mai piaciuti, non gli piaceva il gusto e soprattutto
detestava perdere il controllo dovuto al suo abuso, salvo alcune occasioni da
ragazzino non aveva mai bevuto molto, anzi se poteva evitava del tutto. Ma in
quel momento desiderava davvero non pensare e quei liquidi dal sapore
disgustoso sicuramente facevano al caso suo, ordinò quindi al barista qualcosa
di molto forte, non gli importava cosa fosse specificò, il barista non fu
assolutamente sorpreso dalla richiesta, prese alcune bottiglie e le mischiò
insieme in un bicchiere che poi gli passò senza nemmeno guardarlo in faccia.
Vegeta assaggiò l’intruglio e lo trovò pessimo, ma
perfetto per il suo scopo, tant’è che lo finì in pochissimo tempo e ne ordinò
un altro e poi altri due, stava per ordinare il quinto, ma a quel punto il
barista alzò lo sguardo e gli chiese se era sicuro di quello che faceva perché
quella roba era davvero pesante e forse ne aveva avuto abbastanza.
“Ehi dammi da bere e fai silenzio, non sopporto di
essere fissato!” rispose Vegeta senza notare che la sua voce era impastata. Il
barista decise di non discutere con quel tizio che gl’incuteva abbastanza
timore, era decisamente meglio accontentarlo e sperare che lasciasse presto il
locale.
Ormai le voci che aveva in testa si erano spente,
sentiva solo le voci soffuse degli altri clienti e pensò che presto se ne
sarebbe anche potuto andare, forse poteva tornare a casa a dormire, Bulma almeno per la notte l’avrebbe lasciato in pace,
poteva sempre andarsene il mattino seguente.
“Ehi tu, offrimi da bere, direi che è il minimo che
puoi fare visto che sei seduto al mio posto!” esordì un tizio alle sue spalle.
“Lasciami in pace e vattene!” rispose Vegeta senza
nemmeno guardarlo, ma percepì che il tipo in questione stava per caricare un
pugno e quindi lo scansò con relativa facilità nonostante avesse bevuto.
In pochi istanti il tipo tornò alla carica e quindi
scattò la rissa, ovviamente il livello combattivo di quel terrestre era
irrisorio e quindi riuscì a metterlo a tappeto con facilità, peccato che poi
gli furono addosso altri della banda di quel tizio, dovette metterci più
impegno per difendersi, qualcuno riuscì addirittura a colpirlo e questo lo fece
infuriare, come osavano quei luridi terrestri colpire il principe dei sayan: all’istante decise che oltre a metterli tutti a
tappeto, facendoli soffrire il più possibile, avrebbe anche distrutto quel
penoso locale. E così fece e più colpiva e distruggeva e più si sentiva se
stesso finalmente dopo tanto tempo, era come aver rindossato i suoi vecchi
abiti da spietato mercenario. Sentiva le grida di protesta e di paura attorno a
lui, ma lo caricavano, nella sua testa erano solo incitamenti a continuare e
così avrebbe fatto anche per tutta la notte, se non si fosse accorto all’ultimo
secondo, che qualcuno era riuscito a scivolare alle sue spalle e gli aveva dato
una bella botta in testa; gli scese immediatamente l’adrenalina e cadde di
faccia a terra percependo distintamente i sospiri di sollievo dei presenti.
Crili
aveva iniziato da un paio di giorni il suo lavoro da poliziotto a Città
dell’Ovest e quindi visto che era il nuovo arrivato a lui toccavano i turni
peggiori, tra cui quella sera, i colleghi gli avevano detto che di solito le
sere erano abbastanza tranquille, al massimo gli sarebbe capitato di dover
sedare una rissa o due, ma non succedeva di frequente.
E quindi quando fu chiamato dal barista del Tahiti
caffè perché un pazzo ubriaco con i capelli a fiamma gli stava distruggendo il
locale e la clientela si era precipitato là in moto sperando di essere
all’altezza della situazione, che avrebbe dovuto risolvere da solo per la prima
volta.
Una volta entrato nel locale, però, a Crili venne un colpo, il pazzo che stava mettendo a ferro e
fuoco il bar altri non era che Vegeta, a terra ai suoi piedi c’erano diversi
tizi visibilmente feriti e privi di sensi, mentre altri stavano scappando o si
stavano nascondendo dalla sua furia, sembrava quasi essere tornato il principe
dei sayan dei vecchi tempi, anche se notò che il suo
sguardo più che crudele era annebbiato e i suoi movimenti erano piuttosto
goffi.
“Ha bevuto per tutta la sera, poi un tizio l’ha
provocato e lui non ci ha visto più, ha fatto scoppiare una rissa, come non ne
vedevo da anni, ma lo fermi la prego, ormai mi ha distrutto quasi tutto il
locale!” spiegò il barista a Crili, visibilmente
sollevato dal suo arrivo.
“Sì, certo, tranquillo, lasci fare a me!” rispose Crili fingendosi padrone della situazione, ma cosa avrebbe
dovuto fare? Chiamare Bulma forse? Provare a parlare
con lui? Se Goku fosse stato ancora in vita l’avrebbe chiamato e sicuramente
lui sarebbe riuscito a fermarlo, ma era inutile pensarci, Goku era morto e non
poteva certo risolvere ne quello ne
i problemi futuri, doveva farsi venire in mente un’idea alla svelta. Ormai il
locale era ridotto in pessime condizioni e Vegeta non accennava a smettere,
gridava come se fosse un oozaru, anche se non era
trasformato ovviamente.
Doveva prendere una decisione alla svelta, decise,
quindi, che la cosa migliore era metterlo fuori combattimento e portarlo via da
quel posto, azzerò quindi l’aura e in qualche modo riuscì a scivolargli alle
spalle senza che il principe dei sayan se ne
accorgesse e gli diede un fortissimo colpo in testa, sperando che bastasse per
metterlo fuori gioco. Fortunatamente fu sufficiente, in un'altra situazione
avrebbe esultato per aver sconfitto il principe dei sayan
con così tanta facilità, ma non era quello il momento, il barista si aspettava
sicuramente che lo arrestasse, ma come poteva arrestare il marito di Bulma e soprattutto Vegeta? Appena si fosse ripreso avrebbe
distrutto la prigione e l’avrebbe messo nei guai con i colleghi. Crili si dannò per l’assurdità della situazione in cui si
era appena andato ad invischiare, pensava che un tranquillo lavoro come
vigilante lo tenesse lontano dai guai e invece era tutto il contrario, decise
che era il caso di provare a venire a patti col barista per evitare l’arresto
di Vegeta.
“Le potrà sembrare strano da parte mia, ma vorrei
chiederle di non sporgere denuncia, sa io conosco quest’uomo, è il marito di Bulma Brief e purtroppo sta passando un brutto momento, ma
sua moglie sarà più che lieta di risarcirla e anche di darle qualcosa in più
per i danni morali; oltre alla promessa che questo signore non metterà più
piede qui dentro!” spiegò Crili al barista che lo
fissava con espressione incredula.
“Ecco, non mi aspettavo davvero un discorso simile
da un poliziotto, però se lui è davvero il marito di Bulma
Brief credo che potremmo metterci d’accordo per non sporgere denuncia. Farò
recapitare il conto alla Capsule Corporation e se verrà pagato dimenticherò
tutto quello che è successo stasera; però ora per favore lo porti via da qui
prima che si risvegli!” rispose il barista pesando già a quanto avrebbe potuto
scucire dalle tasche dei Brief.
Crili
si affrettò a trascinare fuori Vegeta, peccato che era venuto in fretta e furia
in moto e quindi sarebbe stato pericoloso caricarci sopra il principe dei sayan privo di sensi, avrebbe potuto telefonare a Bulma perché se lo riportasse a casa, ma qualcosa gli
diceva che era una pessima idea: Vegeta e Bulma
avevano avuto diversi litigi nel corso degli anni, ma erano sempre stati
perfettamente in grado di gestirli tra di loro senza coinvolgere altre persone
o distruggere pubbliche proprietà, quindi questa volta doveva essere successo
qualcosa di diverso e quindi non era il caso di riportarlo a casa ubriaco e
privo di sensi.
Al principe dei sayan non
sarebbe piaciuto affatto, e probabilmente anche qualcun altro non avrebbe
gradito, ma non aveva altra soluzione e quindi chiamò qualcuno che fosse
disponibile per portarlo subito a casa sua.
Nel giro di una decina di minuti C18 e C17
arrivarono davanti al bar con l’auto di Crili e caricarono
sul sedile posteriore il corpo svenuto di Vegeta, non senza fare battute sul
fatto che il famoso principe dei sayan veniva tratto
in salvo proprio dai cyborg che aveva tanta voglia di distruggere.
I due cyborg al momento si erano trasferiti a casa
di Crili non avendo nessun posto dove andare, anche
perché era iniziata una relazione tra C18 e Crili,
anche se al momento non era ancora di pubblico dominio.
“E così il famoso e temibile principe dei sayan è ubriaco e privo di sensi in macchina con noi, se
fossimo ancora nemici sarebbe molto facile e divertente farlo fuori, vero
sorellina?” le chiese C17 parlando a voce volutamente alta.
“Oh beh a dire il vero io non ho avuto problemi a
metterlo a tappeto anche nel pieno delle sue forze, non è poi questo gran
guerriero. Comunque ora non facciamo più queste cose e quindi lo porteremo a
casa e ci prenderemo cura di lui e sarà pure costretto a ringraziarci e questo
sì che sarà uno spasso!” rispose con voce perfida C18.
Il principe dei sayan non
si svegliò nemmeno quando lo trascinarono giù dall’auto e nemmeno durante il
viaggio su per le scale in spalla a C17, il quale si lamentò per tutto il tempo
dell’odore di alcool che emanava sua altezza.
Venne sistemato bruscamente sul letto e fu a quel
punto che aprì leggermente gli occhi e vide di rimando degli occhi azzurri che
lo scrutavano, doveva essere Bulma, in qualche modo
doveva averlo trovato e riportato a casa, sarebbe sempre stato meglio che
dormire sul pavimento sudicio di quel bar pensò mentre sprofondava di nuovo
nelle tenebre.
Doveva essere mattino da un pezzo e lo capì perché
il sole entrava dalle tende illuminando a giorno la stanza, ancora disteso a
letto si mise poi a fare la conta dei danni: aveva la testa che gli stava per
esplodere e aveva pure un vistoso cerotto sulla fronte, ma soprattutto la cosa
peggiore era che dopo il colpo in testa non ricordava proprio nulla e ora che
era riuscito a riaprire gli occhi aveva notato che si trovava in una stanza che
non conosceva affatto. Era una stanza molto anonima, piccola, con un solo letto
e un piccolo armadio, si chiese a chi potesse mai appartenere. Dal momento che
non si trovava a casa sua di chi diavolo appartenevano gli occhi azzurri che
l’avevano scrutato, di quelli si ricordava assolutamente.
Provò a mettersi a sedere, ma la testa gli faceva
ancora più male ed era pure iniziata una nausea tremenda, si sentiva
avvelenato, non avrebbe mai più toccato gli alcolici terresti si ripromise.
“Ben svegliato Vegeta, ti ho preparato la colazione,
ti ho fatto le uova strapazzate, spero che ti piacciano e poi ti ho anche
preparato la spremuta d’arancia e qui c’è pure un’aspirina se ti può essere
utile e…” spiegò C18 che però fu bruscamente interrotta da Vegeta.
“Forse ho preso una botta in testa più forte del
previsto, mi vuoi spiegare cosa diavolo ci fai qui? Sei stata tu a colpirmi nel
bar?” chiese il principe dei sayan prendendo il
vassoio della colazione, detestava dover accettare qualcosa da quella cyborg,
ma era affamato e soprattutto desiderava l’aspirina per mettere a tacere quel
mal di testa che lo stava facendo impazzire.
“Oh no, non sono stata io, anche se ammetto che mi
sarebbe piaciuto moltissimo, ma è stato Crili, sai
dovresti davvero ringraziarlo, se fosse venuto qualcun altro ti avrebbero
arrestato!” rispose C18 osservandolo soddisfatta mentre divorava la colazione
che aveva preparato.
“Sai che me ne importa…” commentò Vegeta che forse a
causa dei fumi dell’alcol non riusciva a cogliere il collegamento tra
l’androide e Crili.
“Ti avevo detto che ci pensavo io a portargli la
colazione” esordì Crili entrando nella stanza
trafelato.
“Oh su stavi dormendo, hai fatto il turno di notte,
e poi come vedi stiamo solo scambiando due chiacchiere! Dopo questa fantastica
colazione che ho preparato apposta per lui, non mi porta più nessun rancore per
avergli rotto un braccio, vero Vegeta?” lo stuzzicò C18.
“Prima o poi me la pagherai cyborg, ma devo
ammettere che ai fornelli ci sai fare. E quindi ora
tu vivi qui insieme a lui? A quanto pare il tuo migliore amico è morto, ma tu
non hai perso tempo a farti per ragazza una dei nemici i miei complimenti” ribattè Vegeta, chiedendosi silenziosamente come una donna
graziosa come C18 avesse scelto proprio Crili.
“Mi sembra che Bulma abbia
fatto la stessa cosa con te…o almeno così mi ha raccontato Crili!”
rispose C18 che detestava che si attaccasse Crili.
“Su forza C18 lasciaci soli, devo parlare con Vegeta
da solo!” esclamò Crili spingendo la ragazza verso la
porta, gli animi si stavano scaldando e non ci teneva affatto che Vegeta gli
distruggesse la casa visto che era in affitto tra l’altro.
“E va bene vi lascio soli. Ah sulla sedia troverai
degli abiti puliti, sono di mio fratello, forse i pantaloni ti saranno un po’
lunghi, ma immagino tu ci sia abituato!” infierì allegramente C18 mentre
usciva.
“Lasciala perdere, Vegeta, sai ieri sera per fortuna
ero in servizio io e sono riuscito a non farti denunciare, ma bisognerà
ripagare i danni, mi dispiace, ma di più non sono riuscito ad ottenere!” spiegò
Crili cercando di distrarre il principe dei sayan prima che cogliesse l’ennesima provocazione di C18.
“Mh ok, tanto Bulma provvederà a pagare i danni” commentò Vegeta mentre
si rialzava faticosamente dal letto, improvvisamente quella casa gli sembrava
stretta, doveva andarsene.
“Sì, ma posso chiederti cosa è successo? Io non
sapevo se potevo riportarti a casa tua, quindi ti ho portato qui da me e se ti
vuoi fermare qui per un po’, ecco credo che …” tentò di dire Crili, ma interrotto da Vegeta che stava indossando gli
abiti forniti da C18, avrebbe voluto farsi una doccia, ma non voleva davvero
trattenersi in quella casa più del dovuto.
“Non ho affatto bisogno della tua ospitalità o della
tua amicizia o di qualsiasi altra cosa. Spreca pure il tuo tempo con quella
cyborg e lasciami in pace! Sono certo che Karoth
dall’alto dei cieli ti avrà dato la sua benedizione!” esclamò Vegeta per poi
aprire la finestra e volare via.
Crili
guardò Vegeta volare via, era sempre il solito orgoglioso, ma si notava lontano
un metro che non era più il solito, stava soffrendo, anche se non era sicuro
del motivo; trovò C18 fuori dalla porta con un sorrisetto cattivo:” immagino
che Vegeta non si fermerà per pranzo!”.
“Sì credo di no, però potevi evitare di provocarlo
così apertamente!” la rimproverò Crili.
“Eddai non è successo
niente, quel Vegeta è davvero permaloso oltre che un ingrato!” rispose lei ridendo,
era decisamente una battaglia persa, quindi Crili
decise di telefonare a Bulma per avvertirla, anche
perché probabilmente era preoccupata per il marito.
Crili
spiegò a Bulma tutto quello che era successo e sentì
la donna sospirare e quindi le chiese cosa diavolo fosse successo tra loro. A
quel punto fu la volta di Bulma di spiegare che
Vegeta dopo il combattimento con Cell stava passando un momento di crisi dovuta
alla morte di Trunks.
“Credo che non sia solo per quello, con me ha
nominato Goku, mi ha accusato di aver dimenticato Goku con C18...sì insomma ha
poco senso, ma ho avuto questa impressione!” le spiegò Crili,
il quale fu poi costretto a mettere al corrente della sua relazione anche
l’amica, la quale però non gli mosse nessun rimprovero o disapprovazione.
“E’ plausibile invece che nella sua crisi c’entri
pure Goku, probabilmente non sopporta di essere stato salvato da lui, si sente
ferito nell’orgoglio, è sempre il solito zuccone. Purtroppo per sua altezza non
posso fare nulla, dobbiamo aspettare che riesca a venire a patti con se stesso”
rispose Bulma, sperando che Vegeta ne fosse davvero
in grado.
“Speriamo che nel frattempo non distrugga altri bar,
non so se potrò fare ancora finta di niente. Ma anche volendo come potrei
arrestare Vegeta, non si farebbe certo arrestare!” esclamò Crili
preoccupato per il suo nuovo posto di lavoro.
“Se dovesse combinarne una delle sue ripagherò i
danni, ma vedrai che per un po’ si terrà alla larga dalla gente, lo conosco!”
lo rassicurò Bulma prima di riagganciare.
Sì lei conosceva Vegeta, o almeno ne era abbastanza
sicura, anche l’aver distrutto un bar non l’aveva lasciata poi molto stupita,
anzi si era aspettata qualcosa di peggiore, ed era abbastanza sicura che per un
po’ si sarebbe isolato da tutto, doveva leccarsi le ferite e poi avrebbe pagato
molto di più per vedere la faccia di Crili quando
aveva trovato Vegeta in quel bar. Sperava soltanto che questo momento di crisi
passasse alla svelta, Trunks aveva bisogno di suo
padre e lei aveva bisogno del suo compagno, voleva credere che col tempo tutto
sarebbe andato a posto, doveva essere così. E poi ora Crili
aveva confermato il suo sospetto, in quella crisi c’entrava davvero anche il
sacrificio di Goku, oltre alla colpa di avergli salvato la vita, ora era morto
e con lui moriva l’unico essere con cui avrebbe potuto confrontarsi: lo scopo
dei suoi allenamenti e dei suoi sacrifici di anni, ora era tutto chiaro, ma
purtroppo lei poteva fare poco per aiutarlo.