Non sapevo bene che cosa dirgli. Mi sentivo molto maldestro. Non sapevo bene come toccarlo, come raggiungerlo…
Il paese delle lacrime è così misterioso.
(Antoine de Saint-Exupéry – “Il piccolo principe”)
Gocce di dolore
Si affacciano
Ai bordi
Di lunghe ciglia
Che non le trattengono
Non si oppongono
Lasciano ch’esse siano.
La gravità
Impietosa
Non attende,
le attrae,
le accoglie.
Scivolano,
corrono,
giungono
laddove
la parola vien detta
talvolta ardita,
talaltra ermetica.
Gocce di marea
Salsedine
Amare come l’affanno
Che il petto trafigge.
Spada di Damocle
Eterna presenza
Oscura minaccia
Che viene a turbare
Anche l’animo più gaio.
Illusi mortali!
Che deliziate i vacui sensi
Con effimeri piaceri
State all’erta!
Ché le amare gocce
Son sempre in agguato
Calice colmo di fiele
Scaturito da ore angoscianti.
Non danno tregua,
riposo non concedono.
È il prezzo da pagare
Per poche ore di diletto.
Scrigni
Custodi di grida
Disperate
Inascoltate
Nel cimitero
Dei vivi dormienti.