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Autore: X_98    25/06/2020    0 recensioni
“Si narra che a est delle montagne nebbiose vi fosse un regno, chiamato Bosco Atro.
Antico, nascosto ed eterno, era dimora degli elfi silvani.
L’oscurità che si aggirava fra le fronde degli alberi, silenziosa colpì, derubandoli di ciò che avevano di più prezioso.
Privati di un Re, di un padre, di una guida, contro un nemico sempre più potente e malvagio.
Erano loro, i deboli e corrotti umani che fecero prigioniero Re Thranduil, senza sapere chi egli realmente fosse......
Un guerriero non abbassa la testa ma va avanti anche quando non ha più forze.
Da libero sfogo alla sua volontà indomita, resiste ai colpi e trova la forza di rialzarsi.
Ferito è pericoloso, perché sa di poter sopravvivere. Eppure non si adatterà al cambiamento, ma combatterà e lotterà contro tutto e tutti.
Alla fine, il dolore e la sofferenza si dissolveranno con un’ultimo dono d’amore”.
-Questa storia si svolge nell'Antica Roma durante la terza guerra servile tra il 71 ed il 73 A.C (alcuni dettagli sono stati modificati per necessità!), un Crossover con la Serie Spartacus 2010, il film Pompei 2014 e durante il film Lo Hobbit di Peter Jackson, prendendo qualche spunto anche da Tolkien-
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Sorpresa, Thranduil
Note: AU, Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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La casa di Batiato era caduta.

Da settimane i ribelli terrorizzavano i cittadini di Capua sterminando qualsiasi gruppo di mercenari inviati dai romani.

Gli schiavi fuggiti dalla casa di Batiato si erano rifugiati nelle fogne sottostanti alla città. Un luogo dove il nemico non guarda è dove si sente più al sicuro!

“Altri otto romani, spediti nell’oltretomba!” Urlò Spartacus rientrato da un’altra sortita.

“Si evviva!” “Ce la faremo!” Degli esulti accolsero il trace “Gli faremo vedere chi siamo!” Forse con troppo entusiasmo.

“È tornato?” Chiese Spartacus rivolto alla sua compagna “Neanche l’ombra!” Rispose Mira afflitta.

Delle ulteriori grida attirarono l’attenzione.

“Rascos, dov’è Crisso?” Chiese Spartacus rivolto al gallo.

“È andato in cerca di Marcello, il bastardo che ha le prostitute” rispose il compagno.

“Vedo che avete da mangiare. Distribuite il cibo equamente fra tutti!” Ordinò il trace.

“Nient’affatto! I conigli devono cavarsela da soli!” Gli rispose Rascos furioso.

“Voi ne avete in abbondanza!” Fece notare Mira che per prima cosa, si preoccupava del benessere di tutti.

“Ci è costato fatica e sangue!” Protestò un’altro gallo.

“Potevate muovervi e andare a procurarvelo!” Lo sfidò Rascos.

“Dividetelo con equità! È l’ultima volta che ve lo chiedo!” Minacciò il trace.

Non passò molto prima che Rascos cedesse.

Spartacus e Mira si erano ritirati a parlare, in un luogo appartato, dei prossimi spostamenti che avrebbero fatto “Spartacus!” Quando la voce di Mira lo fece voltare e rimase senza parole per ciò che vide.

Azrael avanzava a grandi passi verso di lui. La spada legata in vita con le ragazze, Attico e Milo al suo fianco.

Subito dopo la fuga i cinque erano scomparsi ed il portatore di pioggia era convinto che non li avrebbe mai più rivisti.

“Vi credevo al di fuori della Repubblica!” Disse basito, rivolgendosi ad Attico ma restando di fronte all’elfo.

“Per perderci tutto il divertimento?” Chiese Milo sarcastico.

“Dove siete stati?” Domandò di rimando il trace.

“Abbiamo sterminato alcune truppe romane sporadiche! Giusto per ingannare il tempo......e studiare a fondo il territorio!” Rispose Attico.

“Come siete riusciti a non farvi scoprire? Un elfo non può passare inosservato!” Continuò a chiedere Spartacus stupefatto.

“Ed invece possono!” Lo contradisse Attico “Gli elfi sono in grado di conficcarti una freccia in fronte senza che tu te ne accorga, non prima di ritrovarti nell’aldilà!” Svelò Milo ricevendo una padellata in testa da parte di Hanna.

“Chiudi quella cloaca di bocca!” Lo riprese lei.

“Dove l’avete presa?” Chiese Mira indicando l’utensile da cucina, per niente contenta nel rivedere le ragazze “Un carro di passaggio! In un luogo molto distante da dove ci troviamo ora!” Rispose Hanna maneggiando l’oggetto come fosse una spada, prima di cercare un posto dove poggiare le poche cose che portava con se dentro ad un sacco. Coperte, armi, soldi rubati a cadaveri e del cibo, molto cibo che condivise subito con coloro che non erano in grado di impugnare una spada.

“Vi ringrazio! Per il cibo, ma soprattutto, per essere tornati!” Disse Spartacus con sincera gratitudine. Si voltò appena vide che l’attenzione dell’elfo era stata catturata da qualcosa alle sue spalle, o meglio, qualcuno.

“Sento che osi comandare i miei uomini!” Crisso era tornato.

“Gli ho solo ricordato i principi morali che ci accomunano!” Rispose il trace non infastidito dall’astio mostrato dall’altro.

“Gli parlerò! Sono tornati!” Disse il gallo indicando con lo sguardo Azrael ed i suoi figli.

“Si, e sono con noi. Porti notizie!?” Chiese Spartacus speranzoso.

“Marcello ha fatto un nome. Stasera parlerò con Trevius, lo schiavista!” Rispose Crisso. “Possiamo esultare allora!” Disse il trace sollevato che la meta fosse sempre più vicina.

“Il mio cuore esulterà quando avrò di nuovo Naevia fra le braccia! È da due mesi che siamo divisi!” Gli rispose il gallo.

“E tu credi alle parole di Marcello? Pronunciate frignando e con il coltello alla gola?” S’intromise Agron.

“Crisso andrà nel bordello di Arminio questa notte ed io sarò al suo fianco!” Decretò Spartacus.

“Ci facciamo comandare da quel gallo di merda?” Chiese Agron infastidito.

“Oh no!” Sussurrò Milo “Cosa c’è?” Chiese Attico allarmato “Sono d’accordo con il germano di merda!” Sibilò il celta inorridito.

“Io gli ho promesso di dargli una mano, voi no! Potete restare se non volete venire!” Disse Spartacus rivolto ai suoi uomini.

L’elfo li ignorò, andando a cercare le ragazze assieme ad Attico.

“Bene, allora io ed i miei compagni resteremo qui a fare la guardia!” Rispose Milo sedendosi in terra “Ti ringrazio!” Gli disse Spartacus venendo altamente ignorato.

“Sono con te!” Rispose Agron mostrando ancora una volta la sua lealtà “Io vado pazzo per i bordelli!” Gli si accodò un’altro gladiatore.

“Andare in città con tutti quei soldati è una follia!” Protestò Mira vedendoli partire.

“Esattamente come tutto quello che uno fa per conquistare una donna!” La fece tacere Agron prima di avviarsi.

“È una cosa che non ti riguarda!” Li bloccò Crisso.

“L’amore fraterno!” Commentò Milo.

“Ho dato la mia parola. La parola di un fratello, significa sangue e onore! Ricordi?” Domandò Spartacus non volendo tirarsi indietro.

“Andiamo a deliziarci con le urla di terrore dei romani!” Gli rispose il gallo contento.

 

*

 

L’assalto al bordello non durò molto. E poche ore dopo tornarono tutti, bagnati di sangue, feriti ma soddisfatti.

“Ha detto a sud?” Chiese Spartacus.

“Lontano dalle città. Dove si trovano numerose ville e case rurali!” Spiegò Crisso impaziente di partire per ritrovare il suo amore perduto.

“È stata venduta ad uno degli abitanti?” Chiese il trace ben sapendo che informazioni così dettagliate erano rare.

“No, se la sono passata uno dopo l’altro. Un dono di Batiato per assicurarsi l’appoggio per diventare edile!” Ringhiò Crisso pieno di rabbia.

“Quante guardie ci sono a protezione delle ville? Quante abitazioni ci sono? Come possiamo sapere dov’è Naevia? Dobbiamo essere cauti, per non rivelare la nostra posizione!” Tentò di calmarlo Spartacus.

“Tu che mi consigli cautela? È come se la tempesta dicesse alla brezza di calmarsi!” Lo derise il gallo.

“Dobbiamo riflettere sulle nostre azioni!” Continuò il trace imperterrito.

“Non c’è tempo per riflettere. Non l’abbiamo!” Lo contradisse il gallo dirigendosi verso gli altri per informarli della sua tremenda scoperta.

“Cosa intendi dire?” Chiese Spartacus confuso seguendolo.

“Con le sue ultime parole Trevius parlava di una grande legione in arrivo per sradicare la minaccia che rappresentiamo!” Confidò Crisso.

“Un esercito?” Chiese Milo sbucando da dietro un telo appeso per farlo asciugare.

Quella notizia aveva attirato l’attenzione di tutti così come il panico.

“Allora siamo condannati!” Si disperò un’altro schiavo.

“Se permetti, mi gratto le palle!” Gli rispose il celta.

Azrael si fece avanti e parlò per la prima volta da quand’era tornato. La sua voce, calma, profonda e minacciosa risuonò tra i corridoi delle fogne, apparendo come una maledizione per coloro che non ne comprendevano il significato.

"Si nous sommes unis, nous gagnerons, divisés nous succomberons!" Disse.

“Se siamo uniti vinceremo, divisi soccomberemo!” Tradusse Attico.

“Libereremo tutti gli schiavi sul nostro cammino!” Gli diede man forte Milo.

“Aspettavamo questo giorno. Qualcuno la temuto, altri l’hanno desiderato! Pochi ne colgono il significato profondo! Questo momento era fortemente voluto dal destino! Io ho fatto una promessa quando la casa di Batiato è caduta, che avremmo fatto tremare Roma! Uniti faremo vedere ai romani di cosa siamo capaci!” Iniziò a parlare Spartacus per infondere coraggio in tutti, trovandosi in accordo con le parole dell’elfo.

“Voi sarete quelli che tremeranno! Gli uomini di Glabro sono in numero sufficiente per sterminarvi! Il pretore farà un discorso al marcato all’alba per rassicurare la popolazione che verrete uccisi dal primo all’ultimo!” Li informò Enomao ricomparendo anche lui, dopo tanto tempo.

“Maestro!” Lo accolse Crisso entusiasta di vederlo sano e salvo.

“Non ho più diritto di essere chiamato così!” fisse affranto “Dove andrai?” Chiese il gallo abbattuto di vederlo così perso.

“Andrò nell’unico posto per un animale senza onore!” Rispose Enomao afflitto, prima di scomparire nuovamente in un cunicolo.

Un urlo interruppe il silenzio, ampliato dalle gallerie circostanti.

Spartacus e Azrael corsero verso l’origine delle urla trovando un Hanna sconvolta che parlava con se stessa mentre Sara la osservava, stordita dalla frequenza del grido e divertita dalla scenata.

“È ufficiale: Tolkien non sapeva di cosa cavolo stesse parlando! Era solo un pazzo a cui era partita più di una rotella! Ovviamente dovevamo farci notare.....Elros, Elrond, Arwen, Elladan ed Elrohir e tutti quelli venuti prima.... con nomi impossibili da ricordare..... non saranno soli! Be’ almeno mi consolo pensando che saranno i figli di Aragorn ad essere gli ultimi mezzelfi.....NO! Niente potrà aiutare! Ma perché adesso? Perché non dopo! Cioè.......per quale assurdo motivo le persone sono talmente rincoglionite da procreare nei momenti meno opportuni.......se credevo d’essere più sveglia mi ritrovo costretta ad ammettere il contrario e reputarmi una minorata mentale se paragonata.....” “Hanna?” Azrael interruppe quel fiume di parole, scioccato che la sua conoscenza sulla storia di Arda fosse così ampia.

“Sei finalmente uscita di senno?” Chiese Milo cercando di non ridere anche se non aveva compreso affatto il significato di tutte quelle parole.

"Non! Si j'ai l'air plus stressé que d'habitude, c'est à cause des hormones!"(No! Se sembro più svalvolata del solito è a causa degli ormoni!) rispose Hanna con improvvisa calma.

Poi si voltò di scatto verso Azrael “Je suis enceinte!"(Sono incinta!) sussurrò, la paura impressa nei lineamenti del viso.

 

*

 

Passate quattro settimane, si ritrovarono appostati al di fuori di una villa dove il gallo li aveva guidati. Spartacus aveva tentato di uccidere il pretore Glabro, rischiando di rimanere ucciso a sua volta. Solo l’intervento di Crisso aveva evitato una tale tragedia.

Erano stati visti in città e con sconforto avevano appreso la notizia che la padrona Lucrezia era ancora viva ed i pochi uomini mandati assieme ad Aurelia, per cacciare selvaggina e riprendere il figlio suo e di Varro, dalla casa romana dove era stato lasciato........ avevano trovato la morte per mano dei romani!

Aurelia, l’unica ancora in vita, era perita poco dopo a causa delle ferite e questo era riuscito a smuovere la coscienza di Spartacus che aveva abbandonato il proprio desiderio di vendetta, decidendo di seguire Crisso per ritrovare Naevia.

Ma per l’angelo della morte questo era niente in confronto alla scoperta di pochi giorni prima!

Per alcuni era stato scioccante, per altri un buon auspicio, per loro una benedizione.

Azrael sospirò stringendo forte a se la sua compagna.

“"Êtes-vous devenu plus câlin ou je me trompe?" (Sei diventato più coccolone o sbaglio?) lo derise Hanna felice di tali attenzioni.

"Ça te dérange?" (Ti da fastidio?) la provocò lui sorridendo.

"Mais comment diable l'avez-vous réalisé seulement maintenant?" (Ma come cavolo hai fatto a rendertene conto solo adesso?) li interruppe Sara.

"Peut-être parce que mon ventre était trop hémisphérique pour qu'il soit mou?" (Forse perchè la mia pancia era troppo emisferica perchè si trattasse di ciccia?) Scherzò l’amica accarezzandosi il ventre.

“Quand le cycle n'est-il pas venu pendant quatre mois? Ou quand tu es tombé malade il y a quatre mois?” (Quando non ti è venuto il ciclo per quattro mesi? O quando sei stata male quattro mesi fa?) chiese Sara per niente divertita.

“Environ! Semaine plus semaine moins! Il n'y a pas beaucoup de différence!”(Circa! Settimana più settimana meno! Non c’è molta differenza!) Specificò Hanna senza particolare preoccupazione.

“Je pensais que c'était du stress! Voyons voir si vous pouvez être plus aigu que moi!" (Credevo fosse lo stress! Vediamo se quando capiterà a te riuscirai ad essere più acuta di me!) si offese Hanna.

"Alors les elfes et les hommes peuvent s'accoupler!" (Quindi elfi e uomini possono accoppiarsi!) riuscì a salvare la situazione Milo prima che la litigata delle ragazze svelasse troppo presto la loro posizione, alle guardie poste a protezione della villa.

“Nous le faisons depuis des années! Quel genre de questions posez-vous?”(L’abbiamo fatto per anni! Che razza di domande fai?) rispose Hanna sorridendo nel sentire Thranduil irrigidirsi. Non era mai a proprio agio nel parlare di certe cose.

“C'est lent à comprendre! Vous devez être plus précis!”(È lenta di comprendonio! Devi essere più specifico!) la scusò Sara.

“Hawking a parlé!” (Ha parlato Hawking!) rispose Hanna offesa, capendo allora cosa volesse realmente chiedere Milo.

“Je n'ai pas compris ton humour, mais il me semble que je suis l'arriéré!”(Non ho compreso il tuo umorismo, ma sembra che sia io quello ritardato!) le rispose il ragazzo il quale non aveva mai sentito parlare di Hawking.

“La vérité fait mal, mais tôt ou tard, il faut y remédier!”(La verità fa male, ma prima o poi va affrontata!) lo derise sfrontatamente Hanna.

“J'essaye encore: les elfes et les humains peuvent-ils se reproduire? J'étais convaincu qu'appartenir à deux races différentes était impossible!”(Ci riprovo: elfi ed umani possono riprodursi? Ero convinto che appartenendo a due razze differenti fosse impossibile!) la curiosità vinse sull’orgoglio spingendo Milo ad ignorare il commento.

"C'est très rare, mais ça peut arriver!" (È molto raro, ma può succedere!) rispose Hanna.

“Vous aviez raison sur une chose tout en délirant à cause du choc. C'est le moment le moins approprié pour avoir des enfants!" (Su una cosa avevi ragione mentre deliravi a causa dello shock. Questo è il momento meno opportuno per fare figli!) Attico espresse il proprio pensiero apparendo estremamente preoccupato.

“Voulez-vous que je m'en débarrasse?" (Vuoi che me ne sbarazzi?) chiese Hanna infastidita.

“Bien sûr que non! Je n'hésiterai pas à le protéger, mais cette guerre peut durer des années! Nous devons trouver un endroit sûr pour vous!" (Certo che no! Non esiterò a proteggerlo, ma questa guerra potrà durare anni! Dobbiamo trovare un posto sicuro per voi!) si corresse Attico.

"Et partager le triste sort d'Aurelia?" (E condividere la triste sorte di Aurelia?) ricordò Sara con una nota di amarezza nella voce.

“Nous déciderons jour après jour. Pour l'instant je suis plus en sécurité à nos côtés!” (Decideremo giorno per giorno. Per ora sono più al sicuro al nostro fianco!) chiuse il discorso Azrael appena vide Spartacus dare il segnale per attaccare.

 

*

 

Furono silenziosi e letali come i felini quando attaccano la preda. 

Una volta dentro le mura della villa la loro copertura saltò. Le guardie erano numerose, ma non abbastanza esperte per tenere testa ad un gran numero di gladiatori.

Gli schiavi si fecero prendere dal panico ed iniziarono a scappare.

Una volta terminata la carneficina vennero fatti disporre tutti di fronte all’entrata.

“Che gli dei ci proteggano!” “Ci uccideranno tutti!” “Abbiate pietà!” Non avevano compreso che la possibilità di una nuova vita gli si era appena presentata.

“Calma, non vogliamo farvi del male. Cerchiamo coloro che si definiscono i vostri padroni! Un titolo privo di significato ai nostri occhi! Può essere così anche per voi, se è questo che volete! Potete scegliere: sottomettervi per sempre ai romani, o impugnare la spada e lottare per la libertà!” Si presentò il trace.

“E chi sei tu......” iniziò a deriderlo il patrizio romano prima di notare l’elfo dietro di lui.

“Sei Spartacus!” Comprese perdendo tutto il coraggio di qualche secondo prima.

“Chi è il padrone di questa casa?” Chiese Crisso impaziente di raccogliere ulteriori informazioni.

“Ce l’hai davanti!” Gli rispose il romano contento che l’angelo della morte lo stesse ignorando.

“Devo fare un discorso con te!” Disse Crisso prima di trascinarlo dentro la villa.

Quella notte si tenne una grande festa in quel rifugio ospitale che non puzzava quanto le fogne.

“Restate sempre vicino a noi!” Le avvertì Attico guardando i nuovi schiavi liberati con diffidenza.

“E perderci tutto il divertimento? Casomai sei tu che dovrai starci dietro!” Gli rispose Hanna prima di avvicinarsi ad un gruppo di schiave per presentarsi.

“Fa la dura, ma da quando quell’escremento d’orco l’ha aggredita è terrorizzata dagli estranei!” Disse Sara afflitta. Le catene dei romani non erano sparite! Non del tutto. Ci sarebbe voluto molto tempo!

“Non si direbbe!” Osservò Ariadne vedendo come appariva socievole l’amica.

“Perché gliel’ho fatto notare! Dille che non può toccare la luna e lei farà il possibile pur di smentirti!” Rivelò Sara affranta e divertita da un carattere che conosceva fin troppo bene.

 

*

 

Arrivata la sera trovarono una stanza abbastanza grande da poterli ospitare tutti, facendoli stare comodi.

“Da quanto non vedevo un letto!” Esultò Hanna facendoci le capriole sopra.

“Davanti a quello del padrone chiudevi gli occhi?” Chiese Sara non perdendo l’occasione per prenderla in giro.

“Uno con te non può parlare genericamente!....da quanto non dormivo su di un letto!” Si corresse l’amica “Io non l’avevo mai provato!” Rivelò Ariadne facendole tacere.

Di letti ce ne erano tre, come se il loro arrivo in quella casa fosse stato predetto e tutto sistemato appositamente.

Si addormentarono subito, mentre l’elfo ci mise molto a prendere sonno. Non si fidava dei nuovi schiavi liberati!

L’istinto non lo tradì, perché non molto tempo dopo appena era riuscito a prendere sonno, venne destato da un urlo e voci concitate.

Si alzò e facendo attenzione a non svegliare gli altri uscì dalla stanza.

Agron e Crisso stavano trascinando qualcuno in una stanza, che si dimenava emettendo versi animaleschi.

“Vuoi davvero addestrare questo bastardo?” Chiese Crisso fissando il siriano con odio. “Il ragazzo merita una possibilità!” Rispose Spartacus.

“Gliel’hai già data e lui ha tentato di ucciderti!” Protestò Crisso.

“Che gli dei mi perdonino, ma il gallo ha ragione!” Agron si mostrò in accordo con lui per la prima volta.

“Non ci si libera dalle catene in un giorno!” Puntualizzò Spartacus “Le sue non andavano spezzate!” Ringhiò Crisso.

“Se gli togliamo la vita, quale messaggio diamo? Che siamo come i romani?” S’impose il trace “Se ci prova ancora, lo ammazzo con le mie mani!” Crisso minacciò il ragazzo colpendolo in volto.

“E come addomesticherai il cane rabbioso?” Domandò Agron riluttante a offrire una seconda possibilità “Come Batiato ha fatto con me!” Rispose Spartacus.

“Allora stiamo tranquilli!” Disse Agron sarcastico.

Azrael si ritirò senza farsi notare.

Non sarebbero mai stati al sicuro. Gli umani erano imprevedibili e lui non cedeva facilmente la sua fiducia a chiunque incontrasse o per il semplice fatto che portasse un marchio di schiavitù!

 

*

 

“Attaccare un carro in pieno giorno. Solo noi possiamo essere tanto pazzi da farlo!” Commentò Hanna mentre ispezionava un cadavere in cerca di oggetti di valore.

Era trascorso poco più di un mese ed eliminando tre drappelli da ricognizione, scaricando i loro corpi altrove giusto per confondere i romani, erano riusciti a mascherare la loro posizione.

“Sto cercando una donna, di nome Naevia! È stata cacciata dalla casa di Batiato prima della sua caduta!” Iniziò ad indagare Crisso.

“Batiato? Allora tu sei Spartacus!” Chiese un uomo anziano facendo voltare tutti.

“Io mi chiamo Crisso! Spartacus è l’idiota alle mie spalle!” Gli rispose il gallo.

“L’angelo della morte!” L’uomo ne sapeva una più del diavolo. Anche se Azrael era l’unico elfo presente nella Repubblica.

L’elfo camminava tra i cadaveri come se fosse stata una gita di piacere. Crisso non l’avrebbe mai capito! Lo ignorò e riprese a chiedere informazioni agli schiavi liberati.

Agron si avvicinò al gallo timidamente “Naevia è morta!” Quell’affermazione gettò il cuore del gallo nella disperazione più profonda.

Tornarono alla villa.

Hanna e Sara piangevano silenziosamente straziate dalla notizia e nel vedere Crisso soffrire a quel modo.

“Je ne fais pas confiance au canard colvert!”(Io non mi fido del germano!) disse Azrael guardando sottecchi il ragazzo.

“Pourquoi devrait-il mentir?”(Perchè avrebbe dovuto mentire?) chiese Attico mentre si allontanavano dallo spiazzo principale.

“Parce qu'il ne tient compte que de sa vie!”(Perchè tiene in conto solo la sua vita!) rispose l’elfo prima di versarsi del vino in un bicchiere. Era disgustoso se paragonato a quello degli elfi, ma gli anni in catene lo avevano abituato a sopportare di tutto!

Persino un vino che sapeva di piscio!

“Bonne réponse! Je vais chercher de la nourriture. Je ne veux pas que vos doutes s'ajoutent à mes hormones folles!”(Bella risposta! Vado in cerca di cibo. Non voglio che i vostri dubbi si aggiungano ai miei ormoni impazziti!) disse Hanna asciugandosi le lacrime, divertita dal battibecco, prima di avviarsi.

“Nous devons être prudents! Ses sautes d'humeur sont devenues imprévisibles!”(Dobbiamo essere cauti! I suoi sbalzi d’umore sono diventati imprevedibili!) ammise Attico timoroso.

“Agrooon!” Un urlo interruppe la quiete, a quanto pare non era solo Hanna da cui dovevano guardarsi. Giunsero in un grosso spiazzo dove Spartacus divise il gallo ed il germano, impegnati in un violento corpo a corpo.

“Naevia è viva!” La voce di Crisso era cambiata nettamente.

“Nasir mi ha detto che è stata mandata nelle miniere!” Svelò il gallo.

“E allora? È come se fosse già morta!” Gli rispose Agron.

“Perché hai mentito?” Chiese Spartacus sconvolto “C’è in gioco la vita di Naevia!”

“E le nostre vite non valgono niente?” Urlò il germano “Crisso ci manderà tutti verso una morte certa....e solo per colpa del suo amore!” Si espresse Agron.

“Parleresti così.......se ci fosse tuo fratello al suo posto? Nessuno di voi desidererebbe essere liberato da coloro che considera dei fratelli? Sareste contenti se rimanessimo con le mani in mano a grattarci il culo mentre voi morite in catene?” Domandò Attico rivolto a tutti i presenti che si erano radunati, attirati dalla confusione.

“Tutte le vite hanno un valore! Ma se noi possiamo fare qualcosa....non me ne resterò con le mani in mano!” Ringhiò ritrovandosi ad un palmo di naso dal viso di Agron e riservandogli uno degli sguardi di fuoco appresi dal padre.

“Spartacus....” chiamò Attico “..mio padre guiderà i più deboli in salvo! Se ci muoviamo tutti assieme rischiamo che i romani ci scoprino ed annientino! Ma io verrò con te! Andrò con l’indomito gallo!” Urlò alzando un pugno verso il cielo.

La sua affermazione venne ben accolta dal campione e Crisso oltre che dal resto delle persone concordi, le quali esultarono felici.

“Cerca di tornare!” Gli disse timidamente Ariadne “Senz’ombra di dubbio!” Dissipò i suoi timori Attico per poi rivolgersi al padre “Protégez les!”(Proteggile!) Gli disse prima di scambiare un abbraccio affettuoso.

“Ariande est très intéressée par vous! Si vous survivez .... réfléchissez un peu!”(Ariadne è molto interessata a te! Se sopravvivi....facci un pensierino!) lo prese in giro Milo facendogli l’occhiolino.

“Va te faire foutre!”(Va a farti fottere!) Ringhiò Attico evitando lo sguardo.

“Ce pourrait être les derniers mots qu'il adresse à votre frère! Ils ne le seront pas! Va-t-il te baiser?”(Va a farti fottere? Potrebbero essere le ultime parole che rivolgi a tuo fratello!) lo riprese Sara sbucando alle sue spalle e facendogli prendere un colpo.

“J'ai tellement d'insultes à l'esprit et je n'ai pas l'intention de rater une telle opportunité en mourant comme un ver dans les mines!”(Non lo saranno! Ho in mente tantissimi insulti da lanciargli e non intendo perdermi un occasione del genere morendo come un verme nelle miniere!) disse Attico sorridendo prima di seguire Spartacus e gli altri.

 

*

 

“Siete fortunate voi!” Disse una biondina. “E tu chi sei?” Chiese Sara prima di addentare un pezzo di pane. Fame nervosa! Colpa di Attico!

“Di cosa parli?” Chiese Hanna incerta se sorridere o meno.

“Avete Azrael che vi protegge ed offre una posizione!” Disse con ammirazione Chadara. Una delle ex schiave di quella villa.

“Non credo accetti chiunque gli apra le gambe davanti! È suo?” Chiese indicando la pancia che ormai era ben visibile.

“No! E noi non stiamo con lui solo per un’accordo!” Rispose Hanna capendo che sbandierare la paternità del neonato non fosse la cosa più saggia da fare!

“Che tipo di patto avete stretto? Dite che mi accetterebbe nella sua alcova?” Chiese la ragazza con troppo entusiasmo.

“Te sto a ‘mbrutti!” Sussurrò Hanna livida di rabbia ed anche se non l’avrebbe mai ammesso, gelosia!

“È solo un animale! Credo che un sedere tondo e due seni sodi gli faranno cambiare idea!” Disse andandosene.

Sara, Ariadne ed Hanna  si scambiarono uno sguardo incerto, prima di seguirla.

Chadara entrò in una stanza e vide l’elfo con il figlio seduti su di un letto, intenti a costruire delle frecce.

I due si erano abituati agli sguardi curiosi degli altri, per questo la ignorarono.

La ragazza si lanciò verso l’elfo il quale reagì prontamente alzandosi in piedi di scatto e fermando l’incedere di quella piccola sfrontata. Delle imprecazioni precedettero la sua caduta, qualcuno l’aveva sbattuta in terra....

“In culo te c’entra, ma in testa no!” Hanna era furibonda!

“Me stai a sgara’ li cojoni!” Urlò Hanna “Non ti sopporto più!” Tradusse Sara.

Chadara non rispose, limitandosi a fissarla male mentre Azrael fissava le ragazze confuso dallo strano linguaggio della sua compagna. Ma aveva compreso le intenzioni della sconosciuta e non le aveva per niente gradite!

“Cos’è successo?” Chiese Agron giunto sin lì attirato dal rumore e dalle urla.

“È quello che mi sto chiedendo io!” Rispose Milo incerto se ridere o continuare a fissare la scena confuso.

“Wenn ich andere Frauen wollte, würde ich in ein Bordell gehen! Informiere die Sterblichen, bevor ich mich dazu entscheide!”(Se desiderassi altre donne, andrei in un bordello! Informa i mortali, prima che decida di farlo io!) minacciò l’elfo fissando il germano con uno sguardo che avrebbe fatto dubitare anche il più coraggioso degli uomini.

“Du sprichst meine Sprache!” (Parli la mia lingua!) realizzò Agron rimanendo senza parole.

Fortunatamente riuscì parzialmente a riprendersi  “Quante lingue conosci?” Chiese ancora sconvolto.

“Poni la domanda opposta, cioè quante lingue non conosce.....fai sicuramente prima!” Gli rispose Milo divertito dallo scambio anche se non aveva compreso una sola parola.

Nel frattempo le ragazze erano sparite, prese da un combattimento all’ultimo sangue.

“Io non ho un Azrael che mi protegge, ma state certe che risolverò questo mio problema il prima possibile e con l’unica moneta che possiedo!” Le minacciò Chadara con un sorriso beffardo in volto.

“Stai lontano da mio marito! Oppure ti farò vedere i sorci verdi!” Ringhiò Hanna.

“Costruisci il tuo futuro con le tue mani e senza aprire le gambe! Solo così potrai essere felice!” Le consigliò una più diplomatica Sara.

Chadara alzò il mento, infischiandosene delle sue parole e sparendo dalla vista.

“Si te cojo te sdrajo!” Sibilò Hanna facendo ridere l’amica.

 

*

 

Alle miniere le cose non erano andate affatto bene. I romani li stavano aspettando!

Era stato difficile sia entrare che uscire. Dopo tre settimane passati e controllare gli spostamenti delle guardie ed aspettare che la legione romana si ritirasse erano lo stesso caduti in trappola.

Erano riusciti nell’intento, Naevia era libera, ma molti compagni erano morti ed alcuni erano stati fatti prigionieri.

Spartacus correva veloce nonostante il peso di Nasir. Mira reggeva il ragazzo per l’altro braccio mentre Naevia ed Attico stavano al loro fianco.

Del voci li fecero voltare di scatto, ma a causa della nebbia non videro niente.

“Dov’è che sta l’avvoltoio?” Qualcuno chiese.

“Questa voce la conosco!” Osservo Mira felice “È Hanna!” Disse Attico cercandola con lo sguardo.

“Ehi geni! Ammirate il cielo azzurro!” Li chiamò Hanna.

Spartacus alzò lo sguardo e vide Azrael e tutti gli altri schiavi rimasti assieme all’elfo ed Agron, appollaiati sui rami degli alberi come....avvoltoi.

“Cosa fate lassù?” Chiese divertito nel vederli comportarsi come scimmie.

“Eludiamo il nemico!” Rispose Milo ritrovatosi a testa in giù, appeso ad un ramo con le gambe. La causa era di aver perso la concentrazione per un istante.

“I romani non guardano mai oltre il proprio naso! Ne sono passati decine sotto di noi senza accorgersi che li stavamo sputtanando col pensiero!” Disse Hanna con la sua solita eleganza.

La discesa risultò divertente, ma solo perché Azrael le aiutò, mentre le ragazze ammirarono e risero dei voli che alcuni fecero per mancanza di equilibrio, esperienza o semplicemente, cervello. Cioè, se un ramo è mezzo spezzato, tu non ti ci appoggi con tutto il peso!

“Oh, ma allora i romani non hanno sparso il tuo cervello sul terreno!” Urlò Hanna felice mentre si aggrappava ad Attico in un caloroso abbraccio.

“Vedi di smetterla! Non vorrai addolcirti troppo!” Le rispose lui contento nell’essere vivo e nel vedere tutto quell’entusiasmo.

“Ti mostrerò come ci siamo addolcite con l’addestramento di Azrael!” Rivelò Hanna.

Allo sguardo interrogativo di Attico Sara rispose mimando uno spadaccino che affondava il colpo “Vi state allenando con la spada?” Chiese esterrefatto.

“Siete gli unici superstiti?” Chiese Milo interrompendoli, vedendo che c’erano solo Mira, Naevia, Spartacus, un Nasir ferito e lui al posto del gruppo da venti uomini che aveva lasciato la villa. “I sopravvissuti sono stati catturati!” Disse Attico abbattuto.

Si avviarono verso le pendici del Vesuvio mandando alcuni dei più forti in esplorazione.

“L’idea degli alberi potrà tornarci utile!” Osservò Spartacus felice.

Agron tradusse nella sua lingua per l’elfo “È in grado di capirmi questo pezzo di merda!” Rispose Agron al suo sguardo interrogativo.

“Non ha mai mostrato di essere in grado di farlo!” Constatò sorpreso. Quell’elfo era veramente astuto!

“Credi che capisca quello che stiamo dicendo?” Domandò Agron infastidito da quel dubbio “Non penso. Hanna e Sara mi hanno detto che sono state costrette ad imparare la sua lingua per poter comunicare!” Rispose il trace.

“Non può capirvi se parliamo questa lingua!” Eliminò ogni dubbio Attico.

“Y a-t-il quelqu'un!”(C’è qualcuno!) la voce di Azrael gli fece alzare lo sguardo.

Spartacus avvertì dei passi e fece fermare l’avanzata.

Due dei suoi uomini sbucarono dietro da alcuni alberi.

“Ma come fa?” Chiese Agron infastidito dell’anticipo con il quale l’elfo li aveva sentiti arrivare.

“Abbiamo trovato qualcosa!” Lo informarono gli esploratori.

Un piccolo tempio circondato da mura, poco distante dalle pendici del vesuvio, pareva un ottimo rifugio.

“Un seul homme y vit!”(Un solo uomo lo abita!) Attico si premurò di tradurre le parole dell’elfo.

“Va bene, ora mi dici come fai!” Protestò il germano esplodendo.

“Diciamo che ha un udito fuori dal comune!” Rispose Milo sovrappensiero ricevendo l’ennesima padellata in testa da parte di Hanna.

“Questo ci darà molto vantaggio!” Disse Spartacus cercando di non fissare troppo Azrael, conscio che a lui desse fastidio.

Attico e Milo rimasero indietro con gli altri. Dovevano essere certi che non ci fossero romani!

Spartacus ed altri quattro uomini entrarono nel spiazzo davanti all’entrata del tempio con circospezione. L’elfo ed altri due uomini si addentrarono all’interno delle mura.

“Avremo un tetto sulla testa!....più o meno!” Osservò Agron notando le assi rotte e traballanti. Quel tempio era circondato da mura e caratterizzato da un largo spiazzo frontale. Anche il portico era ampio e sembrava possedere numerose camere scavate nella roccia.

“Ci riposiamo, e prepariamo la prossima mossa!” Gli rispose il trace guardandosi attorno.

“Non c’è nessun futuro per voi nel mio tempio, intrusi!” Li minacciò un vecchio incoccando una freccia e puntandola al petto del portatore di pioggia.

“Perdonaci! Pareva abbandonato!” Cercò di calmarlo Spartacus.

“E ora sapete che non è così! Andatevene!” Rispose l’uomo arrabbiato.

Dei rumori lo fecero voltare e la sua attenzione fu subito attirata da due occhi celesti, profondi come il mare.....che rispecchiavano una burrasca!

“Azrael.....l’angelo della morte!” Sussurrò con un’ammirazione fuori luogo.

“Tu sei Spartacus?” Chiese voltandosi di scatto verso il trace, incredulo “Allora gli dei non vogliono fottermi, questa è una benedizione!” Disse il vecchio abbassando l’arma e scoppiando a ridere. Lì invitò ad entrare e loro lo seguirono dubbiosi.

“Questo tempio è abbandonato da anni ormai, ma sarò felice di condividere le poche cose che possiedo!” Disse l’uomo poggiando il mantello e l’arco su di un tavolo, prima di porgere a Spartacus un’anfora.

“Accetti il vino da un romano bastardo?” Chiese Agron ostile.

“E tu che cosa sei? Un gallo a giudicare dalle belle maniere!” Lo derise il vecchio.

“Non sono un fottuto gallo. Mi chiamo Agron, sono un germano!” Gli rispose lui.

“Io sono Lucio, romano, della famiglia dei Celi. Molto piacere testa calda!” Lo salutò non apprezzando le maniere del giovane.

“Cosa ci fai qui?” Chiese Spartacus.

“Un tempo vivevo un’altra vita. Aveva una casa, una famiglia. Silla mi ha portato via tutto....un romano ha marciato contro il suo stesso popolo e contro chiunque tentasse di ostacolarlo!” Gridò furioso al solo ricordo del suo passato.

“Accade lo stesso agli schiavi!” Fece notare il trace.

“Ne ho avuti anch’io!” Rispose Lucio in difficoltà e con sorprendente vergogna “Se lo ritieni offensivo, prendi la mia vita!” Disse porgendo una lancia a Spartacus.

“Eri contento, quando hai visto Azrael e sentito il mio nome!” Notò il trace con soddisfazione. 

Lucio lanciò uno sguardo all’elfo che vacillava tra la paura e l’ammirazione “Tutti coloro a cui volevo bene, sono stati uccisi dai romani. Quello non è più il popolo a cui appartengo!” Affermò con rabbia “In compenso, chiunque mi aiutasse ad ottenere vendetta diventerebbe un fratello!” Confessò volgendo lo sguardo sul campione.

“Se avessi saputo che stavate arrivando, avrei riempito questo posto di scorte!” Disse con entusiasmo.

“Vi credevo morti nelle miniere in Lucania!” Lucio era felice che le notizie si fossero rivelate false “Dove l’hai sentito dire?” Chiese il trace sorpreso.

“Nei vicoli di Napoli esultano per la vostra imminente sconfitta!” Rispose il romano 

“I sopravvissuti moriranno nell’arena. Uno di loro è conosciuto come l’indomito gallo!” Li informò.

“Crisso è vivo!” Esultò Naevia facendo prendere un colpo a tutti tranne che Azrael, l’unico ad averla sentita arrivare.

“Fino a domani! Quando lo condanneranno a morte nell’arena!” Le rispose Lucio.

 

*

 

“Possibile che io abbia sempre fame!?” Si lamentò Hanna “Una vita immortale sta crescendo nel tuo ventre! Cosa ti aspettavi?” Chiese Sara mentre poggiava in terra la legna raccolta.

“Be’ a parte il gonfiarsi come un pallone, devo dire che il seno è un punto a favore!” Osservò Hanna mettendo le mani sui fianchi e la pancia in bella mostra.

“Spartacus vuole attaccare l’arena di Capua!” Sussurrò Milo con fare concitato.

Azrael si strozzò con l’acqua che stava bevendo.

“Ci voleva un’idea sconsiderata di Spartacus per farti sussultare?” Chiese Hanna divertita dall’aver potuto vedere l’elfo in un tale stato.

“Bene! Rischiare di morire ti fa vivere meglio!” Affermò Attico che già si godeva il momento.

Ariadne tremò a quell’affermazione.

“La piantate!” Urlò Sara “Di fare cosa?” Chiesero in coro i fratelli.

“Vi ho visto pomiciare! Smettetela di recitare la parte dei perfetti sconosciuti!” Li accusò la ragazza indicando Ariadne ed Attico con un dito. Sulle loro facce si dipinse l’espressione di due bambini colti a rubate marmellata!

“Mi hai ascoltato?” Domandò Milo prima di iniziare a ridere e scappare per sfuggire all’ira del fratello “Ti consegnerò ai romani se non chiudi quella cloaca di bocca!” Urlò Attico travolgendo qualcuno nella sua folle corsa.

“Quei due formano un duetto comico!” Rise Sara “Devi dirci tutto!” Disse Hanna trascinando la povera Ariadne per un braccio, alla ricerca in un posto abbastanza riservato per spettegolare in santa pace.

Il giorno seguente erano tutti pronti, quasi tutti.

“Dois-je rester ici? Essayez d'arrêter” (Devo restare qui? Prova a fermarmi!) Azrael era furibondo.

“Sei un elfo! Ti noterebbero subito e la nostra copertura salterebbe ancora prima di aver messo piede nell’arena!” Tentò di farlo ragionare Spartacus.

“Père, écoute-le! Tu dois protéger ....”(Padre, ti prego, ascoltalo! Tu devi proteggere....) tentò Attico.

“Je pourrais vous dire la même chose pour votre femme!”(Potrei dirti la stessa cosa per la tua donna!) rispose lui.

“Ce n'est pas ma femme!” (Lei non è la mia donna!) lo contraddisse il figlio.

“Amoureux?”(Amante?) tentò Milo.

“Je vous ai dit que vous n'avez pas à perdre votre souffle!” (Ti ho detto che non devi sprecare fiato!) Ringhiò Attico rifilando un’occhiataccia al fratello.

“Se noi soccomberemo tu sei l’unico che potrà guidarli!” Disse Spartacus.

“Je ne suis pas un humain!” (Non sono un umano!) il figlio tradusse.

“Questo non....” “Et je ne vais pas me mettre en charge d'un groupe de mortels!”(E non ho intenzione di mettermi a capo di un gruppo di mortali!) aggiunse gelido.

“Ma tu sei nato stronzo?” Chiese Agron reso furioso dal fatto che qualcuno sfidasse l’autorità di Spartacus. Anche se al momento, era l’unico che potesse farlo!

“Faites comme ils disent!”(Fai come dicono!) intervenne Hanna sbucata dal nulla.

“S'il vous plaît!” (Ti prego!) insistette quando vide che il suo sguardo era pieno di determinazione.

“Si nous vous perdons tout, nous serons trompés!“ (Se vi perdessimo tutti saremmo spacciate!) Azrael sgranò gli occhi sentendosi in colpa per aver permesso alla sete di vendetta di prevalere sull’amore che lo legava a lei.

“Vous pourrez bientôt combattre les Romains en plein champ!” (Presto potrai combattere contro i romani in campo aperto!) disse Hanna fiduciosa.

“S'il vous plaît!” (Ti prego!) tentò di nuovo vedendolo incerto.

“Je déteste les doublons!” (Odio le suppliche!) rispose lui infastidito ma divertito di come lei tentasse di manipolarlo.

“C'est peut-être pour ça que je les aime tellement!” (Forse è per questo che a me piacciono tanto!) rifletté Hanna come se l’avesse compreso in quel momento.

Azrael l’abbracciò voltandosi e chinando leggermente il capo verso Spartacus per fargli capire che avrebbe fatto come gli veniva richiesto.

 

*

 

“Sono tornati!” “Le nostre preghiere sono state ascoltate!” Le grida di giubilo accolsero Spartacus ed i suoi.

“Femminucce!” Commentò Hanna di fronte a quelle esclamazioni di gioia.

“La fottuitissima arena è crollata, facendo finire i porci romani in cenere!” Gridò Agron con entusiasmo alzando un pugno al cielo.

“Una situazione del genere mi fa venire in mente Kick Ass, di Mika! Il testo è molto azzeccato!” Commentò Sara prima di rendersi conto che stava parlando da sola.

Le sue amiche si erano dirette verso il povero Enomao che appariva mezzo morto mentre due uomini lo trascinavano di peso all’interno del tempio.

“Enomao è forte! Si riprenderà e spero che decida di abbracciare la mia causa!” Disse Spartacus rivolgendo le prime parole a Gannicus.

“La tua causa?” Lo derise l’altro.

“Tu sfideresti anche la potenza di giove con quattro schiavi! Voi siete solo una leggera brezza nella tempesta!” Gannicus era perso, esattamente come quando aveva lasciato la casa di Batiato.

“Dimentichi che l’arena ti è caduta in testa!” Ricordò Mira.

“Roma è molto più solida di una piccola arena! Io non andrò incontro alla morte!” Urlò Gannicus.

“Perché ci hai aiutato allora?” Domandò Spartacus.

“Non confondere i favori con i debiti in sospeso, lo dovevo ad Enomao! Se non fosse per questo, non saremmo qui a parlare!” Si difese Gannicus.

“Come puoi fidarti di lui!” Chiese Mira sospettosa vedendolo allontanarsi infastidito.

“Nasir ha tentato di uccidermi ed ora è un valido alleato. Forse anche lui un giorno sarà degno della mia fiducia!” Rispose Spartacus certo di quello che diceva prima di andare a discutere il piano d’attacco.

“Sotto di noi passano delle gallerie!” Constatò Spartacus rimirando una mappa.

“Se le unissimo al tempio avremmo una via di fuga!” Disse Agron.

“Impedendo che i romani ci intrappolino dentro!” Comprese Attico illuminandosi.

“Pochi uomini armati potrebbero trattenere i romani dando il tempo agli altri di scappare!” Osservò Lucio “Quanti di voi usano arco e frecce?” Chiese.

“Non sono armi richieste nell’arena!” Rispose Agron burbero.

“Ora non siete più nell’arena. Oppure credi che le spade crescano sugli alberi?” Gli rispose a tono Lucio.

“Mio padre è praticamente nato con l’arco in mano!” Disse Milo comparendo all’improvviso, facendo intendere che aveva origliato l’intera conversazione.

“Tuo padre?” Chiese Lucio confuso, non aveva notato alcun uomo a cui somigliasse!

“Azrael! Mi ha cresciuto ed addestrato!” Rispose Milo godendosi a pieno lo stupore del romano “Mentre eravate nelle miniere ci ha iniziato ad addestrare, sia con l’arco e le frecce, sia nel salire sugli alberi!” Continuò a spiegare Attico che si trovava accanto al fratello, con Hanna.

“A cosa vi servirebbe un’abilità del genere?” Domandò Agron che stava per ridere.

“Per osservare il territorio, attaccare avendo un vantaggio, nascondersi.....hai l’imbarazzo della scelta!” Chiarì i dubbi Milo per poi ritrovarsi a fissare Hanna che lo guardava sorridendo. Non riuscì a ricambiare il sorriso, prima di chiedersi perché lei fosse felice “Cosa?” Domandò confuso “L’hai chiamato padre!” Fece notare lei euforica. 

In quegli anni Milo non l’aveva mai chiamato così, ma non aveva nemmeno smentito le fantasie dei romani che sostenevano fosse un bastardo dell’angelo della morte.

Il ragazzo sbuffò infastidito, liquidando la cosa con un’alzata di spalle.

“Vai a Napoli e cerca di scoprire quali navi di schiavi sono in arrivo!” Ordinò Spartacus ad Agron “Dobbiamo aumentare di numero!” Spiegò prima di uscire dal tempio.

Era abbastanza certo che Gannicus non li avrebbe traditi, ma quel minimo dubbio non lo faceva stare traqnuillo!

“Ho già visto quello sguardo! Lo riservavi a me, quando eravamo ancora schiavi nella casa di Batiato!” Gli disse Crisso avvicinandoglisi.

“Vi siete conosciuti là. Anni prima del mio arrivo! Cosa pensi di lui?” Chiese il trace.

“Un grande campione, come noi!” Rispose sincero il gallo e con un po’ di ammirazione.

“Ha espresso molti dubbi sulla mia causa!” Gli fece notare Spartacus.

“L’abbiamo fatto in molti! Sono certo che riuscirai a convincerlo!” Lo rassicurò Crisso.

 

*

 

Passò un mese. Per cercare di allentare la tensione Spartacus decise di andare a caccia in compagnia di Gannicus. Conoscerlo di più gli avrebbe permesso di calargli il velo dagli occhi!

“Tu sei un uomo libero. Perché ti trovavi nell’arena, pronto a trucidare i tuoi fratelli? Cosa ti ha spinto? Una lauta ricompensa?” Chiese interrompendo il silenzio scomodo che era caduto appena avevano lasciato le mura del tempio.

“Che non avrò mai, per perché vi ho lasciato vivere! Ed a causa vostra ho perso il mio rudio, prova inconfutabile che io sono un uomo libero!” Gli rispose l’altro irato.

“La libertà non è un pezzo di legno da lanciare ad un cane obbediente!” Fece notare il trace.

“Noi siamo gladiatori. Quello che meritiamo è una morte onorevole!” L’altro espresse il proprio pensiero.

“Io ero un uomo libero! Vivevo in Tracia, con una sposa!” Iniziò a raccontare Spartacus “Che ne è stato di lei?” Chiese Gannicus.

“Batiato l’ha fatta uccidere! Ed io gli ho tagliato la gola!” Rispose il trace soddisfatto.

“Hai pareggiato i conti!” Constatò l’altro.

“È stato Glabro a condannarci alla schiavitù ed io non sarò soddisfatto, fino a quando  non l’avrò privato della vita!” Confessò il trace.

“È questo il motivo? È per questo che centinaia di schiavi vengono crocifissi ogni giorno se solo osano sussurrare il tuo nome?” Chiese Gannicus inorridito.

“Per amore! Il più alto degli ideali!” Gli rispose a tono il trace.

“Che ha rovinato più di un uomo! Preferisco cacciare da solo!” Chiuse il discorso Gannicus addentrandosi nel bosco.

Ma quando credeva di poter restare da solo con i suoi pensieri, una voce lo fece voltare di scatto.

“Le passé ne vous décevra pas!”(Il passato non ti da tregua!) Azrael sbucò da dietro un’albero assieme ad Attico che sembrava essere presente solo per tradurre le parole del padre. Non li aveva sentiti arrivare! Come avevano fatto a coglierlo di sorpresa?

“Non credevo mi avresti mai rivolto la parola!” Lo salutò.

“Ne soyez pas esclave!”(Non esserne schiavo!) lo ammonì l’elfo.

“Come pretendi di comprendere?” Chiese Gannicus furioso. Odiava le ramanzine!

“Je vis depuis plus de onze mille ans! J'ai vu naître et tomber des royaumes d'hommes!”(Ho vissuto per più di diecimila anni! Ho osservato regni degli uomini nascere e cadere!) disse Azrael facendo prendere un accidente ad Attico “C'est toi qui ne sais pas de quoi tu parles!”(Sei tu che non sai di cosa parli!) gli disse con un accenno di rabbia.

“Sei così vecchio? Avevi una famiglia?” Tentò di sviare l’argomento.

“Vous changez de sujet!”(Stai cambiando discorso!) ma l’elfo se ne accorse subito.

“Neanche tu hai accettato il tuo di passato!” Tentò di attaccarlo Gannicus.

“Vous avez tort! C'est la peur d'avoir perdu mon fils pour toujours qui ne me fait pas reculer! Ce qui n'est pas le résultat de nos choix nous tourmente. Mais je crois que la dette avec Oenomaus concerne les désaccords que vous avez créés de vos propres mains!”(Ti sbagli! È la paura di aver perso per sempre mio figlio a non farmi voltare indietro! Ciò che non è frutto delle nostre scelte ci tormenta. Ma credo che il debito con Enomao riguardi dei dissapori che hai creato con le tue mani!) Gannicus trasalì, ma si rirpese in fretta, intenzionato a non demordere “Hai un figlio?” Chiese.

“Je ne sais pas. Ce dont je suis sûr, c'est que je protégerai celui qui arrive de toutes mes forces!”(Non lo so. Quello di cui sono certo è che proteggerò quello in arrivo con tutte le mie forze!) Rispose Azrael.

“Le tue amanti....” comprese Gannicus “Hanna!” Puntualizzò Attico.

“Anch’io ho amato una donna ed è stata la mia condanna!” Rivelò Gannicus.

“Pourquoi ce n'était pas le vôtre! Melitta?”(Perché non era la tua! Melitta?) cercò d’indovinare l’elfo. Niente gli sfuggiva, neanche le occhiate che i due si erano scambiati poco prima della prematura scomparsa di lei!

“Tua moglie sarebbe contenta nel sapere che la tradisci? Non sei diverso da me!” Lo attaccò il giovane.

“Je ne peux plus le faire. Elle est morte!”(Non può più farlo. È morta!) rispose l’elfo atono. L’imbarazzo colse il giovane, ma durò poco.

“Enomao non mi perdonerà mai!” Gannicus decise di dargliela vinta urlando di rabbia.

“Il le sera. Soyez patient et donnez-lui du temps!”(Lo farà. Sii paziente e dagli tempo!) disse Azrael sorridendogli per la prima volta.

“Hanna e Sara sono fortunate ad averti!” Rispose Gannicus contento di non essersi sbagliato: era veramente una persona.....elfo unico!

 

*

 

Sara sospirò affranta. Quella mattina appariva come tutte le altre.

Enomao era ferito gravemente......sarebbe morto anche lui! I romani presto avrebbero attaccato!

La paura si trasformò in felicità appena vide una coppia riunita: Crisso e Naevia erano finalmente assieme. Naevia si stava lentamente riprendendo dall’esperienza traumatica passata grazie al gallo. Sara sorrise speranzosa di riuscire a trovare anche lei l’anima gemella, in futuro. Alzò lo guardo e li vide.........impegnati a......baciarsi appassionatamente.......

“Eh niente! Anche se mi allontano da voi, resto sempre la terza incomoda!” Protestò Sara raggiungendo le sue amiche.

“Cosa state facendo?” Chiese quando le vide intente a legarsi i capelli.

“Azrael vuole insegnarci a tirare con l’arco!” Spiegò Ariadne entusiasta.

“Io sono la prima!” Urlò Sara vedendo l’elfo ed i suoi figli in procinto di uscire, correndo verso di loro. Non serve dire che iniziò una gran bella litigata!

“Non c’è nessuno in grado di ascoltarci!” Diede il via libera Attico appena si furono addentrati a sufficienza nel bosco.

“E con questo cosa vorresti dire?” Chiese Sara che tentava già d’incoccare una freccia con uno degli archi di Lucio.

“Che posso parlare la lingua di Ariadne senza costringere Attico a tradurre!” Rispose Azrael facendo prendere un colpo alla ragazza.

“È un segreto e desideriamo che rimanga tale!” La pregò Hanna.

“Certo! Non dirò niente promesso!” Rispose Ariadne commossa di fronte a quella dimostrazione di fiducia.

“Per prima cosa dovete porvi perpendicolarmente al bersaglio ed alla linea di tiro, mettete la vostra gamba dominante in avanti!” Spiegò l’elfo mostrando la posizione stando di fronte ai suoi allievi.

“Ma cosa succederebbe se gli rispondessi che entrambe le mie gambe sono remissive, come Sheldon in Big Bang Theory?” Si chiese mentalmente Hanna.

Azrael porse a tutti e cinque un’arco.

“E questi dove li hai trovati?” Chiese Sara confusa. Era certa che nella villa vi fossero solo lance, spade e scudi! Ed i pochi archi forniti dal romano li stavano già utilizzando altri, lei era riuscita a procurarsene uno solo perché nessuno osava dirle di no!

“Li abbiamo costruiti mentre lui e gli altri tentavano il suicidio nelle miniere!” Rispose Milo osservando con ammirazione il suo arco. Le intagliature nel legno erano meravigliose! Come poteva non aver notato il padre che le faceva?

“Sai costruire gli archi?” Chiese Hanna basita. Azrael la guardò infastidito “Credevi non ne fossi capace?” Domandò.

“Ero convinta che non ti fossi mai piegato a fare lavori manuali, correndo il rischio che una scheggia avrebbe potuto rovinare le tue mani perfette!” Lo prese in giro lei.

“Perché non avrebbe dovuto farlo?” Chiese Ariadne confusa.

Dandosi della cretina, Hanna tentò di correre ai ripari il più presto possibile “Dopo esserci messe di fronte al bersaglio dobbiamo osservarlo?” Chiese provocatoria.

“Ponete i piedi a forma di T!” Continuò l’elfo mostrando la posizione, ignorando l’ultima domanda “Ed incoccate la freccia! La corda va tenuta delicatamente con tre dita! Rimanete rilassati!” Disse avvicinandosi agli allievi e correggendo qualche piccolo errore.

“Il vostro gomito dovrebbe essere parallelo al suolo. Osservate lungo l'asse della freccia per prendere la mira. Tendete la corda verso il viso fino al "punto di ancoraggio". Questo punto si trova in corrispondenza del mento, della guancia, dell'orecchio o dell'angolo della bocca. Questo sarà il vostro punto di riferimento, e deve essere lo stesso per ogni tiro. Fate attenzione a non rilassarti troppo e non tendete la corda oltre il punto di ancoraggio o ne risentiranno sia la potenza che la precisione!” Illustrò Azrael camminando fra i principianti ed osservando minuziosamente le loro posture.

“Per rilasciare la freccia basta rilassare le dita della mano che tendono la corda....” disse l’elfo. Quattro frecce partirono sibilando nell’aria. 

Una cadde in terra quando fu l’arco a muoversi e finire in faccia ad Hanna.

“Ho detto, la mano che tende la corda!” La riprese Thranduil non riuscendo a trattenere una leggera risata che terminò appena vide Hanna fissarlo terrorizzata.

Lo sguardo di lei si spostò verso il basso e notarono una pozza aprirsi tra le sue gambe “Le acque!” Sussurrò la ragazza con incredulità.

L’elfo le fu subito accanto, sollevandola delicatamente fra le braccia ed iniziando a correre verso il tempio.

 

*

 

Entrarono nello spiazzo principale come degli uragani.

Spartacus si fece loro incontro “Avete incontrato dei romani?” Chiese ricevendo in risposta il grido di Hanna ad una contrazione.

“È in travaglio!” Urlò Sara pentendosene subito appena vide tutti fissarli.

Il portatore di pioggia seguì l’elfo fin dentro al tempio.

Lucio sistemò una coperta su di un tavolo mentre la schiava più anziana della casa di Batiato cercava di rassicurare la ragazza non avendo il coraggio di far uscire gli uomini.

“Respira, fai respiri profondi assieme a me!” La incoraggiò la signora.

“È troppo presto!....manca ancora un mese! Perché così in anticipo?” Si disperò Hanna. Una mano gentile le accarezzò la guancia facendole voltare la testa verso due iridi blu profonde come il mare.

“Notre fils est impatient de venir au monde! Je resterai à tes côtés pour pouvoir l'accueillir dans nos bras!”(Nostro figlio è impaziente di venire al mondo! Resterò al tuo fianco per poterlo accogliere tra le nostre braccia!) Thranduil riuscì a calmarla con una semplice frase ed uno sguardo pieno d’amore.

Quel momento così romantico venne interrotto da una contrazione ancora peggio dell’ultima. Hanna urlò.

“Hai delle coperte?” Chiese Sara rivolta a Lucio “Certo seguimi!”.

“Milo va a prendere dell’acqua, non possiamo lavarlo con quella gelida!” Disse Attico prendendo una pentola di ferro ed il fratello obbedì senza obbiettare.

Spartacus dovette andare all’entrata per contenere la folla di curiosi che si accalcava. Come sarebbe stato il figlio di un elfo?

Hanna soffriva terribilmente, se ripensava al racconto di un amica di sua madre le veniva voglia di mandarla al rogo“Non ho sentito niente!” Come no!

“Possi campà quanto ‘na scoreggia!” Pensò Hanna maledicendo quell’imbrogliona!

“Mai più. Mai più, lo giuro… non te la darò MAI più!!!” Un’uscita nel suo stile era il minimo che Thranduil potesse aspettarsi.

“Stai tranquilla! Sei bravissima!” Disse la signora stringendole una mano cercando di rassicurarla. Hanna si sorprese di se stessa quando non la mandò a fanculo.

Le fitte erano sempre più debilitanti e le sembrava di stare rinchiusa in quel posto angusto da mesi e non da qualche ora! Già, da quanto?

“TU!” Urlò guardando l’elfo con uno sguardo omicida  “Giuro che quando sarà finita te la farò pagare cara!” Urlò prima di gridare di dolore.

“Devi spingere!” La riprese l’anziana signora. Cioè, stava sopportando le dodici fatiche di Ercole.......e la riprendeva pure!

“Fatemi l’epiduraleeeeee!” Urlò alla contrazione successiva.

“Cos’è l’apirudale?” Chiese Milo che assieme ad Attico si stava occupando dell’acqua “Lo devi domandare a lei.....quando sarà tutto finito!” Specificò, conscio che chiedere delucidazioni n quel momento avrebbe portato solo nefaste conseguenze.

“Posso aiutarvi?” Chiese Gannicus avvicinandosi ai due. Ormai era sera e voleva rendersi utile in qualche modo.

“Vedo la testa!” Si fece sentire Sara eccitata. Thranduil le fu subito accanto con una coperta fra le mani, pronto a prendere suo figlio.

Ma l’esclamazione della ragazza aveva spronato i curiosi a vincere la paura nei confronti dell’elfo ed affacciarsi dalla porta della stanza, poco distante dal tavolo dov’era sdraiata la neomamma. 

“State indietro!” Urlò Agron frapponendosi nella visuale e sul cammino di quegli incauti. “Placatevi per Giove!” Gridò Crisso che tentava invano di trascinare quante più persone lontano dall’entrata.

“Calmatevi!” Urlò Spartacus venendo, con suo sommo dispiacere, ignorato.

“Avete finito di far casino? Qui c’è gente che cerca di partorire!” Si lamentò Hanna appena notò tutti quegli occhi puntati su di lei.

“Hors de ma vue!” (Sparite dalla mia vista!) tuonò Azrael restando immobile al suo posto. Per la prima volta, non ci fu bisogno di alcuna traduzione perché bastò il tono della voce a far dileguare tutti in pochi secondi, lasciando spazio ad un silenzio di tomba interrotto solo dalle urla di Hanna.

“Se riesci a vedergli la testa perché non puoi tirarlo fuori?” Chiese la ragazza esausta. “Devi spingere!” Insistette la signora e questa volta Hanna le ringhiò contro.

Spartacus si avvicinò cauto e fu sorpreso quando Azrael non lo fermò.

Ormai il neonato era quasi del tutto uscito!

Con un ultima potente spinta Hanna comprese che ce l’aveva fatta grazie alle grida gioiose di Sara.

Thranduil fu veloce a ripulire il neonato e liberare le sue vie respiratorie ed il piccolo cominciò subito a piangere.

“Ha le orecchie di suo padre!” Rise Gannicus avvicinandosi spinto dalla curiosità.

“Me lo devo immaginare o me lo date mio figlio!?” Chiese Hanna furiosa.

“C'est une fille!”(È una femmina!) Annunciò Azrael porgendola alla madre.

“Come la volete chiamare?” Chiese Sara che aveva malamente spinto via la signora per prendere il suo posto accanto all’amica per poter ammirare quel meraviglioso tesoro.

“Non vi ho mai sentito discutere su questo!” Osservò Milo constatandolo solo allora, mentre ripensava alle mille litigate passate.

“Il suo nome è Aranel!” Rispose Hanna guardando la figlia con l’amore che solo una madre può provare. 

Thranduil rimase senza parole, ma rispose sorridendo allo sguardo fiero e felice che la sua amata gli rivolse subito dopo.

Aranel: la stella del Re!

 

Ed invece ce l’ho fatta! Ma a cosa serve dormire? Ditemelo, vi prego!

È iniziata la rivolta!

Vi è piaciuta la sorpresa? 

Io l’avevo in mente fin dall’inizio!

È cominciata la guerra e nonostante molti scontri ed incomprensioni alla fine sono ancora tutti vivi....la maggior parte almeno!

Hanna e Sara stanno imparando a combattere e credo che grazie a Thranduil diventeranno delle temibili guerriere.

Gannicus è tornato. Diventerà un alleato o un nemico?

Commenti e suggerimenti sono i benvenuti! 

Scatenatevi e date un caloroso benvenuto ad Aranel!

X-98

 

   
 
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