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Autore: ZarxielZerg    27/06/2020    0 recensioni
Questa fanfiction è un remake dell'originale Pokémon Ghost, con la fanfiction principale e lo spin-off uniti in una sola fanction dove i personaggi sono studiati in maniera più ampia e i Pokémon hanno più spazio. La fanfiction originale non verrà interrotta, ma seguirà di pari passo con questo remake.
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Golden andava fiero della sua capacità di aggirarsi furtivamente. Poteva tranquillamente camminare inosservato nell’erba, nelle zone aperte e anche vicino alle aree urbane. Il fatto che il Meowth fosse stato catturato da Darken non gli aveva fatto cambiare opinione, d’altronde, lo aveva trovato Platina per un colpo di fortuna.
Il Pokémon Normale si intrufolò nella grossa tenda, a dire il vero, probabilmente erano tre tende montate insieme, e lì vide ciò che gli interessava. Gabbie e Poké Ball ovunque, una sopra l’altra messe male. C’erano due Pokémon di guardia, ma poteva facilmente nascondersi dal Koffing e dal Grimer mettendosi all’ombra dell’angolo più lontano della tenda.
“Come procede?” Sussurrò una voce femminile. Gli ci volle tutto il suo autocontrollo per non gridare. Si voltò e vide Platina, la pressoché comune Meowth femmina gli lanciò uno sguardo innocente.
“Due guardie. Nessun altro.”
“Oh, allora è facile. Quindi se le cose vanno male, apriamo le Poké Ball e li lasciamo scatenare nell’accampamento, giusto?”
“Esatto.” Rispose. L’idea di Darken era semplice. Tenere d’occhio le Ball mentre lui si occupava della sua parte, in modo da assicurarsi che non le facessero sparire, e se le cose dovessero andare male, dovevano aprirle e fuggire “Mi auguro si avveri la prima possibilità.”
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La tenda usata da Vidigulfo era grande quanto le altre, solo un po’ più comoda. Darken si chiese cosa avesse portato delle persone a vivere in quel modo, poi si concentrò nuovamente sull’uomo seduto di fronte a lui su una sedia pieghevole che in quel momento stava frugando in uno zaino. Tirò fuori tre birre lanciandone una a Fabiolo e l’altra a Darken per poi aprire la terza. Se la scolò un po’ e poi riprese a frugare ancora.
“Vuoi qualcosa ragazzo? Fogliamagica? Coda Slowpoke?”
“No, non sono interessato.” Rispose. Notò che l’uomo tirò fuori un’erba viola tritata, che immaginò fosse la Fogliamagica.
“Ottima idea, mantieni la mente lucida. Questa è roba per gente più come me.” Disse Vidigulfo, mentre Fabiolo rise dietro a Darken. Certo, il fratello minore stava sorvegliando l’ingresso mentre quello maggiore preparava le sue droghe, impestando la tenda di puzzo “Dunque, mio fratello dice che tu e i tuoi Pokémon avete un bel coraggio.”
“Ho battuto il suo Arbok con il mio Hitmonchan.” Rispose Darken prima che lo facesse Fabiolo.
L’uomo ridacchiò “E se l’è cavata davvero.” Aggiunse poi.
Vidigulfo rise “Beh, non è di certo roba da poco. E per cosa? Non mi pare ti abbiamo rubato i Pokémon.”
 “E’ proprio per questo che sono qui. Avete preso moltissimi Pokémon. E voglio fare un accordo per liberarli e farvi andare via.” Sia gli umani che i Pokémon dentro la tenda lo fissarono, ma Darken li ignorò, sebbene dentro di sé stesse urlando. Dopo un paio di secondi che sembrarono un’eternità, i due motociclisti iniziarono a ridere senza sosta.
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“Do... dovremmo restituire i Pokémon e andarcene... oh la pancia... oooh...” Riuscì a dire Vidigulfo fra le risate, anche se entrambi dovettero aspettare un po’ prima di arrivare al punto. Quando ripresero a guardarsi negli occhi, Darken riuscì a sentire Fabiolo ridere ancora dietro di sé.
“Dunque, la tua offerta è andarcene ora e restituire i Pokémon che abbiamo preso. E l’incentivo sarebbe? Mi auguro che sia qualcosa di profiquo.”
Il ragazzo sembrò pensare fra sé e sé, poi annuì deciso “D’accordo, il fatto è che vengo da Zafferanopoli e conosco qualcuno lì, incluso il Capopalestra.”
“Ah, questa è la tua strategia ‘O ve ne andate o chiamo gli sbirri’, ‘Andatevene o arriva la Lega’, ‘Smammate o il Capopalestra vi straccerà’.” Vidigulfo rise “Risparmiacelo. I Capipalestra sono troppo occupati per venire fin qui.” ‘Chi ci ha assunto se ne è assicurato.’
“Beh, è vero, ma Zafferanopoli ha un Capopalestra specializzato nel tipo Psico, e lui non è che abbia solo Abra.’
Vidigulfo e Fabiolo cambiarono espressione a quella frase e lo guardarono. Vidigulfo fece un respiro profondo dopo aver fatto un tiro dalla canna di Fogliamagica e se la tolse dalla bocca, e guardò il giovane con sguardo serio “Teletrasporto non funziona così.” Disse, anche se in realtà non ne era certo, ma sapeva che c’erano dei limiti “Se così fosse, ora vivremo in un mondo totalmente diverso.”
“Teletrasporto porta il Pokémon e chiunque lo tocchi in altre locazioni. Luoghi in cui il Pokémon è già stato più volte, luoghi che è riuscito a memorizzare perfettamente... e ovunque riescano a percepire le onde cerebrali di altri Pokémon Psico.”
“E in questo caso sarebbe? Cosmo ha per caso la passione per le bici?”
Darken aprì la sua Poké Ball, da cui uscì un Kadabra, il quale fece immediatamente un inchino “Quando ho deciso di portare Yun qui con me, non l’ho fatto per essere avvantaggiato contro i Pokémon che gli altri hanno visto ieri. L’ho portato perché è di tipo Psico. E in quanto tale, può inviare le sue onde cerebrali ad altri. Nel suo caso le sue onde sono abbastanza potenti da raggiungere... per esempio Zafferanopoli.”
“Capisco. Quindi se non facciamo come ci dici, ci ritroveremo Cosmo e i suoi allenatori qui nella tenda.” Rispose Vidigulfo lanciando un’occhiataccia a Fabiolo “Dunque, perché non sono già qua?”
“Cosmo preferirebbe non entrare nel territorio di qualcun altro. Tecnicamente è compito di Erika e Nina tenere sotto controllo la Pista Ciclabile.” Darken sorrise “Se non mi credi, puoi chiederglielo personalmente.” Si mise una mano in tasca e prese un cellulare. Vidigulfo notò lo sguardo sorpreso di Jigglypuff e a quanto pare anche Darken visto che la guardò pure lui dicendo “Mi spiace Tuffball, probabilmente avrei potuto sentirlo per tutto questo tempo. Ma volevo essere sicuro che Cosmo sapesse come stavano andando le cose.”
Senza esitazione, Vidigulfo afferrò il telefono con uno scatto e poi rispose “Chi sei?”
L’inconfondibile voce del Capopalestra di Zafferanopoli rispose dall’altra parte “Cosmo Saiko, Capopalestra di Zafferanopoli, specialista Psico e ragazzo di Sabrina Natsume. Vi informo inoltre che anche lei sta ascoltando la nostra conversazione. I miei Pokémon sono forti, ma il suo Alakazam è particolarmente percettivo. Può sentire le onde cerebrali del Kadabra di Darken persino dalla Lega di Johto.”
“Qual’è il tuo Pokémon principale?”
“Exeggutor.”
“La tua medaglia?”
“Medaglia Palude.”
“Il cognome di tua madre?”
“Matoi.”
“Arceus santo.” Borbottò Vidigulfo “E’ davvero lui.” Disse ad alta voce. Fabiolo imprecò a bassa voce e Vidigulfo torò al telefono “C’è un modo per non farci andare al fresco?”
“Come detto da Darken, non voglio intralciare miei colleghi Capipalestra. Temo che Koga finirebbe per dirgliene quattro a Sabrina se lo facessi. Ma non posso far finta di nulla, perciò, se poteste dar ascolto a Darken, restituire le Poké Ball e andarvene, potrei anche far finta di non aver visto nulla. Certo, se non collaborerete sarà costretto ad intervenire, anche se dovesse succedere qualcosa a Darken.”
La mente di Vidigulfo si impanicò per un istante. Ora aveva due sole opzioni. Restituire i Pokémon e rischiare di farsi scoprire da chi lo aveva ingaggiato, o provare a lottare contro un Capopalestra. Di norma avrebbe scelto l’ultima opzione. Era fiducioso potendo mandare un’ondata di neofiti contro di lui, mentre lui e i suoi compagni più forti potevano finirlo. Ma affrontarne uno senza una strategia lo aveva messo all’angolo, non avrebbe mai potuto vincere contro un Capopalestra al pieno delle sue forze. “D’accordo.” Disse “Tieni il telefono acceso, il ragazzo ti infermerà quando l’accordo sarà concluso. Ti va bene?”
“Perfetto.” Rispose Cosmo.
Vidigulfo posò il telefono e non potè fare a meno di ridacchiare “Bene ragazzo, sei proprio un gran figlio di puttana. Non sono mai stato messo nel sacco da un allenatore che si è appena staccato dalla tetta della madre. Complimenti.”
-
Darken vide i motociclisti restituire i beni. Casse su casse piene di Poké Ball, oltre a varie gabbie, spesso troppo piccole per poter poter contenere i Pokémon dentro di esse, accatastandolo a nord dell’accampamento. Nel frattempo gli altri motociclisti stavano disfacendo le tende, svegliando i loro compagni addormentati con deboli calci o strattoni. Alcuni erano a malapena coscienti, fin troppo ubriachi per reggersi in piedi.
Più velocemente di quello che pensasse, l’accampamento fu rapidamente ripulito dalle tende dei motociclisti. Ovviamente non avevano ripulito la strada dalla spazzatura, la quale era ridotta come se fosse terminato un concerto rock. Darken guardò le Poké Ball e le gabbie, cercando di capire se fossero davvero tutte. Erano molte, duecento, forse anche di più, specialmente le Poké Ball. Si chiese se qualcuno non fosse stato tolto dagli altri prima dell’arrivo di Golden e Platina, ma non aveva modo di saperlo.
I suoi pensieri furono interrotti quando Fabiolo gli si avvicinò con un sorriso “Questo è tutto ragazzo. Ti posso giurare che non abbiamo altre Poké Ball o Pokémon al di fuori dei nostri.”
“Lo so.” Disse Darken indicando i Meowth vicino a lui “Golden e Platina se ne sono assicurati.”
“Hai proprio pensato a tutto eh? Far entrare quei due di soppiatto per assicurarti che non ti avremmo ingannato e che te li avremmo restituiti tutti. L’Hitmonchan era per combattere. La Jigglypuff... a cosa è servita la Jigglypuff?”
“A farvi addormentare se avreste provato a derubarmi. Poi avrei trovato un altro modo per usare Yun e il cellulare in caso lo aveste fatto.”
“E ci saremmo ritrovati il tuo amico Capopalestra nell’accampamento in ogni caso. Fantastico. Dunque, l’affare è concluso ora?”
“Non finché non sarò certo che ve ne sarete andati.” Disse aprendo la sua ultima Poké Ball dalla quale uscì un grosso Pidgeotto, il quale volò sopra le loro teste e prese a tenere d’occhio i motociclisti “Vi terrà d’occhio dall’alto finché non avrete lasciato il Percorso. Dopodiché, lo chiamerò.”
“Astuto, davero astuto.” Disse voltandosi “D’accordo, lo ammetto, questo round lo hai vinto te.”
“Questo round?”
“Chissà, magari ci incontreremo ancora. Se dovesse succedere, la prima cosa che farò sarà spaccarti il telefono.”
Darken lo guardò perplesso “C’è una cosa che vorrei chiedervi. Perché che questa sia una bella vita? Trascorrere intere giornate in piccole tende o in sella ad una motocicletta.”
“Non è solo questo. Siamo liberi a differenza della maggior parte delle persone. I Prescelti di Giratina non sono i migliori, ma siamo più liberi di chiunque altro.” Rispose senza la minima esitazione, con uno sguardo che gli fece capire che era del tutto sincero. Scosse la testa “E poi, guadagnamo bene con il riscatto o la vendita dei Pokémon rubati, stanno così le cose.”
Darken ne fu disgustato, ma non potè fare a meno di immaginare che in qualche modo fossero ragioni valide per quanto furviate. In quel momento alcune persone si avvicinarono a Fabiolo sussurrandogli qualcosa ed esso annuì “Bene, arrivederci ragazzo.” E detto ciò se ne andò, saltando in sella ed andandosene con il resto della sua banda. Peat lì seguì e Darken attese. Dopo circa dieci minuti il suo telefono squillò.
“Pronto?”
“Se ne sono andati?” Chiese la voce di Cosmo dal tono preoccupato dall’altra parte.
“Peat li sta controllando. Quando torna ti chiamo.” Rispose. La voce dall’altro lato brontolò, ma annuì.
Dopo una quarantina di minuti, finalmente Peat tornò e fece un cenno col capo. Darken sospirò sollevato, prese il telefono e chiamò allo stesso numero “Parla Cosmo.” Disse la voce dall’altro capo.
“Sono andati.”
Ci fu un respiro profondo dall’altra parte. Poi la voce di Copiona rimbombò fra le orecchie di Darken “Sei un idiota! Un completo idiota! Tu... tu... perché lo hai fatto?!”
“Io...”
“E’ già abbastanza stupido convincerli di avere un Capopalestra alle calcagna, e tu lo hai fatto con un bluff! Un bluff!” Le sue urla crebbero al punto che Darken fu costretto ad allontanare il telefono dall’orecchio, ma riusciva ancora a sentirla chiaramente “Che cosa avresti fatto se loro fossero stati disposti a rischiare eh?”
“Dai, non era un piano così male, ha funzionato, no?”
“Non provarci neanche. Ti ho dato retta solo perché sapevo che avresti provato qualcosa di ancor più pericoloso.” Era su tutte le furie, poteva quasi immaginarsi la sua espressione.
Darken tossì “Suvvia, non puoi saperlo.”
“Lo so al cento per cento invece!” Urlò, anche se non così forte “Seriamente, qual’era il tuo grande piano? Oh, giusto, farmi fare l’imitazione di Cosmo, dato che al momento non è raggiungibile essendo troppo occupato, farmi parlare al telefono con il loro capo e fargli credere che tu eri serio, dire qualcosa che suonasse come una minaccia, e poi SPERARE che non ti pestassero.”
Darken annuì, anche se sapeva che non poteva vederlo “Dai, chi meglio di te avrebbe potuto imitare Cosmo?  Siete anche cugini, sapevi cosa dire per sembrare realistica.”
“Oh avanti, sai che non attacca, vero?”
La donna accanto a Darken annuì “Sono d’accordo, dovresti semplicemente chiedere scusa alla tua ragazza.”
Darken arrossì come un pomodoro muovendo freneticamente le mani “Non abbiamo quel tipo di rapporto, siamo solo...” Guardò la donna con sguardo sorpreso e poi tornò al telefono “Uhm, Copiona, Sabrina è qui.”
“Prego?” Chiese la ragazza. Sabrina, una dei Superquattro più recenti, ex Capopalestra di Zafferanopoli, una donna dai capelli neri di media lunghezza e con profondi occhi rossi, ridacchiò e prese il telefono.
“Ciao Copì, come stai?”
“Oh, umh... ciao Sabrina, bene, grazie.”
“Bene bene, ma davvero ci stai mettendo così tanto?”
La ragazza non rispose e Sabrina ridacchiò “Va bene così, tranquilla. Anch’io ci ho messo del tempo. Buona fortuna. Ora se non ti spiace dovrei parlare con il giovane allenatore che ho davanti.”  Disse.
Darken deglutì mentre Sabrina chiuse la chiamata e lo guardò “Dunque. Hai scacciato i Prescelti di Giratina con una chiamata falsa ed un Kadabra. Immagino tu sia fiero di te, o sbaglio?”
“Io...” Cominciò, ma prima che potesse continuare un colpo di karate di Sabrina lo colpì in testa. Lui sussurrò e si massaggiò il punto ferito mentre lei scosse la testa.
“Hai fatto qualcosa di molto pericoloso ragazzo e per le ragioni sbagliate. Davvero volevi impressionare una ragazza?” Disse guardando Darken negli occhi.
“No, no, è che vedere Reah in quel modo mi ha convinto a fare un tentativo... aspetta, come fai a saperlo?”
Lei ridacchiò, mentre il suo Kadabra uscì dalla Poké Ball facendogli un occhiolino “Il tuo Pokémon è parecchio intelligente. Era preoccupato per te, perciò si è concentrato per inviare un messaggio. Alakazam lo ha percepito, e una volta finito con alcuni sfidanti mi sono fatta teletrasportare qui. A dire il vero, pensavo fosse solo uno scherzo di pessimo gusto. Succede. Degli allenatori pensano sia divertente mandare falsi messaggi di pericolo, così io o Cosmo facciamo un salto a controllare. Ma ti assicuro, poi non se la passano liscia.”
Darken guardò Yun che annuì e fece un gesto che Darken interpretò come ‘Non devi ringraziarmi.’ L’allenatore rimase sbalordito per un momento, poi rise “Beh, e io che pensavo di aver fatto qualcosa di speciale.”
“Se devo essere onesta, l’hai fatto. Molto stupido, ma anche molto speciale. Ma che non diventi un’abitudine.” Disse lei mettendosi una mano fra i capelli.
“Senza offesa, ma pensavo che tu fossi più...”
“Regale, orgogliosa e fredda? Si, ho una buona reputazione a riguardo ed è un carattere che preferisco mantenere in pubblico. Ma tu sei il migliore amico di Copiona, la cugina del mio ragazzo, quindi non penso sia un problema se mi lascio un po’ andare, non credi?”
Darken annuì “Suppongo. E adesso?”
“Niente. Vado da Erika e Nina ad informarle che il problema è risolto e le riprovero per non aver fatto nulla a riguardo. Tu riporta le Poké Ball alla Casa per Allenatori e cerca i loro proprietari.” Disse aprendo una Poké Ball “Alakazam, apri quelle gabbie per favore, e con gentilezza.”
Alakazam annuì e immediatamente le sbarre di metallo delle gabbie si piegarono come un cucchiaio nelle mani di uno Psiche, ed i Pokémon uscirono rapidamente. Alcuni, probabilmente selvatici, scapparono all’istante, mentre quelli selvatici aprirono le Poké Ball nelle vicinanze per abbracciare i Pokémon all’interno. Darken sorrise devendo un Machop ed un Jigglypuff darsi il cinque. I suoi pensieri furono interrotti da Sabrina “Beh, dovrei ringraziarti. Ti sei preso cura di un problema che la Lega non poteva risolvere.”
“Prima mi rimproveri e ora mi lodi?”
“Devo rimproverarti per il mio ruolo, ma posso anche ringraziarti come questione personale.” Disse con un sorriso “Ora riporta quelle Poké Balla alla Casa per Allenatori. Ci sono delle persone che le aspettano.” E detto ciò toccò la spalla di Alakazam e scomparve. Darken rimase lì per un momento, poi lui, i suoi Pokémon e quelli liberati portarono le Poké Ball alla Casa per Allenatori. Sorrise. Era andato tutto bene.
   
 
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