Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: elfin emrys    28/06/2020    4 recensioni
{post5x13, sorta di postApocalisse, Merthur, 121/121 + epilogo}
Dal capitolo 85:
Gli sarebbe piaciuto come l’aveva pensato secoli prima, quando era morto fra le braccia del suo amico, non ancora consapevole che sarebbe tornato, con Merlin, sempre, sempre con lui.
In fondo, non aveva mai desiderato null’altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù, Merlino/Artù
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Gli Arthur – Capitolo 20

 
Arthur rimise a posto l’ultima spada e chiamò Charles, che stava passando.
-Hai visto Merlin?
L’uomo socchiuse gli occhi, pensando.
-Mmmmh.
Si guardò intorno, poi indicò una direzione.
-Credo avesse detto che sarebbe andato fuori dalle mura di là. Mi pare.
Arthur ringraziò e ci si diresse con calma. Aveva appena finito un allenamento molto intenso che sarebbe dovuto bastare per i giorni a venire. Erano arrivate notizie desolanti dagli anteposti: una tormenta si stava avvicinando alla foresta, venti freddi avevano iniziato a far scuotere e cigolare gli alberi e grosse nuvole cariche di neve e ghiaccio erano visibili all’orizzonte. Probabilmente la bufera si sarebbe abbattuta entro la sera successiva sul villaggio.
Merlin aveva fatto il giro di ogni singola abitazione per incantarla in modo che il peso della neve e la forza del vento non potesse distruggere le tende e doveva inviare ai Lamont informazioni per riuscire a minimizzare i danni, sebbene non servisse il suo intervento completo, poiché le loro erano costruzioni vere e proprie, in pietra e legno, solide contro ogni tempesta.
Arthur salutò le guardie all’uscita della città, chiedendo loro conferma del passaggio di Merlin, e si avviò verso la foresta.
Trovò quasi subito il mago, poiché era appena entrato in mezzo agli alberi. Lo vide curvo verso terra e lo sentì sussurrare.
Il re si avvicinò, incuriosito e in silenzio, finché non notò un grosso batuffolo di pelo perlaceo. Una lepre!
Merlin sorrise e, finalmente, alzò la voce.
-Hai capito?
Arthur trattenne una risata a vederlo parlare con un animale, ma l’ilarità gli morì in gola quando udì delle parole distinte, pronunciate da una voce gentile.
-Devo cercare Lenore dei Lamont.
Il mago annuì.
-Esatto. Pensi di riuscire ad arrivare in tempo e a metterti in salvo dalla tormenta?
La lepre si avvicinò, facendosi accarezzare, poi di nuovo la voce risuonò nel silenzio.
-Lenore, Lamont!
E l’animale iniziò a correre verso sud.
Merlin si alzò, urlando la raccomandazione di fare attenzione ai cacciatori, e scosse piano la testa, voltandosi e notando, finalmente, la presenza di Arthur.
-Uh! Sei qui… Uhm, stavo solo… mandando un messaggio a Lenore.
-Sì, me ne sono accorto.
Il biondo si schiarì la voce, facendo cenno con la testa al mago di tornare al villaggio, e, mentre camminavano, chiese.
-Sai fare la stessa cosa con tutti gli animali?
Merlin arrossì, piacevolmente colpito dall’interesse dell’altro, e alzò le spalle.
-Teoricamente sì, ma non tutti sono portati. I volatili sono generalmente favoriti, ma anche farfalle e alcuni insetti, o i ragni, se sono affezionati. Conigli e lepri sono molto capaci. Ce ne sono alcuni che si distraggono troppo rapidamente dal compito, come gli scoiattoli, o che bisogna persuadere, come gli orsi. Volpi e lupi, invece, sono assolutamente da evitare, ma possono aiutare in altri modi.
Arthur ascoltava attentamente e domandò.
-Come mai queste differenze?
-Beh, gli animali hanno una loro indole, un carattere proprio. Non si può costringere niente e nessuno a fare qualcosa per te a meno che non sia già disponibile. O almeno, non se usi la magia nel modo corretto, nel modo onesto. Se, invece, apriamo anche la possibilità di altri generi di incantesimi – incantesimi da evitare – lì è tutta un’altra storia.
I due rientrarono nella città e l’ingresso venne loro serrato dietro. Una brezza gelida fece tremare il mago, ma il calore che gli provocava il fatto che Arthur chiedesse informazioni e dimostrasse un coinvolgimento nell’arte magica lo scaldava dall’interno e gli faceva inumidire gli occhi.
Il re fece molte altre domande mentre tornavano a casa e Merlin fu ben felice di rispondere a ognuna di esse.
 
Arthur mosse il cucchiaio per prendere un po’ di minestrone e se lo portò mestamente alla bocca.
Che vita di stenti.
Guardò Merlin, che mangiava tranquillamente quello schifo insapore, e si disse che non era un caso che l’uomo fosse da sempre straordinariamente secco. Fermò la mano a mezz’aria, colpito da un’illuminazione.
-Ho capito da dove viene Semola.
Il mago alzò gli occhi dal piatto e alzò un sopracciglio.
-E da dove viene Semola?
Arthur si portò il cucchiaio alle labbra e, dopo aver ingoiato il contenuto, indicò l’altro con la posata.
-Sei tu. Tu sei Semola.
Il moro ridacchiò, confuso.
-No, mi pare avessi capito che Semola sei tu.
-Non è vero, non è così.
-E come sei giunto a questa interessantissima, per quanto errata, conclusione?
Arthur, rimischiò il minestrone, ne prese un po’ e lo lasciò cadere nella ciotola, alzando l’angolo delle labbra in un’espressione tutt’altro che entusiasta, poi spiegò.
-Semola è un giovane gracile senza alcuna abilità da cavaliere, ma con un grande destino. Mi pare ovvia la somiglianza.
Merlin sbatté le palpebre e rimise il cucchiaio nella ciotola, inclinando la testa. Rimase un attimo in silenzio, prima di parlare con voce lenta e stupita.
-Non… Non ci avevo mai fatto caso.
Arthur fece un verso di vittoria e si mise in bocca una bella dose di minestrone. Il mago ghignò.
-Ma questo vuol dire che tu sei quello scimmione di Kay.
Il re iniziò a tossire, battendosi una mano sul petto, e Merlin rise, osservandolo mentre il suo colorito tornava normale e gli gettava un’occhiataccia.
Il rumore di un forte ululo di vento li fece sobbalzare e Arthur deglutì, chiedendo a bassa voce.
-Pensi che stiano tutti bene?
La bufera si era abbattuta sul villaggio il giorno prima e, da allora, non aveva mai smesso di nevicare; le raffiche erano tanto forti e il gelo tanto acuto da non permettere a nessuno di uscire dalla propria abitazione e, così, si erano ritrovati tutti rintanati nelle proprie case, ringraziando tra sé e sé il capo e lo sciamano, i quali avevano preso la decisione di incantare tutte le tende, che di certo non avrebbero resistito altrimenti.
Merlin respirò a fondo.
-Dubito che qualcuno sia stato tanto folle da affrontare la neve.
-…Quando finirà?
-Domani.
-Lo speri o lo sai?
Il mago abbassò lo sguardo, mormorando.
-Lo spero.
Si portò l’ultimo cucchiaio alla bocca e Arthur lo seguì con lo sguardo.
 
-Oh… Mio… Arthur!
Il biondo iniziò a gemere più intensamente e premette più forte le mani sui fianchi di Merlin, accompagnando i suoi movimenti. Misericordia, quanto era eccitante vederlo fare su e giù, con la testa all’indietro, il petto sudato, mentre si prendeva il suo piacere.
Si erano detti che avrebbero approfittato della bufera per lavorare e portarsi avanti con diversi piccoli e grandi compiti che avevano lasciato indietro; il buon proposito era durato due giorni, poi, quella mattina, mentre ascoltavano la neve che si abbatteva sulla città, Merlin si era avvicinato al biondo, gli aveva accarezzato il petto e gli aveva sussurrato una interessante proposta all’orecchio e l’altro non aveva potuto far altro che cedere con un severo “Ma solo una volta” che poi era divenuto pure parole al vento.
Il ritmo di Merlin sul compagno si fece più lento e il mago singhiozzò qualcosa, tentando di risistemare le gambe nel tentativo di accogliere l’altro più a fondo.
I gemiti dei due divennero bassi e stanchi, poi più acuti, entrambi incuranti del volume, poiché sapevano che nessuno poteva udirli.
Alla fine, calò il silenzio. Il moro si lasciò andare fra le coperte accanto al re, il quale, spossato, allungò il braccio per prendere una pezza umida. Avvicinò la stoffa al ventre di Merlin, ma quello lo fermò.
-Fai prima tu… Io sono più…
Il mago sbuffò una fiacca risata e Arthur annuì, occupandosi prima di se stesso e poi del compagno, che socchiuse gli occhi, godendosi le cure dell’altro.
Quando percepì il panno sulle sue cosce, il moro si leccò le labbra per parlare.
-Dobbiamo… Dobbiamo dare fare qualcosa per… Per il nostro breeding kink… La cosa ci sta sfuggendo di mano.
La mano di Arthur si bloccò un secondo, prima di continuare.
-Il nostro cosa?
-Il nostro br…
-No, sssh, non ho la testa per seguire spiegazioni, me lo dirai domani.
Il biondo lanciò la pezza nel catino e quando la udì cadere nell’acqua esalò un respiro vittorioso.
Si stiracchiò fra le coperte, il calore bollente del piacere gli permetteva ancora di non sentire troppo freddo, poi si lasciò andare, totalmente rilassato. Gettò un’occhiata in direzione del mago, osservandolo mentre, con un lieve sorriso sulle labbra, ricominciava a respirare con un ritmo normale. Sembrava stesse bene e Arthur fu sollevato, tuttavia chiese.
-Come ti senti?
Merlin aprì pigramente un occhio e si girò faticosamente su un fianco per rispondere.
-Bene.
-Non sei più turbato?
Il moro alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, la sua voce calma.
-Quello che è accaduto dopo pranzo non era dovuto alla tristezza.
Arthur aggrottò le sopracciglia.
-Sei scoppiato a piangere subito dopo che avevamo… Insomma, che avevamo finito, e tu mi dici che…
-Non ero turbato in quel senso, ero contento.
Il biondo sospirò.
-Va bene… Anzi, ok.
Merlin ridacchiò e allungò una mano per accarezzare una guancia dell’altro.
Dopo aver mangiato avevano ceduto nuovamente in quella giornata (“Ma non abbiamo mai provato quella posizione” un corno, il mago doveva ricordarsi di essere più morigerato) e, quando aveva posato la testa sulla spalla di Arthur e quello lo aveva cinto con le braccia, Merlin aveva improvvisamente sentito il cuore farsi enorme, riempirsi fino a scoppiare, come se avesse dovuto uscire dal petto, e non era riuscito a trattenere le lacrime.
Il biondo si era preoccupato molto e aveva tentato il possibile per consolarlo, anche se in modo impacciato; Merlin non credeva che l’altro potesse comprendere fino in fondo cosa significava per lui averlo lì, consapevole dei suoi poteri e dei suoi sentimenti, cosa significava per lui essere stato accettato e accolto.
Normalmente i vari impegni pressanti della giornata lo distoglievano dalla gratitudine che provava verso il mondo per aver ottenuto finalmente quella felicità, ma in quel momento non avevano niente da fare e nessuno sarebbe entrato per distoglierli da loro stessi… Ed era stato troppo.
-Solo a me pare ci sia più silenzio?
Il mago tese l’orecchio alla domanda perplessa di Arthur e, dopo un breve istante, i suoi occhi si illuminarono.
-Ha finito di nevicare!
Il re grugnì un “Finalmente” e si passò una mano sul viso.
Gli occhi di Merlin si tinsero d’oro e la vasca uscì dal suo mobile, iniziando a riempirsi d’acqua calda. Il mago si tese, allungandosi fra le coperte e spiegando con voce calda.
-Allora dobbiamo essere perfetti per domani, quando dovremo capire se potremo uscire e cosa potremo fare. Anche se non credo sarò in grado di fare molto, sarò molto indolenzito.
Arthur arrossì al pensiero che qualcuno potesse intuire cosa era accaduto in quei giorni e fece un'osservazione inutile per mascherare l'imbarazzo.
-Tipico di quelle braccine ritirarsi dai lavori pesanti.
Merlin ignorò il sarcasmo e commentò con voce suadente.
-Non sono certo le braccia quelle che non reggeranno domani.
Il re si portò una mano al viso, coprendoselo, e l'altro rise, chiudendo piano gli occhi per trovare dentro di sé la forza di alzarsi e andare a lavarsi.

Erano ormai quasi a metà febbraio e dovevano dire che quel mese non era stato gentile per nessuno; dopo un brevissimo periodo durante il quale le temperature erano risalite, in seguito alla sconfitta dei cani del crepuscolo, il tempo era diventato più duro e amaro.
C’erano state delle perdite in tutte le popolazioni e la bufera che era passata pochi giorni prima aveva rallentato la vita e procurato comunque dei danni, nonostante tutte le cure di Merlin. Avevano passato ore a spalare e fortunatamente Jacob se n'era uscito con una sua invenzione per riusare la neve e il ghiaccio nel magazzino, per far sì che i cibi si conservassero più a lungo. Aveva lavorato per giorni a un piccolo prototipo, a quanto pareva, e aveva gonfiato il petto quando il mago aveva commentato con un "Geniale".
Quello era stato uno dei tanti piccoli momenti di gioia.
Emily aveva avuto un maschio ed Evan aveva fatto festa grande quando la moglie si era ripresa dalle fatiche del parto. Avevano anche celebrato da poco il “Giorno degli Innamorati”, qualunque cosa questo significasse, e quando Arthur aveva portato a Merlin il dono tipico di quell’evento per quella tribù, cioè una statuetta in legno di due colombe, l’espressione del mago avrebbe potuto ripagare anche mesi di sofferenze – anche se lui, invece, aveva barato, visto che aveva fatto crescere dei fiori fuori stagione appositamente per l’occasione.
Il viaggio di Merlin fino agli anteposti aveva, inoltre, portato notizie curiose; le guardie là stanziate, infatti, non riuscivano più a ospitare tutti coloro che si accalcavano per la strada. Nonostante l'inverno rigido, tanti erano i viaggiatori e tanti erano coloro che volevano entrare nel territorio della tribù, nonostante Arthur lo avesse vietato poiché non avevano abbastanza cibo per avere degli ospiti. Qualcosa, però, andava fatto.
Perciò, il capo stava facendo un colloquio con una donna che si era offerta di aprire una locanda lì, al confine, e l’uomo era andato a casa sua insieme a Greta per capire quanto l’idea fosse fattibile.
Quando uscirono, i due salutarono la donna, che aveva fatto loro un’ottima impressione, e si separarono per pensare, poiché ne avrebbero dovuto discutere con il Consiglio solo il giorno dopo.
Arthur si diresse a passo pesante verso la tenda centrale, dove lo attendevano dei documenti che gli erano stati portati da Liam dei Lamont, che era venuto il giorno prima per discutere di una questione urgente.
Quando arrivò nella piazza, notò Jacob poco lontano discutere con Henry. Vide l’uomo annuire e il ragazzo muovere la mano nel tentativo di spiegare qualcosa. Sembrava più alto e Arthur si accigliò nel notarlo; anche i suoi vestiti erano strani e, probabilmente, erano abiti Jura. Per un attimo, il pensiero che Jacob volesse tornare a casa senza dirgli niente gli colpì la mente, tuttavia gli parve assurdo.
Ma allora perché era vestito in quel modo?
-Jacob?
Il ragazzo si girò, rivelando un volto totalmente diverso. Il giovane guardò il capo e per un attimo parve non comprendere, poi il suo viso divenne paonazzo e lo Jura iniziò a balbettare.
-M-M-Mio signore!
Fece un profondo inchino e rimase giù. 
Il giovane fece un sorriso imbarazzato; aveva gli occhi grandi e lucidi e le sue mani tremavano. Mormorò con voce sottile.
-N-Non credevamo sarebbe mai giunto questo momento, non…
Arthur disse a Henry di andare ad avvertire Merlin, poi alzò un sopracciglio e diede gentilmente il permesso allo Jura di alzare la schiena.
-Come ti chiami?
Il ragazzo rimase a bocca aperta ed esclamò.
-Jasper quarto di Jennifer.
Una voce femminile li interruppe.
-Jasper, cosa stai facendo?
Il ragazzo fece cenno alla giovane Jura appena apparsa da una delle strade di venire. Sussurrò.
-L’ho trovato, è lui
La ragazza allargò gli occhi a vedere Arthur e prese un profondo respiro, avanzando con passo determinato. Quando fu abbastanza vicino, si inchinò.
-Josephine seconda di Jennifer, siamo al vostro più completo servizio e…
La fanciulla alzò di poco il viso e si fece pallida.
Il re si voltò, vedendo Merlin arrivare, e trattenne un sorriso quando udì Josephine fare un passo indietro e lasciarsi sfuggire un “Emrys” sconvolto e ammirato.
Arthur allungò il braccio, invitando il moro a velocizzare il passo.
-Abbiamo degli ospiti importanti, dalla onorata tribù degli Jura.
Il biondo strinse le labbra per non ridere quando gli parve di sentire Jasper sussurrare a quella che doveva essere la sorella un “Importanti? Noi siamo importanti?” e uno “Sh!”.
Merlin osservò sorridendo amichevolmente i due messaggeri e annuì, voltandosi verso Henry.
-Perdonaci, puoi farci la cortesia di chiamare Jacob?
-Certo.
Il volto di Josephine si incupì per un secondo, ma la sua era più confusione che ostilità, e Merlin ignorò quell’attimo.
-Quale messaggio portate?
I due Jura si guardarono, poi la giovane tolse un rotolo dalla cintura e lo porse ai due.
-Siete invitati fra un mese nella città degli Jura perché il Re Eterno prenda parte alla Prova della Dea nella notte della prima luna piena di Marzo. Saremo lieti di ricevervi e di ospitare il vostro seguito per tutto il tempo che considererete opportuno.
Arthur prese lentamente il rotolo e lo aprì, leggendone il contenuto, poi si voltò verso Merlin con perplessità. Non aveva idea di cosa fosse la Prova della Dea, ma vide la consapevolezza negli occhi dell'altro e si tranquillizzò. Si schiarì la voce.
-Naturalmente. Avete trovato un alloggio? Saremo lieti di ospitarvi nella nostra dimora.
I due Jura divennero ancora più rossi in viso, ma, quando parlò, Josephine parve quasi calma.
-Non vorremmo disturbarvi...
-Non disturbate affatto.
-Se è questo ciò che desiderate io e Jasper saremo onorati di essere vostri ospiti; la vostra cortesia sarà sicuramente ricambiata e mai dimenticata.
Merlin e Arthur sorrisero e fecero loro cenno di seguirli; videro da lontano Jacob notare i due Jura e fare dei passi indietro, Henry esortarlo ad andare avanti, ma né Josephine né Jasper fecero intendere di averlo visto. Solo quando i due Jura furono dentro con Arthur, Merlin andò a prendere Jacob per convincerlo a entrare con lui e solo a quel punto il giovane lo seguì, sebbene con timore.

Note di Elfin
Scusate l'ora. Come ho detto, ho cambiato idea su una cosa che doveva accadere (una non accade più e una accade più avanti) e ho unito il cap 20 degli Arthur (questo) e il 21 proprio oggi e ho fatto un casino con le ripetizioni e le cose :( Comunque, complimenti a tutti coloro che avevano azzeccato con gli Jura :0 Cosa scopriremo di questa tribù? Vi piacciono Josephine e Jasper? E perché Jacob è così restio? E in cosa consiste la Prova della Dea? Scopriremo tutto questo e molto di più nella nuova stagione :D
Dopo Nicholas con la mascherina abbiamo i Merthur in quarantena, ahahah. Beh, non è proprio una quarantena, sono più tre giorni di impossibilità a uscire... MA comunque XD
Ringrazio tantissimo dreamlikeview e royal_donkey che hanno recensito lo scorso capitolo, spero di non aver deluso né le loro né le vostre aspettative <3
Alla prossima con il primo capitolo degli Jura ;)
Kiss

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: elfin emrys