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Autore: KindlyLight    29/06/2020    1 recensioni
Di quando Eddie disse due parole che non avrebbe mai voluto dire, se ne pentì e poi si pentì di essersene pentito perchè a Richie, probabilmente, quelle parole piacevano.
I paragrafi che iniziano con una parola in grassetto sono nel presente.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: Missing Moments, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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La loro relazione andava bene, nascosta sotto quell'amicizia piena di insulti e battibecchi.
Era passato tutto l'anno scolastico, tutti stavano partendo per il college.
Richie aveva scoperto che nello stesso college in cui sarebbero andati lui e Eddie sarebbe andata una loro vecchia compagna di classe, Myra.
Richie non era stupido, sapeva bene che Myra non gli aveva mai fatto nulla di male, ma la odiava. Profondamente. E nemmeno lui riusciva a capire come o perchè, ma il solo incontrarla per strada gli faceva venire voglia di cambiare direzione, strada, città.
Si era anche reso conto che il suo problema non erano le donne in generale. Lui non odiava le donna. Odiava solamente lei.

Quel pomeriggio era sdraiato sul letto del dormitorio del college, la camera era buia, aveva detto ad Eddie che avrebbe cercato di dormire, il mal di testa lo stava uccidendo, ma alla fine il dolore era così intenso da averlo tenuto sveglio e si ritrovò a pensare dove fosse il proprio fidanzato.
Con Myra, avevano un lavoro da fare. Disse una vocina nella sua testa.
E improvvisamente si ricordò per quale motivo la odiava.
Anni prima aveva scoperto che a lei piaceva Eddie.
Il suo Eddie.
Lo stesso Eddie a cui lui aveva detto che, magari, che poteva uscire con lei tranquillamente perchè non ci sarebbero stati problemi.
Fece per alzarsi ma la porta si aprì, Eddie era sconvolto, i capelli erano sempre in perfetto ordine ma in netto contrasto con gli occhi, sgranati e così fuori dalle orbite da dare l'impressione a Richie che sarebbero potuti cadere da un momento all'altro.
"Cos'è successo?" Domandò mettendosi a sedere.
Forse l'aspirina stava iniziando a fare effetto finalmente.
"Ho visto un ragazzo." Sussurrò.
Richie inclinò un poco la testa di lato, non capiva. "Quindi?"
"Lo stavano picchiando. I ragazzi della squadra di football. Lo stavano picchiando."
"Perchè?"
Eddie lo guardò negli occhi per qualche attimo, si era torturato le dita così a lungo da far sanguinare la pelle in prossimità delle unghie.
"Perchè lo avevano visto baciare un ragazzo ad una festa.- Rispose. -Probabilmente non è neanche gay. Probabilmente era solamente ubriaco e loro..."
Richie non aveva nulla da dire. 
Cosa avrebbe potuto dirgli, in fondo? 
Tranquillo, andrà tutto bene. La nostra storia d'amore sarà perfetta e nessuno ci farà del male.
Sapeva alla perfezione che loro, come tutti gli altri, potevano essere presi di mira. Loro, come tutti gli altri, potevano esser picchiati per il solo fatto di aver trovato qualcuno da amare. Loro, come tutti gli altri, si sarebbero ritrovati con la faccia premuta contro il cemento o l'asfalto mentre qualcuno li prendeva a calci nello stomaco o nei reni, magari anche in volto. 
Richie lo sapeve. 
Sapeva quanto era facile prendere di mira Eddie a causa dei suoi modi gentili, il suo viso delicato e i suoi vestiti sempre così stirati, come se sua madre vivesse dentro l'armadio e glieli stirasse lei personalmente ogni giorno.
Sapeva anche quando fosse facile prendere di mira lui stesso, sembrava uno stuzzicadenti pallido e con gli occhiali. Chi non prenderebbe a calci uno con la sua faccia? 
Per un momento ripensò ad Henry Bowers, a quanto fosse facile scappare da lui e dal suo gruppo, erano solo cinque o sei in fondo, e poi ripensò alla vita, quella vera, quella fatta dalla massa e al fatto che fosse pressochè impossibile fuggire dalla massa.
La massa ti ingloba, ti calpesta, di distrugge e alla fine, quando ti rialzi, sei un nuovo membro della massa stessa.
"Richie... Richie... Richie perchè stai piangendo?" Domandò Eddie spostandogli un po' gli occhiali per potergli asciugare almeno qualcuna delle lacrime che stavano scendendo sul suo viso pallido costellato di lentiggini.
"Per così tante cose che non saprei dirti quale." Sussurrò lui prima di abbracciarlo. 
Eddie rimase in silenzio e lo abbracciò. Neanche lui avrebbe avuto qualcosa da dire. Forse Bill, o magari Beverly avrebbero saputo cosa dire.
Loro sicuramente avrebbero trovato qualcosa.
Ma loro non erano nè Beverly nè Bill. Sapevano di non essere loro.

Qualche mese dopo, sdraiati uno accanto all'altro, si ritrovarono a parlare di tutto ciò che era accaduto da quando erano arrivati al college.
"Dobbiamo trovare un modo. - Sussurrò Eddie. -Troveremo sicuramente un modo."
"Lo sai che non esiste nessun modo." Disse Richie.
"Solo perchè gli altri non capiscono non significa che noi..."
"Non si tratta di questo. - Disse Richie. -Si tratta del fatto che se vuoi avere un lavoro stabile, se non vuoi correre il rischio di essere picchiato ogni volta che volti un angolo, che se vuoi essere tranquillo, non puoi amare qualcuno del tuo stesso sesso."
Eddie non poteva dire che quella fosse una bugia. "Non è giusto."
"Non è giusto, eppure è così.- Disse il corvino. - Ti immagini se tra cinquant'anni tutti potremo amare chi vogliamo? Non sarebbe bellissimo?"
"Sarebbe davvero fantastico. -Rispose. -Forse troppo bello per essere vero."
"Ma sarebbe umano."
"Magari non esisteremo più."
"Magari vivremo su Marte."
Richie era sempre stato un po' più positivo, più propenso a vedere il divertente, ma forse lo faceva solamente per non lasciarsi cadere nell'infinito baratro di disperazione che sembrava volerlo inghiottire ogni volta che provava a guardare realmente in faccia la realtà.

 

 

 

   
 
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