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Autore: evelyn80    30/06/2020    4 recensioni
Raccolta di piccole one-shot partecipanti alla Challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Soul_Shine sul forum di EFP.
Vari momenti divertenti con protagonisti Terry Kath e/o Danny Seraphine, la mia BROTP nel fandom dei Chicago.
Il capitolo n° 10, "Invasioni barbariche", partecipa anche alla Challenge "Real life challenge" indetta da ilminipony sul forum di EFP
Il capitolo n° 17, "Disastri enologici", partecipa anche alla sfida "Prompts, our Wires" indetta da Soul Dolmayan sul sito di EFP
Il capitolo n° 19, "Io ce l'ho più grosso", partecipa anche alla Challenge "Let's Hope this Challenge will make this Christmas right" indetta da Asmodeus EFP sul Forum di EFP
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Danny Seraphine, Nuovo personaggio, Terry Kath
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Make me smile'
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Mai provocare Babbo Natale

 



 

Los Angeles, 10 ottobre 2019

 

Danny percorse agilmente gli ultimi metri che lo separavano dall'abitazione di Terry. Erano parecchi giorni che non vedeva l'amico e così aveva deciso di fare una passeggiata e di passare a vedere come stava. Suonò il campanello, già pronto a ricevere la consueta pacca sulla schiena, ma quando Terry aprì la porta fece un salto all'indietro, rischiando di cadere giù dal portico come una pera cotta. Riuscì a non precipitare dai pochi gradini solamente grazie alla prontezza di riflessi dell'amico, che lo aveva afferrato per il bavero del giubbotto appena in tempo.
«Cristo, Terry...», ansimò il batterista cercando di riprendersi dallo spavento, per poi fissare nuovamente l'omone e aggiungere: «Ma che cazzo stai combinando?».
Terry aveva i lunghi capelli grigi completamente coperti da quella che pareva una crema biancastra, arrotolati attorno al capo e tenuti in posizione da diversi giri di pellicola trasparente. La sua barba, lunga come mai Danny l'aveva vista, stava subendo lo stesso trattamento.
«Sta' zitto, non me ne parlare!», esclamò il chitarrista, il tono di voce più cupo del solito e lo sguardo torvo. «Ti ricordi che domani uscirà il nostro ultimo album, no?».
Danny annuì. «Sì, ma solo perché me l'ha rammentato Linda stamattina. E allora?».
«E allora quel cretino di Lee mi ha chiesto di aiutarlo a pubblicizzare il CD». Terry fece il gesto delle virgolette con le dita mentre pronunciava la parola “aiutarlo”.
Danny continuò a fissarlo, stranito.
«Mi ha chiesto di vestirmi da Babbo Natale e di piazzarmi al centro del Beverly Center con un sacco pieno di dischi del nostro ultimo album!», esplose l'omone, mulinando le braccia come se avesse voluto spiccare il volo.
Il batterista rimase per qualche secondo in silenzio, guardando l'amico a occhi sgranati, poi esplose in una sonora risata.
«Tu... vestito da Babbo Natale... a ottobre?», ansimò tra uno sghignazzo e l'altro, piegato in due con le mani poggiate sulle ginocchia. «Questa sì che... è più che bella! Il peggior... Babbo Natale... della storia!».
«Grazie per il supporto morale...», replicò Terry incrociando le braccia sul petto imponente. «Te l'ha mai detto nessuno che sei un grandissimo stronzo pezzo di merda?».
Le risate sguaiate di Danny avevano attirato Greta, che arrivò alla porta giusto in tempo per sentire l'appellativo poco lusinghiero rivolto dal marito all'amico.
«Terrence! Ma ti pare questo il modo di rivolgerti al tuo più caro amico?! Non farci caso», aggiunse, rivolta al batterista, «in questi ultimi giorni è un po' nervoso».
«Saresti nervosa anche tu se dovessi vestirti da Babbo Natale in pieno autunno e fare l'idiota davanti a tutti», bofonchiò Terry, scuro in volto.
«Andiamo, smettila adesso», riprese Greta. «Pensa invece a quanti bambini farai divertire».
«Appunto... tu riesci a immaginarmi con dei mocciosi che gridano seduti sulle mie ginocchia, e che magari mi tireranno pure la barba?». Il chitarrista rabbrividì a quel pensiero.
«Su, su...». Danny gli diede un paio di pacche sulla spalla. «Potresti trovare qualcuno che ti faccia da elfo, così almeno sarete ridicoli in due».
Terry fissò l'amico con sguardo pensoso. «Sai che mi hai dato proprio una bella idea?».
Greta fece un gesto verso l'interno della casa. «Che ne dite di entrare? Direi che l'aria l'abbiamo cambiata abbastanza. E poi, Terrence», aggiunse guardando l'orologio, «è ora di togliere la tintura».
Danny seguì i padroni di casa fin nella stanza da bagno, curioso di seguire i preparativi dell'amico. «Ma non avresti fatto prima a comprarti una parrucca e una barba posticcia?», chiese incredulo, quando capì che Greta – intenta a dipanare la pellicola trasparente – aveva tinto di un bianco abbacinante i capelli e la barba del marito.
«Ma scusa, Danny», rispose la donna. «Terrence ha dei capelli e una barba splendidi, perfetti per fare Babbo Natale visto che sono mesi che non li taglia. Perché fargli mettere una parrucca quando basta usare un po' di tintura temporanea?».
«Però i capelli di Terry sono lisci come spaghetti», replicò il batterista con un sorrisetto, fissando la faccia dell'amico riflessa nello specchio, «mentre invece lo sanno tutti che Babbo Natale è riccio!».
L'omone si passò la mano di piatto all'altezza del collo, in un gesto minaccioso rivolto a Danny di cui la moglie non si avvide.
«E, infatti, non appena avrò lavato via la tintura in eccesso, gli farò la messa in piega», rispose, placida.
Danny fu costretto a mettersi la mano davanti alla bocca, per soffocare la risata che minacciava di sfuggirgli dalle labbra al pensiero di Terry con la testa piena di bigodini colorati.
«Forse è meglio che vada», bofonchiò alla fine. «Linda mi aspetta per andare a fare la spesa».
«Sì, credo anch'io che sia meglio per te se te ne vai», replicò il chitarrista a denti stretti, «oppure Linda potrebbe essere costretta a fare un puzzle a grandezza naturale, prima di andare al supermercato».
L'ometto fece la linguaccia all'indirizzo dell'amico, salutò calorosamente Greta e fece per andarsene.
«Domani vedi di essere puntuale!», lo raggiunse il vocione di Terry proprio mentre stava per aprire la porta di ingresso.
«Certo!», replicò, stavolta senza trattenere le risa. «Questa non voglio proprio perdermela!».

 

Beverly Center (Los Angeles), 11 ottobre 2019

 

C'era già un sacco di folla in fila davanti all'entrata del Centro Commerciale, tutti curiosi di assistere all'uscita dell'ultimo disco dei Chicago organizzata da Lee Loughnane – e largamente pubblicizzata sul loro sito internet – in cui Babbo Natale in persona avrebbe distribuito copie gratuite del loro nuovo album ai primi cento che si fossero presentati da lui. Danny sghignazzò nel vedere le facce speranzose mentre con l'auto si dirigeva al parcheggio sul retro, riservato al personale.
Una volta dentro l'enorme stabile fu accolto da un inserviente, che lo accompagnò verso una stanza anch'essa riservata agli operatori del Centro Commerciale.
«Mi segua, prego. La stanno aspettando con ansia!».
«Me?», chiese Danny, indicandosi col dito, ma l'uomo che lo guidava si limitò ad annuire.
Non appena la porta della stanza si aprì il batterista fu accolto da una pacca sulla spalla, troppo debole per essere stata mollata da Terry. Infatti, quando si voltò nella direzione del colpo, si trovò davanti la faccia sorridente ed entusiasta di Lee.
«Oh, Danny, non sai che idea fantastica hai avuto!». Il batterista lo fissò inarcando le sopracciglia e lui continuò. «Io non ci avevo proprio pensato, ma tu sei stato un genio. Babbo Natale non può presentarsi senza un elfo!». Con un gesto della mano indicò degli abiti color verde smeraldo ripiegati con cura su una mensola.
Lo sguardo di Danny saettò dal trombettista a Terry, placidamente seduto su una poltroncina con indosso il costume rosso, barba e capelli ricci di un bianco abbagliante.
«Questa è opera tua!», esclamò puntandogli addosso l'indice, minaccioso, nel notare il sorrisetto di scherno sul faccione rubicondo dell'amico. «Ah, no... io non ho nessuna intenzione di vestirmi da elfo!».
«Ma se sei stato proprio tu a suggerirlo», disse il chitarrista ampliando il suo sorriso equino. «Potresti trovare qualcuno che ti faccia da elfo, così almeno sarete ridicoli in due», aggiunse, ripetendo le stesse parole che Danny aveva pronunciato il giorno prima.
«Appunto! Io ho detto qualcuno, non me stesso!».
«Ma nel dire qualcuno non ti sei mica escluso a priori. Pensaci bene, tu sei perfetto per fare l'elfo: sei basso, minuto...».
«Ehi, come ti permetti!», esclamò il batterista, ma Terry continuò come se non l'avesse nemmeno sentito.
«E soprattutto sei calvo come una palla da biliardo, così il cappello a punta non ti farà troppo caldo».
Danny digrignò i denti, mentre tutti gli altri membri della band ridacchiavano.
«Cosa avete da ridere? Vorrei vedere voi al posto mio!», esclamò, rivolto a nessuno in particolare.
Robert si sciolse dall'abbraccio di Peter e gli diede una pacca sulla schiena.
«Andiamo Danny... lo sappiamo tutti che tu e Terry siete come fratelli mancati. Chi meglio di te potrebbe fare l'elfetto al suo fianco?».
Il batterista strinse i pugni, già pronto a menare le mani; ma dopo aver passato lo sguardo sui suoi compagni di band rilassò le dita e fece calare le spalle. Lee fremeva di aspettativa e tutti gli altri – da James a Walter, da Robert a Peter – lo fissavano sorridendo bonariamente. Nessuno lo stava prendendo in giro.
«Oh, e va bene, farò l'elfo!», sbottò quindi, rivolgendo lo sguardo al cielo.
«Sapevo che avresti accettato», disse Terry. E, alzatosi dalla poltroncina, gli porse il costume verde con un sorriso.
Una volta vestito di tutto punto, Danny e il chitarrista uscirono dalla saletta privata seguiti dai loro compagni di band, che andarono a piazzarsi dietro un bancone per rilasciare autografi a chi li avesse richiesti. Dopo che i due si furono sistemati al centro dell'ingresso del Centro Commerciale, fermi proprio davanti a un enorme albero di Natale alto 5 metri e decisamente fuori luogo alla metà di ottobre, gli inservienti aprirono il negozio e la folla si riversò all'interno. I primi della fila corsero e si spintonarono, pronti a dare il tutto e per tutto pur di accaparrarsi il CD gratis.
Danny aggrottò le sopracciglia e lanciò un'occhiata fugace all'amico. Terry capì al volo e gli fece un cenno col capo.
«Preparati, perché qui voleranno ceffoni! Capiranno presto che non bisogna mai provocare Babbo Natale!».
«E nemmeno il suo elfo!», aggiunse Danny.
E, gonfiando il petto come due scimmioni, si apprestarono ad affrontare l'orda di fan l'uno di fianco all'altro, tirando su le maniche dei loro costumi.

 

 

Prompt n° 7 - "Grazie per il supporto morale..."

 

Spazio autrice:

Questo capitolo mi è stato suggerito da Soul in persona. Qualche giorno fa, parlando dei numerosi album natalizi che i Chicago hanno pubblicato, lei mi ha detto che riusciva a immaginarsi benissimo Terry vestito da Babbo Natale, anche se in realtà hanno iniziato a pubblicarli quando Terry era già morto da un pezzo. Ma qui noi siamo in un AU in cui il buon chitarrista è ancora vivo e vegeto, e quindi poteva benissimo vestirsi da Santa Claus per promuovere il loro ultimo album.
E l'ultimo album natalizio dei Chicago è proprio uscito l'11 ottobre del 2019. La copertina è quella che vedete nell'immagine iniziale.
Visto che Lee ne è il produttore, ho immaginato che l'idea di promuovere il disco con Babbo Natale che distribuisce copie gratis sia nata proprio da lui XD.
Il Beverly Center è uno dei maggiori e più importanti Centri Commerciali di Los Angeles, quindi il luogo adatto per la promozione.
Ricordo inoltre che in questo AU i membri dei Chicago non hanno subito nessun avvicendamento e sono ancora i membri fondatori; inoltre le coppie slash affrontate in altre storie qui vivono il loro amore alla luce del sole.
Nella realtà Terry ha avuto una figlia, anche se quando lui è morto lei era ancora piccolissima. Per questo motivo, e visto che lo immagino come un eterno ragazzone, non riesco ad immaginarlo come amante dei bambini e in questo AU, in cui è sposato con Greta, lui e la donna non hanno avuto figli.
Danny, invece, quasi alla fine del capitolo è “pronto a menare le mani” perché ha sempre avuto un caratterino piuttosto ardito, e non ha mai esitato a fare a pugni se secondo lui era necessario.
Dovrei aver detto tutto, più o meno, e spero di avervi fatto sorridere.

  
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