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Autore: MC_Gramma    30/06/2020    0 recensioni
In tre anni gli erano passati tanti corpi sotto gli occhi e tra le mani, nessuno gli era mai interessato al di là della fedele riproduzione su carta eppure, appena l’aveva vista entrare, la domanda era sorta spontanea: «Chi è quella?» tuttavia si era imposto di non darle voce e gli era rimasta incastrata in gola, procurandogli un fastidioso grattino.
Sapeva benissimo che era la sostituta...

Hunter Clarington e Marley Rose si incontrano così: lui studente della succursale di belle arti, lei modella di nudo. Le loro vite si intrecciano, in classe e fuori, ma si congiungeranno in un'unica strada o sarà solo un susseguirsi di incroci?
(Nota sul titolo: equivale al nostro "col senno di poi", 2020 è il modo inglese per dire dieci decimi. Non fatevi trarre in inganno!)
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Blaine Anderson, Hunter Clarington, Marley Rose, Rachel Berry, Wesley Montgomery | Coppie: Blaine/Rachel
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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A/N: se vi piacciono, come a me, i film un po' indie ricorderete la comparsata del buon Nolan in Wildlike... come sempre ho rigirato un po' le carte di in tavola.
N2: di nuovo, fan di Amélie Nothomb, battete un colpo se ci siete!





A tragic dawning to all my travels
Back to the world that I despised
A troubled night of eerie and awe is
Over by now, I am awake

(Winterage - Awakening)

 

 

Wes emise un lungo sbadiglio.
“Ho fatto un sogno stranissimo.” disse, trascinando i piedi “C’era una ragazza, seduta proprio qui. Era vestita di colori chiari come i suoi occhi e la sua risata maleducata mi feriva le orecchie.”

“Non l’hai sognato, è successo tre giorni fa.”

“E che ci faceva una sconosciuta nella nostra cucina? No, non dirmelo, Rachel si è fatta intortare dall’ennesima presentatrice di cosmesi vegana.”

Hunter finì di mettere in infusione il tè e gettò uno sguardo al coinquilino, aveva un aspetto peggiore di quando era arrivato eppure non riusciva a provare pena per lui. Non era il suo primo volo intercontinentale e lui più che ricordargli di non andare a dormire prima dell’ora giusta non poteva fare. Era adulto e vaccinato, non doveva fargli da balia! 

A essere onesti, non riusciva nemmeno ad arrabbiarsi.
“Come potrebbe?” gli passò una tazza di caffé “È andata a Pittsburgh con Blaine.”

“Giusto, il dramma della feste ripartite tra i papà divorziati...”

“Credo non li rivedremo fino ai primi di Dicembre.”

“Appena in tempo per designare il vincitore della vostra stupida sfida.”

Avrebbe potuto infierire, asserendo che era partito per evitare di partecipare e non vedersi umiliato, ma riconobbe sarebbe stato meschino al pari di Blaine quando rimarcava il fatto che in tanti anni la sua fidanzata non si fosse vista nemmeno in foto.

“Quest'anno il Ringraziamento tocca a Hiram.” proseguì quello, sorseggiando il caffé “Torneranno carichi, tra regali di compleanno e Natale.”

“Puoi dirlo forte, sono partiti in macchina!”

Wes parve improvvisamente sveglissimo e molto preoccupato. “Credi che Rachel porterà qui tutti i suoi ricordi d’infanzia?!”

“Perché no, i nostri piccioncini non vivono praticamente insieme?”

“Dovrebbero trovarsi un nido d’amore tutto loro.”

“E noi dovremmo affittare la camera a qualcun altro, metterci in casa chicchessia… No, grazie.”

“Metteremo la questione ai voti non appena torneranno.”

“Potrebbe essere un problema senza il tuo prezioso martelletto.” sogghignò, finendo di sistemare i biscotti “Non ti dirò dov’è finché non mi farai riavere il CD di Gackt.”

“Lo sai che non posso! Anche se volessi andare contro il voto popolare, è stata Rachel a nasconderlo...”

“Non significa che tu non sappia dove l’ha messo. Fossi in te, lo farei saltar fuori entro il Ringraziamento. Così avremo entrambi qualcosa per cui essere grati!”

Wes sospirò rassegnato "Menbung". Hunter aveva quasi dimenticato quell’espressione!

Sarebbe cambiato qualcosa se gli avesse detto che c’era sempre Rachel Berry dietro quella sparizione? Ne dubitava. Quello era l’unico modo per fargli riconoscere che la democrazia era solo una mera illusione ed erano sotto regime dittatoriale ormai da cinque anni. Piuttosto che continuare così, preferiva l’anarchia!

Controllò l’orologio e nello stesso istante suonò il campanello. Rose era in perfetto orario! Il suo diligente coinquilino fu il primo a raggiungere la porta.

“Ciao! Wes, giusto?” lo salutò, imbarazzata come una collegiale “Wes Montgomery, come il musicista jazz. Mi ricordo di te. Un ricordo un po’ sfocato ma c’è!”

“Tu sei… la ragazza...”

“Scusalo, ha difficoltà ad associare nomi e volti.”

Ripeté le presentazioni e l’altro si fissò sulla mano tesa di lei.

“Dunque sto ancora dormendo…” annuì convinto “In ogni caso, non compriamo niente!”

Hunter scosse la testa mentre Wes rientrava nella propria camera.

“Non ho capito cos’è appena successo.”

“Contare le dita è uno dei tanto modi per capire se stiamo sognando.” le spiegò “Wes ha sbagliato i conti, il ché è ironico dal momento che sono il suo pane quotidiano!”

“Fa il ragioniere o lavora in banca?”

“Sta ultimando la tesi per il dottorato in statistica.” le rivelò.

Rose annuì, attorcigliando una lunga ciocca tra le dita. Era lo stesso movimento che lo aveva ipnotizzato poco più di tre settimane addietro, quando l'aveva conosciuta. Doveva assolutamente trovare il modo di ricrearlo.

“Senti, io devo scusarmi per lo stato in cui mi sono presentata l’altro giorno…”

“No, non devi.” le assicurò “Eri comunque più gestibile di quello lì!”

La sua risata lo accompagnò mentre recuperava il vassoio in cucina. Lo posizionò sul tavolino, già spostato davanti alla sua poltrona, in modo che lei potesse servirsi comodamente da lì. 

Si aspettava di trovarla già seduta invece Rose si dondolava davanti alla libreria, dove regnava il solito caos. Da una parte voleva spiegarle che era uno spazio condiviso, dall’altra era curioso di vedere cosa avrebbe attirato la sua attenzione. La osservò scrutare scaffale dopo scaffale. Ogni tanto passava il dito sul dorso di qualche manuale di Wes o sulla custodia di un DVD di Blaine, piegando la testa ora da un lato ora dall’altro, per leggere il titolo, e accarezzava sempre le foglie nelle vicinanze o le scostava con delicatezza per non urtarle. 

“Trovato qualcosa di interessante?”

Lei indicò la foto per cui lui e Wes avevano tribolato tanto. “Qui dove eravate?”

“Alaska. C’eravamo conosciuti pochi giorni prima, in albergo, e visto che eravamo entrambi soli decidemmo di proseguire il viaggio insieme.”

“Quando è successo?”

“Dieci, no, undici anni fa.” 

Le raccontò che Wes sognava quel viaggio da una vita: attraversare il parco seguendo le orme dei cercatori d’oro, vedere sorgere il sole sul lago Wonder e seguire il fiume McKinley fino ad arrivare ai piedi del monte omonimo. Sua madre aveva il terrore che finisse divorato da un orso o ingerisse per errore funghi velenosi come quel Christopher McCandless ma le sue paure non erano riuscite a dissuaderlo.

Quanto a lui, era un po’ più complicato! Le parlò del monte Fuji e della tradizione secondo cui i veri giapponesi siano coloro che si cimentano nella scalata. Hunter aveva affrontato la salita insieme a Sunshine e la ricordava come un’esperienza più trascendente del sesso, benché non fossero mai arrivati a quel livello di intimità.

“E hai pensato di fare una cosa simile per sentirti un vero americano. Ci sta!”

Lo sorprese con quell’affermazione. Negli anni gli avevano contestato che avrebbe avuto più senso attraversare il Grand Canyon o la route 66 piuttosto che sfidare il monte McKinley, Rose invece aveva seguito il suo ragionamento e lo riteneva valido anche se non erano riusciti a raggiungere la cima. 

Ora stava parlando del fatto che la montagna fosse un elemento ricorrente in ogni cultura, come mezzo per avvicinarsi a Dio o semplice ricerca interiore, citando il romanzo incompiuto di René Daumal e Hunter si rese conto che le domande postegli al bar non erano state scelte a caso. Rimase affascinato dal modo in cui funzionava il suo cervello.

“Hai un’intelligenza talmente pura che non posso nemmeno invidiarla.”

Rose parve divertita. “Ti ricordi quando ti ho chiesto qual'era il tuo sogno da bambino? Bè, io a cinque anni volevo fare la ballerina, a sei la veterinaria, a sette la cantante…” 

“Avevi le idee chiare.”

“Il punto è che ho scritto una canzone intitolata McKinley.”

“E ci sei mai stata?”

“No.”

Hunter si morse la lingua prima di fare promesse a vuoto e spostò leggermente lo sgabello su cui aveva collocato la pianta della preghiera, per deviare l’attenzione di entrambi. 

“Faresti meglio a metterla dall’altro lato.” disse lei e non sembrava un suggerimento “La luce diretta non va bene per la calathea.”

“Volevo che aprisse le foglie...”

“Te la farà pagare se la lasci lì.”

“La pianta o il mio coinquilino?”

“Tutte e due!” rise e si abbandonò sulla poltrona “Studiavi a casa o cambiavi scuola di continuo?”

“Tutte e due.” la imitò “I miei valutavano di volta in volta, in base alla situazione… sono anche stato in collegio.”

“Immagino in conseguenza al tuo periodo ribelle.”

“Immagini bene.”

“Non ti sei fatto mancare niente!”

“Bè, non direi. Non mi hanno mai espulso.”

Lei rise, poi prese con una mano un biscotto e con l'altra la tazzina. Sì, il servizio inglese le era decisamente più congeniale!

“È lì che ho conosciuto Blaine.” proseguì, senza sapere perché “Probabilmente sarei stato un emarginato se non mi avesse preso sotto la sua ala.”

“Parli con una che lo è stata per tutto il liceo!” rise ancora “Ero la figlia magra della cuoca grassa e visto che anche il mio migliore amico era in sovrappeso si sparse la voce che stavamo insieme. Ci chiamavano la sirena e la balena. Era una scocciatura, soprattutto perché a noi piacevano altre persone...”

Lo disse come se non la facesse soffrire, non più almeno. 

“Lavoriamo un po’, che dici?! L’altra volta ti sono stata soltanto di peso.”

“Io non l’ho detto!”

“Solo perché sei troppo educato.” 

Hunter si schiarì la voce, meglio non lasciare altre dichiarazioni in sospeso o la tosse non gli avrebbe dato tregua e non avrebbero combinato niente nemmeno oggi.

“Joan Fuster sosteneva che chi ha ricevuto una buona educazione sa quando essere maleducato e, ti assicuro, non è questo il caso. Inoltre, non riesco a immaginare una situazione in cui potresti essermi di peso.”

“Ma in pratica è quello che è successo!” obiettò Rose, posando la tazzina e lasciando il mezzo biscotto avanzato sul piattino.

“Io ho le spalle larghe e tu sei un peso piuma.”

Le strappò un mezzo sorriso con quell’affermazione, nonostante questo lasciò cadere il discorso. Era chiaro che non sarebbe riuscito a convincerla. Non a parole, almeno.

Rose si protese verso la pianta e solo allora si accorse che aveva messo uno smalto dello stesso colore della parte inferiore delle foglie. Hunter invece aveva notato subito la fortuita coincidenza! Sfocando lo sguardo, era quasi impossibile capire dove finiva la sua mano e dove iniziava la calathea. E il verde intenso della parte esterna, con l’ipnotica trama più chiara, sembrava averla catturata completamente.

“Così va bene?” gli chiese.

“Se vuoi appoggiare il gomito...”

“Non importa.”

Hunter annuì e prese un sorso di tè, nella speranza di soffocare il grattino in gola. Tutto inutile. Lo sentiva formarsi lentamente e grattare grattare grattare… cercò di resistere più a lungo possibile ma, alla fine, cedette.

“Hai mai pensato di andarci?”

“Dove?”

“A vedere il monte a cui hai intitolato una canzone.”

“Non è così, si è trattato di una coincidenza! Era il nome della mia scuola, io ero all’ultimo anno…”

“Ma vorresti?”

Rose infranse per un momento l’assoluta immobilità, inclinando il capo.

“Si tratta di un invito? Perché è passato un bel po’ dalla mia ultima escursione!”

“Non nell’immediato ma, un giorno, mi piacerebbe portarti lì… se a te sta bene… non so se preferisci la montagna o ...”

“Sono nata vicino all’Oceano e in generale non credo riuscirei a vivere in un posto lontano dall’acqua ma la montagna mi piace, altrimenti non avrei lavorato in un campeggio per giovani disabili nel Maine.” gli rivelò “C’erano un sacco di attività: escursioni, orienteering, sopravvivenza, canottaggio… ma più di tutto mi sono fatta i muscoli sollevando una ragazza in carrozzina che voleva stare nel posto in alto sul letto a castello. Benedetta Betty, mi manda ancora gli auguri di Natale!”

“Quindi è qualcosa che ti potrebbe piacere?”

I suoi occhi guizzarono in ogni direzione prima di posarsi su di lui. 

“Chiedimelo più avanti.” concluse, tornando in posa.

Hunter annuì. Per il momento gli andava bene come risposta anzi, come non-risposta.

  
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