CAPITOLO UNDICI: PAULÈT EL
NINÌ
Leon si rialza e guarda la testa del Bocia: l’occhio
di vetro si stacca dal bulbo e cade. L’agente americano lo raccoglie.
Leon:- Capisco che serva per
aprire la porta, ma che schifo!!! Bleah!-
Esce dal capanno tenendo l’occhio tra il pollice e
l’indice della mano destra con un’espressione disgustata. Ashley gli viene
incontro.
Ashley:- Sei ancora vivo,
incredibile! Ma che è quello schifo che tieni in mano?-
Leon (parlando a denti
stretti sempre con la solita smorfia di disgusto):- Lascia stare e andiamo!-
Ashley:- Ma come hai fatto a
cavartela contro il Bocia?-
Leon:- Diciamo che ho
ricevuto un aiuto dall’alto.-
Ashley:- Da Dio?-
Leon:- No, più in alto!-
Ashley lo guarda stupefatta, comprende e tace in segno
di rispetto reverenziale. I due arrivano al portone, Leon infila l’occhio
nell’incavo e il portone si apre. L’agente americano e la figlia del presidente
lo attraversano e si avvicinano a un ponte levatoio davanti a un castello in
stile medievale.
Leon:- Dall’altra parte del
ponte!- (Leon parte di corsa. Ashley lo segue camminando.)
Ashely:- Ma perché corri? Non
c’è nessuno che ci insegue!-
Leon (guardandosi alle
spalle):- Ah, già... Chissà dove sono finiti i bergamados...-
Intanto a Milano, in Piazza del Duomo...
Uomo con il forcone (con una
t-shirt Trussardi, dei jeans Cavalli e una cintura D&G da 500000 euro):-
Ura sé ca nur
sèm d’i figürì!- [trad: Ora sì che siamo dei figurini!-]
Tutti
gli altri bergamados (vestiti più o meno allo stesso modo):- Pòta!- [trad:
Certo!]
Contemporaneamente vicino al castello...
Leon:- Va beh, entriamo nel
castello, ci servirà come riparo per la notte.-
Ashley (furiosa):- Per la
notte??? Ma io domani devo andare al party della figlia del segretario Runsfild
e ho bisogno di cinque ore come minimo per prepararmi prima, non posso perdere
tempo qua!!!-
Leon:- Ashley, cerca di
ragionare, per ora non ci sono più elicotteri di salvataggio e...-
Ashley:- Non me ne importa un
cavolo delle tue scuse! Io non entrerò mai in quello stramaledettissimo
castello!!!- (Ashley pianta i piedi a terra, incrocia le braccia e mette il
broncio voltandosi di spalle a Leon.)
Leon (tra sè):- Devo riuscire
a convincerla a seguirmi... Hum, forse ho un’idea... (Ad Ashley.) Ashley, lo
sai che in quel castello ci saranno almeno 15000 stanze? Di sicuro ci saranno
anche bagni dove potrai farti il make-up...-
Ashley (girandosi di
scatto):- Davvero? Allora muoviamoci, che stiamo aspettando??- (Attraversa il
ponte alla velocità della luce.)
Leon:- He, he! Lo sapevo!-
Leon segue la ragazza ed entrambi entrano nel castello.
Dal cortile esterno si introducono in un corridoio interno attraverso una
porta. Camminano cautamente, perché, nonostante Ashley voglia trovare il
necessario per il make-up in fretta, anche lei si è accorta del clima tetro e
lugubre del luogo. Leon avanza davanti a lei con la pistola in un pugno. Tutto
sembra tranquillo, quando all’improvviso...
Mercante (saltando fuori da
una nicchia):- Buh!-
Mercante:- He, he, he!-
Leon (respirando
affannosamente):- Ma devi sempre comparirmi davanti così???-
Mercante:- Ho dell’ottima
merce da vendere, straniero!- (Mostra una mitraglietta.)
Leon:- Sì, mi potrebbe
servire, grazie! (Allunga la mano, ma il mercante gliela allontana con uno
schiaffo.) Ahi!-
Mercante:- Non hai abbastanza
soldi, straniero! He, he, he!-
Leon (grattandosi la testa):-
Oh, accidenti! E se ti promettessi una percentuale sul mio futuro stipendio?-
Mercante (con aria scettica):-
See, ma quale stipendio? Solo cash, straniero! He,
he, he!-
Leon (frugandosi nelle
tasche):- Hum, aspetta un attimo... Ehi, la vuoi questa pietra che ho trovato
per terra poco fa?- (Estrae la lacrima viola.)
Mercante:- Ah, la comprerò a
un alto prezzo!- (Gli dà la mitraglietta. Il mercante prende la pietra, tira
fuori dal mantello un tavolino, un martello e una cannuccia e comincia a
frantumare la lacrima viola.)
Leon:- Non mi dire che ti
fumi anche questa!-
Mercante:- No, sei matto? He,
he, he! Questa non si fuma assolutamente! (Dispone la polverina ottenuta in
modo da formare delle piste, prende la cannuccia, se la avvicina alla narice e
comincia a sniffare.) He, he, he!-
Leon:- ‘Sta storia qua è
piena di droga!-
Mercante:- Alla prossima,
straniero! He, he, he!-
Leon e Ashley si allontanano dal tossicomane e
riprendono il cammino nei corridoi dell’antico edificio.
Leon:- Beh, direi che ora
siamo al sicuro, Ashley. Siamo in un bel castello medievale, guarda che roba!
Torce, arazzi, antiche armature, vetrate, un gruppo di pazzi fanatici avvolti
in sai monacali che ci viene addosso con delle mazze ferrate, mobili antichi,
tappeti...-
Ashley (indicando il gruppo
di fanatici):- Spara, idiota!- (Leon comincia a far fuoco con la mitraglietta.
Un monaco però riesce ad afferrare Ashley e portarla via.)
Leon:- Ashley! NO! (Spara al
monaco e Ashley cade a terra. Leon si avvicina.) Stai bene?- (Ashley gli
strappa la mitraglietta di mano e scarica tutto il caricatore contro
l’incappucciato a terra.)
Ashley (rivolta al cadavere
del fanatico):- Così impari a toccarmi il culo, pervertito!- (Strappa una mazza
chiodata dalle mani di un altro fanatico e continua a infierire sul cadavere.)
Leon:- Comincia a farmi
paura...-
Fanatico senza più la mazza
chiodata:- Pò a mé!- [trad: Anche a me!] (Ashley colpisce anche il fanatico
senza più la mazza chiodata con la sua mazza chiodata e gli altri fanatici
decidono che per ora è meglio cambiare aria e scappano via a gambe levate.
Squilla la ricetrasmittente di Leon. Lui risponde.)
Ingrid:- Leon, noto che sei
sopravvissuto allo scontro con il capoccia.-
Leon (gasandosi):- Sì, dovevi
vedermi: gli ho tirato un sinistro, poi un destro, poi un sinistro ancora, poi
un calcio in faccia e...-
Ingrid:- Leon, è inutile che
ti pavoneggi: tua madre è qua in ufficio, so benissimo che è stata lei a
chiamare Chuck Norris a salvarti!-
Leon:- Acc...-
Ingrid:- Vuole sapere come
stai.-
Leon:- Sì, sto bene e pure
Ashley. Ringrazia mia mamma per l’aiuto.-
Ingrid:- Dove vi trovate
adesso?-
Leon:- Siamo entrati in un
castello, ma credo che anche questo sia legato alla setta dei Bergamasch. Ci
sono un po’ di pazzi fanatici vestiti da monaci in giro.-
Ingrid:- Hum, senti, ho
un’idea, ma ho bisogno che tu...-
Leon:- Che io ti inviti a
cena?-
Ingrid:- Leon, se non la
pianti con questa storia giuro che non appena ti vedo ti stacco le p...- (L’audio
della ricetrasmittente viene disturbato da delle interferenze e
contemporaneamente l’immagine di Ingrid comincia a diventare sfuocata e a
ballare fino a svanire del tutto.)
Leon (colpendo la
ricetrasmittente con una mano):- Maledizione, si è rotta! E pensare che la
garanzia assicurava dodici mesi.-
Ashley:- Quando l’avete
comprata?-
Leon:- Quindici anni fa, ma
che c’entra?-
Ashley riprende a camminare scuotendo la testa e
sospirando. I due escono dal corridoio e camminano su un tratto di mura all’aperto.
Gigi (raggiungendoli da
dietro):- Oh Leone! (Lancia una trave di legno prendendo in piena fronte Leon
che si è voltato e buttandolo a terra.) Ops, scusa...-
Leon (rialzandosi con una
mano sul nuovo bernoccolo):- Ahia! Gigi! Ma perché l’hai fatto di nuovo?-
Gigi:- Dalle nostre parti ci
si saluta ‘osì. C’ho qualhosa per voi bischeri... (Si fruga le tasche, ma non
trova nulla.) Maremma maiala! L’ho smarrito quando son ruzzolato giù dalle
scale fuggendo dai Ciellìn.-
Ashley:- Cos’hai perso?-
Leon:- Chi sono i Ciellìn? E
perché hai un occhio nero?-
Gigi:- ‘azzi miei. Loro
gl’enno li pazzi fanatici ‘onciati ‘ome monaci ‘he stan in ‘sto ‘astello. ‘redo
‘he siano gerarchihamente più in su dei bergamados, ma sono ‘omandati da un nàcchero*
‘he pare davvero un cittino d’otto anni. ‘omunque, io so ‘he v’hanno iniettato
la Verzas. Dovreste ‘apirlo anche da soli: i sintomi son dire ‘he quei pori
‘risti ‘he vivono a Sud del Po’ fanno ‘osì tanto schifo ‘he un si posson
vede’.-
Leon:- Ma no, Gigi. Io non
dico che i napoletani, scusa la parola, fanno così tanto schifo che non si
possono vedere, anzi: sono degli ottimi fenomeni da baraccone per il circo! (Gigi
e Ashley lo guardano preoccupati. Leon sbianca in viso e si porta le mani alla
bocca.) O mio Dio, cos’ho detto?-
Gigi:- Maremma maialissima!
Sta già principiando a farti effetto! Parli ‘ome quei babbalei buhaioli! Devo
ire ‘ndietro a pigliavvi l’antidoto. (Fa per andare, poi si ferma.) O ma ‘he è
‘odesta storia? Uno rischia ‘l ‘ulo per voi e un gli dite nulla?-
Ashley:- Giusto: sbrigati a
trovare l’antidoto che io non tempo da perdere!!!-
Gigi:- L’era meglio prima! Ci
vediamo, Leone!-
Gigi si allontana tornando indietro mentre i due
attraversano un portone ed entrano in un grande salone in stile neogotico
illuminato da torce. A un certo punto una risata stridula echeggia dall’alto
della sala. Leon e Ashley alzano lo sguardo e vedono sopra un piccolo balcone
un tappo dalla pelle grigia vestito all’ultima moda (secondo i canoni del 1768)
con in testa una parrucca col codino sormontata da un tricorno. Ai suoi fianchi
ci sono due tizi avvolti in tuniche verdi molto ampie. Sono le sue temibili
guardie del corpo: i Verdani.
Paulèt:- Stavo cominciando a chiedermi
quando ti avrei incontrato!-
Leon:- Chi sei?-
Paulèt:- Mi chiamo Paulèt
Fumagalli e sono l’ottavo castellano di questa magnifica speculazione edilizia!
Io sono stato onorato con il prodigioso potere del grande signùr Soddler!-
Leon:- La prolissità?-
Paulèt:- Sì... Cioè no! Il
potere della Verzas, che anche voi presto otterrete!-
Ashley:- Io non voglio alcun
potere schifoso, ma solo una stanza dove farmi il make-up in pace! Quindi
finiscila di dire idiozie e lasciaci passare, tappo!-
Paulèt:- Tappo??? Come osi
sbeffeggiare la mia invidiabile altezza di un metro e diciassette centimetri???
Sei proprio una ragazzina viziata e maleducata!-
Leon:- Ha ragione lui,
Ashley, non è gentile chiamare tappo un bambino. Deve ancora crescere!-
Paulèt:- Esatto, e... Cosa???
Io un bambino??? Ma signor... (Si gratta la testa sotto il tricorno.) ehm...
Washington?-
Leon:- Il mio cognome è
Kennedy!-
Paulèt:- Kennedy, Washington,
che differenza fa? Sempre un presidente americano è! Insomma, quanti anni credi
che io abbia?-
Leon:- Otto?-
Paulèt (fumando dalle
orecchie per la rabbia):- OTTOOO?!?!-
Leon:- Sei? Quattro?-
Paulèt:- Ne ho ventisette!!!-
Leon:- Sì, certo, bambino.
Ora però fammi parlare con i tuoi genitori, da bravo!-
Paulèt (con la faccia
deformata dalla rabbia):- Grrr!!! Ti farò pentire amaramente di questo
affronto, signor Jefferson! Morirai tra atroci tormenti!!!- (Paulèt stringe
convulsamente la ringhiera in preda a un’enorme collera. Uno dei due Verdani
gli si avvicina.)
Verdano 1 (prendendo Paulèt
per un braccio):- Venga signore, è l’ora del bagnetto!-
Paulèt (frignando):- Nooo, non
voglio il bagnetto!!!- (I due Verdani lo afferrano per le spalle, lo sollevano
e lo portano via mentre grida e scalcia.)
Verdano 2:- Capo, non faccia
così, si sta comportando da vero ninì**!-
Paulèt:- Non è vero!!!
Buhaaa!!!- (I due Verdani lo portano via.)
*nàcchero=piccolo uomo sciancato.
**ninì=bambino ancora tanto piccolo da
essere cullato, vezzeggiativo per chiamare un bimbo.
È vero, sono in ritardo mostruoso, molto più delle
altre volte! Spero di essere riuscito a farmi perdonare almeno un pochino con
questo capitolo!
Ringraziamenti:
@Suikotsu: Beh, in effetti, quando si parla di Lui è
difficile confondersi...
@Sengir: Sì, un gran fiuto del pericolo... infatti ci
si caccia sempre!
@nueblackcrowfriend: Spiacente, ma avevo già deciso di
farla in un altro modo.
@RahizelRathalos: Non è proprio presto, ma spero ti
piaccia sempre...
@White Shadow: Vabbeh, non c’è problema, tanto io poi
ci ho messo un secolo ad aggiornare...
@utada_hikaru: Magari ci sarà qualche flashback sul
passato di Mrs Kennedy... Se sai com’è la storia, tra poco Ida avrà una buona
occasione di farlo fuori... Ah, ti è piaciuta la parte sul mercante?
@VioletNana: Rispetto agli altri, per te è
relativamente presto. Ma ti sconsiglio di assumere parodie intere in così poco
tempo: causano danni celebrali a volte irreparabili (ne so qualcosa...)!