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Autore: _Selenophile_    01/07/2020    1 recensioni
[erkenci kus]
[erkenci kus]Una ragazza dagli occhi ambra,Serena Monteforti,dopo un anno e mezzo a Londra,decide di ritornare nel paese universitario dove tutto è cominciato per affrontare i suoi demoni e riprendere in mano la sua vita.
Profondamente cambiata dal suo passato e da quello che è successo, non sa che è in arrivo per lei una sferzata di vita, totalmente inaspettata in un periodo come quello,in cui tutto era assopito e,quasi,dimenticato.
Un gruppo di ragazzi come tanti, che ha sogni,speranze, che lotta per emergere e per rimanere a galla. Un gruppo di ragazzi un po'strani e svampiti,che partorisce idee.
E un'idea,buttata lì un giorno di Ottobre, tra un aperitivo e una sigaretta.
Tutto questo causerà una tempesta violenta, dirompente e perfetta, da cui tutti usciranno diversi,cambiati.
Perchè un aquilone si alza solo con il vento contrario.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Io e i ragazzi ci eravamo riuniti a casa dei cugini per buttare giù qualche idea;Joan per scherzare l’aveva definita il nostro quartier generale.
«E se facessimo la cover di Certe Notti?!»,propose Daniele,«È un classico!».
«Appunto!Ci vuole qualcosa di alternativo,ma non fuori luogo..»,Victor si mise le mani nei capelli,«..che faccia pensare ai giudici:sono loro!».
Io ero seduta sulle gambe del mio ragazzo,ma non prestavo attenzione alla discussione,ancora pensierosa per le parole di Melissa.

Stavo tornando dall’ufficio di Andrea e come al solito quasi molleggiavo dalla felicità,una felicità che sparì quando incontrai la sua ex e Tatiana nel corridoio.Decisi di superarle senza dar loro modo di parlarmi,non mi andava di rovinarmi la giornata.
Loro però non la pensavano così.
«Siamo felici ultimamente,eh?».Cercai di superarle ma la rossa mi sbarrò la strada.
Sospirai e la guardai:«E a te che importa?».
«La tua felicità è seccante!»,ribattè lei malignamente.
«Beh,ovvio..»,alzai le braccia,«..per una persona viscida e subdola come te,è normale che la felicità degli altri sia seccante!».
La rossa mi si avvicinò minacciosa,ma Melissa la bloccò.«Lasciala stare. Tanto sappiamo tutti che il motivo di tutta questa felicità ha un nome.».
La guardai sorridendo angelica.«Quanto ti rode da uno ad Andrea,hm?».
Per tutta risposta ghignò.«Neanche un po’!Pensi che questa cosa durerà?!». Quella frase spense tutta la mia voglia di ribattere.
Lei si accorse di aver centrato il punto e si avvicinò,come una iena si avvicina ad una carcassa.«Sai,piccola..»,mi mise una mano sulla spalla,«..tu sei una creatura troppo pura per Andrea. Lui è fuoco,tu sei acqua santa.»,provò a farmi una carezza ma mi scostai,«Non siete fatti per stare insieme.Ha bisogno di una che gli tenga
testa,passionale..tu sei troppo fragile per uno come lui.».


«Serena..?!»,mi chiamò Daniele.
Mi ridestai dalla mia indolenza.«Sì?!».
«Si può sapere a che pensi?!»,mi rimproverò Mercorelli.Abbassai lo sguardo,mortificata,senza riuscire a rispondere.
Andrea si alzò,costringendomi ad alzarmi con lui,si scusò con gli altri e mi trascinò in camera sua.«Che hai,bimba?»,si fermò in attesa.
Il mio primo istinto fu quello di mentirgli.«Niente,perché?».
Sospirò e mi prese le mani.«Non hai un bambino davanti a te.È da prima di pranzo che sei strana..»,mi baciò,«..dimmelo o rischio di impazzire.».
Deglutii più volte e mi bagnai le labbra.«Melissa è venuta da me e..».
A quel nome si fece di pietra e lo sguardo divenne infernale.«Melissa?!»,scattò improvvisamente,«Ancora lei?!»,il suo urlo improvviso mi fece trasalire.Sentii tutti i muscoli irrigidirsi.
«Ti ha parlato?!Quando ti ha parlato?!».
Mi stava spaventando.«Andrea..»,cercai di blandirlo,«..per favore,fammi parlare.».
«A che serve?!Tanto so già cosa ti ha detto!»,sbraitò,«Ti ha detto che non sei adatta a me,vero?!».
Sbarrai gli occhi,ammettendo la verità.«Come hai fatto!?».
«Non ci vuole un genio per capire.».
Calò il silenzio,si strofinò una mano sul viso e mi diede le spalle,guardando la finestra.«Maledetta strega..».
Provai ad avvicinarmi,tremando leggermente.«Io..».
«Tu cosa?!»,scattò di nuovo.Sussultai e il cuore cominciò a galoppare forte,i suoi scatti rabbiosi mi terrorizzavano.
«Pensavo che dopo tutto questo tempo,la situazione fosse risolta!Pensavo che stessimo costruendo qualcosa di bello e forte,basato su un sentimento reciproco!».
Quella frase si infilò sottopelle,toccando le profondità del mio essere.«Stai dicendo che non provo nulla per te?!».
«No!»,mi guardava con lo sguardo duro,«Sto dicendo che viaggiamo su due binari separati.».
«Ma non è vero!»,trasalii ,«Il mio sentimento è forte quanto il tuo!».
«Invece no!»,sbraitò di nuovo,«Perché se è bastata una frase detta da un’arpia del genere per ridurti in questo stato,vuol dire che tu non credi nel tuo amore,e nemmeno nel mio!».
Sentii un cappio che mi strinse la gola,mentre gli occhi diventavano lucidi.«Perché mi parli così,adesso?!».
Scattò e mi agguantò le braccia.«Perché mi sono stancato!Lo capisci?!Mi sono stancato di vedere tutti i miei sforzi andare a puttane!»,la sua voce era un fischio,«Ti rincorro da Settembre,ma non è bastato!Ti ho detto che non mi importa che tu non abbia mai avuto un rapporto,e non è bastato!».
«Andrea..»,cercai di dimenarmi ma lui mi stringeva forte;mi sentivo un uccellino in trappola.
«..ti ho detto i motivi che mi legano a te,ma neanche quello è bastato!».
«Andrea,mi stai stringendo…»,ormai ero entrata in uno stato emotivo che mi portava a vederlo come un pericolo.
«Che cosa devo fare,eh?!», stava urlando senza freni,«..devo strapparmi il cuore dal petto?!»,mi scuotette,«Dimmelo!».
«Andrea,mi stai terrorizzando!»,le lacrime esplosero soffocando la mia voce.
Mi lasciò immediatamente,barcollando all’indietro come se l’avessi colpito,le labbra socchiuse e gli occhi enormi;io caddi sul letto,le mani sul cuore per cercare di arrestare la sua corsa impazzita,respiravo a malapena.
«Cosa..?!»,non stava urlando,ma il suo sussurro arrivò forte alle mie orecchie,«Hai paura di me?!».Io non riuscivo a rispondere,troppo grande era  il blocco che mi serrava la gola.
«Io..non..»,si grattò il collo,«Ho bisogno d’aria.».
Alzai lo sguardo mentre si infilava il cappotto.«Non seguirmi.Non vado nella zona rossa,sprecheresti solo tempo.».
«Andrea,aspetta un attimo..».
Si fermò sulla soglia,continuando a darmi le spalle,«Mi sembra che in questa coppia l’amore sia a senso unico.».
Se ne andò senza guardarmi.
 
I ragazzi erano andati via. Avevano sentito tutto quel baccano ed erano corsi in camera,cercando di tranquillizzarmi.
Poi avevamo provato a cercare una probabile cover ma senza risultato;tutte cose già fatte,già sentite.Noi volevamo altro.
Ero seduta sul dondolo ad aspettarlo,gli altri avevano pensato di farmi compagnia ma ero riuscita a dissuaderli,anche perché avevo Daniele con me,che esausto si era appisolato.
Io anche ero sfinita mentalmente,ma non potevo e non volevo abbassare la guardia prima del suo arrivo. C’era stato un black out ed ero terrorizzata che potesse essergli successo qualcosa.
Non avevo provato a chiamarlo,sapevo che non avrebbe risposto.
Mi accucciai sul dondolo e annusai la sua maglia che avevo indossato,accendendomi l’ennesima sigaretta,ma un rumore metallico mi distrasse,seguito dal cancello che sbatteva:Andrea era ritornato.
Gli corsi incontro,incurante di essere scalza e mezza nuda e mi avvinghiai a lui.Barcollò leggermente a causa del mio impeto inaspettato.«Sei qua!Ho avuto paura..è tardi..il black out..».
Mi circondò con le braccia ma non mi strinse,mentre io respiravo affannata.«Dove sei stato?».
Mi scostò e passò lo sguardo lungo il mio corpo.«Sei svestita e scalza,ti verrà un accidente in questo stato.».Si sfilò il giaccone e me lo appoggiò sulle spalle,poi mi sollevò per portarmi dentro.Mi sentivo piccolissima tra quelle braccia muscolose.
Daniele si svegliò.«Oh eccoti!Eravamo in pensiero!Serena ha rischiato una crisi nervosa.».
Lui aprì la porta senza guardarmi.«Mi dispiace!Non volevo spaventarvi.».
Salutammo Daniele e lui mi portò in camera,adagiandomi sul letto.Mi tolse il giaccone e mi coprì con il lenzuolo,continuando a non guardarmi né a parlare.
«Andrea..?!».
«Vado a farmi una doccia.Dormi,è tardi.». Si fiondò in bagno come se quella stanza fosse troppo piccola per lui,lasciandomi sola e con una sensazione di gelo che si impadroniva del mio corpo:l’aveva fatto ancora. Aveva messo un muro tra me e lui.
 
Ero stesa supina a fissare il soffitto,lui mi stava accanto,addormentato;non mi aveva preso tra le braccia,non mi aveva accarezzato i capelli e non mi aveva neanche baciata.
Avevo permesso a Melissa di minare la mia felicità e il nostro rapporto;le avevo permesso di entrare in quella fessura che era la mia insicurezza,e per giunta,senza neanche faticare.
Avrei voluto svegliarlo e parlargli,fargli capire che il mio sentimento era un qualcosa di totalizzante e che mi coinvolgeva al punto da affidargli il mio cuore.Perchè era lui il custode di quell’organo,glielo avevo messo in mano nel momento in cui gli avevo raccontato il mio passato.
Nel corso di quella notte pensai,pensai e ripensai.Con lui mi sentivo completa,mi sentivo al sicuro e protetta. Mi sentivo forte.Da quando aveva messo piede al bar,la mia vita era cambiata,anche se apparentemente sembrava essere sempre la stessa;eppure per me aveva acquisito un altro significato,un valore molto più profondo,perché lui era con me.
Un tuono squarciò il cielo,nel momento esatto in cui un’epifania squarciò la mia mente. Gli avrei dimostrato quanto tenevo a lui;e per farlo avrei utilizzato la mia arma più potente:la mia voce.
Inviai un messaggio.Forse ho trovato la canzone,dormi?
La risposta di Mercorelli fu immediata:chiamami.
 
«Non so che dirvi,raga…»,Victor era titubante,«..Heaven di Bryan Adams è un pezzo con i contro coglioni!».
«Non dobbiamo copiarlo..»,ero seduta sull’amplificatore,«..dobbiamo solo riproporlo in maniera più rock,come il nostro stile.».
«Ma come facciamo?»,anche Joan non era convinto,«Rischiamo di stravolgerlo completamente!».
«Ascoltate..»,Mercorelli manteneva stranamente la calma,mi aveva appoggiato immediatamente in quell’idea.«..quello che vuole dire Serena, è che gli accordi e la musica di base rimangono quelli,dobbiamo inserire solo qualcosa di più…graffiante!».
«Stai dicendo di inserire i muri di chitarra,vero?»fu Daniele a rispondere.
«Esatto!»,gli diedi una pacca,«Percussioni e corde per tutta la canzone,muri di chitarra all’inizio e alla fine e piano e voce nell’inciso strumentale.».
«Okay.Ma questo ti porterebbe a cantare con una frequenza più alta.Pensi di farcela?»,Victor mi guardava ansioso.
Annuii decisa.Quella cover era la trasfigurazione di Andrea,ce l’avrei fatta anche a costo di strapparmi le corde vocali.
Daniele portò le mani sui fianchi.«È comunque un’idea;e adesso non ne abbiamo altre. Secondo me vale la pena provare.».
Passammo tutta la giornata in quel buco di studio di registrazione,scambiandoci opinioni e unendo le nostre forze per cercare di creare la mia dichiarazione d’amore per il mio ragazzo.
 
Era sera tardi,ero seduta sul solito dondolo a risentire il pezzo che avevamo inciso,aveva qualcosa che non mi convinceva.
Avevamo pensato di prenderci una pausa e andare a casa,in modo da riordinare le idee,ma sia io che Daniele non avevamo seguito il nostro proponimento.
«Non lo so,Dan!»,mi accesi la sigaretta,«C’è qualcosa che non va!».
«Io te l’ho detto.»,il biondo prese uno spartito,«Secondo me il pianoforte di Mercorelli deve comparire all’inizio,accompagnando la tua voce; e dall’inciso strumentale in poi.».
Andrea stava lavorando al pc,quella giornata era stato distante.Mi sentivo vuota.E non riuscivo a capire perché mi avesse portata da lui,se poi aveva in mente di parlarmi a stento.
Il telefono squillò,risposi e misi il vivavoce,era Victor.
«Ehi,amico,ti ascolto!C’è anche Daniele.».
Il mio amico biondo rise.«Fatemi indovinare..»,stava fumando,«State lavorando alla cover!?».
«Esatto,fratello!Anche voi?».
«Yes!Joan è venuto a casa nostra per cercare di rivedere il pezzo.».
Il mio amico colombiano si intromise.«C’è qualcosa che non quadra nelle prime note,amigos!».
Mercorelli prese il telefono.«In studio tra un quarto d’ora?».
Sorrisi dopo due giorni;avevamo avuto tutti la stessa idea,noi funzionavamo solo insieme.
 
Qualcosa di morbido si posò sulle mie spalle,prima di sentirmi sollevare dall’amplificatore su cui stavo sonnecchiando. Riconobbi il profumo del mio ragazzo e mi strinsi a lui.
«Andrea..»,mormorai stringendolo ad occhi chiusi,«..non pos..».
«Ssh..»,sentii che mi sistemava in macchina,«..domani riprendete.Anche gli altri stanno andando via.».
«Quando sei arrivato..?»,borbottai prima di riaddormentarmi.
Arrivammo a casa,mi portò in camera sua e mi adagiò sul letto.Fece per andarsene,ma io gli afferrai la mano,aprendo gli occhi.«Resta.Per favore..»,la mia era una preghiera.
Accennò un sorriso.«Stavo andando dalla mia parte del letto.».
«Se tu vai dalla tua parte non mi abbracci..»,cercai di ingoiare il grumo di lacrime che mi era salito in gola,«..invece mi mancano tanto le tue braccia.Per favore..».La mia sincerità ruppe il suo muro di carta.
 
Stavamo aspettando le ragazze e Andrea per far ascoltare loro il pezzo e avere un’opinione il più spassionata possibile. Ero agitata come se davvero stessi per esibirmi davanti a dei giudici.
Arrivarono portando caffè e cornetti,che io non toccai per niente.
«Sei tranquilla?»,mi bisbigliò Elisa.
Scossi la testa in una risposta negativa.«È l’unico modo che ho per fargli capire che i miei sentimenti sono sinceri e forti.».
«Ancora non vi parlate?».
«Ieri abbiamo dormito insieme.Ma lo sento ancora distante,Eli.».
«Sere,ci sei?»,ci interruppe Victor.
Annuii e presi un respiro profondo,mentre ci posizionavamo agli strumenti e Joan dava il tempo.
 
Cominciai a cantare con Mercorelli che intonava la melodia.Vidi Andrea sgranare gli occhi quasi subito,non si aspettava una canzone del genere.
Joan fece vibrare i piatti della sua batteria,mentre Daniele e Victor cominciarono a suonare e il pezzo che davvero avevamo ideato tutti insieme,cominciò a prendere vita.
Il piano sfumò e ritornò la mia voce,con la potenza della batteria del mio amico colombiano e il ritmo graffiante del basso e della chitarra.
Non lo guardai neanche una volta,mentre cantavo.Non lo guardavo perché sapevo che se l’avessi fatto,avrei mandato a monte tutto il lavoro di tre giorni.
Gli strumenti e i miei acuti si intrecciarono magistralmente tra loro,finchè non arrivò l’intermezzo in cui era presente solo il piano di Mercorelli.
Ebbi il coraggio di guardare Andrea e lo trovai con lo sguardo lucido e completamente esterrefatto.Ero riuscita a sorprenderlo.
Accompagnata dal piano gli cantai quella strofa guardandolo dritto negli occhi.

Tesoro sei tutto quello che voglio quando sei qui tra le mie braccia
Sto trovando difficile credere
Che siamo in Paradiso.

Tutti gli strumenti rientrarono prepotentemente,mentre il mio amico tastierista inseriva il coro che avevo già registrato in modo da permettermi di salire ancora più in alto con la voce.
Quando la canzone finì con i reef di Victor e Daniele e la batteria di Joan,le mie amiche ci abbracciarono.
«Ma è bellissima!»,esclamò Camilla.
«È un gioiello,sul serio!Mortacci!»,Sofia e la sua delicatezza.
«Raga,con questa sbancate!»,Elisa era più euforica di noi.
Diafa ci porse il braccio.«Ho la pelle d’oca!»,sorrise,«So che non si vede,però lavorate di fantasia!».
Guardai Andrea,che stava ridendo per la battuta della mia coinquilina,e un senso di desolazione cominciò a mangiarmi da dentro.Non mi aveva rivolto parola.
Mi sedetti sconfortata sull’amplificatore,ma qualcuno mi alzò e mi trovai seduta sulle gambe del mio ragazzo.
«La canzone ero io,vero?I reef,la batteria..»,deglutì,«..mi hai trasformato nella cover di una canzone?».
Ce l’avevo talmente vicino da sentire il suo respiro sul mio viso.«Sì..»,mormorai,«Era l’unico modo per farti capire i miei sentimenti.».
«Non hai dormito per niente nei giorni scorsi.Il motivo era questa canzone?».Annuii piano.
Guardò un punto fisso,senza dire una parola.Avrei pagato oro per sapere cosa pensasse.
Deglutii cercando di calmarmi.«Andrea..io..».
«Mi dispiace!»,mi interruppe,«Mi dispiace averti detto quelle cose cattive.»,mi guardò con la devastazione nello sguardo,«È che vedere come ti sei lasciata sopraffare dalle tue paure inesistenti,come è bastata una provocazione di Melissa per farti crollare,dopo tutto quello che ti ho raccontato e che abbiamo vissuto..mi ha mandato in bestia.».
Gli misi due mani sulle guance.«Lo so,dispiace anche a me.Però tu devi lasciarmi il tempo di crescere.»,lo accarezzai,«Sei la mia prima relazione importante.Certe cose non so neanche come affrontarle..».
«Io invece penso che tutto questo sia dovuto anche e soprattutto alle tue insicurezze.».
«..ovviamente!Però tu devi  essere paziente e lasciarmi capire e maturare.»,gli spiegai.
«Ma tu hai paura di me.»,la sua voce era bassa e con un’inflessione triste.
Mi mossi a disagio su di lui.«Non ho paura di te.Ma tutti quegli scatti rabbiosi,quegli sguardi infuocati,io..»,cercai di trovare le parole adatte,«..mi attecchiscono al punto da non riuscire a muovermi o a parlare.».
«Quindi è vero,hai paura che io possa farti del male.».
«No!».Ma che cosa andava mai a pensare.Lo abbracciai,cercando di riversare tutta l’adorazione che provavo per lui nel nostro abbraccio.«Per favore,credimi.Io non ho paura di te!So che non mi toccheresti mai in quel modo!».
Seppellì il viso nei miei capelli,quanto mi era mancato!
«Insegnami..»,intrecciò le nostre mani,quel contatto si riversò nel cuore,«..insegnami a essere meno rabbioso.».Gli occhi erano così limpidi da poterci vedere quasi il mare.
«E tu insegnami a essere meno insicura.»,una lacrima mi scivolò lungo la guancia.
Lui la raccolse con l’indice.«Amore mio..».
Era la prima volta che mi chiamava così,fu come se una grande bomba fosse esplosa all’interno di quella stanza.
Lo abbracciai e mi accucciai contro di lui,mentre mi sussurrava quelle parole ancora e ancora una volta.
Lui aveva capito,aveva capito cosa provassi per lui.
 
«Finalmente le due tortorelle hanno fatto pace!»,Diafa ci riportò in quella stanza.
Joan fece finta di soppesare l’aria.«En efecto,l’aria elettrica è sparita!».
Andrea mi sistemò meglio sulle sue gambe.«Addirittura?!».
«Chi pensi l’abbia causato quel black out,due giorni fa,amigo?!»,continuò. Doveva fare il comico quel ragazzo.
«Sì,ma in tutto ciò..»,Mercorelli si rivolse ad Andrea,«..com’è la canzone?».
«È un capolavoro!»,mi intromisi io,urlando e ridendo,«Come il mio fidanzato!».
Lo abbracciai con slancio ma lui perse l’equilibrio e finimmo a terra,ridendo.Per fortuna cademmo sul tappetino di plastica dove erano appoggiate le chitarre e il suo corpo attutì la caduta.
«A questo punto,il problema non è arrivare alla fase finale..»,cominciò Victor,«..ma arrivare vivi e basta.».
 
___________________

Buongiorno a tutti! Come state?

Ammetto che non è l'orario solito in cui aggiorno,però ormai era tutto pronto,non aveva senso tenere il capitolo sul pc!

Parlandone un po',è un capitolo abbastanza pieno,dove gli avvenimenti si susseguono uno dopo l'altro. Spero di essere riuscita a raccontarvi in maniera abbastanza lineare quei tre giorni;se così non fosse stato,non esitate a dirmelo e mi scuso già da adesso.

Non so se vi ricordiate,nel capitolo in cui i ragazzi formano il gruppo,vi dicevo che Andrea sarebbe stato determinante per Serena.Mi riferivo proprio a questo:lui è la molla che la spinge a mettersi in gioco e a portare avanti il suo sogno. In realtà,il suo ragazzo è importante per il gruppo più di quanto sembri,perchè è il punto cardine su cui Serena basa la sua musica e le sue composizioni,siano appunto cover o canzoni originali.

Devo essere sincera,non era previsto questo capitolo, però ho preferito inserirlo per farvi vedere quanto i due ragazzi in realtà siano interdipendenti tra loro.

Anche perchè con il prossimo si avrà un salto temporale e i momenti teneri finiranno.

Bene,penso di avervi detto tutto!

Spero di poter leggere i vostri pareri.

A presto!
S.



 
   
 
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