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Autore: royal_donkey    01/07/2020    3 recensioni
Faticavano ma restavano in piedi, nonostante stavolta facesse più paura.
Perché di amore non si moriva, si moriva senza.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Titolo: Cosa ci ha fatto l'amore
Pairing: MerlinxArthur (si può scegliere di immaginare una qualsiasi coppia al loro posto poiché apparte gli articoli e i pronomi ci sono praticamente zero accenni)
Note: AU; OOC (non so sinceremente se siano IC o OOC, quindi l'ho messo in caso di prevenienza)
Note dell'autrice: molto veloce, prima che iniziate a leggere, vorrei che sappiate che questa One Shot non è nata con lo scopo di voler scrivere su questi due stupendi ragazzi (*^*) ma di usare la scrittura come valvola di sfogo. Ho scritto la canzone sulle note di "Cosa ci ha fatto l'amore" di Nek - da cui riprende appunto il titolo e qualche frase all'interno - e, sia la canzone che la OS, sono un qualcosa a cui sono legata fortemente per cui se ci sono certi passaggi non chiari o errori sono due i motivi: questo qui spiegato e il fatto che la OS non sia betata. 
Hope you enjoy!

Cosa ci ha fatto l'amore

 

Erano lì. Di nuovo.

Tutti i lori ricordi, belli e brutti, con loro.
I litigi, quelli violenti dove si urlavano contro e volavano i piatti per la cucina; i cocci a terra che non potevano più essere riuniti.
Il mondo crollare sulle loro spalle, il cuore spezzarsi ed essere l’unico rumore a riempire quella casa vuota.
Li aveva visti piangere, gridare di gioia e di dolore, ridere e abbracciarsi, amarsi e poi perdersi.

Era rimasta lì. Da sola.

Abbandonata senza padroni, senza i suoi padroni che l’avevano riempita di tante sensazioni ed emozioni.
I problemi scivolano via e poi tornavano, più violenti di prima, come se volessero buttare giù ogni loro sforzo.
Rividero davanti ai loro occhi i loro peggiori momenti, rividero tutti i loro casini, i loro cuori essere buttati nella spazzatura e poi triturati insieme agli altri sacchi pieni di roba vecchia.
Si erano lasciati andare, avevano pensato che fossero solo dei brutti momenti da eliminare; si erano disfatti di tutto, ma non di quello scossone che li aveva distrutti psicologicamente.

Erano di nuovo lì. Insieme.

Si stringevano la mano, il salone vuoto e inespressivo.
Davanti a loro un uomo triste, ferito e sfinito stava andando via con valige e lacrime sul volto.
Quell’uomo si era ripreso in fretta, nonostante tutto.
Restare in piedi non gli aveva mai fatto paura, perché era quello sicuro.

Ma a lui, quello che l’aveva visto lasciarlo lì, tra i pezzi rotti del suo cuore assieme ai vari bicchieri frantumati, faceva paura.
E aveva corso, vittima dei suoi stessi incubi che lui aveva reso verità, via dai suoi problemi che, però, non sapeva stessero correndo assieme a lui.

Le urla colmarono il vuoto e spezzarono una volta in più quei cuori distrutti, lacerati fino al fondo. Faticavano ma restavano in piedi, nonostante stavolta facesse più paura.
Perché di amore non si moriva, si moriva senza.

Erano lì. Dopo tutto quel tempo.

Si videro lì, le loro prime settimane, in mutande che ballavano con del vino dentro al bicchiere.
Sul divano coperti da un plaid blu con tanti dalmata disegnati sopra che lasciava i loro piedi scoperti mentre guardavano uno dei soliti programmi tv polizieschi che tanto piacevano a tutti e due.
Si videro al tavolo, che si guardavano prima con tanto amore, poi che non si guardavano affatto e si urlavano contro tutti gli errori commessi.

Le valige vicino al mobile nero della tv piene di odore di mare e vestiti, poi disfatte e infine svanite.
Il fotografo che li immortalava felici in quel salone colorato.
Sdraiati sul tappeto dopo una feroce battaglia di solletico.
Le mani che si alzavano e si colpivano, storcersi i polsi, farsi male; non parlarsi fino al giorno seguente.

Uno seduto sul divano, inespressivo, che sceglieva cosa guardare; l’altro a cucinare.
Le cornici piene, poi vuote.
I CD e i DVD ordinati nella libreria, quella che ora non c’era più.

E tutti quei “Va bene, è tutto apposto”  quando sapevano entrambi che non lo fosse.
E tutte le bugie.
E tutte i pianti nascosti.

E quando scappava uno in bagno, sbatteva la porta e si accasciava contro di essa, piangendo distrutto.
L’altro che urlava rosso in viso, bisognoso di dover colpire qualcuno o qualcosa.

Tutti gli errori che si erano solo lasciati dietro e ora tornavano più forti di prima.
Dovevano imparare a camminare, eppure avevano iniziato a correre senza guardarsi dietro.

Si erano aspettati senza dirsi che sarebbero tornati.

Avevano giurato per sempre, e non lo era stato.
Una vacanza in più, una malattia non letale ma distruttiva, una forza persa.

La pelle sintetica e bianca del divano con la molla rotta, la Wii piena di giochi, lo stereo che a volte si impallava.
Le bomboniere, le foto, i video.

Il certificato di matrimonio non era più affisso al muro sopra il letto, c’era un collage di Marylin Monroe.
L’armadio vuoto.
I peluche sul letto a castello, le lenzuola perfettamente posizionate sui tre materassi, la scrivania senza computer.

I giochi nei cassettoni e la libreria della cameretta completamente diversa da come l’avevano lasciata tre anni prima.

Le enciclopedie mai aperte, le bibbie solo per presenza, vasi con fiori finti e quadri grunge.
Il copri divano che prima era un semplice maxi – asciugamano usato in spiaggia.
I giochi di società nascosti nei cassetti, i lavoretti delle elementari in bella mostra.
I certificati di lingua, le foto dei bambini da piccoli e poi ad ogni loro tappa importante incorniciate sul mobile alto in corridoio.
Le tende arancioni cosparse di fiori neri, le cassette d’acqua vicino alla porta finestra, i volantini vecchi all’interno del contenitore posizionato come centrotavola.

Avevano dato tutto fino all’ultimo, pensando e sperando che i figli potessero capire e avessero meno problemi. Eppure avevano distrutto tutto il loro duro lavoro senza pietà nel momento che i loro pargoli ormai maggiorenni avevano lasciato casa.

Si odiavano, ma amandosi; non sapevano più come parlarsi, come innamorarsi di nuovo.

Ritrovarono la speranza negli occhi lucidi dell’altro.
Si strinsero le mani, le loro fronti che si scontravano.

Ridevano felici, piangevano tristi.
Avevano solo perso tempo così distanti, ma ne avevano guadagnato tanto ancora.
Erano maturati, anche solo capendo che il loro cuore apparteneva all’altro.

La fede al dito balzò allo sguardo del moro che attentamente scrutava il compagno.
“Non l’hai mai tolta?”
“Non l’ho mai tolta” perché aveva preso un impegno, aveva fatto una promessa e avrebbe mantenuto la sua parola fino alla morte.

Perché la vita era una stronza, ma li aveva resi forti e ci sarebbero stati ancora giorni per rifare gli errori che avevano commesso, per guardare il casino che sarebbe stato bellissimo solo con lui e con nessun altro.



Ei, ciao a tutti!
Questa è la prima volta che pubblico in questa sezione di EFP, ma ho un bel po' di proggettini in mente che sto lentamente sviluppando :)
Vi segnalo nuovamente che si ci dovessero essere incomprensioni/errori è perché non è stata betata (di solito mi corregge i testi mia madre, ma questa non volevo farglierla leggere perché non volevo piangesse, essendo inspirata a un periodo importante per lei - per quanto doloroso fosse).
Per chiarire, Merlino e Artù (o qualunque coppia voi abbiate scelto) sono stati sposati, hanno adottato due figli e i primi tempi erano una famigliola felice. I problemi erano arrivati gradualmente e, sempre gradualmente, hanno distrutto la famiglia. Una volta maggiorenni, i figli lasciano la casa e la situazione tra Merlino e Artù peggiora radicalmente, portandoli anche alle mani (brutto, lo so). 
Divorziano e dopo 3 anni si "ritrovano" (avendo due figli non si possono essere completamente persi) e capiscono che i sentimenti sono ancora vivi dentro di loro. Tornano così nella casa dove vivevano (che nel frattempo era rimasta vuota) e rivedono tutti questi ricordi. 
Non ho saputo ben scegliere note, avvertimenti e genere, quindi spero che non mi veniate contro! **incrocia le dita e stringe gli occhi pregando siano tutti clementi con lei**
Comunque, se volete aiutarmi rendendomi noti dei problemi (frasi incomprese, errori - sia di battitura che grammaticali -, aiuto nella scelta dei generi, degli avvertimenti o delle note; etc...), siete i benaccetti!
Tutto pur che ci sia rispetto, ovvio ><
Prendo questo "piccolo" spazio per ringraziare elfin emrysComeWhatKlaine therealbloodymary01 perché sono persone stupende e, ansiose di leggere una mia storia (ci credo poco lo foste ma sh), mi hanno convinto a pubblicare qualcosa.
Questa è dedicata a voi bellissime donzelle *^*
Aggiungo, brevemente, di passare a dare un'occhiata alle loro storie. Fidatevi di me, non ve ne pentirete! Se vi fidate veramente di me siete persone stupende (*^*)
**si commuove**
Ringrazio, in anticipo, tutti voi lettori silenziosi, se volete dire qualcosa siate liberi di farlo!
Sembrerò un po' pazzerella - e lo sono - ma prometto di non mangiarvi o trasmettervi nulla!
Grazie ancora per essere passati a leggere questa OS, che è più triste che altro :)
Bacioni, 
royal_donkey

 
   
 
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