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Autore: Stillintoyou    03/07/2020    0 recensioni
{Fourquel di "Benvenuta nella radura"}
‹‹ Elicottero. C'è un elicottero in avvicinamento. ›› disse.
Non sapevo come caspio facesse a saperlo, ma provai ad ipotizzare che fosse per via della sua esperienza militare, o qualcosa del genere.
‹‹ È una cosa positiva o negativa? ››
‹‹ Positiva, forse. Se è quello che penso io, ovviamente ›› inclinò la testa, ma non aveva un'aria molto convinta ‹‹ l'Hae ››
‹‹ E sarebbe? ››
‹‹ L'associazione a cui il governo Coreano affidò il compito di testare quella medicina di cui vi ho parlato prima ››
‹‹ Praticamente la C.A.T.T.I.V.O. coreana ›› disse Newt, toccandosi il labbro inferiore in modo nervoso. Non gli faceva piacere l'idea di avere a che fare con un'altra associazione simile, e non faceva piacere nemmeno a me.
‹‹ Più simili all'Eden. A differenza della C.A.T.T.I.V.O., mandano degli elicotteri a controllare le zone come questa per vedere se ci sono sopravvissuti o intrusi almeno una volta alla settimana. E cosa non meno importante: non vedono di buon occhio la C.A.T.T.I.V.O. ››
‹‹ Cosa significa Hae? È un nome? ››
‹‹ Significa sole ››
Genere: Angst, Avventura, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Minho, Newt, Nuovo personaggio, Teresa, Thomas
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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In che senso il segnale era assente?

Chuck piangeva, Nathan era agitato, Justin premeva dei tasti a caso sulla tastiera e le luci dentro la stanza sembravano particolarmente accecanti in quel momento.

Nonostante il mio corpo fosse vittima di un capogiro, mi affrettai ad alzarmi per prendere in braccio il bambino. Ogni movimento del mio corpo richiamava un ricordo. Mi sentivo febbricitante, ma non avevo tempo di preoccuparmi di quel dettaglio.

Lo cullai, lo strinsi a me, ma ogni mio movimento sembrava inutile. Era agitato, le vede sulla sua fronte erano evidenti ed i suoi occhi brillavano.

Le sue piccole mani erano strette attorno alle mie spalle, sudate e tremava. Era agitatissimo.

Non ero io quella brava con i bambini... Chuck era particolarmente legato a Newt, forse perché era stato lui a salvarlo.

Inspirai e continuai a cullarlo.

‹‹ Com'è possibile? ›› chiese Nathan, battendosi l'indice sulle labbra ‹‹ perché il segnale è saltato? ››

‹‹ Forse è perché sono molto in basso, ma comunque non è una cosa positiva. Da qui non possiamo aiutarli in nessun modo... ›› e questo di certo non aiutava a calmare né me né il bambino.

Ma dovevo pur fare qualcosa.

Il bambino era importante, no? Quindi...

lo feci sedere sul divano, inginocchiandomi, poi, di fronte a lui.

Inspirai.

Il suo viso era gonfio, arrossato, gli occhi cambiavano colore ad ogni secondo.

Aveva il broncio e si spingeva in avanti con le manine, chiedendomi silenziosamente di essere preso di nuovo in braccio.

‹‹ Chuck, tesoro, ascoltami un attimino, okay? ›› cercai di essere il più calma possibile. Non volevo spaventarlo o agitarlo di più.

‹‹ Cerca di recuperare il segnale... quando tutto questo sarà finito ti prometto che andremo a fare una bella passeggiata o... qualcosa. Qualunque cosa divertente ››

‹‹ Una bella passeggiata in mezzo agli spaccati mi sembra proprio l'ideale ›› disse sarcasticamente Nathan. La sua voce mi dava sui nervi, ora che ricordavo ciò che era successo prima.

Certo, sapendo effettivamente l'accaduto, attualmente, non potevo prendermela troppo con lui.

‹‹ E comunque, sicuramente ora è stanco. Magari l'errore di segnale è dovuto anche a questo suo affaticamento ››

‹‹ Non puoi prendere il suo posto? ›› il bambino avevo smesso di piangere, ma o suoi occhi continuavano ad emanare luci di colori diversi senza fermarsi. Il suo sguardo era perso il nel vuoto.

‹‹ No, solo Chuck può entrare in un sistema così complesso. Il problema è che è comunque un bambino ›› Nathan si passò una mano tra i capelli ‹‹ Jillian avrebbe probabilmente retto di più ››

‹‹ Già, diciamo che Jillian non avrebbe fatto molte cazzate che invece sono state fatte ›› sbuffai

‹‹ Presumo che la tua memoria sia tornata ››

‹‹ Tu credi? ›› a quel punto mi alzai. Presi il bambino in braccio, spostandomi da lì ‹‹ voglio provare a farlo dormire un po'. Tu cerca di sostituirlo ››

‹‹ Non ne sono in grado ›› ribatté Nathan ‹‹ non posso farcela. È come cercare di volare con una bicicletta! ››

‹‹ Beh, allora lo terrò lontano da questa stanza. Rimanere qui al momento non credo sia utile per la sua concentrazione, no? ››

‹‹ Ma – ››

‹‹ Lasciala andare ›› sbuffò Justin ‹‹ ha ragione. Chuck qui è preso da altro, vedendo noi agitati non lo calmerà più di tanto e non gli permetterà di rimanere concentrato ›› poi, distolse un attimo lo sguardo dal pc, girandosi nella mia direzione.

Lo sguardo di Justin lo ricordavo molto più tagliente. Era gentile, ora, preoccupato.

Mi chiesi a quel punto cosa fosse successo dopo l'incidente con l'Eden.

Cos'era successo a tutti noi?

Perché eravamo lì?

Avevo mille domande da fare.

‹‹ stai nei paraggi, per favore ›› disse gentilmente.

Annuii.

Le mie domande avrebbero avuto delle risposte in un momento certamente meno critico rispetto a quello.

 

Camminavo lungo i corridoi col bambino in mano. Nettamente più calmo e silenzioso, ma che giocava con le ciocche dei miei capelli.

Era più un antistress per lui. Erano passati almeno trenta minuti ormai.

Più passava il tempo, più nella mia testa si susseguivano immagini.

Non potevo certamente lasciarmi andare, in quel momento, a tutte quelle sensazioni.

Al senso del vuoto e del dolore per la perdita di amici cari... perdite a cui io, in realtà, spesso non avevo nemmeno assistito.

Come per Alby... o per Chuck.

Chi sa cosa avrebbe pensato Alby di tutta quella situazione strana.

Sicuramente sarebbe stato un ottimo leader... si sarebbe gettato in prima linea per salvare tutti. Un leader saggio... un padre, un fratello.

Il piccolo Chuck invece avrebbe certamente pensato a mangiare.

I bei tempi d'oro della radura, quando tutto era più semplice.

Pensare che avevo rivissuto per poco tempo quel periodo... mi fece male.

Non era niente in confronto a quei giorni.

Non c'erano le stesse cose, non c'erano le stesse persone... l'unica cosa che era rimasta, ironicamente parlando, era quello che provavo per Newt.

Forse, il fatto che non ricordasse nulla, era un bene. Non poteva ricordarsi quindi della rottura.

Avrei dovuto dirglielo?

Ovvio... tanto, ovviamente, lo avrebbe ricordato una volta tornato. Aveva detto che voleva recuperarla per via dei codici, no?

I codici...

E se quei codici combaciassero con i progetti in corso della C.A.T.T.I.V.O.? E se tra quei codici si nascondesse il prototipo di una cura?

Mi fermai nel mio commino verso il nulla.

Sgranai gli occhi.

La cura... Newt era stato curato all'Eden, risultava immune... allora, perché aveva perso la sua immunità?

Che fosse temporanea? Aveva senso, d'altronde non esisteva niente di ufficiale, ma... se così non fosse? Se fosse stata solo una cosa fatta credere dall'Hae per riportare tutto ad uno stadio iniziale e condurre il loro stupido piano copia della C.A.T.T.I.V.O.?

‹‹ Elizabeth! Corri, presto, questo lo devi vedere! ›› le urla arrivavano dalla fine del corridoio, apparentemente.

La voce era chiaramente quella di Justin.

Anche se non fosse arrivata da lì, certamente la mia meta era la stanza.

Mi affrettai a camminare. Il bambino rimase fermo. Non giocava più nemmeno con i capelli, ma le sue mani si strinsero saldamente contro le mie braccia.

Una volta dentro la stanza provai a staccarlo dal mio corpo, ma non sembrava averne nessuna intenzione.

‹‹ Che c' – ›› le parole mi morirono in bocca.

Lo schermo aveva recuperato il segnale.

‹‹ Sono riuscito ad alleggerire un po' il carico del segnale di Chuck. Ho fatto una manovra per cui ora siamo in due “ad averne il peso”, però questo guasta un po' la qualità visiva... ma forse è meglio così ›› le immagini proposte erano quelle di capsule enormi con all'interno dei corpi.

I corpi di tutte le persone morte durante le prove.

Tra cui Alby.

Chuck.

Winston.

… Jorge.

Newt era immobile di fronte al corpo di Alby.

La sua mano era poggiata contro il vetro della capsula. Il corpo era come mangiato da chi sa cosa, la pelle pallida e sul volto aveva una maschera. I suoi occhi erano spalancati e senza vita, gli mancava il braccio dentro ed era completamente intubato.

Chuck aveva tubi ovunque, le sue guance rosee erano ormai pallide e sciupate, ma aveva un sorriso dipinto in faccia.

Era Thomas quello fermo a guardare quella capsula.

Tremava. Poi Huan.

Era immobile, di fronte alla capsula contenete una ragazza. I capelli si muovevano morbidi nel liquido della capsula... era molto bella e giovane.

Inizialmente non capii perché fosse immobile lì di fronte, poi ricordai di sua sorella.

‹‹ perché...? ›› chiesi. Capii improvvisamente il comportamento del bambino.

Lui vedeva quelle cose.

‹‹ Non lo so, ma non sono gli unici. Ci sono proprio tutti ›› disse Nathan ‹‹ quello che mi chiedo, piuttosto, è perché siano lì? ››

‹‹ C'è anche George ›› disse Justin ‹‹ ci sono tutti quelli che sono morti nell'incidente dell'Eden. Ho catturato tutte le immagini... cioè, sto registrando tutto, in modo da analizzare tutto con calma ››

‹‹ Justin... ›› mormorai. Era scosso. Le sue mani tremavano, ma non capivo se fosse rabbia, frustrazione o tristezza.

Il suo corpo tremava, il suo sguardo, invece, era spento.

Era logico... non poteva certamente gioire di una cosa simile.

‹‹ Dobbiamo andare... ›› disse Huan. Thomas e Newt annuirono e, a malincuore, si spostarono, lasciandosi alle spalle il peso di quelle morti e quei corpi.

‹‹ Possiamo sempre provare a portarli via da lì... ›› provò a dire Nathan, poggiando una mano sulla sua spalla ‹‹ possiamo provare a riportarlo tra noi... ››

Justin quasi tremò a quel contatto, ma poi scosse la testa ‹‹ non voglio più giocare ad essere Dio ›› disse, inspirando ‹‹ la morte fa parte dell'uomo... ››

‹‹ Possiamo provare a trasferire la sua memoria in un altro corpo... possiamo provare a renderlo anche un cyborg ››

‹‹ E questo cosa sarebbe, agli occhi di un uomo? Vivere o un'altra evoluzione dello sopravvivere in questo posto? No... no, Nathan. Apprezzo seriamente il tuo sforzo di provare a farmi stare meglio, ma a questo punto forse è meglio così ›› inspirò, poi, poggiandosi una mano sulla fronte ‹‹ in fondo lui odiava vivere in questo mondo e non posso biasimarlo. Ha fatto delle cose orribili e si odiava a morte ›› forse, quelle parole, erano dettate anche dal suo senso di colpa per ciò che aveva fatto in passato... per ciò che aveva fatto fare a George.

Tuttavia capivo il suo pensiero.

Forse George avrebbe certamente voluto così... d'altronde Justin conosceva George meglio di chiunque altro lì dentro... certamente non parlava tanto per dare aria alla bocca.

 

Mentre il tempo passava, avevamo avuto modo di vedere cose orribili all'interno dell'Hae.

Non c'era stato niente di troppo facile o troppo difficile.

Il segnale saltava ogni volta che provavano ad entrare in una stanza.

Quando poi entrarono nel piano dei bambini, quasi mi venne il voltastomaco.

I bambini di cui mi aveva parlato Nathan.

Ormai non c'era più traccia di loro... almeno, nessuna traccia viva. Doveva essere successo qualcosa mentre eravamo stati presi e portati in salvo.

Nathan e Justin non sembrarono sorpresi da quella visione.

Sicuramente loro l'avevano vista da prima di me.

Nemmeno loro (Newt, Thomas e Huan) sembravano essere particolarmente presi da quella visione.

Sembravano particolarmente... insofferenti.

Dovevo essermi persa un mucchio di cose durante quei flashback, ed in quel momento, in tutta onestà, speravo di ricaderci in pieno.

Era tutto un lago di sangue, le pareti sembravano essere dipinte a pennello. Gli schermi erano schizzati di sangue, i vetri pieni di manate, i cadaveri erano a mucchi.

Cos'era successo in quel posto? Perché tutto quello ormai sembrava essere un'immensa barzelletta? Il fatto che fossi quasi abituata a vedere quel genere di disastro mi provocò il voltastomaco.

Huan si voltò verso Thomas, ma guardava dritto verso la telecamera ‹‹ da qui credo che ci sarà l'ennesimo blocco di segnale. Dobbiamo fare un cambio di rotta ››

‹‹ Va bene ›› rispose Nathan.

Un cambio di rotta?

‹‹ Non è pericoloso? ›› domandai.

Nathan scosse la testa ‹‹ mi fido di Huan ››

 

E fece bene a fidarsi.

Il piccolo cambio di rotta servì per cercare quante più persone possibili.

Altri componenti dell'Eden, superstiti dei labirinti, altri velocisti... ma non trovò niente.

Solo elenchi di nomi dei morti, ciò che accadde loro, i motivi delle morti... e delle fiale.

Tante fiale.

Circa un'ora dopo, Huan, Newt, Eva, Minho e Thomas furono su una berga in ritorno verso la base.

Gli altri velocisti erano stati usati come vittime sacrificali “per il bene più grande”, stando a ciò che dicevano i referti.

Il motivo per il quale, tutto sommato, andò tutto bene, si capì una volta tornati lì.

L'HAE aveva gettato i piani all'aria.

Non capivamo precisamente il perché di questo, ma l'unica spiegazione plausibile che riuscimmo a dare, fu una non riuscita del loro intento.

Forse la “nostra fuga” aveva messo loro del panico. La fuga dei soggetti principali... questa fu l'unica ipotesi che potevamo dare.

Minho ed Eva in realtà non avevano voglia di parlare, e l'unica cosa che fecero una volta tornati alla base, fu recarsi silenziosamente nella stanza per poter recuperare la memoria.

Nemmeno il tempo di dire anche solo ciao.

Il bambino aveva cominciato a leggere i codici, come promesso, e Newt invece leggeva quei documenti riportati dalla base dell'Hae.

Huan e gli altri erano andati ad analizzare le fiale, mentre dei filmati se ne stava occupando Nathan.

Newt aveva detto che sarebbe andato per ultimo a ristabilire la memoria, ma non aveva detto nient altro fino a quel momento.

L'unica cosa che chiese fu “hai ricordato qualcosa?” ma non chiese approfondimenti né altro.

Era scosso ed aveva la testa completamente altrove.

Dopo tutto quel silenzio, nel vedere i suoi occhi lucidi ed i suoi tic nervosi nel mordersi le labbra, optai per domandargli a cosa stesse pensando.

‹‹ Alby ›› fu l'unica risposta che diede.

Ed era strano, perché dato che la sua memoria era assente, non avrebbe nemmeno dovuto ricordare il nome.

Inspirai e, dato che aveva una mano libera e stesa lungo il tavolo, poggiai delicatamente la mia sopra la sua.

‹‹ Ricordi di Alby? ››

‹‹ Poco. Non ricordavo nemmeno il nome fino a quando non l'ho visto. So che era un mio caro amico... e ricordo la sua morte ›› il suo sguardo rimase perso per un attimo ‹‹ il bambino sta analizzando quei codici, ma mentre eravamo lì abbiamo visto di tutto.

Quei codici, se non ho capito male da ciò che ho visto di là, corrispondono ai soggetti. A tutti noi, Liz ›› rise nervosamente ‹‹ siamo schedati come se fossimo dei fottuti codici numerici. È questo ciò che siamo sempre stati per loro. Ci pensi? Dei numeri. Solo dei numeri. Se un numero è difettoso, allora creiamo un problema e siamo da eliminare... così come hanno fatto con gli altri ›› poggiò le mani sulle proprie tempie, massaggiandole delicatamente. Era palesemente stanco ‹‹ mi domando, a questo punto, cosa riservi seriamente la mia memoria ››

‹‹ Se è come la mia, non tutto fa poi così tanto schifo, Newt ›› mormorai, spostando le mani dalle sue tempie ‹‹ vedrai. Sarà piena di alti e bassi, ma ci saranno anche cose positive. Ne sono certa. Da quello che ricordo io, tu eri un grandissimo scienziato. Uno dei migliori alla C.A.T.T.I.V.O., ed un ottimo vicecapo nella radura ›› provai a rassicurarlo.

Un sorriso amareggiato si dipinse sulle sue labbra, poi scosse la testa ‹‹ ed invece, per quanto riguarda noi? ››

‹‹ Preferisco non esprimermi ›› dissi rapidamente. Non potevo dirgli le ultime cose prima di perdere la memoria ‹‹ preferisco sia tu a scoprirlo da solo ››

‹‹ Wow, presumo quindi che farà schifo. Bene così ›› disse, sollevando le sopracciglia ‹‹ dovevo essere proprio un pessimo amante ››

‹‹ Non è questo il punto, è solo meglio che sia tu a scoprire queste cose... tutto qui. Non voglio che ora ti fai delle aspettative al riguardo... né positive né negative ››

arricciò il naso in modo giocoso, poi annuì.

Stava solo scherzando... o, almeno, questo era ciò che voleva farmi credere.

Diede due piccole pacche sulle mie spalle, poi annuì ‹‹ lo apprezzo. Ma voglio sapere qualcosa, per almeno prepararmi un po' psicologicamente ›› disse, poi inspirò ‹‹ come, per esempio... sul labirinto. Sul ragazzo che ho visto dentro al laboratorio... cose così ››

‹‹ Alby, intendi? Eravate molto legati. Purtroppo io non so come sono morti molti di loro... ero già “andata via” diciamo così. Il labirinto non era poi così diverso da quella della radura dove siamo stati fino ad ora ›› si passò una mano tra i capelli in modo frustrato.

‹‹ Sono queste le cose che in realtà non vorrei ricordare ››

‹‹ Sono sicura che non ti pentirai di queste cose! ›› mi affrettai a dire.

Già... forse me ne sarei pentita io, visto che gli ultimi ricordi, prima di perderli, erano proprio quelli dove rompevamo.

Ma non doveva avere paura dei ricordi con Alby, nonostante fosse morto.

Così come non doveva temere quelli con Chuck.. o con Jorge.

Ancora non riuscivo nemmeno a credere al fatto che fosse morto.

Come? Quando? Perché? Non avrei mai avuto delle risposte al riguardo.

Non avevo nemmeno avuto il tempo di dirgli addio.

Chiusi gli occhi.

Non dovevo farlo preoccupare proprio in quel momento, o come minimo si sarebbe posto ancora più domande di prima. Tuttavia, silenziosamente, mi avvolse in un abbraccio.

Rimase in silenzio, ma riuscii a sentire la calma che voleva infondermi ed un affetto che avevo sentito poche volte, così forte, da parte sua.

Istintivamente, poggiai le mani sulla sua schiena e mi strinsi a lui. Le lacrime iniziarono ad uscire senza che nemmeno me ne accorgersi.

Il pensiero di aver perso anche l'ultimo affetto “familiare”, sotto sotto, mi distruggeva.

Sì... la mia seconda famiglia, era lì.

Newt era lì... ma sarebbe stato ancora lì, dopo i ricordi?

Avrei voluto dire a Jorge almeno un grazie... solo quello.

Ero certa che Nathan avrebbe potuto fare qualcosa.. come aveva proposto a Justin.

Ma aveva ragione quest'ultimo: basta giocare a fingere di essereDio.

 

  
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