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Autore: jade146    04/07/2020    6 recensioni
[Alycia Debnam-Carey / Eliza Taylor]
La premier della terza stagione dello show vede come protagoniste Eliza ed Alycia, entrambe prese di mira dai giornalisti e dai fotografi.
All’interno del cast nessuno riesce a spiegarsi come possa andare avanti la credenza che le due siano migliori amiche, ma sembra che qualsiasi parola da loro pronunciata davanti una telecamera sia presa con estrema serietà sia dai media, sia dall’audience.
Jason è contento del risultato ottenuto, ma trova difficile avere a che fare con due attrici che, in fin dei conti, non si sopportano.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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*****
Stanza numero 330

 
<< Alycia? >> ripeté Eliza cercando di controllare gli angoli della propria bocca perché sembrassero un sorriso e non una smorfia << Abbiamo legato tantissimo. Siamo migliori amiche, in pratica. >>
 
<< È un vero amore, sono grata di averla conosciuta. E poi, parliamoci chiaro… >> Eliza si guardò intorno per controllare che non ci fosse nessuno per poi sporgersi verso il giornalista con aria d’intesa << … bacia davvero bene. >>
 
<< Non credo di poter rispondere a questa domanda, >> l’espressione angelica di Eliza nascondeva un grido di disperazione che minacciava di liberarsi con foga distruttiva da un momento all’altro << Dovreste chiedere ad Alycia, vedere cosa vi risponde. >>
 
 
Eliza sentiva chiaramente il respiro di Jason solleticarle il collo. Era una sensazione disgustosa. Non perché provasse odio o quant’altro nei confronti di Jason, no. Avevano un rapporto professionale che funzionava, più o meno. Era disgustata dal fatto che lui fosse lì dietro, a controllare che ogni sua parola detta a quell’ultimo giornalista fosse perfetta.
Il red carpet era finito, ognuno aveva detto la sua in quei venti metri di giornalisti e fotografi accalcati. Tra Eliza e Alycia c’erano Marie, Lindsey e Bob, tutti ancora alle prese con le loro interviste. Jason aveva già spiato le risposte di Alycia e adesso toccava ad Eliza avere la sua presenza alle spalle.
Per sdrammatizzare il tutto, Eliza si voltò come scocciata - il che, a dirla tutta, non le fu difficile da interpretare.
<< Che cosa vuoi, Jason? >> disse alzando un sopracciglio e gesticolando come una spacciatrice pronta a dimostrare la propria innocenza ad un agente di polizia << Giuro, niente spoiler. >>
Jason alzò le mani, indietreggiando, ed Eliza si voltò nuovamente verso la giornalista, regalandole un finto sfogo verbale su quanto fosse pignolo e misterioso Jason.
Grazie al cambio di argomento, Eliza poté evitare l’ennesima domanda riguardante il suo rapporto con Alycia e passare oltre, terminando quello strazio di red carpet.
<< Sei stata brava, >> sussurrò Jason sporgendosi innocuamente verso di lei << Sedetevi vicine, mi raccomando. >>
Eliza alzò gli occhi al cielo prima di allontanarsi dal movimento di flash e macchine da presa, troppo insistenti per i suoi gusti. Non le importava neanche più nascondere la propria irritazione di fronte a Jason, ormai il regista sapeva benissimo che le due ragazze non avevano minimamente legato.
Non era scattata la simpatia.
Succede spesso all’interno di cast vasti come quello di The 100, la cosa che non si spiegava assolutamente era come il loro rapporto freddo e distaccato nella vita reale avesse potuto dar vita alle scene riprese per la serie. Sin dalla prima apparizione delle due attrici nella stessa ripresa, l’audience aveva gridato all’OTP.
Eliza stessa rimase stupita quando vide per la prima volta le riprese ancora prima che venissero portate in post produzione. Quel giorno, con le braccia conserte e un sorrisetto soddisfatto, congratulò mentalmente se stessa e la propria professionalità.
Purtroppo non poteva dire di essere fiera dell’Eliza che camminava lì, su quel red carpet. A meno che mentire non rientri nell’essere professionale, per un attore.
In realtà è proprio la base di tutto, genio del male.
Il problema era che mai nella sua vita lavorativa le era capitato di dover mentire riguardo alla sua relazione con un collega. Mai.
O, perlomeno, mai in maniera così esplicita.
Eliza sbuffò sonoramente tenendo il tempo di qualche canzone non ancora scritta con il tacco della scarpa. Quella giornata era iniziata male già dall’assegnazione delle camere d’albergo, le mancava solo l’overthinking.
La fottuta 330, ovviamente. Perché non mi perseguita già abbastanza questo cazzo di trentatré, adesso ci devo anche dormire dentro.
Erano stati inutili i commenti di Marie e Lindsey che continuavano a farle notare di come trecentotrenta e trentatré non fossero assolutamente lo stesso numero. La risposta di Eliza era stata isterica:
<< Ho dieci dita, >> disse mostrando le mani alle due ragazze - come se ce ne fosse il bisogno << Trecentotrenta diviso dieci? Trentatré! >>
E, alla fine, Lindsey e Marie non se la sentirono di insistere troppo, sebbene continuassero a non capire.
Il flusso dei pensieri di Eliza fu interrotto da una mano che la prese per l’avambraccio e la trascinò nel teatro. Quando alzò lo sguardo, si ritrovò sommersa dalla chioma castana di Alycia che svolazzava libera da acconciature.
Il suo carattere mi infastidisce, ma niente da dire sul suo shampoo.
Una volta davanti al palco e lontane dagli occhi indiscreti dei media, Alycia abbandonò la presa sul braccio di Eliza per voltarsi e dirle con un’alzata di spalle: << Un po’ di lesbian action per quei disperati. >>
Eliza alzò un sopracciglio << Sai, lesbian non è soltanto una categoria di porno. >>
Il tono della frase voleva essere scherzosamente canzonatorio, ma per qualche motivo risultò essere petulante e scontroso. Porco il demonio.
<< Lo so, Eliza. Grazie, >> rispose Alycia con esasperazione. Era la prima volta che interagivano tête-à-tête, quella sera e sembrava già andare alla grandissima << Ti ricordo che interpreto un personaggio omosessuale, sono LGBT- >> pausa << … friendly! E non lo sono neanche per questo motivo in particolare. Lo sono e basta. >>
<< Va bene, va bene, >> alzò le mani Eliza, in gesto di resa << Non volevo certo che ti sentissi in dovere di darmi delle spiegazioni riguardo al tuo risveglio sessuale o cosa. >>
<<  Nessuno ha parlato di risveglio sessuale, >> l’esasperazione di Alycia sembrava aumentare << E te le darò, invece. Perché sono stufa di essere giudicata da te. >>
Bene, come si è scatenato tutto ciò?
<< Se non lo fai verbalmente, lo fai con lo sguardo. Sei insopportabile. >>
<< Hey, cosa? >> sbottò Eliza scioccata << Io non giudico, >> Un film di Eliza Taylor. In tutti i cinema.
Alycia non ebbe tempo di rispondere perché comparve al loro fianco Jason, dando fine a quell’inspiegabile querela che sarebbe potuta andare avanti per ore.
<< Ragazze. Posti >> disse, affettato.
Le due si guardarono in cagnesco prima di prendere direzioni differenti.
<< Vicine >> puntualizzò il regista con un tono abbastanza alto da far arrestare entrambe.
Questa giornata non finirà mai, pensò Eliza prima di voltarsi sbuffando internamente. Alycia si lanciò un’occhiata dietro le spalle talmente pigra che a malapena giunse a focalizzare Eliza, la quale - tentando di sopprimere l’incredulità che provava di fronte ai comportamenti della collega - avanzò nella sua direzione per seguirne la scelta di posti. Tutto ciò a debita distanza.
Salendo sulle scale della platea, Eliza scorse Lindsey seduta in una delle prime file accanto a Bob e Devon. La ragazza le rivolse uno sguardo allarmato che chiedeva: “Cosa succede?”.
<< Aiuto, >> sussurrò Eliza amplificando il labiale.
Lindsey annuì velocemente e in un secondo le camminava dietro, a passo svelto << Ho notato della tensione… >>
Eliza sbuffò. Sonoramente, questa volta. Alycia sembrò avvertirlo e si voltò per un istante, con un cipiglio che non avrebbe potuto incutere timore neanche a un bambino.
Anche Lindsey notò questo particolare e soffocò la risata che minacciava di uscirle fuori dalla bocca con prepotenza << Che cosa ha intenzione di ottenere con quel musino? >> chiese retoricamente in un sussurro, prima di avvicinarsi di più alle spalle di Eliza << Un pass per la tua vag- >>
<< Lindsey! >> la ammonì Eliza voltandosi con una velocità tale da frustare l’amica con i propri capelli << No- non scherzarci neanche. Cristo. >>
Lindsey le regalò un’espressione confusa << Io credevo fosse quello il fine di… tutto questo >>, disse gesticolando tra Eliza e Alycia - che aveva deviato la propria marcia su per le scale in modo da entrare in una delle file centrali.
<< Tutto questo, cosa? >> sibilò Eliza, lanciandosi occhiate intorno per essere sicura di mantenere tra loro due quell’assurda conversazione.
Un pass? Scherziamo?
Lindsey riprese a salire le scale, lentamente << La tensione sessuale tra voi due. >>
Il particolare di quella frase che più infastidì Eliza fu l’ovvietà con cui Lindsey sembrò esprimerla.
<< Ti consiglio di gettare nelle fiamme questa tesi, perché è completamente errata >> commentò Eliza per poi considerare l’argomento chiuso.
Lindsey nascose un ghigno sotto i baffi e rispose con un semplice “ok”, considerando anche il fatto che avevano raggiunto Alycia.
La ragazza si era seduta a gambe accavallate e aveva tutta l’attenzione spesa sul proprio smartphone. Questo permise ad Eliza di scivolare nel posto accanto a lei senza dover essere fulminata da quel suo sguardo che cercava con tutte le forze di essere minaccioso.
Forse intimorirebbe di più se fosse truccata come Lexa e avesse tutta quella pelle di animale morto addosso.
Ma Alycia aveva un trucco leggero e naturale, quella sera. E sicuramente non indossava pelli di alcun tipo, ma un paio di cropped blu e una camicetta bianca.
Eliza si mosse sul sedile per trovare una posizione comoda che potesse in qualche modo attenuare il disagio che provava.
Tensione sessuale… figuriamoci.
Non era proprio il tipo che s’infatuava o eccitava appresso a giovani ragazze con l’animo da fashion blogger.
Gira con dei diavolo di ciclamini nella borsa. Chi cazzo porta a spasso i ciclamini?
No, Alycia non era proprio il tipo di ragazza che avrebbe potuto scatenare desideri lontanamente sessuali in una come Eliza.
Se proprio doveva trovare attraente una ragazza, quella doveva come minimo essere una feminazi-barra-badgirl-barra-cocainomane.
Ed in ogni caso, non vi erano i presupposti per una situazione simile neanche da parte di Alycia. La ragazza era chiaramente etero. Uno zero sulla scala Kinsey.
O almeno questa era l’impressione che Eliza aveva di lei, e tutto faceva meno che eccitarla.
<< In questo momento si potrebbe trapanare l’aria >>, le sussurrò Lindsey nell’orecchio.
Eliza si voltò discretamente verso Alycia. La ragazza era ancora intenta a scorrere il suo Instagram con lo stesso cipiglio che aveva mostrato prima.
Se non la smette le verranno le rughe.
Forse avrebbe dovuto dirglielo. Dirle che poteva rilassare almeno la sua espressione. Dirle che poteva benissimo esprimere il proprio disagio a voce ed evitare di ritrovarsi piena di foto con le sopracciglia aggrottate e quel cruccio da cucciolo capriccioso.
Magari avrebbe alleggerito l’atmosfera.
<< Se no- >>
Per disgrazia o per fortuna, fu interrotta dall’annuncio pre-proiezione di Jason.
 
Al termine della puntata Eliza poteva affermare con certezza che era giunta l’ora perfetta per uscire fuori da quella sala e trascinare in qualche localetto stravagante le proprie membra ormai ridotte a un fascio di nervi.
Tre quarti della proiezione avevano come protagonista Eliza che grugniva, si rotolava nel fango e faceva sesso.
Erano stati quaranta minuti piuttosto imbarazzanti, Eliza non amava proprio guardarsi in azione. Per di più Alycia aveva continuato ad avere il volto sfigurato da quella smorfia di esasperazione che Eliza proprio non riusciva più a spiegarsi, e questo aveva aumentato il disagio durante la visione della puntata.
Per non parlare del fatto che ogni qual volta volesse accavallare le gambe o cambiare posizione, il suo sedile emetteva un flebile cigolio che a quanto pare arrivava chiaramente alle orecchie di Alycia che non perdeva occasione per voltarsi a osservare il fianco di Eliza durante tutta l’operazione.
Il fianco e basta.
Come se Eliza non avesse avuto più una faccia.
<< Adesso puoi anche smettere di mandarle messaggi col pensiero >>, le disse improvvisamente Lindsey una volta che il cast trovò la propria strada verso l’uscita del teatro << Non sembrano giungere al destinatario. Deve esserci qualche problema di connessione. >>
Eliza si passò una mano tra capelli. Alycia stava ridendo e scherzando con Bob e Richard poco più avanti << Non è assolutamente quello che sto facendo >> rispose, fingendo di star solo guardando nella direzione dei tre, senza alcun fine.
<< Ok, va bene, alzo le mani. Allora cosa staresti facendo? >>
<< Mi sto facendo i cazzi miei. >>
Lindsey ghignò senza allentare di un minimo la corda << Com’è possibile che tu, tra tutti, non sia riuscita a legare con Alycia. Sei praticamente amica anche dell’aiuto regista-barra-fattorino. >>
<< Lui mi porta il caffè sul set. >>
<< Opportunista. >>
<< È solo il mio modo di sopravvivere alle levatacce. Tutta strategia. >>
<< Ti stai creando gli alleati sbagliati. >>
<< Il caffè è importante. >>
<< È più importante avere il permesso di fare un’intervista con l’attrice che interpreta l’interesse romantico del tuo personaggio >> le fece notare Lindsey dandole una piccola spinta << E con la quale hai pomiciato un totale di trenta volte. >>
<< Trentuno, >> puntualizzò la voce di Marie alle loro spalle << Ho tenuto il conto. Allora… >> la ragazza si fece spazio tra Eliza e Lindsey, prendendole sottobraccio << Devon propone di andare a bere, siete dei nostri? >>
<< Andiamo a bere >> annuì con sicurezza Eliza.
Non c’era motivo di renderle partecipi del fatto che i baci totali erano stati trentatré e che per questo aberrava quel numero come fosse il demonio.
 
<< La odio! >>
La voce di Eliza si perse, sommersa dalla musica live nel locale. Naturalmente l’oggetto del suo odio era Alycia, la quale aveva appena ricevuto le attenzioni di uno sconosciuto tradotte in un Vodka Lemon.
Aveva visto la ragazza scoppiare a ridere e guardarsi intorno per scoprire chi fosse stato a regalarle il drink, per poi alzare il bicchiere in direzione del viscido di turno.
In realtà sembra un bel tipo. Potrebbe anche essere il suo tipo da come ha la camicia abbottonata fino a strozzarlo.
<< Quando hai finito di borbottare riguardo Alycia, raggiungici sotto palco, >> le disse improvvisamente Marie mentre prendeva per mano Lindsey e scompariva tra la folla.
<< Non sto borbottando! >>
<< Sicuro >> disse una voce dietro di lei.
Eliza si girò scocciata. Aveva riconosciuto quella voce nonostante l’inusuale tono alto con il quale le era giunta alle orecchie. Il suo sguardo s’incatenò a quello di Alycia.
Ci furono svariati secondi di pausa nei quali Eliza era sicura di apparire come se volesse uccidere l’altra ragazza da un momento all’altro.
D’altro canto, Alycia la guardava con occhi ilari e sorriso sulla bocca,  il che fece infervorare Eliza ancor più, tanto da farle crescere nel petto un’incontrollabile voglia di coprire quelle labbra sorridenti e nasconderle dalla propria vista.
Con le nocche, con le dita, con la bocca… con qualsiasi cosa.
L’alcol che circolava nelle sue vene non le fece analizzare il pensiero. E nessun altro pensiero a venire.
<< Che cosa vuoi? >> chiese brusca Eliza una volta realizzato di avere la propria attenzione tutta focalizzata sulle labbra di Alycia. Il sorriso della ragazza non fece che aumentare.
<< Volevo offrirti questo drink >> disse Alycia porgendo il bicchiere ad Eliza, la quale lo guardò con una smorfia.
<< È un modo per offendere me o il tuo fan laggiù? >> rispose accennando al tipo con il colletto a mo’ di choker.
<< Non vedo come possa offenderti una cosa simile. >>
Qualsiasi cosa tu faccia mi offende.
<< Offrire qualcosa che ti è stato appena regalato da uno sconosciuto in un locale potrebbe offendere. >>
Alycia alzò un sopracciglio, annuendo << Avresti preferito che ti comprassi un drink, quindi? >>
<< Assolutamente no. >>
<< Allora non borbottare. >>
Stasera mi tocca passare alle mani.
<< In ogni caso… >> continuò Alycia prima che Eliza potesse aggredirla verbalmente-barra-fisicamente. Ancora doveva decidere. << Non vado pazza per la vodka, ma so che a te piace, >> disse semplicemente << Mi sembrava un peccato sprecare dell’alcol. >>
Eliza sbuffò incrociando le braccia al petto. La ragazza non aveva tutti i torti: sprecare alcol era un’eresia. Se
gratis, be’… lo era ancor di più.
Son sicura si possa finire all’inferno per qualcosa di simile.
Sicuramente, l’importante era convincersene e dare soddisfazione ad Alycia.
Ma non voglio assolutamente soddisfarla. E quel sorriso mi dà ai nervi.
Alycia continuava a guardarla con curiosità, senza mai mutare la curva convessa della propria bocca.
<< Cos’hai tanto da sorridere? >> chiese Eliza con un tono che nella sua mente avrebbe dovuto essere di sfida ma suonò più come una semplice domanda curiosa << Fino a poco fa temevo non ti saresti più ripresa da quell’espressione adirata. >>
T e m e v o.
Eliza non aveva contato di aggiungere quell’ultima frase, e pregò tutto il pregabile perché Alycia non ci si soffermasse su. Per fortuna la ragazza si limitò ad alzare le spalle, prendendo un sorso dal suo bicchiere di vino << Prima mi hai nevrotizzato. >>
Il cocktail omaggio era ancora ad invadere lo spazio personale di Eliza - per quanto fosse possibile avere uno spazio personale in quel pub. << Adesso sono rilassata. Ho finito un percorso e ne sto per iniziare un altro. >> disse semplicemente. Nonostante le sue parole fossero sincere e pacate e ricche di gratitudine, Eliza non poté che ripetersi - per l’ennesima volta - quanto odiasse la sua ormai ex-collega. Per non dimenticare ed in parte per cancellare l’uscita che le era sfuggita poco prima.
Si crede migliore di tutti.
<< In più, >> aggiunse, << sto bevendo del vino discutibile in un pub in cui danno della musica decente. Sono felice. >>
Eliza aprì la bocca per dire qualcosa di offensivo, ma si ritrovò a corto d’idee e di vocaboli abbastanza taglienti. Boccheggiò per un paio di minuti prima di girare gli occhi con una smorfia di superiorità.
Incredibilmente, quando tornò a guardare Alycia negli occhi, si accorse di come la ragazza fosse divertita da quella sua reazione - ancor più di quanto lo fosse prima, se possibile - e la colse a lanciare un’occhiata alle sue labbra prima di ricambiare lo sguardo.
<< Da brava australiana, accetterò questo drink gratis >> concluse Eliza prima di entrare nei dettagli di quell’inusuale scambio di sguardi. Non era capitato spesso, forse due volte. Le due volte che avevano reso il numero trentatré così odioso ai nervi di Eliza.
Scuotendo il ricordo di quegli errori con un brivido, Eliza prese il bicchiere dalla mano di Alycia. Era piacevolmente fresco. << Non voglio perdere l’abitudine, sai >> disse, catturando la cannuccia con la punta della lingua, gli occhi fissi su quelli di Alycia.
Che cazzo sto facendo?
Lo sguardo di Alycia si spostò presto sulle labbra di Eliza, le quali si curvarono in un sorrisetto sghembo contro la sua stessa volontà.
Ragazze, smettetela, vi prego.
Parlare con le proprie labbra. La nuova era della gestione degli impulsi nervosi.
Ma il problema che, negli ultimi tempi, stava affrontando più spesso del dovuto, era quello di entrare in contatto con Alycia e parlarle da persona civile. Eliza sembrava sempre e solo essere capace di utilizzare due toni: quello da stronza e quello da arrapata.
Ed entrambe le due scelte non risultavano essere mai adeguate.
<< Così pare che tutti noi australiani siamo degli alcolizzati. >>
<< Non alcolizzati. Solo bevitori entusiasti. >>
<< È per questo che reggi l’alcol così bene? Perché sei una bevitrice entusiasta? >>
Non reggeva più l’alcol come una volta e il chiaro tono di scherno di Alycia non passò inosservato.
<< Forse. Tu non sembri essere da meno. >>
Eliza lasciò alla ragazza il dubbio se si stesse riferendo alla passione per il bere o il reggere poco i propri drink.
Ma in realtà Alycia non sembra affatto distratta da quel particolare, e cambiò completamente discorso. Il che lasciò Eliza con una strana sensazione a fluttuarle nello stomaco.
<< Sai, avremmo potuto giocarcela meglio. >>
Eliza sapeva benissimo a cosa si stesse riferendo Alycia, ma proprio non voleva riprendere il discorso. Soprattutto visto com’era andato a finire l’ultima volta.
<< Che cosa? >> chiese, regalandole la propria miglior espressione gnorri.
Alycia alzò gli occhi al cielo. Nonostante avesse inteso perfettamente il livello di recita dell’altra << Questa… >> indicò i loro corpi, alternatamente. Probabilmente non aveva calcolato bene la distanza che le separava - o la non-distanza - e andò a colpire il seno di Eliza.
Per un secondo si guardarono con occhi sbarrati. Alycia deglutì << Questa sorta d’immagine. >>
<< Già ne abbiamo parlato >> sbottò Eliza, facendo un mezzo passo indietro. Si scontrò con la schiena madida di qualcuno.
Ew.
<< È vero, ma non puoi dire di avermi ascoltata. >>
La ragazza non aveva torto: Eliza l’aveva snobbata non appena erano entrate nel vivo della conversazione e Alycia aveva messo in campo le proprie conoscenze nell'ambito della pubblicità, innervosendola all’inverosimile.
<< Be’, eri partita tutta Next Stop Hollywood… >>
Alycia sbuffò << E qual era il tuo problema a riguardo? >>
<< La supponenza? >>
<< Stavo solo condividendo delle nozioni. >> rispose incredula Alycia << Ho imparato delle cose, sono entrata in contatto con delle persone. Non posso dire con sicurezza che le cose sarebbero andate meglio se mi avessi ascoltata, ma sarebbe stato difficile renderle peggiori, a mio avviso. >>
Eliza notò come lo sguardo di Alycia non ebbe il coraggio di incontrare il suo, su quelle ultime parole. Con le braccia semi-incrociate, Alycia annuì fissando il nulla oltre le spalle di Eliza - o probabilmente quella schiena schifosa con la quale aveva fatto contatto poco prima. Le labbra di Alycia erano sparite entrambe nella sua bocca ed Eliza si ritrovò a sentirne la mancanza.
<< Eliza, probabilmente questo sarà il nostro ultimo contatto informale >> disse finalmente Alycia una volta recuperata la volontà di guardare Eliza negli occhi << Vogliamo sederci? Per parlare, per favore? >>
Forse per la prima volta da quando conosceva Alycia, Eliza la guardò con intenzione, vedendo in lei tutto quello che non era stato ma che avrebbe potuto essere, e sentendo una strana morsa stringerle lo stomaco. Perdita. Desiderio per qualcosa d’impossibile. Rimpianto.
<< Ok. >>
 
<< Non posso crederci. >>
<< Eliza- >>
<< Eliza un cazzo, sei frustrata solo perché non sei riuscita ad ottenere le attenzioni che desideravi! >> sbottò Eliza sconvolta. Avevano trovato posto su un divanetto a debita distanza dal palco, in modo da non dover urlarsi contro senza motivo.
Ovviamente Eliza era stata in grado di trovare un motivo valido per alzare i toni << E adesso cosa vuoi da me? Vuoi che preghi Jason di organizzarci un’intervista in coppia? >> Alycia non faceva altro che scuotere la testa << Non ti basta il riconoscimento dei fan? >>
<< Eliza, stai travisando- >>
<< Non sto travisando! Forse sto vendendo per la prima volta la vera te. >>
Alycia alzò gli occhi al cielo << Non dire sciocchezze, ti prego. Mi odi proprio perché è questo il modo in cui mi vedi. >> La ragazza prese una lunga sorsata dal proprio calice, per poi aggiungere << E posso assicurarti che non è assolutamente fedele alla realtà. >>
Eliza era completamente sorda. Qualsiasi cosa Alycia le dicesse non aveva alcun senso nella sua testa. Le parole erano prive di significato e nessuna connessione logica sembrava giungerle in ausilio.
<< Ma certo. >>
<< Sì, è così! >> sbottò Alycia con esasperazione << Che tu voglia credermi o no, desideravo sul serio avere un rapporto con te. Un rapporto professionale che potesse essere chiamato tale. Desideravo essere intervistata con te per le attenzioni di nessuno. Volevo solo che dessero un taglio alle domande scomode, alle quali non sapevo - e non so - rispondere perché dall’altra parte tu avresti potuto benissimo dire qualcosa di completamente opposto, creando ancora più ambiguità! >>
Alycia deglutì, passandosi una mano tra i capelli. Nonostante il leggero tremore, le sue dita scorrevano fluentemente nella chioma sciolta ed Eliza non poté fare a meno di notare quanto fosse giovane l’attrice << Oggi mi hanno chiesto se il tuo ragazzo è geloso di me. Capisci? >> sospirò, come sopraffatta. Quasi in dispnea << Per quanto ne so potresti aver chiuso con quel tipo, non lo so, ieri, e io oggi sono dovuta scappare da quel giornalista per preservare… be’, la tua privacy, suppongo, >> la ragazza abbassò lo sguardo sulle proprie mani e aggiunse, flebilmente << Non so niente di te, quindi in realtà non ho idea di cosa diavolo stessi preservando. >>
Per un istante le due attrici riuscirono a scambiarsi uno sguardo sincero. Giusto il tempo di battere le ciglia, ed Eliza ruppe il contatto per spostare la propria attenzione sul bicchiere che stringeva con forza nelle mani.
<< Non hai proprio nulla da dire? >> chiese Alycia nella speranza di continuare quel discorso. Era importante continuarlo, terminarlo. Probabilmente non si sarebbero mai più viste e l’astio di Eliza iniziava a sembrare infantile persino agli occhi della stessa.
<< Gli ho detto che ci siamo baciate. >>
Le due ragazze rimasero ugualmente sorprese.
Era la prima volta che Eliza intavolava il discorso trentatré baci con Alycia Debnam-Carey  ma soprattutto era la prima volta in assoluto che condivideva con Alycia un’informazione della propria vita privata.
<< M-ma non è un segreto, insomma, me lo ricordo sul set- >>
<< Non intendevo i baci… lavorativi. >> la interruppe Eliza continuando a tenere lo sguardo basso. Dentro di sé cercava in tutti i modi di maledirsi, di maledire l’alcool e di maledire la sua voglia di far sapere che , il suo ragazzo era geloso, il giornalista ci aveva visto lungo.
<< Oh… >>
<< Lo so, ti ho pregato di non dirlo a nessuno ed è finita con io che vuoto il sacco... >>
<< Ricordo più minacce che preghiere. >> mormorò Alycia.
<< … dopo averci scopato. >>
<< Ok, non dovevo sapere tanto. >>
<< Che cazzo di casino. >>
<< Hey… >> la mano di Alycia si avvicinò all’avambraccio di Eliza con una naturalezza quasi commovente, ma immediatamente se ne allontanò come fosse stata respinta da un campo di forza. << Sono sicura andrà bene. >>
Eliza sbuffò sonoramente buttando la testa all’indietro con un lamento. Alycia rimase interdetta << N-non è quello che vuoi sentirti dire, vero? >>
<< Non proprio, ma grazie. >> rispose Eliza tornando composta. Quel movimento le aveva fatto guadagnare un bel capogiro, adesso vedeva doppio << Per il pensiero. >>
<< Di nulla. >> rispose incerta Alycia, << Com’è finita, allora? >>
<< Con lui che si riveste e se ne va. Tre mesi di relazione sono tanti, in ogni caso. Troppi. Un terzo di gestazione. >>
<< Perché… >> cominciò Alycia prima di fermarsi. Sembrava quasi avesse paura di rompere quella connessione equilibrata che si era creata tra le due << Perché è risultata essere una motivazione valida? >>
<< Che cosa? >>
<< Eliza. >>
<< Perché non avrebbe dovuto? >>
<< Perché vuoi mettermi in difficoltà? >>
<< Perché ti interessa saperlo? >>
Domande ne abbiamo?
<< Non lo so, magari devo anche io rompere con qualcuno e sto cercando il modo. >>
<< Ma se sei single. >>
Evidentemente l’ovvietà con cui Eliza partorì quell’esclamazione fece innervosire Alycia << Ah, sì? Sei così informata riguardo la mia vita privata che ti senti di affermarlo con tale sicurezza? >>
<< No, è solo che saresti molto meno rigida se avessi avuto qualcuno da scopare. >>
<< Non sono rigida. >>
<< Disse sistemandosi il bastone su per il- >>
<< Ragazze! >> E questo che vuole adesso? << Posso interessarvi con un- >>
<< No >> rispose prontamente Eliza allo sconosciuto che interruppe la loro conversazione. Era sul genere dell’ammiratore di Alycia ma aveva la camicia sbottonata e l’aria di uno nel bel mezzo di un addio al celibato.
<< Ma non mi hai neanche fatto finire la frase. >>
Eliza voleva che sparisse, stavano parlando di cose serie. È possibile che Alycia non sia single e mi stai facendo perdere tempo. Tornatene nel  buco da dove sei venuto per favore << Non ci interessi con una threesome, già lo so. >>
Il ragazzo sembrava esser stato preso alla sprovvista. Gli si staccò un ciuffo di capelli sudato dalla fronte tanto alzò le sopracciglia sorpreso << Non era assolutamente mia intenzione >>
<< Ah, no? E qual era la tua intenzione, sentiamo. >> Eliza ne aveva abbastanza ma non riusciva proprio a non fomentare un’eventuale lite. Alycia era lì, accanto a lei, con lo sguardo preoccupato che passava dal tipo sbottonato ad Eliza. Sembrava quasi volesse dire qualcosa per chiudere quell’incontro, ma finiva con lo sporgersi in avanti per poi ripensarci e tornare appoggiata allo schienale del divanetto.
<< Be’, io… >> tentò infine di intavolare lui.
Per fortuna comparve Bob a dare un taglio a quella scena.
<< Hey, amico! Burlone, >> Bob mise un braccio sulle spalle del ragazzo e lo strattonò con fare amichevole << perché non torni dai tuoi amici? >>
<< Ma le ragazze… >>
<< Le ragazze sopravvivranno senza le tue molestie, ne sono certo, >> concluse l’attore.
<< Lucas, vieni qui. Scusateci, >> esordì imbarazzato un amico del ragazzo, il quale sembrava sempre più smarrito, << fanno dei cocktail velenosi. >>
Bob gli sorrise << Figurati, tienilo d’occhio. >>
<< Grazie Bob, >> disse Alycia, grata. Eliza sbuffò, voleva proprio vedere fin dove fosse stata in grado di trattenersi dal picchiare il tipo che le aveva interrotte.
<< Di nulla>> sospirò Bob prima di rivolgere loro un sorrisetto sardonico << Posso interessarv- >>
<< Oddio, sparisci. >>
Bob alzò le mani in segno di resa e tornò nella folla. Alycia sembrava divertita ma probabilmente era soltanto stata colta da una risata nervosa.
E ora come torniamo sull’argomento?
Maledetto Lucas.
Per un minuto abbondante nessuna delle due proferì verbo. Eliza cercava in tutti i modi di capire le intenzioni di Alycia lanciandole qualche occhiata veloce attraverso il suo drink, che sì, era velenoso e rischiava di aprire tutte le porte ben serrate nel cuore di Eliza.
Dio santo, cuore proprio no. Fa sembrare tutto troppo romantico.
E non c’era nulla di romantico, vero?
<< Allora >> esordirono all’unisono.
L M A O prima tu per favore, ti supplico.
Ma Alycia si limitò a sorridere e a nascondere parte del suo volto nel calice di vino che era finito da un pezzo ma continuava ad essere usato come diversivo. A quel punto Eliza dovette dire con sincerità << Non ho intenzione di essere la prima a parlare, se te lo stai chiedendo. >>
<< Bene, >> annuì Alycia seriamente, << Parlerò io, ma tu dovrai rispondere seriamente perché voglio andarmene via di qui con le idee chiare. >>
Quel tono deciso spiazzò Eliza per un istante. Non si non si sarebbe mai aspettata di essere messa così alle strette, voleva dire che il suo continuo tergiversare non solo era stato notato, ma anche bannato.
Ma in ogni caso, non poté che annuire.
<< Perché è stata una motiv- >>
A quel punto era come se Alycia avesse quella domanda stampata in fronte ed Eliza non le diede neanche il tempo di concluderla << Perché mi ero rotta di stare con lui. >>
<< Subito dopo esserci andata a letto? >>
Sapevo di aver dato un’info di troppo.
<< Non è rilevante, magari volevo farmi un’ultima scopata, >> la liquidò Eliza. Sgarbata.
Un lamento esasperato si fece strada dalla gola di Alycia << I magari non sono ammessi… >>
<< Be’, che vuoi che ti dica? >> rispose Eliza sulla difensiva.
Le porte dovevano rimanere chiuse. Alcool o no. Che significava vuotare il sacco?
Significa fare la figura della cretina, ecco.
<< La verità Eliza, non delle congetture. Stiamo parlando di quello che ti passa per la testa. >>
Perché ti interessa tanto?
Non ci credo alla balla che hai un fidanzato da mollare, finiscila con questa storia!
Vuoi sapere se quei due sbagli – due di numero, cazzo – abbiano significato qualcosa per me, non è vero?
Dillo.
Scopriti.
Che cosa hanno significato per te?
Erano tutte cose che avrebbe potuto dire se le fosse stato ancora permesso aggirare l’ostacolo.
Ma c’era una ragazza di fronte a lei che stava disperatamente cercando di capire, ed Eliza era l’unica ad avere una spiegazione.
<< La verità è che ero stufa di avere la tua stupida faccia pronta ad aspettarmi ogni volta chiudessi i miei cazzo di occhi! >>
E, ops. Lo aveva detto.
<< Io- >>
<< Ti soddisfa come risposta? >>
<< Eliza- >>
<< Non era quello che ti aspettavi? Prova a dirlo alla persona con cui ti frequenti e vedi se è disposta a stare ancora con te. >>
<< Non frequento nessuno. >>
<< Ma pensa, chi l’avrebbe mai detto!? >>
<< Perché ti ostini a fare la stronza? >>
<< Perché- >>
<< E dopo quello che hai detto, per giunta! >>
L’aveva proprio detto, non è vero? Era stata piuttosto chiara. Nei limiti di una persona avvelenata e leggermente adirata.
<< Perché mi fa incazzare questa cosa, che ne dici? >>
<< Lo dici come se fosse colpa mia! >>
<< Ma chi ha detto che sia  incazzata con te? >>
<< Ti comporti come se lo fossi. >>
<< È solo cazzo colpa mia se non riesco a fare a meno di ripensarci. >>
Eliza continuava a lanciare queste dichiarazioni che lasciavano Alycia senza parole. Ciò permetteva ad Eliza di continuare con il suo monologo isterico che non faceva altro se non metterla ancora più allo scoperto. << E non ha senso pensarci, perché eravamo palesemente sotto l’effetto di qualche sostanza… Tu la prima volta avevi bevuto tutto il rosé dell’albergo e la seconda avevi quella roba amara in faccia >>
<< Era una maschera al tè verde… >> mormorò Alycia crucciata.
<< Ah ecco sì, eri sotto l’effetto del tè verde. >>
<< Non credo si possa accusare il tè verde adesso. >>
Alzandosi di scatto, Eliza concluse: << Se può farmi stare meglio, lo accuso eccome. >>
 
<< Eliza ho parlato con uno dei giornalisti che ha assistito alla proiezione e ha detto che sei stata proprio brava a grugnire e rotolarti nel fango >> disse Jason con un sorrisetto sghembo stampato in faccia.
L’aveva raggiunta giusta in tempo, la ragazza non vedeva l’ora di uscire da quel posto e tornare nella sua maledetta stanza trecentotrenta.
<< Se solo sapesse quante volte mi ci sono dovuta rotolare per farla bene quella scena >>
<< Era buona la seconda, volevo solo farti soffrire un po’ >>
<< Ma che bello, grazie! >>
<< Anche se da quel che ho carpito, ti ho già fatto soffrire abbastanza con le scene insieme ad Alycia. >>
Eliza lo guardò attentamente negli occhi << Carpito? >>
<< Sai, eravamo tutti nello stesso pub. >>
<< Ah! Forse intendevi: spiato. >>
<< Assolutamente no, per coincidenza mi trovavo lì vicino. >>
<< Lì vicino dove? >>
<< Non lo so, non conosco le coordinate. >>
<< Per caso è lì vicino che stavi parlando con questo giornalista? >> chiese Eliza a denti stretti, indicando il divanetto ormai vuoto su cui aveva discusso con Alycia poco prima. Per un’istante si chiese dove fosse finita Alycia.
<< Può darsi. >>
<< Giuro su Dio che se in settimana trovo il dramma della mia vita spiattellato sui social io ti… >>
<< Nessun dramma, non ti preoccupare. Quel giornalista era così sprovveduto che a momenti mi toccava prendergli la macchinetta e farla io stesso la foto. >>
La ragazza alzò gli occhi al cielo << Una bella foto su cui far sognare i fan prima di distruggerli con la morte di Lexa, complimenti. >>
Jason le regalò un sorrisetto maligno e si limitò a dire: << Sì. >>
<< Sei il demonio in persona. >>
Con quel commento Eliza fece dietrofront piroettando e si diresse verso la fine di quella serata disastrosa.
 
Raggiunse l’albergo a piedi, in pochi minuti. Aveva mantenuto un andamento a ritmo con i suoi pensieri, probabilmente per permettere al rumore dei tacchi sull’asfalto di sopprimerli. Non aveva funzionato ovviamente, ma almeno era arrivata alla sua destinazione finale. Doveva assolutamente sdraiarsi, chiudere gli occhi, e permettere all’alcol di accoglierla in un sonno senza sogni. Avrebbe accettato anche l’hangover mattutino. L’importante era concludere la giornata al più presto.
L’ascensore la portò rapidamente al proprio piano. Durante l’ascesa si promise di fare l’adulta e di smetterla di stranirsi per il numero della propria stanza, perché era davvero da idioti. Non ne valeva la pena.
Sì, ma immagino che sia più che altro da idioti.
Con i migliori propositi Eliza raggiunse la porta della sua stanza a grandi falcate e, a braccia conserte, affrontò il numero in corsivo fissato sulla porta.
<< Ciao. Non mi fai più alcun effetto >>, disse alla porta.
Adulthood: achieved.
<< Tutto bene? >>
La voce alla sue spalle la fece sobbalzare. Ovviamente avrebbe dovuto fare la figura della stupida. Di nuovo. E sempre con lei, per giunta.
Si voltò lentamente per incontrare lo sguardo lievemente preoccupato di Alycia. La sua camminata affrettata non era stata abbastanza per seminare chiunque, a quanto pare.
<< Tutto alla perfezione. Che ci fai qui? >>
Alycia indicò semplicemente la porta della camera 331. << Sono venuta a salutare la mia porta. >>
<< A-ha, molto divertente, buonanotte. >>
<< Aspetta, >> si affrettò a dire Alycia sfiorandole delicatamente il braccio << so perché odi quel numero. >>
<< Certo, come no >> commentò Eliza con tono di scherno. In realtà sperava sul serio non lo sapesse. Anche se dopo quella serata ormai si era già cucita addosso il vestito da clown. Quella cosa in più le avrebbe soltanto applicato su il trucco.
<< Non pensavo qualcuno avesse tenuto il conto. Non pensavo tu avessi tenuto il conto. >>
<< No, ma… >> Eliza indicò il suo fitbit, << Vedi? Questo sembra un contapassi ma in realtà è solamente un conta baci. >> La sua richiesta di ammissione per il Circo è stata approvata, benvenuta signorina Taylor.
Alycia scoppiò a ridere così forte che avrebbe potuto benissimo aver svegliato tutto il corridoio.
<< Senti, non ti gongolare per questo >> puntualizzo Eliza con lieve imbarazzo.
<< No, figurati. >> Alycia si era ripresa dalla risata, ma aveva ancora il sorriso sulle labbra e gli occhi ilari, leggermente lucidi. Eliza rimase per un istante incantata. << Mi dispiace tu debba passare l’intera nottata sveglia a ripensarci, questo di sicuro. >>
<< Oh sì, giusto. Sei il centro dei miei pensieri. >>
<< Da quello che hai detto al pub… >>
<< Al pub ero brilla. Anche adesso lo sono. >>
<< Ah, è vero. Sei sotto l’effetto di qualche sostanza. >>
<< Esatto >>
<< Be’, anche io sono sotto l’effetto qualche sostanza >> ammise Alycia avvicinandosi di un passo. Un passo di troppo. << E stamattina ho fatto una maschera viso al mango, quindi è solo questo il motivo per cui voglio darti una mano. >>
<< Ma che stai- >>
Eliza non ebbe il tempo di calibrare la situazione perché in una frazione di secondo sentì le labbra di Alycia premere sulle sue, delicatamente.
Senza alcuna foga.
Poteva sentire il suo stomaco formicolare come quando si viene improvvisamente travolti da un ricordo felice.
Be', wow.
Ma nel momento in cui il corpo di Eliza decise di riconnettersi alla realtà tanto da spingerla ad approfondire il bacio, Alycia si allontanò.
<< Così sono trentaquattro >>, le sorrise. << Buonanotte Eliza. >>
E – just like that – Alycia varcò la soglia della sua stanza, piroettando giusto in tempo per lanciare un ultimo sguardo ad Eliza, la quale rimase immobile e con il tonfo sordo dei suoi battiti a pulsarle nella testa.

 

*****

Grazie di aver concluso questa One-Shot! (A meno che tu non abbia scrollato fino qui per poi sbuffare di fronte la sua inspiegabile lunghezza...)
Scrissi questa FF anni fa e mi rendo conto di come sia leggermente fuori dal tempo. Spero comunque che possa piacervi, feel free di farmi sapere cosa ne pensate nei commenti.
A presto!

- jade146
   
 
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