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Autore: lmpaoli94    06/07/2020    2 recensioni
Vincenzo, giovane studente minorenne in attesa di diplomarsi all’ultimo anno di scuola superiore.
Michela, insegnante di storia di 40 anni piena di sogni e di speranze.
Si incontreranno in maniera molto improvvisa e si conosceranno meglio l’un l’altra.
Un rapporto che sfocerà in qualcosa di molto più grande di loro, spingendo le persone vicine a loro a dividerli per il loro bene comune.
Ma chi sarà a vincere?
La cattiveria delle persone o un amore sincero?
Un viaggio dentro gli occhi di due persone così diversi di età ma molto simili nei sogni.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Tornando in classe, la professoressa di storia non era più la stessa.
Si distraeva ad ogni commento dei ragazzi e non riusciva a concentrarsi e a spiegare come voleva.
Vincenzo, preoccupato per la sua condizione, gli domandò davanti a tutti se stava bene.
< Scusate un momento. >
Intravedendo nei suoi occhi che stava nascondendo qualcosa di molto grave, Vincenzo decise di seguirla mentre tutti gli altri suoi compagni si guardavano a vicenda.
Ma no Francesco, rimasto il solito sospettoso e per nulla sorpreso dalla condizione della giovane donna.
Raggiungendo la sua amata prima che potesse andare in bagno, Vincenzo si mostrò molto preoccupato.
< Michela, che cosa succede? >
< Ti prego, Vincenzo. Non qui davanti a tutti. >
< Ma non c’è nessuno tra i corridoi. Nemmeno il bidello. >
< Lo so. Ma qualcuno potrebbe vederci lo stesso. Non hai ancora imparato niente in tutti questi mesi? >
Ascoltando la sua irascibilità e la sua rabbia, Vincenzo arrivò a conclusione che qualcuno la stava ricattando.
< Qualcuno ha scoperto di noi? >
< Cosa? >
< Michela, parlami chiaro: qualcuno ti ha minacciato? >
Facendo un respiro profondo, la donna confessò solo il nome di sua madre.
< Non so se è arrivata a vere conclusioni, ma credo che sospetti che noi due… >
< E’ venuta oggi a parlarti? >
< Sì, e non è stata per niente gentile. >
< Che cosa ti ha detto? >
< MI ha minacciato che se ci fossimo rivisti fuori oltre l’orario scolastico, me l’avrebbe fatta pagare. >
Piangendo a sua volta dopo quelle dichiarazioni, Michela aveva molta paura di cacciarsi in grossi guai.
< Vincenzo, che cosa facciamo? Se tua madre o qualcun altro sospetta di noi… >
< Non succederà, te lo prometto > rispose seccante il giovane ragazzo < Penserò io a mia madre. Non deve intromettersi in affari che non gli riguardano. >
< Ti prego. Non menzionarmi. >
< Ti terrò all’oscuro di tutto… Però adesso la devi smettere di piangere, mi hai capito? Torna in classe a finire la lezione, altrimenti i miei compagni avranno molto da dire sulla tua “strana” assenza. >
< Sì, hai ragione. >
Ma prima che i giovani amanti potessero tornare in classe, Michela non poté trattenersi nel baciarlo appassionatamente.
Quel bacio che poteva essere importante come tutti gli altri presto sarebbe diventata la sua più grande colpa a causa di occhi guardinghi che non avrebbe mai tenuto nascosto tale segreto.
 
 
Tornando a casa, Vincenzo attese impazientemente il ritorno di sua madre per parlare di quello che aveva fatto stamattina.
Non doveva più permettersi di minacciare un suo docente, soprattutto se si trattava della sua donna.
Le ore passavano e il giovane ragazzo passeggiava avanti e indietro per tutta la stanza, fino a quando non la vide aprire la porta con la spesa in mano.
< Ciao, Vincenzo. Mio daresti una mano a mettere apposto le cose? >
< Sicuro. >
Finendo il lavoro il prima possibile, Vincenzo ordinò a sua madre di accomodarsi sul divano.
< Non ora, tesoro. Devo preparare la cena. >
< La preparerai più tardi, mamma. Adesso ho bisogno di parlarti urgentemente. >
Fissando lo sguardo guardingo di suo figlio, la donna non sembrò minimamente preoccupata.
< Stamattina ti ho intravisto nei corridoi mentre ti apprestavi a pralre con la mia professoressa di storia > mormorò il ragazzo cercando di fare finta di nulla < Allora, che cosa ti ha detto su di me? >
< Niente in particolare. Mi ha solo detto che sei un ottimo ragazzo e che ti impegni molto più dei tuoi compagni. >
< Non ti ha detto altro? >
< E’ stato un colloquio molto veloce visto che mi ero dimenticata di prendere l’appuntamento. >
< Già… Il tuo colloquio con lei è stato improvvisato e rapido, vero? Soprattutto sapendo che non è ancora tempo per parlare con i professori visto che siamo appena all’inizio del secondo quadrimestre. >
< Vincenzo, non riesco a capirti… >
< Allora cercherò di essere più chiaro: cos’hai detto alla mia professoressa di storia? >
< Te l’ho appena detto quello che… >
< Non sfidare la mia pazienza, mamma. Non ti conviene. >
Mentre la rabbia diventava sempre più tremenda, Vincenzo stava facendo uno sforzo immane per mantenere tutto il suo autocontrollo.
< Vincenzo, non so cosa tu vuoi sapere… >
< L’hai minacciata? >
< Che cosa? >
< Rispondi alla mia domanda senza farmene altre. >
< Certo che no. perché avrei dovuto? >
< Non lo so, mamma. Dimmelo tu. >
< Non la conosco nemmeno! Solo oggi l’ho vista per la prima volta. >
< Bugiarda. L’hai vista quando mi ha accompagnato a casa qualche mese fa’. E forse è stato quel momento a scatenare la tua inspiegabile gelosia. >
Fissando gli occhi di sua madre, l’espressione della donna divenne sempre più malefica.
< Hai parlato con lei, vero? >
< Era distrutta quando è entrata in classe. Da lì ho capito che gli era successo qualcosa. >
< Che ragazzo premuroso. E cosa gli hai detto? O meglio, cosa avete fatto insieme? >
< Mamma, lei è la mia professoressa… >
< Mi piacerebbe pensare questo, ma non riesco a crederti. Si vede bene che tra voi due c’è del tenero. L’ho capito la prima volta che vi ho visti nella sua auto. >
< E hai pensato bene di separarci, vero? >
< Quindi quello che ho sospettato fin dall’inizio è tutto vero > rispose la donna visibilmente sorpresa < Quindi tu e lei… >
< Sei ridicola, mamma. Credi davvero che io possa provare qualcosa per una professoressa delle scuole superiori? Insomma, sono ancora minorenne. >
< Per questo ho fatto in modo che voi non possiate più vedervi oltre l’orario scolastico. Per tenervi il più lontano possibile. >
< Mossa stupida e sbagliata, mamma… Anzi, sai cosa ti dico? Andrò da lei per alcune ripetizioni di storia. E tu non potrai fare niente per fermarmi. >
Sfidando l’ira di sua madre, Vincenzo non aveva ancora capito che si stava mettendo in un sacco di guai.
< Se esci da quella porta, non ti azzardare mai più a ritornare > gridò adirata la donna < Non posso credere mio figlio che va a letto con quella donna. >
< Io non ci sono andato a letto! >
< Tu menti! >
< Ma perché non mi fai vivere la mia vita?! >
< Perché tu e lei non siete fatti per stare insieme, cazzo Vincenzo, lei è la tua professoressa. >
< Tu non riesci a capire i miei sentimenti, mamma. E questo mi dispiace. >
Avvicinandosi a lui con sguardo ferito, sua madre gli confessò che suo figlio era tutto per lei e che avrebbe voluto solo il meglio.
< La devi dimenticare, Vincenzo. Lei non farà altro che farti soffrire. >
< Non è così, mamma. Lei… >
< Ti prego. Non parlarmi d’amore. >
< Continui a non capire. >
< Ascoltami bene: vuoi studiare la storia? Molto bene. Ma dovrai farlo da solo e in camera tua nel momento in cui io preparerò la cena. E se ti azzardi ad uscire di casa per andare a casa sua, ti giuro che chiamo la polizia. Mi hai sentito? >
Mentre i suoi occhi si stavano gonfiando di lacrime, Vincenzo non poteva credere al comportamento di sua madre.
< Non avrei mai creduto che tu fossi caduta così in basso, mamma > disse infine il ragazzo prima di rinchiudersi in camera sua e piangere in completa solitudine.
 
 
Il giorno dopo, Vincenzo trovò la giovane professoressa intenta a correggere i compiti di un’altra classe nella sala dei professori.
Deciso a raccontargli tutto, il giovane ragazzo gli dichiarò ancora il suo amore.
< Com’è andata la conversazione tra tua madre? >
< Lei sa tutto. >
Fissando il ragazzo con sguardo allibito, il nervosismo della donna divenne sempre più palpabile. >
< Oh no, Vincenzo! Adesso siamo in guai seri! >
< Non ti agitare. Non è ancora detta l’ultima parola > cercò di rassicurarla Vincenzo < Lei non parlerà mai. Per il mio bene. Non vuole gettarci in uno scandalo. >
< Certo, fino quando non verrà a scoprire che tu ed io ci rivedremo fuori scuola. >
< Ascoltami bene, Michela: per un po’ sarebbe meglio non vederci più. Poi quando la situazione si sarà sistemata, continueremo la nostra relazione come abbiamo fatto finora. >
< E per quanto tempo? Una settimana? Un mese? Vincenzo, non possiamo andare avanti così. È troppo snervante. >
< Aspetta almeno finché non abbia compiuto 18 anni. Da quel momento sarà tutto diverso tra noi due. Sarò maggiorenne e nessuno potrà dire il contrario. Ma intanto… >
Ma nel mentre Vincenzo continuava a rassicurare la professoressa, il preside della scuola accompagnato da un poliziotto e dall’amico del ragazzo, irruppero nella sala professori con sguardo molto serio.
< Signorina Canini, io e questo poliziotto dovremmo farle alcune domande. Potrebbe seguirci? >
Mentre adesso sembrava tutto molto chiaro, la professoressa di storia non ci mise molto a capire che il loro segreto era stato incredibilmente svelato.
< Dove devo seguirvi? >
< Venga nel mio ufficio, signorina > rispose il preside < Da sola. >
Fissando gli occhi seri e allo stesso momento preoccupato, Vincenzo non riusciva a capire cosa potesse entrarci in quella storia il suo amico.
Ma dopo attente riflessioni, capì che la sua spiata gli era constato il rapporto con la sua amata professoressa, scaturendo la rottura del loro rapporto.
   
 
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