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Autore: _Cthylla_    07/07/2020    2 recensioni
[Sequel della fanfic del 2013 “The Specter Bros’”]
Dopo la battaglia che ha portato alla distruzione dell’Omega Lock, molte persone in entrambe gli schieramenti si sentono perse o hanno perso qualcosa -o, ancora, qualcuno.
Il ritorno di vecchie conoscenze più o meno inaspettate sarà destinato a peggiorare ulteriormente la situazione o porterà qualcosa di buono?
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Autobot, Decepticon, DJD/Decepticon Justice Division, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Specter Bros'- la serie'
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(Uno, due, tre, quattro)
 










 
 
 
 
 


 
“La Jakchammer e la Iron Will!” pensò Ratchet, tracciando le coordinate dei due segnali “Devo avvertire subito Optimus!”
 
Si lanciò di corsa nei corridoi dell’hangar per raggiungere quella che Optimus aveva adibito a stanza personale, ma appena prima di toccare la porta ricordò una cosa fondamentale: nella “stanza personale” di Optimus Prime non dormiva più solo lui. Come ogni cybertroniano che avesse una compagna di vita e la fortuna di averla vicina, Optimus ora divideva la cuccetta con lei, con Arcee.
 
“I tempi in cui avevo il permesso di irrompere e via sono finiti” sospirò Ratchet, battendo due colpi contro la porta.
 
Optimus uscì dalla stanza dopo pochi istanti. «Cosa succede?»
 
«Abbiamo i segnali della Iron Will e della Jackhammer, sono comparsi sullo schermo proprio adesso» disse rapidamente il medico «Sono vicini alle montagne, c'è una gola-»
 
«Apri un Ponte Terrestre, avverto Bumblebee e partiamo immediatamente» replicò il comandante.
 
«Cosa succede?» domandò Arcee, uscendo a sua volta dalla stanza e affiancandolo.
 
«Li abbiamo trovati» rispose Optimus «Stavo venendo ad avvisarti. Bumblebee, li abbiamo trovati» aggiunse poi nel comm-link «Fatti trovare vicino al Ponte».
 
 
-Sissignore-!
 
 
«Vengo anche io, sono pronta» disse Arcee.
 
Optimus, dopo un’occhiata, annuì brevemente.
Non era contento troppo all’idea che la sua compagna lo seguisse, non tanto per la presenza di Spectrus -che pure avrebbe dato problemi, ne era sicuro- quanto per l’idea di trovare sul posto anche la DJD, dalla quale ogni persona sana di mente avrebbe tenuto lontani i propri cari; tuttavia sapeva benissimo che Arcee non gli avrebbe permesso di lasciarla indietro, non perché erano sposati. Era un’Autobot forte e fiera, e intendeva fare la sua parte come tutti, il che era encomiabile e uno dei motivi per cui si era innamorato di lei.
 
«Quanto a Bulkhead…» avviò a dire Ratchet.
 
Optimus scosse la testa. «Meglio di no. La sua forza ci servirebbe ma lui non è lucido in questo momento. Quando c’è di mezzo Wheeljack non ragiona bene come al solito, è sufficiente pensare a come ha reagito quando Spectrus, chiusa la comunicazione con me, gli ha inviato le coordinate del corpo. Avremmo dovuto escludere i suoi tentativi di contatto dai nostri comm-link molto tempo fa» aggiunse poi, con un sospiro nervoso, mentre si dirigeva verso il Ponte insieme agli altri.
 
«Ha preso ed è partito senza ascoltare nessuno e senza pensare che poteva benissimo essere una trappola» disse Arcee «Anzi, è un miracolo che non lo sia stata e Bulkhead abbia potuto seppellire Wheeljack. A dirla tutta non essendoci stato un agguato non capisco bene a che pro Spectrus gli abbia dato quelle coordinate».
 
«Cerca di mandarlo a morire» affermò Ratchet con tanta sicurezza quanta freddezza -non verso Arcee, ma verso quell’idea «Bulkhead è arrabbiato e in lutto e non fa altro che dire che vendicherà il suo amico, il che significa affrontare la Decepticon Justice Division, e nelle condizioni in cui si trova il rischio che si infili in una situazione dalla quale non potrebbe uscire vivo è enorme. Spectrus si libererebbe del demolitore che ci è rimasto in squadra senza nemmeno sporcarsi le mani».
 
«È come sempre un essere spregevole» commentò Optimus Prime «E io voglio davvero credere che Ultra Magnus stia con lui solo perché è stato ingannato».
 
«Io invece preferisco non farmi aspettative» disse Arcee.
 
Né Prime né Ratchet replicarono e quando arrivarono al Ponte trovarono Bumblebee che, come da ordini, li stava già aspettando.
 
«Tu naturalmente resti alla base» disse Optimus a Ratchet «Pronto ad aprire il Ponte a ogni evenienza. Arcee, Bumblebee, andiamo».
 
Ratchet li guardò scomparire nel Ponte Terrestre, e fece appena in tempo a sperare che tornassero tutti senza danni prima di accorgersi che il segnale della Jackhammer era scomparso dal monitor.
 
«Cosa?!» esclamò l’Autobot, fiondandosi sul computer principale del sistema «È scomparso! Com’è possibile?! A meno che…»
 
Cercando di contattare Optimus e gli altri senza riuscirci, completò mentalmente la frase: “A meno che sia una trappola nella quale, detta come direbbe un umano, siamo cascati con tutte le scarpe”.
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
«Quello… sì, quello laggiù è Optimus Prime, non ci sono dubbi!» esclamò Spectrus «Ma è più alto di come lo ricordavo. Non è un assetto da volo quello?!»
 
A bordo della Iron Will, accanto a Ultra Magnus, Spectrus stava bellamente fingendo uno stupore che in realtà non provava affatto: al di là di aver capito presto perché Smokescreen fosse andato a prendere la Forgia, aveva già visto in video la nuova forma di Optimus Prime. Ultra Magnus però non doveva saperlo… ancora.
Sapeva che la sua “copertura” sarebbe saltata quel giorno stesso, forse non sarebbe durata nemmeno un’altra mezz’ora, ma quel che gli importava era cercare di far sì che Optimus e Ultra Magnus finissero a litigare tra loro nel momento più sbagliato di tutti; sfortuna sua -ma se il piano che aveva studiato fosse andato in porto sarebbe stato soprattutto “sfortuna loro”, riferito ai suoi ex colleghi- dopo quel che aveva combinato a Darkmount riusciva a immaginare colore e posizione del proprio nome nella Lista.
 
«Sì, direi che lo sia» rispose, piatto, Ultra Magnus «E considerando il livello di tecnologia degli esseri umani, anche al massimo del loro supporto dubito che avrebbero potuto fare qualcosa del genere. Tanto più se la base, come mi hai detto, è stata distrutta poco tempo fa».
 
«Prima ha distrutto l’Omega Lock, adesso ha usato quel che restava dell’energia della Forgia per diventare più grosso e poter volare, e in tutto questo Cybertron, la nostra casa, è ancora morto!» esclamò Spectrus, con aria “sinceramente” indignata «Parlavano tanto della sua abnegazione e dei suoi principi, ma che razza di “Prime buono” sarebbe questo? Con che coraggio si definisce diverso dai Prime di un tempo, se per potenziarsi spreca qualcosa che poteva fare il bene di tutti?»
 
 
Optimus Prime non pensa alle femme e ai pampiniH! Sono molto indiNNiato! – disse Bustin, non tanto forte da farsi sentire da Ultra Magnus, nel comm-link aperto di Spectrus  Quel che dovevo sistemare nella gola è sistemato, aspetto di fare il resto e io e la Jackhammer siamo in posizione.–
 
 
“Bene” pensò Spectrus.
 
«Bada a come parli» lo riprese l’altro militare «Optimus Prime è sempre il nostro comandante».
 
«Ma quel che ho detto io è vero, signore, e lo sa benissimo anche Lei» replicò Spectrus «Ha toccato il fondo e purtroppo i nostri compagni non lo capiscono ancora. Se non facciamo qualcosa ci porterà alla rovina completa come ha lasciato in rovina completa anche Cybertron».
 
Ultra Magnus era sul punto di redarguire nuovamente Spectrus, ma Optimus comparve oltre il vetro dell’astronave. A causa della superficie riflettente non poteva vederli, contrariamente a loro.
 
«Ultra Magnus, so che sei lì dentro» esordì il leader degli Autobot «Atterra, dobbiamo parlare!»
 
“Questa è la prova del nove, ora saprò se i miei discorsi hanno attecchito abbastanza oppure no” pensò Spectrus, osservando con attenzione Ultra Magnus.
 
«Concordo sul fatto che ci siano delle cose che vanno chiarite, Optimus» rispose questi dopo aver attivato il microfono «Una è il motivo per cui i tuoi soldati si sono rifiutati di consegnarsi quando gliel’ho ordinato, e l’altra è il tuo comportamento… e quel che non hai fatto per Cybertron, utilizzando un certo artefatto su te stesso. O neghi questo?»
 
“Seh, direi che hanno attecchito” concluse Spectrus “So che da solo non basterà a far scoppiare la lite ma va benissimo”.
 
«No. Quest’ultima cosa non la posso negare» fu costretto a dire Optimus, che nel suo intimo provava ancora della vergogna per un gesto che, seppur ben motivato, restava sempre più egoista di quanto lui si era illuso di non essere «Ma per il resto, Ultra Magnus, amico mio, ti prego di non dare ascolto a qualunque cosa ti abbia detto quel mostro di Specter, ovunque sia andato a nascondersi».
 
Erano partiti per il segnale di entrambe le navi, ma una volta arrivati ne avevano vista una sola. Optimus si era detto che forse la Jackhammer e i suoi inquilini se l’erano filata, e in un certo senso era meglio così, perché convincere Ultra Magnus sarebbe stato più semplice e avrebbero potuto cercare di liberare il povero Smokescreen.
Peccato che la sua interpretazione della faccenda fosse sbagliata.
 
«Mostro? Fino a prova contraria quello che ha condannato il nostro pianeta a restare morto non sono io. Hai perso ogni ritegno, Optimus Prime» si fece sentire Spectrus, che di ritegno invece non ne aveva mai avuto.
 
«Contieniti, Specter!» esclamò Ultra Magnus «Optimus Prime, io sono disposto ad ascoltarti, ma ho avuto modo di vedere varie prove che parlano di un tuo operato a dir poco discutibile. Tu e i tuoi soldati potete considerarvi sotto inchiesta e, come prevede il nostro Codice in certi casi, ti chiedo di consegnarti fino a quando tutto sarà chiarito».
 
«Non è in buona fede, Optimus, te l’avevo detto!» si sentì esclamare Arcee da terra.
 
Optimus però, ritenendo di conoscere meglio il suo secondo in comando, restava di un’altra idea. «Credimi se ti dico che vorrei rispettare il nostro Codice, Ultra Magnus, ma anche per il tuo stesso bene non posso» disse, col pensiero che forse se avesse accettato di consegnarsi Spectrus avrebbe attaccato alle spalle Ultra Magnus e poi tutti loro con l’astronave «Ti chiedo di atterrare, prima che sia costretto a far atterrare la Iron Will io stesso».
 
«Atterrarci con la forza… è davvero così che vuoi metterla?»
 
Optimus annuì gravemente. «Se devo».
 
“Va per le lunghe come purtroppo avevo previsto” pensò Spectrus “È tempo di dare il segna-”
 
Non fece neppure in tempo a completare il pensiero: i cannoni laser della Iron Will si armarono e spararono una serie di colpi verso Optimus Prime.
 
“A volte ho l’impressione che quel nano malefico mi legga nel processore” pensò Spectrus, soddisfatto del tempismo del suo compare eppure indeciso se una tale somiglianza gli piacesse davvero o meno.
 
«COSA?! Che succede?!» allibì Ultra Magnus cercando di armeggiare con i comandi della nave, che intanto continuava a sparare.
 
Ignaro di cosa stesse succedendo all’interno dell’astronave -perché quando Bustin in quell’attimo aveva preso il controllo a distanza aveva anche staccato il microfono- Optimus si trovò costretto a cercare di colpire i cannoni della Iron Will. Non ci riuscì perché Ultra Magnus, riacquisito il controllo della nave, si dimostrò un ottimo pilota nell’evitare sia gli spari di Optimus, sia quelli di Arcee e Bumblebee che erano ancora a terra.
 
«Col suo permesso intendo scendere a terra, così che almeno gli altri smettano di spararci» disse Spectrus avviandosi verso un’uscita, segno che in realtà del permesso non se ne faceva alcunché  «Che diamine è successo a questa nave?!»
 
«Non lo so, ma la tua è una buona idea, permesso concesso!» esclamò Ultra Magnus, senza neanche voltarsi, dopo una pericolosa virata a sinistra «E niente uso di forza letale!»
 
Spectrus non aspettava altro e, non essendo troppo in alto, poté saltare tranquillamente giù parando gli immediati colpi laser di Bumblebee grazie alla spada, per poi cercare di infilzarlo. Il “niente uso di forza letale” era da ignorare, ovviamente.
 
«Attento!» esclamò Arcee a Bumblebee sparando qualche colpo contro la schiena di Spectrus.
 
Così facendo riuscì ad ammaccarlo leggermente e facilitare le cose a Bumblebee, che venne ferito più che altro di striscio, ma se fosse stata appena un po’meno veloce avrebbe rischiato di essere presa in pieno da uno sparo dell’ex Autobot, sparo che invece andò a sfondare un grosso ammasso roccioso dietro di lei.
 
“Ha più voglia di ucciderci di quanta ne abbia di solito” pensò la femme.
 
Una serie di colpi da parte della mitragliatrice di Optimus, che nonostante la lotta con Ultra Magnus aveva sempre un’ottica rivolta alla sua compagna, fece sì che Spectrus fosse costretto ad allontanarsi da lei.
 
«Non provare- agh!» esclamò Optimus, quando venne colpito di striscio dalla Iron Will «Ultra Magnus, ascoltami!»
 
«Tu accetta l’inchiesta come da Codice e lo farò» ribatté testardamente l’altro «E smetti di cercare di atterrarmi, da qui sono partiti dei colpi ma posso giurarti sulla mia stessa vita che non li abbiamo sparati di nostra volontà!»
 
“Ecco, appunto, ma è più corretto dire che non li hai sparati di tua volontà” pensò Optimus. «Le mie ultime azioni forse sono state discutibili ma non sono io il tuo nemico, non siamo noi i tuoi nemici, il vero nemico è Spectrus! È per colpa sua che la nostra base precedente è stata trovata, è per colpa sua se la squadra ha due componenti in meno, ne ha uno in ostaggio nella Jackhammer, fidati di me, come una volta! Mi conosci meglio di quanto conosci lui!»
 
«“Fidati di me, come una volta”, come se fossi degno della fiducia di chicchessia!» gridò Spectrus da sotto, sparandogli da dietro una roccia.
 
«TACI! Mostro!» arrivò a ringhiare Optimus -addirittura!- che avrebbe nuovamente sparato volentieri a Spectrus se non fosse stato impegnato con la Iron Will.
 
«Che caratterino ha messo su» commentò Spectrus.
 
 
Specter, arrivano – lo avvertì Bustin.
 

«Bene. Fase due» disse il mech, trasformandosi e sfrecciando in direzione della gola mentre ricordava brevemente il piano.
 
 
 
 
“Il  tecnico di Tarnlandia ha la cartella di porno più strapiena che abbia mai visto, e pare che nell’esaminare il sistema non sia andato a controllare i suoi file più personali. Risultato: più d’uno tra quei milioni di video è diventato un trojan”.
 
“E a tuo dire ora la Peaceful Tiranny dispone di un collegamento privato al Ponte Terrestre del resto dei Decepticon. Evidentemente nemmeno il mio caro cognato aveva voglia di stare a sentire Tarnlandia via comm-link. Nano malefico, se la DJD attraversasse suddetto Ponte tu saresti in grado di intervenire in quell’attimo e sparpagliarli? I più piccoli andranno vicini ai miei ex compagni, il più grosso vicino alla gola, Frollo sul posto ma più in là, e per il resto-”
 
“Lontani dal casino. Alla Nanetta voglio evitarlo, se posso”.
 
“L’ho già detto e lo ripeto, attento alla troppa galanteria. Allora? Saresti in grado o no?”
 
“Penso di sì. Ma perché dovremmo farlo già stavolta?”
 
“Perché voglio mandare un messaggio. Un messaggio grosso. Ci riuscirei più facilmente se Frollo, pur standomi col fiato sul collo, fosse un po’più distante. Ci saranno anche un po’di fuochi d’artificio generosamente offerti dalla scorta di bombe del compianto Wheeljack”.
 
“Non so i dettagli, ma per ora mi piace!”
 
 
 
Vide le luci di più di un Ponte Terrestre e, dopo quello, la DJD arrivare ufficialmente sul posto.
 
«Salve, Autobot!» esclamò Kaon, con le antenne tesla già avvolte da piccoli fulmini «Non so se foste consapevoli o meno della nostra presenza sul pianeta, ma sappiate solo che l’esperienza che vi aspetta sarà elettrizzante!»
 
Sentendo la battuta penosa Vos ringraziò la propria tendenza a parlare poco, e si accorse prima di Kaon che c’era qualcosa che non andava: per la precisione la mancanza di Tesarus, che avvistò poco lontano, quella di Tarn, il cui segnale era decisamente più distante rispetto a quello di Tess, e infine quella di Helex e Nickel, insieme -stando ai segnali che riusciva ad avvertire solo a tratti- ma da tutt’altra parte. Si chiese cos’avesse combinato Tarn quando aveva attivato il Ponte, ma subito dopo si trovò a dover evitare degli spari da parte di Bumblebee, che stava cercando di allontanarsi assieme ad Arcee.
 
«-Ratchet! Ratchet! Serve un Ponte Terrestre SUBITO! RATCHET!-» esclamò lo scout nel comm-link, senza ottenere alcuna risposta. Come Ratchet non riusciva a contattarli, loro non riuscivano a contattare lui «-Era una trappola, il bastardo ci ha infilati in una trappola, la DJD è qui e noi non riusciamo ad andarcene!
 
«E proprio per questo è tempo che i motori della Iron Will, ahimè, vadano giù» commentò Spectrus, sempre diretto verso la gola, dopo aver aperto il comm-link con Ultra Magnus. Ciò detto, fece partire il segnale che avrebbe attivato le bombe che aveva messo sulle turbine della nave «Ma i cannoni funzioneranno ancora, quindi potrai sempre sparare a Tarn anche con quelli, quando arriverà… “signore!”»
 
 
SPECTER! COS-
 
 
I motori della Iron Will esplosero. L’astronave sarebbe caduta giù a picco se Optimus Prime non si fosse messo sotto di essa cercando di rallentarla.
 
«Optimus!...» esclamò Ultra Magnus.
 
Il comandante degli Autobot non rispose, concentrando tutti i suoi sforzi per evitare un impatto che, seppure da altezza ridotta, il tipo di terreno avrebbe reso rovinoso; ci riuscì, e nel clangore metallico dell’atterraggio poté poi rivolgere tutta la sua attenzione al resto dei presenti, Vos e Kaon in primis.
 
«Vi consiglio caldamente di andarvene, prima di farvi male» disse, volando davanti a loro ed evitando una scarica elettrica devastante di Kaon.
 
«Non credo proprio che saremo noi a farci male» replicò il Decepticon sentendo che Tarn, quale che fosse il motivo per cui non era accanto a loro, era comunque in avvicinamento «Tesarus! PRENDILO!» esclamò poi, avvistando Spectrus e notando che era vicino al suo compagno di squadra.
 
Il più mastodontico membro della Decepticon Justice Division non se lo fece ripetere due volte: vedendo Spectrus andare a infilarsi nella gola si trasformò a sua volta e, con un rombo basso e potente del motore, si lanciò all’inseguimento. Aveva l’ordine di non ucciderlo -perché Tarn aveva detto di volersi riservare l’assoluzione di quel compito- ma sapeva che più male gli avrebbe fatto, meglio sarebbe stato, perché Tarn non aveva escluso niente a tal proposito.
 
Proprio Tarn però, in arrivo in modalità veicolare e con l’Empyrean Suite al massimo volume, aveva iniziato fin da subito ad avere dei seri dubbi su tutta quella situazione. Era abbastanza sicuro di non essere così scemo da non saper neppure usare un Ponte Terrestre, di aver messo le coordinate giuste e che fossero entrati tutti insieme, quindi tutto quel che era successo era a dir poco strano, incluso il fatto che non stesse riuscendo a comunicare con Nickel e Helex e che fossero stati trovati i segnali di entrambe le navi ma lui ne vedesse solo una -per di più a terra.
 
“Tutto questo non mi piace”.
 
Il sospetto di Tarn divenne pressoché certezza nel momento in cui si sentirono i rumori distinti di molteplici esplosioni e le pareti di quella gola rocciosa iniziarono a franare, chiudendo dunque l’accesso a chiunque avesse voluto seguire Tesarus e Specter.
 
“E adesso mi piace ancora di meno!” 
 
Normalmente avrebbe detto “peggio per lui”, riferito ovviamente a Spectrus Specter, ma Lord Megatron gli aveva fatto capire piuttosto chiaramente che quell’essere immondo il cui unico pregio risiedeva nella sorella -“E posso solo immaginare la costernazione di Spectra a doverlo chiamare fratello…”- non andava preso troppo alla leggera, e già solo il fatto di essere andati lì convinti che sarebbe stato un arrivo a sorpresa, sbagliando, era una dimostrazione del fatto che il giudizio di Lord Megatron era come sempre nel giusto.

Abbassò il doppio cannone a fusione mirando Bumbelbee, che a sua volta stava puntando Kaon.
 
«Bee, occhio!» esclamò Arcee, iniziando a sparare a ripetizione contro Tarn e dando modo a Bumblebee di spostarsi in tempo ed evitare un colpo che in caso contrario l’avrebbe sfondato.
 
Tarn, al quale il tempo e il mestiere avevano fatto abbracciare la totale parità dei sessi quando si trattava di bersagli, giunto finalmente in mezzo alla battaglia si trasformò e sparò contro la femme Autobot… o meglio “ci provò”.
Appena Optimus si avvide delle sue intenzioni cercò di crivellarlo di colpi con la mitragliatrice e poi gli si scagliò addosso, intenzionatissimo a dargli un diretto in pieno volto dal quale Tarn riuscì a ripararsi per un soffio. La potenza del colpo lo fece comunque indietreggiare di diversi metri, scavando due grossi solchi nel terreno duro.
 
«I macellai di Megatron non sono i benvenuti su questo pianeta, Tarn!» esclamò Optimus «Toglietevi di torno!»
 
«No, non credo che lo farò» replicò il leader della DJD, che ormai aveva tolto la musica «E ritengo il termine “macellai” riduttivo e quasi denigratorio rispetto a quello che effettivamente è il nostro compito» aggiunse, abbassando progressivamente la voce «Far rispettare una dottrina nella quale, mi risulta, un tempo hai creduto tu stesso… prima di rubare a Lord Megatron il ruolo di Prime che gli spettava di diritto».
 
Il potere della sua voce... come aveva potuto dimenticarsi anche solo per un attimo?, si chiese Optimus, sentendo la sensibilità dei suoi arti iniziare a venire meno per colpa di Tarn.
 
«Ma come pretendere che colui che ha tradito chi lo aveva generosamente accolto nelle sue fila possa comprendere l’importanza di certi valori e l’importanza nel farli rispettare?» continuò Tarn «Sarebbe come pretendere di ricavare CNA dagli ammassi rocciosi di questo posto, o come pretendere che sia stato tu a essere dalla parte del giusto in tutto il conflitto, per restare più in tema».
 
Non l’avrebbe ucciso, capiva che farlo era un onore che eventualmente sarebbe spettato solo a Lord Megatron, ma paralizzarlo per dare un aiuto ai propri uomini e cercare di raggiungere Tesarus era qualcosa che poteva fare senza problemi.
 
Una serie di spari, di nuovo provenienti dalla femme Autobot, distolse ancora la sua attenzione.
 
«Chiudi la bocca una volta tanto, mostro!» esclamò Arcee, dimostrando un certo fegato nell’affrontare qualcuno contro cui non aveva alcuna possibilità di vincere pur di aiutare il suo compagno.
 
«Sei consapevole del fatto che io avverta a stento i tuoi colpi? Se questo è il meglio che la vostra squadra può offrire, mi chiedo come abbiate potuto essere una spina nel fianco… tale».
 
Arcee percepì solo una sgradevolissima vibrazione in tutto il corpo prima che una fitta di dolore acutissimo alla Scintilla la costringesse a piegarsi in due e crollare in ginocchio boccheggiando.
 
Visto ciò Optimus racimolò le forze che gli restavano e, con un ruggito di rabbia pura che pur con tutti i suoi principi non era esente dal provare, riuscì a puntare la mitragliatrice contro Tarn e sparargli il maggior numero di proiettili possibili.
Non uno di essi riuscì a perforare la corazza potenziata dall’ingegneria Decepticon -e anche dalle sostanze che aveva assunto nel corso del tempo- ma ad ammaccarla visibilmente e far volare indietro Tarn per svariati metri, sì.
 
Scomparsa l’influenza della voce del Decepticon, ma sentendosi ancora un po’irrigidito, Optimus raggiunse Arcee e la sollevò con un braccio, intenzionato ad allontanarsi dalle interferenze e cercare di contattare la base. «Bumblebee, Ultra Magnus, ritirata!» gridò.
 
Fu proprio allora che Kaon riuscì a colpire Ultra Magnus con una scarica elettrica. «Vos!»
 
L’ex scienziato Decepticon capì al volo il da farsi e, quando Ultra Magnus cadde a terra, fu lesto a saltargli addosso e togliersi dal volto la maschera piena di aghi. «Weeear my  faaaaace!»
 
Schiacciò la maschera contro il volto dell’Autobot urlante e artigliò le placche pettorali della sua corazza con l’intento di strapparle via e raggiungere la Scintilla; riuscì in parte nella prima cosa, ma poi venne colpito alle spalle da Bumblebee, che lo scrollò via da Ultra Magnus e tenne impegnato Kaon con dei colpi laser mentre Optimus strappava via la maschera dal volto di Ultra Magnus e lo caricava su una spalla.
 
«-Via, via, VIA!-» gridò lo scout, trasformandosi e seguendo a ruota Optimus che si era alzato in volo e stava riuscendo ad allontanarsi nonostante il peso in più.
 
Una ritirata poco gloriosa era preferibile rispetto al finire male e c’erano dei feriti, dunque cercarono di mettere più distanza possibile nel minor tempo possibile tra loro e la DJD, accorgendosi quasi subito che non li stavano inseguendo.
 
Una brevissima occhiata di Optimus fu sufficiente a notare che si stavano occupando delle pareti rocciose che Spectrus aveva fatto franare.
 
“Siamo tra i loro obiettivi… ma forse non siamo quelli principali” concluse.
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
“A questo qui non hanno mai detto di non chiudere l’alloygator nella gabbia in cui si trova anche lui” pensò Tesarus, riuscendo ad assestare un pugno al suo avversario.
 
«Finalmente».
 
Lui e Specter erano arrivati a oltre metà della gola rocciosa, e giunti lì si erano trasformati e avevano iniziato a combattere.
Il suo bersaglio era riuscito a ferirlo solo di striscio e lui, dal canto suo, non era riuscito a mettere a segno un colpo che fosse uno prima di quel momento. Il bastardo era grosso -sette metri meno di lui, ma sempre grosso- e anche svelto, tanto che Tesarus, notandolo, non aveva abbassato la guardia neppure per un solo istante.

 
Fino ad allora.
 
«Non sembri più così duro adesso che sei a terra» commentò il Decepticon, avvicinandosi a Spectrus «Non capisco come hai potuto dare problemi».
 
Problemi al punto che Lord Megatron aveva detto a Tarn di essere prudente. Roba da pazzi, si disse il colosso, considerando che sì, Specter era stato bravo a evitare i suoi attacchi, ma una volta preso era andato giù subito: era forte all’apparenza ma fragile come un uovo di lilleth nella sostanza, fragile come la sorella, più delicatino di una delle bambole erotiche che aveva in camera -“Già, chissà quando è che la loro creatrice si auto spedirà a me in un pacco un’altra volta” pensò- e sarebbe finito allegramente smembrato.
 
Un dolore lancinante all’altezza di quello che se fosse stato umano sarebbe stato un ginocchio lo fece ringhiare mentre si sbilanciava e cadeva in avanti, evitando di finire faccia a terra ma avvedendosi a malapena del fatto che Specter si era rialzato e ora, dopo averlo azzoppato con la spada, lo guardava con un leggero sorriso arrogante che ai transformers presenti sulla Terra era ben conosciuto.
 
«Serviva quello per farti abbassare la guardia, grosso idiota, e far abbassare TE!»
 
Uno, due, tre, quattro.
 
I quattro colpi laser di Spectrus non avevano sufficiente potenza da penetrare la sua corazza ma, a distanza così ravvicinata, ne avevano a sufficienza da devastare i suoi sensori ottici e danneggiare -in modo non irreparabile per fortuna-quelli ambientali rendendolo cieco, e infatti era a quelli che aveva puntato.
Tesarus mosse alla cieca le braccia normali e le “braccia” in più, ma le prime afferrarono il nulla e le seconde vennero rese inservibili tra laser e colpi di lama, uno, due, tre, quattro.

Emise un suono strozzato e sputò un fiotto di fluido vitale dalla bocca quando sentì la grossa lama dalla spada di Specter trapassare un punto “debole” al quale nessuno arrivava mai intero: in fondo all’immenso foro dentellato e ricoperto di metallo impossibile da rompere era presente una parte relativamente più morbida, non di grande spessore ma sufficiente a far sì che una lama rivolta verso l’alto potesse penetrare le sue componenti tecnorganiche… e la sua camera Spark. Non aveva preso la Scintilla, che anche in seguito restò integra, ma i tre successivi colpi laser peggiorarono ulteriormente la situazione.
Era stato tutto così veloce!... un attimo prima credeva di averlo battuto con un colpo, adesso sprofondava nell’incoscienza, e gli sembrava di sentire in lontananza -nemmeno così lontana, in verità- il rumore del doppio cannone a fusione di Tarn che spaccava la roccia.
Nei residui di coscienza che gli restavano tentò di mordere le grosse dita che gli stavano aprendo la bocca. Ci riuscì anche, assaggiò il gusto dell’energon del suo nemico, che tuttavia riuscì nei suoi intenti -quali che fossero e quale che fosse l’oggetto che aveva inserito.
 
«All’inizio volevo far sì che tu, il resto del magico mondo di Tarnlandia e i miei ex compagni vi scannaste tra di voi…»
 
La voce di Specter gli giunse ovattata, i rumori del cannone di Tarn molto più forti. Tesarus perse conoscenza definitivamente.
 
«Ma se quella fan girl infoiata che è il tuo capo sta cercando di venire qui pur avendo altri Autobot a disposizione, significa che ce l’avete più che altro con me. Ecco il mio messaggio!» gridò Spectrus «Se pensate di riuscire a farmi fuori facilmente, sbagliate di grosso!»
 
Non sapeva se l’avessero sentito o meno ma non gli importava, aveva fatto quel che doveva e non aveva la minima intenzione di affrontare Frollo e gli altri due in quel momento, dunque si trasformò e sfrecciò via un attimo prima che Tarn, Vos e Kaon riuscissero a penetrare la barriera di rocce.
 
«Tesarus?!» esclamò Kaon, incredulo.
 
Ha una bomba in bocca!” pensò invece Tarn e, senza pensarci due volte, tese una mano in avanti utilizzando la sua abilità di outlier.
 
Grazie a questo la bomba non esplose, anzi, si accartocciò su se stessa come una bottiglia di plastica accanto a un fuoco. Era anche quello il motivo per cui Tarn non usava mai quell’aspetto del suo potere su altri cybertroniani, o comunque suo suoi avversari: la morte sarebbe stata troppo pietosa e veloce per i suoi gusti.
 
«Tess! TESS!» gridò Kaon, addirittura arrampicandosi all’altezza del buco per verificare i danni «D-Dannato! Maledetto! L’ha infilzato!» farfugliò, assolutamente attonito «Tarn, l’ha preso, c’è un mucchio di energon, la Scintilla-»
 
«Però è ancora vivo» lo interruppe Tarn, cercando di mantenere la lucidità e far sì che la mantenessero anche gli altri «Se ci muoviamo resterà online, in mancanza di Nickel» che era finita lontana ma era insieme a Helex, dunque tutto sommato era protetta «Dobbiamo portarlo nella Nemesis, ce la farà».
 
«Come lo portiamo? Ci sono delle interferenze, il Ponte-»
 
«Supera le interferenze, se non sbaglio sei uno dei tecnici migliori della galassia, dimostralo ancora una volta!»
 
Guardando Tesarus, Vos disse qualche frase nel suo antico linguaggio incomprensibile ai più.
 
«Erano preparati e noi credevamo di averli colti di sorpresa, ma la prossima volta andrà diversamente» disse Tarn, mentre Kaon tentava di collegarsi al Ponte «Adesso abbiamo esperienza diretta di quel che possono e non possono fare sia loro, sia gli Autobot».
 
Parlava con calma ma si sentiva in tutt’altro modo. Aveva fallito miseramente: non era riuscito a uccidere nessuno, uno dei suoi uomini era gravemente ferito e la loro battaglia infruttuosa contro gli Autobot era stata voluta e prevista da qualcun altro. Era stato la pedina di un gioco architettato da un mech che voleva terminare nel modo più doloroso possibile per tanti motivi, e da quel giorno ne aveva altri in più.
 
Un Ponte Terrestre si aprì a poca distanza da loro.
 
«Ce l’ho fatta?...» si chiese Kaon.
 
Da esso uscì Soundwave, e assieme a lui un folto gruppo di vehicons.
 
Tarn immaginò che avesse deciso di dare un’occhiata al campo di battaglia giusto in tempo per vedere la loro disfatta, e la consapevolezza che Megatron sarebbe venuto a sapere immediatamente della cosa -oltre ai suoi sentimenti non proprio positivi nei confronti di Soundwave Specter- non fece che peggiorare il suo umore.
 
Vide Soundwave fissare Tesarus da dietro il visore per qualche attimo -appena prima che i vehicons lo sollevassero per trasportarlo all’interno del Ponte- poi fissare lui inclinando leggermente la testa di lato come a dirgli “Siete la DJD ed è tutto qui?” e, infine, indicare loro il Ponte con un cenno del capo.
 
«Due dei miei uomini sono dispersi in un altro quadrante e avvertiamo i loro segnali solo a tratti» disse Tarn, sforzandosi con ogni briciolo del suo autocontrollo di rimanere professionale e freddo «Sei in grado di localizzarli con precisione e aprire un Ponte anche per loro?»
 
Il tecnico scosse la testa, mostrando sul visore dei segnali estremamente disturbati.
 
Era proprio una giornata storta.
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
Nella Jackhammer, intelligentemente nascosta in una rientranza poco distante dalla gola, Bustin aveva deciso di aspettare Spectrus -del quale aveva seguito le azioni dall’inizio fino alla fine- suonando “Jarabe Tapatio” con la sua tromba.
 
Il fatto di aver rotto il banjo in testa al suo compare non significava che fosse rimasto privo di strumenti musicali, e infatti prima di dare inizio al piano e lasciar trovare i segnali delle astronavi aveva intrattenuto Bernie, alias Smokescreen, con l’ennesimo concerto.
Dubitava che Bernie avesse potuto apprezzare appieno la cosa essendosi appena svegliato dalla dose di sedativi esagerata che gli era valsa il suo nuovo nome, però quello era solo un dettaglio, e quantomeno non avrebbe potuto dire di essere stato sempre tenuto in isolamento totale.
 
“Diamo un’occhiata a quel che combinano tutti gli altri lì fuori” si disse, osservando i monitor.
 
Così come Autobot e Decepticon si potevano agganciare ai satelliti, salvo interferenze esterne, lo stesso poteva fare lui. Vide gli Autobot -fuori dall’influenza disturbatrice che ormai aveva interrotto- entrare in un Ponte, vide Tarnlandia e il cognato di Spectrus fare la stessa cosa e infine, dando un’occhiata alla foresta in cui aveva spedito Nickel e Helex -“Almeno non è da sola”, pensò - distinse tra gli alberi le loro sagome e quelle di…
 
«Insecticons» notò, e solo gli occhi di pixel restarono sulla sua maschera.
 
Spense i monitor, aprì il portello dell’astronave e, nell’uscire, quasi si scontrò con Spectrus. «In prefetto orario, benissimo, ciao».
 
«Dove stai andando, si può sapere?» gli domandò Spectrus, per poi fare una smorfia. Si era rialzato e aveva fatto quel che doveva fare ma il pugno di Tesarus era stato quasi come essere colpito in pieno da un’astronave di piccole dimensioni.
 
«A raccogliere lamponi. A dopo!» rispose Bustin, alzandosi rapidamente in volo.
 
Aveva cercato di far restare Nickel lontano dal caos e l’aveva infilata in un altro: non era quel che voleva.
Dal basso riuscì comunque a udire la voce di Spectrus.
 
«Tu neanche li mangi i lamponi!...»

















Le conclusioni di capitolo sensate, sensatissime.
Vi avevo promesso un po'di casino, e un po'di casino effettivamente c'è :'D
Grazie a tutti quelli che stanno ancora leggendo! Alla prossima :)

Cthylla



   
 
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