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Autore: lmpaoli94    08/07/2020    4 recensioni
Una storia immersa nelle lande verdi dei castelli e dei prati irlandesi.
Famiglie alleate e trame nascoste per distruggere la felicità o addirittura la vita dell’altro.
La gioia non può far parte in quel mondo pieno di ingiustizia e di crudeltà.
I sogni sembrano un lontano ricordo e la spensieratezza dei giovani sembra sparita per sempre.
ma non per Anastasia Steele, contessa di Limerick e figlia di una delle famiglie più importanti del regno d’Irlanda.
La volontà di trovare l’uomo giusto per rendere la sua vita perfetta sarà ostacolata dalla gelosia delle persone più vicine a lei e da trame di matrimonio che mineranno per sempre il suo futuro
Ma la giovane Steele sarà talmente determinata da non fermarsi mai dinanzi a nulla pur di portare a termine il suo amore proibito e mai nascosto del lord più invidiabile della corte irlandese.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Elena Lincoln, Leila Williams
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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< Linc, avete visto mia figlia Leila con José? devo dire che sono una bella coppia. >
il maggiordomo, per quanto potesse averne viste di tutti i tipi nel Castello di Limerick, non riusciva davvero a credere alle parole della Contessa.
Fino a qualche tempo prima avrebbe voluto schiaffeggiare, uccidere a sangue freddo e distruggere i suoi amabili resti come i potenti del tempo cercavano di sbarazzarsi dei loro corpi.
Ma la Contessa madre era inspiegabilmente cambiata e Linc dava la colpa alla sua sete di potere.
< Contessa, perdonate la mia franchezza, ma credete davvero a quello che avete appena detto? >
< La contessa Steele e il marchese Gonzalez saranno una coppia perfetta. Te lo garantisco. >
< Lei non è una Steele, contessa. E non lo sarà mai. >
Squadrando malamente il suo maggiordomo, la Contessa Carla n0on riusciva a capire il perché si comportava in quel modo.
< Linc, credevo che voi foste dalla mia parte. >
< E lo sono, contessa… Ma non potete dare retta a quello che i vostri occhi vogliono vedere. Presto nel Regno si diffonderà la diceria che Leila è una bastarda e sarà indegna nel guidare la vostra famiglia nella continuazione del vostro potere. >
< Leila sarà pronta al momento opportuno, Linc. Abbiate fiducia. >
< Il marchese Gonzalez non è un uomo abbastanza influente nel regno. Può contare solo su un misero castello. >
< Quel misero castello è uno dei più belli d’Irlanda. >
< E voi date penso solo alla bellezza? O al potere che sta avvelenando i vostri pensieri e il vostro sangue. Contessa, vi consiglio di seguire i miei consigli e di tenere ben stretta l’irruenza e lo spirito di vostra figlia Anastasia. Nel corso del tempo potrebbe tornarvi molto utile. >
< Non mi abbasserò mai ai vostri consigli nemmeno se Anastasia fosse l’ultima donna di questo regno. Lei ha deciso di vivere nella maledizione della sua libertà e verrà punita per questo. Appena mio marito si degnerà di tornare al castello, parleremo del suo futuro. >
In quel momento Linc fu molto dispiaciuto per come aveva parlato alla Contessa, ma in fondo dovette essere molto deciso e schietto per descrivere la situazione attuale.
< Il Generale Bastille è stato avvertito di ritrovare mio marito? >
< Purtroppo no. Credo che lui e i suoi soldati si stiano divertendo in alcune taverne di paese per dar sfogo alla loro bramosia sessuale scopando con alcune prostitute. >
< Linc! Come vi permettete di usare un simile linguaggio in mia presenza! <
< Scusate Contessa, ma era il miglior modo per farmi capire. >
< Sei davvero strano da qualche giorno a questa parte. >
< Non credo che possa essere un problema per voi: sono solo un umile maggiordomo che si limita ad eseguire gli ordini. >
Nel vedere la serietà mista alla tristezza del maggiordomo, Carla intuì che aveva qualche timore.
< Linc, se non ti conoscessi direi che hai paura di qualcosa… Forse hai timore che una donna possa diventare la più potente di questo regno facendo fuori tutti gli uomini inetti come te? i tuoi pensieri non mi piacciono minimamente, Linc. Cercate di essere più riservato e meno schietto, intesi? >
< Certo. La mia non voleva essere insolenza contessa, ma tengo molto a questo Regno e alla famiglia che ho servito per molti anni. Mi dispiacerebbe molto vederla distrutta in qualche modo… Soprattutto senza dimenticare i Grey. >
< Non menzionare il loro nome qui! Mai! >
< Il Conte Stele non avrebbe voluto, lo so bene… Ma potreste usare vostra figlia Anastasia di cui non vi importa più niente contro il volere dei Conti Stele. >
< Spiegati meglio. Mi hai messo curiosità. >
< Se voi estorcerete un qualunque vostro desiderio nei confronti del loro figlio maggiore Christian, quest’ultimo sarà vulnerabile e acconsentirà ad ascoltare le vostre parole. >
< E sentiamo, cosa dovrei storcergli? >
< Qualsiasi cosa: denaro, terre, castelli… Titoli nobiliari… Voi sapete meglio di me quanto possano essere potenti i Grey, ma voi non volete ammetterlo. Un duro colpo come quello di mettere Anastasia in una situazione di pericolo, risveglierà in Christian antichi amori che sta cercando di trattenere. >
< Ma l’ultima volta che mia figlia e quel Christian si sono visti si sono lasciati malamente. Tu pensi che ascolterà le mie parole quel rampollo? >
< Bisogna provare per credere… Ma fidatevi di me: non farete un buco nell’acqua. Christian tiene molto a quella ragazza, ne sono estremamente certo. >
Colpita dall’irriverenza e dalle parole del suo maggiordomo, la Contessa pensò di farlo suo personale consigliere.
< Linc, vi piacerebbe diventare un uomo ancora potente e influente? >
< Il potere è la bramosia e il desiderio di tutti. Io preferisco rimanere dietro le linee amiche, se non vi dispiace. Ma sarò pronto ad accorrere ad ogni vostra difficoltà, Contessa Wilks. >
< Chiamatemi Carla. Odio il mio cognome da nubile. >
< Come volete voi, Contessa Carla. >
Ma nel mentre erano nel bel mezzo di una discussione, la Contessa Carla e il suo maggiordomo furono sorpresi dall’arrivo del Duca di Ashford.
< Che bella sorpresa intraprendente, Duca di Ashford > fece Carla accorrendo verso di lui < Voi e mio marito avete concluso la missione. >
< Contessa, è un vero piacere essere qui con voi… Ma soprattutto non sono qui per gli impegni proseguiti, ma per darvi una cattiva notizia. >
Sentendo quelle ultime parole, Carla divenne scura in viso.
< Duca di Ashford, cos’è successo? Si tratta di mio marito? >
< Sì, Contessa Carla: io, lui e i suoi soldati di Malahide siamo stati colti da un’imboscata organizzata da alcuni popolani della capitale. Mentre stavano cercando di rubarci tutte le ricchezze che dovevamo mettere al sicuro, ci hanno assaliti uccidendoci tutti. Fortunatamente per me sono riuscito a rimanere vivo grazie alla mia prontezza. >
< Però non si può dire lo stesso di mio marito… >
< Mi dispiace moltissimo, Contessa. Se posso fare qualcosa per voi… >
< Dovrai parlarmi degli affari che legavano voi e vostro marito. Ma non ora… Devo recarmi in chiesa a pregare la morte di mio marito Raymond. Che il cielo l’abbia in gloria > disse infine la Contessa madre senza versare nemmeno una lacrime per il suo defunto marito.
 
 
Nel mentre Linc stava accompagnando il Duca di Ashford in una stanza riservata ad un ospite molto importante come lui, il maggiordomo non poté sottrarsi alla curiosità di come fosse accaduto tutto questo.
< Le strade d’Irlanda brulicano di criminali pronti ad appropriarsi di ogni bene a poveri e onesti cittadini come noi. Non potevamo contrastare il loro potere: erano più di un centinaio. >
< Se posso non essere discreto, come avete fatto a salvarvi? >
< Come ho detto prima ho avuto fortuna… Uno di loro mi ha colpito solo alle gambe, senza riuscire ad uccidermi. Rimasto per alcune ore sotto i cadaveri dei miei compagni, sono riuscito a rimanere in vita e ad arrivare fin qui per portarvi la notizia. >
< E al vostra gamba? Sta bene? Vuole che vi faccia visitare da un medico? >
< No grazie, non occorre. Sto bene. >
Linc aveva capito immediatamente che il Duca di Ashford stava mentendo e nascondendo qualcosa.
< Eccoci arrivati, Duca. Spero che la stanza sia di vostro gradimento. >
< Non ho molte richieste al riguardo. La stanza va bene così com’è. >
< Perfetto… Vi volevo informare che questa sera la cena non verrà servito nella sala da pranzo. Ordini della Contessa madre. Vi porteremo la cena qui nella vostra camera. >
< Capisco. Nessun problema. >
Nell’alzare lo sguardo oltre la porta, il Duca di Ashford vide la giovane Anastasia passare dinanzi alla sua stanza.
Una volta chiamata a gran voce, il Duca di Ashford decise di essere lui il portatore di tale spiacevoli notizie.
< Oh cielo… Com’è potuto accadere? >
< Un’imboscata, contessina. Uomini armati fino ai denti ci hanno trovato impreparati… >

< Ma che storia è questa? >
< Vi racconterò a tempo debito. >
< E’ questo il momento… Linc, potete andare. >
Uscendo dalla camera del Duca, Anastasia raccontò senza difficoltà gli ultimi giorni trascorsi a Limerick.
< Vostra madre vi ha sostituito con la figlia bastarda di vostro padre? E perché? >
< Per poterla manipolare a suo piacimento. Adesso che non c’è più mio padre, la Contessa Carla nonché mia madre avrà tutti i poteri necessari per comandare su queste terre. >
< Ecco perché non ha versato una misera lacrima quando gli ho rivelato la notizia. E’ davvero sconcertante… E di voi cosa mi dite? Come pensate di rimanere qui senza fare nulla? Io avrei creduto che vostra madre vi avrebbe bandito. Perché tenervi ancora qui? >
< Perché gli tornerò comodo in qualche modo, è ovvio. Non riesco ancora a capire le reali intenzioni di mia madre, ma mi focalizzerò sui miei doveri. >
< E cioè? >
Fissando lo sguardo curioso del Duca, Anastasia capì che poteva contare anche sulla sua discrezione e sul suo impegno come alleato.
< Ho intenzione di tornare al potere molto presto, Duca. Ma nel farlo alcune persone dovranno muoversi per me. Intanto lo sta facendo il marchese Gonzalez che grazie alla sua intraprendenza, sta conquistando il cuore della mia sorellastra: Leila Williams. Ma la cosa che più mi fa arrabbiare è come mia madre abbia dato il cognome Steele a quella bastarda rinnegata. Per questo devo fermare questo circolo vizioso e avrò bisogno anche del vostro aiuto. >
< Che cosa dovrei fare? >
< Duca di Ashford, con me non dovrete nascondere il vostro passato da cacciatore di taglie mentre eravate un giovane ragazzo. Possiamo andare d’accordo molto più di quello che credete. >
< Volete uccidere vostra madre e la Contessina Williams? >
< Mia madre dovrà ancora servirmi per un po’ di tempo quando tornò al potere. Devo togliere di mezzo quella bastarda e nel farlo sto preparando un veleno molto potente che la povera Leila ingerirà senza che possa lasciare nessuna traccia. >
< Davvero diabolico da parte vostra. Non vi facevo così crudele. >
< Mi sto solo riprendendo quello che mi spetta. Non accetterò mai che mia madre e quella bastarda la passino liscia. >
< Ma io in tutto questo cosa dovrei fare? >
< Intrattenete mia madre. Il più tempo possibile. La Contessina Leila sarà molto più vulnerabile senza di lei. >
< Anastasia, sapete che vostra madre risalirà voi quando l’avrete uccisa, vero? >
< Lo so bene. Ma non potrà mai farmi fuori divenendo ufficialmente l’unica erede di questo casata. Dobbiamo portare avanti il nome, capite ora? >
< Perfettamente > rispose il Duca con ghigno malefico.
< Allora Duca di Ashford, accetterete di divenire un mio alleato? >
< Con grande piacere > replicò l’uomo stringendo la mano della figlia prediletta pronta a tornare al potere.
< Voi siete come vostra madre: oltre a non aver nessun cuore per i defunti parenti, non vi fermate dinanzi a niente per far vincere la vostra ineluttabile forza di volontà. >
< Mi hanno trasformato in questa orribile persona. Io non sopporto di stare all’ombra di chi non se lo merita. >
< Certo, come no. >
< Pensate pure quello che volete di me. L’importante è che non ci tradiremo mai, altrimenti le condizioni sarebbero nefaste. >
< Non vi preoccupate, Contessina Anastasia. Non succederà mai > mentì Jack cercando di portare il piano della ragazza a suo favore.
   
 
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