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Autore: Shirokuro    09/07/2020    0 recensioni
{ anita centric; n/anita | longfic | storico; introspettivo | reincarnation!au }
primo capitolo: Tra i canti dei fantasmi che gli tenevano compagnia, ed il fruscio degli alberi nel giardino provocato dai Pidove inquieti, quasi come sapessero cosa stava succedendo, passò ore sul perimetro che aveva individuato come incriminato. Per fortuna, l’ampiezza delle sale lo rendevano silenzioso ed impercettibile all’orecchio di chi già si cullava nelle braccia del sonno e si faceva rubare i sogni dai Munna e dai Musharna. L’idea lo fece sorridere con tenerezza. L’atmosfera di indagine lo rilassava incredibilmente.
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Videogioco
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(filotimo)
prologo

 
Veniva preso in giro da un leggero soffio di vento, un timido pezzo di carta affisso con violenza e senza vera premura su una bacheca che si ergeva nella piazza centrale. La prima reazione di Anita fu meravigliarsi che sia l’annuncio che il suo supporto fossero ancora in piedi. La seconda fu sistemarsi il cappuccio sulla testa ed avvicinarsi per poter leggere le parole che esibivano così valorosamente quegli oggetti. Coraggiosi e valenti guerrieri che ignoravano le tarme ed il Sole scrosciante, pur di portare a termine la loro missione.
   Facendosi strada nella piccola folla che si era creata attorno agli Ettore ed Achille di Soffiolieve, si accertò di venir ancora seguita da Snivy e che non si fosse perso o allontanato. La piccola creatura verde la rassicurò incrociando il suo sguardo ed afferrando il vestito che indossava, così da garantirle che non si sarebbe perso.
   Quando, tra una spinta e l’odore vago del sudore dei compaesani, Anita arrivò davanti alla sua ambita ed ormai antologica meta, rimase, però, delusa.
   Aveva confutato, infatti, tra il brusio delle chiacchiere delle mature signore alla sua destra ed il fruscio degli alberi del bosco poco distante, che le parole che destavano tanto scalpore tra i suoi simili erano – per lei, in quanto lei – il deprimente ragguaglio alla città dell’arrivo del Re in visita.
   La data ed i dettagli erano “a conoscenza delle autorità e solo di esse”, ma si raccomandava “la massima attenzione a tenere pulita ed ordinata la zona, sia per evitare di dare l’impressione sbagliata, che al fine di mostrare al nostro Sovrano il lato migliore di noi”. Purtroppo, Anita queste cose le sapeva già.
   Aveva ingenuamente sperato ci fossero effettive novità in quel buco dimenticato da tutti che era Soffiolieve. “Chissà perché hanno deciso di spostare qui la residenza principale”, si ripeteva mentre rendeva partecipe il suo compagno verde della decisione che si sarebbero incamminati, accennando uno strattone della gonna che lui ancora teneva stretta.
   Certo, non era propriamente piccola, non era vicina al caos delle città degli intellettuali e c’era uno spettacolare mare poco a sud della Villa. Un’atmosfera da sogno, per chi aveva tanto tempo libero. Ma proprio per questo non era esattamente il luogo più strategico per svolgere gli affari di famiglia. Anita accusava i suoi genitori di grande dabbenaggine.
   Ignorò sguardi furtivi e superò diverse isolette di pettegole labbra maliziose, ed infine giunse a casa. Bussò alla porta d’ingresso.
   «Bentornata, signorina», l’accolse la domestica, scuotendo leggermente la chioma bionda.
   «Grazie, Belle, puoi poggiare queste buste in cucina, per favore? Lo farei io, ma devo presentarmi d’innanzi al Marchese». La giovane accennò di annuire e prese in braccio le buste di stoffa, dirigendosi poi verso la stanza che le era stata indicata.
   La castana, invece, proseguì dritta per il salone dell’abitazione e seduto su una alta poltrona davanti ad un tavolino che si prestava da sostegno per un posacenere ed una confezione di sigari trovò proprio l’uomo che cercava. Fece segno a Snivy di aspettarla sulla porta e si pose proprio davanti a lui, ostruendogli la vista sul caminetto spento, annegato nell’ombra della luce che soffusa veniva ulteriormente filtrata dalle pesanti tende accostate.
   «Sono di ritorno, Padre».
 



 
angolo d'autrice. dopo più di 5 anni torno con beyond belief. fatemelo ripetere: dopo più di 5 anni, torno con beyond belief. e permettetemi di ripetere ancora, così che capiate qual è il mio profondo disagio: dopo oltre 5 lunghissimi anni in cui ho avuto tempo di iniziare e finire il liceo, torno su questo sito dimenticato da dio per pubblicare quello che è il remake di un progetto infantile e pigro cominciato da una persona immatura ed ignorante. un progetto che però mi è stato tanto a cuore e che la me di allor aveva promesso di finire. be', ovviamente la me di allora ha fallito.
c'è da dire che nel 2015, quando ho pubblicato per l'ultima volta un capitolo di questa storia, non avevo ben chiara la direzione che volevo prendere con questa storia. avevo ben chiaro il finale, avevo ben chiaro quali sarebbero stati i principali filoni narrativi, ma non avevo abbastanza disciplina per metterli in pratica e dopo l'esame di terza media che mi occupò per intero le prime settimane di giugno mi parve un'impresa colossale e troppo complessa. poi ho smesso di scrivere, ricominciato a singhiozzi e mai veramente ricominciato. sono successe cose e non sono maturata di una virgola. ma proprio perché ora ne sono consapevole, penso di potermi buttare in questa pazzia.
pubblico ora il prologo, perché dubito riceverà grandi modifiche e così mi sentirò più motivata a continuare l'opera. per i prossimi capitoli ci vorrà tempo: non voglio mettermi pressione. forse i primissimi capitoli non troppo tempo, in realtà. saranno essenzialmente i vecchi capitoli riscritti in maniera da riflettere il nuovo stile (meno finto-pomposo, più concreto e solido) ed introdurre le diverse sottotrame che mi bloccarono al tempo.
chi già conosceva la storia, se è ancora rimasto qualcuno da allora, non ha bisogno introduca il concept, ma permettetemi: questa è una reincarnation au (al tempo non sapevo di starne scrivendo una btw, eppure) che si svolge nel passato rispetto agli eventi di unima visti nel gioco. a causa della mia ignoranza nei confronti della storia newyorkese e l'incapacità di amalgamare gli elementi reali a quelli della storia del mondo pokémon, sarà una storia piena di incongruenze e licenze poetiche assolutamente non necessarie. uomo avvisato, mezzo salvato. inoltre, probabilmente continuerò a riferirmi alla storia come "beyond belief", o Bb, nonostante il radicale cambio di titolo in (filotimo). è abitudine, affetto, anche se è veramente un titolo pessimo, beyond belief.
detto tutto questo, spero veramente di riuscire a finire questa storia, università e lavoro permettendo. ci tengo perché vorrei pensare che almeno una cosa l'ho portata a termine nella mia vita. mi auguro di poter intrattenere qualcuno. grazie di aver letto!!
   
 
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