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Autore: Heartofmyangel    09/07/2020    0 recensioni
Lei Crystal Smith una normale studentessa di 18 anni,incontrerà a scuola il suo amore,il suo professore di Geografia....tra i due ci saranno sguardi accesi,confessioni,parole non dette e un segreto che li terrà uniti per sempre.
Lui Bryan O'Connel professore di 30 anni,quest'anno inizierà a lavorare nella scuola in cui va Crystal e sarà il suo professore,lui ha molti scheletri nell'armadio....
Riusciranno a stare insieme?Anche se lui è molto più grande di lei?Quali segreti nasconderanno?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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BRYAN Eccoci qui in aeroporto, in attesa di fare il check-in, per poi tornare nella nostra città di origine. Quando ieri mattina ho ricevuto quella chiamata non sapevo se gioire o morire, non so se sarò pronto a rivedere Crystal e far finta che non ci sia stato nulla tra di noi, però dall'altra parte mi manca tanto New York, ho lasciato vari pezzi del mio cuore in quella città. La ragazza che ho conosciuto l'altra sera, mi ha detto che anche lei tornerà a New York, la sua città originaria, però tra qualche giorno. A dire la verità ne sono felice, perché sarà un modo per distrarmi da Crystal e dimenticarla una volta per tutte. Un giorno dopo "Signor O'Connell, buongiorno!" mi dice la segretaria del preside rivolgendomi un dolce sorriso. Sono appena arrivato in una scuola non molto distante da quella in cui insegnavo precedentemente, per firmare un contratto di sei mesi per una supplenza. Appena finito il colloquio, uscendo dalla presidenza, vedo passare davanti a me la figura di una ragazza da me molto conosciuta. La ragazza che mi ha cambiato la vita. La ragazza che mi ha fatto capire cos'è l'amore. La ragazza che mi ha reso felice anche se per pochissimo tempo. La ragazza che mi manca da morire, ma che allo stesso tempo mi ha deluso più di chiunque altro. "Crystal!" grido istintivamente, con la voce un po' spezzata La ragazza si gira di scatto e io mi avvicino ancora di più a lei. "Parli con me?" chiede lei alzando un sopracciglio "Si, con chi sennò?" "Allora mi sa' che mi hai scambiata per un'altra ragazza" afferma lei sicura delle sue parole "Crystal dovrei essere io a far finta di non riconoscerti dopo ciò che mi hai fatto, non tu, quindi smettila e parliamo" le dico agitandomi "Ma di che cosa stai parlando? Io non ho idea di chi possa essere questa Crystal, adesso mi hai proprio stufata!" grida lei andando via Non riesco a capire perché si comporti così... prima ignora totalmente la mia lettera e poi fa finta di non conoscermi... adesso sono sicuramente più deluso di prima... Crystal Mi sono svegliata da un quarto d'ora ma non ho voglia di alzarmi, guardo il soffitto e ripenso a tutto quello che mi è successo e tocco la mia pancia. Pensare che qua dentro c'è il frutto dell'amore mio e di Bryan è una cosa emozionante, ma quella felicità viene subito spazzata da un senso di vomito. Scatto subito in piedi e corro verso il bagno, il quale da un paio di giorni è diventato il mio mio posto preferito. Che sei spiritosa stamani! "Buongiorno anche a te, mia migliore amica" dico mentre sono davanti lo specchio del bagno per sciacquarmi la faccia. Alcune volte penso che io sia pazza quando parlo da sola. Scendo giù dove sento, già dalle scale, il profumo della torta al cioccolato che mia mamma mi prepara ogni settimana. Arrivo in cucina con questo buon odore che mi accompagna e come avevo presupposto trovo come colazione una bella fetta di torta tutta al cioccolato con un succo di frutta. Mia mamma dice che fa bene al bambino. "Buongiorno mamma, grazie per la colazione" le dico sorridendole "Di niente amore" "Oggi che fai?" chiedo prima di mettere un pezzo di torta nella bocca. "Vado a fare la spesa e poi non so vedrò in mattinata, tu studi?" "Si mamma mi porto avanti con il programma" rispondo appena ho finito di mangiare "Brava amore, io vado così ritorno presto" Lei mi saluta con un bacio in guancia, prende il suo cappotto, le chiavi della macchina ed esce. Io dopo aver finito la colazione vado a fare una doccia che mi rigenera e mi fa rilassare. Mi vesto comoda: un paio di leggins e una felpa grande dell'Adidas. Prendo i libri della mia libreria e comincio a studiare. Dopo circa due ore, finisco di portarmi avanti con il programma di studi e decido di andare in biblioteca per registrami e prendere diversi romanzi rosa e storie d'amore. Metto il giubbotto e mi avvio alla fermata dell'autobus che, fortunatamente, passa dopo cinque minuti. Dopo essere arrivata in centro mi avvio per le immense strade di New York. Arrivo in biblioteca dopo dieci minuti ed entro. Il profumo dei libri mi investe, c'è tanto silenzio che si sente perfino lo sfogliare dei libri. Vado verso la signora che presumo lavori qui e firmo tutte le carte per avere la carta. Dopo mi faccio indicare il reparto dei miei generi preferiti e mi avvio per questi grandi librerie pieni di libri di ogni genere. Dopo essermi persa un po' di volte e aver chiesto indicazioni ad alcune persone, mi ritrovo nella sezione dei romanzi. Non c'è nessuno tranne un ragazzo, cosa alquanto strana. Faccio scorrere i miei occhi su tutti i titoli che sono riportati nelle copertine e ne scelgo due. Mentre stavo cercando di prendere il secondo, il ragazzo che era alla fine del corridoio mi viene a sbattere contro e cado, ma non tocco terra perché due braccia muscolose mi reggono. Apro gli occhi, che avevo chiuso, e vedo un ragazzo con due occhi dal colore del mare. Lui mi sorride e mi rimette in piedi. Prende il libro che cercavo di leggere e me lo da, dopo aver preso il libro che mi era caduto e il suo. Me lo restituisce e io lo squadro bene. È un ragazzo alto, molto in confronto a me. Muscoloso al punto giusto. Ha i capelli castani chiari e quel sorriso che farebbe sciogliere anche i ghiacciai dell'Antartide. "Scusami ero distratto a leggere ancora una volta la trama di questo libro" dice lui con voce roca. O mamma mia ma questo di qua ha qualcosa di non perfetto ?! Mi sa di no cara mia. Rispondi scema, sei rimasta bloccata. "Non fa niente non ti preoccupare" sorrido "Io mi chiamo James" sorride "Piacere Crystal" ricambio il sorriso "Per scusarmi posso invitarti a prendere un caffè da Starbucks?"mi domanda lui "Certo" sorrido. Ci dirigiamo verso l'uscita della biblioteca e ci incamminiamo vero Starbucks. Appena entrati si sente subito l'odore del caffè. Ci sediamo in un tavolino vicino la vetrata che da sul strada dove sfrecciano tutti i mezzi di trasporto. "Allora cosa vuoi prendere?" "Un caffèlatte" "Perfetto, vado e arrivo, non scappare" dice lui ridacchiando "Non ti preoccupare, non vado da nessuna parte" ribatto scherzosamente. Lui va verso la cassa per ordinare e appena arriva per confermare i nostri ordini la cameriera gli fa gli occhi dolci e io alzo gli occhi al cielo perché capisco che é una ragazza facile. Giro il mio sguardo verso la vetrata e ancora mi stupisco della strepitosa altezza dei grattacieli newyorkesi. Vengo ripresa dal buon odore di caffè che proviene dal contenitore che contiene il mio caffè-latte, che prendo. James si siede prendendo il suo caffè macchiato e ne beve un sorso. Vedo che la commessa, che faceva gli occhi dolci a James, continua a tenere lo sguardo fisso su di lui. "Secondo me dovresti dargli il tuo numero" dico sorridendo. "A chi?" Chiede lui "Alla commessa" rido "Ah no, ho un'altra ragazza da conquistare" dice lui guardandomi. Le mie guance si tingono di rosso e abbasso lo sguardo con un sorriso stampato in faccia. Mentre stavo bevendo il caffè mi venne una fitta alla pancia che mi piegai un po'. "Crystal che hai?" Domanda lui preoccupato Non rispondo perché il dolore è così insopportabile che chiudo gli occhi e vedo il buio totale. Lauren Sono in giro a fare la spesa e per comprare qualche vestito nuovo. Esco fuori dal supermercato e vado verso la mia macchina, arrivo al porta bagagli e comincio a sistemare le buste della spesa, però faccio fatica ad alzarne una e vengo aiutata da una mano sconosciuta. Mi giro verso il proprietario della mano ed è... BRYAN. Rimango di sasso appena incontro il suo volto. Che ci fa lui qui? "Sono ritornato perché mi hanno proposto un contratto in una scuola" dice lui rispondendo prima che io gli porgessi la domanda. "O mamma mi sa che l'ho pensato ad alta voce" dico "Mi sa di sì Signora Smith" dico "Non mi dia del lei prof O'Connel" "Ok, allora pure tu... Come sta Crystal?" Stavo per rispondere quando mi arriva una chiamata con un numero sconosciuto. Rispondo. "Pronto?" "Salve signora sono un amico di Crystal, può venire subito in ospedale, sua figlia si è sentita male" "COSA? COS'È SUCCESSO?" chiedo allarmata Non riesco più a parlare e Bryan mi prende il cellulare e comincia a parlare al posto mio. "Stiamo arrivando" Sento solo questa frase. "Lauren, dai vieni che andiamo in ospedale" dice allarmato Andiamo verso la mia macchina e lasciamo la sua nel parcheggio del supermercato e dopo sarebbe venuto a prenderla. Bryan Il ragazzo mi ha spiegato in quale ospedale avessero portato Crystal e mi dirigo subito lì. Arriviamo dopo una mezz'ora e corriamo alla receptionist e ci facciamo indicare la stanza in cui hanno portato Crystal. Seduto in una delle sedie, nella sala d'attesa, c'era seduto un ragazzo. Alza la testa e viene incontro a noi, e la mamma di Crystal va verso di lui. "Come sta mia figlia?" Chiede lei preoccupata "Signora non lo so il medico è entrato una decina di minuti fa, ma ancora non è uscito" Io sono molto preoccupato per lei, voglio starle vicino ma non posso, lei non mi vuole, però il fatto che lei stia con un altro non mi piace per niente. Mi rode dentro sapere che lui possa baciarla, toccarla e soprattutto far nascere il suo meraviglioso sorriso che prima donava a me. Vengo riportato alla realtà dal medico che esce dalla stanza di Crystal. Mi avvicino per sapere come sta. "Come sta mia figlia?" Chiede Lauren "Sua figlia sta bene signora, ma dovrebbe stare al riposo perché non fa bene al bambino" "Quale bambino?" Domando non capendo "Il bambino che la signorina Smith sta aspettando" E dopo quell'affermazione il mio cuore si spezza. Ancora un'altra volta.
   
 
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