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Autore: NPC_Stories    11/07/2020    3 recensioni
Una raccolta di flashfic e oneshot che attraverso una parodia quasi sempre comica di alcuni cliché letterari racconteranno frammenti di vita dei miei personaggi ricorrenti, o anche piccoli missing moments di altre storie.
Aggiornamento a random quando mi sento ispirata.
Genere: Fantasy, Parodia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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1359 DR: Mother Hen


"Hai fatto cosa?" Johel fissò la padrona di casa, sconvolto.
Krystel rispose con una scrollata di spalle.
"Lo avevo avvertito. E sai quante volte?"
"Ma... Punire qualcuno con la magia..."
"Oh sì, è una cosa terribilmente crudele" confermò la strega, con una smorfia di derisione. "Sono proprio una mangia-orchi, come mi ha definito Geyla stamattina."
Johel sbiancò come un cencio. Mangia-orchi era un insulto molto volgare, usato per indicare una persona desiderosa di praticare ogni genere di sesso orale sugli orchi.
"Lei... sicuramente non intendeva..."
"Certo, è ovvio, nostra figlia è troppo piccola per sapere cosa significhi. Ma dove l'ha sentito dire, secondo te?" Gli fece notare la donna, puntando i pugni contro i fianchi come faceva sempre quando era arrabbiata.
"Gli ho detto così tante volte di non usare il turpiloquio davanti alla bambina" sussurrò l'elfo, passandosi una mano sul viso.
"E magari passare una giornata in forma di animaletto da cortile lo aiuterà a capire meglio il concetto" tagliò corto lei, in tono definitivo.

Johel non era sicuro di quale dei molti animali della locanda fosse in realtà il suo amico drow. Forse Krystel lo aveva trasformato in uno degli asini. Purtroppo l'elfo non si era mai preso la briga di contarli. O magari era una delle capre che pascolavano nel vasto recinto fuori dalle mura della locanda... quelle bestie avevano un carattere che sicuramente ricalcava il suo. O forse...?
Il ranger trovò la sua risposta quando vide una grossa gallina nera che scorrazzava in un angolo del cortile circondata da quattro pulcini. I pulcini erano gialli come i petali del tarassaco e cercavano di ruzzolare in giro mentre la chioccia tentava di radunarli sotto le sue ali. Il motivo era facilmente intuibile, si era già sentito un tuono in lontananza e guardando il cielo sembrava che stesse per venire a piovere. Gli acquazzoni erano molto comuni d'estate. Johel sospirò, raddrizzò le spalle e si diresse verso gli animaletti in agitazione.
"Cosa fai? Non sono i tuoi pulcini."
La chioccia lo ignorò e continuò a cercare di radunare i piccoli e spingerli verso il pollaio coperto.
Per un po', Johel rimase a guardare affascinato i tentativi della gallina di portare a termine il suo compito, e quando finalmente lei ci riuscì decise di seguirla nel pollaio per vedere cosa avrebbe fatto. Si tolse il mantello e lo appoggiò su una panca all'esterno per evitare che si sporcasse di guano, poi entrò con cautela nella struttura di pietra e legno. La chioccia dalle piume nere si era sistemata su una piattaforma rialzata e i quattro pulcini si erano rifugiati sotto di lei.
"Johel? Che fai lì dentro?" Gli domandò Krystel, facendo capolino nel pollaio con la piccola Jaylah al seguito. La bambina portava con sé un secchiello pieno di semi ed era chiaro cosa volesse fare.
"Stavo solo... è normale che si stia prendendo cura dei pulcini?" Domandò, indicando la gallina nera.
La strega lo guardò perplessa. "Certo, è la loro madre. Perché... oh aspetta, hai pensato che avessi trasformato mio fratello in una chioccia?"
"Ciao, pio-pio" esclamò Jaylah tutta contenta, dedicando la sua attenzione ai molti pulcini che gironzolavano nel pollaio. In realtà si stavano allontanando di corsa da lei, ma la piccola non ci badò.
Johel arrossì violentemente, sommerso dall'imbarazzo. "Ehm... Sì. La gallina è nera e i suoi pulcini sono gialli quindi ho pensato..."
"È una gallina della Valle Grigia, i pulcini sono sempre biondi ma diventano neri con la prima muta." Spiegò la strega, molto divertita. "Se fossi in te starei più attenta ai gatti. Ce n'è uno proprio qui fuori che ti guarda male da una decina di minuti."
L'elfo colse il suggerimento e uscì di corsa dal pollaio, stando ben attento a non calpestare nessun animale e nessuna bambina. A pochi passi da lui un gatto grigio se ne stava seduto sulla panca dove poco prima aveva appoggiato il suo mantello.
Con aria sdegnosa e con uno sguardo quasi di sfida, il gatto attese che Johel si accorgesse di lui, si mosse molto lentamente posizionandosi sull'indumento dell'amico... e solo allora alzò la coda e svuotò la vescica, senza mai interrompere il contatto visivo.
L'elfo rimase interdetto per un lungo momento, confuso da quel comportamento immaturo, seriamente indeciso se imbracciare il suo arco magico e far fuoco sul gatto oppure no. Poi la bestiola schizzò via veloce come un fulmine e il ranger decise di farsi una risata, perché non valeva la pena rischiare di incendiare la locanda solo per vendicare il suo mantello. E francamente un po' sentiva di esserselo meritato, per non aver saputo riconoscere il suo amico.
Ora doveva solo decidere se lavare il mantello oppure andare a depositarlo così com'era sul letto di Daren.


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Troppe volte Daren è stato definito "chioccia", non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione di scrivere questa breve storia. Per approfondimenti sulla figura della proverbiale mamma-chioccia: Urban Dictionary: Mother Hen.
Per quanto riguarda gli insulti nel Faerûn, fra cui "mangia orchi" (che è canon), maggiori informazioni qui.
   
 
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