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Autore: Ilakey    05/09/2003    4 recensioni
Amici nel passato, ma ora?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non vi dico niente! ^-^ Leggete e ditemi cosa ne pensate!
Bhè i personaggi non appartengono a me ma io li prendo in prestito per strapazzarli un pochetto come mi pare. Attenzione: yaoi!!!! Ma solo poco pochino(che emozione la mia prima yaoi!^_^) Yaoi no lemon, solo sentimenti.
Vi avverto che forse ho scritto in modo esageratamente sentimentale o inadatto al personaggio,
ma qst ff è venuta così!!

Capitolo 1: Infanzia (prima parte)

(ovviamente è tutto inventato da me, dai nomi alle date!)
Apro gli occhi, i raggi del sole? No non è il sole, è una lampadina, sì, una luce elettrica, fredda come il ghiaccio qui in Russia. Da quando tre giorni fa sono uscito dall’orfanotrofio a San Pietroburgo non vedo più il sole. Peccato il sole mi piaceva e poi la signora Lydia diceva sempre che per dei bambini di 6 anni come me serve tanta aria aperta e cibo sano.
Qui il cibo ce lo danno al contrario dell’orfanotrofio e non devo neanche più rubare e farmi picchiare dai proprietari di negozi e bancarelle.
Cosa c’è qua? Il mio bey! Lo considero un vero e proprio portafortuna, sì perché l’ho rubato con gran facilità! E’ come un amico, l’unico amico anzi anche se non riesco bene a definire la parola amicizia.
La porta davanti al mio letto si apre, un’altra luce nella stanza ma questa luce è oscurata da un’ombra. E’ l’uomo che mi ha portato qui?
”Bene, d’ora in poi sarai uno dei miei blader, vedendo come sei abile con il bey ho deciso di allenarti qui a Mosca, nel mio monastero. Quel Beyblade è molto bello, dove l’hai trovato?”
Tremo impercettibilmente, quell’uomo dai capelli viola mi fa paura e cosa mi farà se scoprisse che ho rubato il bey?
”Allora, aspetto una risposta!” La mia bocca si apre ma non ne esce fuori niente, mando giù un po’ di saliva e ci riprovo “L’ho rubato,signore” Uao, la voce non mi trema e così sembro anche sicuro di me.
”Come immaginavo” mi squadra dall’alto al basso “Bene, mettiamo subito in chiaro una cosa, qui tu ti allenerai duramente per diventare un vero blazer. Dovrai portarmi sempre obbedienza perché IO ti ho tirato fuori da quel buco in cui vivevi e sempre IO ti farò diventare qualcuno! Siamo intesi?”
”Si signore” Cavolo la mia voce si affievolisce…
”Bene e ora Yuri Ivanov seguimi, ti mostrerò quelli che saranno i tuoi programmi d’allenamento e le regole da rispettare in questo onorevole monastero.”
”Signore…” Credo che la prossima volta che parlerò non ci riuscirò proprio tanto è fievole la mia voce, non mi sembro neanche io, io che ero il bulletto dell’orfanotrofio!
”Dimmi Yuri che c’è?”
”Io..avrei..ecco..” il brontolio del mio stomaco mi toglie dall’imbarazzo.
”Mangerai quando sarà ora”
Sospiro rassegnato, speriamo che non siano gli stessi orari dell’orfanotrofio: mezzogiorno, il mezzogiorno del giorno dopo, alcune volte sera….uffa.
Entriamo in una stanza accogliente, ma non ci sono finestre in questo monastero del caxxo?
Barcov si siede dietro una scrivania di mogano e io non sapendo che fare resto in piedi a guardarmi intorno. In quel momento Barcov preme un pallino giallo vicino alla scrivania e un quadro si sposta di lato mostrando un video. Io faccio un balzo indietro spaventato, le macchine sofisticate le conosco solo attraverso le parole dei ragazzini ricchi che prendevano in giro noi orfani.
”Signore questo è il ragazzo di cui le avevo parlato, Yuri Ivanov, ha buone probabilità di superare gli allenamenti, le invio i suoi dati. Ha 6 anni ed è nato il 25 dicembre, è stato abbandonato davanti all’orfanotrofio Blakovòn di San Pietroburgo il 7 gennaio. Vissuto all’orfanotrofio fino all’8 agosto di quest’anno. Il ragazzo sembra sano ma presto gli faremo una visita medica adeguata...”
Continua a parlare di me e adesso inizia a parlare del mio bey eccetera eccetera, io mi sto annoiando a morte e incomincio ad avere fame su serio.
Dopo poco tempo chiude il quadro-video e chiama una di quelle guardie nere tutte incappucciate.
”Porta il ragazzo alla sala addestramento”
”Si signor Barkov” Mi prende per un braccio e mi porta fuori dalla stanza chiudendo la porta dietro di se. Il corridoio mi sembra interminabile ma finalmente arriviamo ad un portone di legno che la  guardia apre inserendo un codice.
C’è della luce, ci sono dei ragazzi come me con dei beyblade. La guardia mi porta da un’altra guardia che mi sembra sia un suo superiore “E’ Yuri Ivanov”
La seconda guardia inizia a sfogliare un quaderno e si sofferma su lacune pagine, poi congeda la prima guardia e se ne va lasciandomi solo e spaesato.
I ragazzi stanno provando le modalità di lancio “780 . 781 . 782 . 783..” non sembrano divertirsi come quando mi divertivo io con il mio bey.
La guardia torna con un dispositivo di lancio me lo porge e mi butta (letteralmente) nel gruppo degli altri dicendomi di fare come loro.
Io mi ingarbuglio con i movimenti e la guardia ferma i ragazzi intorno a me. Com’è strano, capisco che condividerò lo stesso destino di questi ragazzi ma non riesco ad usare un “noi”, per me sono ancora “io” e “loro”. “Ricominciate da capo. Ivanov veni qui, anche tu Hiwatari.”
Mi avvicino alla guardia e scorgo dietro di me una figura nera. Avvicinandosi alla luce vedo che è un ragazzo della mia età con un cipiglio serio. Si mette a squadrarmi e io arrossisco istintivamente. E’ vestito in modo strano, ma forse i suoi vestiti sono allo scopo di incutere timore, e su me hanno effetto.
”Kei, mostra a Yuri come sono i movimenti giusti.” Ha proprio sputato il mio nome come se gli brucasse sulla lingua. Kei Hiwatari, sempre impassibile, mi strappa dalle mani il dispositivo di lancio e mi mostra la giusta posizione. La guardia ci lascia soli (per quanto si può essere soli in 50!). Chiudo gli occhi per la vergogna mentre il mio stomaco inizia rumorosamente  a chiedere cibo e miracolosamente Kei mi guarda con occhi divertiti, ma se ci penso bene potevano anche essere sprezzanti. Lo strano bambino dai capelli grigi mi prende un mano e appoggia il dispositivo per il bey, lasciandomi solo e tornando dagli altri a completare l’esercizio.
Inizio anch’io, con un po’ di difficoltà, ma poi mi ci abituo e seguo gli altri spedito. Sinceramente non ho capito bene cosa mi è successo nell’ultima settimana.
Prima vivevo all’orfanotrofio, poi l’uomo dai capelli viola mi ha visto giocare a beyblade in una stradina deserta di San Pietroburgo e infine mi viene ad “adottare” credo che si possa dire così, o più semplicemente mi porta qui, ormai ho smesso di farmi false speranze sulle famiglie e sulle adozioni.
La massa di ragazzini sta contando “924 . 925 …..” il mio braccio va in fiamme portandosi dietro la spalla e il polso. Vorrei fermarmi ma la guardai è tornata e non credo che si addolcirebbe se le dicessi che non mi sento più gli arti superiori o che è da ieri mattina che non mangio decentemente!
Si perché da quello che ho capito, qui si mangia molto ma io non volevo mangiare quando mi hanno portato via il bey per “studiarlo”, come me ne pento ora!
Oppure potrei chiederle di fermare questa stanza che mi ruota vorticosamente attorno o potrei dirle che se aspetta ancora un po’ il mio viso andrà in fiamme e mi metterò a piangere!

La guardia ci guarda severamente..aspetta un attimo, ho detto “ci” guarda, vuol dire che ora mi considero del gruppo?
”1005 . 1006 . 1007…”
Farfalline colorate mi danzano davanti agli occhi, appoggio una mano a terra, ma quando ci sono finito a terra? Non me ne sono accorto. Sento una voce ma è distante e coperta dal rimbombo nelle mie orecchie. Quelle dispettose farfalline iniziano a correre più velocemente intorno a me e mi coprono la vista. L’ultima cosa che sento è il gelo del pavimento sulla mia calda fronte.Il resto è buio.


  
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