Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: MiakaHongo    12/07/2020    3 recensioni
NOTA: La Fic si ispira anche agli eventi di FROZEN 2
Elsa e Jack vivono finalmente insieme nella stessa epoca, eppure qualcosa si insinua nuovamente nel cuore di Elsa: la paura.
Pitch si propone di aiutarla, ma è davvero questo il suo piano o nasconde qualcosa di più subdolo?
Jack si ritroverà di punto i bianco catapultato in una situazione senza precedenti, riuscirà comunque ad aiutare Elsa o inizierà a dubitare anche lui del suo futuro?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Olaf, Sven
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap 9 Terra Elsa si ritrovò nuovamente in uno scenario innevato ma questa volta non dovette cercare molto per trovare il  misterioso ragazzo dai capelli bianchi, infatti era in piedi davanti a lei.
Avanzò verso di lui, sperando che non svanisse tutto come al solito, per fortuna questa volta non accadde: era la prima volta che riusciva ad osservarlo da così vicino.
Stavolta il suo sguardo aveva qualcosa di diverso: non era adornato dai soliti sorrisi e spensieratezza che sembrava avere insieme a quella bambina ma aleggiava un velo di tristezza e afflizione.
Improvvisamente notò qualcosa di strano: quella espressione… anzi non solo… anche quel volto le ricordava qualcosa o meglio qualcuno.
Jack Overland.
Elsa non dire assurdità: Jack non ha nessun potere… probabilmente il fatto che stesse giù ha condizionato in qualche modo il tuo sogno, tutto qui!
Si rimproverò tra sé.
Eppure non riusciva a vedere quel ragazzo così triste, così proprio come con Jack poco fa, decise che doveva fare qualcosa per sollevargli il morale.
Evocò i suoi poteri e creò sotto di loro una pista di pattinaggio e sui loro piedi dei pattini, quindi lo invitò a pattinare con un gesto della mano: la cosa le venne naturale, come se l’avesse già fatta.
Il ragazzo sembrava inizialmente stupito ma poi contrariato, quasi terrorizzato dall’idea di pattinare: la fissò e scosse la testa come per farle capire che non poteva farlo.
In quel momento ad Elsa parve di poter percepire quella crescente tristezza del ragazzo accompagnata da un’altra sensazione che conosceva molto bene.
La paura.
Sentì quel sentimento crescere dentro di lei come stava probabilmente crescendo in lui ma non poteva permetterlo: prese le mani del ragazzo per indurlo a pattinare con lei.
“Andrà tutto bene, ci sono io con te! Ci divertiremo un mondo, te lo prometto!”
Quelle parole le uscirono in maniera del tutto involontaria, quasi come se non fossero sue. Quando il ragazzo le sentì sgranò gli occhi con tanto stupore nel sentirle almeno quanto ne aveva lei nell’averle pronunciate.
Nonostante tutto lui sembrava ancora nel panico: continuava a fissare incerto i suoi piedi e quello che stava accadendo, per un attimo Elsa ebbe il timore che potesse svenire se avesse continuato così.
“Guarda me”
Il ragazzo alzò quindi lo sguardo fino ad incontrare il suo: in quel momento Elsa ebbe una strana sensazione, come se avesse già vissuto quel momento e quelle sensazioni. Per quanto potesse essere assurdo le sembrava tutto così familiare: ogni gesto le veniva spontaneo come se fosse una replica di un momento che conosceva bene, anche se sapeva che non poteva essere così.
Aveva tante domande nella sua testa eppure l’intensità di quella scena l’aveva come ammutolita o forse aveva semplicemente paura che parlando sarebbe sparito tutto di nuovo, e non voleva.
Eppure doveva capire chi fosse quel ragazzo, perché avesse poteri come i suoi e perché suscitava in lei quelle emozioni.
Lo desiderava con tutta se stessa, come se fosse una questione vitale, come se inspiegabilmente fosse parte di un qualcosa di fondamentale che sentiva sfuggirle sempre più.
Si era finalmente decisa a parlare quando lo scenario cambiò: questa volta erano al suo castello di ghiaccio, quello che aveva creato tempo fa. Il ragazzo era di fronte a lei e le stava parlando, eppure non riusciva a sentire nessun suono uscire dalle sue labbra.
Che cosa sta succedendo?
Stava per chiederlo anche ad alta voce quando vide il ragazzo avvicinarsi sempre di più a lei.
Anche troppo! Sentì il cuore batterle a mille e razionalmente lo avrebbe già spintonato via o schiaffeggiato ma qualcosa le impediva di farlo: si sentiva immobile come se una strana forza la rilegasse esattamente dov’era impedendole di muoversi.
Non riusciva a fare altro se non a fissare il suo viso che si avvicinava lentamente al suo, notando ancora una volta la forte somiglianza con quello di Jack (ad eccezione dei capelli bianchi e degli occhi azzurri). La cosa la fece agitare ancora di più: sentiva come se il cuore a momenti le potesse uscire dal petto, eppure era ancora incapace di muoversi.

68747470733a2f2f73332e616d617a6f6e6177732e636f6d2f776174747061642d6d656469612d736572766963652f53746f
Il ragazzo continuò ad avvicinarsi a lei finché non lo fece: la baciò.
Si sentì pervasa da mille sensazioni diverse che la spinsero a spalancare gli occhi, svegliandosi: era stesa sul prato dove si era addormentata ma la cosa strana era che a poca distanza dal suo volto vi era quello di Jack seppur nella direzione opposta alla sua.
Quando Jack vide Elsa aprire gli occhi sentì per un attimo mancargli il respiro.
Si sarà accorta del bacio?
Si sarà ricordata di me?
Cosa starà pensando?
Quella vicinanza tra loro mise Elsa in estremo imbarazzo, considerando pure il sogno di poco prima.
“Cosa stai facendo?”
Quella domanda di Elsa riportò Jack alla realtà intuendo che probabilmente i suoi ricordi non fossero tornati: doveva aspettarselo eppure solo in quel momento si rese conto di quanto ci sperasse.
Si tirò indietro mettendosi seduto ed arrossì imbarazzato, sperando vivamente che il buio non lo facesse notare.
“Ecco… stavi parlando nel sonno e non sembravi stare bene, così mi sono avvicinato solo per assicurarmi che fosse tutto ok… ma probabilmente hai fatto solo un brutto sogno!”
Per quanto gli suonasse assurda quella era l’unica scusa che gli venne in mente.
Ti prego fa che se la beva e che non si ricordi del bacio!
Sperò con tutto se stesso.
Quelle parole spiazzarono Elsa: si chiedeva se la avesse davvero sentita parlare nel sonno.
Cosa avrà sentito di preciso?
Avrò detto qualcosa di imbarazzante?
Perché sembra così agitato?
La sua spiegazione aveva senso, eppure quella sensazione sulle sue labbra le era sembrata così reale… no! Jack non poteva averla baciata davvero nel sonno! Non sembrava affatto il tipo da fare una cosa simile, probabilmente era solo rimasta influenzata dallo strano sogno di poco fa.
Doveva essere così.
“Cosa avrei detto nel sonno?”
“Bé hai mugugnato varie cose, sembravi agitata ma non saprei dire da cosa, ho sentito solo versi e parole confuse… niente di troppo significativo”
Elsa sospirò mentalmente nel sentire quelle parole ringraziando il cielo di non aver detto qualcosa che l’avrebbe fatta desiderare di sotterrarsi fino al prossimo secolo. Stava per chiedergli altro ma furono raggiunti da Anna e Kristoff.
“Elsa tutto ok?”
“Anna ci hai sentito parlare? Vi abbiamo svegliati?”
Si chiese dubbiosa, sicura di non aver alzato di molto la voce.
“Non lo avete fatto voi ma loro”
Indicò le figure accanto a loro e si trattava di Yelana accompagnata da due Northuldra e sembrava avere un espressione tanto seria quanto stupita.
“È vero che hai domato lo spirito del fuoco?”
Elsa annuì indicando la piccola lucertola accoccolata ancora accanto a lei.
“incredibile!”
Asserì completamente in preda allo stupore, sembrava non credere ai suoi stessi occhi.
“Quindi ora non ci vedrai più come un pericolo incombente?”
Chiese Anna sperando davvero che qualcosa iniziasse ad andare per il verso giusto.
“Bé voi ci avete salvat-“
Non riuscì a concludere la frase perché il suo sguardo fu rapito dallo scialle nel quale si avvolgeva Anna. Furono i due Northuldra al suo fianco a parlare al suo posto.
“Quello scialle è di una delle nostre più antiche famiglie!”
99999
Le due sorelle si fissarono.
“Era di nostra madre!”
In quel momento Elsa si ricordò dove aveva visto quello scialle: in una delle statue di ghiaccio che aveva creato accidentalmente con i suoi poteri nella battaglia con lo spirito del vento.
“Anna, nella statua di ghiaccio con nostro padre da giovane… la ragazza che lo salva aveva questo scialle! Vuol dire che…”
“Quella ragazza era nostra madre! Era suo questo scialle, quindi lei ha salvato nostro padre ed era una Northuldra!”
Tutti rimasero senza parole da quella affermazione, stranamente a rompere il silenzio fu Yelana.
“Quindi non solo ci avete salvati dalla foresta in fiamme ma siete anche parte del nostro popolo! Non c’è davvero più nessun motivo adesso per non darvi il benvenuto nel nostro villaggio”
Sorrisero tutti entusiasti all’idea di poter avere come base per una volta un sicuro villaggio e non la sola e spaventosa foresta.




Pitch vagava per la foresta ma questa volta con una direzione ben precisa: sapeva quale era il territorio dei giganti di terra e trovarli sarebbe stato nettamente più facile della odiosa salamandra, infatti li poté notare già da una buona distanza.
Perfetto! Ora non mi resta che infastidirli e lo spirito della terra correrà sicuramente a difenderli.
Pensò tra sé, anche se continuava a pensare a come avrebbe potuto spaventare o irritare dei colossi simili.
Dopo aver assorbito le paure dello spirito del fuoco i miei poteri sono aumentati… potrei sfruttare in qualche modo la cosa… ma è anche vero che non basteranno delle semplici creature oscure per infondere paure in quei colossi!
Se solo ci fosse un altro modo…
Continuò a pensare finché un idea non gli illuminò il volto.
Ma certo! Perché non ci ho pensato prima? Non serve attaccare i giganti, posso infastidire lo spirito della terra con molto meno!
Con i suoi poteri sapeva bene come alimentare le paure o la rabbia insiti negli individui, cosa che aveva già fatto con lo spirito del vento e del fuoco ma il Pitch del futuro gli aveva spiegato come oscurare il cuore di un essere vivente: era un processo non semplice e che richiedeva una buona dose di potere, si chiese se potesse funzionare anche con le piante infondo i suoi poteri stavano diventando sempre più forti e un essere basilare come una pianta poteva essere un buon esercizio di inizio.
“Penso proprio che lo scopriremo presto!”
Corse fino ad un campo di fiori che aveva visto lì vicino, quindi distese le braccia verso il terreno evocando i suoi poteri: inizialmente non accade molto, ma dopo una serie di tentativi notò che i fiori iniziavano a prendere una colorazione più scura.
Sta funzionando davvero!
Gioì tra sé: iniziava a capire come doveva fare, quindi continuò seguendo le istruzioni del Pitch del futuro, finché una buona dose di fiori non si oscurò totalmente facendogli perdere tutta la vitalità che sembravano avere poco prima.
Non appena accadde però una scossa di terremoto colpì il terreno, crepandolo proprio accanto a lui.
Pitch sorrise, sapeva bene chi aveva provocato quella scossa di terremoto ed era stato proprio lo spirito che stava cercando.
“Come dici? Non devo usare i miei poteri per oscurare le piante? Oh ma io mi stavo solo allenando è stato diciamo un ‘incidente’!”
Disse con la voce più spavalda e meno credibile del mondo, cosa che fece tremare di nuovo la terra ai suoi piedi: stavolta l’uomo nero dovette usare i suoi poteri per evitare l’attacco e non farsi male.
Sapeva bene che lo spirito della terra era molto potente, inoltre avrebbe potuto aizzare i Golem contro di lui in qualsiasi momento ma doveva assolutamente farlo uscire fuori in qualche modo.
“Lo so questo è il tuo territorio e il tuo compito è difendere la natura ma vedi anche io ho un compito ed è quello di diffondere della sana paura e distruzione, quindi anche questo rientra nei miei interessi”
Con un gesto del braccio usò i suoi poteri per oscurare un altro gruppo di fiori, il gesto provocò un’ultima forte scossa di terremoto dalla quale delle rocce ricoperte di muschio si staccarono dal terreno fluttuando una accanto all’altra fino a formare quello che sembrava un altro golem di pietra ma più massiccio, quasi un gigante.

9999
Pitch sorrise perché sapeva bene che quello non era un golem qualunque bensì lo stesso spirito della terra che aveva assunto una forma ‘corporea’ per poterlo attaccare più facilmente.
“In pochi ti hanno fatto arrabbiare così tanto da assumere una tale forma non è vero? Pensi che dovrei sentirmi più onorato o compiaciuto?”
Con un grugnito il golem caricò un potente pugno contro l’uomo nero ma si fermò a mezz’aria non appena vide la pietra che l’uomo nero aveva appena alzato verso di lui.
“Vedo che la riconosci… bene, ti ringrazio per avermi mostrato il tuo massimo potere, saresti così gentile adesso da darmelo?”
La pietra iniziò a risucchiare il potere dello spirito della terra e per quanto provasse a resistergli non riusciva a farlo: per quanto fosse enorme e potente nemmeno lui riusciva ad opporsi. In poco tempo il processo fu completo, illuminando come sempre il simbolo corrispondente sulla pietra.
Il gigante di pietra urlò facendo tremare tutta la terra circostante, cosa che fece accorrere anche gli altri golem nella sua direzione.
“La situazione si fa critica, rimarrei volentieri a parlare di fiori con te ma vedi ho un altro spirito da incontrare: direi che è giunto il momento per me di togliere il disturbo!”
Pitch usò i suoi poteri per scappare il più velocemente possibile dal golem e sparire dalla sua vista, di tutta risposta lui cercò di inseguirlo insieme agli altri golem ed a colpirlo con i suoi potenti pugni.




Yelana si stava per incamminare con tutti gli altri verso il villaggio quando sentirono la potente scossa di terremoto.
“I golem?”
Chiese Kristoff, ma gli occhi della donna si dilatarono dalla paura.
“No, credo che sia lo spirito della terra in persona: i golem fanno tremare molto meno forte la terra con i loro passi”
Sembravano tutti sconvolti e timorosi dalla notizia, soprattutto dopo il caos che si erano lasciati dietro gli altri due spiriti: c’era solo una persona che non sembrava preoccupata.
Era Elsa.
“Se si tratta dello spirito della terra devo andare da lui!”
Prima che chiunque si potesse opporre lei corse nella direzione di qualsiasi cosa avesse provocato quel terremoto.
Jack la seguì di scatto: se un altro spirito era fuori controllo poteva esserci molto probabilmente di mezzo Pitch e non gli avrebbe permesso di fare del male ad Elsa.
Appena il tempo di rendersi conto dell’accaduto che anche Anna e Kristoff fecero lo stesso, seguendo a loro volta i due.
“Elsa torna subito indietro!”
Le urlò sua sorella mentre tentava disperatamente di raggiungerla.
“Non posso… restate qui, so cavarmela!”
 Ma come aveva immaginato continuavano a seguirla.
Elsa continuò a correre fino a ritrovarsi sul ciglio di un burrone al di sotto del quale c’era del terreno altamente disceso che portava alla foresta, Jack la raggiunse afferrandole il braccio.
“Si può sapere cosa diavolo ti è preso?”
Non fece in tempo a reagire che una nuova  forte scossa fece franare il terreno sotto di loro facendoli rotolare giù, Anna e Kristoff accorsero preoccupati affacciandosi dal ciglio.
“Elsa, Jack!”
Urlarono. I due appena caduti si rialzarono a fatica non appena arrivati alla fine del pendio in mezzo alla foresta, Elsa lo fece per prima e a parte qualche graffio sembrava stare bene.
“Jack tutto ok?”
Gli chiese. Jack si sentiva decisamente ‘non del tutto ok’ ma non gli sembrava grave.
“Abbastanza per uno che è rotolato giù da un dirupo, immagino!”
“Elsa, Jack state bene? Arriviamo anche noi!”
“No Anna, aspetta! Stiamo bene ma siamo stati fortunati: è una brutta caduta. Torniamo su noi, mi basterà usare i miei poteri…”
La sua frase fu troncata da un'altra scossa ma questa volta videro chi l’aveva provocata: un enorme gigante di pietra che sembrava averli appena notati.
“Pensi che sia uno di quei cosi che i Northdultra avevano chiamato ‘golem’ o lo spirito della terra?”
Chiese Jack.
“Penso che non voglio saperlo!”
Rispose Elsa che immediatamente provò a creare una scala di ghiaccio che li riportasse in alto da Anna e Kristoff ma non appena ci provò il golem distrusse con un pugno il blocco appena creato.
Pitch approfittò della momentanea distrazione del gigante per scappare.
Volete tenere occupato lo spirito della terra al posto mio? Che gentili, non posso proprio rifiutare allora!
Pensò tra sé con un ampio sorriso, quindi usò i suoi poteri per allontanarsi il più possibile e cercare il quarto spirito.
Il golem una volta distrutto tutto il ghiaccio che Elsa continuava a tentare di creare si voltò dove era prima Pitch e non vedendolo più urlò più furente di prima, cosa che fece tremare nuovamente il terreno.
Lo spirito delle terra o quello che era, sembrava davvero furioso e Jack immaginava di chi potesse essere la colpa! Normalmente si sarebbe guardato intorno per affrontare faccia a faccia il suo acerrimo nemico ma al momento aveva dei problemi più grandi a cui pensare: un enorme gigante di pietra sembrava volerli solo ridurre in briciole.
“Non riesco a creare un ponte, Anna non ti preoccupare: useremo i miei poteri per fuggire e poi faremo il giro per tornare da voi!”
Urlò Elsa alla sorella. Anna avrebbe voluto raggiungerla ma sapeva che sarebbe stata una follia anche per i suoi standard, quindi si rivolse a Kristoff.
“Dobbiamo andargli incontro per portarli al sicuro il prima possibile!”
“Allora prendiamo Sven e facciamo anche noi il giro lungo per scendere: faremo prima!”
Anna annuì, quindi si incamminarono.
Elsa provò ad usare i suoi poteri per ghiacciare i piedi del mostro ed immobilizzarlo ma era troppo veloce e forte: si liberò subito e scagliò un grosso pugno contro i due che evitarono per miracolo solo grazie alla presenza degli alberi.
“Che diavolo ti passa in mente? In caso non lo avessi notato è un gigante di pietra, prima di creare del ghiaccio abbastanza spesso da fermarlo ci avrà già ridotti in cenere!”
Disse Jack, di risposta Elsa incrociò le braccia.
“Da quando sei un esperto di poteri di ghiaccio? Allora sentiamo: quale sarebbe il tuo geniale piano invece?”
Jack esitò: non ne aveva uno ma doveva pensare in fretta. I due iniziarono a correre per evitare un secondo attacco dello spirito della terra che per fortuna almeno sembrava essere lento quanto la sua stazza.
Ad un tratto Elsa scivolò per terra, Jack prontamente si spinse verso di lei afferrandola per un braccio in modo da rimetterla in piedi.
“Attenta il terreno anche se meno ripido è ancora in discesa…”
Le sue stesse parole gli fecero venire un idea, quindi afferrò Elsa per le spalle.
“Ma certo come ho fatto a non pensarci prima: per scappare basterà fare come con Jamie… usa i tuoi poteri per creare uno slittino di ghiaccio!”
Elsa lo fissò incerta sia per l’eccessivo contatto da parte di estranei a cui non era abituata e sia per il fatto che non avesse idea di che cosa stesse parlando.
“Uno slittino? Sarebbe questa la tua grande idea? Davvero? Lo sai che è autunno vero?”
“Oh, andiamo Elsa: ti basterà ghiacciare il terreno davanti allo slittino mano a mano che scendiamo, sarà divertente!”
Elsa sgranò gli occhi incredula di cosa stesse ascoltando.
“Spero che tu mi stia prendendo in giro non è ‘divertente’: è decisamente folle!”
Alle loro spalle lo spirito della terra sembrava stare per alzare un enorme macigno e di sicuro non volevano aspettare di vedere cosa volesse farci.
“Fallo e basta!”
Elsa annuì all’intimidazione di Jack nonostante non fosse per nulla convinta della cosa: non aveva idea del perché stesse seguendo quella folle idea ma era pure vero che al momento non avevano di meglio. Creò uno slittino di ghiaccio ed entrambi ci salirono, quindi iniziò a creare del ghiaccio davanti allo slittino come le aveva indicato Jack.
“Bene continua così!”
La incitò lui mentre diede una piccola spinta allo slittino che iniziò a scivolare sul ghiaccio in pendenza.
“Vedi: devi solo continuare a creare del ghiaccio davanti allo slittino cercando di evitare gli alberi, la pendenza farà il resto portandoci in un baleno alla fine della discesa e seminando quel gigante”
“La fai sembrare una passeggiata”
Rispose lei perplessa: sembrava molto concentrata ed allo stesso tempo preoccupata.
“Ce la caveremo: abbiamo visto di peggio e poi è come una discesa in slittino e tutti amano le discese in slittino!”
Elsa davvero non riusciva a capire dove prendesse tutto quell’entusiasmo ma almeno uno di loro due non sembrava temere una tremenda morte sfracellati lungo il pendio o contro un albero.
Nonostante tutto la situazione sembrava abbastanza sottocontrollo o almeno finché il rombo del masso scagliato dal gigante a pochi passi da loro non fece traballare lo slittino: Elsa fece di tutto per stabilizzare la slitta e mantenerla sul percorso mentre Jack si voltò a vedere a che distanza fosse lo spirito della terra.
“Ho una buona e una cattiva notizia”
Le riferì lui.
“Sono abbastanza impegnata al momento… dille e basta!”
“Bé ecco… il gigante non sembra riuscire a raggiungerci facilmente ma sta per scagliarci contro un altro enorme masso!”
Il tempo di finire la frase ed un enorme masso precipitò poco più avanti di loro.
“Dobbiamo frenare lo slittino!”
“A questa velocità? Non penso sia una buona idea, piuttosto crea un ponte che ci dia lo slancio per saltare il masso!”
Elsa lo fissò incredula: era assurdo come ne parlasse con disinvoltura, sembrava quasi che facesse cose simili tutti i giorni.
“Non farò in tempo!”
“Certo che ce la farai: ti basterà rialzare la stessa strada di ghiaccio che stai costruendo davanti a noi”
Il masso si faceva sempre più vicino quindi in preda alla disperazione Elsa alzò le braccia per creare una specie di rampa prima del masso.
“Tieniti forte”
Entrambi si aggrapparono allo slittino che fece un balzo facendogli sorvolare il masso fino a ritoccare terra poco dopo di esso.
“Non posso crederci, ha funzionato!”
Urlò Elsa incapace di trattenere lo stupore come l’entusiasmo.
“Visto? Che ti avevo detto: una passeggiata!”
Rispose lui ricambiando il suo sorriso. Il momento di felicità però durò poco perché entrambi si accorsero che dopo il salto lo slittino aveva preso pericolosamente velocità.
“Ora però come lo fermo?”
Chiese Elsa tentando disperatamente di tenere in traiettoria lo slittino ed al contempo evitare gli alberi.
“Ecco…”
Non riuscì a finire la frase perché per l’elevata velocità Elsa non riuscì ad evitare del tutto l’ultimo albero: l’urto fece capovolgere lo slittino e loro rotolarono per pochi metri fino ad arrivare finalmente a valle.
Elsa si rialzò lentamente: avvertiva qualche dolore dovuto alla caduta ma tutto sommato non era ferita, il che era un enorme risultato dato che dopo un simile percorso avrebbe avuto dubbi alche sul potersi ergere sulle sue stesse gambe.
Diede immediatamente uno sguardo indietro e vide con gioia che erano riusciti finalmente a distanziare il gigante.
Un sorriso incredulo quanto soddisfatto si fece strada sul suo volto.
Non posso credere che abbia davvero funzionato!
A quel pensiero si guardò subito intorno in cerca di Jack: era a pochi metri di distanza e sembrava che stesse lentamente cercando di rialzarsi.
Elsa andò da lui e gli tese una mano per aiutarlo a rimettersi in piedi.
“Se non fossi così folle, direi quasi che sai usare i miei poteri meglio di me”
Disse sorridendo con un pizzico di ironia ma voleva davvero dargli credito di aver creato un piano, per quanto folle, che li avesse salvati.
Jack sorrise anche lui pensando all’ironia della frase, quindi afferrò la sua mano.
“Ricordatelo quando dovrai far nevicare!”
“Cos-“
Non riuscì a finire di parlare perché nel rialzarsi Jack mugugnò dal dolore.
“Jack stai bene?”
Jack portò le mani al fianco: a quanto pare la caduta lo aveva ferito.
“Non penso sia grave ma diciamo che sono stato sicuramente meglio!”
“Posso…”
La terra tremò di nuovo ma questa volta non era sto il gigante bensì i golem che li avevano appena visti mentre lo stavano probabilmente raggiungendo.
“Questi immagino siano i golem… che facciamo Elsa?”
“Riesci a camminare?”
Gli chiese preoccupata.
“Penso che dovrò farlo!”
I golem infatti non solo li avevano notati ma stavano andando verso di loro, i due si misero a correre (Jack per quanto poteva dato il dolore, aiutandosi con il suo bastone), andavano verso il lato che avevano indicato ad Anna per fare il giro ma proprio allora si ritrovarono un altro golem sul loro cammino che li fece fermare: erano tra due fuochi.
99
Si guardarono intorno per cercare una via di fuga.
“Da questa parte!”
Disse Elsa, quindi costeggiarono una parete rocciosa fino a raggiungere un’insenatura.
“Entriamo, non ci potranno seguire qui!”
Per fortuna una volta entrati l’insenatura si fece man mano più grande fino a scoprire una piccola grotta dove i due si sedettero finalmente a riposare.
“Fammi vedere la tua ferita!”
Jack alzò leggermente la maglia scoprendo quella che doveva essere stata una forte botta contro qualcosa, infatti il fianco aveva assunto un colore rossastro.
“Hai un po' di ghiaccio per caso?”
Chiese lui ironico.
“Sei fortunato, lo porto sempre con me!”
Con un gesto della mano Elsa fece comparire del ghiaccio sulla ferita di Jack, il quale sospirò alla piacevole sensazione di refrigerio sulla pelle.
“Bene, tu resta qui a riposare, io vado fuori dai golem per vedere se riesco a domarli come ho fatto con gli altri spiriti!”
Jack la bloccò afferrandola per un braccio.
“Sei matta per caso? Non esiste che vai lì adesso!”
“Devo andarci, quella voce continua a chiamarmi, seguendola ho domato gli altri spiriti forse devo farlo anche con questo…”
“Elsa lo so che vorresti avere tutto e subito ma devi smetterla di voler fare tutto di corsa”
“Devo scoprire chi mi chiama e magari tutto questo mi porterà a scoprire qualcuno come me!”
Jack rimase qualche attimo senza parole a quella affermazione.
“Perché per te è così importante?”
Elsa abbassò lo sguardo.
“Non puoi capire: tutto ciò forse mi farà scoprire chi sono davvero, perché sono al mondo e qual è il mio vero scopo… è una cosa che mi domando da sempre”
Lo sguardo di Jack si incupì.
“Ed invece lo capisco più di quanto immagini”
Era vero: una volta diventato Jack Frost aveva passato secoli a farsi le sue stesse domande ed aveva tentato davvero di tutto per scoprirlo, anche a discapito degli altri: Pitch aveva quasi vinto a causa sua ed ora stava incolpando Elsa del suo stesso comportamento.
Infondo loro due erano ancora più simili di quanto pensasse ma restava il fatto che non poteva permetterle di fare follie rischiando così tanto come aveva fatto lui, perché sapeva bene che se ne sarebbe potuta pentire.
“Raggiungere l’obiettivo è importante ma se corri troppo non ti gusterai anche la parte bella che riguarda tutto il viaggio per arrivarci”
“Parte bella? Intendi quando abbiamo rischiato la vita ed i golem ci hanno inseguiti?”
“Oh ma dai, abbiamo creato uno slittino di ghiaccio ed eseguito un percorso ad alta velocità seminando un enorme gigante di pietra: è stato anche dannatamente divertente!”
“Ma ti sei anche ferito! Come fai a prenderla sempre in modo così positivo?”
“E’ facile: se credi con tutto te stesso che può esserci un lato divertente in ogni cosa, inizierai a vederlo anche nei momenti più bui!”
“Davvero?”
Chiese lei perplessa.
“Ma certo! E poi il divertimento è l’unica opzione per superare la paura e la solitudine”
Questo lo sapeva bene, infondo come Jack Frost era stato solo per molto tempo senza amici e nessuno che potesse vederlo.
“Vorrei avere la tua forza”
“Puoi farlo quando vuoi. E’ facile, ti faccio vedere: crea della neve!”
Elsa alzò le spalle, quindi creò della neve accanto a loro. Jack ne prese un po' facendone una palla di neve, quindi la tirò in faccia ad Elsa ridendo.
“Visto? Uno a zero!”
“Ehi!”
Protestò lei ma lui la ricolpì prima che potesse parlare.
“Due a zero… mammamia avevi ragione la tua capacità di divertirti è talmente bassa che vincerò anche ferito!”
“Ah si? Lo vedremo: ti gelerò il naso!”
Elsa prese della neve e tirò una palla contro Jack ma lui la evitò scansandosi di lato con la testa.
“Eh no, cara mia: quella è la mia specialità!”
Disse posandole il dito freddo per la neve sul naso con un sorriso.
999  
Quella sensazione di freddo sul naso stranì Elsa ma allo stesso tempo le scaldò il cuore come se le ricordasse qualcosa di bello.
“Che succede ti arrendi già regina di ghiaccio?”
Solo in quel momento Jack si accorse che senza pensarci l’aveva chiamata “regina di ghiaccio”, lui era solito chiamarla così da quando si erano conosciuti ma ora di certo non poteva ricordarlo ed aveva paura che potesse prenderla come un offesa.
Quando sentì quel modo di chiamarla, Elsa rimase immobile ed accennò inaspettatamente un sorriso: per qualche strano motivo quel nomignolo le piaceva e la faceva sentire bene.
Il rumore dei passi dei golem si fece più tenue quindi Elsa si affacciò per controllare la situazione.
“Sembra che se ne stiano andando”
“Bene, allora possiamo tornare indietro da Anna e Kristoff”
Elsa era sorpresa da quelle parole.
“Non avevi detto che non dovevamo correre? E poi tu sei ferito!”
“Sto bene e poi se ci tieni così tanto un vero amico ti accompagna per mano fino al raggiungimento del tuo obiettivo, non credi?”
“Grazie”
Rispose lei con un sincero sorriso.


 


Per prima cosa mi scuso per il ritardo con cui è uscito questo capitolo ma tra quarantena e lavoro ho avuto poco tempo per scrivere, in compenso questo cap è uscito lunghetto, spero vi piaccia.
Come avete potuto intuire dal titolo, questo capitolo è dedicato allo spirito della terra. Nel film ho trovato una grave mancanza la sua assenza che per me non si spiega nella presenza dei Golem in quanto i Northdultra nel film dicono chiaramente che loro passano usualmente di lì di notte, quindi sono dei normali abitanti della foresta incantata, presenti anche prima che Elsa risvegliasse gli spiriti. Non andandomi giù questa discriminazione verso lo spirito della terra ho deciso di dargli “forma” attraverso l’assembramento di un gigante di roccia (anche se nella mia versione diciamo che la sua reale forma è incorporea come quella dello spirito del vento ma può animare tutto ciò che riguarda la terra), inoltre è lui stesso ad aver creato in passato i Golem a protezione della natura.
Spero vi sia piaciuta come interpretazione anche se si scosta dal film.
Tante scene di azione ma anche tenere in questo capitolo, vi sono piaciute?
La prima immagine è appositamente ripetuta quella della prima long… iniziate a capire cosa significano i sogni di Elsa?
Come si comporterà secondo voi Elsa adesso e cosa accadrà?
Al prossimo capitolo dedicato invece allo spirito dell’acqua (vi anticipo che sarà lungo perché ci voglio inserire un po’ di cose :)
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: MiakaHongo