Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: ChrisAndreini    14/07/2020    2 recensioni
Cinque coppie, cinque cliché, tropes letterari e delle fanfiction ovunque, e un narratore esterno e allo stesso tempo interno che sembra attirare a sé le più assurde coincidenze e situazioni da soap opera.
Un gruppo di amici si ritrova a passare l'anno più movimentato della loro vita guidati dai propositi, dall'amore, e da una matchmaker che non accetta un no come risposta.
Tra relazioni false, scommesse, amici che sono segretamente innamorati da anni, identità segrete e una dose di stalking che non incoraggio a ripetere, seguite le avventure della Corona Crew nella fittizia e decisamente irrealistica città di Harriswood.
Se cercate una storia piena di fluff, di amicizia, amore, e una sana dose di “personaggi che sembra abbiano due prosciutti negli occhi ma che alla fine riescono comunque a risolvere la situazione e ottenere il proprio lieto fine”, allora questa è la storia che fa per voi.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Corona Crew'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

È solo un sogno

 

 

Martedì 5 Marzo 

Felix iniziava a pensare che non si sarebbe mai laureato, né avrebbe mai smesso di fumare, perché ogni volta che tentava di mettersi sotto per realizzare i propri propositi, qualcosa lo faceva tornare indietro.

Come quella mattina, per esempio. Si era finalmente messo a studiare seriamente approfittando di essersi svegliato presto e di essere solo in casa, e stava anche riuscendo a scrivere senza distrarsi, quando un messaggio di Mirren lo aveva interrotto, insieme al campanello della porta.

E prima che se ne rendesse del tutto conto stava guidando oltre i limiti di velocità fino al veterinario per accompagnare Mirren e Fallon, perché quest’ultima non stava bene.

E ora era fuori dalla sala d’attesa a fumare la sua terza sigaretta perché era fin troppo stressato e preoccupato, e non stava ancora ricevendo notizie, cosa che sicuramente non era un buon segno.

Era cresciuto con Fallon, non ricordava un momento della sua vita in cui non ci fosse anche la fedele compagna con loro a giocare.

O meglio, se ci rifletteva qualcosa ricordava, ma erano molti di più i ricordi con lei, che li seguiva e giocava con loro con la sua enorme energia e giocosità.

Solo il pensiero di perderla lo portava ai limiti di un attacco. Non riusciva proprio a pensarci.

Troppo ansioso, buttò la sigaretta appena iniziata e rientrò per cercare almeno di spiare qualsiasi cosa stesse succedendo lì dentro.

Rientrò proprio nel momento giusto, perché Mirren era appena uscito, e aveva Fallon appresso.

Il sollievo che lo avvolse fu talmente intenso che per poco non scoppiò a piangere di botto.

Mirren gli fece un piccolo sorriso rassicurante, e lui e il cane si avvicinarono a Felix, che si piegò per accarezzare l’amica.

-Cosa è successo?- chiese poi all’amico più grosso, che stava guardando la scena con affetto, e sobbalzò quando fu colto a osservarli.

-Ti spiego meglio in macchina. Usciamo da qui- lo incoraggiò Mirren, con voce ferma, indicando la porta.

Era molto rigido e formale. Troppo rigido e formale.

Felix lo conosceva abbastanza da sapere che si stava trattenendo per non fare una scenata e una volta in macchina era probabile che sarebbe scoppiato a piangere.

Si alzò e prese il guinzaglio di Fallon, per liberare Mirren da questa responsabilità, e si diresse in fretta fuori.

Aveva parcheggiato abbastanza vicino, e per tutta la passeggiata tra lui e Mirren ci fu il silenzio.

Felix ne approfittò per osservare Fallon. Era un po’ acciaccata e stanca, ma sembrava decisamente più pimpante rispetto a poche ore prima.

Una volta raggiunto il parcheggio, Mirren si mise sul sedile del passeggero senza dire una parola, mentre Felix faceva accomodare Fallon nei posti dietro.

Una volta messosi alla guida, lanciò un’occhiata carica di aspettativa a Mirren.

-Perché non stai partendo?- chiese poi lui, dopo qualche secondo, con voce spezzata.

-Cosa è successo?- chiese di nuovo Felix, preoccupato.

Mirren deglutì rumorosamente, come se cercasse in tutti i modi di trattenere le lacrime e dimenticare la questione.

-Mirren, ti prego dimmelo- lo supplicò Felix, con le proprie lacrime che già iniziavano a scendere lungo le guance.

-Non lo so- ammise poi Mirren, cedendo, e prendendosi il volto tra le mani.

-Cosa, come?- Felix non capiva. Doveva pur aver fatto qualcosa, se Fallon ora stava bene. Erano stati dentro un sacco di tempo, e prima sembrava davvero a un passo dalla… Felix non osava neanche pensarci.

-Sembra un’irritazione allo stomaco o qualcosa del genere, ma il dottore non ha capito le cause. Per quello che ne sa potrebbe anche essere un problema al cuore e…- la voce di Mirren si spezzò, e Felix non lo incoraggiò a continuare, limitandosi a lanciare un’occhiata al cane nel sedile dietro con un debole sorriso incoraggiante, nonostante le lacrime.

-Comunque…- Mirren riprese controllo di sé, e si asciugò velocemente gli occhi -…le ha fatto qualcosa e ora sta bene, ma dobbiamo stare attenti- concluse, incoraggiando poi Felix a partire con un cenno della mano.

Felix si asciugò le lacrime ed eseguì.

Il viaggio fu silenzioso.

Entrambi aprirono spesso la bocca per parlare, ma nessuno dei due riusciva a trovare un argomento decente.

L’unico suono, oltre al rombo del motore e alle auto intorno a loro, era quello di Fallon che ogni tanto abbaiava per attirare l’attenzione o scodinzolava forte sbattendo la coda da una parte all’altra della vettura.

In circostanze normali, Felix l’avrebbe scherzosamente rimproverata perché quella era l’auto di sua madre e non voleva rovinarla, ma in quel caso non ne ebbe il cuore. Non riusciva a sgridarla, neanche per scherzo.

A circa metà del viaggio, un messaggio sul telefono di Felix finalmente diede l’occasione per rivolgersi nuovamente la parola.

-Puoi vedere chi è?- chiese Felix all’amico, indicando velocemente il telefono che teneva vicino alle marce.

Mirren eseguì. Conosceva la sua password, e non ci mise molto ad aprire i messaggi.

-Amabelle, un audio- informò, monosillabico.

-Puoi farlo partire, per favore?- Felix aveva una mezza idea di cosa poteva avergli scritto, ma voleva comunque esserne sicuro.

Mirren fece partire senza dire una parola.

-“Felixuccio! Stavo pensando che tra tre giorni è il tuo compleanno, e tu ancora non ci hai detto niente su come vuoi organizzarlo. Cioè, se vuoi una festa a sorpresa basta dirlo e io mi organizzo subito… no, aspetta, non dovresti saperlo se è una festa a sorpresa. …vabbè, fingi che non ho detto nulla. Chissà se esiste un congegno per eliminare la memoria, in una puntata di Gorgeous Pablo usava una cosa del genere per […] Allora, che dicevo… ah, okay, informami se hai già un programma per il tuo compleanno, perché dato che è venerdì io pensavo che sarebbe bello festeggiare al Corona, c’è anche un evento per la festa delle donne e so quanto ti piace ricordare la festa delle donne il giorno del tuo compleanno. Servono più maschi femministi come te, al mondo. L’altro giorno ne parlavo con Petra, perché il femminismo è […]. Comunque, il succo è che avrei dei programmi per festeggiare il tuo compleanno al Corona. O meglio, potrei farmi dei programmi e organizzare la serata. Sono brava come party planner, ti ricordi il compleanno di Petra quando quell’asino […]. È stato così divertente… okay, oh, cavolo, l’audio è uscito di dieci minuti. Ti faccio un riassunto, dimmi i programmi per il tuo compleanno e dimmi se vuoi che lo organizzi io. Baci baci!”-

Vi informo che i puntini tra parentesi stanno a significare necessari tagli perché trascrivere tutto il messaggio non era umanamente possibile. Sarebbe uscito infinito e decisamente noioso.

Come noioso lo considerava Mirren, che si era praticamente addormentato al minuto tre, e si riscosse dal suo torpore solo quando Felix gli rivolse la parola.

-Le puoi scrivere da parte mia?- chiese, continuando a guidare. Senza dare segno di essere sconvolto dalla lunghezza chilometrica dell’audio.

-Se riesco ad evitare che tu registri un audio di egual lunghezza scrivo tutto quello che vuoi- acconsentì Mirren, già pronto a scrivere.

L’audio era sicuramente stato interminabile, ma aveva allentato parecchio l’atmosfera. Felix ridacchiò: 

-Scrivi “Non ho programmi per il mio compleanno. Ti do carta bianca, ma ti prego niente asini”- dettò, e Mirren eseguì.

In pochi istanti, arrivò la risposta di Amabelle.

-“Mirren, perché hai rubato il telefono di Felix?”- lesse Mirren, sorpreso -Come ha capito che ho scritto io? Mi hai dettato tu- commentò, confuso.

-Hai messo almeno una faccina?- indagò Felix.

-Ah… no, mi sono dimenticato. Cosa le rispondo?- Mirren sapeva perfettamente che Felix non scriveva mai senza faccine, neanche per le cose serie o veloci, ma era troppo sovrappensiero per ricordarselo.

-Fai un audio- lo incoraggiò Felix, preparando la voce.

Mirren eseguì, restando perfettamente in silenzio.

-Ames, credi proprio che Mirren si sentirebbe un tuo audio di dieci minuti? Comunque sul serio, ti lascio carta banca ma niente asini. Ti concedo una pecora, ma non un asino- disse Felix con voce squillante, per poi fare cenno a Mirren di tagliare il messaggio.

-Pecora?- chiese quest’ultimo, una volta sicuro di non essere registrato.

-Tranquillo, non credo che siano accettate al Corona, e sono piuttosto certo che Amabelle abbia già uno stupido piano per farci mettere insieme durante il mio compleanno con l’ambientazione del Corona- la rassicurazione di Felix ottenne l’effetto opposto.

-Io non capisco perché è così fissata con noi. Quando mai abbiamo dato l’impressione di essere cotti l’uno dell’altro?- Mirren alzò gli occhi al cielo.

Felix fece tutto ciò che era in suo potere per restare impassibile.

-Vede solo quello che vuole vedere- alzò le spalle, mantenendo lo sguardo fisso sulla strada.

Purtroppo Amabelle ci vedeva bene, troppo bene. E sebbene la maggior parte dei suoi piani da matchmaker non funzionassero, raramente era colpa della coppia scelta, più di lei che non era poi così brava ad unire le persone.

-E tu non sei preoccupato da cosa potrebbe fare?- chiese Mirren, che al contrario sembrava decisamente spaventato dalle abilità dell’amica.

-Non tanto. So per certo che qualsiasi cosa che proverà a fare con noi non funzionerà- il tono di Felix era pieno di rimpianto, ma sperò che Mirren lo associasse alla sua tristezza per Fallon, e non ad altro.

-Beh, speriamo- fu il solo commento dell’amico, che si strinse un po’ tra sé, nervoso.

Dopo qualche minuto, quando ormai mancava poco all’arrivo, una chiamata, questa volta dal telefono di Mirren, interruppe il silenzio che si era tornato a creare nell’auto.

Mirren sospirò.

-È mio padre- informò Felix, prima di rispondere -Buongiorno, papà- lo salutò, in tono formale ma comunque affettuoso.

Felix non riusciva a sentire quello che Brogan diceva al figlio, ma a giudicare dalle risposte, intuì abbastanza il discorso generale.

-Ho avuto un’emergenza… lo so, papà, non sono un idiota, né un bugiardo. Fallon non è stata bene…- pausa, Mirren sembrò irritarsi -…come puoi dire una cosa del genere, è un’emergenza eccome… vengo questo pomeriggio, non preoccuparti, dammi solo il tempo di…- pausa, Mirren abbassò lo sguardo, perdendo la poca vitalità che aveva riguadagnato con l’intermezzo Amabelle -Va bene, padre. Arrivo appena possibile- concluse infine, in tono impassibile, prima di chiudere la telefonata.

-Vuoi che ti accompagni in ufficio?- propose Felix, accomodante.

Mirren scosse la testa -Faccio da solo… ma posso chiederti un altro favore?- chiese poi, guardandolo finalmente negli occhi.

Felix gli lanciò un’occhiata incoraggiante.

-Qualsiasi cosa-

-Potresti stare con Fallon e tenerla d’occhio finché non torno?- gli occhi di Mirren erano così supplicanti e stanchi che, sebbene Felix avesse la tesi da scrivere, non riuscì neanche a valutare l’idea di dirgli di no.

-Assolutamente. Puoi contare su di me- gli promise, accennando un sorriso.

Mirren ricambiò, leggermente rasserenato.

 

Venerdì 8 Marzo

Norman non sapeva se essere ottimista o pessimista riguardo alla serata che si preannunciava.

E la sua indecisione era provocata dal fatto che Amabelle organizzava la serata, e l’ultima volta che le erano state date le redini totali per un compleanno era finita male, decisamente male. Diciamo che ora Norman aveva la fobia degli asini, e non era l’unico della Corona Crew, questo era inoppugnabile.

Per fortuna quello sembrava un party abbastanza basilare. Semplice serata al cafè, e l’unica cosa che Amabelle aveva effettivamente organizzato era scegliere e prenotare la torta. Niente di eccessivamente pericoloso.

Purtroppo Norman sapeva ben più del resto del gruppo, ed era a conoscenza dei terribili piani che aveva architettato.

Solo che… non sapeva esattamente cosa volesse fare.

E questo poteva essere positivo o negativo.

Positivo perché poteva significare che non aveva idea di cosa fare e stava andando a braccio, quindi non sarebbe successo niente, sicuramente.

Negativo perché, se aveva un piano per davvero, e aveva evitato di dirlo a lui e Petra, significava che era un piano davvero pericoloso, e probabilmente anche illegale.

E dato che era convinta che Felix e Mirren si sarebbero messi insieme, Norman propendeva verso la seconda ipotesi.

E quindi la serata era già cominciata da venti minuti e lui non riusciva a rilassarsi, e continuava a fissare Amabelle, ignorando del tutto il menù che aveva aperto in mano.

-Dateci dentro, dato che oggi offro io- li incoraggiò Felix, che al contrario sembrava davvero allegro e pronto a passare una bella serata in compagnia dei suoi amici. Ignaro del tremendo destino che lo attendeva per mano di una delle sue migliori amiche.

Norman lanciò un’occhiata al menù, ma non c’era niente che gli interessasse particolarmente. E soprattutto non credeva fosse una buona idea bere, dato che era in servizio di babysitter per Amabelle.

-Spero che tu non abbia intenzione di guidare oggi- Clover provocò Felix, osservando il menù a sua volta ma fulminandolo con lo sguardo.

Come tutte le ragazze, aveva una coroncina di mimose omaggio del Corona Café. A differenza del resto delle ragazze, aveva anche un braccialetto di mimose che le era stato regalato da Diego. I due erano ormai una coppia fissa, e Norman era felice per loro. Soprattutto perché erano usciti fuori dai piani machiavellici di Amabelle. Era una tale fortuna per loro che Norman non si sarebbe stupito nello scoprire che fingevano solo per evitare che Amabelle continuasse a torchiarli. Lo trovava comunque del tutto improbabile.

-Assolutamente no! Ho già in speed dial il numero del taxi per farmi venire a prendere. Oggi voglio ubriacarmi senza conseguenze!- Felix rassicurò Clover, con un ghigno furbetto e occhi brillanti.

-Non posso fermarti ma cerca almeno di non bere al punto da dimenticarti la serata- borbottò Mirren, che non stava guardando i drink, bensì le torte. Tanto avrebbe ordinato solo acqua per tutta la serata.

-So i miei limiti, non preoccuparti!- Felix gli fece una linguaccia.

-A proposito di alcool, la settimana scorsa abbiamo introdotto dei nuovi drink che potrebbero interessarvi. Ci mettiamo dentro un ghiaccio speciale alcolico che li rende davvero particolari- li informò Max, che aveva la fortuna di avere la serata libera e quindi per una volta era al tavolo insieme a loro e non pronto a servirli. Anche se insieme a loro relativamente, perché gli stavano arrivando centinaia di messaggi al secondo. Il suo telefono sembrava sul punto di esplodere.

-Fantastico! Direi di ordinarne almeno un giro- Felix si rivolse al tavolo, e quasi tutti acconsentirono.

-Insieme a una grossa caraffa d’acqua- aggiunse Mirren, che probabilmente sarebbe stato l’unico ad usufruirne, insieme forse a Denny.

-Hey, Sonja, siamo pronti ad ordinare!- Amabelle chiamò la cameriera più vicina, che li raggiunse con un gran sorriso, e un certo timore. Evitò lo sguardo di Max, che fece altrettanto.

Le ordinazioni procedettero però senza intoppi, ma a Norman non sfuggì che Amabelle stava segnando sul telefono tutto l’alcool e l’acqua, e insistette per portare due brocche di acqua naturale, con tanto ghiaccio.

Qui gatta ci covava.

Quando Sonja andò via, Amabelle si alzò.

-Parti per qualche parte, party planner?- chiese Felix, creando inavvertitamente, o forse di proposito, uno scioglilingua.

-Io, Petra e Norman andiamo in bagno- rispose Amabelle, con semplicità.

-Noi cosa?- chiese Petra, confusa.

-Sapete vero che detta così suona malissimo?- ridacchiò Mathi -Ma non giudico, eh- aggiunse poi, dopo l’occhiataccia di Petra.

-Pensate ciò che volete- Amabelle non si lasciò abbattere, e fece cenno ai due amici di seguirla in direzione… cucina? Si fermò davanti al jukebox, ma era chiaramente direzione cucina, di certo non bagno.

-Non pensate a ciò che volete!- Petra minacciò il gruppo, prima di seguirla.

Norman neanche commentò, si limitò a raggiungerla immediatamente, preoccupato.

-Qualsiasi cosa tu voglia fare, non farla, Amabelle!- esclamò agitato, lanciando un’occhiata alla cucina e temendo dove l’amica volesse andare a parare.

-Non voglio fare nulla, Norman. Ti chiedo solo di restare qui e scegliere la musica mentre Petra chiede a Roelke informazioni su qualcosa e io mi faccio un giretto nei dintorni- Amabelle indicò il jukebox, e posizionò Norman in modo che fosse di spalle alla porta della cucina.

-Amabelle, che vuoi fare in cucina?- chiesero Petra e Norman insieme.

-Niente!- rispose lei, prima ancora che loro due riuscissero a finire la domanda.

Si guardarono per qualche secondo, poi Amabelle scattò verso la cucina, Petra si lanciò all’inseguimento, e Norman sobbalzò perché non se lo aspettava, prima di correre dietro alle due ragazze.

Riuscirono a fermarla in tempo, premendola contro il muro. Amabelle si dimenava come un animale selvaggio, e se non ci fosse stata Petra, che stava facendo tre quarti del lavoro, Norman non sarebbe mai riuscito a trattenerla.

Gli altri clienti lanciarono giusto un’occhiata al trio, ma erano ormai abituati alle situazioni assurde della Corona Crew, in particolar modo di Amabelle.

-Che vuoi fare?- Petra iniziò l’interrogatorio.

-Niente di grave!- insistette Amabelle.

-Prima era “niente”, ora “niente di grave”. Se te lo richiedo di nuovo cosa diventa?- le fece notare Petra.

Amabelle sembrò pensarci seriamente.

-Niente di irreparabile?- rispose poi, dopo qualche secondo di riflessione profonda.

Petra e Norman sospirarono.

-Nel dettaglio, cosa vuoi fare?- richiese Norman, rassegnato.

-Niente di eccessivamente illegale- Amabelle però non aveva intenzione di cedere.

-Del tipo?- cambiò approccio Petra.

-Tipo “ormai il danno è fatto, vi rimborsiamo e tutto va a posto”- Amabelle continuò però a sviare.

-Che dobbiamo fare, il gioco dei mimi?!- iniziò ad irritarsi Petra.

-Per mimare dovrei avere le mani libere- osservò Amabelle.

-Te lo scordi finché non mi rispondi- di solito Petra era indifferente ai piani, ma evidentemente come Norman era davvero preoccupata dal piano di oggi, e dato che suo fratello ne era l’obiettivo, era decisamente determinata a sventarlo. Il suo volto combattivo cozzava parecchio con la coroncina di mimose che aveva in testa, ma Norman non glielo fece notare per non rischiare a sua volta la vita. E poi era anche abbastanza impegnato a sua volta.

-Oh, Petra, hai dei gusti particolari, non me l’aspettavo- Amabelle cambiò del tutto tattica, e provò a rimorchiarla.

Petra arrossì leggermente, e la presa si fece meno salda.

Norman decise che le aveva sentite flirtare per abbastanza tempo.

-Va bene, indovino io. Vuoi scambiare il ghiaccio tra drink e acqua per far ubriacare Mirren- indovinò.

Petra e Amabelle si ammutolirono per qualche secondo.

-Come hai fatto a indovinare?!- 

-Sei completamente impazzita?!-

Dissero insieme. 

Dopo aver ricevuto la conferma, Norman sospirò.

-Va bene, Amabelle. Sai che ti sostengo sempre, e ti voglio bene eccetera, ma questo è decisamente troppo. Rischi di far chiudere il café. E tutto per far ubriacare Mirren? Ma non fai prima a mettere alcool nel suo bicchiere?- Norman non voleva che Mirren si ubriacasse, ma se proprio doveva accadere in un modo o nell’altro, preferiva l’altro modo, decisamente.

-Sono settimane che ci provo! Mirren è troppo attento! Ma se l’alcool è nel ghiaccio, lui non capirà mai la differenza!- Amabelle effettivamente aveva sollevato un buon punto, ma non bastava a convincere Norman a lasciarla fare.

E Petra era ancora più irremovibile.

-Amabelle, troveremo un’altra occasione, e se vuoi ti aiuto io, ma non oggi! Lasciali divertirsi. Se lo meritano- disse enigmatica.

-Perché?- chiese Amabelle, confusa.

Petra strinse i denti.

-Nessuno motivo particolare, ma sono stati entrambi molto stressati ultimamente, soprattutto Mirren. E non ti permetterò di rovinare la loro serata!- disse solo, stringendo la presa su di lei e lanciando un’occhiata preoccupata al fratello, che guardava Felix che nel frattempo stava raccontando una qualche stupida storia, e aveva un triste sorrisino divertito.

Nessuno al tavolo aveva notato la scaramuccia tra i tre. Probabilmente perché erano troppo distanti, o forse perché semplicemente li conoscevano troppo bene, soprattutto Amabelle, e non volevano immischiarsi.

La rossa sbuffò seccata, poi sospirò, rassegnata.

-Va bene, oggi mi prendo una pausa. Il mio piano perfetto, il mio punto di arrivo più grande, verrà rimandato di qualche settimana. Lo faccio solo per te, Tray. Mi devi… un drink!- dettò le condizioni Amabelle, melodrammatica.

-Anche dieci se mi prometti di non passarli poi a Mirren- acconsentì Petra.

-Parola d’onore di scout, non cercherò di offrire alcool a Mirren… oggi. Ora mi lasciate andare? Non respiro- Amabelle promise in tono sacrale, e i due amici la lasciarono, già pronti a riprenderla nel caso avesse cercato di scappare in cucina.

-Bene, torniamo al tavolo allora- Amabelle però sapeva quando fare un passo indietro (soprattutto se era Petra a farglielo fare) e si stiracchiò, indicando poi il tavolo.

Un vociare indistinto proveniente dalla cucina, però, li interruppe.

Roelke e Sonja stavano discutendo animatamente.

Amabelle strinse le braccia ai due amici e li trascinò con circospezione verso l’entrata della cucina, mettendosi in ascolto.

Norman e Petra, anche per controllarla, decisero di lasciarla fare.

Ma purtroppo la discussione era in tedesco.

-Qualcuno di voi sa tradurre?- chiese Amabelle, rivolta soprattutto a Norman.

In effetti lui l’aveva studiato come seconda lingua al liceo, ma non lo ricordava granché bene. 

Cercò comunque di concentrarsi per ricostruire il discorso dalle poche parole che sapeva.

-Stanno parlando di… Sonja scompare alcune mattine alla settimana, penso. E Roelke chiede se non sia con Max?- il discorso non sembrava avere molto senso.

-Pensi possano avere iniziato a vedersi off-screen?!- chiese Amabelle, illuminandosi.

Norman non ne era molto sicuro.

-No, Sonja ribatte che sta solo visitando la città, mi pare. E che… oh- non era certo di voler dire ad Amabelle la seconda cosa che aveva udito.

-Cosa?- indagò però lei, iniziando a preoccuparsi.

-Beh… potrei sbagliarmi perché l’accento è molto strano, o Sonja ha detto qualcosa sull’avere un ragazzo, o sul fatto che considera Max un pazzo- purtroppo nessuna delle due era granché positiva per i piani da matchmaker di Amabelle.

-Hai sicuramente sentito male! Forse intende dire che vorrebbe avere Max come ragazzo ma è troppo timida per provarci?- la ragazza cercò di vedere il bicchiere mezzo pieno.

-Oppure ha già un ragazzo ed è pazza d’amore per lui- Petra preferì vederlo mezzo vuoto.

-Oppure Sonja vorrebbe avere una conversazione privata con sua zia senza che qualcuno le spii- disse una nuova voce, alle spalle dei tre ragazzi, che li fece sobbalzare, e girare di scatto verso la fonte dalla quale proveniva.

-Max!- esclamò Amabelle, in tono acuto, colta sul fatto -Stavamo solo… io ero… volevamo… che ci fai qui?- chiese poi, cercando di sviare la conversazione.

Il ragazzo davanti a loro aveva un’espressione che Norman non credeva di avergli mai visto in viso.

Non era arrabbiata o cattiva, ma era dura, questo sì. E rigida.

Su chiunque altro, questa espressione non sarebbe stata granché preoccupante. Forse quasi rilassata. Ma su Max, stonava talmente tanto che Norman si sentì in colpa, a disagio, e quasi minacciato.

Certo che sapeva davvero intimorire, se ci si metteva.

Anche se le notifiche del telefono che suonavano ogni secondo abbassavano un po’ l’aura minacciosa.

-Sono venuto ad assicurarmi che non facessi qualche sciocchezza che avrebbe potuto mettere a rischio il café, e a mettere un po’ di musica. Felix mi ha richiesto un brano di musical- a metà frase, l’espressione di Max tornò quella gentile e rasserenante, con una rapidità che lasciò tutti un po’ intontiti.

Tutti tranne Amabelle, che probabilmente era abituata.

-Beh, ti lasciamo alla tua musica, e ti assicuriamo che non abbiamo fatto assolutamente nulla di male al bar, parola di scout- quest’ultima prese gli amici per le braccia e iniziò a trascinarli verso il tavolo, abbandonando del tutto il progetto matchmaker per la serata.

-Un momento… preferirei sentirlo da Norman e Petra- Max però la fermò sui suoi passi, rivolgendosi ai due.

-Non ha fatto niente, lo giuro sul mio onore- lo rassicurò Norman.

-Siamo riusciti a fermarla, grazie al cielo- gli diede man forte Petra.

-Siete i peggiori amici di sempre- si lamentò Amabelle, lasciando loro le braccia per incrociare le proprie, irritata e facendo il muso.

-Bene, mi rasserena- Max sospirò, sollevato, e prese il telefono che non la finiva di suonare, per dare un’occhiata ai messaggi.

-Posso chiederti chi ti scrive così insistentemente?- chiese Amabelle, tornando inconsapevolmente alla sua curiosità da matchmaker.

-Oh, niente. Il professore di arte greca e romana ha dato il mio numero a tutta la classe nel caso avessero domande sul corso, e mi stanno scrivendo tutti i massa per chiedermi le stesse cose, così ho creato un gruppo, e ora chiedono le stesse cose sia in chat privata che nel gruppo e sto cercando di rispondere a tutti- spiegò Max, armeggiando con il telefono.

-Oh, chiedono davvero solo domande sul corso?- Amabelle si fece sospettosa.

-Credo che un paio ci stiano provando con me, ma suppongo sperino di ottenere crediti extra o le domande degli esami. Purtroppo io non so le domande degli esami, e se anche le sapessi non le direi- l’ultima affermazione si guadagnò delle occhiate scettiche da tutti e tre.

Max se ne accorse, e tornò sui suoi passi, arrossendo appena.

-Okay, le direi, ma non le so per davvero. Sto provando a dirlo ai ragazzi ma nessuno ci crede- spiegò, un po’ irritato, rimettendo il telefono in tasca.

-Perché non silenzi le notifiche se ti danno così fastidio?- chiese Petra, ovvia.

Norman annuì. Sembrava la decisione più logica.

Max non rispose, e arrossì appena.

-Non dirmi che uno di loro ti piace?!- Amabelle strinse i pugni, prendendo l’ipotesi come un affronto personale.

-No! Certo che no! Non ne conosco nessuno, anche se…- la sua voce si abbasso leggermente, un po’ imbarazzata -…c’è un ragazzo che speravo mi contattasse. Ci siamo scontrati il primo giorno, ma non penso di avergli fatto una buona impressione- ammise, un po’ nervoso.

-E allora lascialo perdere e pensa a Sonja!- Amabelle alzò la voce, proprio mentre la citata usciva dalla cucina, quasi andando a sbattere contro di loro, e tenendo la caraffa d’acqua e i primi drink tra le mani.

-Sacrebleu!- esclamò lei, rischiando di perdere l’equilibrio.

Con riflessi degni di un supereroe, Max le prese il vassoio tra le mani per facilitarle il compito. Petra la rimise in piedi prima che potesse cadere.

Ottimo lavoro di squadra.

-Scusa, Sonja, eravamo troppo vicini alla cucina. Hai bisogno di aiuto?- chiese Max, preoccupato per lei, e tenendo il vassoio con una mano sola in perfetto equilibrio.

-Nein… grazie. Goditi la serata libera- Sonja gli sorrise e riprese il vassoio, senza aggiungere molto altro.

Sembrava molto distratta e nervosa.

-È successo qualcosa tra voi?- chiese Amabelle, preoccupata.

-Sì… no! No, niente di grave. Siamo buoni amici- Max lasciò perdere l’argomento, e si allontanò dal trio per scegliere una canzone al jukebox.

Amabelle sbuffò, e incrociò le braccia.

-Che pizza, le mie coppie di punta per il mese sono messe peggio che mai! Norman, devi impegnarti di più a far funzionare l’effetto Norman- Amabelle si rivolse a lui con occhi che mandavano scintille.

-Se sapessi cosa fosse, certamente mi impegnerei- si difese il ragazzo, ben poco convinto.

-Torniamo al tavolo- li incoraggiò poi Petra, precedendoli.

Loro la seguirono ubbidienti.

Se solo Amabelle avesse saputo come stavano le cose in realtà.

L’effetto Norman, dopotutto, non funziona se cerchi di forzarlo. È una legge che agisce da sola nei modi più inaspettati.

Può far trovare due persone nello stesso luogo quando una parla di un messaggio importante che vorrebbe ricevere dall’altra.

Può istigare due persone a litigare proprio quando altre tre sono abbastanza vicine da ascoltare.

O può approfittare della distrazione di una povera ragazza ignara, e fare in modo che ella scambi inavvertitamente due buste di ghiaccio, provocando una crisi alcolica senza precedenti.

Insomma, cose così.

 

Mirren si stava decisamente rilassando e divertendo. Non se lo aspettava proprio. Sperava davvero di riuscire a distrarsi da Fallon, ma non credeva che ce l’avrebbe fatta per davvero. 

E invece eccolo lì, rilassato e divertito da ogni sciocchezza che usciva fuori dalla bocca del festeggiato, alias suo migliore amico, alias unico e grande amore della sua vita. 

No, aspetta, non era il caso di pensare a lui in questo modo, sarebbe stato fraintendibile.

Prese un altro sorso d’acqua. Le due enormi brocche erano state consumate quasi tutte, e non solo da lui. La maggior parte della Corona Crew, dopo qualche drink, aveva deciso che era meglio non intossicarsi troppo, e si era ripiegata sull’acqua.

Beh, tutti tranne Felix, che probabilmente stava cercando di distrarsi buttandosi nell’alcool.

Almeno non si esimeva dal mangiare, quindi non rischiava un coma etilico.

Mirren non riusciva a staccare gli occhi da lui. Era davvero bellissimo quel giorno. Beh, lo era sempre, oggettivamente, ma quel giorno anche di più. Forse principalmente perché Mirren non si frenava dal guardarlo ininterrottamente per imprimere nei suoi occhi ogni singolo dettaglio.

Al momento stava parlando con Diego di sorelle, mostrando un’immagine di Tender al cellulare. Sembrava davvero orgoglioso.

-Sta migliorando un sacco. Adora dipingere! Secondo me diventerà più brava di me un giorno- stava raccontando.

Mirren dubitava che sarebbe diventata anche solo la metà di Felix. Era bravissima e aveva passione, ma Felix alla sua età era molto più sul pezzo. E le sue abilità di disegno erano migliori di quanto se ne desse credito. Era ben più di una passione, per lui.

-Coco invece si è presa la fissa che da grande vuole diventare una strega. Che cucciola- ricambiò Diego, pensando alla sua sorella piccola.

-Voglio avere una figlia, un giorno- commentò Felix, con sicurezza, guardando con affetto le foto sul telefono.

Mirren ce lo vedeva molto, in effetti. Quasi si immaginava Felix in compagnia di una ragazzina bionda come lui, o con i capelli rossi come Tender. Avrebbe così tanto voluto crescere una figlia al suo fianco.

 -Anche io! Un sacco di figli- gli diede manforte Diego, annuendo in tono solenne.

Erano entrambi parecchio brilli.

-Io no! Voglio viaggiare, non avere marmocchi appresso- si intrufolò nel discorso Clover, dando due botte sulle spalle di Diego come a rimproverarlo per qualcosa.

-Puoi sempre viaggiare mentre io resto a casa con i figli- propose quindi Diego, riflettendo.

-Aww, quanto siete carini. State insieme da pochi giorni e già pensate a mettere su famiglia- Amabelle li guardò con occhi a cuore, abbracciandosi per far capire meglio il suo punto.

-Ew, no!- obiettò Clover, facendo una smorfia.

-Stiamo parlando del futuro, Amy- le sorrise Diego, rilassato.

Mirren prese un altro sorso d’acqua, e controllò la situazione nel resto del tavolo.

Petra stava raccontando qualcosa, e faceva il gesto di menare qualcuno, cosa così comune nei suoi racconti da brilla che Mirren non aveva idea di quale fosse l’argomento. Norman la ascoltava annuendo appena. Sembrava il meno ubriaco lì dentro.

Oltre a Mirren naturalmente. Mirren non aveva toccato neanche un goccio di alcool, non poteva essere ubriaco. Era logica pura.

Max guardava il telefono con grande sofferenza.

Mirren riuscì a sentire mentre faceva un audio per qualcuno:

-Ragazzi, per favore smettetela. Sono a una festa e non ce la faccio più a ripetere le stesse cose! Non so le domande dell’esame. Quando le saprò ve le dirò… ma per favore non ditelo al professore o mi licenzia- stava dicendo. Era estremamente onesto quando beveva troppo.

Mathi stava mostrando trucchi di magia a Denny, e ogni tanto abbandonava la magia per fare uno scherzo a qualcuno, soprattutto Amabelle, che però rideva sempre, e non se la prendeva mai.

Denny lo guardava affascinato e ammirato.

Probabilmente era la stessa espressione che Mirren aveva assunto per tutta la serata nei confronti di Felix, effettivamente.

-Non ho la più pallida idea da dove sia uscito questo coniglio- stava commentando Mathi sorpreso, dopo aver tirato fuori un coniglietto bianco vivo dal cappello di Max.

E onestamente neanche io scrittrice so cosa ci facesse un coniglio bianco nel cappello di Max.

-Vorrei tanto essere gay per uscire con te- commentò invece Denny, ignorando la questione coniglio e guardando Mathi sognante.

Strano che fosse così ubriaco, aveva preso solo un drink più acqua.

-Anche io vorrei essere gay per uscire con te…- commentò Mathi, facendogli un occhiolino e avvicinandosi.

-Tu sei gay, Mathi- gli ricordò Clover, prendendogli il coniglio dalle braccia e iniziando ad accarezzarlo con affetto.

-Evviva!- esclamò Mathi, esultando all’informazione -Meglio, non mi piaceva essere etero- 

-Uff, beato te. Io sono ancora etero- Denny si abbandonò sulla sedia, deluso.

-Forse i drink che ho ordinato erano troppo forti per loro- una voce all’orecchio di Mirren lo distolse dall’ascolto, e lo fece sobbalzare leggermente.

Felix si era piegato verso di lui, e gli stava così vicino che per poco le teste non sbatterono tra di loro.

-O non reggono l’alcool abbastanza bene- rispose, arrossendo senza motivo per la vicinanza ma cercando di mantenere una certa compostezza.

-Comunque sono felice che tutti si stiano divertendo. Tu ti stai divertendo?- Felix gli posò la testa sulla spalla, e Mirren si abbandonò al contatto come se non desiderasse altro.

In effetti non desiderava altro, da circa vent’anni, ma dettagli.

-Tanto, forse troppo. Sono felice di stare qui con te- borbottò, senza controllare le parole prima che uscissero dalle sue labbra.

Sicuramente erano ottime parole poco fraintendibili, vero?

-Awww, che carino che sei- commentò Felix, accarezzandogli la spalla con un movimento del viso. Come un cane che cerca affetto dal proprio padrone.

Il primo istinto di Mirren era di accarezzargli la testa, ma si trattenne appena in tempo, e si limitò a prendere un altro lungo sorso d’acqua, per avere qualcosa da fare.

…per qualche motivo l’acqua aveva un sapore un po’ strano.

Forse si stava ammalando.

-Ragazzi, ho un annuncio da fare!- Amabelle si mise in piedi sulla sedia e cercò di attirare l’attenzione del tavolo.

Dato che in piedi o seduta non c’era troppa differenza, ci mise un po’ a farsi sentire da tutti.

Felix non alzò la testa dalla spalla di Mirren, e guardò l’amica curioso.

Mirren continuò a guardare Felix.

Aveva troppa voglia di sistemare il ricciolo biondo che gli era caduto davanti agli occhi.

-A dire il vero non ho proprio un annuncio, ma credo che sia arrivato il momento della torta e dei regali!- esclamò Amabelle gioiosa, saltando con foga e cadendo malamente dalla sedia.

-Ahia…- commentò Max empatico, massaggiandosi la spalla come se fosse capitato a lui.

-Sto bene!- li rassicurò Amabelle, rimettendosi seduta un po’ acciaccata, e facendo cenno a Sonja, che arrivò con la torta e ventisei candeline che già si stavano sciogliendo completamente sulla glassa.

-Awww, una torta a forma di pizza, che bella!- Felix fece il cenno di asciugarsi le lacrime di commozione. Se Mirren avesse dovuto scegliere, probabilmente avrebbe fatto una torta con il disegno della notte stellata di Van Gogh, ma anche la torta pizza era una scelta eccellente. 

Si unì agli altri nel coro di “Tanti auguri”, ma non trattenne uno sbuffo un po’ seccato quando, per spegnere le candeline, Felix risollevò la testa.

-Esprimi un desiderio!- lo incoraggiò Amabelle, battendo le mani eccitata.

Felix ci pensò un po’, lanciò una veloce occhiata verso Mirren, scosse appena la testa, e soffiò, spegnendole tutte in un colpo solo.

Fu acclamato da vari applausi.

-E ora i regali. Noi tutti abbiamo messo i soldi per prenderti un regalo- Amabelle passò oltre, spiegando la situazione mentre prendeva in mano un coltello.

-Lascia, taglio io la torta- Norman la intercettò, togliendole il coltello tra le mani.

Era il più in sé, in mezzo a loro, e neanche Amabelle ebbe nulla da obiettare.

-Aww, che carini, non dovevate- sminuì Felix. Mirren sapeva, e intuiva dagli occhi brillanti, che era felicissimo che gli avessero fatto un regalo.

-Invece sì. E il regalo è questo!- con reverenza, Amabelle tirò fuori dal vestito una busta. 

O almeno… provò a tirare fuori una busta, probabilmente, ma rimase a mani vuote.

-Dove l’ho messa?- chiese tra sé, controllando le tasche e la borsa.

-Oh, ops, scusa. L’ho rubata prima per farti uno scherzo, è questa?- Mathi tirò fuori una busta rosa piena di cuori molto piena.

-Cosa? No! Quello è il mio nascondiglio per il calendario delle coppie! Dov’è la busta azzurra di Felix?!- Amabelle iniziò ad irritarsi, e fulminò Mathi con lo sguardo.

-Aspetta, forse lo so!- Mathi prese il coniglio di prima dalle mani di Clover, e gli aprì cautamente la bocca.

Il coniglietto sembrava molto mansueto e tranquillo. Fece fare senza alcun problema.

-Ecco qui!- Mathi tirò fuori praticamente dal nulla la busta, perfettamente integra e cinque volte la dimensione della bocca del coniglio.

-Magia!- esclamò poi, mentre la porgeva con referenza verso Amabelle, che gliela strappò dalle mani guardandolo storto.

-Sei fantastico!- Denny esaltò l’amico debolmente. Era a malapena capace di intendere e di volere. Ubriaco come una spugna. 

Ma comunque non ancora a livelli eccessivamente preoccupanti, sperava Mirren.

-Beh, ecco qui il nostro regalo- Amabelle porse la busta verso Felix, che la prese con occhi ancora più brillanti.

-Che figo! Era dentro la bocca di un coniglio!- esclamò, esaltato, prima di aprirla.

Mirren si sporse oltre la sua spalla per controllare, e rimase piacevolmente stupito dalla scelta effettuata.

-Un buono annuale per la galleria d’arte?! Ma è meraviglioso! Grazie ragazzi!- esclamò Felix, illuminandosi, e mandando baci a tutti quanti.

-C’è anche un libro con opere d’arte da colorare, era compreso con l’abbonamento- gli fece notare Clover, che nel frattempo aveva ripreso il coniglio e lo stava accarezzando insieme a Denny.

-Te l’ho detto che avrei fatto un regalo bellissimo, Mirren- Amabelle, orgogliosa di sé, fece una linguaccia a Mirren, che però non colse, troppo impegnato a pensare a quanto felice e bello fosse Felix.

-Uh?- quest’ultimo si girò verso Mirren, confuso -Pensavo fossi stato tu a sceglierlo- commentò.

-Cosa? Ma no! Ti pare. Io ho fatto un regalo a parte- Mirren fu quasi offeso dall’insinuazione.

Tsk, come se il più grande e caro amico di Felix si limitasse a mettere i soldi per un regalo di gruppo. Era ovvio che avesse un regalo singolo.

Aveva sempre un regalo singolo, e Felix questo doveva ben saperlo.

Si piegò oltre la sedia per controllare nella borsa, e tirò fuori un grosso pacchetto con tanto di lettera annessa.

Per poco non cadde dalla sedia per mancanza di equilibrio improvvisa, ma alla fine riuscì nella durissima impresa di porgere il regalo verso Felix.

-Da parte mia- disse, con serietà.

Il sorriso di Felix aveva raggiunto intensità mai viste prima.

Prese per prima cosa il biglietto, e iniziò a leggerlo ad alta voce.

-“Così Tender ne avrà una tutta sua”? Che significa?- dapprima Felix ridacchiò, inarcando le sopracciglia, poi il sorriso si spense, e lanciò un’occhiata preoccupata verso Mirren -Non è quello che penso sia, vero?- cercò di farsi rassicurare, ma il volto di Mirren era una maschera di ferro.

-Oh, no! È esattamente quello che penso che sia!- la voce di Felix si alzò di un’ottava, e tornò al regalo con attenzione, come se temesse di romperlo con la sola forza del suo sguardo.

Mirren era sorpreso di aver lasciato trasparire la verità. Forse Felix lo conosceva così bene da riuscire a leggere le microespressioni del suo volto.

In realtà, sebbene Felix in effetti lo conoscesse bene abbastanza, chiunque avrebbe capito la verità, perché Mirren aveva fatto un risolino ovvio, e aveva anche annuito in modo piuttosto evidente, senza accorgersene.

Felix strappò la carta troppo emozionato, e non trattenne un acuto stile Amabelle alla vista di cosa c’era dentro.

-Cos’è? Cos’è? È davvero all’altezza di un abbonamento alla galleria d’arte?!- Amabelle si sporse di nuovo verso l’amico, rischiando nuovamente di cadere ma venendo presa all’ultimo da Petra.

-Il miglior modello di tavoletta grafica con schermo in circolazione. Uscita da poco e che costa una fortuna. Sono mesi che metto da parte i soldi per comprarla. Non ci credo!- Felix stava quasi piangendo per la felicità, e senza pensarci posò il regalo sul tavolo e lanciò le braccia al collo di Mirren per ringraziarlo.

In circostante normali, lui si sarebbe ritirato, soprattutto perché stavano davanti ad Amabelle, e lei era capace di tirare fuori il telefono per fare foto e video anche in pochissimi secondi.

Ma, stupendosi anche lui perché teoricamente quelle dovevano essere circostanze normali, si ritrovò a ricambiare l’abbraccio, non trattenendo un profondo respiro soddisfatto.

-Ti adoro, Mirr. Sei il migliore!- esclamò Felix, staccandosi e guardandolo dritto negli occhi, restando a pochi centimetri dal suo viso.

-Che giornata pessima!- sbuffò invece Amabelle, delusa dal non aver scelto il regalo migliore del gruppo. Ed essere seconda su due non era proprio meraviglioso.

-Non dovresti esultare perché una delle tue coppie preferite si è appena abbracciata?- le fece notare Norman, indicando i due.

Amabelle si gonfiò di scatto, già con il telefono in mano, ma era troppo tardi per scattare una foto o fare un video.

Ritornò ad autocommiserarsi.

-Già, giornata pessima- sbuffò di nuovo.

-Ora che i regali sono stati dati, a qualcuno va di ballare? Sono stanco di stare seduto- Diego prese un bicchiere d’acqua e indicò la zona vicino al jukebox.

Felix si girò immediatamente verso Mirren, speranzoso.

In effetti a Mirren andava di ballare un po’, ma scosse la testa, più per abitudine che per altro.

Ora che ci pensava, iniziava a girargli un po’ la testa. Forse era meglio prendere una boccata d’aria.

Mentre metà gruppo si alzava per ballare o si faceva convincere ad alzarsi per ballare, Mirren si alzò per uscire.

-Mirr, tutto bene?- chiese Felix, un po’ preoccupato.

-Sì, sì, prendo un po’ d’aria- lo rassicurò lui, finendo il bicchiere d’acqua e uscendo.

Oh, non aveva neanche preso la torta. Che peccato.

Una volta fuori, il mal di testa non cessò, e la musica che si sentiva anche da lì di certo non aiutava.

Era tutto molto strano. Sentiva i suoni leggermente attutiti ma allo stesso tempo sembravano rimbombargli in testa. La vista era decisamente annebbiata, e aveva una voglia matta di ballare con Felix.

Provò a togliersi gli occhiali per pulirli, ma erano già del tutto puliti.

Forse aveva ragione, si stava ammalando.

Troppo stress accumulato.

Dopotutto, che altre spiegazioni potevano esserci.

A meno che…

-Hey, Mirr, ti ho portato un pezzo di torta, ti va?- la voce di Felix alla porta d’ingresso lo distrasse dai suoi pensieri, e Mirren si girò a guardarlo, sorridendogli senza riuscire a trattenersi.

-Oh, sì, grazie Felix. Stavo giusto pensando che mi sono dimenticato di prenderla- 

-Tu che ti dimentichi qualcosa? Stai bene, Mirr?- Felix si sedette accanto a lui sulla panchina del cortile sul retro, porgendogli il piatto.

Faceva freddo, ed erano gli unici abbastanza impavidi da essere lì.

Se non ci fosse stata la musica, sarebbe stato un momento perfetto.

-Non lo so. In realtà penso di no. Sono confuso, mi gira un po’ la testa e ho strani pensieri- ammise Mirren, confuso, iniziando a mangiarla.

Wow, era buonissima!

Felix aggrottò le sopracciglia, e portò con attenzione la mano sulla fronte di Mirren, come a controllargli la febbre.

-Sei un po’ caldo, effettivamente, ma i sintomi sono più quelli da ubriacatura che da febbre- commentò, ritirando la mano e mangiando anche lui un pezzo di torta.

Mirren iniziò a ridacchiare.

-Ma che dici, ho bevuto solo acqua- gli ricordò, ovvio.

-Già, strano- Felix era troppo brillo per pensare troppo, e decise di lasciar perdere e limitarsi a stare accanto all’amico nel caso fosse stato peggio.

Finirono le loro torte in silenzio, e misero da parte i piatti.

Mirren si preparò a vedere Felix tirare fuori una sigaretta, ma l’amico lo stupì.

Iniziò a battere con i piedi a ritmo della canzone appena iniziata, agitando anche la testa.

-Non fumi?- chiese quindi Mirren, sorpreso.

-No, non mi va. Sono troppo felice oggi- ammise Felix, girandosi verso di lui e regalandogli un enorme sorriso.

Fu allora che Mirren capì cosa stesse succedendo.

Era un sogno! Ecco perché era tutto così strano.

Che fortuna, poteva tranquillamente incoraggiare Felix senza temere ripercussioni.

Ricambiò il sorriso, e decise di lasciarsi andare.

-Vuoi ballare?- chiese a Felix, indicando lo spiazzo vuoto tra i tavoli, per la prima volta felice che la musica fosse così alta.

Felix lo guardò confuso per qualche secondo, come se non avesse capito bene.

-Cosa?- chiese, per sicurezza.

-Vuoi ballare? So che adori questa canzone- Mirren si alzò, si lisciò i pantaloni, e porse la mano verso il migliore amico, che la guardò come se venisse dallo spazio.

-Lo faresti davvero?- chiese Felix, sollevando la mano a sua volta, ma un po’ restio a prendere quella dell’amico.

-Certo! È il tuo compleanno. Mi va di ballare con te- Mirren alzò le spalle.

Era solo un sogno e poteva dire e fare quello che voleva. Adorava i sogni così, erano i suoi preferiti.

Felix sorrise incredulo, e prese la mano di Mirren per poi alzarsi in piedi.

Mirren non si ricordava nemmeno l’ultima volta che si erano tenuti per mano. Probabilmente erano piccoli. Forse era stato proprio quel fatidico giorno in quarta elementare, quando la sua cotta per Felix era cominciata portandolo verso la distruzione.

Non era del tutto importante, dato che era solo un sogno e aveva preso Felix per mano un sacco di volte nei suoi sogni, ma per qualche strano motivo, questa volta era molto più bella del solito.

La mano di Felix era un po’ sudata, e davvero calda, ma era anche forte, e Mirren poteva chiaramente avvertire il piccolo callo dello scrittore che aveva sull’anulare sinistro.

Strinse la mano con forza, cercando di avvertire ogni dettaglio.

Felix arrossì, e iniziarono a ballare.

Erano decisamente impacciati, poco coordinati tra loro, ma si divertirono, Felix soprattutto.

Riuscì persino a far girare Mirren su sé stesso, rischiando che cadesse ma prendendolo poi al volo.

Alla fine della canzone, più che ballare stavano ridacchiando tra loro per la loro terribile impacciatezza.

-È stato il più bel ballo della mia vita- commentò Felix, asciugandosi le lacrime per il troppo ridere.

-Persino meglio di Melany?- indagò Mirren, scettico.

-Mille volte meglio- Felix gli fece un occhiolino rassicurante, e sebbene Mirren sapesse perfettamente che quello era solo il suo inconscio che cercava di farlo contento, fu decisamente orgoglioso della risposta.

Anche se la testa gli girava decisamente più di prima.

Si appoggiò a Felix per non cadere, e lui lo tenne ancorato al suo posto.

-Checché ne dica tu, io sono piuttosto convinto che tu sia ubriaco- ammise, un po’ incerto, accompagnandolo su una panchina.

-No, no- Mirren scosse la testa. Sarebbe stato del tutto illogico. Prese il Felix del suo sogno per un braccio e lo avvicinò in modo che potesse sussurrargli dritto nell’orecchio.

-Questo è un sogno- confessò con estrema sicurezza, a voce bassa, sperando che il suo inconscio non lo svegliasse per essersene accorto perché non voleva assolutamente svegliarsi da quel meraviglioso sogno con Felix.

Felix lo guardò divertito, cercando di non ridere.

-Ah ah- finse di dargli man forte -Figo, allora che vuoi fare, visto che siamo in un sogno? Volare?- chiese, prendendogli però il polso come a cercare di evitare che ci provasse.

Non avrebbe dovuto. Mirren adorava volare nei sogni, ma preferiva passare quello con i piedi per terra, insieme a Felix.

-No, volare è bello ma non mi va oggi. Mi gira troppo la testa. Se provassi a volare mi sveglierei- agitò la mano davanti a sé, come ad archiviare l’idea.

-Sei proprio esperto di sogni. Va bene, allora che vuoi fare?- Felix lo guardava divertito. Forse si stava un po’ approfittando della situazione, effettivamente, ma era la prima volta in vita sua che vedeva Mirren ubriaco, e non era neanche abbastanza lucido da aiutarlo. Preferiva godersi ogni momento e segnarselo per prenderlo poi in giro il mattino successivo.

Probabilmente Felix sobrio non avrebbe preso in giro Mirren, ma Felix ubriaco aveva tutta l’intenzione di farlo.

Ma Mirren non fece niente che meritasse prese in giro, anzi, tutt’altro.

Guardò Felix con attenzione, poi un punto sopra la testa di Felix.

-Voglio toccarti i capelli- disse dopo una pausa fin troppo lunga.

Il tono era molto serio, come se stesse dettando la lista della spesa, e non facendo una richiesta decisamente strana.

-Cosa?- chiese Felix, preso in contropiede, e allontanandosi leggermente.

Non era pronto ad affrontare un gay panic. Era abituato a un Mirren che gli rompeva ogni speranza, non uno che gli faceva salire le speranze alle stelle.

-Ho sempre voluto farlo. Sembrano così morbidi. E ogni volta quando mi sveglio mi dimentico che sensazione danno- Mirren alzò la mano per toccare i capelli dell’amico, come spinto da una trance, ma Felix gliela fermò a mezz’aria, troppo agitato e brillo per pensare lucidamente.

-Lo hai sognato altre volte?- indagò, senza sapere come sentirsi al riguardo. Se felice, sorpreso o deluso o qualcosa di più appropriato. Era completamente frastornato da quella situazione assurda.

-Spesso, e di solito tu sei molto più…- Mirren si bloccò, sbiancò, e ritirò la mano -Oh, è uno di quei sogni…- disse poi, deluso, prendendosi il volto tra le mani.

-“Quei sogni”?- chiese Felix, confuso.

-Quelli reali- rispose Mirren, senza però dare molte altre informazioni -Voglio svegliarmi- si abbracciò poi, a disagio.

Felix non riuscì a vederlo così.

Aveva tante domande, ma non credeva che sarebbe riuscito ad ottenere risposte, e non era neanche abbastanza lucido da frenare Mirren, portarlo a casa, e parlargli direttamente il giorno successivo.

Sapeva che se ne sarebbe pentito, ma era il giorno del suo compleanno, e decise di approfittarne, e lasciarsi andare.

-Non volevo dire che non puoi, puoi toccare i miei capelli quando vuoi. Non devi neanche chiederlo- gli prese il polso, e lo guidò verso i propri capelli.

Il volto di Mirren si accese di speranza, e affondò le dita nei boccoli biondi di Felix, sorridendo poi come un bambino che ha appena trovato il suo gioco preferito.

Felix chiuse gli occhi e assecondò il suo tocco, godendosi ogni istante.

Mai, in tutta la sua vita, avrebbe pensato di vivere un momento di tale profondità e intimità con Mirren, ed era molto, molto meglio di quanto avrebbe mai potuto immaginare.

E Mirren la pensava allo stesso modo.

Non ricordava la sensazione che provava nei suoi sogni, ma era piuttosto certo che non si era mai avvicinato a quello che provava in quel momento.

I capelli di Felix erano morbidi, forse un po’ gellati, e sembrava di toccare la lana di una pecora. Ma la parte migliore era la reazione di Felix, come assecondava il movimento, e quanto felice sembrasse.

MIrren lo vide socchiudere la bocca, lo sentì emettere un sospiro soddisfatto.

Mirren aveva troppo mal di testa per pensare.

E in ogni caso era un sogno.

La musica ormai non era che un rumore attutito.

Erano soli.

Il vento accarezzava dolcemente i loro volti.

Ed era solo un sogno.

Nient’altro che un sogno, senza conseguenze.

Mirren si avvicinò lentamente a Felix, con tutti quei pensieri che gli sfioravano la mente, e lo baciò.

Mirren non aveva mai baciato nessuno prima, ma aveva immaginato quel momento un centinaio di volte.

Beh, in realtà aveva già dato un bacio, ma non credeva di poterlo considerare tale.

In ogni caso niente avrebbe potuto prepararlo all’esplosione di sensazioni che germogliarono in lui.

Il cuore iniziò a battere così forte che Mirren era certo che si sarebbe svegliato presto, o sarebbe esploso, svegliandolo in ogni caso.

Le labbra di Felix erano morbide, e sapevano di torta.

Era strano, umido. Oggettivamente non era il tipo di contatto e sensazione che Mirren avrebbe voluto provare.

Ma ora che la stava effettivamente provando, con Felix, non aveva la minima intenzione di staccarsi.

E Felix, dopo un attimo di esitazione, iniziò a ricambiare.

Prese le redini, avvicinandosi a Mirren e mettendo le mani sulle sue spalle.

Non si rendeva del tutto conto di cosa stesse succedendo, ma sapeva che il suo desiderio di compleanno si era appena avverato nonostante il suo scetticismo al riguardo.

Stava baciando Mirren, stava davvero baciando Mirren.

Voleva urlare, piangere di gioia e abbracciarlo, ma per farlo avrebbe dovuto staccarsi, e non aveva la minima voglia di farlo, sebbene i loro nasi stessero cozzando, e l’aria iniziava a farsi carente.

Quello sì che era un bel sogno.

…un momento, ma quello non era un sogno.

Era Mirren a credere che lo fosse.

E Mirren lo aveva baciato credendo fosse un sogno!

Perché?!

Felix riuscì a recuperare abbastanza lucidità mentale da scansare l’amico. Forse con più forza di quanta avrebbe dovuto metterci, ma cercando di essere tra i due quello con la testa sulle spalle, anche se di solito quello era il compito di Mirren.

-Che c’è?- Mirren lo guardò confuso, e decisamente intontito.

Le guance erano tinte di un certo rossore, e la bocca era ancora semiaperta. Era piegato in avanti come se volesse continuare.

Felix avrebbe voluto assecondarlo con tutto il suo cuore.

-Che stai facendo?- chiese però, senza fiato, sperando di ottenere risposte, e fallendo nel non sembrare troppo agitato.

Mirren piegò la testa, confuso.

-Mi godo il mio sogno- alzò le spalle, cercando di tornare a baciare Felix, che però a malincuore lo scansò, e lo tenne fermo per le spalle, lontano da lui.

-Mirren, che faresti se ti dicessi che questa è la vita reale?- chiese, anche se temeva decisamente la risposta.

-Non ti bacerei- rispose infatti Mirren, un po’ confuso.

-Perché allora vuoi baciarmi in sogno?- Felix davvero non capiva il suo ragionamento, e iniziava ad avere a sua volta parecchio mal di testa.

Anche Mirren sembrava abbastanza provato dal ragionamento, e si prese la testa tra le mani.

-Non lo so, non mi importa. Almeno nei sogni posso tranquillamente ammettere che ti am…- la confessione da ubriaco di Mirren venne prontamente interrotta da Felix, che gli mise una mano davanti alla bocca.

Era sbiancato, e non aveva la minima intenzione di sentire il resto.

Non con Mirren così. Non senza la certezza che lo intendesse per davvero.

Non poteva sopportare l’idea di darsi false speranze.

Mirren gli lanciò uno sguardo interrogativo, quasi offeso per l’interruzione.

-Dimmelo domani, va bene? Adesso… non voglio sentirlo così- chiese, togliendo lentamente la mano per permettergli di replicare.

-Domani non te lo dirò, ovviamente. Non te lo direi mai se non fossi in un sogno- il tono di Mirren era mortalmente serio.

Felix sentì il cuore spezzarsi, ma decise di vedere la situazione con logica. E voleva soprattutto concentrarsi sul positivo. Forse Mirren era solo insicuro, e il giorno successivo ne avrebbero parlato e tutto sarebbe andato bene. Si scansò, e si alzò.

-Ti riporto a casa- incoraggiò l’amico a rialzarsi, e Mirren lo guardò ancora confuso dalla conversazione.

-Non sei come il solito Felix- commentò.

-Mi dispiace non essere il tuo ragazzo dei sogni- borbottò lui, prendendo i piatti vuoti e porgendo la mano libera a Mirren per aiutarlo ad alzarsi.

Mirren la afferrò senza esitazione.

-In realtà sei molto meglio del solito. Sei bellissimo- commentò, con un sincero sorriso.

Felix deglutì nervosamente, arrossendo fino alle radici dei capelli.

Forse era giusto ricambiare l’affetto.

-Anche tu Mirren. Sei fantastico, e baci anche molto bene- ammise, sorreggendolo stretto a sé e aiutandolo a rientrare.

-Anche tu, questo è il più bel sogno della mia vita- Mirren chiuse gli occhi e poggiò la testa sulla spalla di Felix, facendosi quasi trascinare.

-E questo è decisamente il mio miglior compleanno- borbottò lui, poggiando i piatti vuoti sul tavolo e chiamando un taxi.

Quasi nessuno era abbastanza sveglio o sobrio da accorgersi di loro, quindi li salutò appena, prima di salire sul taxi, in compagnia di Petra, che subito crollò sul sedile del passeggero.

Mirren abbracciò Felix e fece altrettanto, e quest’ultimo rimase tutto il tempo ad osservarlo, sfiorandosi le labbra dove avvertiva ancora il dolce bacio che si erano scambiati.

Nonostante i suoi propositi di non darsi false speranze, sperava davvero, con tutto il cuore, che quello sarebbe stato l’inizio di qualcosa di meraviglioso. Che il giorno successivo la loro vita avrebbe avuto un enorme punto di svolta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Il mio capitolo preferito!!!!!!!!

WOW!!! MERAVIGLIOSI!!!

No, ma sul serio, ho amato questo capitolo dalla prima all’ultima parola. Infatti ci ho messo pochi giorni. Ora che ho finito con gli esami sicuramente pubblicherò più spesso, in generale.

Sebbene cominci con una grande tristezza, mi piace come è uscito il paragrafo di Fallon, stemperato dell’audio di Amabelle e i progetti del compleanno. Mi piace molto anche lo scontro nel gruppo matchmaker e Amabelle che decide di farsi da parte per una volta. 

Ci sono anche interessanti situazioni sul caso Sonja, nella sua discussione con la zia. Che ella sia contro Max. Pare strano visto che sembrano avere un buon rapporto. Oppure Norman ha tradotto male?

Ma la parte migliore parte dal punto di vista di Mirren.

Scrivere di loro ubriachi è stata l’esperienza più bella del mondo, soprattutto la parte a caso del coniglio.

La mia ipotesi è che sia scappato da qualcuno e abbia cercato rifugio nel cappello di Max. 

Ma la parte davvero bella è stata il momento Ferren finale.

Mirren e Felix sono fantastici, e a differenza del gioco di coppia, sono orgogliosa di come questa scena sia uscita.

Sperando che nonostante io sia Miss Single da tutta la vita, con la stessa esperienza in relazioni di Denny, sia riuscita a rendere in modo realistico un bacio.

E tutto quello che c’è stato dopo.

Diamine, ragazzi, tanta roba. 

Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto quanto a me, e spero che la storia in generale continui a piacervi.

Un bacione e alla prossima :-*

 

 

 

 

Nel prossimo episodio: I postumi della sbornia si fanno sentire nel gruppo. Felix prova a confrontare Mirren. Clover si risveglia in camera di Diego.

 

 

ANNUNCIO IMPORTANTE!!

Ho preparato un sondaggio sulla storia, completamente sicuro, anonimo, e ci vuole meno di un minuto. Sarà importante per un prossimo capitolo. Mi farebbe davvero piacere se lasciaste un feedback: Sondaggio

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ChrisAndreini