Anime & Manga > The Case Study of Vanitas
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Autore: deprofundis    16/07/2020    0 recensioni
Dopo la morte del fratello, Dominique deve fare i conti con la verità.
Basato sul capitolo 46.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis de Sade, Veronica de Sade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Faceva male. Faceva tanto male, ed era a dir poco logorante. Era come se avessero strappato metà del suo cuore. Della sua anima. E lei era impotente, perché era una bambina, e perché c'era veramente poco che potesse fare. Louis era un maledetto, un untore, e niente sarebbe cambitato. Se chiudeva gli occhi, riusciva ancora a vedere il corpo senza testa, e l'odore del sangue che zampillava fuori. Per Louis il dolore era durato meno di un istante, ma per Dominique quella era una ferita che sarebbe rimasta aperta e ustionanete per tutti gli anni a venire. Aveva perso suo fratello, la sua roccia, e niente avrebbe colmato il vuoto che ora risiedeva nel suo cuore

 

Noé ne era rimasto scosso, e il suo corpo aveva reagito di conseguenza; dopo la vista dei pugnali di legno, l'aveva colpito un'altissima febbre, gettandolo in un sonno profondo. Dominique sedeva accanto al letto, e stringeva il lenzuolo bianco con i piccoli pugni, gli occhi dorati puntati sui pugni chiusi. Se avesse esaminato l'apparente stato di coma del suo caro Noé, non ce l'avrebbe fatta. Sarebbe impazzita. La perdita di Louis l'aveva traumatizzata, non riusciva a mangiare più, e vagare per quei corridoi vuoti senza più sentire la sua presenza l'avrebbe fatta sprofondare nello sconforto. Noé era l'unica cosa che le era rimasta, e la prospettiva di doverlo lasciare andare nel buio infinito era fuori discussione. Gli sarebbe stata accanto, non poteva fare altro.

Se solo non avesse parlato a Noé del processo di Mina.

Se solo avessero chiesto aiuto.

Se solo l'avessero abbandonata al suo amaro destino...

Forse non sarebbe stato giustiziato proprio davanti agli occhi di Noé.

Forse Louis sarebbe stato ancora vivo. Lui, Domi e Noé sarebbero stati felici insieme, e la loro vita sarebbe stata perfetta.

Se lo ricordava bene il calore del palmo di Louis, era morbido come una nuvola.

Le aveva chiesto di dare a Noé quello stramaledetto baule, ma non le aveva detto che cosa conteneva. Le aveva chiesto di consegnarglielo il prima possibile, ma si era perso nel guardare Domi negli occhi.

 

Era come specchiarsi in un pozzo d'oro liquido; scintillante e, sorprendentemente tristissimo.

 

Quando Veronica era entrata nella stanza e l'aveva apostrofata con quella calma glaciale, lei non riusciva a capire. Perché lei era così serena? Non si era resa conto di aver appena perso il caro fratello minore?

 

“Io non ho nessun fratello minore, in primo luogo”

 

La testa le esplodeva. Che intendeva? ERA PER CASO IMPAZZITA? Com'era possibile che, mentre lei ne fosse distrutta, Veronica sembrava quasi sollevata da quella tragedia.

A quel punto, Veronica si vide costretta a spiegarsi, e Dominique sentiva come se una coltre di nebbia la stesse coprendo.

 

“In secondo luogo, sai che avrebbero dovuto ucciderlo appena nato. Anzi, dovresti essere grata che sia riuscito a vivere così a lungo.”

 

Quando aveva chiesto spiegazioni, scossa e confusa, le era giunta come risposta una serie infinita di risate e espressioni di scherno.

 

Oh, Domi cara! Il motivo per cui hanno fatto finta che non esistesse non era perché fosse malato, ma perchè era il tuo gemello!”

Le ci volle un momento per sprofondare in un mare di sofferenza.

Veronica sembrava quasi intrattenuta dalla sua reazione.

“Anche tu dovresti saperlo!” aveva proseguito “si dice che i gemelli rubino vita nel grembo. Per i vampiri, sono simbolo di sventura. Se fosse circolata la notizia che tua madre aveva dato vita a dei gemelli, avrebbe macchiato il nome della casata dei De Sade. E Quindi, scelsero uno di voi. L'altro neonato sarebbe dovuto essere ucciso, ma il nonno si intromise e portò via il pargolo. E nostro padre non può negare niente al nonno.”

 

Fece una pausa, ma non bastò quel singolo istante per realizzare ciò che le aveva detto. Dominique continuava a fissare il pavimento con gli occhi sbarrati.

Perché avevano scelto proprio lei?

 

“Chissà. Si tratta di nostro padre, dopotutto. Probabilmente è stata una decisione spinta da come si sentiva a quel tempo.”

 

Non era più un corpo. Bensì un vuoto gigante. Lei aveva avuto il privilegio di vivere, e Louis quello di sopravvivere.

 

“Non ho tempo di immaginare un fratellino che non esiste, eppure...se la scelta si fosse ribaltata, pensi che avrebbe soddisfatto le aspettative di vita che avevamo per te?”

 

Il viso di Veronica doveva essere contorto in un orribile sorriso, ma Dominique non alzò lo sguardo, incapace di portare i suoi pensieri in un luogo migliore. Si chiese se Louis ne fosse al corrente, e un orribile senso di colpa la avvolse. Aveva invidiato Louis, perché sarebbe sempre rimasto accanto al nonno e a Noé.

Vide le coperte muoversi con la coda dell'occhio, e raggiunse Noé, preoccupata.

Sentendosi chiamato, rispose.

 

“Louis! Che paura che avevo, ho sognato che tu morissi, grazie al cielo, era solo un sogno...”

l'aveva stretta con necessità e forza, e poi si era disteso di nuovo, esausto.

 

Anche Noé avrebbe preferito avere Louis, e lei non lo biasimava. Sapeva che non avrebbe mai raggiunto il suo caro Louis.

Le forbici le scintillavano fra le dita, mentre le lame laceravano i capelli neri e lucenti. Domi ignorava le parole disperate della cameriera che la pregava di smetterla, ma ormai tutto sembrava un miscuglio di lettere senza alcun ordine o alcuna logica.

Ciocche scure ci misero poco a circondarla, e anche Veronica fu chiamata ad intervenire.

Ormai non c'era più niente che potesse fare, e non c'era mai stato.

 

'Vorrei essere stata io a morire.'

 

Ricordare tutto quel dolore la faceva come implodere, e le lacrime furono inevitabili. Mikhail le accarezzava il capo, ma non c'era niente di confortante, né in gesti e né in parole. Era una movenza meccanica, e la sua voce era la cosa più simile allo stridulo del vento che avesse mai sentito.

Aveva vissuto la sua vita da quel momento in poi, in tributo di Louis, tanto da assimilare comportamenti che sapeva non sarebbero mai stati suoi. Guardarsi allo specchio era così doloroso, e nessuna ferita da guerra avrebbe fatto male come quella che la morte prematura di suo fratello le aveva lasciato.

 

'Louis, mi dispiace. Mi dispiace così tanto...'

   
 
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