Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: Merkelig    16/07/2020    2 recensioni
Un giorno ad Arendelle arriva una pericolosa avversaria per Elsa.
Dal testo:
"Ofelia era venuta al mondo in un regno difficile, in una famiglia difficile.
Ofelia era venuta al mondo con un dono terribile e spaventoso, un dono che fin dall'infanzia aveva cercato di nascondere e dominare.
Un dono che alla fine l'aveva sopraffatta e l'aveva resa colpevole di un atto intollerabile.
Un dono che l'aveva convinta ad abbandonare l'unica persona che amava e allontanarsi da tutto e da tutti"
Genere: Avventura, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elsa, Hans, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Capitolo sesto

- in fuga -

 

- Seguiamo la costa. Restiamo nascosti, al riparo. In un giorno o due di navigazione raggiungeremo i confini di Arendelle e fuggiremo. 

- Sei matta, sorellina. Non ce la faremo mai.

- È la nostra unica possibilità. In fretta, prima che ci trovino.

- Che cosa succede? - chiese Elsa alzandosi a sedere e tenendosi la testa.

- Fa' piano - le disse Ofelia, cambiando immediatamente tono di voce - hai battuto la testa.

I tre si trovavano a bordo di una barca che ondeggiava tranquilla, in un tratto di mare deserto a ridosso delle alte scogliere di Arendelle.

- Come siete riusciti a scappare? - domandò ancora la regina, con preoccupazione malcelata. Nel mentre si guardava intorno e si rese conto sgomenta di non riconoscere quel luogo.

- Ti abbiamo preso in ostaggio - le rispose la ragazza freddamente. Hans sedeva accanto a lei reggendo uno dei remi. Aveva delle bende avvolte intorno a una mano e alla fronte, e indossava una pesante pelliccia di renna. Sua sorella invece mostrava ostinatamente le spalle e le gambe al freddo pungente, come se un fuoco interiore le impedisse di sentire freddo. Fin dove arrivavano i suoi poteri?

Ofelia indovinò cosa la regina stesse pensando.

- Rilassati - le consigliò impassibile - quando raggiungeremo il confine sarai libera.

- Mia sorella verrà a cercarmi e porterà l'esercito reale - dichiarò Elsa, meno minacciosa di quanto avrebbe voluto. O almeno sperava che Anna non venisse da sola. Ci sarebbe voluta un'armata per sottomettere Ofelia.

- Lo spero. Perché non ho intenzione di riaccompagnarti a casa, mia regina - la rimbeccò questa, chiudendo il discorso. Al suo fianco Hans stirò le labbra in un sorriso muto.

Il sole calava.

 

Avevano attraccato in una piccola insenatura, dopo aver navigato per ore nell'oscurità guidati solo dal chiarore delle fiamme di Ofelia.

Una volta scesi a terra avevano trovato uno spiazzo riparato dai venti gelidi del nord e recuperato della legna per accendere un piccolo falò; non si erano disturbati a legare la loro prigioniera reale, dal momento che tutti e tre sapevano perfettamente che addentrarsi nel bosco a quell'ora di notte significava andare incontro a morte certa.

Elsa si era accucciata nel punto più lontano da loro, con la schiena contro il tronco di un albero.

Hans si era raggomitolato su se stesso, nel tentativo di conservare più calore possibile, e si era appisolato, spossato. Dopo aver raccolto altri rami e averli messi ad asciugare, Ofelia si sedette accanto al fratello, a gambe incrociate, di modo da nasconderlo almeno parzialmente alla vista. Lasciò che il suo sguardo si perdesse nel fuoco, mentre con una mano allungata dietro di sé carezzava il braccio di Hans, nascosto dallo spessore della pelliccia.

Non riusciva a credere di averlo ritrovato.

Elsa li studiava con sguardo ostile.

- Non mi sorprende che siate fratelli.

Ofelia alzò un sopracciglio e spostò lo sguardo sulla regina, con l'espressione assente di chi è stato interrotto mentre seguiva il filo dei suoi pensieri.

- Siete due assassini - continuò, facendo appello al proprio coraggio.

Tuttavia la reazione che ottenne non fu per niente quella che si era immaginata.

Ofelia abbassò impercettibilmente le spalle, tornando a guardare davanti a sé senza replicare. Per la prima volta, da quando si era presentata nel palazzo poche ore prima, la ragazza sembrava aver abbandonato momentaneamente il proprio vigore. Le fiamme ruggenti da cui Elsa era stata investita ora apparivano più come un fuocherello smorzato, un calore temperato e tranquillo.

La regina ne fu stupita.

- Ti sorprenderesti, se conoscessi il resto della storia - replicò Ofelia stancamente.

- Conosco il fuoco - la contraddisse Elsa, altera - distrugge le case, annienta le scorte per l'inverno... è morte, è distruzione.

Ofelia rise piano, a metà tra lo scherno e il divertimento sincero.

- Invece il ghiaccio è l'emblema della vita, vero?

Elsa si morse il labbro. Dolorosi sensi di colpa, che sapeva che non l'avrebbero mai abbandonata neanche in cento anni, le riaffiorarono alla mente e, come ogni volta, per un secondo fu sopraffatta dalla loro violenza.

Tuttavia l'altra non sembrava intenzionata ad infierire. Anzi, scosse la testa con un sorriso accondiscendente.

- Il fuoco, come il ghiaccio, non è né buono né cattivo, Elsa - dichiarò quasi gentilmente, chiamandola per la prima volta per nome. - I nostri poteri sono legati alle nostre emozioni e solo quando temiamo ciò che siamo, ciò che possiamo fare, ne perdiamo il controllo.

La regina serrò la mascella, testarda, fingendo di non sentire quanto quelle parole le stessero scavando dentro.

Ofelia piegò le labbra in un piccolo sorriso, poi con una mano prese a scavare il terreno in cerca di qualcosa.

- Cosa fai?

La ragazza in risposta sollevò una pietra, ancora sporca di terriccio umido, grossa il doppio della sua mano. Guardando Elsa negli occhi la strinse tra le mani ed esse divennero incandescenti; la pietra poco a poco si sgretolò per il calore, finché tra le sue dita non scorse della sabbia finissima. Allora chiuse le mani a coppa e le sfregò tra loro, poi vi alitò dentro con aria misteriosa.

Infine le sue mani tornarono a una temperatura normale, e le aprì per mostrare ciò che aveva creato.

Soffiò delicatamente e il piccolo cumulo di sabbia che era rimasto volò via, mostrando una minuscola scultura di vetro a forma di cristallo di neve. I bordi erano tanto minuti che sembravano fatti di ghiaccio vero.

Delicatamente lo gettò in grembo ad Elsa, che lo prese con entrambe le mani per non danneggiarlo. La regina lo fissò rapita.

- Come hai fatto?

- Beh, la maggior parte delle rocce contiene quarzo siliceo, da cui si ricava la sabbia. Scaldandola a sufficienza...

- Non quello - la interruppe Elsa - come sei riuscita a controllare le fiamme con tanta precisione?

Ofelia si strinse nelle spalle.

- Diciamo con la pratica.

- Vorrei saperlo fare anch'io... - mormorò la regina, improvvisamente malinconica.

- Non è sempre stato così - le confidò Ofelia, ammorbidendosi di fronte alla sua espressione sconsolata - Ho dovuto esercitarmi a lungo, passare molto tempo a contatto con il fuoco, per capire la reale portata dei miei poteri e imparare così a conoscerli.

Elsa alzò il capo, tra le mani ancora teneva delicatamente il piccolo fiocco di vetro.

- Quando ero piccola ho causato un incendio - raccontò brevemente l'altra, fissando il cuore caldo del piccolo falò da campo - Così, dopo un viaggio lungo settimane, sono fuggita nel deserto dove non avrei potuto fare del male a nessuno. E lì ho vissuto fino a due mesi fa.

- Hai lasciato tuo fratello? - le chiese Elsa, rendendosi conto di non riuscire a pronunciare il nome di Hans senza piegare la bocca in una smorfia.

- Sì - rispose Ofelia, gettando uno sguardo oltre la sua spalla - non potevo rischiare che fosse bandito insieme a me. Ma mi è costato più di quanto pensassi.

- Cosa intendi?

Invece di rispondere Ofelia le lanciò una lunga occhiata senza aprire bocca. Alla fine disse:

- Mettiti a dormire, mia regina. Abbiamo ancora poche ore di sonno e domani mattina ci aspetta un lungo viaggio.

Elsa esitò, ma alla fine si rannicchiò sul terriccio duro e ghiacciato, mentre Ofelia restava sveglia di guardia.

Portò un braccio sotto la testa e si strinse al petto la piccola scultura di vetro.

Pian piano si assopì.

 

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: Merkelig