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Autore: JennyPotter99    17/07/2020    0 recensioni
SEQUEL DI "KING OF THE FOREST"
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Voglio che vieni a dormire da me, così ci sentiremo entrambe più al sicuro.- disse Wendy ad Allison, mentre si avviavano in aule diverse.
-Non credo che sia una buona idea.- commentò lei, arrossendo.
-Ally, lo so che dici sempre di potertela cavare da sola…-
-Non è questo, è che…- aggiunse lei, grattandosi la testa.- Io e Scott ci siamo lasciati.-
Wendy sgranò gli occhi.- Cosa?! E quando?!-
-Dalla settimana scorsa…-
-E perché non me lo hai detto?!-
-Perché è tuo fratello, saresti stata sicuramente dalla sua parte!-
Lei alzò un sopracciglio.- Dipende che cosa ha fatto.-
La campanella suonò in quel momento.- Poi ti racconto.-
Wendy si avviò in aula, sedendosi dietro al fratello, guardandolo piuttosto male.
Scott si sentì osservato.- Perché ho l’impressione di aver fatto qualcosa di male?-
-Che cosa hai fatto ad Allison?!-
-Non ho fatto niente ad Allison!- sussurrò Scott, mentre il professore entrò.
-Salve, sono il nuovo professore di storia, il signor Yukimura.- esordì l’uomo asiatico.- Non credo che tutti conosciate mia figlia, dato che non ha ancora portato a casa nessun amico. E’ quella lì.- continuò, indicando una ragazza in fondo alla stanza.
Era asiatica, molto carina, con una lunga chioma di capelli neri.
Si coprì il viso quando tutti si voltarono a fissarla, anche Scott.
Wendy notò il suo sguardo e gli diede una pacca sulla spalla.- Smettila di guardarla!- esclamò, prima di tornare a notare la propria ombra.
La sua testa risultava enorme e la sua bocca piena di denti aguzzi.
Prese un bel respiro e cercò di far finta di niente: dovevano assolutamente parlare con Deaton.
***
-E’ sicuramente legato a quello che avete fatto col Nemeton.- affermò il veterinario.- Il vostro subconscio vi sta dicendo che nelle vostre menti c’è qualcosa di sbagliato.-
-Beh, c’è un modo per dire al mio subconscio di parlarmi in una lingua che conosco?- borbottò Stiles.
-Che intendi?-
-Stanotte ho fatto un sogno, dove i ragazzi in aula mi fissavano e mi dicevano qualcosa con la lingua dei segni.-
-Ho studiato qualcosa, ti ricordi quali erano i gesti?-
-Qualcosa tipo…- Stiles fece roteare l’indice sinistro intorno a quello destro, poi mise le mani l’una accanto all’altra, alzando due volte a destra.- E poi c’era anche…- continuò, avvicinando il pollice al mento.
-Quando una porta non è una porta.- affermò il veterinario.
-Quando è socchiusa.- intervenne Wendy.
-E’ l’effetto del sacrificio: siete morti e poi tornati in vita, la vostra mente ora si trova in una specie di limbo. Dobbiamo assolutamente chiudere quella porta.-
Quando uscirono dalla clinica, trovarono l’auto dello sceriffo.
-Papà, che ci fai qui?- gli chiese Stiles.
-Ho bisogno del tuo aiuto, Wendy. Io credo che Malia sia da qualche parte a Beacon Hills, puoi rintracciarla?-
Allo sceriffo pareva stare molto a cuore quel caso.- Posso provarci, sì, annusando qualcosa di suo.-
Così, il giorno successivo, mentre lo sceriffo dovette per forza avvisare il signor Tate che c’era la possibilità che non si fosse trattato di un incidente, Stiles e Wendy entrarono dalla porta sul retro nella cameretta delle due sorelle.
Stiles fece una foto ad una cornice che c’era su un comodino e poi iniziò a passare a Wendy dei peluche per odorarli.
Lei scosse la testa.- Non sento niente, solo l’odore di un animale.-
-Che animale?-
Nello stesso istante, un rottweiler si presentò nella stanza, ringhiando ai due.
-Ehm…Quello.-
Il cane gli abbaio, facendo rumore e rischiando di farli scoprire.
-Sssh, cagnolino, buono.- ripeté Wendy.
Stiles la guardò alzando un sopracciglio.- Fai sul serio? Sei un Alfa!-
-Te l’ho detto, non lo controllo!-
-Ulisse, chiudi quella boccaccia!- gridò il signor Tate dalla cucina e il cane se ne andò.
Purtroppo, l’animale aveva contagiato qualsiasi cosa ci fosse nella cameretta, impedendo a Wendy di identificare l’odore di Malia.
Si sentiva un po' debole, in effetti, ma si infuriava subito non appena vedeva Scott parlare con la nuova ragazza, Kira.
-Ciao, mi chiamo Kira, ma credo che tu già questo lo sappia.- le disse. -Non ho potuto fare a meno di ascoltare quello che stavate dicendo l’altro giorno a pranzo, riguardo lo stare nel limbo, tra la vita e la morte, così ho fatto alcune ricerche…Le ho anche stampate.- spiegò, mentre Wendy si sedette con sguardo accigliato al banco accanto a loro.
Kira però non trovava il fascicolo nello zaino.- E’ strano, l’ho messo qui.-
-Non c’era bisogno che ti disturbassi.- commentò Scott.
-Nah, tranquillo, ci ho messo solo due ore.-
Wendy assottigliò gli occhi, fissandola.- Allora non c’era proprio bisogno.- puntualizzò.
-Kira, hai dimenticato la ricerca per quel ragazzo che ti piace.- intervenne suo padre.
Wendy rise sotto i baffi, Kira rimase a bocca aperta e Scott arrossì.
Forse dopo quella brutta figura, non gli avrebbe più finalmente parlato.
-Allora, oggi ho una lettura molto interessante da proporvi.- esordì l’insegnante, poggiandosi alla cattedra con un libro.- Qualcuno che vuole venire a leggere?- domandò, ma non ci furono volontari.- Signor Stilinski, si offre volontario?-
-Potrebbe chiamare qualcun altro?- balbettò Stiles.
Wendy sapeva bene che avesse ancora dei problemi a leggere.- Vengo io, prof.-
-Grazie signorina McCall, ma vorrei che il signor Stilinski partecipasse alla lezione come tutti.- replicò Yukimura.
Quindi Stiles fu costretto ad alzarsi e quando tentò di leggere, sembrò come se le lettere fossero scombinate e, addirittura, piovessero dal foglio fino ad uscire dal libro.
Gli venne una terribile nausea, iniziò a sudare freddo e Wendy sentì il suo cuore accelerare.
-Credo che dovrei portarlo in infermeria.- disse al professore, conducendolo fuori, fino agli spogliatoi maschili. -E’ un attacco di panico?-
Stiles respirò a fatica, attaccandosi al lavello.- No, non lo so…E’-E’- solo un sogno.-
-No Stiles, riconosco un attacco di panico. Ti giuro, non è un sogno, è tutto vero.- affermò Wendy.
-Svegliati Stiles, svegliati!- continuò a gridare, dandosi forti pacche sulla nuca.
La situazione stava degenerando: in fretta, Wendy gli prese il viso fra le mani e poggiò le labbra sulle sue per alcuni secondi, fin che il suo cuore non rallentò i battiti.
-Come hai fatto?- le sussurrò, con un ultima gocciolina di sudore che gli cadeva dalla fronte.
Wendy non stava così vicino a Stiles da tempo.- Trattenere il fiato ferma l’attacco di panico.- rispose, facendo un sorriso malinconico.- Me lo ha insegnato Jackson.-
Stiles strusciò sul muro e si sedette a terra.- Non posso continuare ad andare avanti così…Allison continua a vedere la sua zia morta e tu non controlli la tua trasformazione.- affermò, mettendosi la testa fra le mani.- Così non possiamo aiutare nessuno.-
Wendy si sedette davanti a lui, prendendogli le mani.- Troveremo una soluzione, vedrai.-
   
 
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