Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Giuls_breath    17/07/2020    2 recensioni
Sansa è prigioniera ad Approdo del Re, è vittima delle vessazioni dei Lannister; vorrebbe fuggire, ma non sa come: l'occasione le si presenta quando Stannis Baratheon attacca Approdo del Re e il Mastino la aiuta a fuggire...
STORIA CHE SI COLLOCA NELLA SECONDA STAGIONE DELLA SERIE TV.
TUTTAVIA NEI PRIMI DUE CAPITOLI, CITO DEI PERIODI TRATTI DAI LIBRI.
VI SEGNALO CHE USERO' UN LINGUAGGIO MOLTO COLORITO E CI SARÀ QUALCHE DESCRIZIONE CHE POTREBBE DAR FASTIDIO.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Come un bruco divenne una farfalla


 
Quando il giorno seguente si svegliò si accorse di essere piena di cenere, si scosse gran parte di essa, ma il viso, le mani, le gambe, i piedi erano quasi del tutto anneriti. Scese così al piano di sotto e senza che nessuno la fermasse, scese recandosi al fiume.
Rimase con la sottana e si immerse, l’acqua era fredda perciò non vi rimase a lungo, solo il tempo di pulirsi e rinfrescarsi. Quando uscì dall’acqua vide poco più in là il giovane, anche lui si stava lavando.
Sansa rimase come ipnotizzata nell’osservare le sue mani accarezzare le sue membra, le sembravano movimenti ipnotici e, per la prima volta in vita sua, fu mossa da un ardore, da un desiderio a lei ignoto.
Si ritrovò a deglutire a vuoto, il cuore le batteva forte nel petto. La testa le diceva smettila, non comportarti come una donzella qualsiasi, datti un contegno; ma la parte più profonda di lei le diceva di no e che era bello ciò che vedeva, le piaceva.
Improvvisamente il giovane si voltò verso di lei e la vide, lei si paralizzò e si voltò dalla parte opposta assumendo un’espressione imbarazzata. Che vergogna! Si rivestì in fretta e furia e fece per andarsene, ma lui l’aveva già raggiunta “Buongiorno.” aveva la veste che gli copriva il busto ancora bagnato e i pantaloni che gli aderivano perfettamente al suo fisico asciutto, i capelli erano bagnati e grondanti d’acqua “Scappi?” le chiese prendendola in giro sorridendole.
“N – no.” rispose “Buongiorno.” lo salutò sebbene imbarazzata dalla situazione.
“Non fa niente…”
“Cosa?” gli chiese.
“Se mi stavi spiando.”
“Oh, no, io non…”
“Non mentire.” le sorrise di nuovo “Ti ho vista.”
“Mi hai vista?” ripeté lei sempre più imbarazzata.
Sorrise di sghembo “Sì. Tranquilla. La cosa non mi imbarazza.”
Colta in fallo, Sansa tacque.
“Perdonami.” disse improvvisamente come una sciocca.
“Di cosa?”
“Non dovevo… guardarti. Insomma… eri… era… un momento tuo.” gli rispose balbettante e con la testa bassa.
“Non dovevi fare qualcosa che qualunque ragazza avrebbe fatto? Samel, sei una giovane donna. Non hai fatto nulla di sconveniente. Ero praticamente vestito. Non temere. Gli dèi non ti puniranno.” la prese un po’ in giro.
Lei sorrise “Mi dispiace lo stesso.”
Lui le sollevò il viso “Avrei voglia di baciarti… ma ho capito che forse ho esagerato ieri sera.”
“Fallo allora. Baciami di nuovo.” gli disse lei audacemente.
“Sei sicura?” gli chiese come se stesse ricevendo una meravigliosa concessione.
“Sì…” rispose.
“Lo vuoi davvero questo bacio?” chiese di nuovo come per assicurarsi di aver ben interpretato le parole della fanciulla che ancora bagnata si trovava dinanzi a lui.
Lei fece un cenno con la testa e lui avvicinò le labbra alle sue prima con timore, poi con desiderio quando comprese che ricambiava anche lei timidamente il suo gesto.
Sansa, pur avendo già scambiato altri baci, non era ancora espertissima e perciò fece quello che faceva lui o faceva quanto ricordava di quei due baci scambiati con Sandor. Il cuore incespicò e batté più veloce quando lui l’avvinse a sé. Quel bacio sembrò stravolgere i delicati equilibri di Sansa, sembrò donarle un vigore e un’energia a lei stessa sconosciuti, da quel momento le sembrò quasi di sentirsi diversa. Più forte e più consapevole di quanto lui la desiderasse realmente.
 
Quando lui allontanò le labbra dalle sue, Sansa si rese conto di non star respirando regolarmente. Era senza fiato eppure era improvvisamente contenta. Da quanto non fosse così contenta nemmeno lo ricordava, ma ciononostante una parte di lei insisteva nel rammentarle che quella felicità presto o tardi si sarebbe conclusa, non sarebbe durata per sempre.
Presto o tardi si sarebbe ricongiunta con la sua famiglia ed era bene che lo tenesse a mente per non scollarsi del tutto dalla realtà dei fatti.
Quella gioia improvvisa sarebbe ben presto svanita e sarebbe divenuta un ricordo. Come un ricordo era diventata la sua infanzia, i suoi giochi, i suoi sogni di bambina.
 
“Sei pentita?” le chiese.
Lui che se ne stava innamorando sempre di più, sperava vivamente che lei ricambiasse quella passione, o che corrispondesse almeno in parte. Nulla lo avrebbe più reso felice dell’amare ed essere amato. Quanto gli era mancato quel coinvolgimento, quanto aveva desiderato essere voluto da qualcuno che anche lui desiderava profondamente!
“No.” fu la semplice risposta della fanciulla che con quegli occhi chiari lo aveva sin dal primo istante ammaliato e incuriosito.
“Dimmi che resterai con me.”
Forse, anzi sicuramente, aveva osato troppo con quelle poche feroci parole, ma il sentimento che nutriva per lei lo stava divorando e agognava una risposta che sperava essere nuovamente affermativa.
“Non lo so.” rispose Sansa semplicemente. Ed era vero. Lei stessa non sapeva cosa sarebbe stato di lei, non sapeva nemmeno se il giorno dopo si sarebbero rivisti o se all’ennesimo assalto qualcuno avrebbe strappato via la vita a quel meraviglioso dolce ragazzo che gli dèi avevano posto lungo il suo cammino. O se lei stessa fosse stata rapita. Era una vita così burrascosa la loro.
L’espressione divenne eloquente sul volto del giovane, ne era addolorato, ma al tempo stesso comprese che non aveva il diritto di dirle quelle parole e soprattutto di avanzare alcuna pretesa su di lei, chi era lui in fondo per fermare una giovane di cui non sapeva praticamente nulla?
Sansa posò una mano sulla sua guancia a mo’ di carezza “Mi spiace non darti la risposta che vorresti udire.”
Sospirò mestamente “No. Non devi. Scusami per le mie parole.” tacque per qualche istante per poi congedarsi velocemente.
 
Sansa sentì battere le mani poco lontano da lei per poi udire “Dovresti vedere la tua faccia ora!” era il Mastino, era seduto dietro a un cespuglio dall’altra parte del fiume, sputò per terra e si mise in piedi e si avvicinò.
“Mi stavi spiando?” gli chiese la giovane contrariata.
“Macché, era uno spettacolo penoso! Pareva una di quelle schifose ballate che piacciono tanto a te, com’era Jankil e Florance?”
“Florian e Jonquil!” lo corresse Sansa incrociando le braccia “Ma che vuoi si può sapere?”
“Io niente. Ma lui sì.” rispose fulmineo indicando col mento il ragazzo che si stava allontanando.
“Che vuoi dire?” gli chiese.
Lui sospirò “Che vuole farsi una bella scopata!” le rispose senza mezzi termini e facendo sgranare gli occhi alla fanciulla “SVEGLIA!” le urlò. Sansa abbassò gli occhi sentendosi di colpo nuda, senza difese e sentendosi altrettanto colpevole perché una piccola parte di lei l’aveva capito e, se una parte di lei ne aveva paura, dall’altra ne era attratta. “A meno che non sia qualcosa che desideri anche tu.”
 
Come al solito, Sandor aveva capito tutto. Era stato brusco e feroce con le parole, ma aveva fatto centro, aveva colto il punto: i due giovani sebbene non si conoscessero per nulla, si desideravano. Desideravano avere l’uno un ricordo indelebile dell’altro.
Sandor provò rabbia quando ebbe conferma dal mutismo di lei che erano così che stavano le cose. Aveva stupidamente pensato che lei avrebbe ribattuto, negato, che dicesse quanto lo odiava per le false parole che le aveva mosso, ma Sansa non ribatté, non disse hai torto, non disse che si sbagliava. Nulla. Abbassò gli occhi colta in fallo, poi li rialzò verso di lui e Sandor non riuscì a non leggere quanto avesse già capito.
“Lo ami?” le chiese.
Che diritto aveva uno come lui di porle quella domanda? Che diritto aveva nel sentirsi male ed impotente di fronte a quella che sarebbe stata la risposta? Lo aveva sempre saputo, ma in quel momento se lo negava, che Sansa si sarebbe legata ad un altro giovane bel cavaliere. Non avrebbe dovuto rappresentare una sorpresa per lui, ma la sorpresa gli venne dal profondo di sé. Mai come in quel momento comprese quanto amasse Sansa e quanto volesse vederla felice.
“Se è così.” riprese lui “Vai da lui e diglielo.”
Non le rivolse ulteriori parole né di scherno né di rabbia, le voltò semplicemente le spalle e tornò a sedersi lì dov’era, prese la sua fiaschetta di vino e prese a trangugiarne il contenuto ignorandola del tutto e ignorando l’aria sorpresa e stravolta della giovane.
 
Sansa si sentì scossa nel profondo da quell’incontro avuto con Sandor, non era riuscita a nascondere i suoi sentimenti, era un libro aperto. O almeno lo era diventata per il Mastino.
Ciò che lei provava nel cuore e pensava, le si leggeva in faccia, era una qualità, o difetto, che aveva sempre avuto. Non era mai stata brava nel mascherare insofferenza, disgusto, disprezzo, felicità. Era sempre stata una ragazza buona e onesta.
Il Mastino aveva dato voce a un sentimento che lei stessa, per pudore o paura, aveva messo a tacere, ma ora che lui aveva, con le sue parole dure, portato alla luce quanto si celava nel suo cuore, a Sansa sembrò impossibile negarlo a se stessa o al diretto interessato.
Voltò le spalle al Mastino che la seguì con sguardo indecifrabile…
 
Quando tornò alla locanda, vide che i giacigli di paglia erano stati rimossi, la padrona stava spazzando per terra e ogni tanto bofonchiava parole come gli dèi se li portino via, maledetti, ci sarà una punizione per tutti loro. Sansa si avvicinò alla donna e chiese notizie dei soldati, quella la guardò seccata e le disse che il suo amico e gli altri se n’erano andati in quello che restava di una torre semi diroccata in cima a Seagard. Dopo averle detto un frettoloso grazie, Sansa corse fuori e guardò verso l’alto, la vide. Era impossibile non notarla, le pietre usate erano più scure rispetto a quelle delle case della città, le varie finestre erano prive di vetro e parecchie di esse erano cadute. La ragazza corse all’inizio, poi rallentò: era situata troppo in alto.
Vi giunse quasi venti minuti dopo con un leggero fiatone, la porta d’ingresso mancava e al loro posto c’erano due soldati che vedendo la giovane le chiesero perché fosse lì e lei disse loro che si trovava lì per il loro comandante. I due si scambiarono uno sguardo sorridendosi, forse l’avevano scambiata per una fanciulla di un qualche bordello, poi le fecero largo e Sansa entrò.
Si sorprese nello scoprire che quel posto all’interno era tutt’altro che fatiscente, vi erano sedie, tavoli, alcuni letti e poi una scala a spirale che conduceva ai piani superiori, la fanciulla dopo aver osservato i presenti per un rapido momento, salì. Salì altri tre piani, poi lo trovò.
Guardava fuori dalla finestra “Ti ho vista arrivare.” iniziò lui “Stai andando via?” le chiese.
Lei scosse la testa “No.”
“Perché allora sei venuta?”
“Perché ti amo.” fu la risposta secca di Sansa, niente parole che accompagnassero quel sentimento, nessuna parola velata che chiarissero quanto lei avesse appena detto. Quel modo di parlare non sarebbe stato mai accettato in luoghi come Approdo del Re. Ma lei ora era tanto lontana da lì, era sola. La sua guida le aveva in un certo senso voltato le spalle e lei si sentì improvvisamente sciolta da qualsiasi vincolo, da qualsiasi paura che prima le animava l’animo.
Lui si voltò e non commentò quanto lei gli aveva appena detto, semplicemente la raggiunse a grandi falcate e presole il viso tra le mani la baciò con ardore, con tutto l’ardore che anima il suo giovane spirito. Erano ben consci che quella sarebbe stata la loro prima e unica volta.
Sansa tremò fra le sue braccia, ma lì si sentì amata e le sembrò quasi di sentirsi come una farfalla che si libra in volo abbandonando il bozzolo in cui era silenziosamente cresciuta. Sansa tra le sue braccia divenne una donna.

 
_____


INVOCO LA VOSTRA CLEMENZA
PER DUE RAGIONI:
1) Sono di nuovo in ritardo, anzi ritardissimo 
2) Sansa ha scelto (?) il ragazzo che ha conosciuto a Seagard

Sansa da sola ha scelto quello che le sembrava in quel momento sicuro e, parliamoci chiaro,
Sandor non è stabile da un punto di vista sentimentale, anzi è molto combattuto tra ciò che vuole
e ciò che deve fare, Sansa invece vuole una sua stabilità dopo tante peripezie.
L'ha trovata?
Lo scopriremo nei prossimi capitoli ;)
  
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